Vai al contenuto

Classifica

  1. Oppiano

    Oppiano

    Utente Storico


    • Punti

      17

    • Numero contenuti

      8187


  2. lorluke

    lorluke

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      2902


  3. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      24048


  4. Numi 62

    Numi 62

    Utente Senior


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      819


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/19/22 in Risposte

  1. Lotto 332 Asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Antonio Grimani, 1521-1522 Osella anno I (1521/22), AR 9,13 g. BENEDIC POPVLVM TVVM DNE Il Redentore, seduto in trono a s., benedice San Marco che consegna il vessillo al doge genuflesso; sopra la testa di S. Marco, S M e, all’esergo, ANT GRIM / DVX. Rv. IVSTITIA ET PAX OSCVLATAE – SVNT La Giustizia e la Pace si stringono la mano. Paolucci II 1. Rarissima e sicuramente uno dei migliori esemplari conosciuti. Bella patina di medagliere e migliore di BB Ex asta Ars et Nummus 4, 1964, 180. Con questo doge l’usanza di donare volatili, cacciati nei territori della laguna, alle più alte personalità della Repubblica, venne sostituita tramite l’emissione di monete-medaglie denominate appunto “oselle” (da oselo, in veneziano), dal valore iniziale di soldi trentadue e mezzo. Negli ultimi 20 anni questo è l’unico esemplare integro ad essere stato offerto in asta pubblica. Le altre monete apparse infatti presentavano o pesanti tracce di restauro o fori otturati. /d
    5 punti
  2. Per la serie “Non sentirsi soli”, dall’asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, il Lotto 359 così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Alvise II Mocenigo, 1700-1709 Osella da 4 zecchini anno II (1701), AV 13,90 g. S M V ALOYS MOCENICO D S. Marco seduto in trono a s., benedicente, porge il vessillo al doge genuflesso; all’esergo, G T S (Giovanni Tomaso Soranzo, massaro). Rv. OCVLIS CVBAT APERTIS Leone sdraiato; all’esergo, ANN II. Paolucci II 352. Rarissima. Fondi lucenti ed esemplare in stato di conservazione eccezionale, q.Fdc
    4 punti
  3. Auguro a tutti gli amici del forum buone feste. Come ogni anno ho allestito un piccolo albero di Natale a tema numismatico dedicato a tutti gli amici virtuali. A presto! 🎄🎅🏻
    3 punti
  4. posto le mie Æ mm 18/13 - gr 0,6 D/ + K.DEI.GRA.REX.SICILIE Croce con globetti all’estremità. R/ + DVC.APVL’.PRIC.CAPVE In campo SICIL sopra un giglio sotto globetto Doppio Denaro AV - Æ mm 15/10 - gr 0,6 D/ + K.DEI.GRA.REX.SICILIE In campo croce gigliata. R/ + DVC.APVL’.PRIC.CAPVE In campo REX Æ mm 15 - gr 0,3 D/ + AROL.DEI.GRACIA In campo K e fiordaliso. R/ + REX.SICILIE Croce melitense con globetti all’estremità Æ mm 15/12 - gr 0,55 D/ + K.DEI.G. REX SICIL Croce patente entro ornato in quattro segmenti. R/ + DVCAT APV ET PR CAP Palmizio Æ mm 15 - gr 0,5 D/ + DEI.GRA.REX SICIL’ In campo KAR e sotto globetto e fiordaliso. R/ + DVC.APVL’PRIC.CAPE Croce patente con fiordalisi agli angoli volti verso il centro. Una buona giornata a tutti
    3 punti
  5. Il tesoro di Pietroasele (o tesoro di Petrossa), ritrovato nel 1837 a Pietroasele, Romania, risale al IV secolo ed è composto di ventidue oggetti gotici comprendenti alcuni manufatti in oro. È considerato uno dei migliori esempi di stile policromo di arte barbarica. Il tesoro originale, scoperto all'interno di un tumulo noto come Istriţa, nei pressi di Pietroasele, Romania, consisteva di 22 pezzi, compreso un grande assortimento di oggetti in oro, piatti e coppe oltre alla gioielleria, e due anelli completi di iscrizioni runiche. Quando fu scoperto, gli oggetti erano tenuti insieme da un'inidentificata massa scura, il che porta a credere che il tesoro sia stato ricoperto da qualche genere di materiale organico (ad esempio tessuti o pelle) prima di essere interrato. Il peso totale del tesoro era di circa 20 kg. Dieci oggetti, tra cui uno dei due anelli, furono rubati poco dopo il ritrovamento. Quando i restanti oggetti furono ritrovati, si scoprì che l'altro anello era stato tagliato in almeno quattro parti da un orafo di Bucarest, ed uno dei caratteri runici era irrimediabilmente rovinato. Fortunatamente sono sopravvissuti dei disegni dettagliati, un calco in gesso ed una fotografia fatta dall'Arundel Society di Londra, il che ha permesso di stabilire l'identità del carattere perduto con relativa sicurezza. Gli oggetti rimasti nella collezione mostrano un'altra qualità dell'artigianato, tanto che gli studiosi dubitano che gli oggetti abbiano origini locali. Isaac Taylor (1879), in uno dei suoi primi lavori parla della scoperta, ipotizzando che gli oggetti potrebbero rappresentare parte di un bottino recuperato dai Goti durante le scorribande in Mesia e Tracia (238 – 251). Un'altra delle prime teorie, probabilmente la prima proposta da Odobescu (1889) e ripresa da Giurascu (1976), identifica Atanarico, re pagano dei Tervingi, come probabile originario proprietario del tesoro, presumibilmente acquisito grazie al conflitto con l'imperatore romano Valente nel 369. Il catalogo Goldhelm (1994) suggerisce l'ipotesi che gli oggetti possano essere visti come un regalo fatto dai capi romani ai principi germanici alleati. Recenti studi mineralogici svolti sugli oggetti indicano almeno tre differenti origini geografiche per l'oro utilizzato: Urali meridionali, Nubia (Sudan) e Persia. L'ipotesi dell'origine Dacia per l'oro è stata esclusa. Nonostante Cojocaru (1999) rifiuti la possibilità che monete romane siano state fuse e forgiate per dare vita a questi oggetti, Constantinescu (2003) giunge alla conclusione opposta. Una comparazione della composizione mineralogica, delle tecniche di fusione e forgia, ed analisi tipologiche indicano che l'oro venne usato per creare le iscrizioni runiche all'interno dell'anello, classificate come celto-germaniche, non è puro come quello usato solitamente dai greco-romani, né quello in lega usato per gli oggetti germanici. Questi risultati sembrano indicare che almeno parte del tesoro (tra cui l'anello) venne creato con oro estratto nel nord della Dacia, e potrebbe quindi rappresentare oggetti in possesso dei Goti prima della migrazione verso sud (vedi cultura di Wielbark, cultura di Černjachov). Dato che queste ipotesi possono sembrare dubbie per la tradizionale teoria dell'origine romano-mediterranea dell'anello, ulteriori ricerche sono necessarie prima di dichiarare con certezza da dove proviene il materiale usato per la costruzione Come per molti altri ritrovamenti dello stesso tipo, resta incerto il motivo per cui gli oggetti siano stati posti nel tumulo, nonostante siano state avanzate ipotesi plausibili. Taylor afferma che il tumulo in cui sono stati ritrovati gli oggetti era probabilmente la sede di un tempio pagano, e che secondo l'analisi delle iscrizioni rimaste (vedi Anello di Pietroasele) faceva parte di un'offerta votiva che farebbe pensare ad un paganesimo ancora attivo. Nonostante questa teoria sia stata ignorata per molto tempo, le recenti ricerche, soprattutto quelle di Looijenga (1997), hanno dimostrato che tutti gli oggetti rimasti hanno un "carattere decisamente cerimoniale". Particolarmente importante è la patera decorata con disegni di divinità probabilmente germaniche. L'ipotesi secondo cui gli oggetti sarebbero di proprietà di Atanarico suggerisce l'idea che l'oro fosse stato sepolto nel tentativo di nasconderlo agli Unni, che avevano sconfitto i Grutungi a nord del Mar Nero, iniziando a spostarsi nel 375 verso la Dacia abitata dai Tervingi. Resta comunque incerto il motivo per cui l'oro sia rimasto sepolto, dato che il trattato di Atanarico con Teodosio I (380) gli permise di assicurare al suo popolo la protezione dei Romani prima della sua morte, avvenuta nel 381. Altri ricercatori hanno suggerito che il tesoro fosse appartenuto ad un re ostrogoto che Rusu (1984) identifica con Gainas, generale gotico dell'esercito romano ucciso dagli Unni attorno al 400. Nonostante questo possa spiegare il motivo per cui il tesoro non sarebbe stato dissotterrato, non spiega perché un vistoso tumulo sia stato scelto per contenere un così ricco tesoro. Sono state ipotizzate numerose datazioni per la sepoltura del tesoro, spesso derivate da considerazioni riguardo all'origine degli oggetti stessi ed al tipo di sepoltura, nonostante l'iscrizione sia stata uno dei fattori più importanti (vedi Anello di Pietroasele). Taylor considera un intervallo tra il 210 ed il 250. Studi più recenti hanno portato gli studiosi a spostare leggermente in avanti la datazione. Coloro che sostengono l'ipotesi di Atanarico parlano della fine del IV secolo, data proposta anche da Constantinescu, mentre Tomescu data il tesoro all'inizio del V secolo. Dei ventidue pezzi, solo dodici sono sopravvissuti, conservati oggi presso il Museo nazionale di storia della Romania, a Bucarest: una grande fibula con testa d'aquila e tre più piccole, tutte tempestate di pietre semi-preziose; una patera, o piatto sacrificale, modellata con figure orfiche che circondano una dea tridimensionale seduta; una coppa a dodici lati, un anello con un'iscrizione runica gotica, un grande vassoio, due collane ed una brocca. I loro molteplici stili comprendono caratteristiche tipiche della dinastia Han cinese (fibbie per cinture), dell'Ellenismo (bocce in oro), motivi Sasanidi (cesti) e aspetti germanici (fibule). Questa varietà è tipica dell'aspetto cosmopolita della cultura di Černjachov, in una regione senza confini topografici definiti. Quando Alexandru Odobescu pubblicò il suo libro sul tesoro, affermò che questo magnifico lavoro sarebbe potuto appartenere solo ad Atanarico (morto nel 381), capo dei Tervingi, uno dei popoli Goti. I moderni archeologi non sono in grado di collegare il tesoro a questo nome altisonante. Il tesoro venne mandato in Russia nel dicembre 1916, quando l'esercito tedesco avanzò attraverso la Romania durante la prima guerra mondiale, e venne restituito solo nel 1956 Da : https://it.wikipedia.org/wiki/Tesoro_di_Pietroasele
    3 punti
  6. L'Acquedotto Augusteo è un'infrastruttura di epoca Romana tra le più imponenti del mondo antico, che si sviluppa per circa 100 km, dalle sorgenti del Serino fino alla Piscina Mirabilis a Miseno. - riportiamo qui quanto scrive il sito ufficiale dell'associazione VerginiSanità che gestisce il sito sotterraneo dell'acquedotto (www.verginisanita.it dove è possibile anche prenotare) - Nei locali sotterranei del Palazzo Peschici-Maresca, in via Arena Sanità, sono stati recentemente scoperti e identificati due tratti affiancati dell'antico acquedotto con una interessante successione di pilastri ed arcate in laterizi e tufo. Un’evidenza archeologica di eccezionale interesse per ubicazione, complessità e peculiarità costruttive. L'Associazione VerginiSanità, attraverso un gruppo di lavoro multidisciplinare, ha avviato una intensa attività di studio e ricerca con l’obiettivo di valorizzare e restituire alla fruibilità pubblica questi preziosi ritrovamenti, inseriti nel complesso patrimonio culturale dell'area Vergini-Sanità
    2 punti
  7. Condivido questo esemplare dedicandolo soprattutto agli amici della Serenissima fortemente legati al Leone. Giovanni II Corner (1709-1722) Osella in oro da 4 zecchini 1710. Saluti, Domenico
    2 punti
  8. Bell'albero! ma mi sembra un pò spoglio.... aggiungiamo qualche palla? Buone feste a tutti
    2 punti
  9. Ciao Brynner. Innanzitutto deve essere chiaro che se compri oggi e vendi domani hai buttato via generalmente (quasi) la metà del valore della moneta in sole commissioni. Fatte salve le considerazioni di Azaad, nonno Cesare, genny, devi partire da questo stato di fatto. Quindi, secondo me, nel breve o medio temine perdi quasi certamente. Nel lungo termine non si sa. Ipotizzare situazioni fra 10 o 20 anni sarebbe di poca utilità. Oltretutto nel lungo termine...siamo tutti morti. Però l'emozione di tenere in mano un tondello antico magari che hai cercato da tempo... questo (per chi ha la passione) è impagabile!
    2 punti
  10. Piastra 1841 con ancora tracce di argentatura.
    2 punti
  11. Bellissimo Nico, peccato manchi il 500 lire C.L.L.😂
    2 punti
  12. Vi ricordate ? Mi sono aggiudicato un altro denario, dello stesso tipo dell'altra volta. Qualche volta si riesce a recuperare.
    2 punti
  13. https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/33721/1/Collezionisti_numismatica_Venezia.pdf
    2 punti
  14. Direi che sarebbe bene riparlarne tra qualche secolo; nel frattempo se ti incuriosiscono questi strani todelli metallici puoi passare il tempo cercando di capire la loro storia....vedrai come il valore di conoscenze salirà a livello logaritmico... dai non infastidirti delle mie parole...prova, un caro salto da nonno cesare ed un invito ad andare avanti
    2 punti
  15. Salve a tutti Da una consultazione del sito del museo della zecca ho visto che sono visibili online le immagini dei due talleri esposti al museo e quindi con una certa sicurezza di zecca Roma. Questi talleri mi paiono in tutto e per tutto identici ai talleri di Roma del così detto secondo tipo di cui tanto si è discusso in passato. Ho notato però un particolare curioso: Entrambi questi talleri esposti nel museo della zecca presentano lo 0 della data leggermente tagliato nel lato sinistro e non perfettamente ovale. Vi invito a visionare da voi le immagini da questi link non potendole riportare in questo post: https://www.museozecca.ipzs.it/collezione/monete/dettaglio.html?monetaId=722&vetrinaId=14 https://www.museozecca.ipzs.it/collezione/monete/dettaglio.html?monetaId=721&vetrinaId=14 Una caratteristica abbastanza evidente che ho riscontrato puntualmente in tutti i talleri che nel forum negli anni erano stati classificati come Roma II tipo. ad esempio in questo postato da @libeccio in questa discussione e negli altri lì presenti: Tuttavia ho notato che in alcuni talleri di Roma I tipo (II conio) questa caratteristica è assente e lo 0 risulta piuttosto perfettamente ovale e quindi chiaramente differente da quello del II tipo romano e dei talleri esposti al museo della zecca. Come in questo postato da @El Chupacabra o questo attualmente in vendita sul noto sito: https://www.ebay.it/itm/COLONIA-ERITREA-VITT-EMAN-III-TALLERO-DI-CONVENZIONE-1780-1935-39-ROMA-SPL/123798010722?hash=item1cd2efbb62:g:UhYAAOSwqktc~oEE o questo postato dall'utente @Sam di recente per un'identificazione Ho letto nella discussione precedentemente citata sul Tallero del II tipo che probabilmente i talleri del II tipo sono stati coniati prima di quelli del I tipo (ipotesi rafforzata dal fatto che come si è detto nelle medesima discussione è probabile che i talleri esposti in zecca siano tra i primi esemplari ad essere stati coniati). Inoltre i talleri del I tipo presentano la legenda eccessivamente tagliata cosa che a mio avviso è compatibile con l'altissima tiratura dei talleri romani usciti dalla zecca dal 1935 al 1939 che era finalizzata più alla necessità che all'estetica a differenza magari delle prime coniazioni di rodaggio e alle differenti dimensioni del tondello. Ora ritengo questa caratteristica dello 0 tagliato interessante in quanto secondo me potrebbe essere un valido discrimine a questo punto per distinguere i talleri Vienna 1932/5 da quelli di Roma. Infatti mi viene spontaneo immaginare che se questa caratteristica è presente nei talleri del museo della zecca e in quelli di II tipo in generale (se questi sono effettivamente stati coniati per primi) essa fosse presente già nei conii viennesi mandati a Roma e che la modifica dello 0 da tagliato a perfettamente ovale sia successiva all'arrivo dei conii a Roma. Infatti ho riscontrato anche esemplari, a questo punto mi viene da pensare coniati in una fase intermedia tra quelli del II tipo e quelli con 0 ovale, che presentano un conio di I tipo (legenda tagliata e le altre caratteristiche ben note del I tipo) ma lo 0 ancora tagliato come negli esemplari del museo della zecca e del II tipo: Ad esempio questo postato da @quattrino: Ho inoltre trovato dei talleri viennesi o considerati tali che presentano questo fatidico 0 tagliato come quelli della zecca di Roma e del II tipo, a volte come questo dal noto sito con anche il punto nello stemma e quindi inevitabilmente viennesi: https://www.ebay.it/itm/Austria-Maria-Teresa-Tallero-Thaler-1780-Vienna-Wien-1890-1900-alta-conservaz/123886737116?hash=item1cd83996dc:g:jLwAAOSwse1dEpFp Tutto ciò mi induce a pensare che i conii arrivati da Vienna nel 1935 presentassero questo 0 tagliato e che i Roma secondo tipo siano effettivamente stati i primi ad essere coniati mentre successivamente sia avvenuta la sostituzione di questo dettaglio, avvenuto però nei talleri di conio di I tipo (quindi successivamente). Dunque in buona sostanza è vero che Vienna 1932/5 è uguale a Roma 1935/9 perché è lo stesso conio ma i conii romani presentano due tipologie di 0 differenti, tagliato e non tagliato, e quello esposto in zecca presenta lo zero tagliato come anche gli altri II tipo. Quindi Vienna 1932/5 sarebbe indistinguibile al massimo solo da Roma II tipo mentre il Roma I tipo, visto che è avvenuta una modifica di conio (come minimo nello 0) rispetto a Roma II tipo esposto al museo, non sarebbe confondibile con Vienna proprio per questo particolare. Quindi secondo questa ricostruzione i Roma I tipo sarebbero di due tipologie: uno con 0 tagliato ancora come i Roma II tipo e quelli del museo della zecca e l'altro con uno 0 diverso più ovaleggiante e probabilmente più recente e a questo punto sicuramente romano senza possibilità di confonderlo col gemello viennese anni 30. Inoltre se confermato con costanza nei talleri di II tipo potrebbe rivelarsi un dettaglio chiave per identificare un Roma II tipo/Vienna 1932/5 (cioè H71 e H58) e confermerebbe ulteriormente che Roma II tipo è precedente a Roma I tipo Che ne pensate di questa ricostruzione? Mi piacerebbe riaprire un po' il dibattito e sentire cosa ne pensate di questo particolare piccolo ma secondo me significativo.
    1 punto
  16. Apro questa discussione sulla Giustina Maggiore postando l’esemplare (Lotto 321) esitato in Asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022 così descritto in catalogo con relativa foto: Venezia. Nicolò da Ponte, 1578-1585 Scudo da 8 lire o Giustina maggiore da 160 soldi, AR 36,24 g. NIC DE PONTE – DVX S M VENET S. Marco, seduto in trono a s., porge con la mano d. il vessillo sormontato da una croce al doge genuflesso; all’esergo, M A C (Marco Antonio Contarini, massaro nel 1578). Rv. Santa Giustina trafitta da pugnale, stante di fronte, regge un ramo di palma nella d. e un libro nella s.; dietro, leone di S. Marco accovacciato. All’esergo, 160. Paolucci 4. Rarissimo. Spl Ex aste NAC 30, 2005, 69 e Varesi 69, 2016, ANPB parte II, 1356. Lo scudo da 8 lire, detto anche Giustina maggiore, equivaleva al prezzo dello zecchino. La devozione a Santa Giustina è a ricordo della battaglia navale di Lepanto, vinta nel giorno dedicato a Santa Giustina protettrice di Padova. Aggiungo i riferimenti delle due aste di provenienza e quanto descritto dal Papadopoli. Saluti, Domenico
    1 punto
  17. Wow... @Marfir bellissima
    1 punto
  18. Buonasera a tutti, a mio modesto parere si tratta di un sesterzio che, magari già battuto leggermente sotto peso, ora consunto qua e là è ridotto a 13gr.
    1 punto
  19. Sono un freddo, cinico, arido uomo... vaccinato ed immune a qualunque sintomo o stimolo di "amorosi sensi". Per me l'amore è una fictio letteralis o un'oppio per creduloni, che si fanno fregare da belle parole, quasi sempre vuote o menzoniere.
    1 punto
  20. Provo: LIQUIDI PREMISCELATI Buona serata da Stilicho
    1 punto
  21. Non trovo altra discussione se non questa sui falsi d'epoca, per condividere un esemplare di Cavallo per Carlo V dal peso di 0,46 grammi e dalle impronte alquanto "strane".
    1 punto
  22. L'ho notato anch'io, Nicolò se continui di questo passo il prossimo anno per fare l'albero ti ci vogliono due messaggi Auguroni a tutti
    1 punto
  23. A me per alcuni particolari del rovescio ricorda gli assi di Claudio con al rovescio la Minerva o meglio la Constantia ….
    1 punto
  24. Cercando sul catalogo ho trovato questo.. sembrerebbe proprio lui.
    1 punto
  25. Io mi butto.... medaglietta con numero della stanza ed il nome della ditta. online non ho trovato nulla . chissà se @sandokan fa qualche magia
    1 punto
  26. ed anche il peso e misure
    1 punto
  27. Nooo ! A voi non piacciono queste monete , siete abituati a parlare con sigle SPL , FDC .... non fa al caso vostro ! Ve la metto lo stesso ! Ero indecisa tra 2 e ho scelto questa al posto della L disassata , corrisponde alla 2° moneta suggerita , una variante " strana " triangolo e palma poco in rilievo , elmetto e capelli poco nitidi ma con molti " merletti " sulla circonferenza , non so come si chiamano ! Non me la carica il sistema .... Fatto !
    1 punto
  28. Buongiorno @lorluke e grazie di avermi citato...davvero notevole il ritratto di questa mezza lira, avete già scritto tutto, posso solo ribadire che nascono afflitte da difetti di conio quali debolezze e graffi , qui la debolezza riguarda solo la perlinatura lasciando integro tutto il resto, non ci sono graffi e quindi magnifica mezza lira, che pare non circolata. Taglio liscio per questi tondelli, di cui esiste solo questo millesimo. Aggiungo che ci sono 2 ritratti per la mezza lira (taglio del collo più lungo e capigliatura leggermente diversa), mi pare che @Rocco68 ne avesse parlato in qualche discussione, sempre se ricordo bene. Ancora possiamo trovare la data più o meno vicina al collo , e solitamente la data è seguita da un punto, qui sembra non esserci. Complimenti ancora per la new entry davvero notevole.
    1 punto
  29. Figurati! Non devi mica scusarti per così poco. Diciamo che sono “accortezze” da tenere a mente e che aiutano a mantenere il forum più in ordine.
    1 punto
  30. Buongiorno per dare un parere ci sarebbe bisogno di foto di entrambi i lati; possibilmente foto belle grandi. saluti
    1 punto
  31. 1 punto
  32. Domenico, pubblico, a scoppio ritardato, 2 Mezzi Carlini di Filippo II. Il primo dovrebbe corrispondere al tuo del post 45, solo che in basso " MAL " non è né preceduto né seguito da punti. Evidentemente esistono monete simili, ma con qualche particolare che le diversifica. Sul Magliocca non l'ho trovato identico. Al rovescio, in questo caso, è ben visibile la croce dopo HIERVSA. Il secondo, invece, dovrebbe corrispondere al tuo del post 48 e, quindi, è da catalogare al n. 45 del Magliocca. Almeno così mi sembra. Ti saluto caramente. Buonanotte.
    1 punto
  33. Salve a tutti! Oggi ho acquistato per una modica cifra al mercatino domenicale questo Rechenpfennig che daterei alla prima metà dell'Ottocento. Al dritto figura il profilo di Alessandro di Russia e la legenda è in tedesco. Al rovescio come potete vedere figura questo curioso galletto (che mi pare coronato) che mi fa pensare ad un riferimento alla Francia. La cosa curiosa è che sebbene non sia riuscito a trovare online nulla di simile questo per me è già il secondo gettone di questo tipo avendone acquistato uno identico allo stesso mercatino, presumibilmente dallo stesso venditore, ormai quattro anni fa. Da un confronto tra i due esemplari mi sembrano dello stesso conio e con addirittura le stesse fratture di conio al dritto. Mi chiedevo se qualcuno lo conosceva (magari il sempre ottimo @apollonia)o se fosse censito sul Mitchiner, testo che purtroppo non possiedo. Come sempre vi ringrazio in anticipo per qualsiasi risposta, commento, approfondimento o osservazione Eccoli qui entrambi:
    1 punto
  34. Ciao Meleto. Il gettone pubblicato dal Mitchiner è questo (mio esemplare) Gettone in ottone da 1,26 g e 14 mm di diametro con testa dell’imperatore con diadema e la scritta NAPOLEON EMPEREUR sul diritto e un gallo (Gallic cock per la precisione) ad ali aperte e coronato rivolto a sinistra sul rovescio. Il tuo gettone ha il rovescio simile, con il galletto, in verità, piuttosto smilzo, mentre il dritto raffigura l’imperatore Alessandro di Russia. apollonia
    1 punto
  35. Presa ! Variante con la DA di ERIDANIA disassata , come la 2° da lei suggerita ma molto più vissuta ma senza difetti di materiale , solo difetti di usura e ammaccature . Un saluto e grazie per tutto . Un ringraziamento anche a tutti gli intervenuti , mi sono divertita e imparato tante cose nuove
    1 punto
  36. Cosa potevo comprare con 1 testone nel 1700 ? Quanto pane potrei comprare oggi con 1 baiocco ? Credo che ognuno di noi almeno una volta avendo in mano una moneta da poco (o da tempo) entrata in collezione si sia fatto questa domanda, beh me la sono posta anche io parecchie volte e ora dopo vari giorni di ricerca e esseremi scervellato per trovare le formule matematiche giuste son riuscito a dare risposta a queste domande. Ho dato vita a un calcolatore che restituisca il potere di acquisto delle monete pontificie nei secoli passati e che converte gli euro in moneta papale. Vi invito a provarlo e a darmi le voste opinioni. Si basa su un foglio excel in cui è possibile scegliere tra le principali monete papali e scoprire cosa ci si poteva comprare un tempo oppure scoprire a quanti euro equivarrebbero oggi. Si ha la possibilità di scoprire a quanti baiocchi corrispondono 5€ o a quanti € corrisponde una piastra. Seguono una tabella con il costo di alcuni alimenti in baiocchi, una con i prezzi in lire e una con il costo in € (Nel caso aveste altri dati sui costi di questi alimenti, soprattutto per i periodi mancanti vi invito a segnalarmeli così da aggiungerli) (Vi consiglio di salvare il file su pc per una miglior fruibilità ma anche dal cellulare dovrebbe andare) Il valore delle monete papali ieri e oggi.xlsx
    1 punto
  37. La rarità di una moneta può essere stravolta anche da ritrovamenti improvvisi...
    1 punto
  38. Se non erro Tintinna è in Italia e quindi la moneta deve essere in Italia. Che poi il portale di vendita sia a San Marino non significa nulla.
    1 punto
  39. Ciao, approfittando di un po' di tempo a disposizione oggi ho iniziato le schede di un nuovo denario di Faustina Minore da me acquistato e mi sono ricordato di questa bella discussione e del fatto che su alcune monete con uguale conio di incudine e martello che si possono visionare nei post fu annunciato un lavoro di approfondimento storico su questi esemplari. Lungi da me mettere fretta o pretendere che questo sia fatto per forza, ci tengo a precisarlo, ma sono sempre molto importanti ed indicativi per noi neofiti perciò mi sono permesso di ricordarlo. Grazie a quanti si stanno impegnando in questo lavoro di ricerca ed approfondimento ed ovviamente a riparlarne in un prossimo futuro 🙂 ANTONIO
    1 punto
  40. Visto che si parla del fiume Sebeto, consiglio la lettura di questo libro che ho appena terminato di leggere. L'autore analizza molti testi letterari che trattano del Fiume, li confronta con ricerche scientifiche condotte di recente e termina con una ben argomentata conclusione. Copertina: Incisione tratta da Sebethi vindiciae sive Antonii Vetrani dissertatio de Sebethi antiquitate, nomine, fama, cultu, origine, prisca magnitudine, decremento, atque alueis aduersus Jacobum Martorellium... edito a Napoli nel 1767.
    1 punto
  41. Riporto anche qui nella sua sede l’ultimo video di Quelli del Cordusio con Luca Tatonetti, il nostro @lorluke, sulle medaglie napoleoniche in Italia. Luca è’ un giovane che ha una grande passione per Napoleone, qui ci mostrerà alcuni straordinari esemplari di medaglie napoleoniche inserite nel loro contesto storico, buon viaggio !
    1 punto
  42. Buon giorno a tutti, ho da poco messo in collezione questo esemplare di mezzo denaro, proveniente dallo "Studio Numismatico Roma" che ringrazio. Non riesco a trovare passaggi in asta recenti di questa tipologia moneta, il che da un lato mi rende felice, dall'altro mi lascia il dubbio che non sia in grado di cercare in maniera opportuna. Vorrei chiedere quindi al Forum una mano nella ricerca di passaggi per questa tipologia di moneta di seguito descritta. La moneta è di estrema importanza. Nello Spahr, dove è catalogata al n. 136, non è fotografata. Nel D'andrea, catalogata al N. 172, è fotografato un denaro al posto del mezzo denaro (!?!). Nel CNI volume 18 la moneta è catalogata a pag. 208 al num. 104 e fotografato (finalmente!!) nella tavola X al num. 5. Nel 2020 Artemide (Asta LIV - Monete degli Hohenstaufen) ha esitato una meravigliosa collezione quasi completa delle emissioni di mistura degli svevi (contenente anche alcuni Unicum): Questo mezzo denaro era il solo assente insieme al denaro di Federico II - Spahr 89 - coniato nel 1213 per la proclamazione a re dei Romani e considerato R5 e presente nelle collezioni pubbliche in un solo esemplare). Vista così viene da ipotizzare che la moneta qui postata sia conosciuta in un numero di esemplari probabilmente minori delle dita di una mano e che si tratti di un R4-R5. Sarebbe quindi importante capire quante volte questa tipologia è passata in asta, giusto per farsi un'idea della sua effettiva rarità. Ecco la foto del mezzo denaro in questione in compagnia del suo fratello maggiore. Il mezzo denaro è ovviamente la moneta sulla destra.
    1 punto
  43. Dal pregevole studio del dott Colucci, tratto dagli atti del secondo congresso nazionale di numismatica tenutesi a Bari nel novembre 2009
    1 punto
  44. Aggiungo un cavallo di Ortona di Carlo VIII, passato nella recente Asta Artemide LVIII
    1 punto
  45. Il tipo di acciaio con cui venivano prodotti i conii, poi temprati, era scadente. Il migliore al tempo era quello inglese, ma con il blocco continentale e più in generale del commercio con l’Inghilterra, l’approvvigionamento non era più possibile. Per cui non risultava infrequente la rottura dei conii quando erano improntati o con le prime battute (il metallo era poroso e cedeva). Ovviamente i tondelli non c’entravano: quella di questa prova è l’impronta di una rottura di conio!
    1 punto
  46. Concordo viste anche le legislature degli altri paesi. Comunque tutti gli amici che hanno dato una risposta hanno evidenziato qualche limite e mi trovano d'accordo praticamente su tutto. Vorrei lanciare una proposta ai lamonetiani visto che ci sono discussioni molto interessanti specifiche e quotate……….. un testo sugli oboli e multipli?? Ci si potrebbe provare cosi da inserirlo tra i "nostri" cataloghi
    1 punto
  47. Riprendo questa interessante discussione facendo notare l'importanza di un tema che non è stato chiaramente citato nei precedenti interventi, a mio avviso credo che allo sviluppo e diffusione della numismatica servano corsi ed insegnanti anche oltre l'ambito strettamente universitario, nelle università la maggior parte dei corsi riguardano la numismatica classica con qualche incursione anche in ambito medievale, ignorando totalmente tutto il mondo delle monetazioni più moderne, anch'esso degno di studio ed approfondimento, questa grave mancanza lascia lo studio della numismatica medievale e moderna in una dimensione limbica dove diventa assai arduo per un semplice appassionato, non necessariamente interessato al collezionismo, apprendere ed imparare attraverso lo studio concreto dell'oggetto monetale...
    1 punto
  48. Libero di dire, e senza timore, che colleziono monete. Il tempo... I figli, od altro familiare, amici... che ti chiedono con vivo interesse di raccontare quello che c'e' raffigurato sulla moneta e la sua storia, e non quanto vale....
    1 punto
  49. Poter essere collezionista di monete classiche senza tremare quando bussano alla porta!!
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.