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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/10/22 in Risposte
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Nella prossima asta Noonans, la n. 264 del 15-16 novembre, verrà venduto un interessante lotto che con buona probabilità finirà poi nel mercato a breve spezzettato a dovere. Si tratta del Lenham Hoard, un ripostiglio di circa 1000 antoniniani rinvenuto nel Kent nel 2012. Il ripostiglio consta di 1062 antoniniani radiati emessi tra il 250 e il 283 d.C (sostanzialmente da Gallieno a Probo) e si presenta in conservazione medio-bassa, con alcune monete ridotte in frammenti e altre molto usurate. Il ripostiglio è stato rinvenuto in buona parte agglomerato e in parte con monete "sciolte" disperse nel terreno di scavo, ma anch'esse - sia per datazione che per conservazione - molto probabilmente sono ascrivibili al deposito originario. Di seguito la composizione sommaria del tesoretto: Impero centrale Regno congiunto di Valeriano e Gallieno 253-60 d.C Salonino, 1 (Regno congiunto o unico) Salonina 2 Regno da solo di Gallieno Gallieno, 119 Salonina 5 Claudio II, 96 Divo Claudio II, 10 Quintillo, 5 Aureliano, 14 Tacito, 16 Probo, 28 Caro, 1 Impero gallico Postumo, 24 Leliano, 3 Mario, 4 Vittorino, 209 Divo Vittorino, 1 Tetrico I, 276 Tetrico II, 135 Imperatore gallico incerto, 40 Imperatore incerto, 55 (+ 19 frammenti) Imitative,18 Totale 1062 (+ 19 frammenti) Nello scavo, associati al ripostiglio, sono stati trovati quattro grossi frammenti di ceramica grigio-marrone chiaro con alcuni inclusioni scure che facevano parte di un grande vaso piuttosto largo e con pareti spesse. Sono stati rinvenuti anche sette frammenti di lamina metallica in lega di rame con uno dei frammenti con tracce di metallo bianco aderente alla superficie (smalto?). Infine è stato rinvenuto anche un vaso di rame ridotto in tre grandi frammenti e quindici più piccoli. Il recipiente aveva pareti sottili e doveva avere una base del diametro di circa 12 cm e un diametro massimo di 15. Interessante come, associato al ripostiglio, siano stati trovati anche nove agglomerati (scorie) di ferro e uno di lega sconosciuta. Il più grande di questi agglomerati ferrosi misura 79.7 mm x 67.7 mm x 40.7mm e pesa 293.6 grammi. Di seguito alcune immagini: 1) Lo stato delle monete al momento del ritrovamento. 2) Il ripostiglio nel suo insieme con i frammenti metallici. 3) Alcune monete componenti il ripostiglio (dritto e rovescio). L'aspetto interessante di questo ripostiglio (oltre ovviamente alla presenza di ben tre antoniniani di Leliano) è il materiale ferroso-bronzeo associato che, unitamente alla pressoché totale assenza di moneta imitativa (solo 11 radiati!) fa pensare che la destinazione d'uso e conseguente creazione del ripostiglio fosse legata a un centro di produzione locale di moneta imitativa. Il deposito si chiude con le monete del regno di Probo e quindi attorno al 283-284 ed è proprio a partire dagli anni '80 del 200 che si colloca la produzione dei radiati imitativi noti con il nome di minimi per le loro dimensioni ridotte rispetto ai radiati imitativi gallici "ordinari" coevi o di poco successivi ai Tetrici. Mille antoniniani sono un gruzzolo relativamente modesto quanto a valore, non rappresentano certo i risparmi di una vita o un accantonamento in vista di tempi duri di restrizione e nemmeno non fanno supporre a un accumulo di introiti di pagamento (cassa di qualche mercante o di qualche conduttore di una villa rustica) né tantomeno rimanda a un uso militare (cassa di pagamento dei soldati). L'esiguità del ripostiglio, la bassa conservazione delle monete (che quindi sono state sottratte dal flusso circolante dopo un bel po' di maneggiamenti) e l'associazione con barre, frammenti e agglomerati ferrosi, fa supporre che tutto l'insieme fosse destinato alla fusione per la creazione di "nuova moneta", probabilmente appunto "minimi radiati" a imitazione degli antoniniani e destinati a una circolazione prevalentemente in ambito rurale come "small change" (spiccioli).5 punti
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Grazie per averla condivisa @Ledzeppelin81! Bella e rarissima anche così com'è... Pensa se avesse avuto i rilievi di questo Grano ...3 punti
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Molto meglio, grazie. Direi che è della Sicilia Magnogreca, antecedente all'arrivo di Roma. Per l'esattezza è di Leontini. Confrontala con questa: https://www.coinarchives.com/a/lotviewer.php?LotID=2118596&AucID=5066&Lot=200&Val=cb76bb7128f027ac1b9825c5715e2a3e3 punti
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In realtà devo dire che negli ultimi tempi sto avendo delle cospicue botte chiappiche in merito ai libri, ne trovo di assai interessanti e anche piuttosto rari a ottimi prezzi 😃 Per il resto come sai il piacere oculare o meglio sensoriale e neuronale al contempo è la motivazione principe che mi spinge a costruire questa bella biblioteca storico-numismatica, ogni anno che passa e vedo la mia biblioteca crescere e assumere una sua forma sempre più definita e articolata, una storia della civiltà italiana, con le sue diramazioni e connessioni in spazi vicini e lontani, raccontata dal punto di vista della storia economica e monetaria, mi compiaccio della mia scelta di dedicarmi anima e corpo ai libri, i libri danno sempre grandi soddisfazioni, consistenti e durature, non finiscono mai di elargire emozioni, nuove e diverse ad ogni lettura, i libri antichi e d'epoca inoltre aggiungono al piacere intellettuale quello più sensuale di un bell'oggetto gradevole da toccare, sfogliare, annusare... so che in questo forum suddette mie sensazioni da "talpa" libridinosa 😁 sono comprese e condivise da più persone, perciò amo spesso dilungarmi nell'esprimere e condividere con voi le gioie librarie e monetose assieme 😋3 punti
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Buon giorno El Chupacabra. Dica la verità, lei ha amici in zecca che le lasciano rovistare i magazzini! Cordiali saluti. Gabriella3 punti
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Archeologia, decine di tombe e reperti dell’età del bronzo: a Torre Guaceto trovate sepolture di 3mila anni fa Molti reperti sono già stati restaurati, ora si pensa alla creazione di un museo. Le scoperte sono state fatte dal team di archeologi del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento, con il supporto della Soprintendenza archeologia per le Provincie di Brindisi e Lecce Decine di tombe risalenti all'età del bronzo, 35 al momento, sono state portate alla luce dagli archeologi nell'ambito delle campagne di scavo 2021/2022 condotte nella riserva di Torre Guaceto. I reperti della necropoli a cremazione rinvenuta sotto la sabbia della spiaggia delle conchiglie sono già stati in parte restaurati e ora si pensa alla creazione di un museo. La necropoli Sono 20 le tombe rinvenute grazie agli scavi archeologici condotti nell'area protetta da giugno, fino a pochi giorni addietro. Altre 15 - sottolinea una nota - erano state scoperte con la campagna 2021 che, oltre a portare alla luce per la prima volta la necropoli a cremazione di Torre Guaceto, ha permesso di iniziare a ricostruire i costumi funerari della popolazione che nella tarda età del Bronzo (XIII-XII sec .aC) popolava il promontorio della torre aragonese ed aveva allestito il proprio cimitero poco distante, nell'area dell'attuale spiaggia delle conchiglie. Il laboratorio archeologico Le scoperte sono state fatte dal team di archeologi diretti dal professore Teodoro Scarano del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento, con il supporto della Soprintendenza archeologia per le Provincie di Brindisi e Lecce che ha permesso di aprire gli scavi in regime di concessione ministeriale, e del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, da sempre molto attento e pronto ad investire per la ricostruzione del volto antico della riserva, tanto da essere l'unico Ente Parco italiano ad aver realizzato un proprio laboratorio archeologico. Il progetto di ricerca, ripreso in mano nel 2019 con la scoperta fortuita delle prime quattro tombe a cremazione affioranti subito sotto la sabbia, vanta diverse collaborazioni sia nazionali, sia internazionali e vede soprattutto una consolidata partnership con l'Università di Bologna. "La scoperta della necropoli - ha spiegato Scarano -, rientra in un più ampio progetto di archeologia dei paesaggi costieri che il gruppo di ricerca archeologica dell'Università del Salento conduce dal 2008 nel territorio della riserva in collaborazione con il professore Giuseppe Mastronuzzi del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell'Università di Bari. La mappatua L'individuazione delle tombe e la mappatura di un'ampia serie di evidenze presenti nella stessa area, sul banco di roccia anche al di sotto dell'attuale livello del mare, testimoniano infatti con inusuale chiarezza di come nell'età del Bronzo, la linea di costa e la geografia di questo luogo fossero differenti da oggi, offrendoci dunque l'opportunità di ricostruirne l'aspetto di oltre 3mila anni fa". https://cultura.tiscali.it/news/articoli/torre-guaceto-tombe-reperti-eta-bronzo/2 punti
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Ciao devozionale seicentesca con monogramma M che sta per Maria con una corona sopra come nel tuo caso ma a volte anche con delle rose, e IHS che e' il monogramma di Cristo con croce sopra e i 3 chiodi sotto la H, molto bella, ne ho diverse anche io2 punti
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No dai! la data sta bene dove si trova, immagina se fosse dall'altra parte esteticamente è brutta!2 punti
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Salve, L'Aquila cavallo di Ferdinando I d'Aragona 1458-1494 , N di REGNI in posizione orizzontale, molto raro2 punti
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A me fanno abbastanza ridere quelli che titolano "una scoperta più importante dei bronzi di Riace" paragonando delle (peraltro pregevoli) statuette votive di max quasi un metro a due bestioni di un quintale e mezzo l'uno, alti quasi due metri realizzati per colata unica da dei geni di artigiani del V sec a. C. su un modello di un artista eccelso.... Ma si sa che la morigeratezza ed i titoli giornalistici non vanno di pari passo 😉2 punti
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Complimenti Rocco, una stupenda moneta con variante rarissima. Credo che R4 sia riduttivo per una moneta conosciuta in pochissimi esemplari. Ecco la mia. Non all’altezza della tua moneta ma quando sono così rare bisogna anche accontentarsi.2 punti
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Buongiorno a tutti. Ritorno a scrivere doppio parecchio tempo di assenza dal forum. Dopo la bella piastra 1826 reimpressa di releo, pubblico la mia piastra 1828 sempre di Francesco I Saluti2 punti
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Appuntamento per Quelli del Cordusio sabato dalle 11 alle 12 allo stand di Numismatica Grimoldi F 263 con qualche Catalogo nuovo dell’Ambrosiana e per chi non l’avesse ancora ricevuto col cartaceo del n.9 del Gazzettino di Quelli del Cordusio !2 punti
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Sempre rimanendo nell'ambito della silenziosa archeologia della Pianura padana dopo due ville romane scomparse e ritrovate ecco un'intera città scomparsa (e ritrovata). Vi presento la meravigliosa storia di Altino, antica città sita nelle estreme propaggini interne dell'attuale laguna di Venezia. Lo studio di Altino procede da almeno un secolo, vi è un museo nazionale ma il contributo della scienza odierna è stato quello di rilevarne la quasi totalità della pianta tramite l'applicazione di diverse tecniche aerofotogrammetriche. Il sito di 100 ettari situato nell'attuale comune di Quarto d'Altino, in provincia di Venezia, subito a nord dell'aeroporto di Venezia è sede di un centro romano completamente obliterato chiamato Altinum, antesignano dell'antica Venezia, un centro commerciale romano che prosperò tra il I e il V secolo d.c.. Elevato da 2 a 3 metri sopra la laguna paludosa circostante la città aveva all'incirca le dimensioni di Pompei. Il territorio di Altino era frequentato sin dall'VIII-V millennio a.c., ma solo nell'Età del bronzo (XV-XIII secolo a.c.) si avrà una presenza umana stabile. Altinum era già un centro paleoveneto risalente agli inizi del I millennio a.c. che ha prosperato per molto tempo prima dell'avvento dei romani quando, a partire dal II secolo a.c., acquistò importanza strategica e commerciale perché posto all’incrocio delle vie romane Popilia e Claudia Augusta. Diventato municipium, cominciò a decadere alla fine dell’età imperiale finché fu distrutto da Attila. Guardate cosa hanno restituito le areofotogrammetrie del 2007 https://www.romanoimpero.com/2021/11/altinum-altino-veneto.html1 punto
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Tanto Regno e Repubblica, con alcuni lotti da " leccarsi le orecchie " Buona visione https://www.astebolaffi.it/it/auction/342/10#1 punto
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Cari amici, condivido con voi questo bel denario incuso, dovrebbe trattarsi del dritto del denario di Cesare Venere/Enea, che ve ne pare? Voi avente incusi in collezione?1 punto
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https://www.archeomedia.net/spagna-53mila-monete-romane-sepolte-in-19-anfore/ 53.000 monete romane trovate in 19 anfore, sotto il terreno, durante uno scavo edilizio per la realizzazione di alcune canalizzazioni in un parco pubblico di Tomares, un comune spagnolo di 23mila abitanti, situato nella comunità autonoma dell’Andalusia, nei pressi della città di Siviglia, che si trova subito sull’altra sponda del Guadalquivir. E’ il più grande tesoro romano di Spagna, portato alla luce casualmente nel 2016 e oggetto, negli ultimi anni, di uno studio accurato, che è confluito in un saggio pubblicato ora dall’Università di Siviglia. Gli scavi successivi permisero di capire che il tesoro era stato nascosto sotto un portico di un possente edificio rurale – forse un magazzino – probabilmente facente parte di una proprietà più articolata e ampia, rispetto alla quale va rilevata – per ora – la mancanza di una villa padronale vicina, che forse potrà essere messa in luce in futuro. “Raramente abbiamo l’opportunità di tuffarci in un tesoro di monete di dimensioni sufficientemente grandi per acquisire una conoscenza approfondita degli aspetti chiave della circolazione monetaria di un territorio in un dato momento. – scrivono gli archeologi e numismatici Francisca Chaves Tristan, Enrique Garcia Vargas, Miguel Angel Apaldiza Galisteo, Ruth Pliego Vázquez, Blanca Gómez Tubio e Simona Scrivano dell’Università di Sevilla, autori del saggio “Moneta e metallo nell’antichità tardiva: il Tesoro di Tomares o dello Zaudin sei anni dopo”. “Per quanto riguarda la Baetica occidentale e il periodo della Tetrarchia – proseguono gli studiosi – l’occasione si è presentata nell’aprile 2016 quando i macchinari che effettuavano i lavori nel parco pubblico di El Zaudín (Tomares, Siviglia) hanno accidentalmente portato alla luce il cosiddetto ‘Tomares Hoard’. Dopo un periodo difficile in cui la chiusura del Museo Archeologico per lavori si è combinata con la pandemia (e post-pandemia), alla fine della scorsa estate sono ripresi i lavori completi del sito. Siamo ora, quindi, in condizione di fare un’approssimazione del tesoro sulla base dei primi risultati numismatici e metallografici. Il più grande tesoro romano di Spagna rivela i suoi segreti: le 53.000 monete di Tomares furono coniate dalla riforma che, per arginare l’inflazione, portò avanti Diocleziano nel 294 e che invocò l’Impero a momenti di profonda incertezza e “politica e di insicurezza per conflitti bellici tra governanti”. Gli studiosi, dopo aver analizzato 5.899 pezzi, hanno concluso che le monete furono coniate in un periodo di tempo limitato, compreso tra il 294 e il 311. Fu evidentemente nel 311 o negli anni immediatamente successivi il periodo nel quale il grande tesoro fu nascosto sotto il portico del magazzino, che era stato costruito qualche secolo prima nel I secolo d.c. Le ipotesi? E’ chiaro che l’occultamento del denaro avvenne segretamente e che il proprietario non ebbe il tempo per rilevarlo ai familiari o i membri della famiglia morirono anch’essi in breve tempo. Uno dei motivi per spiegare la grande quantità di contanti potrebbe essere collegato all’elevata inflazione del periodo. I pezzi furono emessi in seguito alla riforma dell’imperatore Diocleziano – 294 – per arginare l’inflazione. “Questi e altri fattori spiegano le elevate cifre di questi pezzi – dicono gli studiosi – perché solo in alto numero potevano consentire di effettuare pagamenti di un certo livello”. Fonte: www.stilearte.it, 5 nov 20221 punto
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In realtà in un paese come l'Italia con il suo sterminato patrimonio archeologico e culturale il lavoro da fare ci sarebbe e tanto pure, basti pensare solo alle collezioni e raccolte di monete e tante altre tipologie di oggetti che languono nascoste e sconosciute in tristi e oscuri depositi museali, se solo si facesse un programma sistematico di inventariazione e catalogazione con tanto di schedatura fotografica e pubblicazione in rete, ci sarebbe da lavorare per decadi e il personale esistente nelle soprintendenze, attualmente del tutto insufficiente anche a fare il lavoro minimo necessario, dovrebbe necessariamente aumentare, ma nel nostro paese la cultura non è molto prioritaria, si dedicano tempo, soldi ed energie ad altri ambiti e quindi si procede arrancando con quello che si può... tornando al problema di cui oggetto del post, non è quindi la mancanza di cose da fare che lo crea, ma una mentalità statalista piuttosto ristretta che vede i collezionisti per lo più come una massa di avidi e rozzi affaristi, privi della necessaria purezza e di ideali elevati finalizzati alla conoscenza e al progresso scientifico che solo chi lavora per lo Stato e l'elite accademica possiede, ragion per cui bisogna rendere loro la vita difficile, arginarli, controllarli e angustiarli con procedure pesanti e tortuose, come si fa con gente potenzialmente pericolosa, è una visione arcaica, eccessivamente fiduciosa nelle virtù stataliste, come se lo Stato di per sè fosse l'unico soggetto virtuoso, degno di occuparsi delle cose inerenti la cultura...1 punto
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DE GREGE EPICURI Nella foto 2, sopra uno dei sacchetti in alto, si vede un oggetto che sembra una cote (pietra per affilare falci, coltelli, ecc.); faceva parte del tesoretto? Quelle odierne sono uguali: mio nonno ne usava una identica.1 punto
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Sicuramente si, ottima possibilità per sabato 19 novembre a Verona ore 11-12 allo stand F263 di Numismatica Grimoldi !1 punto
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Buonasera, mi ha incuriosito molto, bravo @batù di carne, @fapetri2001 a volte è una questione di punti di vista. Mi sono permesso di ruotare la tua foto, ora mi è più chiara. Saluti Alberto1 punto
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Buonasera Batù di carne, grazie per la risposta e la precisa identificazione della moneta, io invece del Leone ci vedevo un elmo! un cordiale saluto. F.P.1 punto
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Per pura informazione del processo di coniazione: http://www.eurosfautes.fr/fabrication-des-euros/1 punto
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Direi che si tratta di Persefone, non di una giovane kore. Prova a guardare qua, pare la stessa: https://www.coinarchives.com/a/lotviewer.php?LotID=2061002&AucID=4907&Lot=35&Val=6aa229d370011c657476399c35e76fc01 punto
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Il 559 pesa 1,44 g, il 560 pesa 1,36 g. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Vi ringrazio sono stupefatto dalle numerose risposte. Vi avrei voluto mettere immagini migliori ma purtroppo il sito non me lo consente di mettere immagini di dimensioni più elevate. Analizzandola più attentamente si è stata fatta al tornio dopo essere stata coniata perché semplicemente risultava di spessore più grande rispetto la originale però il tornitore non è stato bravo perché non solo ha lasciato i segni di tornio ma l'ha messa storta e da una parte è stata cancellata dal tornio stesso ecco perché sul bordo risulta cancellata. Unica cosa strana il materiale sembra autentico sia di peso che di suono . Bordi sono rigati come una normale moneta da 2€ però lo spessore risulta di un 0.2 millimetri più grande e per questo forse il tornitore la stava sminuzzando . Alla fine si è arreso credo . Grazie mille a tutti veramente.1 punto
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Non sono per niente dell'idea che sia autentica, in questa mio ritrovamento postato tempo fa nell' "Osservatorio falsi" i cerchi concentrici si vedono solo nel lato comune. Comunque per mia esperienza quasi tutti i due euro falsi sono stati prodotti dopo il 2007 come si vede nel mio caso perchè nel 90% dei casi la cartina europea è sempre sbagliata rispetto all'anno di coniazione, ritengo perchè sia più semplice riprodurla. Sono sicuro che anche nella moneta postata se si potrebbe distinguere la data sarebbe così. Saluti1 punto
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Se fosse come affermi, non ti sembra che dopo la coniazione quelle linee concentriche dovrebbero sparire per la forte pressione esercitata? Comunque sia, resta sempre il fatto che stiamo discutendo esaminando delle foto poco chiare e senza avere riscontro sui dati ponderali. Un saluto a tutti.1 punto
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SIXBID mi risulta non più tanto in "voga"e ci sono anche biddr e numisbids Non darmi del "lei"ma dammi del"tu"perchè siamo uniti da un unica passione1 punto
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Non so per altre tipologie, ma per le antiche alcune variabili come la conservazione determinano in modo esponenziale o quasi il valore. Ad esempio se BB=4, SPL=30, FDC=200. Anche imperfezioni e patina (laddove originale il che è un elemento di rarità in più) sono a mio avviso elementi incommensurabili, come valutare un opera d'arte, sempre parlando delle antiche, dove ogni esemplare è unico, contano anche altri elementi come qualità incisoria, centratura etc.1 punto
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Ciao @Trullo non posso che confermare quanto ti è stato detto dall'amico @adolfos che saluto (è un po che non ci sentiamo), segui il giusto consiglio di non provare a pulirla perché non c'è niente da pulire, quello che vedi è ossidazione di rame che non si staccherebbe in alcun modo dal metallo sottostante a differenza delle incrostazioni sulla mistura dei denari genuini che generalmente si riesce ad asportare. Postare un falso d'epoca o un denaro "buono" non fa differenza, il falso è comunque un denaro che ha, bene o male, svolto la sua funzione di moneta circolante e a livello collezionistico è altrettanto importante ed interessante .un saluto a tutti.1 punto
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qualche anno fa, a Verona, un venditore aveva una mazzetta dei pezzi da 500 e 1000 in conservazione praticamente FDS. Chissà da dove erano saltate fuori, visto che l'emissione risale al 1980 circa .... Ne acquistai una coppia ad un prezzo molto onesto (se non ricordo male 25 euro fra tutte e due). Il 100 franchi invece fu molto più difficile da trovare. Biglietti stupendi! Della serie per Papeete, che poi è quella più comune essendo stata in circolazione fino a pochi anni fa (2013), ho anche il 5000 franchi. Mi manca quindi solo il 100001 punto
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Aggiungo un cavallo di Ortona di Carlo VIII, passato nella recente Asta Artemide LVIII1 punto
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Ciao @Milo Ful dalla foto ( che purtroppo non è il massimo ) le concrezioni verdastre mi sembrano malachite ( che è un ossido stabile del rame ) e che non dovrebbe espandersi. Non è "Cancro del bronzo" perchè non ha un aspetto verdastro "polveroso" ed è pericoloso x la moneta in quanto tende ad espandersi ed a approfondirsi. Le leghe in rame sono molto difficili da "restaurare" soprattutto se non hai la moneta in mano per capire quale problema esista. Per adesso la metterei per un lungo periodo a bagno in acqua distillata o demineralizzata, cambiando la stessa ogni 3-4 giorni. Male non fa e qualche concrezione potrebbe rimuoversi. Ciao1 punto
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