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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/26/23 in Risposte

  1. Ciao a tutti, condivido volentieri con voi un altro mio Sesterzio patina cuoio di grosso modulo, proveniente dall'asta Naville Numismatics. Massimino I 235-238 d.C. D. 26,28 gr. 31,5x36 mm. RIC 81; BMC 148
    7 punti
  2. Tra i principali elementi "pacchiani" del falso LEU (ex Gillet): -la capigliatura del dio Gelas arzigogolata che scimmiotta quella del conio Jenkins 5 ì, ovviamente completamente diverso -l'assenza del taglio in rilievo della protome di Gelas -al dritto la mancanza del piede di sinistra del cavaliere sotto la pancia del cavallo -la lancia sghemba del cavaliere -le redini curve etc.... -la completa assenza di morbidezza e rotondità dei modellati al dritto ed al rovescio INSOMMA UNA PORCHERIA CHE NULLA A CHE VEDERE CON LA MAESTRIA DEL CONIO ORIGINALE. Odisseo Per un confronto (lato capigliatura) con il Jenkins 5 che però presenta un conio di rovescio (oltre ovviamente di dritto) diverso. Posto l'esemplare ex collezione Abecassis venduto dalla "vera" LEU con la vendita 81 del 2001 (lot. 48). Odisseo
    5 punti
  3. Ciao a tutti per condividerlo con voi, vi posto il mio ultimo acquisto effettuato dall'amico Mauro di "Numismatica Pirrone". Sesterzio di Gordiano III. Peso 23,61 gr. - RIC 294a Cohen 23. D/ Busto laureato dell'Imperatore, volto a destra. IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG R/ Imperatore in armatura con globo seduto e volto a sinistra, attorno ad esso la legenda PM TRP III COS PP - SC La particolarità' di questo sesterzio che lo rende carino è il modulo di 36 mm non comune per Gordiano III
    3 punti
  4. Buonasera a tutti. @Liucksky03, @ART, @caravelle82, @nikita_.....un'altra vittima del serial killer🤕 stavolta ha usato un punteruolo ! Sul volto!
    3 punti
  5. Ciao @Hortenciamoneta che dimostra tutti gli anni che ha🙂. Da quando riesco ad intravedere dalle foto per me dovrebbe trattarsi di un sesterzio dell'imperatore Antonino Pio con la personificazione della dea Annona sul rovescio. In attesa di altre opinioni, ci abbiamo provato. Posto foto di esemplare che potrebbe essere della stessa tipologia. ANTONIO
    3 punti
  6. Buonasera a tutti, per la serie dei miei grani, in attesa del raro 1800 posto il mio modesto Grano 12 Cavalli 1798 di Ferdinando IV. Saluti Alberto
    2 punti
  7. Lo conosci, questo sito ? penso di si ma chissà https://sites.google.com/site/digitallibrarynumis/subjects/08-early-medieval-coins Poi c'è Academia.edu
    2 punti
  8. Io ti ho aiutato ma probabilmente non ti è piaciuta la mia risposta e non mi hai ringraziato, ma vedrai che la risposta sarà sempre la stessa, è un riconio che si vende ai mercatini a 3 euro al pezzo e anche meno ...
    2 punti
  9. Sarebbe da studiare perchè, a mio parere, ho qualche dubbio sull'autenticità. Il bordo sia del dritto che del rovescio non mi piace e anche per il nome dell'incisore MOTTI, che praticamente non si legge. Il 1919 SPIGA è una delle monete che rientrano nella fascia delle falsificazioni.
    2 punti
  10. Diametro attorno ai 30 mm? Siamo un’altra volta in Cilicia, città di Laerte (ΛΑЄΡΤЄ- ΙΤΩΝ) e sempre per Valeriano. Un bronzo e una zecca non comuni e una rara indicazione di valore per una provinciale: IA al dritto, 11 assaria. https://www.acsearch.info/search.html?id=4798573
    2 punti
  11. riconoscimento arduo!!! Dal peso e dal diametro potrebbe essere un sesterzio. Al dritto per me irriconoscibile. Al verso ipotizzo una divinità (Fortuna) con timone e forse cornucopia, nel campo SC. Saluti Gordon
    2 punti
  12. Un saluto a tutti!! Oggi vorrei aggiungere questi 2 centesimi e mezzo?😅 olandesi del 1970.Mi sembrano abbastanza martoriati??
    2 punti
  13. va bene: allora cerco di spiegartelo. Per uno come me che non colleziona monete per investimento ma per puro piacere estetico, la ricerca di un eventuale errore di coniazione é il frutto di una lunga osservazione effettuata sulla moneta, osservazione fatta con mezzi di fortuna, non possedendo io sofisticati microscopi. La moneta la giro e rigiro tra le mani, studiandone ogni possibile dettaglio, compresi eventuali graffi e segni che la deturpano, dunque ne inficiano la bellezza. Dunque, la scoperta di un errore nella coniazione, pur piccola, non avviene all'insegna del valore economico che si potrebbe trarne, bensì dal solo frutto della ricompensa a così lunghe osservazioni.
    2 punti
  14. Ciao a Tutti, finalmente trovo un attimo di tempo per pubblicare questa nuova discussione a beneficio di appassionati e cultori. Sfogliando e leggendo il nuovo listino LEU (FPL 1 di gennaio) non ho potuto fare a meno di notare che al lotto n.37 viene messa in vendita una didramma di GELA che già da una prima occhiata mi ha destato forti perplessità: https://leunumismatik.com/en/fpllot/43/37 Ed infatti dopo una verifica anche con il Corpus redatto da Jenkins nel 1970 "The coinage of Gela", risulta essere censita tra le primissime falsificazioni realizzate all'indomani del famoso tesoro del 1956 trovato da alcuni operai intenti a lavorare allo Scalo della Stazione Ferroviaria (IGCH 2066). La moneta è stata acquistata da LEU all'ultima Lansky-Lambert auction ed è proveniente dalla famosa collezione Gillet: https://www.biddr.com/auctions/lansky/browse?a=2971&l=3350746 Ho ricostruito info e foto e tutto torna anche con la descrizione del falso (altro clone gemello) descritto da Jenkins (autore e studioso formidabile!!!!!). Da una semplice comparazione con altri esemplari indubbiamente genuini ed originali citati da Jenkins si possono apprezzare le evidenti discrepanze. Vedete i post successivi. Saluti Odisseo
    1 punto
  15. La Piastra del 1837 è indubbiamente una delle più ambite dai collezionisti in quanto Rara e di non frequente apparizione nelle Aste o nei siti che noi tutti conosciamo. Negli ultimi tempi ho avuto il piacere di aggiungere alla collezione questa moneta: Nonostante l'interesse, è un millesimo da sempre considerato come normale, senza varianti o anomalie. E' invece doveroso notare in questo millesimo, che il numero “7” della data risulti il più delle volte ribattuto ( 66% su un campione di 29 monete ). Piastra con 7 NON ribattuto Piastra con 7 RIBATTUTO Per quanto riguarda il Rovescio, il D'Incerti aveva catalogato 2 Varianti: Non sono riuscito a trovare la 177b ( senza punto dopo HIER ) ma ho riscontrato alcune variabili non censite nei pallini dello Scudo del Portogallo, che sinteticamente si possono dividere in forma di: 1- Virgolette ( astine poste a 45° ). 2- Pallini con disposizione 1 ( il primo a destra ) - 1 ( il secondo a sinistra ) 2–2. (6 pallini? Usura sul settimo ? E' quella catalogata dal D'Incerti al 177a ?) 3- Lineette più o meno verticali. 4- Pallini normali ( grandi e piccoli ) con disposizione 2-2-2-1. PALLINI NORMALI GRANDI PALLINI NORMALI PICCOLI Sperando di non essere pedante e noioso inserisco una tabella che potrebbe essere utile per una cronologia dei conii usati. A questo punto avanzo alcune ipotesi sulla coniazione della Piastra 1837, considerazioni che vi sarei grato poteste correggere, integrare o confutare. 1- Probabilmente si iniziò con una partita di monete con il 7 normale ed i Pallini 2-2-1 rotondi al rovescio. In seguito il conio del D/ ebbe qualche problema e fu aggiustato ribattendo il “7” 2- si aggiustò più volte il R/ soprattutto nella zona dello Scudo del Portogallo venendosi a creare le variabili sopra esposte. Un'ultima considerazione: il fatto che le monete con il “7” ribattuto siano la maggioranza, potrebbe essere testimonianza dell'esiguità della coniazione di questo millesimo ( classificato R ma più probabilmente dovrebbe essere considerato R2 ), in quanto è ipotizzabile che proseguendo la battitura, il conio sarebbe stato totalmente sostituito e non solo corretto. Come sempre sono ipotesi personali, vi invito gentilmente a postare le vostre Piastre 1837 e le vostre considerazioni in proposito. Buona Serata, Beppe
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  16. Non saprei. Quella estremità tonda mi fa pensare al parazonio (o e' la mano?), anche se qui il corpo dell'oggetto e' piuttosto sottile. Tra le immagini di OCRE (Online Coins of the Roman Empire: RIC IV Gordian III 294A (numismatics.org), in effetti, ho trovato anche questa dove pare uno scettro: Qui sembra proprio un parazonio: Anche se mi pare un modo un po' strano di impugnare uno scettro
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  17. Non vorrei sembrare un guastafeste ma al D questa moneta non arriva a MB.
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  18. Per non farci venire male al collo😉 Ciao da Stilicho
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  19. Buona sera. Moneta originale ma purtroppo compromessa da una pulizia troppo aggressiva. Sembrerebbe essere stata strofinata con della paglietta metallica o panno abrasivo. Presenta oltre ai segni di pulizia invasiva anche diversi colpi vari ai bordi, credo che il tutto non le permetta di raggiungere il qBB. Cordiali saluti. Gabriella
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  20. Tornese 1621 per Filippo IV, . Ara a lati dritti e sotto simbolo del coniatore FF
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  21. Ho visto i due ultimi post che hai fatto ,mi piacciono molto questi due esemplari di sesterzi,un fattore molto importante valutare un tondello largo dove la coniazione e' ben centrata sia al dritto che al rovescio ,buona scelta
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  22. Complice purtroppo la pessima informazione di certi siti che pur di fare il titolo clickbait millantano rarissimi pseudo errori di conio o altre assurdità nel valore di monete comunissime dalle lire repubblicane del nonno agli euro...la gente cerca un attimo su internet e viene sommersa da articoli, informazioni poco attendibili o inserzioni di altri furboni a prezzi stellari e quindi pensa di avere chissà che tesoro tra le mani. Poi il valore di una moneta è dato innanzitutto, tra gli altri molteplici parametri, dalla domanda...chi pensate che spenda cifre folli per un errore di conio insignificante che manco si vede! C'è anche un po' il concetto che il valore sia una realtà assoluta e certa dietro questa degenerazione del "quanto vale..." secondo me.
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  23. Pezzo molto bello, complimenti.
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  24. A differenza della altra banconota con 6 sei consecutivi la tua ha un codice corto "sporcato" dal 4 e il 2. Fosse da 5 euro ti direi di tenerla... Non essendo nemmeno FDS non so cosa consigliarti (io la metterei nel portafogli)
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  25. File di piante (fiAle dipinte) buona serata
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  26. E' un listino a prezzo fisso (FPL) e quindi non c'è stata nessuna vendita all'incanto bensì diretta..... Odisseo
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  27. Esistono falsi moderni con tutte le date della moneta da Lire 2 quadriga briosa. Cosa veramente strana, per una moneta facilmente reperibile e poco costosa anche in ottima conservazione. Naturalmente l'argento non l'ha nemmeno visto, considerando la deficienza di peso e la differenza di colore.
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  28. Beh Rock, anche la tua mica scherza quanto a meraviglia! 👏🏾👏🏾
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  29. Buongiorno Amici, dalla meraviglia di @Scudo1901 ad uno spicciolo del popolo : Grano 1789, in conservazione superiore.
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  30. Manica larga (manca la rIga) buona giornata
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  31. Salve @fapetri2001, un bronzo di Agatoclè, una mazza in alto al rovescio, IE all’esergo. https://www.acsearch.info/search.html?id=1531822
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  32. Mh... il dritto é in condizione molto buona, il rovescio lascia un po' a desiderare . A "parer mio" la richiesta è al di sopra del suo valore di mercato.
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  33. Ciao, si tratta di un dupondio vista la corona radiata ben visibile sulla testa di Marco Aurelio 🙂 ANTONIO
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  34. E per finire una serie di esemplari autentici di Jenkins 3 tra cui il pezzo del British Museum (BM) pubblicato come plate coin da Jenkins e il pezzo ex Pennisi, acquistato alla mitica asta 98 del 1933 esitata da Hamburger con una favolosa collezione di monete siciliane, e riapparso nella vendita Spink del monetiere di Robert P. Ball. Odisseo Altro esemplare autentico venduto da Gorny nel 2008 (Auktion 164 lot. 48) Odisseo
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  35. Le foto del pezzo LEU prima della rimozione della patina posticcia, come risulta dalla foto del photofile della collezione Gillet di cui possiedo gelosamente uno degli originali regalatomi da un noto commerciante ormai scomparso ed amico di Silvia Hurter che lo realizzò prima della famosa vendita Kunstfreund 1974 in cui vennerò poste all'incanto le monete migliori della collezione. Odisseo Ora, allego le foto del clone gemello pubblicato da Jenkins nel suo Corpus con relativa descrizione della forgery 1. Odisseo Un confronto tra i due falsi: LEU FPL 1 già Lansky e Gillet collection e il F1 di Jenkins. Odisseo
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  36. Personalmente non capisco tanto questa smania di individuare errori di conio, leggerissime differenze nelle date, o magari nella firma dell’incisore, sedicenti varianti, che tali non sono proprio perché possono capitare nelle coniazioni dei disallineamenti casuali, che non solo non sono interessanti, ma non costituiscono neanche delle curiosità. Forse dipende dal desiderio di trovare qualcosa che non esiste. Le varianti riconosciute dal mercato sono poche, e selezionate, e non necessariamente ricercate, tranne alcune eccezioni, in ogni monetazione.
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  37. Salve, Stimolato dalla questione sul perché si decise di coniare una nuova moneta, la Dena per appunto, mi son riletto quello che riporta il Galeotti sulla questione. In sintesi: oltre alla volontà di uniformarsi al sistema metrico decimale si volle introdurre una nuova moneta anche per ragioni di convenienza economica. In effetti il promotore della riforma fu il direttore della zecca Fabbroni intenzionato a ripianare i deficit che la zecca aveva accumulato negli anni precedenti anche per il mutato costo dell'argento. Fu infatti deciso di battere la Dena con il titolo dell'antico argento "popolino" di 11 once e mezzo d'argento per libbra, rispetto alle 11 once per libbra dei francesconi, ma la valuta fu aumentata più che proporzionalmente passando dalle 6 lire 13 soldi e 4 denari dei francesconi alle dieci lire tonde della Dena. Mi son fatto una paginetta di conti (che vi risparmio altrimenti mi odiate🤣) e, se non ho fatto troppi errori, in zecca dallo stesso quantitativo di argento contenuto in una libbra usata per monetare francesconi si sarebbero ottenuto un corrispettivo di 79,17 lire anziché di 75,70 se avessimo deciso di coniare Dene. Lo stesso Fabbroni nelle sue memorie giustifica questa scelta dicendo "esser provato che la nostra zecca trova maggior utile nel convertire un dato peso di argento fino piuttosto in Dene che in Francesconi". Ma allora perché non abolire del tutto le vecchie monete e passare al nuovo sistema di conto? Probabilmente mancò il coraggio, nella consapevolezza che si sarebbero stravolte abitudini consolidate e temendo una reazione negativa del popolo. Si potevano però coniare francesconi con il nuovo titolo d'argento rivalutandoli? Teoricamente si, il francescone sarebbe diventato un sottomultiplo di un sistema integrato e coerente ma si decise di continuare a coniarlo con lo stesso titolo, come ci dice ancora il Fabbroni "perché riescendo necessariamente più piccolo e più leggiero [il Francescone] sarebbe stato non bene accolto dalla gente idiota" Un ultima considerazione: sulla legenda della Dena compare la dicitura Florentiae prima della data anziché il Pisis dei Francesconi, questo cambiamento riguarda proprio il mutato titolo dell'argento. Entrambe le monete sono coniate nella zecca di Firenze ma sul dieci paoli si decise di inserire il Pisis proprio ad indicare che l'argento contenuto aveva lo stesso titolo delle vecchie coniazioni della zecca di Pisa e non il consueto titolo dell'argento popolino che da sempre usava la zecca di Firenze. Un saluto dimenticavo, la fonte che ho usato è: Arrigo Galeotti 'Le Monete del Granducato di Toscana'
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  38. Ciao Sandokan. Il mondo delle ferrovie è estremamente affascinante, e quando potevo, da ragazzo prendevo sempre il trenino regionale, (il mio primo amore lo conobbi proprio su uno di questi treni...) che anche se lentissimo attraversava boschi e paesini che sembravano incantati.... non ti dico quando faceva la neve... che spettacolo! Oggi purtroppo quella tratta, a scartamento ridotto, è stata abbandonata e tutte le sue infrastrutture stanno inesorabilmente deperendo, ahimè. Rimane solo un piccolissimo tratto turistico, dove in alcuni giorni festivi è attiva una vecchia locomotiva a vapore degli anni 20 e anche il solo vederla sbuffare da lontano, mi riempie di gioia.
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  39. Se sei interessato ai denari non posso non consigliarti il libro di Carlos Traver Fabrega dal titolo E' falso il mio denario? Guida all'autentificazione delle monete d'argento dell'antichità. Un libro che tutti dovrebbero tenere in libreria.
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  40. La prima è un follis per Elena, la madre di Costantino, e la PAX PVBLICA sul rovescio. Zecca di Roma. La seconda è un AE 4 di Teodosio I con due Vittorie sempre per la zecca di Roma. Arka Diligite iustitiam
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  41. Buongiorno, anzitutto complimenti per l'acquisto: la Dena è una magnifica moneta che amo in modo particolare, e il tuo è veramente un bell'esemplare. Riguardo alle domande: 1. La situazione è complicata, cercherò di essere sintetico: il Francescone è la moneta tradizionale del Granducato di Toscana; con l'arrivo di Napoleone in Italia si cerca di introdurre in tutti gli stati "liberati" il sistema metrico decimale e la monetazione sul piede della Lira. La Dena viene proprio introdotta così, andando ad affiancare la monetazione precedente. 2. Le monete "restrike" non sono distinguibili dalle prime coniate, ma mi risulta che furono riconiate solo con le date 1805 (in numero ridotto) e 1807 (in gran quantità), quindi per il 1804 non dovrebbero esserci dubbi. Comunque i restrike realizzati in questa circostanza sono monete a tutti gli effetti e non hanno minor valore dei primi esemplari coniati, quindi l'unico parametro che il restrike è andato a influenzare è quello della reperibilità della moneta (e infatti di Dena del 1807 è pieno il mercato).
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  42. Trovato in Australia il rospo da record "Toadzilla" Si tratta di un esemplare di 2,7 chili, sei volte più grande della media E' un rospo da record, quello scoperto dalle autorità in una foresta pluviale dell'Australia settentrionale, tanto da ricevere il soprannome di "Toadzilla" (unione tra il rospo in inglese "toad" e Godzilla). L'esemplare di rospo delle canne - racconta la Bbc - è così gigantesco che gli ufficiali della fauna selvatica pensavano fosse falso. Sei volte più grande di un rospo medio, pesa 2,7 kg e potrebbe battere un record mondiale. I rospi - che furono introdotti per la prima volta in Australia nel 1935 - sono uno dei parassiti più dannosi del Paese e ora si stima che siano centinaia di milioni. Quando la ranger Kylee Gray ha avvistato per la prima volta l'enorme anfibio mentre era di pattuglia nel Queensland, non riusciva a credere ai suoi occhi. "Non ho mai visto niente di simile", ha detto all'Australian Broadcasting Corporation. "[Sembrava] quasi un pallone da calcio con le gambe. L'abbiamo soprannominato Toadzilla." La sua squadra ha catturato rapidamente il rospo, ritenuto un esemplare femmina, ed è tornata alla base per pesarlo, sorpresi di scoprire che poteva stabilire un nuovo record mondiale, dato che l'attuale Guinness dei Primati per il rospo più grande è stato stabilito da un rospo domestico in Svezia di nome Prinsen nel 1991, dal peso di 2,65 chili. Secondo Gray, il gigantesco esemplare probabilmente si è nutrito di una dieta a base di insetti, rettili e piccoli mammiferi. Gray non è sicura di quanti anni avesse, sostenendo che fosse "in circolazione da molto tempo". I rospi non hanno predatori naturali in Australia, e le specie velenose hanno devastato le popolazioni animali autoctone. "Toadzilla" è stato poi soppresso, come è prassi standard in Australia per i parassiti, e sarà donato al Museo del Queensland. https://www.gazzettadiparma.it/italia-mondo/2023/01/20/news/trovato-in-australia-il-rospo-da-record-toadzilla-689855/amp/
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  43. Ciao @dupondio. Condivido pienamente quando hai scritto. Una replica a fusione, non tanto pericolosa. Basta un confronto con una dello stesso conio, per evidenziare quando da te scritto.
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  44. Dati trovati su internet: Amalfi. Costanza Imperatrice e Federico II Re (1197-1198). Tarì. D/ Giro esterno: +FRE REX SICILIE Nel campo albero di palma Giro interno: fu coniato (sotto il) regno di lui l'anno cinquecento novantacinque. R/ Giro interno: Costanza l'imperatrice dei Romani. Nel campo croce con le braccia grosse e le estremità aperte. Giro esterno: fu coniato a Malf l'anno mille centonovantotto. CNI 1 Sambon 1113 MIR 36. AU
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  45. Per quanto mi riguarda non ha nulla di cui scusarsi. Porsi delle domande e rivolgerle agli altri, dalla risposta banale o complessa che siano (ma questo è relativo e dipende sempre e soltanto dalla prospettiva in cui si pone chi quei quesiti li riceve), non è mai una perdita di tempo denotando, per contro, curiosità e voglia di comprendere (qualità rare di questi tempi). Ciò che è pericoloso, invece, è non porsi domande e agire a "sentimento". Ma bisogna anche avere il buon senso di capire che le risposte offerte sul forum possono rappresentare solo lo spunto per una riflessione che, se vuole pervenire alla risoluzione concreta (quando possibile) di un problema o un dubbio specifico, deve necessariamente passare attraverso l'approfondimento e lo studio personale, ove occorra anche ricorrendo all'ausilio di professionisti (e possibilmente lasciando a internet un ruolo del tutto marginale nella ricerca di risposte). @Scudo1901 è stato forse un tantino duro nel commento, soprattutto alla luce dell'educazione mostrata da @fornari nel domandare. La mia non vuole essere una critica, ma così si rischia di disincentivare la partecipazione attiva al forum anche di quegli utenti che - almeno all'apparenza - manifestano un approccio apprezzabile (ma questo è un argomento che ormai sempre più spesso forma oggetto di discussione). Come sempre, si tratta solo del mio punto di vista. Saluti.
    1 punto
  46. Nei "Termini e condizioni di Catawiki" leggo: "Catawiki non interviene come parte nel Contratto di Vendita. Gli Acquirenti stipuleranno automaticamente un accordo di acquisto (“Contratto di Vendita”) con il Venditore di uno specifico Lotto per l’importo dell’Offerta più alta (il “Prezzo di acquisto”)". Se il contratto sorge solo con l'aggiudicazione, solo in quel momento vengo a sapere che il lotto necessita di esportazione, cioè solo se l'acquirente è straniero; anzi, questo non è sufficiente, posto che Catawiki aggiunge: " Consegna e presa in consegna dei Lotti 10.1 Salvo il caso che l'Acquirente e il Venditore convengano che l'Acquirente prenda in consegna il Lotto presso il Venditore, il Venditore deve inviare e consegnare il Lotto all'Acquirente in conformità al Contratto di acquisto e alle condizioni previamente comunicate dal Venditore.". Quindi anche lo straniero può prendere in consegna il lotto in Italia; e se lo vuole portare nel suo paese, sarà lui a preoccuparsi di chiedere l'ALC. Pretendere che il venditore abbia acquisito preventivamente l'ATC mi sembra illogico e sovrabbondante. In ogni caso Catawiki aggiunge: "l'Acquirente riconosce e accetta che in caso di Contratti di acquisto transfrontalieri possano valere speciali norme e condizioni per l'importazione di Lotti, tra le quali – senza limitazione – dazi doganali, I.V.A., prelievi all'importazione e spese di sdoganamento. L'Acquirente si deve informare su tali norme e condizioni prima di concludere il Contratto di acquisto. Eventuali spese aggiuntive in relazione a quanto sopra vanno esclusivamente a carico dell'Acquirente.". Gli oneri relativi a un invio all'estero sembrano, quindi, più a carico dell'acquirente che del venditore.
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  47. Mi risulta che non è così che funziona nelle aste; allego link. esportazione monete - Pagina 2 - Questioni legali sulla numismatica - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo Nel sito di Catawiki nulla si dice di tutto ciò; anzi, in genere la loro filosofia è "sono cavoli del venditore", come può leggere qui: aste online diritto di recesso - Pagina 2 - Questioni legali sulla numismatica - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo, di cui per comodità riporto l'intervento del responsabile di Catawiki: "Buonasera, Proprio al convegno di Verona mi è stata segnalata questa discussione da un amico/cliente e mi sembra giusto intervenire in qualità di responsabile del settore numismatica di Catawiki per l'Italia, in modo da fornire qualche informazione in più..... Commercio di monete antiche: tematica spinosa, come dimostrano le molte discussioni qui sul forum :-) Il commercio di monete antiche non è vietato in Italia, mentre è vietato il commercio di monete di illecita provenienza (esempio: monete da scavo clandestino), come è giusto che sia. La responsabilità di quanto viene conferito a Catawiki è sempre dei venditori, esattamente come avviene per le case d'asta tradizionali. I venditori dichiarano sempre, nel momento in cui mettono in vendita qualcosa, che l'oggetto è di legittima provenienza. Ricorderete l'intervento dei Carabinieri del Nucleo TPC che qualche anno fa fece ritirare dei lotti da una casa d'asta torinese... in quel caso (pare che) il venditore non abbia dichiarato il vero... Tornando a Catawiki: se ci fossero problemi legali con i lotti acquisiti su Catawiki, l'acquirente si può rifare su Catawiki che a sua volta si rifarà sul conferente. La mia speranza è che ovviamente non si verifichino casi del genere e che i banditori servano da ulteriore garanzia per quanto viene offerto. Rimango a disposizione anche per qualsiasi altro chiarimento. Jacopo Corsi" Del resto, non posso sapere preventivamente che l'acquirente vorrà la spedizione all'estero; un tedesco o un francese possono benissimo ritirare il bene in Italia e occuparsi dell'esportazione, così come feci io quando mi aggiudicai il bene in Inghilterra da Christie's e da Sotheby's e lo ritirai a Londra. Poi mi risulta che gli ALC siano come gli yogurt, hanno una scadenza.
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  48. Il 22 marzo del 1963 a seguito di alcuni lavori lungo la A45 circa a mezzo miglio a est di Chester House Farm (vedi link: http://www.chesterfarm.co.uk/Pages/home.aspx), verso il ponte sopra la ferrovia, venne scoperto un grosso contenitore in terra cotta contenente circa 42.000 antoniniani risalenti al III secolo d.C. Il vaso venne rotto durante i lavori di scavo e abbondante parte del contenuto di monete si sparse nel terreno. Altra parte era invece ammassata in blocchi poi separati e puliti. David Dickinson, il "farm manager" della Chester Farm (per il periodo 1958-1972), venne chiamato dagli operai che trovarono il deposito e appurò che la giara contenente le monete era interrata a una profondità di circa tre piedi e coperta con una lastra di pietra di tipo Collyweston (una particolare roccia stratificata che si trova nell'Inghilterra centrale e che tradizionalmente viene impiegata per la copertura dei tetti nei villaggi rurali). Dopo una prima analisi, il sig. Dickinson acconsentì per il trasferimento di tutto il materiale, recipiente compreso, al museo di Northampton. In seguito, quando fu deciso di trattenere ed esporre solamente il recipiente e parte del ripostiglio, il quantitativo rimanente fu venduto. Una buona parte delle monete venne pulita e il ripostiglio risultò coprire un arco temporale che va da Valeriano I a Probo con una data di chiusura presumibilmente di poco successiva al 282. Le monete di Probo infatti, stando a quanto riporta Bland nella tabella allegata al suo saggio "Hoarding in Britain: an overview" sono 26 e in particolare: 25 della zecca di Lugdunum, inclusi 4 esemplari della nona emissione secondo Bastien (databili appunto al 282) e 1 della zecca di Ticinum (PROVIDENT AVG -- //B, RIC 551, sesta emissione). Attualmente quanto venne trattenuto è esposto al Wellingborough Museum: Le foto mi sono state inviate direttamente dal museo... e devo dire che l'immagine del vaso con dentro le monete è d'effetto! Dopo questa doverosa premessa, passo a farvi vedere invece questi pezzi recentemente acquistati e provenienti dal ripostiglio in oggetto: 1) VICTORINVS - PIETAS AVG 2) VICTORINVS - SALVS AVG 3) TETRICVS I - LAETITIA AVG N 4) TETRICVS I - SALVS AVGG 5) TETRICVS II - SPES PVBLICA Nell'inserzione di vendita mancavano i riferimenti all'hoard... ma mi si è aperto un cassetto della memoria, una vecchia inserzione vista su vcoins: quei cartellini tondi mi parevano assai simili a quelli nella foto qui sopra (ex Irchester Hoard), così ho chiesto al venditore che provenienza avessero: presto detto, fatture d'acquisto alla mano il venditore attuale mi ha detto che si tratta di una serie di monete acquistate in vari lotti a un'asta del 2009 in cui è stata venduta la collezione Chubb (collezione iniziata a partire dagli anni '40 del '900) di cui questi esemplari facevano parte e... nell'asta in questione erano indicati come ex Irchester Hoard, proprio come i sei esemplari venduti da Den of Antiquity che in descrizione citava: In letteratura il ripostiglio in questione è citato al numero 755 del testo di A. S. Robertson "An Inventory of Romano-British Coin Hoards", ed. Royal Numismatic Society, 2000. Spero di non avervi annoiato con l'ennesimo ripostiglio del III secolo, ma - se non si era capito - ultimamente la mia collezione si sta indirizzando abbastanza verso questa tematica strettamente collegata alla storia dell'Impero Gallico
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