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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/21/22 in Risposte
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Cari Lamonetiani amanti delle piastre, posto la mia ‘25, recentissima (e sudata) acquisizione … stupenda e ricchissima di fascino . Che dite : la liberiamo dal giogo ‘mericano?6 punti
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Cari fan dei capolavori pontifici l’ultimo acquisto del 2022 porta a dodici in totale il numero delle piastre papali in collezione, tutte tra lo SPL e il FDC. Qui siamo decisamente su bei livelli di conservazione, molto ma molto vicini alla massima qualità, su una tipologia bisbetica della serie di Innocenzo XI del 1684 con al R la scritta DEXTERA TVA DOMINE PERCVSSIT INIMICVM, apparsa in asta non così frequentemente ed in condizioni quasi mai superiori allo SPL. Questo affascinante esemplare, censito al n. 27 del Muntoni, vanta una perizia NIP di FDC al D e qFDC al R e si distacca quindi notevolmente dai realizzi d’asta consueti. In più vanta una delicata patina omogenea di antica raccolta, fondi lucenti, flan ampio e regolare. Con questo si chiude l’anno numismatico 2022. A tutti serene Festività 🎉5 punti
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Ciao a tutti, Visto che se ne era parlato nella relativa discussione in 'prossime aste', vi mostro la mia fotografia dell'esemplare in oggetto specificato. L'alta risoluzione permette di apprezzare ancora meglio gli artistici particolari di questa tipologia (specialmente grazie alla qualità della coniazione), nonostante, a mio parere, non sia dello stile più bello. Condivido con piacere la foto che ebbi il piacere di scattare per il collezionista che allora l'aveva in custodia, anche perché non è facile avere una foto chiara e leggibile di questa tipologia (per di più in risoluzione adeguata). Come considerate la qualità di questo esemplare?3 punti
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Stasera, voglio condividere con voi questo esemplare di Osella proveniente dall’asta NAC 136 di Milano del 15/12/2022, Lotto 350, così descritto in catalogo e relativa foto: Venezia. Francesco Molin, 1646-1655 Osella anno VIII (1653), AR 9,69 g. S M V – GERMINAVIT LILIVM FLOREBIT ÆTERNO FR – MOL D S. Marco seduto in trono a s., porge con la mano d. il vessillo sormontato da una croce al doge genuflesso; alle spalle del Santo, S. Antonio da Padova con ramo di giglio nella d. All’esergo, F R (Francesco Riva, massaro). Rv. COHIBENTE TER – REVM ÆTHERNO Il sole dirige i suoi raggi su una fiamma che scaturisce dal terreno dinanzi una chiesa; all’esergo, ANNO / VIII. Paolucci II, 136 (questo esemplare illustrato). Molto rara. Migliore di Spl Ex asta NAC 53, 2009, 846. Da: https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/parole-e-monete-il-giglio-ha-germogliato/ GERMINAVIT LILIVM FLOREBIT AETERNO, ossia “Il giglio è germogliato [e] fiorirà in eterno” è la legenda che appare al dritto delle due versioni dell’osella veneziana coniate a nome di Francesco Molin, 99° doge della Serenissima, nel 1652 in oro, al valore di 5 zecchini, e nel 1652-1654 in argento. La raffigurazione al dritto vede come di consueto san Marco nell’atto di porgere al doge, inginocchiato a destra, il vessillo; tuttavia, dietro le spalle dell’evangelista compare su questa bella moneta-medaglia un’altra figura in piedi, quella di sant’Antonio, adottato proprio nel 1652 dalla città lagunare come uno dei suoi protettori e alcune delle cui reliquie furono trasportate in città da Padova, centro della devozione nei confronti del santo. Il giglio, simbolo di sant’Antonio, è dunque il fiore che – come il culto per il santo stesso, “fiorirà in eterno” a Venezia. La legenda rappresenta, spiega Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”, un adattamento e una fusione dal testo biblico di Osea (14, 6) ove si legge “Israel germinabit sicum lilium” (“Israele germoglierà come un giglio”) e di Isaia (27, 6) che recita “Florebit et germinabit Israel” (“Israele fiorirà e germoglierà”). La legenda è preceduta da S M V (SANCTVS MARCVS VENETVS) e seguita dal nome del doge FR MOL D(FRANCISCVS MOLINO DVX). Al rovescio dell’osella del 1652, anno VII di dogato del Molin è invece è rappresentato l’esodo del popolo ebraico guidato dal Signore affinché scampasse alle persecuzioni degli Egizi. Si tratta di un’immagine che richiama il difficile momento che la Repubblica di Venezia stava vivendo alla metà del Seicento con l’augurio che, così come Dio fu guida e protezione degli Ebrei verso la Terra promessa, così il santo potesse fare da “supporto” nel proteggere i Veneziani durante la guerra in corso contro i Turchi. Nonostante le vittorie riportate, la situazione a Candia rimaneva assai difficile. Il blocco veneziano ai Dardanelli era una spina nel fianco della flotta turca, ma non poteva continuare per tutto l’anno, avendo le navi necessità di manutenzione e riparo durante l’inverno, mentre i Turchi di Candia ricevevano rinforzi ed approvvigionamenti regolari. Questa osella, nella legenda al rovescio fa riferimento alla guida sicura del Signore: IN HOC SPERANS NIL ERRANS, ovvero: “Noi crediamo in questa guida e dunque non possiamo sbagliare”.3 punti
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Ciao sono Alessandro da Milano. Questa medaglietta ha come sfondo il padiglione della distilleria FERNET BRANCA, durante l'esposizione internazionale di Milano 1906. I padiglioni vennero costruiti per l'inaugurazione del Sempione tra Francia e Italia. Nel 1906 venne rimodernata Milano in modo molto radicale. Infatti la vecchia piazza d'armi del Castello Sforzesco venne trasformato in un parco da cui prende il nome infatti (parco Sempione). Tale esposizione venne messa in vista tutta la nuova tecnologia del regno d'Italia dando sfoggio con varie mostre e raduni tra cui aeronautica con esposizione di mongolfiere, marina militare, mostrando le nuove armi in dotazione all'esercito di sua maestà vittorio Emanuele III ( salito al trono da 6 anni, dopo l'assassinio del padre Umberto I). Queste medagliette vennero fatte in 3 leghe ottone, ottone argentato e rame. Vennero probabilmente create seguendo i buoni da 20 centesimi di lire 1906 creato per essere spesi all'interno dell'esposizione e tenere come ricordo. Questi buoni si potevano comprare all'entrata della fiera pagando il corrispettivo di 2 -5 -20 lire( se non ricordo male) per rame argento e oro. Inoltre oggi di quell'esposizione abbiamo solamente pochi riferimenti le uniche strutture ancora esistenti sono l'acquario comunale, la torre branca e l'arena. Tutte le altre strutture sono state distrutte,compreso la ferrovia che da piazza duomo portava su un tracciato sopra elevato una stazione ferroviaria in piena regola, facendo capolinea al Sempione.3 punti
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Purtroppo data l'estrema usura non si vede bene se il mento di Ferdinando II è barbuto o meno, ma propendo per quello non barbuto del 1831.2 punti
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Ciao In generale i principi valutativi rimangono invariati, ma come avrai capito dall’ottimo intervento di lorluke, serve studio ed esperienza per poter apprezzare appieno queste tipologie pre-decimali.2 punti
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Intanto,ma non gareggia perchè è la mia,posto un 2 cent 1900 Umberto l, che era affetto da cancro. Mi sono divertito,come altre,a far fuori tutto,pian pianino..... Eccola prima ... e poi trattata con tanto amore😁2 punti
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Ciao Domenico Certamente si, le prove di nuove monete venivano approntate anche secoli fa, così che chi di dovere potesse decidere se erano soddisfacenti o meno ed iniziare, se del caso, la produzione ufficiale. Riporto uno stralcio di quanto da me riportato nel 2015 nel lavoro che illustrai al CCNM (Centro Culturale Numismatico Milanese) sui ritratti dei Dogi nella monetazone veneziana: Nel "Capitolar dalle broche", nei mesi di giugno e luglio 1462 (il Moro era stato eletto Doge il mese precedente), si susseguono le trascrizioni di disposizioni emanate dalla Signoria ai Massari della zecca, perché producano dei flaoni buoni per stampare grossi e grossoni, così che possano essere incisi da miser Antonello per il facimento di prove. ..... "Alla data del 21/06/1462 leggiamo che i primi 12 flaoni per stampare grossi devono essere consegnati a miser Piero Salomon, Capo della Quarantia; successivamente, alla data del 23/06/1462 vengono consegnati altri 20 flaoni per la stampa di grossi ed il successivo 03/07/1462 la Signoria richiede ulteriori 13 flaoni per le stampe di grossoni. Interessante è quello che si legge alla data del 7 luglio 1462: + MCCCC°LXII adì 7 luio Noto io Iachomo de Antonio d'Alvixe schrivan chomo vene qui alla Zecha miser Triadan Griti savio grando disse da parte de la Signoria se dovesse far far zerti pezolli grandi per mostre de rame puro e chussì fo fato et è fato che i fono e fono dati al dito miser Triadan. I qual pizoli aveva da una banda la testa del Dosie e da l'altra san Marco, presente io Iacomo schivan sopradito. Curioso il nome Triadan (derivante da Hàghia Triàda, cioè Santissima Trinità in greco) e che, salvo omonimie, ma non credo, era il nonno di Andrea Gritti, futuro Doge; morto nel 1474 a ottant'anni, con la dignità di Capitano generale da mar, cioè comandante in capo della flotta veneziana. Quanto sopra è inequivocabile; la Signoria ha voluto delle prove di piccoli (bagattini) in puro rame, che riportino in un lato il ritratto del Doge e nell'altro San Marco." .... saluti luciano2 punti
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Prendo atto delle tue osservazioni e in parte posso anche condividerle ma spero converrai nel fatto che anche per le coniazioni a martello una "prova" di come viene la moneta senz'altro andava fatta...è pacifico che prima di realizzare qualcosa di definitivo si fanno "prove"..si prova a teatro, nel realizzare un film, una canzone, un dipinto...perchè se no ogni tanto apparirebbero filmati inediti o audio inediti? Del resto pure Leonardo, Picasso, facevano prove o bozzetti delle loro opere... e nella moda? non si prova prima di realizzare un capo definitivo? E se leggiamo la RIN dall'inizio, troverai che si parla anche di prove in bronzo di Costantino II... E poi Gnecchi....Francesco Gnecchi, in Rivista Italiana di Numismatica (RIN) anno 1907, pag.32 e seguenti, esprimeva un significativo giudizio che, anche se riferito a dei Medaglioni romani, ben si attaglia anche alle moderne prove di zecca; attraverso lo studio di alcuni di questi reperti della Roma antica, l’insigne studioso individuava alcuni pezzi che “…offrono il tipo della prova di conio fatta dall’artista per rendersi conto del proprio lavoro. Ve ne sono naturalmente di tutti i moduli, ma sono assai scarsi…”. Tra le prove di conio (o presunte tali), che Francesco Gnecchi elenca, a suo dire “…potrebbero ricomprendersi anche alcune prove di piombo o di stagno…”. Posso citarti anche altri illustri studiosi, ad esempio Laura Breglia... Vogliamo davvero confutare tutto quanto è stato scritto nel passato? Io prima di sprecare una battitura su un tondello d'oro faccio una prova su piombo o stagno.....o no?2 punti
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Grazie @Oppiano per tutta la letteratura proposta sull’interpretazione del R/ dell’Osella. Mi rimetto ovviamente a chi di questa materia ne sa certamente più di me, ma devo evidenziare due cose: 1) non conosco, o comunque non ho trovato conferma, che alla chiesa del Giglio di Venezia fosse affiancato o eretto un monastero, fatto salvo che si faccia proprio riferimento a questa chiesa che è posta tra campo S. Maurizio e campo San Moisè; 2) bisogna tenere sempre conto della interpretazione della “italianizzazione” corrente di alcune parole locali, perchè a Venezia S. Maria del Giglio è anche detta S. Maria Zobenigo, così chiamata perché eretta per volontà della famiglia Jubanico o detta anche Giubenico, e da qui il termine Zobenigo. Quindi il Giglio, almeno per la chiesa, non è riferito al fiore ma al nome della famiglia fondatrice.2 punti
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Caro @simtart70 In questo forum ci sono persone che dedicano il loro tempo ad aiutare chi, come te, desidera identificare delle monete a loro sconosciute; non c'è un motore di ricerca che, una volta inserita la foto, identifica la moneta. Pertanto è gradito salutare, chiedere per favore e grazie. Se, prima di postare la foto della tua moneta, ti fossi premurato di leggere le avvertenze per i nuovi arrivati, queste cose le sapresti già; oltre a ciò avresti letto che sono gradite le presentazioni e che le foto delle monete devono essere - almeno - diritte. E' una questione di rispetto nei confronti di chi deve riconoscere la moneta. saluti luciano2 punti
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Credo che questa "particolarità" su la Piastra Ferdinando II 1844 in foto meriti un suo post. Come potete notare nello scudo al R/ fra le 12 Torrette ce ne una Rovesciata, la prima in alto a sinistra. E' la prima volta che mi capita di vedere questa particolarità su una piastra di Ferdinando II. Se vi è possibile provate a vedere se in una delle vostre, stesso anno o altri anni, vi è la stessa particolarità. La chiamo particolarità perchè non mi azzardo a trarre conclusioni che non posso confermare. Errore in Zecca? Come le aquile rovesciate è cosa voluta o è capitato? Si sa per certo che anche le monete venivano usate per messaggi più o meno nascosti e questo delle Torri rovesciate, tutte o una sola, fa parte di queste? Chi azzarda un pensiero o ne sa qualcosa di più? ☺️1 punto
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Auguro a tutti gli amici del forum buone feste. Come ogni anno ho allestito un piccolo albero di Natale a tema numismatico dedicato a tutti gli amici virtuali. A presto! 🎄🎅🏻1 punto
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Un esemplare di didrammo da Elea, classificato Williams 409b = Rutter HN Italy 1304, appartenente dunque al " Period VII Philistion group " nome leggibile al diritto sulla attaccatura della cresta dell' elmo . E' passato lo scorso 1 Novembre in Busso Peus 433 al n. 1035 . Unisco dalla rete, di questa tipologia, un esemplare Williams 409a da SNG V Ashmolean Museum Oxford n. 1316 .1 punto
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Ciao @enriMO Liberala. Il collezionista deve poter sentire in mano la moneta. Per fortuna non ho mai comperato monete "slabbate" che considero un' abitudine deleteria. Avevo visto su Youtube che ci sono dei filmati che insegnano come fare, Buona Serata, Beppe1 punto
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Per valutare una moneta del XVIII secolo ci sono diversi elementi da tenere a mente. In primis, dobbiamo guardare allo stato del metallo. È ancora fresco? Ha una bella lucentezza? Ovviamente, su una moneta di 300 anni fa non possiamo aspettarci un argento "scintillante" come in una moneta coniata oggi ma, se conservata opportunamente nel corso dei secoli, si dovrebbe notare che i fondi hanno mantenuto ancora una buona lucentezza. Altro elemento da considerare sono i rilievi. Tutti gli elementi sono ben nitidi e definiti o alcuni risultano appiattiti? E se sono appiattiti è perché sono stati impressi male in fase di coniazione o perché la moneta ha circolato? Qui bisogna fare esperienza ed avere l'occhio un po' allenato per saper distinguere le cose. Poi, su questo tipo di monete ci sono anche altri aspetti da valutare che possono influire sull'appeal (e, di conseguenza, sul valore economico) dell'esemplare ma che, magari, non incidono propriamente sullo stato di conservazione. Ad esempio, la forma del tondello è irregolare? Sono presenti strappi o graffi di conio? Si evidenziano screpolature? Insomma, gli elementi in gioco sono numerosi e sicuramente mi sarò dimenticato anche di citarne alcuni. Per questo, non è mai semplice esprimere un giudizio su monete del genere che sia condensato in una sigla come SPL o FDC.1 punto
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Grazie ancora per il tuo prezioso lavoro. Lo leggo subito con grande attenzione. Lo citerò nel mio libro.1 punto
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Confermo. Una sola Torre rovesciata e lo si evince anche dal lato più largo, dove c'è la "porta", in basso. Chissà cosa avranno voluto dire o se è stato solo un'errore.............1 punto
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Buongiorno amici e grazie a tutti per i contributi alla discussione ... proseguo con un mezzo sebeto raro, ma nato male, schiacciature, graffi e debolezze. La moneta è corredata da una bella patina e presenta un bel taglio ancora integro, per questo suppongo abbia circolato meno di quello che fanno vedere dritto e rovescio. Anno raro il 49, di cui esistono anche qui due varianti per la disposizione e il numero dei gigli, in questo caso 3 3 2, per un totale di 8, in altri disposizione 1 2 1 2, per un totale di 6. Nel primo tipo la legenda al rovescio è più corta. Ecco le foto, niente di eccezionale, ma avendo l'obbiettivo di raccogliere tutti i millesimi e annesse varianti, devo accontentarmi e cogliere le occasioni! Buon pomeriggio. Cristiano.1 punto
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Grazie Fabrizio per condividere con noi queste stupende foto che immortalano delle monete magnifiche. Personalmente, sono abbastanza in linea con il giudizio espresso dalla casa d’aste. Secondo me, si tratta di uno SPL pieno. Volendo essere generosi, dato che a Natale siamo tutti più buoni, potrei dire SPL+.1 punto
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Esemplare molto interessante @dracma : il mio 'mi piace' al Tuo post è per esteso perchè la mia disponibilità come simbolo, forse giornaliera, pare sia esaurita .1 punto
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Ciao L' ho notato che ti stai avvicinando a Napoli😁 Fai benissimo! Sí anche io ti dico di liberarla. So che Rocco @Rocco68 fece questa operazione per una sua moneta molto importante. Ti saprá consigliare. Grazie Rò1 punto
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Buongiorno, si vede molto poco ma mi ricorda questo: https://www.deamoneta.com/auctions/view/539/66 provi a confrontare. Un saluto1 punto
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Buongiorno, per me autentica, un BB , ha un usura para e senza vistosi graffi, peccato per il colpo a dz dell'elmetto1 punto
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Grazie @Raff82, sono molto tentato perché sto amando le piastre napoletane, sono bellissime in mano e il sarcofago limita questo piacere. Ti confesso che ho paura di rovinarla nello spaccare la scatola, pur considerando ogni cautela. Credo che ci sia qualche tecnica sicura, se qui tra noi può suggerirmela gli sarei grato.1 punto
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Pur non essendo una monetazione che seguo particolarmente, vorrei fare i miei più sentiti complimenti ad @Oppiano per aver aggiunto questo nuovo pezzo alla sua ricca collezione. Personalmente, ritengo che il vero segreto del fascino che le monete esercitano da secoli sui collezionisti non sia tanto legato alla bellezza estetica e all'elaboratezza delle incisioni, pur essendo questi elementi importanti, quanto invece al fatto che in pochi millimetri di diametro è racchiuso un pezzo di Storia da raccontare. In sé la moneta può piacere o meno (dipende ovviamente da una questione di gusti personali) ma trovo che queste integrazioni di carattere storico siano estremamente affascinanti e diano completezza alla disciplina numismatica.1 punto
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Mi ero perso l’ultima affermazione su Santa Maria del Pianto. Non conosco l’edificio perché è interdetto al pubblico da anni visto che è proprietà demaniale, ma effettivamente aveva un monastero e fu fondato dopo una epidemia di pestilenza su richiesta di una badessa al doge Francesco Molin!!! https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_del_Pianto_(Venezia)1 punto
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Reagir a tante ingiurie (rea girata NT e in giu RIE) buona giornata1 punto
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Salve, prima di instillare dubbi partendo dalla M di MMXXVIII (anche se potrebbe trattarsi dell'usura dovuta alla circolazione) potremmo correggere il probabile refuso del titolo della discussione 20 Lire 1928 elmetto o cappellone. Notoriamente è la moneta commemorativa nel decennale della vittoria nella Grande Guerra. Bordo e firma di Romagnoli parrebbero essere nella "norma". Io la darei per buona ma lascio il giudizio definitivo ai più esperti.1 punto
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@fapetri2001 si tratta di una delle coniazioni anonime di Costantino e dei suoi successori che presenta al diritto la VRBS ROMA elmata e corazzata a sx. Al rovescio dentro una corona la scritta VOT XX MVLT XXX che sta per Votis vicennalibus/Multis tricennalibus ovverosia (traducendo liberamente) "Auguri per il ventesimo anniversario di regno e molti auguri ancora per il prossimo trentesimo anniversario" All'esergo del rovescio l'indicazione della zecca SMHA (Sacra Moneta Heraclea prima officina). Quindi Zecca di Heraclea, l'odierna Marmara Ereğlisi. Datata al 347-348 d.C. quando, cioé Costanzo II ha festeggiato il suo ventennale di impero A me come attribuzione risulta RIC VIII Heraclea 49 ma è un dettaglio1 punto
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Per quanto possa sembrare intrigante l’associazione del Giglio all’erezione dell’edificio citato, la chiesa era già esistente nel X sec, e la facciata è si frutto di un restauro barocco del tardo ‘600, per giunta eretto su disposizione testamentaria di Antonio Barbaro come suo monumento funebre (Ruskin critica questa facciata come monumento al paganesimo tanto per capirci): temo quindi che l’associazione della bellissima Osella di @Oppiano alla edificazione della chiesa della Madonna del Giglio non sia corretta.1 punto
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https://catalogo.beniculturali.it/detail/NumismaticProperty/0500452884 Dritto: La moneta (scarto di zecca), dell'epoca di Francesco Molin, si presenta di forma circolare. La decorazione consiste nel doge, San Marco ed Sant'Antonio con il giglio. Rovescio: Sole che splende sulla terra accendendo una fiamma presso una chiesa. Ricorda l'erezione del monastero di Santa Maria del Giglio voluto dal senato per le anime dei molti morti in guerra.1 punto
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La Spagnoli ritiene probabile che questo esemplare risulti battuto dallo stesso conio di incudine di un pezzo del Museo di Den Haag (n. 23 = Spagnoli 2013, 266.a), posto pertanto in immediata successione al pezzo di Kunker (143, 2008, 49 ex SNG Lockett 458) nella sequenza. Per quanto le due monete essi siano molto simili sul piano stilistico il conio risulta tuttavia diverso come osserva F. Barritta (2013, p. 63 e nota 361). La Spagnoli osserva che il D/178, che lega le coppie 275-276, potrebbe forse documentare il reimpiego di un conio della fase B (cfr. coppia 167), o la ripresa dello schema iconografico caratteristico di questa fase produttiva (p. 165). A ben vedere tuttavia il conio cui fa riferimento la studiosa (D 111) è del tutto diverso da quello che batte le coppie 275-6 (D 178) come si ricava dall’esemplare di seguito illustrato, corrispondente al n. 167.b del catalogo della Spagnoli. Ira & Larry Goldberg Coins & Collectibles 72, 2013, 4007 (ex coll. Hunter) Spagnoli 167.b Peraltro dalla stessa coppia di coni di questo esemplare risulterebbe battuto uno statere proveniente dal ripostiglio di Curinga, il cui conio di martello sembrerebbe tuttavia differente. Spagnoli 2004, Curinga 75 (= Spagnoli 2013, 167.e) La questione è molto complessa in quanto non risultano documentati casi di esemplari incusi di altre zecche con duplicazione al D/ dello stesso etnico. A giudizio della Spagnoli l’ultimo tratto della monetazione sibarita (fase C), databile all’età di Telys (514-510 a.C.) e all’interno della quale si colloca l’esemplare in oggetto, sarebbe caratterizzato da forme epigrafiche meno rigide (MV oltre all’usuale VM) che, seppur in casi rari, risultano anche in abbinamento su un medesimo esemplare (D/ e R/): NAC 25, 2003, 32 (coll. A.D.M.) Obolo (0,45 g) Si aggiungono casi di progressivi aggiornamenti epigrafici dei coni e/o dal riutilizzo di incudini già impiegate in precedenza. Si tratta di osservazioni interessanti che tuttavia lasciano aperta la questione. Perché l’incisore avrebbe ripetuto al D/ lo stesso etnico (MV) anziché, ad esempio, provvedere alla sostituzione di una forma più “arcaica” (ad es. VM) adeguandola a grafie più recenti (ad es. MV)?1 punto
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Segalo lo studio di Fabrizio Arpaia pubblicato su Appunti numismatici del 2017.1 punto
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Visto che si parla del fiume Sebeto, consiglio la lettura di questo libro che ho appena terminato di leggere. L'autore analizza molti testi letterari che trattano del Fiume, li confronta con ricerche scientifiche condotte di recente e termina con una ben argomentata conclusione. Copertina: Incisione tratta da Sebethi vindiciae sive Antonii Vetrani dissertatio de Sebethi antiquitate, nomine, fama, cultu, origine, prisca magnitudine, decremento, atque alueis aduersus Jacobum Martorellium... edito a Napoli nel 1767.1 punto
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Buongiorno. Penso a uno denario di Carlo II di Spagna, zecca di Majorque(1665_1700.) Riferimento=Catalogo general de la moneda espanola (Jose Vicenti.)1 punto
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Mi sembra giusto precisare che le sei immagini fantasy-mitologiche che ho utilizzato sono state prelevate dal web.1 punto
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Salve, Di seguito una serie di link per vedere i vari tipi di patine dell'argento dipendenti anche dal tipo di metallo presente, oltre all'argento Rossiccia o bluastra: http://www.mcsearch.info/record.html?id=... http://www.mcsearch.info/record.html?id=... http://www.mcsearch.info/record.html?id=... Verdeacqua: http://www.mcsearch.info/record.html?id=... Iridescente: http://www.mcsearch.info/record.html?id=... Giallino-beige: http://www.mcsearch.info/record.html?id=... Grigia uniforme, dal color fumo all'antracite: http://www.mcsearch.info/record.html?id=... http://www.mcsearch.info/record.html?id=... Molto bella quando si deposita vicino ai rilevi, conferendo vigore scultoreo alle medaglie: http://www.mcsearch.info/record.html?id=... http://www.mcsearch.info/record.html?id=... Le tracce rossastre di solito sono la prima avvisaglia di una bella patina, presenti già su monete relativamente giovani conservate in cassetti e lasciate "respirare" (io ho alcune 1000 lire 1970 con questo tipo di patina). Per le patine uniformi blu intenso, viola o nero lucido, di solito si deve aspettare qualche secolo...1 punto
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