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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/10/22 in Risposte
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Se pertanto Orsi non vide (e registrò) l’esemplare, ciò può essere imputabile solo al fatto che il nucleo recuperato in progresso di tempo non costituiva affatto la totalità del rinvenimento in quanto, per ammissione dello stesso Orsi, “altre monete sono ancora in mano di contadini calabresi, dai quali non ci fu modo di trarlo; ma trattasi di assai piccole partite” (Orsi 1916). In realtà queste “partite” tanto piccole non dovettero essere e se la stima di circa 300 pezzi coglieva nel segno all’appello mancavano circa un centinaio di monete. Con ogni evidenza quell’unico (?) incuso di Taranto, forse per la tipologia assai diversa dalle restanti zecche che componevano il ripostiglio (incusi di Sibari, Crotone e Metaponto a tondello largo e medio), era balzato agli occhi dei rinvenitori e (forse) particolarmente “apprezzato” come oggetto di pregio in metallo prezioso da chi aveva defalcato il tesoro. La sottrazione pertanto fu solo in parte casuale, come scrive la Spagnoli, in quanto “accaparrarsi” una moneta di eccezionale bellezza, rarità, valore e certamente per l’epoca assai rara, sembrerebbe più un atto intenzionale che una scelta casuale. Non escluderei pertanto (ma ovviamente è solo un’ipotesi) che si fosse trattato di qualcuno che aveva ben compreso il tenore del reperto appena portato alla luce dagli operai delle società cooperative di Ravenna, il quale, verosimilmente con grande sagacia, ben si guardò dal riferire del pezzo sia a Paolo Orsi che alle autorità successivamente incaricate del recupero dei lotti. E così, mentre le 192 monete che compongono attualmente il rinvenimento, recuperate a fatica, trovavano posto nel Museo Nazionale di Reggio Calabria, la provenienza dell’incuso di Taranto dal ripostiglio di Curinga fu resa nota solo trent’anni dopo la scoperta, nella prima edizione del catalogo della collezione Vlasto (1947). Nulla ne sapeva Noe tanto nella Bibliography of greek coin hoards (1925), precursore dell’ Inventory of greek coin hoards (1973) e dei successivi aggiornamenti (Coin Hoards, 1976-…), quanto nella di poco successiva monografia su Metaponto (The coinage of Metapontum, I, New York 1927) - benché avesse ottenuto i calchi delle monete metapontine del ripostiglio - e, fatto anomalo, nel più tardo studio su Caulonia (The coinage of Caulonia, New York 1958), ben posteriore alla prima edizione della collezione Vlasto (1947), dove addirittura nega la presenza di incusi di Taranto nel tesoro di Curinga (p. 61). (da Noe, Caulonia, p. 61) Come l’esemplare sia confluito nella collezione Vlasto non è certo ma solo ipotizzabile. Di certo non attraverso una vendita all’asta ma (presumibilmente) per acquisto privato da parte del collezionista da qualcuno che ben serbava memoria della provenienza del pezzo. E, direi, fortunatamente. La moneta di Taranto rappresenta ancora oggi l’unica moneta del ripostiglio di Curinga proveniente da quelle famose “partite” non recuperate dalle Forze dell’Ordine. A distanza di oltre un secolo dal rinvenimento del gruzzolo non si ha notizia di ulteriori esemplari, né da bollettini di vendita né da collezioni pubbliche e/o private.4 punti
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Ciao a tutti, questa sera volevo condividere con voi una curiosità per Venezia rinvenuta in un mercatino. Visto la stranezza del conio, ho pensato possa trattarsi di un falso d'epoca del soldo veneziano, oppure una imitazione mal riuscita o una semplice ribattitura. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere su questo strano tondello. Grazie saluti3 punti
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Ciao Italo Personalmente propendo per un falso d'epoca. Non riesco a sciogliere le legende perché incongrue. Saluti Luciano3 punti
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@lorluke Credo che la motivazione ad organizzare i Convegni sia prettamente commerciale: chi mai lo farebbe altrimenti? Il lato culturale è collaterale e minoritario, se pure presente, e certamente non auto-organizzabile (commercianti = sponsor). Velleitaria e poco pragmatica qualsiasi altra considerazione. Qual è il ruolo di un convegno commerciale nel 2022? Credo sia molto diversificato: 1) ovviamente di vendita/acquisto: non sono solo i commercianti che vendono, anche i collezionisti (ed i commercianti acquistano); inoltre non vi sono solo commercianti che riciclano le loro monete, ma fortunatamente anche molte nuove acquisizioni ... 2) proposta e accordi per possibili conferimenti in asta (da parte dei privati agli operatori di Case d'Asta presenti) 3) accordi/ritiro di materiale acquistato da commerciante intermediatore o titolare in asta (es. all'estero) 4) seconda occasione: materiale acquistato da commercianti in asta può essere rivalutato dai collezionisti ed eventualmente acquistato (e non sempre era possibile un acquisto in "prima battuta", a motivo di budget o di dubbi fugati dalla visione diretta); acquisto di invenduti 5) acquisto di materiale d'uso collezionistico (bustine, lenti, album, libri, cataloghi, monetieri, ...) 6) scambi di opinioni su prezzi, mercato, aste (con distribuzione di cataloghi, listini, volantini, ...) 7) perizia di monete '8) incontro con rappresentanti delle zecche (es. Italia, Vaticano, San Marino, ecc.) ed acquisto diretto di materiale 9) incontro con le organizzazioni numismatiche e con i loro rappresentanti (NIA, Circoli, ...) 10) e chissà quanti altri aspetti ancora ... ognuno ha i suoi motivi, commercianti e collezionisti-clienti; spesso non ogni convegno offre le medesime opportunità, ma la maggioranza dei principali sì. Ritengo sarebbe disastrosa la scomparsa dei convegni tradizionali: si perderebbe anche di vista il lato umano, informativo e dialettico della nostra passione per rinchiudere il collezionista in un isolamento nevrotico. Ovviamente le Conferenze sono le benvenute ... P.S. attenzione a non idealizzare le aste: ci sono tanti, troppi trabocchetti da cui guardarsi e sono lo strumento ideale per massimizzare i ricavi.3 punti
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Ciao Ahimè,quando si parla di monete,1 gr o 2, risultano un abisso. Comunque giá "a vista " si intuisce che abbiam davanti una riproduzione. Ve ne sono tante in giro. Non è una moneta "da cassetto" questa😉 Saluti2 punti
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Ciao, se non ho inteso male la moneta in questione è stata esitata alla cifra, compresi diritti e spedizione, di circa 100 euro. Molto bene. Come ho già detto in un mio precedente intervento fortunatamente ci sono molti che apprezzano anche monete (comunque sempre perfettamente attribuibili come in questo caso) molto vissute. Un gran bene per la Numismatica... Noto in molti interventi quasi una sorta di spregio verso questo tipo di monete e francamente non riesco a capirne il motivo... Liberissimi di ricercare e collezionare monete splendide o in fior di conio ci mancherebbe altro, ma non bistrattiamo tutte le altre... Le monete purché siano attribuibili sono tutte collezionabili quindi non indirizziamo con i nostri pareri alla ricerca spasmodica dell'esemplare sempre in conservazione migliore... Tra l'altro, così, penso si rischia di essere sempre eternamente scontenti... C'è quasi sempre una moneta migliore di quella che acquistiamo, percui... Quindi viva tutte le monete, sempre, ovviamente in qualsiasi stato di conservazione che ribadisco sono tutte collezionabili🙂 ANTONIO2 punti
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Il biglietto che hai postato è sicuramente falso. Penso che le 5 scritte "500" e quelle "ISSUED IN ITALY" e "SERIES 1943" siano state stampate in una passata successiva al resto del biglietto e con un inchiostro di scadente qualità, che poi ha iniziato a cancellarsi e a sbavare con i vari passaggi di mano. Allego una mia banconota sicuramente falsa per il confronto. Non si se si nota dall'immagine ma l'inchiostro nero è particolarmente intenso e abbondante, penso che se ci passassi sopra con forza un dito sbaverebbe anche lui. Tralaltro nella mia banconota le scritte ISSUED IN ITALY sono spostate troppo a sinistra, in quella di Jaconico a destra mentre in quella originale di wstefano sono giustamente centrate. (Inoltre nella mia la N dell' "issued in" di destra è a contrario, non è che i falsari potevano prorio stare dietro a tutti i dettagli!) Come giustamente ha detto nikita le AM lire monolingua false sono molto difficili da trovare, oltre alla mia questa è la seconda che vedo, di 1000 non ne ho mai viste e non ci sono neanche sul Mutti. Della seconda serie invece il 1000 è molto comune e il 100 è quello più raro. Buona giornata a tutti Ecco il verso2 punti
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Giov noi organizziamo convegni culturali, e la gente viene. Certo non cosi numerosa come a quelli commerciali ma c'è da dire che sono organizzati per lo piu' per studiosi (ma anche con diversi amatori, collezionisti semplici appassionati presenti). Anche voi come accademia avete organizzato giornate di studio. Certamente sono due tipi di evento differenti e non si puo' pretendere il tifo da stadio pe r un evento di studio (perdonate l'allitterazione 😄). La cosa che accomuna entrambi le manifestazioni, e non andrebbe sottovalutata, è l'incontro, lo scambio di opinioni o materiale come giustamente dici. Ma non sarei pessimista sull'evoluzione dei convegni (commerciali), a mio avviso continueranno ad esserci e ad aggregare persone che hanno passioni e interessi comuni. La numismatica ha tante anime e insieme possono comunque tutte convivere..2 punti
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Nessuna maestrina per carità solo un po’ di sano buon senso . e sono anche un po’ stufo delle infinite litanie sul sistema che non funzione, della filiera sbagliata et etc che non portano davvero da nessuna parte Continuare a lamentarsi senza poi fare nulla ( e non mi riferisco a te Scudo) serve a poco . Affrontare la questione con un po’ di pragmatismo e continuare a ricercare soluzioni non credo possa dare alla fine risultati minori rispetto a dire che l’Italia e’ l’Italia e che nulla puo’ cambiare2 punti
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La cosa importante e’ che - nella chiarezza assoluta delka mormativa (UK) - il ritrovatore denuncia il ritrovamento. Il museo o l’ist. pubblica acquisisce il dato scientifico di tutti i pezzi ( di gran lunga l’elemento piu’ importante) verifica che non ci siano tra gli esemplari qualcosa che gia’ non possiede ( nel qual caso ha la prelazione ma .. a prezzi di mercato) e poi RESTITUISCE il tesoro allo scopritore che puo’ disporne come desidera pagando un contributo allo Stato ( non ricordi se il 20% o giu di li). fantascienza proporlo in Italia? tenete presente che proprio gli STUDI hanno fatto in UK passi da gigante grazie a questi ritrovamenti non ufficiali i cui dati vengono pero’ messi immediatamente a disposizione degli studiosi ufficiali ..2 punti
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Ma se guardo il biscotto della colazione e vedo un Bisante... è grave secondo voi? 😄 Torno per augurare ai vecchi amici una buona domenica (e buona caccia ai bisanti)2 punti
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Splendido ritrovamento archeologico ai Parioli: un tratto della Salaria Vetus La scoperta durante i lavori per un cavidotto elettrico. Il cantiere provoca traffico caotico e ingorghi. Sarebbe opportuno coprire lo scavo e ripristinare la viabilità Eccola l’antica via Salaria. Questo tratto, in un perfetto stato di conservazione, è emerso durante gli scavi che Terna sta facendo ai Parioli da lunghi mesi. Ci eravamo già occupati di questo cantiere perché nella parte bassa di viale Buozzi erano stati tagliati ben 51 alberi che, ci auguriamo, verranno presto sostituiti. Una volta giunto a piazza Pitagora, però, lo scavo si è fermato di fronte tanta bellezza e storia. La notizia del ritrovamento è stata data da un architetto sul proprio profilo Twitter (newyorker01). La foto che vedete qui sopra è sua perché quando diarioromano è arrivato sul posto, gli antichi ciottoli erano stati già coperti da un telo che teoricamente dovrebbe proteggerli (il telo si sarebbe forse potuto evitare per permettere a tutti di godere dello spettacolo). Sulla rete che delimita il cantiere è comparsa la scritta “scavi archeologici”, a significare che ora la parola passa alla Sovrintendenza e che dunque tutto potrebbe prendere una piega molto più lunga del previsto. Il ritrovamento è stato accompagnato sui social da battute discutibili ma tipiche del sarcasmo capitolino, tra le quali “sta meglio la Salaria degli antichi romani che quella di Gualtieri“. Più fondate sembrano invece le paure dei residenti e di chi lavora nel quartiere per il caos che si è venuto a creare. Da settimane, ormai, le linee di bus che transitavano da qui vengono deviate su strade secondarie, come ad esempio via Lagrange, dove le auto in sosta irregolare bloccano il passaggio. La cosa accade due o tre volte al giorno, provocando ripercussioni in tutto il quadrante nord con ingorghi su viale Parioli, via Bertoloni, via Paisiello, piazza Ungheria. Dunque da una parte c’è il cantiere che ostacola la viabilità sull’asse viale Buozzi- via Stoppani- viale Liegi. Dall’altra ci sono i bus Atac paralizzati dalla sosta selvaggia (ma su questo torneremo con un articolo dedicato). Un caos che potrebbe durare mesi, se non anni, come accadde per esempio sulla via Portuense dove la carreggiata sotto il ponte ferroviario, all’altezza di via Majorana, rimase chiusa per quasi 11 anni (!?!) a causa del ritrovamento di parte di un impianto termale romano. Pendolari e residenti non dimenticheranno facilmente il calvario patito. Succederà così anche ai Parioli? C’è da augurarsi di no ma l’unica soluzione attuabile in tempi brevi è coprire il ritrovamento e ripristinare la viabilità regolare. Non si tratta di insensibilità archeologica, tutt’altro. Il valore del patrimonio capitolino è indiscusso e va sempre tutelato e difeso. Ma proprio per questo non deve confliggere con la vita quotidiana del nostro tempo perché il vero modo per far detestare ai romani la loro storia è devastare l’esistenza di oggi. La copertura, tra l’altro, potrebbe meglio tutelare l’antica strada che sta sotto uno spesso strato di terra da almeno 1.500 anni e pertanto potrebbe restarci altri due o tre, in attesa di una soluzione più ragionata e meno invasiva. La Salaria, considerata la più antica consolare, raggiungeva il porto d’Ascoli, nei pressi dell’attuale San Benedetto del Tronto. Il mare Adriatico, da sempre ricco di sale, le ha dato il nome. In epoca precedente, quella dei Sabini, la strada seguiva un percorso diverso ed era orientata verso Ponte Salario e Antemnae (l’attuale Monte Antenne). “Ante amnes”, infatti, significa davanti ai fiumi perché qui si incontravano (si incontrano tutt’ora), il Tevere e l’Aniene. La Salaria Vetus seguiva il suo percorso lungo l’attuale via Paisiello, via Bertoloni, via Oriani. Era un tratto impervio, pieno di curve che venne sostituito nel I secolo d. C. dalla Salaria Nova, grazie allo sbancamento di una collina (l’attuale via di Tor Fiorenza). La ripida discesa che inizia dalle Catacombe di Priscilla e arriva a viale Somalia è frutto proprio di quello sbancamento che sta li da duemila anni (quando si dice lavori fatti bene). In conclusione, tornando al ritrovamento di via Stoppani/piazza Pitagora, questo non sorprende gli archeologi che ben conoscono il tracciato della Salaria Vetus. C’è da immaginare che durante la costruzione dei fabbricati di via Bertoloni, via Oriani qualche lastrone sia emerso, ma la sensibilità dei costruttori era certamente scarsa. Un’ultima notazione: nelle foto sono ben visibili due tubature dal grande diametro, una per lo scarico delle acque e un’altra probabilmente per il passaggio di servizi. Le tubature sono a ridosso degli antichi ciottoli e si può supporre che nell’occasione del calo di quegli impianti la Salaria Vetus sia stata notata da qualcuno. Qualcuno che preferì coprire per non avere problemi! http://www.diarioromano.it/splendido-ritrovamento-archeologico-ai-parioli-un-tratto-della-salaria-vetus/1 punto
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Buonasera, due esemplari apparsi a poca distanza tra loro, mi chiedo, la rarità andrebbe rivista oppure è ancora presto per dirlo? Saluti Alberto1 punto
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Concordo su tutto. Mi azzardo a proporre Giovanni Corner come modello ( e la C retrograda potrebbe confermare l'ipotesi del falso d'epoca). Congratulazioni per il colpo!1 punto
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A questo punto perché non fare un bel totopriamo. Vediamo chi riesce a indovinare che cosa ha portato a casa @PriamoB con doppia certificazione. Stavolta credo sia riuscito ad aggiudicarsi un pezzo di Capranesi molto ambito: La bicicletta con cui andava a fare i bozzetti 🤣1 punto
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...senza dubbio: onestamente non sarei in grado di ricordarmi una coppia di 5 magari nemmeno di denari. A prescindere: prendo il 2 in tutte le opzioni tranne nel caso in cui l'avversario abbia 5-5-7! In tal caso gioco il re. Poi tocca all'avversario cedere il 7 e non fare l'errore di giocare un 5.1 punto
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Un dieci assi molto raro ma pulito malamente. In ogni caso è sempre un pezzo molto interessante per chi colleziona etrusche.1 punto
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È una moneta ufficiale di una zecca truffaldina.. Si è parlato molto sul forum di "contraffazioni/imitazioni" con una veloce ricerca puoi trovare varie discussioni... Per farla breve una zecca "piccola" produceva monete molto simili a delle monete di una zecca "più grande" che avevano una buona circolazione e le faceva circolare, o le cedeva a dei commercianti che le esportavano, ricavando così il guadagno che sarebbe stato di altri...1 punto
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Vi raccomando...stamattina non mettetevi a scavare in giardino...al max troverete qualche vecchio tappo di bottiglia!😄1 punto
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Credo si tratti di un sesino o(contraffazione?) di Castiglione delle Stiviere emesso sotto Ferdinando II Gonzaga (1680-1723) col titolo di Marchese di Medule, la scritta MEDV, si trova sul sesino, vedi M.I.R.259. Ciao Borgho1 punto
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É lo stemma che monsignor Braschi, futuro papa Pio VI, adottò durante la propria carriera ecclesiastica apportando dapprima una modifica allo stemma di famiglia, e poi sostituendolo a partire dal secondo anno di pontificato come testimoniano le monete da lui fatte coniare. ll significato è abbastanza palese: le condizioni avverse (il soffio del vento) piegano lo stelo del puro ed elegante fiore (il monsignore) ma non lo spezzano. Conoscendo la triste vicenda storica e umana del pontefice, deposto e deceduto prigioniero, possiamo ben dire che egli si diede uno stemma in cui involontariamente profetizzava il proprio destino (mi si consenta di citare questo contributo di 23 anni fa: https://www.academia.edu/20272037/Uno_stemma_premonitore).1 punto
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Buona sera. La moneta è stata assegnata in asta catawiki il giorno 8/10/22 ore 20. 06.07 ad 85 euro più spese quindi per un costo totale di 104,65 euro, forse un po' eccessivi. Come sempre però le valutazioni andrebbero fatte con la visione diretta della moneta. Cordiali saluti a tutti. Gabriella1 punto
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Io ho la serie fino al 5000, esclusi i tagli non-emessi. Raccoglierle tutte mi è costato costato parecchie "lacrime e sangue", proprio perchè dalla 200 in su sono relativamente difficili da trovare e decisamente costose. Tranne che per la 200 mi sono dovuto accontentare di conservazioni basse, anche perchè le FDS sono rare, e ho aspettato pazientemente per anni qualche occasione economica. Non parliamo poi delle non emesse (la 0,50 e la 2000): non avendo circolato per averle bisogna per forza sputare il sangue. Non so il perchè di questa situazione, a quanto mi risulta tutti i tagli emessi circolavano regolarmente.1 punto
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Tanto per mettere un pò di pepe e suspense nell' incontro di giovedì, avviso Nicolò di non mancare, se possibile, perché Priamo ha interessanti novità.1 punto
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Purtroppo non si tratta di legislatori - bensi di funzionari - che scrivono le regole - che andrebbero maggiormente aggiornati su come si sta muovendo la ricerca scientifica piu avanzata e anche la tutela e valorizzazione dei beni culturali di pubblico interesse. E’ una questione culturale prima che legale1 punto
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allora approfitto ancora: chi sarà costui? sembra un papa e anche santo, visto che ha l'aureola. grazie di nuovo1 punto
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Qualche giorno fa ho letto una discussione sulle banconote dell'occupazione americana in Italia, questo lo dedico alla discussione.1 punto
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Buongiorno a tutti, vi propongo un'interessante videointervista con Luigi Lanfossi, vicepresidente del Museo della Stampa e Stampa d'Arte di Lodi, che ripercorre la storia, le tecniche di stampa ed i materiali impiegati per la realizzazione della cartamoneta nonché le falsificazioni e i dispositivi messi in atto per garantirne la sicurezza e l'autenticità: Di seguito riporto dei video su tecniche e metodi di stampa dimostrative della mostra. Esempio di stampa con torchio di Giovanni Daprà: Stampa con torchio tipografico Koening&Bauer: Stampa litografica con torchio a stella: Ed infine questo bellissimo documentario sull'arte del tipografo di Luca Olivieri: Tutti i video sono prodotti dall'Associazione Italiana dei Musei della Carta e della Stampa, organizzazione privata non profit il cui obiettivo è quello di promuovere e dare visibilità ai musei e alle collezioni riguardanti il patrimonio storico e artistico e culturale delle arti grafiche e della produzione della carta. Grazie e buona visione numys1 punto
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Buondi. Riapro la discussione per aggiungere la medaglietta trovata oggi. Anche se molto rovinata è la tassa sui cani di Trieste del 1895; in tale periodo Trieste faceva ancora parte dell'impero Austro-Ungarico.1 punto
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Caro @UBIEGO, fa piacere vedere tanto entusiasmo, ma è inutile ripescare e rispondere a discussioni di parecchi anni fa se non si ha niente di significativo da aggiungere ...1 punto
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Magari può essere utile spiegare l'iconografia di questo denario, che rientra come buona parte della monetazione del periodo, nell'ambito dell'autocelebrazione della gens. Le teste al dritto chiamano in causa re Anco Marzio, il più antico illustre membro della famiglia, che era nipote di Numa. Il rovescio rimanda invece ai ludi apollinari (rimedio cultuale alla disfatta di Canne), istituiti oltre che su consultazione dei libri sibillini anche in accordo con antiche profezie, note come Carmina Marciana, scritti secondo la tradizione da un indovino di nome Marcio, anch'esso quindi membro della medesima gens.1 punto
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...e il pound sarà così ??? https://www.friziodesign.it/coins24.html 🙂1 punto
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Io non concordo con questa ipotizzata "massonità" dei simboli. Si trattava di segni destinati, con ogni probabilità, a identificare i vari conii. Se anche fossero stati n pochi a capirne il significato ()cosa che, invero, non credo), perché mai avrebbero dovuto veicolare un messaggio segreto? Nessuno di noi riesce, a prima vista, a leggere un codice a barre apposto su un pacchetto di merendine. Mica per questo èun simbolo massonico. Infine, come ho detto, "phi" veniva sicuramente come lettera successiva a "ypsilon" e precedente a "chi": quindi semmai indicava l'undicesimo esemplare di una serie, non il numero 500.1 punto
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Riprendo questa discussione per dare una notizia comunque collegata al suo oggetto: le monete di Cirene e la pianta su di esse sempre raffigurata, il silfio. Che sia stato ritrovato??? https://www.ilpost.it/2022/10/03/silfio-pianta-estinta-antica-roma/1 punto
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Il colera di Marsiglia nel 1835 Durante gli anni 1830, Marsiglia ebbe una rapida crescita della popolazione; la sua principale fonte d'acqua proveniva dal fiume Huveaune e dal suo affluente, il fiume Jarret. Nel XIV secolo Marsiglia aveva canalizzato i fiumi; tuttavia, con l'aumento della popolazione, la qualità dell'acqua diminuì nel tempo e i canali divennero fogne a cielo aperto. La pandemia di colera colpì duramente la Francia causando circa 100.000 morti di cui 2.500 solo a Marsiglia. Temendo un'altra malattia come la Grande Peste di Marsiglia quasi un secolo prima, i cittadini protestarono per le condizioni sanitarie della loro città. I funzionari eletti di Marsiglia iniziarono a lavorare per migliorare le condizioni dell'acqua a Marsiglia creando un canale dal vicino fiume Durance. Medaglia del colera, collezione del Museo Mütter Lo stemma della città di Marsiglia in uso all'epoca è impresso sul diritto della medaglia. Le parole latine "Massilia Civitas", del significato "Città di Marsiglia", sono scritte su uno stendardo nello stemma. Sul rovescio, racchiuse in una corona di fiori, le parole, "Choléra 1835 Marseille Reconnaissante" che si traducono in, "Cholera 1835 [A] Marsiglia grata." Muséum d’histoire naturelle de Marseille. (2005). Le Canal de Marseille. Retrieved July 19, 2017.1 punto
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La peste del 1894 Questa medaglia con un nastro rosso e oro mostra due medici professionisti, uno dei quali sta allontanando la morte, che aiutano un uomo malato. L'iscrizione sul retro della medaglia dice: "Per i servizi resi durante la peste del 1894". La terza pandemia di peste iniziò nel 1855 nella provincia cinese dello Yunnan e si diffuse in Cina, India, Australia, Africa, Europa e America fino al 1959. Questa pandemia causò più di 15 milioni di morti con più di 10 milioni di persone che morirono solo in India. Medaglia della peste, collezione del Museo Mütter La medaglia è specificamente di Hong Kong, dove nel 1894 il batteriologo Alexandre Yersin isolò il batterio responsabile della peste - Yersinia pestis. Quattro anni dopo il ricercatore Paul-Louis Simond ha dimostrato con successo che le pulci agiscono come un vettore per la diffusione della malattia. Encyclopaedia Britannica. (2017). Plague: Disease. Retrieved July 19, 2017. Frith, J. (April 2012). This history of plague- Part 1. The three great pandemics. Journal of Military and Veterans’ Health, 20(2). Retrieved July 19, 2017. Stenseth, N. (08 August 2008). Plague through history. Science, 321(5890). Retrieved July 19, 2017.1 punto
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