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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/20/22 in Risposte

  1. Stasera, voglio condividere con voi questo esemplare di Osella proveniente dall’asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, Lotto 350, così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Francesco Molin, 1646-1655 Osella anno VIII (1653), AR 9,69 g. S M V – GERMINAVIT LILIVM FLOREBIT ÆTERNO FR – MOL D S. Marco seduto in trono a s., porge con la mano d. il vessillo sormontato da una croce al doge genuflesso; alle spalle del Santo, S. Antonio da Padova con ramo di giglio nella d. All’esergo, F R (Francesco Riva, massaro). Rv. COHIBENTE TER – REVM ÆTHERNO Il sole dirige i suoi raggi su una fiamma che scaturisce dal terreno dinanzi una chiesa; all’esergo, ANNO / VIII. Paolucci II, 136 (questo esemplare illustrato). Molto rara. Migliore di Spl Ex asta NAC 53, 2009, 846. Da: https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/parole-e-monete-il-giglio-ha-germogliato/ GERMINAVIT LILIVM FLOREBIT AETERNO, ossia “Il giglio è germogliato [e] fiorirà in eterno” è la legenda che appare al dritto delle due versioni dell’osella veneziana coniate a nome di Francesco Molin, 99° doge della Serenissima, nel 1652 in oro, al valore di 5 zecchini, e nel 1652-1654 in argento. La raffigurazione al dritto vede come di consueto san Marco nell’atto di porgere al doge, inginocchiato a destra, il vessillo; tuttavia, dietro le spalle dell’evangelista compare su questa bella moneta-medaglia un’altra figura in piedi, quella di sant’Antonio, adottato proprio nel 1652 dalla città lagunare come uno dei suoi protettori e alcune delle cui reliquie furono trasportate in città da Padova, centro della devozione nei confronti del santo. Il giglio, simbolo di sant’Antonio, è dunque il fiore che – come il culto per il santo stesso, “fiorirà in eterno” a Venezia. La legenda rappresenta, spiega Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”, un adattamento e una fusione dal testo biblico di Osea (14, 6) ove si legge “Israel germinabit sicum lilium” (“Israele germoglierà come un giglio”) e di Isaia (27, 6) che recita “Florebit et germinabit Israel” (“Israele fiorirà e germoglierà”). La legenda è preceduta da S M V (SANCTVS MARCVS VENETVS) e seguita dal nome del doge FR MOL D(FRANCISCVS MOLINO DVX). Al rovescio dell’osella del 1652, anno VII di dogato del Molin è invece è rappresentato l’esodo del popolo ebraico guidato dal Signore affinché scampasse alle persecuzioni degli Egizi. Si tratta di un’immagine che richiama il difficile momento che la Repubblica di Venezia stava vivendo alla metà del Seicento con l’augurio che, così come Dio fu guida e protezione degli Ebrei verso la Terra promessa, così il santo potesse fare da “supporto” nel proteggere i Veneziani durante la guerra in corso contro i Turchi. Nonostante le vittorie riportate, la situazione a Candia rimaneva assai difficile. Il blocco veneziano ai Dardanelli era una spina nel fianco della flotta turca, ma non poteva continuare per tutto l’anno, avendo le navi necessità di manutenzione e riparo durante l’inverno, mentre i Turchi di Candia ricevevano rinforzi ed approvvigionamenti regolari. Questa osella, nella legenda al rovescio fa riferimento alla guida sicura del Signore: IN HOC SPERANS NIL ERRANS, ovvero: “Noi crediamo in questa guida e dunque non possiamo sbagliare”.
    4 punti
  2. Ciao! Valore storico di prim'ordine ... poi va considerato che la moneta è integra. Mi piace ricordare che, alla elezione di questo Doge, Marin Sanudo, nei suoi “Diarii”, riferendosi alla sua elezione, così scrisse: "Fo subito, per la Signoria, mandato a dir in Zecha bateseno monede col nome ANTONIO GRIMANI DOXE, videlicet da 16, 8 e 4 soldi; et cussì fo batuto ducati 300. Era a la cassa Masser a la moneda di l'arzento sier Vincenzo Orio qu. sier Zuane. Fo batudo etiam ducati da uno e da mezo nuovi zercha ducati 200. Le stampe erano fate, manchava le letere e la testa a far, e le monede batude, né mancava si non stampar; fo fato la Bolla di piombo"…… E' chiaro che questo passo non si riferisce propriamente all'osella, ma al ducato e mezzo ducato d'oro, ma perché attendere l’elezione del Doge per stampare oltre alle “letere” del suo nome anche la “testa”? Certo non era un vero ritratto e tale eventualità è da considerarsi limitata a pochi dettagli e per pochi Dogi; ma in qualche modo la fisionomia dell'eletto doveva essere in qualche modo "ricordata"; un viso più affilato o grassoccio, una barba lunga piuttosto che un viso senza, dovevano essere peculiarità salvaguardate, pur non rinunciando a quell'anonimato formale del Doge al quale la Serenissima, in generale, derogò pochissimo. saluti luciano
    4 punti
  3. Caro @simtart70 In questo forum ci sono persone che dedicano il loro tempo ad aiutare chi, come te, desidera identificare delle monete a loro sconosciute; non c'è un motore di ricerca che, una volta inserita la foto, identifica la moneta. Pertanto è gradito salutare, chiedere per favore e grazie. Se, prima di postare la foto della tua moneta, ti fossi premurato di leggere le avvertenze per i nuovi arrivati, queste cose le sapresti già; oltre a ciò avresti letto che sono gradite le presentazioni e che le foto delle monete devono essere - almeno - diritte. E' una questione di rispetto nei confronti di chi deve riconoscere la moneta. saluti luciano
    3 punti
  4. Auguro a tutti gli amici del forum buone feste. Come ogni anno ho allestito un piccolo albero di Natale a tema numismatico dedicato a tutti gli amici virtuali. A presto! 🎄🎅🏻
    2 punti
  5. @fapetri2001 si tratta di una delle coniazioni anonime di Costantino e dei suoi successori che presenta al diritto la VRBS ROMA elmata e corazzata a sx. Al rovescio dentro una corona la scritta VOT XX MVLT XXX che sta per Votis vicennalibus/Multis tricennalibus ovverosia (traducendo liberamente) "Auguri per il ventesimo anniversario di regno e molti auguri ancora per il prossimo trentesimo anniversario" All'esergo del rovescio l'indicazione della zecca SMHA (Sacra Moneta Heraclea prima officina). Quindi Zecca di Heraclea, l'odierna Marmara Ereğlisi. Datata al 347-348 d.C. quando, cioé Costanzo II ha festeggiato il suo ventennale di impero A me come attribuzione risulta RIC VIII Heraclea 49 ma è un dettaglio
    2 punti
  6. Salve @gpittini Si, Plautilla, per Attaleia di Panfilia. Se peso e diametro tornano, è quella: https://www.acsearch.info/search.html?id=9334976
    2 punti
  7. Così Arthur Sambon nella Rivista Italiana di Numismatica (1889): LUCANIA AUSTRALIS. SYBARIS. Didramma. D/ — Bove retrospiciente, a rilievo. Ha in testa una corona di globetti, ed alla estremità della coda si scorge il fiocco bipartito, anch’esso adorno di globetti. All’esergo MV; al di sopra del bue altro MV. Meandro d’intorno formato di due circoli concentrici, tra cui un ornato a volute e globetti. All’esergo, ornato a globetti. R/ — Il medesimo bove del dritto in incavo. Meandro a linee dritte ed incavate all’ingiro; all’esergo una linea incavata e perfettamente liscia. Arg. Mod. (Scala di Mionnet) 8. Peso gr. 7,55 (f. d. c.) Il trovare due volte impresso, su di un medesimo lato della moneta, il nome della città, è cosa del tutto nuova, e vieppiù accresce l’importanza del fatto altra simile ripetizione su di un diobolo Metapontino, dell’istessa epoca del Sibarita. E perchè non s’abbia a credere che, sobbalzando le due monete sul conio, abbiano ricevuto così, di [p. 140 modifica]sghembo, una seconda impressione, dirò che freschissime di conio, non offrono alcuno spostamento di tipo che valga a provare questo caso. Quanto alla metapontina in ispecie, la stessa disposizione delle leggende sgombra ogni dubbio. Imperocché se l’una di esse fosse stata riprodotta sulla moneta, per ispostamento del tondino, sarebbe apparsa colla sommità delle lettere rivolta all’orlo della moneta; ovvero, girando addirittura il tondino, in senso inverso a quello che si osserva difatti. Sul toro diademato, peculiare di alcuni conii sibariti, ho avuto già modo di soffermarmi in una precedente discussione (https://www.lamoneta.it/topic/201898-sibari-e-il-toro-diademato/#comment-2230203). Ciò che invece appare interessante è il risalto conferito da Arthur Sambon alla fine del XIX secolo alla ripetizione dell’etnico (MV) sullo stesso lato della moneta, rispettivamente in esergo e nel campo in alto. Si tratta di un fenomeno singolare e per quanto le motivazioni addotte dallo studioso siano opinabili, indiscutibile appare il merito di aver focalizzato l’attenzione su questa “duplicazione epigrafica” alla quale negli studi successivi non è stato rivolto opportuno interesse. Finanche il più recente corpus della monetazione sibarita sembra sorvolare sulla questione, che invece proprio per la sua eccezionalità meriterebbe una trattazione più esaustiva. Mentre, infatti, è alquanto comune la ripetizione della legenda civica su entrambi i lati della moneta, altrettanto non può dirsi per la presenza di due etnici identici sulla stessa faccia. Certo è che non dovette trattarsi di un mero errore dell’incisore. Spagnoli 2013, classe H Paris, BN, Delpierre 361 (= Spagnoli 276.a) NAC, 27, 2004, 44 (ex Leu 42, 1987, 54 coll. A.D.M.) (= Spagnoli 275.a) Kunker 143, 2008, 49 (ex Peus 395, 2008, 32 ex Lockett, SNG 458 ex Glendining 1955, 33 ex AC 5, 1923, 525 = Spagnoli 265.a) L’esemplare viene citato nel catalogo della Spagnoli come proveniente dall’asta M. u. M. 143 (2008), 49
    2 punti
  8. La Spagnoli ritiene probabile che questo esemplare risulti battuto dallo stesso conio di incudine di un pezzo del Museo di Den Haag (n. 23 = Spagnoli 2013, 266.a), posto pertanto in immediata successione al pezzo di Kunker (143, 2008, 49 ex SNG Lockett 458) nella sequenza. Per quanto le due monete essi siano molto simili sul piano stilistico il conio risulta tuttavia diverso come osserva F. Barritta (2013, p. 63 e nota 361). La Spagnoli osserva che il D/178, che lega le coppie 275-276, potrebbe forse documentare il reimpiego di un conio della fase B (cfr. coppia 167), o la ripresa dello schema iconografico caratteristico di questa fase produttiva (p. 165). A ben vedere tuttavia il conio cui fa riferimento la studiosa (D 111) è del tutto diverso da quello che batte le coppie 275-6 (D 178) come si ricava dall’esemplare di seguito illustrato, corrispondente al n. 167.b del catalogo della Spagnoli. Ira & Larry Goldberg Coins & Collectibles 72, 2013, 4007 (ex coll. Hunter) Spagnoli 167.b Peraltro dalla stessa coppia di coni di questo esemplare risulterebbe battuto uno statere proveniente dal ripostiglio di Curinga, il cui conio di martello sembrerebbe tuttavia differente. Spagnoli 2004, Curinga 75 (= Spagnoli 2013, 167.e) La questione è molto complessa in quanto non risultano documentati casi di esemplari incusi di altre zecche con duplicazione al D/ dello stesso etnico. A giudizio della Spagnoli l’ultimo tratto della monetazione sibarita (fase C), databile all’età di Telys (514-510 a.C.) e all’interno della quale si colloca l’esemplare in oggetto, sarebbe caratterizzato da forme epigrafiche meno rigide (MV oltre all’usuale VM) che, seppur in casi rari, risultano anche in abbinamento su un medesimo esemplare (D/ e R/): NAC 25, 2003, 32 (coll. A.D.M.) Obolo (0,45 g) Si aggiungono casi di progressivi aggiornamenti epigrafici dei coni e/o dal riutilizzo di incudini già impiegate in precedenza. Si tratta di osservazioni interessanti che tuttavia lasciano aperta la questione. Perché l’incisore avrebbe ripetuto al D/ lo stesso etnico (MV) anziché, ad esempio, provvedere alla sostituzione di una forma più “arcaica” (ad es. VM) adeguandola a grafie più recenti (ad es. MV)?
    2 punti
  9. Ciao Raffaele, potrebbero essere due le torrette... magari la prima torretta é poco evidente per via di un conio sporco... @borbonik condivise una sua piastra 1825 - con la stessa coppia di conii - in questa discussione... Nella stessa discussione - a pagina 4 - @Francesco1984 pubblicò una piastra 1825 - variante "collo lungo"...
    2 punti
  10. Ciao, oggi condivido un sesterzio dell'imperatore Traiano Decio (249-251 d. C) recante sul rovescio la raffigurazione della Vittoria andante, quindi di tipologia comune. È chiaramente un rovescio celebrativo fatto coniare nel 249-250 d. C nell'anno della sua salita al potere che avvenne dopo aver sconfitto il suo predecessore Filippo l'Arabo nello scontro che si svolse nei pressi dell'attuale città di Verona. Un imperatore che non ha certo lasciato il segno visto anche il suo breve regno di circa 2 anni fino alla sua morte che avvenne, insieme al figlio Erennio Etrusco, ad Abritto nei pressi dell'attuale Bulgaria durante una campagna militare per arginare l'avanzata dei Goti. Scheda storica appena iniziata. Da esame diretto risulta coniato (spero ai tempi di Decio🙂) con evidenti segni di scivolamento del conio di martello visibile su alcune lettere del rovescio ed ha circolato secondo me non molto, svolgendo quindi la sua funzione. Nonostante sia chiaramente un sesterzio di barra ha una discreta centratura. Il colore è quello che si vede in foto con una patina verde scuro che non so se naturale o meno ( per le patine sono alla a dell'alfabeto) percui pareri a tal proposito saranno da me molto apprezzati. Qualche dubbio riguarda l'attribuzione del RIC. Dovrebbe essere il 126d (con busto drappeggiato e corazzato) e non il 108a (con busto solo drappeggiato). Concludo con una ultima considerazione del tutto personale. Avendo visto tanti ritratti diversi di Traiano Decio sulle sue monete (devo prendere anche un antoniniano) sottolineo la bravura del maestro incisore che ha eseguito il conio di incudine di questo sesterzio perché ha saputo minimizzare in maniera veramente eccellente i difetti somatici che l'imperatore evidentemente aveva🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 30mm 20,34g RIC 126d
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  11. Lotto 332 Asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Antonio Grimani, 1521-1522 Osella anno I (1521/22), AR 9,13 g. BENEDIC POPVLVM TVVM DNE Il Redentore, seduto in trono a s., benedice San Marco che consegna il vessillo al doge genuflesso; sopra la testa di S. Marco, S M e, all’esergo, ANT GRIM / DVX. Rv. IVSTITIA ET PAX OSCVLATAE – SVNT La Giustizia e la Pace si stringono la mano. Paolucci II 1. Rarissima e sicuramente uno dei migliori esemplari conosciuti. Bella patina di medagliere e migliore di BB Ex asta Ars et Nummus 4, 1964, 180. Con questo doge l’usanza di donare volatili, cacciati nei territori della laguna, alle più alte personalità della Repubblica, venne sostituita tramite l’emissione di monete-medaglie denominate appunto “oselle” (da oselo, in veneziano), dal valore iniziale di soldi trentadue e mezzo. Negli ultimi 20 anni questo è l’unico esemplare integro ad essere stato offerto in asta pubblica. Le altre monete apparse infatti presentavano o pesanti tracce di restauro o fori otturati. /d
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  12. Buongiorno Releo, a mio parere questi elementi di cui parli, ai fini della catalogazione, sono secondari. Si, è un simbolo che non è censito, ma per avere un censimento corretto di questi simboli bisogna vedere il 100% delle monete disponibili alla consultazione e al contempo reperibili sul mercato (i due parametri che danno la rarità). Essendo un lavoro del genere impossibile o quanto meno difficoltoso sarebbe il caso di inserirli nella categoria "curiosità". Nel tuo caso la moneta la catalogherei al n.46 aggiungendo la dicitura "con crocetta al dritto": visto che la differenza tra 46 e 47 è semplicemente la data
    2 punti
  13. Le foto sono minuscole, comunque propendo per il BB anche io, rosetta consumata, segnetti ed assenza di lustro. Ti posto la mia come confronto. Saluti Marfir
    2 punti
  14. Bell'albero! ma mi sembra un pò spoglio.... aggiungiamo qualche palla? Buone feste a tutti
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  15. Ciao Brynner. Innanzitutto deve essere chiaro che se compri oggi e vendi domani hai buttato via generalmente (quasi) la metà del valore della moneta in sole commissioni. Fatte salve le considerazioni di Azaad, nonno Cesare, genny, devi partire da questo stato di fatto. Quindi, secondo me, nel breve o medio temine perdi quasi certamente. Nel lungo termine non si sa. Ipotizzare situazioni fra 10 o 20 anni sarebbe di poca utilità. Oltretutto nel lungo termine...siamo tutti morti. Però l'emozione di tenere in mano un tondello antico magari che hai cercato da tempo... questo (per chi ha la passione) è impagabile!
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  16. Piastra 1841 con ancora tracce di argentatura.
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  17. Il lustro è presente dallo SPL in su: se non appare, siamo al di sotto. Per condivisione e confronto, posto un esemplare in buona conservazione:
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  18. Ciao a tutti, ecco la mia 1825 senza punto dopo FRANCISCVS. Penso variante piuttosto rara. Ringrazio @LOBU per le altre Varianti che non conoscevo. Buona Serata.
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  19. Cari Lamonetiani amanti delle piastre, posto la mia ‘25, recentissima (e sudata) acquisizione … stupenda e ricchissima di fascino . Che dite : la liberiamo dal giogo ‘mericano?
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  20. Per quanto possa sembrare intrigante l’associazione del Giglio all’erezione dell’edificio citato, la chiesa era già esistente nel X sec, e la facciata è si frutto di un restauro barocco del tardo ‘600, per giunta eretto su disposizione testamentaria di Antonio Barbaro come suo monumento funebre (Ruskin critica questa facciata come monumento al paganesimo tanto per capirci): temo quindi che l’associazione della bellissima Osella di @Oppiano alla edificazione della chiesa della Madonna del Giglio non sia corretta.
    1 punto
  21. Ciao sono Alessandro da Milano. Questa medaglietta ha come sfondo il padiglione della distilleria FERNET BRANCA, durante l'esposizione internazionale di Milano 1906. I padiglioni vennero costruiti per l'inaugurazione del Sempione tra Francia e Italia. Nel 1906 venne rimodernata Milano in modo molto radicale. Infatti la vecchia piazza d'armi del Castello Sforzesco venne trasformato in un parco da cui prende il nome infatti (parco Sempione). Tale esposizione venne messa in vista tutta la nuova tecnologia del regno d'Italia dando sfoggio con varie mostre e raduni tra cui aeronautica con esposizione di mongolfiere, marina militare, mostrando le nuove armi in dotazione all'esercito di sua maestà vittorio Emanuele III ( salito al trono da 6 anni, dopo l'assassinio del padre Umberto I). Queste medagliette vennero fatte in 3 leghe ottone, ottone argentato e rame. Vennero probabilmente create seguendo i buoni da 20 centesimi di lire 1906 creato per essere spesi all'interno dell'esposizione e tenere come ricordo. Questi buoni si potevano comprare all'entrata della fiera pagando il corrispettivo di 2 -5 -20 lire( se non ricordo male) per rame argento e oro. Inoltre oggi di quell'esposizione abbiamo solamente pochi riferimenti le uniche strutture ancora esistenti sono l'acquario comunale, la torre branca e l'arena. Tutte le altre strutture sono state distrutte,compreso la ferrovia che da piazza duomo portava su un tracciato sopra elevato una stazione ferroviaria in piena regola, facendo capolinea al Sempione.
    1 punto
  22. Ciao Lorenzo, Hai ragione, in questa di @borbonik si vede meglio, mi sono sbagliato. Decisamente diverso dalle altre, quindi anche per Francesco I abbiamo due effigi differenti . Per quanto riguarda le 1826 ancora le devo spulciare per bene,al momento nel poco tempo che ho a disposizione sto passando in rassegna le 1825,grazie per aver postato questo conio, prendo appunti. Grazie ancora Lorenzo per l'aiuto che mi stai dando. Un saluto Raffaele.
    1 punto
  23. Bellissima questa composizione di fotocopie ... sembrano vere🤔. Scusa @jaconico ma perché le tieni nelle protezioni? Non potevi fissarle con dei punti di colla oppure ci andavi di spillatrice così eri sicuro che l'albero non sarebbe volato via al primo colpo di vento🤣. Comunque le palle le ha messe @nikita_ ... qualcuno dovrà metterci la stella mentre i regali chi li farà? 🤔...una mezza idea ... Buon Natale e buone feste a tutti e anche me🎅🌲....a presto
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  24. Bronzo di Marco Aurelio (Pergamo, Misia), che raffigura al rovescio un satiro seduto sul cippo, con nebris; sul piede destro è raffigurato Dioniso giovane che danza e, sotto il piede, a terra, un lagobolon (Leu Numismatik, Web Auction 11). Roman Provincial MYSIA. Pergamum. Marcus Aurelius, 161-180. Tetrassarion (Bronze, 34 mm, 23.20 g, 1 h), T. Claudius Aristeos, strategos. AY KAI M AYPHΛI ANTΩNЄINOC Laureate, draped and cuirassed bust of Marcus Aurelius to right, seen from behind. Rev. [ЄΠΙ CΤΡΑ Τ] ΚΛΑΥ ΑΡΙCΤЄΟΥ ΠЄΡΓΑΜΗΝΩΝ Β / ΝЄΟΚΟΡΩΝ Satyr seated left on cippus, wearing nebris; on his right foot, youthful Dionysos dancing to right; beneath satyr's foot on ground, lagobolon. RPC online IV.2 3232.10 (this coin, uncleaned). SNG Paris 2123-4. Very rare. An impressive example with an interesting mythological scene. Somehwat smoothed and with some corrosion on the reverse, otherwise, very fine. From the collection of Jean-Pierre Righetti, inv. no. 86 (with collector's ticket), ex Lanz 154, 11 June 2012, 356. Base d’asta: 200 CHF. Risultato: 380 CHF. apollonia
    1 punto
  25. Salve. Visto che stiamo allargando lo sguardo su tante belle e interessanti monete di Filippo II, propongo due carlini. Il primo, con sigla IAF/CI dietro la testa e con, al rovescio, la legenda:" FIDEJ/DEFEN/SOR ", di grammi 2,89. Dovrebbe corrispondere al n. 78 del Magliocca ( R2 ), in quanto, sotto il collo, "sembra" ci siano dei punti in orizzontale. Il secondo, con la sigla GR/VP dietro la testa e con, al rovescio, ancora la legenda: "FI/DEI/DEFEN/SOR ". La scritta " DEFEN " appare alquanto ingarbugliata e non è di facile lettura. Questa moneta non so a quale numero del Magliocca catalogarla. Se un esperto collezionista mi dà una mano non posso che essergli enormemente grato. Saluti a tutti e buon pomeriggio.
    1 punto
  26. Esiste anche un altro conio 1826 con una caratteristica simile (due torrette?) al R/ ma SIC senza punto
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  27. Potrebbe essere anche una corona Inglese.
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  28. Davvero bel sesterzio,complimenti
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  29. Il concetto di prova comincia ad avere senso con le coniazioni meccaniche quando si devono effettivamente ‘provare’ i conii approntati - verificando l’esattezza del modello che si voleva ottenere e nel caso correggendolo. Gia’ nel caso di coniazioni al torchio e ancora di piu' a martello il concetto di prova non ha molto senso, trattandosi dj produzioni strettamente manuali . inoltre esistono molti casi di monete - di questo periodo - conosciute oggi in pochissimi esemplari o addirittura uniche ma che in origine dovevano essere tutt'altro che uniche ( prendiamo ad es le coniazioni dei Savoia del '500 per le quali sappiamo i quantitativi emessi ab origine mentre oggi per alcune emissioni ci sono pervenuti pochissimi esemplari) . sarei quin di molto prudente soprattutto nello scrivere e pubblicare cose - in questo specifici ambitl delle prove - che rischiano di essere fuorvianti
    1 punto
  30. Attenzione - non è’ assolutamente detto che tali ibridi fossero delle ‘prove’ non abbiamo elementi per dirlo e prima del 1800 e delle coniazioni meccaniche il concetto di ‘prova’ e’ alquanto incerto e assume connotati diversi da quelli cui siamo abituati
    1 punto
  31. Ovviamente non l'ho classificata io, ma un perito NIP: qFDC. È una foto di qualche tempo fa, l'ho realizzata con uno stativo, ma ora uso anche dei programmi di ritocco per tornare al colore e alla luminosità originale...
    1 punto
  32. Il problema che afflige molti.... le cose troppo belle, rare ed importanti... sono false.
    1 punto
  33. L'Acquedotto Augusteo è un'infrastruttura di epoca Romana tra le più imponenti del mondo antico, che si sviluppa per circa 100 km, dalle sorgenti del Serino fino alla Piscina Mirabilis a Miseno. - riportiamo qui quanto scrive il sito ufficiale dell'associazione VerginiSanità che gestisce il sito sotterraneo dell'acquedotto (www.verginisanita.it dove è possibile anche prenotare) - Nei locali sotterranei del Palazzo Peschici-Maresca, in via Arena Sanità, sono stati recentemente scoperti e identificati due tratti affiancati dell'antico acquedotto con una interessante successione di pilastri ed arcate in laterizi e tufo. Un’evidenza archeologica di eccezionale interesse per ubicazione, complessità e peculiarità costruttive. L'Associazione VerginiSanità, attraverso un gruppo di lavoro multidisciplinare, ha avviato una intensa attività di studio e ricerca con l’obiettivo di valorizzare e restituire alla fruibilità pubblica questi preziosi ritrovamenti, inseriti nel complesso patrimonio culturale dell'area Vergini-Sanità
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  34. Condivido questo esemplare dedicandolo soprattutto agli amici della Serenissima fortemente legati al Leone. Giovanni II Corner (1709-1722) Osella in oro da 4 zecchini 1710. Saluti, Domenico
    1 punto
  35. Dà mi bàsia mìlle, dèinde cèntum, dèin mille àltera, dèin secùnda cèntum, dèinde usque àltera mìlle, dèinde cèntum. Dèin, cum mìlia mùlta fècerìmus, cònturbàbimus ìlla, nè sciàmus, àut nequìs malus ìnvidère pòssit, cùm tantùm sciat èsse bàsiòrum. No, non sono impazzito! È un modo che di solito utilizzo per non rispondere adducendo motivazioni scaramantiche....scherzo! Aimè solo 63, quante mi sono sfuggite!
    1 punto
  36. La gens Marcia retendeva di discendere dal re Anco Marzio. Il R/ rappresenta la statua del praetor Q. Marcius Rex che nel 44 fece costruire l'acquedotto dell'aqua Marcia. Il monetario (figlio di Lucius Marcius L. f. Q. n. Philippus, pompeiano, console nel 56) nel 49, da tribunus plebis, votò la proposta di mandare in Mauritania Faustus Sulla, figlio del dittatore, per metterlo al sicuro dalla guerra civile. Fu praetor nel 44 e consul suffectus nel 38 (G. Casolari). Per questa moneta, di cui sono noti 447 conii di diritto e 497 di rovescio, con oltre 3.000 esemplari superstiti, Amisano stima una tiratura di 13 milioni di pezzi; se la produzione è effettivamente durata un solo anno se ne sarebbero dovuti produrre 50.000 al giorno (escludendo le numerose festività), ovvero più di 100 al minuto, e sarebbero quindi state necessarie almento 20 squadre di coniatori
    1 punto
  37. Non trovo altra discussione se non questa sui falsi d'epoca, per condividere un esemplare di Cavallo per Carlo V dal peso di 0,46 grammi e dalle impronte alquanto "strane".
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  38. Bellissimo Nico, peccato manchi il 500 lire C.L.L.😂
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  39. Come potevo non citarti? So bene che anche tu, come me, sei un grande fan dei ricciolini di Gioacchino e delle sue affascinanti monete napoletane. Il graffio più vistoso, come si può notare anche dalle foto, lo si trova sotto la "A" di Gioacchino (al dritto). Si tratta, comunque, di un graffio abbastanza sottile e non così deturpante. Molto interessante. Non le avevo notate queste differenze. Riguardo la data, confermo che manca il punto finale. Grazie mille!
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  40. a distanza di anni, molte proof si sono già rivalutate e parecchio. Soprattutto i 2€ CC. Più che vaticano, che a parte fatima e giovanni paolo II, sono più o meno sempre li, ci sono stati degli aumenti su alcuni 2€ proof allucinanti. Fino a qualche anno fa, i 2€ francesi portoghesi e italiani, erano comunissimi e a qualsiasi fiera la maggior parte degli stand li aveva. Quanto costavano? dai 20 ai 30 35 massimo a memoria. Post covid siamo passati ad essere introvabili ed avere prezzi che partono da 200 e arrivano anche a 500/600 in un paio di casi. Caso diverso sono le serie da 5 o 6 cc lussemburghesi, già all'inizio almeno 200€ venivano e sono aumentate nel tempo più che aver preso una botta secca. Invece ho notato che le serie div FS, nella maggior parte dei casi sono sempre reperibili agli stessi prezzi, tranne qualche eccezione dovuta a tiratura basse basse. Più che le monete d'oro, che mi sembrano un mercato a parte, molte monete d'argento si sono rivalutate almeno in parte.
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  41. Buongiorno a tutti, Condivido con voi l'ultimo arrivo nella mia umile raccolta, lettere grosse al diritto e al rovescio con il cartellino d'epoca. Con questa dovrei ( il condizionale è d'obbligo con il bombetta) aver chiuso la serie delle 1859. Un saluto Raffaele.
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  42. No, è un altro. Al diritto sempre testa di Augusto con la scritta CAESAR AVGVSTVS TRIBVNIC POTEST (a partire da ore 7 si legge TRIBVNI(CPOTEST)[CAESARA]VGVSTVS Il magistrato monetario stavolta era Caio Asinio Gallo figlio di Caio (C ASINIVS GALLVS IIIVIR A A A F F)
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  43. Al rovescio (dove nel campo c'è la scritta SC = Senatus Consulto = per decisione del senato) c'è il nome del magistrato (il monetiere) che ha gestito questa emissione. I Tresviri Monetales erano i magistrati preposti al controllo dell'emissioni monetarie con compiti decisionali ed esecutivi. Lo si evince dalla scritta IIIVIRAAA(F)F che parte da ore 6 in senso orario fino a quasi ore 12. Sciolta si legge IIIvir aere argento auro flando feriundo (III VIR AAAFF), cioè triumviro per fondere (flando) e coniare (feriundo) Bronzo (aere), Argento ed Oro (auro). Invece il nome si evince dalle lettere PL[...]RIPPA: P(ublius)? Lurius Agrippa
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  44. Il nomen, "Norbanus", denota una provenienza della gens del monetiere da Norba, attuale Norma in provincia di Latina. Si tratta dell'unica emissione attribuita a questa gens. Nell’83 era console un Gaio Norbano, insieme a Scipione Asiageno (autore del denario rrc 311/1); il R/ allude ad una sua impresa dell’88, quando - pretore in Sicilia durante il bellum sociale - aveva organizzato una flotta per approvvigionare Reggio, assediata dagli insorti. Amisano osserva che gli elementi che lo compongono sono anche simboli del potere militare: flotta, politica e approvvigionamenti Il monetario dovrebbe essere suo figlio e potrebbe essere anche il monetario di rrc 491/1 (Crawford) oppure suo padre (Amisano). La raffigurazione di Venere colla spiga di grano deriva dalle credenze astrali degli antichi Mesopotamici. Essi associavano il transito della Luna Piena nella costellazione della Vergine (associata da sempre alle Dee più importanti essendo l'unica componente femminile dello Zodiaco) con il periodo primaverile, ossia in concomitanza con le prime apparizioni di grano. È anche per questo che essi chiamavano la costellazione, inizialmente, il solco, associandola appunto alla prosperità terrena. Con l'epoca classica poi il simbolismo della fanciulla ha preso il sopravvento, e la Vergine/Venere è diventata direttamente anche un simbolo di prosperità. In origine la Vergine/Venere doveva essere associata alla Dea del grano Babilonese Nidoba e questo portò, secondo la tradizione, ad identificare la costellazione come Isthar, ossia la moglie del Dio del mais. Il fascio littorio si crede fosse composto da 12 verghe e una scure a doppio taglio; si crede che appunto il numero 12 sia di origine etrusca, 12 come il numero di città che essi fondavano in ogni regione e 12 come i Littori che precedevano i Consoli, e poi gli Imperatori fino a Domiziano. Il numero 12 è stato associato dunque alle divinità principali, 6 femminili e 6 maschili (Giunone, Vesta, Minerva, Ceres, Diana, Venus; Mars, Mercurius, Jovi, Neptunus, Volcanus, Apollo), tra cui è presente Venere; da questo forse l'associazione colla dea.
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  45. Bellissima e interessantissima moneta. Al retro, non visibile su questo esemplare, reca la legenda "ROMANO". Sono noti 15 conî al D/ e 20 al R/; fu quindi, probabilmente, un'emissione abbondante. Babelon e Grueber datano la moneta al 335, Coarelli al 326-312, la Breglia al 320, Crawford (in Coinage & Money under the Roman Republic) al 310 (ma nel Roman Republican Coins, aveva seguito Thomsen), Thomsen al 280 e Pedroni al 275. Crawford la ritiene parte di una serie comprendente anche RRC 13/2. Nel Roman Republican Coins l'aveva attribuita a Metaponto per la spiga di grano, ma in Coinage & Money under the Roman Republic ne ha collegato l'emissione ai lavori per la via Appia (312-308) e, per conseguenza, l'ha attribuita a un'ignota zecca campana. Altri autori la ritengono la prima effettiva emissione monetaria romana (dopo quella, puramente commemorativa, rrc 1/1) avvenuta a Neapolis dopo il foedus aequum del 326 e potrebbe appartenere a una serie comprendente il bronzo RRC 2/1. Pedroni ritiene che la tipologia sia romana, alludendo alla cerimonia dell’October equus, ma nondimeno richiami il tipo del leucippo già presente sulle monete di Metaponto, proprio per rendere questa moneta più appetibile su quel mercato (così come l’adozione del piede campano di circa 7,30 g, benché forse fosse già in vigore quello magno-greco ribassato di 6,6 g). Viene quindi datata al 275 e attribuita alla zecca di Metaponto, contemporaneamente alla litra rrc 13/2 e al bronzo rrc 17/1. Secondo Coarelli (che richiama Torelli), il D/ richiama l’immagine dell’ara Martis e rinvia, quindi, al lustrum che chiudeva la censura. Il R/ alluderebbe invece alla cavalleria e alla Campania (territorio celebre per le sue messi); l’iconografia quindi alluderebbe a un censimento di cavalieri (recognitio equitum) campani. Sappiamo che i Capuani dovettero pagare 450 “denarî nummi” all’anno, per il sostentamento dei 1.600 equites campani, e a ciò potrebbe essere servita la coniazione di queste didracme. Quanto alla data, la recognitio è necessariamente susseguente alla concessione della cittadinanza optimo iure, che Livio fissa al 340 ma (come ha osservato Michel Humm nel 2005) non può non essere successiva al 338-334, quando fu concessa la sola cittadinanza sine suffragio ai Capuani. All’epoca era disponibile, per Roma, la sola zecca di Napoli: potrebbe allora essere un successivo foedus del 326. Al più tardi, potrebbe essere risalire alla censura di Appio Claudio (312 - Diodoro 20, 36, 5), valida occasione per iscrivere i nuovi civites nelle liste del censo. L’iconografia sarà poi copiata dal bronzo di Cosa (del 273 o successivo) HN Italy 210.
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  46. Visto che è intervenuto Davide, mostro la foto di questo denaro tratto dal suo libro insieme ad Achille Giuliano "Le monete degli Angioini in Italia Meridionale ". Molto bella anche questa. Questi denari non tutti li riconoscono per Carlo, ma li confondono soprattutto con quelli di Federico. Quando non si riesce a leggere le scritte marginali bisogna guardare la corona sulla testa del re. Se ci sono i giglietti sicuramente è di Carlo, se ci sono le crocette allora sono di Federico o Giacomo.
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  47. In realtà devo dire che negli ultimi tempi sto avendo delle cospicue botte chiappiche in merito ai libri, ne trovo di assai interessanti e anche piuttosto rari a ottimi prezzi 😃 Per il resto come sai il piacere oculare o meglio sensoriale e neuronale al contempo è la motivazione principe che mi spinge a costruire questa bella biblioteca storico-numismatica, ogni anno che passa e vedo la mia biblioteca crescere e assumere una sua forma sempre più definita e articolata, una storia della civiltà italiana, con le sue diramazioni e connessioni in spazi vicini e lontani, raccontata dal punto di vista della storia economica e monetaria, mi compiaccio della mia scelta di dedicarmi anima e corpo ai libri, i libri danno sempre grandi soddisfazioni, consistenti e durature, non finiscono mai di elargire emozioni, nuove e diverse ad ogni lettura, i libri antichi e d'epoca inoltre aggiungono al piacere intellettuale quello più sensuale di un bell'oggetto gradevole da toccare, sfogliare, annusare... so che in questo forum suddette mie sensazioni da "talpa" libridinosa 😁 sono comprese e condivise da più persone, perciò amo spesso dilungarmi nell'esprimere e condividere con voi le gioie librarie e monetose assieme 😋
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  48. Penso possa essere utile raccogliere in questo spazio le discussioni più significative svoltesi negli anni per mantenerle "in vista", in modo che ogni tanto si possano rileggere e ripassare con facilità. L'elenco sarà suddiviso secondo area geografica di provenienza o impero/regno emittente. Ci vorrà qualche giorno per recuperare tutte le discussione; nel frattempo se qualcuno avesse dei suggerimenti o qualche discussione da segnalare non esiti a contattarmi. Spero sia cosa gradita anche a @roth37. Discussioni di carattere generale http://www.lamoneta.it/topic/141102-volti-africani-su-monete-dellasia-minore/ http://www.lamoneta.it/topic/62441-oboleggiando/?page=1 Oggetti con funzioni monetarie - "pre-monete" http://https://www.lamoneta.it/topic/187042-lingotti-marchiati-prima-della-moneta/ https://www.lamoneta.it/topic/182062-il-primo-oggetto-monetario-datato-della-storia/ Prime monete https://www.lamoneta.it/topic/180461-monete-in-elettro-con-legenda/Afghanistan http://www.lamoneta.it/topic/146335-monete-arcaiche-di-kabul-e-chaman-i-hazouri-hoard/re Achemenidi Siclo I tipo: http://www.lamoneta.it/topic/23669-siglos-dario-i-di-tipo-i/?hl=achemenide Siclo I tipo: http://www.lamoneta.it/topic/15402-siglos-dario-i-di-tipo-i/?hl=achemenide Siclo II tipo:http://www.lamoneta.it/topic/14446-siglos-dario-i-serse-i-di-tipo-ii/ Siclo II tipo:http://www.lamoneta.it/topic/16767-altri-due-sigloi-del-ii-tipo/ Siclo III tipo: http://www.lamoneta.it/topic/34388-siglos-iii-tipo-a/?hl=achemenide Siclo IV tipo: http://www.lamoneta.it/topic/144609-siglo-del-iv-tipo-da-artaserse-ii-a-dario-iii/ Tetradrammo achemenide: http://www.lamoneta.it/topic/63788-tetradracma-achemenide/ Frazione achemenide: https://www.lamoneta.it/topic/181810-una-nuova-frazione-achemenide/ Cartagine e aree di influenza punica https://www.lamoneta.it/topic/158985-piccolo-insieme-di-monete-cartaginesi-da-vari-territori-di-influenza/#comment-1804038 Creso - Creseidi http://www.lamoneta.it/topic/13659-aprire-un-cabaret-nel-524-ac/ http://www.lamoneta.it/topic/37044-le-monete-di-creso/ http://www.lamoneta.it/topic/13647-16-si-statere-di-tipo-creseide/ Cina http://www.lamoneta.it/topic/130632-monete-antiche-della-cina/ Giudea http://www.lamoneta.it/topic/62614-pruta-moneta-della-sindone/ http://www.lamoneta.it/topic/134049-la-mia-piccola-collezione-di-prutah/ http://www.lamoneta.it/topic/125493-moneta-giudaica/ India http://www.lamoneta.it/topic/142604-le-prime-monete-indiane/ http://www.lamoneta.it/topic/149698-india-janapada-di-gandhara-shatamana-o-bent-bar/ http://www.lamoneta.it/topic/149732-moneta-a-forma-ditamburo/ Partia https://www.lamoneta.it/topic/187121-link-utile/?tab=comments#comment-2081989
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