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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/07/23 in Risposte
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Ciao a tutti oggi condivido con voi un mio sesterzio di Antonino Pio proveniente da una vecchia collezione, Ex Crippa Numismatica, Ex Moruzzi numismatica. Impero Romano, ANTONINO PIO, (138-161 d.C.), SESTERZIO, emissione del 140-144 d.C., della zecca di Roma, con al dritto: ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS III, testa laureata a destra, ed al rovescio: ROMAE AETERNAE, S C, tempio decastilo, con frontone decorato con cinque bassorilievi; a ciascun angolo una figura con una cornucopia, è in bronzo, del peso di grammi 25,64 e diametro di millimetri 31,47. L'esemplare, raro (R), con riferimenti bibliografici R.I.C., 622a/S; Cohen, 699/Fr.12; Cayon, 318, Ex Crippa primavera 2005, n. 161.5 punti
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Ciao @Singingil tuo mezzo denario di Otho che hai postato (il rovescio manca) è purtroppo un falso conosciuto riprodotto tramite fusione. Ti posto foto di un suo clone, che come puoi vedere è identico per forma del tondello e stato di usura ma questa copia è venuta molto meglio della tua. Spero di aver motivato il perché la tua moneta non è autentica, cosa già evidenziata da altri interventi. In caso contrario rimane farla periziare da un Perito Numismatico 🙂. ANTONIO5 punti
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Ripulitore di spiagge: "Vorrei denunciare il ritrovamento di un oggetto archeologico, come previsto dalla normativa vigente" Carabiniere: "Oh, che ha trovato? Una statuetta di bronzo? Un vaso di 2000 anni fa?" RS: "Una moneta da 100 lire del 1957" C: "Congratulazioni, in confronto a lei Indiana Jones era un pezzente pantofolaio dedito alle scommesse ippiche clandestine. Inoltre le comunico che lei ha diritto a un compenso di 1/3 del valore del ritrovamento, che in questo caso ammonta a mezzo centesimo. Purtroppo non abbiamo in corso monete di taglio così basso ma si rimedierà con un assegno o un'elargizione elettronica. Prego, compili questo modulo" Dopo la compilazione il carabiniere lo legge. C :"Tutto in regola, ma noto con immenso disappunto che l'oggetto è stato rinvenuto due giorni fa" RS: "Sì, era questo sabato. Avevo in mente di denunziarlo domenica mattina dopo la messa, ma purtroppo sabato notte sono andato in discoteca e mi sono ubriacato (però ho rispettato il divieto assoluto di guidare in stato di ebbrezza facendomi accompagnare a casa dall'unico membro sobrio della compagnia), così dato che il giorno dopo avevo un lancinante mal di testa ho dovuto aspettare oggi" C :"Comprendo il suo sforzo di essere un cittadino esemplare, ma debbo comunicarle una brutta notizia: lei ha violato la norma che prevede l'obbligo di denunzia dei ritrovamenti entro le 24 ore successive, fuso orario Central European Time" RS: "Accidenti, non lo sapevo! E adesso?" C :"Per quanto personalmente ciò mi dolga è mio dovere di membro delle forze dell'ordine denunziarla a piede libero. In seguito le autorità competenti si occuperanno del suo caso" RS: "Me tapino! Me fallito! Volevo essere un cittadino modello della repubblica e invece eccomi qua in disgrazia. Padre mio defunto, perdonami: ho disonorato la nostra famiglia!" C :"No, non faccia così. Lei rischia al massimo una multa per l'abbietto errore che ha commesso" RS: "Ciò mi conforta, ma ormai quel che è fatto è fatto" Ragazzino: "Salve, la disturbo per chiedere l'autorizzazione ad usufruire del suo podere per ricerche archeologiche legali" Qualcuno: "E' indubbiamente lodevole per un ragazzino della tua età interessarsi a cose simili, ma temo di non poterti accontentare: è risaputo che le leggi del nostro stato vietano attività simili nelle zone non consentite" R: "No, non deve preoccuparsi: ho passato gli ultimi mesi a studiare tutte le vigenti leggi in materia e ho memorizzato una mappa con tutte le zone da rispettare, centimetro per centimetro compresi i confini amministrativi di frazioni e quartieri" Q: "Allora posso stare tranquillo?" R: "Garantisco che nonostante la mia giovane età mai e poi mai oserei cadere nella tentazione di violare le leggi della nostra gloriosa repubblica di cui sono fiero cittadino, nè tantomeno le norme comunitarie, e tenermi quanto rinvenuto nel suo terreno" Q: "Ragazzino, per me ormai sei un uomo!" R: La ringrazio. Ovviamente in cambio della sua gentilezza spartiremo a metà i compensi dovuti per legge a chi ritrova pregiati reperti archeologici, tipo anelli di ferro arrugginiti di dubbia identificazione o monete di cinquant'anni fa" Poliziotto: "Ma si rende conto di quello che ha fatto? Lei ha osato transitare con un metal detector in questa zona, che per comodità denomineremo da qui in avanti zona B, dove le vigenti normative ne rendono illecito l'utilizzo" Persona munita di metal detector: "No, le assicuro che non volevo fermarmi lì a utilizzare il metal detector, ma stavo transitando dalla mia zona di provenienza, che chiamerò zona A, fino a quella ad uso consentito, zona C" P: "Lei mente. Si stava con tutta evidenza preparando all'utilizzo, ma qui ci troviamo pressappoco al centro geografico della zona B" PMD: "Le assicuro che giammai oserei prendermi gioco di un membro delle forze dell'ordine che ogni giorno rischia la vita anche per me. In realtà qui siamo in zona C, perchè l'area in cui ci troviamo è un'exclave di C dentro B" P: "Ma... a me non mi risulta" PMD: "Le garantisco che è così. Si rechi pure in municipio e si procuri una mappa dettagliata di questo comune: vedrà che è come le dico" P: "In quanto membro delle forze dell'ordine è mio dovere accertarmi che le cose stiano effettivamente così. Intanto sono costretto a sequestrare e custodire temporaneamente quello strumento del demonio, che le sarà restituito non appena verificheremo che non è stato commesso alcun illecito. Mi dispiace" PMD: "Ma certo, nessun problema, lei sta solo facendo il suo dovere"4 punti
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TRATTATO DI CASALANZA https://it.wikisource.org/wiki/Trattato_di_Casalanza Testo originale della convenzione I sottoscritti, dopo il cambio delle plenipotenze, delle quali erano stati rivestiti dai rispettivi loro Generali in capo, sono convenuti dei seguenti articoli, salva però sempre la ratifica degli anzidetti Generali in capo. Art. 1) A contare dal giorno, in cui sarà stata sottoscritta la presente Convenzione militare, comincerà un armistizio fra le truppe alleate e le truppe napoletane su tutti i punti del Regno di Napoli. Art. 2) Tutte le P.zze, cittadelle e Forti del R. di N., egualmente che i porti e gli arsenali d’ogni genere, saranno consegnati nel loro stato attuale alle Armate delle potenze alleate, alle epoche fissate nell’articolo seguente, per esser quindi consegnati a Sua Maestà il Re Ferdinando IV. Ne sono soltanto eccettuate quelli e quelle che fossero già state consegnate prima di questa epoca. Le P.zze di Gaeta, Pescara e Ancona, di già bloccate dalle Forze di terra e di mare delle Potenze alleate, non trovandosi nella linea di operazione dell’Armata del Gen. in capo B.ne di Carrascosa, egli dichiara non poter nulla decidere sulla loro sorte, atteso che que’ comandanti sono indipendenti e non sottoposti ai suoi ordini. Art. 3) Le epoche per le consegne delle P.zze e per la marcia dell’Armata austriaca sopra Napoli sono fissate nel modo seguente: la P.zza di Capua sarà consegnata il dì 21 maggio a Mezzo giorno. L’Armata austriaca prenderà quel giorno stesso la sua posizione sul canale dei Regi Lagni. Il 22 maggio l’Armata austriaca prenderà la sua posizione nella linea di Aversa, Afragola, Melito e Giugliano. Le truppe napoletane marceranno quel giorno verso Salerno, ove si recheranno in due giornate di marcia e si acquartiereranno in quella città, e ne’ contorni, per attendere colà la decisione della loro sorte futura. Il dì 23 maggio l’Armata alleata prenderà possesso della città, della cittadella e di tutti i Forti di Napoli. Art. 4) Tutte le altre Piazze, cittadelle e Forti, ad eccezione delle sopramentovate, che anche si trovano nelle frontiere del Regno di N., come quella di Scilla, Amantea, Reggio, Brindisi, Manfredonia, ecc., saranno egualmente consegnate alle Armate alleate, del pari che tutti i depositi d’artiglieria, gli arsenali, i magazzini, e gli stabilimenti militari di qualunque genere, dal momento che questa Convenzione perverrà in quella Piazza medesima. Art. 5) Le guarnigioni delle Piazze usciranno con tutti gli onori di guerra, armi e bagagli, casse militari, effetti di abbigliamento dei corpi, e carte relative all’amministrazione, ma senza artiglieria. Gli Uffiziali del genio e dell’artiglieria di queste P.zze consegneranno agli Uffiziali delle Armate alleate, a tale oggetto nominati, tutte le carte, piani ed inventarii del genio, e dell’artiglieria dipendenti da quelle P.zze. Art. 6) Saranno prese delle misure particolari fra i comandanti rispettivi delle dette P.zze e gli Uffiziali Generali comandanti le Truppe alleate per la maniera delle cessioni, non meno che per gli infermi ed i feriti, che si lasceranno negli ospedali, e per i mezzi di trasporto da somministrar loro. Art. 7) I Comandanti napoletani delle P.zze restano responsabili della conservazione dei magazzini, che vi si trovano nel momento della loro consegna, e che saranno resi con tutto l’ordine militare, egualmente che tutto ciò che si trova nel recinto delle Fortezze. Art. 8 Saranno prontamente inviati degli Uffiziali dello Stato Maggiore delle Armate alleate, e napoletane nelle differenti P.zze sopramentovate per dar cognizione ai Comandanti delle presenti stipulazioni, e portar loro l’ordine di uniformarsi alla loro esecuzione. Art. 9) Dopo l’occupazione della Capitale, il resto del Territorio del Regno di N. sarà interamente ceduto alle Armate alleate. Art. 10) Sua Eccellenza il Generale in Capo Barone Carrascosa s’impegna, sino al momento dell’ingresso dell’Armata alleata nella Capitale, a vegliare sulla conservazione di tutti gli effetti pubblici appartenenti allo Stato, senza alcuna eccezione. Art. 11) L’Armata alleata s’impegna a prendere le misure onde evitare qualunque specie di turbolenze civili, e far seguire l’occupazione del Territorio di N. nel modo il più pacifico. Art. 12) Tutti i prigionieri di guerra fatti reciprocamente in questa campagna, tanto dalle Armate alleate, quanto dall’Armata nap., saranno prontamente consegnati dall’una parte e d’altra. Art. 13) Sarà permesso ad ogni estero o Napoletano di uscire dal Regno con passaporti legali, fra lo spazio di un mese dopo la data della presente Convenzione militare. Gli infermi ed i feriti debbono farne la domanda nello stesso spazio di tempo. La presente Convenzione, nel caso in cui riceverà la ratifica, sarà cambiata nel più breve termine possibile. In fede di che i sottoscritti vi hanno apposti la loro segnatura ed il sigillo delle loro Armi. Fatto sulla linea dei posti avanzati Casalanza innanzi Capua il 20 maggio 1815. Sottoscritti: il Conte Neipperg, Ciamberlano, Cav. dell’Ordine militare di Maria Teresa e dell’Ordine di S. Giorgio di Russia, Gran Croce degli Ordini della Spada di Svezia, di S. Anna di Russia, e di S. Maurizio e Lazzaro, Feld Maresciallo, Luogotenente Comandante una divisione dell’Armata austriaca. Il Barone Colletta, Ten. Generale, Consigliere di Stato, Commendatore dell’Ordine Reale delle Due Sicilie, decorato della medaglia di onore, Comandante in capo il genio dell’Armata napoletana. In virtù dei miei poteri, e come Generale in capo dell’Armata di Sua Maestà l’Imperatore d’Austria in Napoli, io ratifico i soprascritti articoli della presente Convenzione militare. Casalanza 20 maggio 1815. Bianchi Ten. Generale In virtù dei miei poteri, e nella mia qualità di Gen. in capo dell’Armata napoletana Noi abbiamo approvato e ratificato, approviamo e ratifichiamo i sopradetti articoli della presente Convenzione militare. Dato in Casa Lanza innanzi Capua il 20 maggio 1815. Il Barone Carrascosa. Sottoscritto e ratificato da noi Inviato straordinario e Ministro plenipotenziario di Sua Maestà Britannica alla Corte di Toscana in assenza de’ Comandanti in capo delle Forze inglesi di terra e di mare, impiegate sulla spiaggia di Napoli. Dato a Casa Lanza innanzi Capua il 20 maggio 1815. Lord Burghersh Domande addizionali fatte dal Negoziatore napoletano, e risposte date dal Negoziatore austriaco. Domande: Il mantenimento del debito pubblico. La conferma dell’acquisto dei beni dello Stato non che delle dotazioni e donazioni fatte dal Governo dal 1806. La conservazione dell’Ordine Nazionale delle Due Sicilie. Risposte: Il debito pubblico sarà garantito. La vendita dei beni dello Stato è irrevocabilmente mantenuta La nobiltà antica e nuova sarà conservata. Ogni militare al servizio di Napoli, nato nel Regno delle Due Sicilie, che presterà giuramento di fedeltà a S.M. il Re Ferdinando IV sarà conservato nei suoi gradi, onori e pensioni. Quindi il Negoziatore austriaco ha aggiunto i seguenti articoli: Niuno potrà essere ricercato né inquietato per le opinioni e la condotta politica che avrà tenuta anteriormente al ristabilimento del Re Ferdinando sul Trono di Napoli, in qualunque tempo ed in qualsiasi circostanza. Sarà in conseguenza accordata piena ed intera Amnistia, senza la menoma eccezione. Ogni Napoletano è abilitato a possedere gli uffizi e gli impieghi civili e militari del Regno. S.M. l’Imperatore d’Austria avvalora queste disposizioni con la sua formale garanzia. Casa Lanza, 20 maggio 1815 Approvato dai sottoscritti Conte Gen. plenipot. Neipperg ecc. Barone Gen. plenipot. Colletta B.ne Generale in capo Bianchi ecc. B.ne Generale in capo Carrascosa https://it.wikipedia.org/wiki/Federico_Bianchi2 punti
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@69novembreImmagino tu non abbia ancora un'esperienza di lunga data nella numismatica. Puoi utilizzare questa esperienza per imparare l'importanza del catalogare in autonomia le monete della tua collezione. Se guardi la moneta vedrai che la legenda corrisponde esattamente a quanto scritto nel cartellino: dritto:Fl Val Costantius Nob Caes. rovescio: Genio Populi romani Ma chi era questo Fl Val. Costantius? Beh, è l'acronimo di Favius Valerius Costantius: ossia Flavio Valerio Costanzo, meglio noto come Costanzo Cloro o Costanzo I. Padre di Costantino I, è il capostipite della dinastia costantiniana. In altre parole, cartellino e catalogazione del lotto durante l'asta dicono esattamente la stessa cosa 😀2 punti
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Potrebbe essere questa ma non ne sono sicuro... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GIO/2 Servirebbero peso, diametro e foto più decenti...2 punti
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Viene quasi voglia di ripararsi sotto l'architrave che sostiene il frontone 😅2 punti
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Questa rara variante di stampa comunemente denominata 'a coda di martin pescatore' interesserà molto a @numys2 punti
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Gli argentei avevano un fino molto elevato, "basso argento" con un peso di 3,70 g non direi; non ne ho mai visti di suberati. Questo esemplare ha un conio stanco nel rovescio, manca di un pezzetto a ore 6 del dritto; per essersi staccato così è probabilmente argento cristallizzato; inoltre sembra pulito con agenti aggressivi.2 punti
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Buongiorno, Cercando un po’ nel forum sono finito qui ,riguardo delle banconote del Costarica… Volevo condividere queste di un mio viaggio di 7/8 anni fa..Ne sono rimasto affascinato. Posso dire che queste sono le mie prime banconote da raccoglitore ossessivo quale sto diventando… 😏 Se ne aveste altre da mostrare anche più indietro negli anni ... ben accette!! Cordiali saluti Ps; mi scuso se le foto non sono il massimo Queste proprio non volevano starci😅 In realtà alcune le sto aspettando da amici…2 punti
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Buonasera a tutti, è stato presentato ieri a Lugano il nuovo numero della rivista NAC Numismatica e Antichità Classiche, Quaderni ticinesi 2022. È stato un vero successo per contributi e numero di partecipanti alla presentazione! Finalmente incontri come questo sono di nuovo possibili! Vi allego l'indice della rivista e un paio di foto della presentazione... con Andrea Bignasca, Monica Baldassarri, Lucia Travaini, Ermanno Arslan, Marco Bazzini, Federico Barello, Agnes Bencze, Daniele Furlan, Stefano Donati, e molti altri! Luca2 punti
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A mio parere non si tratta di errore. Mentre infatti il sostantivo dracma conserva il genere femminile del suo derivato greco (gr. δραχμή), altrettanto non può dirsi di ἡμίδραχμον che essendo di genere neutro si presta ad entrambe le traduzioni italiane (emidramma/o), tant’è che il dizionario Rocci (p. 855) lo traduce semplicemente come “mezza dramma”. La citazione dell’articolo di Stazio, come ho precisato, era a puro titolo esemplificativo in quanto l’uso del termine emidrammo è attestato senza soluzione di continuità da tempi remoti fino all’età contemporanea. Questo è un dizionario etimologico del 1820 in cui compare il termine emidrammo (tomo III, p. 87): Questo invece è un estratto del volume n. 50 degli Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica del 2005 (p. 10): Potrei continuare l’elenco ma sarebbe di poca utilità. Faccio solo presente che nel dizionario della lingua italiana Olivetti il termine usato è “emidrammo”. Se poi anche i dizionari sbagliano allora alzo le mani. Su base bibliografica emerge pertanto che i termini “emidrammo” ed “emidramma” sono attestati entrambi e non mi risulta pertanto che Stazio abbia commesso un errore, come non lo hanno commesso coloro hanno usato (ed usano) questo sostantivo al genere maschile. E’ stato adoperato certamente un termine di uso meno frequente ma non per questo errato. Riguardo all’indicazione delle unità di peso e di misura abbiamo già discusso ampiamente in un’altra sezione. Concordo sul fatto che bisognerebbe uniformarle al sistema nazionale, di fatto non è semplice, come dimostra questa pagina di copertina contenente le norme redazionali degli Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica: Detto ciò e scusandomi se l’argomento è OT, tornerei alla questione “Erice” che mi sembra molto più interessante.2 punti
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Buonasera a tutti. Partecipo per la prima volta a questa discussione con questa piastra 1805 capelli ricci (Magliocca 392b) con 1 speculare al dritto e scudo piccolo. Mi piacerebbe molto un vostro parere, cosa ne pensate?2 punti
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😒Buongiorno, da incompetente quale sono, credevo di avere una medaglia originale di Alessandro VI, comunque coniata nel XVI secolo. Grazie al nostro catalogo, ho scoperto invece che è un riconio Mazio del XIX secolo, come dimostra chiaramente la frattura vicino alla O di PONT. Succede. A questo punto mi interrogo sul suo valore. grazie per un commento. Diam 45,9 peso gr 471 punto
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Buonasera, La zecca di Akragas dagli anni conclusivi del VI secolo a.C. e fino alla metà del V secolo a.C. non produsse, apparentemente, piccoli nominali ma solamente didrammi. Fu nel periodo 460/450-440 a.C. che, in base alle attuali conoscenze, le autorità cittadine decisero di introdurre nuovi nominali: tetradrammo, pentalitra, litra, pentonkia e dionkia. Questi quelli noti al corpus della professoressa Westermark ’The Coinage of Akragas’. Gli emidrammi non sembrerebbero essere stati introdotti prima dell’ultimo quarto del secolo invece. Da questo presupposto mi chiedo come si possa identificare con un emidrammo di Akragas datato al 465-446 a.C. la moneta che posto di seguito. Primo perché la casa d’aste sembra non avere nessuna indicazione bibliografica in merito e secondo perché al dritto è ben leggibile una E sopra l’aquila, che con l’etnico della polis greca proprio non torna. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=6505&lot=106 Aggiungo inoltre che da un lato ben note sono le emissioni imitative di area elima/punica che riportano i classici tipi akragantini aquila/granchio (litre in particolare) e che, dall’altro, si intuisce la natura dell’etnico leggibile in ERYKINON. Erice quindi. Un’emissione piuttosto rara, di cui non ho potuto trovare altre immagini se non quelle di due dracme ed un emidrammo “falso moderno” che sembra riportare i classici tipi di una litra nonostante il peso indicato. Dracma di Erice acquistata da Claude Scott Steuart, presso il British Museum dal 1841, peso 4.017 grammi: Dracma di Erice donata al British Museum con il lascito Lewis del 1986, peso 4.02 grammi: “Emidrammo” falso moderno presente presso la Biblioteca Nazionale di Francia, peso 1.88 grammi: Se qualcuno potesse approfondire l’argomento e verificare l’esistenza di emidrammi di Erice in pubblicazioni gli sarei grato. Non mi esprimo sull’autenticità dell’esemplare in questione, che non parrebbe presentare in ogni caso un aspetto propriamente “salubre”. Chiedo scusa ma per distrazione ho sbagliato sezione, @CdC potreste spostare in Magna Grecia e Sicilia.1 punto
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D/ Al centro busto di Rouil. Attorno ROUIL DENTISTE R/ Al centro TOULON VAR. Sul perimetro *GUERISON RADICALE DES MAUX DE DENTS* PLACE POGET 15 Ottone: 4,7 g; diametro 24 mm; provenienza asta Elsen 153. apollonia1 punto
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Pubblico questo video fumetto per la divulgazione della numismatica ricevuto dalla dott.ssa Valeria Vettorato Conservatore del Museo Bottacin che ringrazio con l’occasione, il fumetto sarà donato al Museo l’11 febbraio come da locandina https://drive.google.com/file/d/1W8PRHqqRE-pE8UMvzTC9aPktfsewVvMe/view?usp=drivesdk1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti @Apeiron benvenuto nel Regno Delle Due Sicilie. Hai fatto benissimo a prendere questa moneta che a me personalmente piace molto. Mi sembra ben conservata, apprezzo molto il fatto che lo scudo sia pienamente godibile, spesso questa tipologia pecca proprio lì. Continua il tuo viaggio tra le Napoletane, non ti pentirai , soprattutto non ti annoierai. Saiuti Alberto Ottima idea, la 1818 Testa grossa rientra a pieno titolo tra i propositi per il nuovo Anno. Nel frattempo ammiro le vostre. Saluti Alberto1 punto
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...e cuticchia sia...ormai c'è la nikita cuticchia certification😁...al massimo è una cuticchia antica. D'altronde come sosteneva il sofista siciliano Gorgia:" Niente esiste. Se anche qualcosa esistesse non sarebbe conoscibile. E se anche fosse conoscibile non sarebbe comunicabile ad altri. L'unica certezza della nostra esistenza è la cuticchia"🤣1 punto
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D/ Stemma di Bourges su cuoio, posato su un ramo di quercia a sinistra e un ramo di alloro a destra. R/ Attorno * SOCIÉTÉ FRANÇAISE D’ARCHÉOLOGIE * / FONDÉE EN 1834 ;. Al centro, in cerchio di perline CONGRÈS / DE BOURGES / 1898. Rame rosso: 13,5 g; 32 mm; provenienza asta Elsen 153. La Società archeologica francese per la conservazione e la descrizione dei monumenti storici è stata fondata nel 1834, a Caen, da Arcisse de Caumont . Per la sua attività v. https://it.frwiki.wiki/wiki/Société_française_d'archéologie apollonia1 punto
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Un viso maturo della Regina diverso da quelli sino ad ora presentati nella discussione in questa mia banconota del 1976.1 punto
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Mamma mia,fa pure l'ombra dentro l'occhio,una collezione di alto livello @dupondio e che patine1 punto
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Mai visto un argenteo suberato. Tipiche, invece, sono le fratture del tondello. L'esemplare ha subito una pulizia chimica parecchio invasiva. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buona domenica amici lamonetiani. Giusto per riprendere in mano alcune nostre belle monete coniate durante il regno di VEIII, questa sera vi propongo un bell'esemplare 5 lire impero 1937, considerata R o quantomeno NC. La moneta è nota anche come "Italia feconda", da taluni erroneamente chiamata "5 lire famiglia". Moneta della serie "Impero" coniata partire dal 1937 fino al '41 per effetto del RD 2511/1936 che autorizzava l'emissione delle monte argentee della serie in 1.166.080 pezzi (anno 1936 XIV: 1.016.000 pezzi; '37 XV 100.000 pezzi e serie per numismatici dal 38 al 41 teoricamente in 20 esemplari ciascuna, esclusa la 1940 XVIII di cui si conoscono pochissimi esemplari, tra cui quello esitato nel 1999 da Negrini a 11 730 000 lire, già Coll. Rocca ed escluse le monete di prova, considerate R3. Argento 835, diametro 23 mm, peso 5 g. Contorno in incuso rosetta-fert-rosetta-nodo d'amore-rosetta. Al solito, graditissimi i commenti a favore di tutti1 punto
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Wow chissá cosa era😁 L' amico @numys avrebbe detto sicuramente una "cuticchia" 🤣,che tanto in testa gli è rimasta😁1 punto
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Intanto può postare delle foto migliori o il link alla foto dell’asta. Poi casomai domanderà una volta viste le foto. Il fatto che l’abbia comprata in asta non significa nulla, sbagliano anche loro. Detto ciò, cosa c’entra con il thread della discussione sull Augusto?1 punto
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Ciao @gpittini A mio modesto parere il millesimo è 1691, sembra farlo apposta ma è sempre l'ultimo numero della data quello che da problemi di visibilità... Per quanto riguarda la croce è normale, risulta solo più "impastata" per l'usura e per delle probabili concrezioni del metallo, ma è la croce di San Maurizio e San Lazzaro che si è già usata nelle monete sabaude da molti anni visto che l'ordine cavalleresco era stato fondato 120 anni prima.. Altra nota.. i gigli girano dalla parte giusta!1 punto
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Ecco uno specifico regolamento di attuazione del chirografo 10 gennaio 1835: Ordine Circolare del Tesoriere Generale Antonio Tosti Sulle monete d’oro pontificie di antica coniazione - 27 agosto 1836 [1] A provvedere al comodo di quelli i quali in luoghi distanti si trovano possessori di monete fuori di corso; a togliere gl’inconvenienti, che per opera di speculatori in più luoghi sono invalsi nel cambio delle monete d’oro di non giusto peso; e per favorire il commercio, cui giova il corso, quanto più si possa, libero e franco del danaro, col quale quasi tutti i contratti eseguisconsi, si ordina e prescrive quanto siegue. 1°. Le monete pontificie di oro di antica coniazione, le quali sono portate in tariffa secondo il loro peso originario, non sono fuori di corso, e si riceveranno e daranno rispettivamente dalle Casse pubbliche, quando il calo sia dentro il limite di un grano; la quale tolleranza di antico uso non è stata tolta colla Tariffa dei 10 Gennaio 1835; mentre il notamento che leggesi sotto la tabella delle monete d’oro riguarda espressamente le monete estere, alle quali si è attribuito il peso già ridotto ed il corrispondente valore; ed è stata implicitamente confermata colla Notificazione dei 15 Gennaio 1835, in cui si dichiarò che le monete pontificie debbono aver corso nello stesso modo, che lo avevano in passato. 2°. Quelle monete pontificie di antica coniazione, le quali pesate in giusta bilancia si riconoscano calanti oltre la suddetta tolleranza di uso, non han più corso forzato: dovranno peraltro riceversi dalle Casse pubbliche colla sola e semplice diminuzione del valore, che s’indicherà appresso. Le Casse pubbliche non potranno ridarle in pagamento, e dovranno inviarle separate e distinte dalle altre monete correnti alla Cassa della Depositoria Generale in Roma, ed alla Cassa camerale di Bologna se si tratta delle quattro legazioni di Bologna, Forlì, Ravenna e Ferrara; nelle quali due Casse saranno ricevute colla medesima e sola diminuzione, con cui sonosi ricevute dalle Casse che le versano, notandole per partita distinta, e rilasciandone una fede separata e distinta anch’essa. 3°. Le due Casse di Roma e di Bologna le passeranno alle rispettive Zecche, ritirandone ricevuta, che faccia riconoscere la qualità e numero delle monete, e la quantità de’ grani calanti per ciascuna specie. Le Zecche poi le ridurranno in pasta, e daranno alla Cassa il valore corrispondente alla pasta ritrattane. 4°. Se vi fosse differenza in meno la Cassa sarà rimborsata col mezzo di mandato da trarsi dalla Computisteria generale della Rev. Cam. Apostolica sul fondo destinato alla rinnovazione delle monete. 5°. Ogni grano, che manchi nelle doppie e loro spezzati, si valuterà Baj. tre; ed ogni grano che manchi negli zecchini, e relativi spezzati, e moltiplicati, si valuterà Baj. tre e mezzo. 6°. Si dichiara, che tutto l’intero calo, che la moneta presenta, dev’essere valutato nel modo soprindicato, non escluso il primo grano, che nelle monete meno logore e consunte viene tollerato, come si è detto nei §§ 1, e 2. 7°. Gli Amministratori Camerali, i Cassieri, ed altri impiegati ed addetti alle Casse, che si arbitrassero a prendere per i cali delle indicate monete somme maggiori, saranno obbligati alla restituzione, non senza prendere misure di rigore a loro carico. Andranno altresì soggetti a punizione se dassero essi in pagamento le monete da portarsi in Zecca; come ancora se ricusassero di prendere , ed anche cambiare le monete calanti nel modo sopra indicato, quando ne sieno richiesti da coloro, i quali debbano eseguire de’ pagamenti, o vogliano concambiarle per avere moneta spendibile. 8°. Se si trattasse però di partite considerevoli relativamente alla forza della Cassa, di cui si tratti, e che si presentassero pel semplice concambio, potranno ricusarsi per non arrecare pregiudizio al corso de’ pagamenti, che la Cassa dee fare in buona moneta. In tal caso i possessori dovranno presentarle alle Casse principali, seppure non preferissero (ciò ch’è sempre a tutti permesso) di portarle alle Zecche per pasta, stando al vantaggio, o alla perdita maggiore che ne risulti. 9°. La esecuzione di queste misure si raccomanda, nelle provincie agli E.mi signori Cardinali Legati, ed ai Prelati Pro-Legati, e Delegati, indipendentemente da quelle, ch’eglino credessero opportuno di prendere, in ispecie per frenare le indebite percezioni dei cambia-moneta, e per gli altri inconvenienti, che accadesse di dover reprimere. Roma li 27 Agosto 1836. Il Tesoriere generale A. TOSTI [1] Roma, 27 agosto 1836 - circolare a stampa sulla tolleranza, ricevimento, valutazione e trasmissione alle zecche delle monete d’oro Pontificie di antica coniazione.1 punto
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Almeno per la zecca di Bologna nell'Ottocento, il concetto di monetare i metalli preziosi portati in zecca va inteso in senso lato. Non è che il commerciate portasse in zecca dell'oro pretendendo che quello stesso venisse monetato. Più spesso la zecca acquistava l'oro (cioè in lega con altri metalli) dopo averne valutato il titolo; se questo era inferiore al titolo da monetare, l'oro doveva essere "partito" e ciò comportava spese non indifferenti: di conseguenza il venditore riceveva (a parità di metallo, ma in bassa lega) un prezzo inferiore che per titoli elevati. Il venditore veniva pagato in modo dilazionato (dopo aver eseguito un saggio sul titolo) in moneta "nuova di zecca", già coniata; a volte tuttavia, quando l'attività in zecca era scarsa, il pagamento era fatto effettivamente con le monete coniate (decurtate delle spese di cui al post precedente) sempre modo dilazionato. Analogo discorso per l'argento. Spesso la zecca coniava i metalli demonetati. In tal caso gli ordini erano governativi e bisognava fare di necessità virtù, a costo di coniare in perdita. Così non raramente (come descritto a Bologna, zecca pontificia) le monete rifuse (per es. quelle delle nazioni limitrofe), acquistate al valore nominale (o anche più basso, se tosate o fortemente consunte), presentavano, quando saggiate, un titolo ed un peso inferiore a quello ufficiale; vi era poi da tener conto delle perdite di fusione (raffinazione). Lo Stato aveva la necessità di rifornire i mercati di moneta reale propria e queste demonetazioni erano necessarie a mantenere attiva la produzione. La zecca chiedeva al Governo Centrale di conguagliare le spese in perdita, ma ciò non sempre si verificava. Roma però (sempre parlando di Stato Pontificio) concedeva in quei casi di battere moneta plateale (di rame o di biglione) che rappresentava fonte di guadagno per la stessa zecca e permetteva di pareggiare le perdite o di guadagnare.1 punto
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Domande quelle di @QuintoSertorio estremamente corrette. Riporto per il periodo Napoleonico quanto segue relativamente ai Privati. Se ne deduce che la cosiddetta moneta reale aveva un valore lievemente inferiore a quello legale: Val.legale = Val.reale + diritto.coniazione + spesa.raff./partizione (n. 21) Decreto che determina la fabbricazione di una nuova moneta per il Regno d’Italia - 21 marzo 1806 ...... TITOLO V Disposizioni d’ordine. 32. La zecca non esigerà da coloro che le porteranno materie d’oro o d’argento per essere convertite nelle monete portate dal presente Decreto, che la spesa di fabbricazione. Questa spesa è fissata a nove lire per ogni libbra d’oro (kilogramma), e a tre lire per ogni libbra d’argento[1]. 33. Se le materie sono di titolo inferiore al titolo monetario, la zecca esigerà altresì la spesa di raffinazione e partizione. Questa spesa sarà calcolata sulla porzione delle materie medesime, che raffinata basti a innalzarne la totalità al titolo monetario, e verrà precista a norma della Tariffa da pubblicarsi. [1] Dunque circa il 3‰ per l’oro e 15‰ per l’argento del valore monetato.1 punto
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L’osservazione di @Archestrato è come sempre pertinente e, almeno a quanto mi risulta, non è documentato un tale accoppiamento di conii. Il simbolo che compare al D/ della moneta, l’elefante, si ritrova sulle emissioni nn. 499 e 538 della classificazione del Sambon, corrispondenti rispettivamente alle serie nn. 115 (didrammo) e 171 (dramma) della classificazione Cantilena-Giove-Rubino (Didrammi e frazioni d’argento, in La monetazione di Neapolis nella Campania antica, Atti del VII Convegno del CISN-1980, ed. Napoli 1986, 101 ss.). Serie 499 Sambon https://www.acsearch.info/search.html?id=9748434 Serie 538 Sambon https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b11315297c.r=173%20173?rk=21459;21 punto
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Io consiglierei la moneta del Norbanus, allora ( http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G94/1 ), dato che in questo caso il nomen è un chiaro riferimento alla provenienza della gens da Norba (odierna Norma). Sito archeologico affascinante ...1 punto
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Salve Meleto, È un gettone di scambio o commerciale (Jeton d'échange, Jeton de commerce come dicono in Francia), del valore di 20 centesimi. Penso che servisse per le macchine a gettone, solitamente installate in luoghi pubblici (bar, luna park, ecc.). Pierre Bussoz era un costruttore di macchine a gettone e ne ha prodotte di vari tipi a partire dal 1901. apollonia1 punto
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DE GREGE EPICURI La presenza dei leoni ai piedi del trono individua con sicurezza Cibele, detta anche Magna Mater1 punto
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Provo a dare una mia interpretazione. Magna Mater e' l'appellativo di Cibele. Qui la Magna Mater (Cibele, appunto) e' rappresentata sul rovescio di questa moneta con la legenda di MATER DEVM (forma contratta di DEORVM, probabilmente arcaica). In effetti, Cibele era considerata la madre di tutti gli dei. Quindi "Magna Mater", in questo caso, non andrebbe inteso come tipologia monetale, ma semplicemente come un altro nome di Cibele. Per chi volesse approfondire la figura di Cibele con particolare riferimento alle monete: Mother Goddess Cybele on Roman Coins (forumancientcoins.com) Buona serata da Stilicho1 punto
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Complimenti intanto, la sede da quel che vedo mi sembra bellissima1 punto
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Ho molti bei ricordi legati alla città di Salerno e cercherò di esserci per il convegno...1 punto
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Ciao, non sarà granché contribuente ma... non ti pare che lo stile del ritratto di Postumo rimandi a certi di Aureolus? Certo non spiega perché Aureolo avrebbe utilizzato un conio di Gallieno (e pure lo stile del ritratto dal Tresor di Guercheville non è tra quelli comuni...). A che anno risale l'emissione di Gallieno, a proposito? E da che zecche é stata emessa? Buona serata Illyricum1 punto
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