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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/22/22 in Risposte
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Cavallo di Re Carlo VIII e del Conte di Manoppello Pardo Orsini, 1495, di esimia rarità4 punti
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Dopo tanto tempo torno a postare un cavallo del Cantelmo. Nulla di eccezionale o di particolare. Si tratta di un semplice cavallo caratterizzato dall'avere la croce del R inscritta in un cerchio puntinato in conservazione tipica per il tipo. Un semplice cavallo per augurare a tutti gli appassionati "cavallari" un sereno Natale ed un felice Anno Nuovo!3 punti
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Personalmente queste produzioni li chiamerei circonvenzione numismatica, o sfruttamento collezionistico3 punti
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Per me sono "gadget spillasoldi", tondelli di metallo paragonabili ai pezzi del gioco della Dama, senza storia, senza fascino e in questo caso anche terribili dal punto di vista estetico. Perdonate la durezza ma io amo troppo le monete VERE per non rabbrividire davanti a certe produzioni3 punti
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@Ranbel Interessante. Vedo purtroppo solo ora la discussione. Peccato per la riaggiudicazione. La moneta è certamente originale, in alta conservazione e ben centrata nonostante la montatura. Il MIR classifica l'esemplare con armetta Imperiali come C (MIR 1950/2), in realtà è raro (R o R2). Bisognerebbe valutare i segni causati dalla montatura che però non mi sembrano evidenti. Se così fosse si potrebbe parlare di un valore intorno ai € 1.000. Gli esemplari falsi ebay presentano tutt'altre caratteristiche.3 punti
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Credo che questa "particolarità" su la Piastra Ferdinando II 1844 in foto meriti un suo post. Come potete notare nello scudo al R/ fra le 12 Torrette ce ne una Rovesciata, la prima in alto a sinistra. E' la prima volta che mi capita di vedere questa particolarità su una piastra di Ferdinando II. Se vi è possibile provate a vedere se in una delle vostre, stesso anno o altri anni, vi è la stessa particolarità. La chiamo particolarità perchè non mi azzardo a trarre conclusioni che non posso confermare. Errore in Zecca? Come le aquile rovesciate è cosa voluta o è capitato? Si sa per certo che anche le monete venivano usate per messaggi più o meno nascosti e questo delle Torri rovesciate, tutte o una sola, fa parte di queste? Chi azzarda un pensiero o ne sa qualcosa di più? ☺️2 punti
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Cari fan dei capolavori pontifici l’ultimo acquisto del 2022 porta a dodici in totale il numero delle piastre papali in collezione, tutte tra lo SPL e il FDC. Qui siamo decisamente su bei livelli di conservazione, molto ma molto vicini alla massima qualità, su una tipologia bisbetica della serie di Innocenzo XI del 1684 con al R la scritta DEXTERA TVA DOMINE PERCVSSIT INIMICVM, apparsa in asta non così frequentemente ed in condizioni quasi mai superiori allo SPL. Questo affascinante esemplare, censito al n. 27 del Muntoni, vanta una perizia NIP di FDC al D e qFDC al R e si distacca quindi notevolmente dai realizzi d’asta consueti. In più vanta una delicata patina omogenea di antica raccolta, fondi lucenti, flan ampio e regolare. Con questo si chiude l’anno numismatico 2022. A tutti serene Festività 🎉2 punti
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Avoja! Sei il benvenuto! Posta posta😁 Metti anche il rovescio🤔 Strana moneta....veramente strana2 punti
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Buonasera Lorenzo e benvenuto su lamoneta! Da queste foto, a primo impatto, ti direi che l'impressione che ho è negativa: la firma è incerta e sembra a tratti quasi scomparire. Inoltre, il bordo è estremamente sottile, quasi un filo (specie al dritto). Per me è un falso ma aspettiamo che anche altri dicano la loro.2 punti
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Ciao! Sono d'accordo e da quel poco che si vede della iniziale del Massaro, azzardo anch'io e dico Zuanne Barbo (12/04/1432-12/04/1433), come quello di seguito postato. PS: @paniere, se sai che è una moneta veneziana, perché non l'hai postata nella Sezione della Serenissima? Saluti e tanti auguri di buone feste. luciano2 punti
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Durante il rinfresco, Orodicarta racconterà della sua recente visita alla fabbrica degli Umpa Loompa (anche nota come Ufficio Smistamento di La Spezia) alla ricerca di una busta scomparsa, e mostrerà ai gentili ospiti la sua ultima creazione dal titolo "25 lire e il buco scomparso". Addivenite numerosi!!2 punti
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Ahahaha! Questa mi è piaciuta. Veramente non c'è limite al peggio quando si tratta di idee bacate. Con tutto il rispetto per chi le apprezza, secondo me si tratta più di prodotti commerciali rivolti ai collezionisti che di monete vere e proprie. Soprattutto, a mio avviso, manca quell'elemento di fascino storico e legame col passato che rappresenta un fattore cardine della numismatica. Ma, non volendo andare ulteriormente off-topic, mi fermo qui. Parole sante2 punti
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Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”. Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ). Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “ Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927. : “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “ P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto. Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta... Ciao Beppe1 punto
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Buongiorno alla sezione, Voglio condividere le mie piastre di Re Francesco I con tutti voi, piastre secondo me con un fascino particolare. Le 1826. E la 1828. Un saluto Raffaele.1 punto
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Ciao Fausto Sai quanto amo queste piccoline... Ho avuto la possibilità di vedere quattro o cinque esemplari di questa moneta di cui due ancora tenuti in collezione. Tutte avevano i globetti alle punte ed agli angoli, nessuna di quelle che ho visto erano come la tua. Direi che è una variante, niente di che, ovviamente, ma io la terrei sicuramente in collezione! Allego le immagini delle due che ho in collezione per confronto..1 punto
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DE GREGE EPICURI Esistono dei prontuari/dizionari delle sigle? In alcuni grossi vocabolari o enciclopedie avevo visto qualcosa... Dato che c'è la corona, e che la S sta quasi sempre per "società", io proporrei: REALE SOCIETA' ITALIANA... resta poi la F. Ferrovie? Filatelci? Fonderie? Femminile? Fotografica? Festeggiamenti? Federativa? Mah...1 punto
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Io... Perché conoscendolo so quale preparazione abbia su questi materiali.... Grazie perché non avevo letto.... Tuttavia non avevo dubbi Il caso di olibrio lo conosco bene perché al ritrovamento fui interpellato.... Beh... È un caso che non è minimamente paragonabile a quello di sponsiano né per i motivi né per il metodo... Insomma .... Non è solo un campionato diverso ma proprio un altro gioco1 punto
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Val di Chiana. Questa moneta dovrebbe essere stata coniata di in occasione della venuta di Annibale in Italia.1 punto
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Ciao penso che Tu abbia centrato il difetto come sfogliatura del metallo, in rete ho trovato questo articolo interessante https://www.erroridiconiazione.com/t-2-tondelli-laminati/ saluti Latino1 punto
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Ciao Andrea Innanzitutto ti chiedo scusa, ma mi sono permesso di correggere contraffazioni che in origine era scritto contrattazioni. Il problema non è di facile risoluzione ed in assenza di un qualche scritto ufficiale che, di una determinata moneta, ne descrive i dati pondometrici e l'iconografia e magari cita anche la "prova e/o progetto" ed il metallo con il quale è stata battuta, siamo sulle "sabbie mobili". Se non c'è la prova provata, io metterei un bel "?" Attribuire queste monete a imitazioni, contraffazioni o falsi in genere dovrebbe derivare da considerazioni specifiche, differenti da moneta a moneta; considerazioni di natura storica, artistica, economica ....1 punto
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Salve. Sono d’accordo con i pareri di chi mi ha preceduto. Il distacco di una porzione del tondello d’argento sarebbe un guaio se rivelasse uno strato sottostante di metallo povero come nei suberati, ma non è questo il caso. Come peso ci siamo e con la misura della densità della moneta si potrebbe determinare il titolo dell’argento nella lega. La moneta è un tetradramma Price 514 attribuito alla zecca di Uranopoli, località della penisola calcidica nella Grecia nord orientale, dal simbolo della stella sulla punta del cono (rappresentazione del Monte Athos), molto simile a quella raffigurata sulle emissioni locali in bronzo con Afrodite Urania. Altri simboli di controllo sono la X sotto il cono e il Pi greco sotto il trono di Zeus. Concludo ricordando che esiste anche il tetradramma Price 516 nel quale la X sotto il cono è assente. Buone feste apollonia1 punto
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Chiedo scusa e senza polemica vorrei capire come devo catalogare i miei tondelli medievali coniati in metallo diverso? Fino ad oggi sono inseriti tra le contraffazioni, imitazioni e falsi. Essendo in tutto e per tutto simili agli originali posso passarle a prove e progetti?1 punto
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Ciao a tutti, Visto che se ne era parlato nella relativa discussione in 'prossime aste', vi mostro la mia fotografia dell'esemplare in oggetto specificato. L'alta risoluzione permette di apprezzare ancora meglio gli artistici particolari di questa tipologia (specialmente grazie alla qualità della coniazione), nonostante, a mio parere, non sia dello stile più bello. Condivido con piacere la foto che ebbi il piacere di scattare per il collezionista che allora l'aveva in custodia, anche perché non è facile avere una foto chiara e leggibile di questa tipologia (per di più in risoluzione adeguata). Come considerate la qualità di questo esemplare?1 punto
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Io rimango fermo sulla mia posizione: qualsiasi manufatto, da quando l'uomo è sulla Terra, prima di raggiungere la versione definitiva attraversa vari stadi. Se poi vogliamo catalogare come prova solo le monete che riportano la scritta PROVA (o PROGETTO) a carattere cubitali allora questo è un altro discorso. Non sono certo io il depositario della verità, ma a forza di leggere decreti e regolamenti di zecche attive in Italia fin dall'antichità qualcosa penso di poter esprimere e sono certo che un pezzo autentico coniato in un'officina monetaria in metallo diverso da quello poi conosciuto (es.Rame al posto di oro, oppure stagno ecc), altro non era che una prova di coniazione o al massimo un esemplare (caso del piombo) da allegare al decreto di emissione. Io credo di avere una sufficiente preparazione. La comunità scientifica può naturalmente suonarsela e cantarsela come desidera. Ma non accetto di essere trattato da chicchessia da ignorante. Su prove e progetti credo di poter dire oggi la mia e non necessito di editori compiacenti. E in ogni caso ognuno è libero di esprimere la propria opinione. Sta poi alle persone valutare e farsi una propria idea. Grazie e buone feste.1 punto
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Mah, io personalmente non starei a fare tanti distinguo... Io colleziono di tutto un po' (la collezione più "spinta" è quella di francobolli, seguono mazzi di carte da gioco, monete, banconote e fumetti, e poi qualunque altra cosa si possa collezionare ), e non ho MAI (dico MAI) ragionato sul valore che un qualunque pezzo nelle mie collezioni potrebbe avere in caso di una eventuale rivendita; non ho quindi mai pensato ad una collezione come un investimento e pertanto non mi ha mai sfiorato l'idea di "svalutazione" o "rivalutazione". Oltretutto ho sempre trovato ridicoli gli aumenti di valutazione ad ogni nuova edizione dei principali cataloghi filatelici "per far contenti i collezionisti che così vedono che la loro collezione aumenta di valore", ed ancora più ridicole le emissioni filateliche che negli ultimi anni proliferano incontrollatamente a commemorare eventi che nessuno si sarebbe mai sognato di festeggiare in alcun modo (con tutto il rispetto, ma... il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Georgia, per dirne giusto uno degli ultimi, è veramente una pietra miliare della nostra storia?), sempre e solo per vendere a collezionisti. Visto anche che ormai si spedisce poco o nulla per posta, e che 9 buste su 10 viaggiano con TPlabel o con gli ordinari, i francobolli oggi hanno un uso reale minimo, ormai servono veramente solo a drenare soldi dalle tasche dei collezionisti. Ecco, tutto ciò mi sembra molto simile al discorso sulle "monete" (o presunte tali) di cui si parla nel post. Però vorrei ripetere che la mia attitudine è: "compro quello che mi piace infischiandomene allegramente del valore che l'oggetto potrà avere in futuro". Quando compro un libro, o vado al cinema a vedere un film, o mi abbono ad una qualunque pay TV, lo so bene che l'investimento non mi ritornerà mai, se non sotto forma di piacere nel leggere o guardare. E per me un francobollo o un mazzo di carte o una moneta valgono esattamente un libro o un film: se mi fa piacere averlo, leggerlo o vederlo, lo compro, ovviamente ad un prezzo che io possa affrontare. In conclusione: non biasimo o giudico chi compra monete come quella descritta nel post: se gli piace, fa benissimo a comprarla, al prezzo che ritiene giusto per le sue tasche (o meglio, per il compromesso "piacere provato"/"disponibilità economica"). Poi potrò dire che io non spenderei mai più di tre euro per una cosa del genere, ma allo stesso modo chiunque potrà dire che non prenderebbe uno dei miei mazzi di carte nemmeno se glielo regalassero... De gustibus...1 punto
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Una moneta non presente in questa discussione, falso d'epoca ottenuto per fusione di un 10 tornesi di Francesco I 1825 o 1826 ....a voi la scelta!1 punto
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Programma della serata sulle emissioni del C.L.L. Aggiornamento sui "presunti fori di annullo" ; Possibile accorgimento anticontraffazione/falsificazione dei buoni; Decreto di emissione di alcune tipologie di buoni uguale a quello del C.L.N.A.I. Varie ed eventuali P.s. Durante l'incontro si terrà un brindisi di auguri gentilmente offerto da Gennaro.1 punto
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La numismatica non è una scienza morta, ha sempre cose nuove da raccontare, per quello che riguarda poi le monete della Sardegna è ancor più vero, infatti sarebbero da approfondire ancora molte vicende storiche dell’Isola e le coniazioni ad esse legate. Alcune tipologie e varianti sono state scoperte solo alla fine dello scorso secolo e in questi anni, e chissà quante ancora se ne avranno nel futuro. lo studio approfondito non fa mai male, magari proprio tu troverai nuove informazioni su queste monete.1 punto
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Sia l'esperienza di @talpatalpa che quella di @ErdrücktErdrückt sono sovrapponibili alla mia. Andando fuori tema, io ho scoperto l'editoria numismatica, e il collezionismo numismatico stesso, nella mia città d'origine di provincia. Era un MONTENEGRO del '92 venduto sulle bancarelle dei libri usati a metà degli anni '90. Non ricordo se fosse estate o inverno. Credo di aver fatto solo dopo il passo verso la CRONACA. Rientrando in tema... Per me, che venivo dalla costa tra Roma e Napoli, la città partenopea, scelta successivamente come sede dei miei studi, è stata importante, insieme alla città capitolina, per la mia formazione collezionistica (Napoli è stata importante per la mia formazione tutta, ma questa è un'altra storia). Pensare che invece mi sono avvicinato alle borboniche solo dalle Alpi.1 punto
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Questo è un gettone per utensili Gettone per utensili "ILVA Altiforni e Acciaierie d'Italia 3046 contromarcato" in uso presso lo stabilimento di Bagnoli, Napoli. Dal tipo di denominazione dell'impianto si deduce che la data di utilizzo sia quella del 1918. mm 28,5; Ottone; retro liscio foto di Antonello Faiella Fonte: https://www.facebook.com/groups/gettoni/posts/2393195044167473/ marca per utensili dello "Stabilimento Armstrong - Pozzuoli". 3,75cm Ottone Fonte: https://www.facebook.com/groups/gettoni/posts/2385155664971411/1 punto
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A meno di 500 euro potrei prendere una bella sterlina o un marengo comune in alta conservazione di Umberto I. Se volessi, invece, mantenermi sull’argento, potrei orientarmi su un 20 lire littore, un 120 grana di Ferdinando II o, ancora, un 50 stuivers 1808 di Luigi Bonaparte. Insomma, per quella cifra si possono trovare monete veramente affascinanti, con una ricca storia alle spalle. Poi, sia chiaro, ognuno spenda i propri soldi come meglio ritiene ma, a volte, penso che certe persone non sappiano che c’è un universo di possibilità oltre agli euro.1 punto
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Per valutare una moneta del XVIII secolo ci sono diversi elementi da tenere a mente. In primis, dobbiamo guardare allo stato del metallo. È ancora fresco? Ha una bella lucentezza? Ovviamente, su una moneta di 300 anni fa non possiamo aspettarci un argento "scintillante" come in una moneta coniata oggi ma, se conservata opportunamente nel corso dei secoli, si dovrebbe notare che i fondi hanno mantenuto ancora una buona lucentezza. Altro elemento da considerare sono i rilievi. Tutti gli elementi sono ben nitidi e definiti o alcuni risultano appiattiti? E se sono appiattiti è perché sono stati impressi male in fase di coniazione o perché la moneta ha circolato? Qui bisogna fare esperienza ed avere l'occhio un po' allenato per saper distinguere le cose. Poi, su questo tipo di monete ci sono anche altri aspetti da valutare che possono influire sull'appeal (e, di conseguenza, sul valore economico) dell'esemplare ma che, magari, non incidono propriamente sullo stato di conservazione. Ad esempio, la forma del tondello è irregolare? Sono presenti strappi o graffi di conio? Si evidenziano screpolature? Insomma, gli elementi in gioco sono numerosi e sicuramente mi sarò dimenticato anche di citarne alcuni. Per questo, non è mai semplice esprimere un giudizio su monete del genere che sia condensato in una sigla come SPL o FDC.1 punto
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Attivo probabilmente tra fine IV e inizio III secolo a.C., l’incisore Philistion appone la sua firma, in genitivo (Philistionos), sul bordo inferiore del lophos di Athena. Ne deriva una serie di pregevoli conii caratterizzati da una vivacità di cifre stilistiche e rese iconografiche che in progresso di tempo hanno reso questi esemplari particolarmente apprezzati (e quotati) sul mercato antiquario. Questo segmento di monetazione velina, corrispondente al periodo VII della classificazione Williams (da ora W), insieme a quello segnato dall’attività di Kleudoros (fine IV sec.), resta pertanto uno dei più significativi all’interno della produzione della zecca. A Philistion si devono i conii sui quali l’elmo di Athena, generalmente attico (sporadicamente frigio o corinzio) è decorato con una pluralità di motivi che attingono al patrimonio mitico-religioso della polis: pegaso, quadriga, grifone, ala, ala su corona, delfino, ippocampo. CNG Triton XXI, 2018, 323 (W 394.m) pegaso Oxford, SNG Ash. 1316 (W 407) quadriga W 408 RN 25, 2022, 46 (W 420) grifone CNG Triton XXIII, 2020, 55 (W 463) ala CNG Triton XXV, 2022, 36 (W 486) ala su corona CNG 484, 2021, 37 (W 509) delfino Leu 11, 2022, 17 (W 511) Ippocampo1 punto
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Caro @simtart70 In questo forum ci sono persone che dedicano il loro tempo ad aiutare chi, come te, desidera identificare delle monete a loro sconosciute; non c'è un motore di ricerca che, una volta inserita la foto, identifica la moneta. Pertanto è gradito salutare, chiedere per favore e grazie. Se, prima di postare la foto della tua moneta, ti fossi premurato di leggere le avvertenze per i nuovi arrivati, queste cose le sapresti già; oltre a ciò avresti letto che sono gradite le presentazioni e che le foto delle monete devono essere - almeno - diritte. E' una questione di rispetto nei confronti di chi deve riconoscere la moneta. saluti luciano1 punto
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La gens Marcia retendeva di discendere dal re Anco Marzio. Il R/ rappresenta la statua del praetor Q. Marcius Rex che nel 44 fece costruire l'acquedotto dell'aqua Marcia. Il monetario (figlio di Lucius Marcius L. f. Q. n. Philippus, pompeiano, console nel 56) nel 49, da tribunus plebis, votò la proposta di mandare in Mauritania Faustus Sulla, figlio del dittatore, per metterlo al sicuro dalla guerra civile. Fu praetor nel 44 e consul suffectus nel 38 (G. Casolari). Per questa moneta, di cui sono noti 447 conii di diritto e 497 di rovescio, con oltre 3.000 esemplari superstiti, Amisano stima una tiratura di 13 milioni di pezzi; se la produzione è effettivamente durata un solo anno se ne sarebbero dovuti produrre 50.000 al giorno (escludendo le numerose festività), ovvero più di 100 al minuto, e sarebbero quindi state necessarie almento 20 squadre di coniatori1 punto
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Ciao Releo, si trovavano perché chi le proponeva non ne conosceva affatto la variante, ora purtroppo per noi collezionisti i venditori si sono resi conto che queste differenze dal conio "base" possono fargli guadagnare molto di più e se ne approfittano. Di conseguenza i collezionisti che se le ritrovano , se le tengono ben strette! E purtroppo chi le cerca...o non le trova o se le trova le deve strapagare. Che amarezza...1 punto
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Pure io ho un ricordo nostalgico giovanile di quel negozio, ci comprai uno dei miei primi libri di numismatica, il noto catalogo Pagani sulle monete italiane dell'800, era un poco spelacchiato e consunto, ma un bel volume e negli anni 90 di libri di numismatica non se ne vedevano molti, per placare la mia costante fame di sapienza monetosa correvo ogni mese in edicola a prendere la sacra Cronaca Numismatica, unica sorgente di scibile monetario accessibile in maniera non troppo acrobatica (soprattutto per le tasche) in quegli anni 😅1 punto
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Ciao @sdy82 io ci passo spessissimo a Via Depretis e ti posso assicurare che il negozio è attivo (l'ultima volta cisono passato 4-5 giorni fa e ho dato anche un'occhiatina alla vetrina come sempre ) Comunque anche a me viene sempre un pizzico di nostalgia quando vedo il negozio perchè è stato uno dei miei primissimi approcci alle monete nel 1997/98. Fu li che scoprì (e acquistai) l'esistenza del 1000 Lire Concordia e rimasi scioccato a pensare che nel 1970 esistesse una moneta da 1000 lire e per di più in argento! Ero felicissimo anche se la pagai 8000 lire ed era qSpl1 punto
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Secondo me, i problemi posti da tale studio sono due, ben diversi: Fornisce qualche indizio scientifico sulla possibilità che questi medaglioni di Sponsiano siano antichi? Qualora si rivelino autentici, basterebbe per fare di questo Sponsiano un personaggio storico? Per la prima domanda, bisogna considerare l’insieme delle monete del gruppo, perché: Sono tutte fuse e condividono caratteristiche di stile, di metrologia, di tipologie molto inusuali, che si tratti di monete imperiali o di imitazioni « barbariche » o di falsi moderni. Due o tre di queste tipologie si ritrovano assieme in diversi musei, (Glasgow, Vienna, Gotha, Parigi, Sibiù in Romania) forse in seguito alla disperzione di questo gruppo iniziale « trovato » in Transilvania, fra cui Heraeus, numismatico e direttore delle collezioni imperiali, avrebbe acquistato dal ministro delle finanze Von Palm un esemplare di ogni tipo, 8 monete in tutto, conosciute da una nota manoscritta l’anno stesso del presunto ricovero(1713). @Caio Ottavio: Non so dove hai visto che nella fattispecie si sono accaniti gli studiosi più moderni? Dopo la condanna di Cohen, Mattingly, più prudente, descrive le monete « strange barbarous coins » e parla ancora di un « unsolved mistery », ma poi i numismatici moderni hanno praticamente chiuso il caso. Ecco la risposta all’utente di Cointalk del dottore Klaus Vondrovec, conservatore del Münzkabinett di Vienna : « in effetti, due monete (di Sponsiano) fanno parte della nostra collezione. Purtroppo non ho immagini, nonostante il fatto che esistono da più secoli, queste monete sono decisamente falsi moderni ». (Cited from: https://www.cointalk.com/threads/the-legend-of-sponsianus.364019/) Questa condanna riguarda le 10 monete (dai tipi 2 a 5) del gruppo iniziale, relegati nel reparto dei falsi del Museum di Vienna. Richard Abdy (B.M), Jérôme Mairat (Ashmolean museum), Mary Beard (storica, Cambridge) hanno emesso più o meno lo stesso parere. Affermazione seguita da quasi tutti i numismatici senza troppa fatica, ma che si rivela, trattandosi di Cohen, basata sulla mera osservazione di un calco e un esemplare d’argento ormai sparito. Sorprendentemente, a contraddire la sentenza innappellabile della non autenticità di queste monete è … lo stesso Cohen, che elenca il Filippo come « fabrique barbare », descrivendo tra l’altro il dritto con testa elmata di Filippo, quando si tratta ovviamente di una testa di Roma copiata dai dritti di denari repubblicani. Un altro esemplare del tipo 4 dell’articolo è stato messo all’aste nel 2013 da Kunker, senza che sia fatto il legame con il « ripostiglio » trovato in Transilvania. Anche per lui, un pedigree risalente all’asta Otto Helbing 1926. https://www.acsearch.info/search.html?id=1520268 Valeva comunque la pena di riaprire la discussione, e per andare avanti, proporre un’analisi scientifica delle monete disponibili. Se Paul Pearson, geologo di formazione, non è un numismatico, la sua analisi fatta con tecnologie moderne di archeometria che ragionevolmente si suppone da lui controllate, non può essere trascurata. Nessuna prova decisiva, ma un fascio di indizi (tracce d’usura non meccanica, incrostazioni di terra nelle zone compatibili con un interramento a lungo ) che fa che non si può più affermare come Cohen e i seguenti che si tratta di grossolani falsi moderni. Ulteriori ricerche sarebbero utilissimi, ad esempio le misure di elementi traccie (palladio e platinio) che consentono di precisare l’origine geografica dell’oro. Un’altra tecnica (ma costosa e invasiva) permette di datare l’ultima fusione subita dall’oro analizzato: https://journals.openedition.org/archeosciences/2017?fbclid=IwAR0kt4GNJUzZpOx54GGYryeHvDpHFEbV5v9Z8yunRrTeiC7nvQSz1S8npbs Più fattibile, si potrebbe ribaltare il ragionamento: Esaminare false monete per cercare se la tecnica di incrostazioni artificiali è già stata usata altrove dai falsari del XVIII sec. In ogni modo, tutto indica una fabbricazione in modalità degradata (monete tutte (?)fuse, con una sola impronta conosciuta per ognuno dei tipi dritto e rovescio, oro poco raffinato, disegni rozzi ispirati a denari repubblicani o antoniniani, legende errate, pesi incompatibili con una circolazione officiale) L’ipotesi emessa (la parte più discutibile dell’articolo) è che queste monete fossero destinate al pagamento dei soldati di alto rango, sotto il regno di Gallieno. Assediato da invasioni barbariche, e senza comunicazioni con il resto dell’impero, un dux chiamato Sponsianus si sarebbe attribuito l’imperium. IMP(erator) ma nessun AVG(ustus) sulla moneta, a meno di cercarlo un po’ nascosto sul rovescio (C A/VG, Caius Augurinus interpretato come Caesar Augustus). Sappiamo che la Dacia romana è nuovamente minacciata da ogni parte sotto Gallieno, che iniziò un primo ritiro, con un distaccamento di truppe e di popolazioni al sud del Danubio. Non si sa esattamente quante legioni o vexillationes rimangono ancora stazionate, ma Eutropio e l’autore della Storia Augusta attribuiscono ad Aureliano l’abbandono definitivo della Dacia attorno al 271/272. Pearson ipotizza nel frattempo una forma di secessionismo forzato, e per mancanza di scalptores (la monetazione di bronzo della zecca Dacica smette dopo 257) l’impiego di artigiani gioiellieri che lavoravano l’oro fuso estratto delle miniere daciche. Una costruzione che secondo me rientra più nell’ambito della fantastoria e che potrebbe screditare anche la parte scientifica dello studio presso gli esperti numismatici o storici. Sarebbe spiacevole. Affermare la storicità di uno Sponsiano imperatore andrebbe ben oltre il contesto di questo studio, e il suo titolo - Authenticating coins of the « Roman emperor » Sponsian - è fuorviante, anche se ci sono le virgolette. Se un altro esemplare fosse rimesso in luce, e in contesto diverso, sarebbe tutt’altra cosa. Testis unus testis nullus. Innanzitutto un usurpatore qualsiasi si sforza di seguire (con più o meno successo) le caratteristiche della monetazione ufficiale. Per il Filippo e il Gordiano, se il modulo è inusuale, la tipologia è coerente (PRINCIPI IVVENTVTIS e MARTEM PROPVGNATOREM), perché per Sponsiano scegliere un rovescio repubblicano? Inoltre, in un ambito romano, il fatto di non trovare un artigiano capace di ritrascrivere legende in latino coretto pare molto strano. E se tutte le monete fossero autentiche tranne gli Sponsiani? È poco probabile, ma non si può trascurare la differenza del tenore di rame, molto più alto per lo Sponsiano del Hunterian Museum che per le tre monete di Filippo e di Gordiano analizzate. Allora imitazioni barbariche dalla datazione incerta, forse posteriori al tempo di Gallieno? SPONSIANI sarebbe una scelta fantasiosa o una stringa di lettere producendo casualmente un raro nome romano. Speriamo che il dibattito si prolunghi tra esperti e ricercatori di buona fede. Sarebbe un eccellente risultato da porre all’attivo dello studio di Pearson, che non si merita né il disprezzo né la frenesia mediatica che ha scatenato.1 punto
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è una tessera mercantile Cortesemente mostraci anche l'altro lato Salutoni odjob1 punto
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Penso quello che hanno detto gli altri prima: è molto più probabile che il valore vada calando nel tempo: oggi è una novità, ma domani sarà già dimenticata perché la zecca si sarà inventata una boiata ancora più grossa. La tematica del mondo sostenibile è stata trattata anche in metà delle serie commemorative della Repubblica - peraltro con tipi molto più belli - quindi non è certo una novità. Sul fatto che il 2020 sia un anno particolare... beh, non vedo cosa c'entri con l'aumentare o il diminuire di valore della moneta. In sintesi: se ti piace comprala, ma - come sempre in numismatica - non farlo se il motivo è quello di una speranza di rivalutazione, perché nel 99% dei casi resterai deluso.1 punto
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Mi fa piacere che ci sia interesse su queste monete, una partecipazione che io stesso ho avuto e che mi ha portato a proporre questo studio. Condivido l’interesse di Adelchi66 che credo sia anche quello che esprimeva il prof. Asolati quando ne parlammo la prima volta alcuni anni fa a Milano. Tutto questo mi stimola a riprendere in mano lo studio. Grazie.1 punto
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