Vai al contenuto

Classifica

  1. El Chupacabra

    El Chupacabra

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      3787


  2. skubydu

    skubydu

    Utente Storico


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      8772


  3. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      24049


  4. enriMO

    enriMO

    Utente Senior


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      741


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/20/23 in Risposte

  1. Una recente acquisizione in buona conservazione:
    5 punti
  2. Ciao a tutti! Oggi scrivo del mio nuovo aquisto, per 14 € che trovo spesi molto bene. Quando si parla di denaro metallico, io pensavo ai popoli asiatici presi ad infliare le monete per trasportarle (e forse anche i norvegesi moderni...) e pure ai romani, che mettevano tutto in un bel sacchetto: noi - si sa - siamo abituati ad un portamonete Ma qualcuno ha mai pensato di farne un fascio?!? Sì! Perchè questi non sono oggetti ma sono MONETE! Questo è un Kissi penny: un manufatto di ferro pre-monetario che prende il nome dal popolo dei Kissi stanziato nelle aree ricche di minerali di ferro nell'entroterra dell'Africa occidentale (Guinea francese, Sierra Leone e Liberia). Il denaro, chiamato anche gizzi penny, è costituito da aste di ferro attorcigliate dello spessore di qualche millimetro, a forma di T a un'estremità e piatte all'altra. I fabbri locali fabbricavano queste monete sotto la direzione del capo villaggio, tipo l'organo di emissione. Si trattava di pezzi di ferro battuto, comunemente di lunghezza variabile da circa 15 a 40 cm, anche se per lo più da 20-30 cm (ma anche varianti molto più lunghe). Il mio qui sopra è ca. 24 x 3,5 cm. Vediamo un po' cosa se ne poteva fare: con due di queste monete si potevano acquistare 20 arance o un mucchietto di banane. Per le transazioni più importanti, venivano per lo più confezionate in mazzette da 20 pezzi. (grazie al museo di Brooklyn per l'immagine) All'inizio del XX secolo, i registri indicano che una mucca poteva essere acquistata per 100 mazzi (2.000 Kissi Pennies), una sposa per 200/240 mazzi e gli schiavi per ben 300 mazzi (sì, avete letto bene, nel ventesimo secolo in Africa si trafficava ancora con gli schiavi). Ma non basta: una volta che i penny Kissi smisero di circolare come denaro, mantennero ancora valore per l'uso nelle cerimonie religiose. Si riteneva che queste monete avessero un'anima - "soul money" - e dei pezzi rotti venivano deposti presso i defunti affinché la loro anima potesse fuggire, invece se un soldo veniva rotto accidentalmente doveva essere ripristinato da un mago per salvare l'anima del suo proprietario. Spero nella clemenza di @petronius arbiter (che nel lontano 2014 aveva già trattato questo argomento) che non mi timbri di plagiatore, ma vediamo di non "fare di tutte le monete un fascio" 😁 Alla prossima, Njk ======================= PS: dimenticavo... per ammirare l'immagine di sopra in tutta la sua bellezza, cliccateci sopra e - per chi non è al telefonino - consiglio di girare il monitor di 90°
    3 punti
  3. Ciao a tutti, oggi condivido con voi un asse di Gordiano III con patina smalto verde azzurra, proveniente da Asta N-N Auction 61 Lot. 734. Allego descrizione dell'asta: GORDIAN III (238-244). As. Rome. Obv: IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG. Laureate, draped and cuirassed bust right. Rev: VIRTVTI AVGVSTI / S - C. The Farnese Hercules: statue of Hercules right, with hand upon hip and leaning upon club draped with lion skin. RIC 309. Weight: 8.23 g. Diameter: 24 mm.
    3 punti
  4. E allora mettiamogli vicino un bel 20 grana … un saluto a tutti!
    3 punti
  5. Un tetradrammo battuto nel 125 AD in Alessandria di Egitto, al nome dell' imperatore romano Adriano : al centro del campo del rovescio, come ben descritto nella didascalia della moneta, la raffigurazione di un bel vaso canopico, con chiusura a forma della testa della dea Imset, reso con buoni dettagli della decorazione .
    2 punti
  6. Potrebbe essere, ma non sono sicuro, l'asse con AT https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B5/1 Dalle foto non si vede la stanghetta orizzontale (forse vedendola con altra inclinazione ci potrebbe essere). Allego due esemplari per un confronto: lo stile della prua è comunque similare con la moneta da identificare
    2 punti
  7. Taglio: 2 euro cc Nazione: Finlandia anno: 2019 Tiratura: 500.000 Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!
    2 punti
  8. Non ne ho idea. Stampare questi libri costa molto, sono cmq di nicchia e ne vengono stampate poche copie... per questo motivo sono rari Al giorno d'oggi, costerebbero ancora di piu... la carta è salita tantisismo. Il pdf ... che orrore .... come si fa a non toccate la carta... poi la carta è eterna... il pdf, tra 100 anni, magari, non sarà piu leggibile?? La storia ed il sapere si tramanda sulla carta... e prima ancora su argilla ed ancora prima su geroglifici ..
    2 punti
  9. Con quei rametti in entrambe le facce, il metallo presunto (ottone) e quella strana figura probabilmente impressa al posto di una tughra fanno pensare più ad un gettone e non a una specifica moneta
    2 punti
  10. Queste le prenderò tutte. Ho giá quella estone. La trovo una splendida iniziativa🔝
    2 punti
  11. Ho citato alcune di queste cose nel mio recente "IL VALORE DELL’Æ4 E LE RIFORME DI ANASTASIO", p. 56-57... quindi, ovviamente includendo le bibliografie ivi citate, mi sento di consigliare la lettura, peraltro piacevolissima di: Chameroy-Guihard 2014 = Jérémie Chameroy, Pierre-Marie Guihard, L’officine de faux-monnayeurs de La Coulonche (Orne): nummi coulés de la Tétrarchie en Occident, in The Numismatic Chronicle, 174, London 2014, pp. 153-191. Gara 1978 = Alessandra Gara, Matrici di fusione e falsificazione monetaria nell’Egitto del IV secolo, in Numismatica e Antichità Classiche, Quaderni Ticinesi, 7, Lugano 1978, pp. 229-252. Pilon 2016 = Fabien Pilon, Les imitations du milieu du IVe siècle : production, diffusion, interprétation, in Produktion und Recyceln von Münzen in der Spätantike, Internationales Numismatikertreffen, 15-16 mai 2014, Mainz, Mainz 2016, pp. 265-278. e volendo anche Lichocka 2005 = Barbara Lichocka, Late Roman coin-finds from Kom el-Dikka in Alexandria, in XIII Congreso Internacional De Numismatica, Madrid 2003, Actas Proceedings Actes, 1, Madrid 2005, pp. 763-770. buona lettura Alain poi volendo Bijovsky 2012 = Gabriela I. Bijovsky, Gold Coin and Small Change: Monetary Circulation in Fifth-Seventh Century Byzantine Palestine, Trieste 2012. cercando la parola MOLDS si trovano cose interessanti e a pg 120 e 123 delle belle immagini di molds o moulds multipli
    2 punti
  12. Vorrei vivacizzare un po' la sezione presentando un testone veramente bello e raro di Innocenzo XII: quello del III anno di pontificato. Muntoni 51. MIR 2145/1 - R2. La legenda del rovescio si traduce in "Copre e Protegge" quale metafora della Chiesa. L'immagine dell'aquila con gli aquilotti (questi ultimi sono 3 e non 2, come invece riportato nella bibliografia) è molto elaborata e suggestiva ... Ex Negrini 44, 2018; ex Finarte 87, 1970.
    2 punti
  13. Buongiorno a tutti, come spesso mi capita, proseguendo con la sistemazione delle monete ancora da catalogare, mi sono imbattuto in alcune decine di monete arabe / ottomane e, come da indicazioni del Forum, ho capito che non è possibile aprire una discussione ad hoc o pubblicare più monete da identificare in una volta sola, così inizio con questa e aprirò una richiesta di identificazione per ogni singola moneta di volta in volta. Ringrazio sin da subito chi vorrà intervenire ed aiutarmi su queste monetazioni per me assai ostiche: Diametro masimo: 23,00 mm Peso: 3,97 grammi Metallo: Ottone (?) Ad maiora!
    1 punto
  14. Salve. Si tratta di un’elegante scatola di latta da 50 sigarette marca “Principe di Piemonte” che ho trovato tra i ricordi di mio padre. Che fosse da 50 sigarette sta scritto sia all’esterno sia sotto il coperchio. Le sigarette erano sul mercato anche in scatoline di latta da 20 e da 10 pezzi negli anni Trenta (1932-1938) ed erano pubblicizzate da un poster. Io, negli anni Sessanta e Settanta, fumavo le Turmac bianche con superfiltro ovale. apollonia
    1 punto
  15. Buonasera e spero sia la stanza adatta. In caso perdonatemi che è il mio secondo post, dopo i saluti Mi sono iscritto perché sono intenzionato ad iniziare una collezione di monete 2 Euro Commemorativi. Solo vorrei dei consigli di chi di questa collezione è già addentrato, od esperti del settore. Avrei quindi alcune domande preliminari, se posso: A Come collezionare ex professo le monete EURO commemorative? Conservazioni; folder ecc B In quali negozi fisici acquistare? Per questo punto, premetto che mi affiderei solo a negozi numismatici "fisici" poiché voglio monete "intonse" - pur se quando escono dalla zecca, scontrandosi l'un l'altro qualche graffio c'è sempre - ; quindi scontrini ecc e non in altre zone di acquisto C Meglio orientarsi su di un solo Stato o su diversi? D Meglio iniziare partendo dall'anno in vigore o dal primo anno dall'entrata in vigore degli Euro, nello Stato che si andrà a collezionare? E Vaticano, San Marino e Monaco. Sono questi gli Stati che emettono meno monete e che hanno monete 2 Euro commemorativi più "pregiati" e rari? Volendo iniziare a breve, spero di aver fatto bene a fare queste domande. In generale mi piace la numismatica ma preferisco collezionare EURO giacché io in questa realtà vivo, in questo secolo respiro e questa moneta maneggio. Grazie infinite a tutti Spero di leggervi presto
    1 punto
  16. Quel giorno ero contento di poter incontrare il "papà" di uno dei miei eroi della mia infanzia ed era stata organizzata una giornata celebrativa in tuo onore e per quello che sei stato capace di creare. Ma all'improvviso non potesti venire, poiché ti sei ritrovato ad affrontare una grande battaglia e che hai combattuto con lo stesso spirito che è presente nei racconti che ci hai lasciato... "Ci rivedremo in quel luogo dove le ruote del tempo si incrociano". Buon viaggio Maestro Matsumoto. Akira "Leiji" Matsumoto ( 25/01/1938 - 13/02/2023 )
    1 punto
  17. Premessa: non cerco verità assolute, cerco solo un confronto e valuto la tua esperienza che con molta probabilità è maggiore della mia in questo campo. Se vuoi illustrarmi i difetti da fusione, prego. Forse non sono io in grado di comprendre la falsificazione di quel periodo... Tipo questa matrice di argilla?
    1 punto
  18. Ogni volta che vado a Roma rimango sempre enormemente affascinato dall’imponenza e magnificenza del Pantheon (che ritengo tra i più bei monumenti romani), poi ti consiglierei anche un giro a Villa Giulia al Museo nazionale Etrusco, che ho trovato molto interessante.
    1 punto
  19. Ho visto adesso che aveva risposto nella citazione e quindi non la vedevo. Nella categoria CR 56/2 sono inseriti genericamente tutti gli assi per questo di solityo si cita questa come macrocategoria. ad es la 56/1 è il dupondio etc etc. Parrebbe esserci una A ma confesso la mia ignoranza e non conosco serie con solo A inoltre in quella posizione. Conosco la serie MA (ma non vi è traccia della M in nesso).. La serie con H ma H è posizionata davanti alla prua; idem la CA. Passo a chi ne sa più di me
    1 punto
  20. Hai detto niente. Un grande. Un onore è vero.
    1 punto
  21. Non so cosa una persona colta come te possa non aver visto a Roma.. ma la Cripta Balbi è un must e se dovessi consigliarti dove mi porta il cuore : direi il complesso dei Quattro Coronati, come preambolo alla mostra su Roma medioevale in corso a palazzo Braschi in questi giorni.
    1 punto
  22. Ciao @falarabio Al riguardo ti invio il link di un articolo (di Tevere Emilo) proprio su questa moneta: http://www.montevecchia.it/sito_falsi/tab_falsi_37.htm Purtroppo non può essere originale. saluti
    1 punto
  23. Con tutte le monete di Benedetto XIV per Ravenna, credo sia molto facile confondersi. Ho provato a verificare i cinque studi di CNI, Muntoni, Serafini e Di Virgilio, MIR. E qualcosa non mi torna neanche a me. La tua moneta o è un ibrido oppure c'è un errore nella descrizione di uno dei volumi citati. E tutto nasce forse dal CNI. Il D/ è uguale per tutte le descrizioni in esame. Il R/ presenta delle anomalie. Il CNI 213 dice RAVE_NNA, mentre il CNI 214 dice RAVENNA, C. sopra. Il Muntoni al 725 (CNI 213) dice RAVENNA, mentre al 727 (CNI 214) dice: Come al 725. Quindi, o è sbagliato il CNI o è sbagliato il Muntoni. O si tratta di un ibrido. Nel Serafini un esemplare simile sembrerebbe esistere, ma non citato da nessuno. Spero di non aver errato nell'analisi.
    1 punto
  24. Avete ragione @Emilio Siculo, @skubydu e @numa numa. È uno dei primi tre titoli della mia lista dei desideri del resto (con il testo di Westermark/Jenkins su Kamarina e quello di Silvia Hurter sui didrammi segestani).
    1 punto
  25. Ciao, le differenze in questa moneta sono al dritto nella forma della cimasa dello stemma della città, che può essere "fogliata con fiore", "fogliata con giglio" e "a 3 punte con giglio". Al rovescio le varianti si distinguono invece per il segno di zecca che può essere "assente", "fiore con voluta", "fiore con voluta e rosa" oppure "due rosette". Il tuo lo interpreterei come combinazione di: dritto: cimasa fogliata con fiore; rovescio: segno di zecca fiore con voluta. Quindi Munt 25. Michele
    1 punto
  26. "Ciao amore: Vado un attimo giù in paese a fare la spesa!" Servus, Njk
    1 punto
  27. Come ti è stato detto, sono i rilievi più alti i primi indicatori della conservazione. Nel caso della tua moneta, i capelli al D/ ed il seno (soprattutto il sinistro che appare "schiacciato") al R/ presentano usura da circolazione. Dalle foto non mi sembra di vedere graffietti piuttosto comuni nei tondelli di nichelio materiale "morbido", ma dei colpi al collo e sulla guancia. Non vi è più segno di lustro. Sempre tenrndo conto che si giudica da foto, concordo con chi m'ha preceduto che siamo attorno al BB, conservazione usuale per questo tipo di moneta. Qui sotto, per confronto e condivisione, un 20 Centesimi del 1909 in buona conservazione:
    1 punto
  28. Karl popper è il filosofo della scienza che più è riuscito a modellare lo strumento di ricerca moderno. l'idea che quando ci si confronta con una Teoria non è bene cercare prove scientifiche che la sostengano, ma è più saggio cercare prove che la contraddicano, quindi che la falsifichino. Il criterio di falsificabilità afferma dunque che una teoria, per essere controllabile, perciò scientifica, deve essere “confutabile”: in termini logici, dalle sue premesse di base devono poter essere deducibili le condizioni di almeno un esperimento che, qualora la teoria sia errata, ne possa dimostrare integralmente tale erroneità alla prova dei fatti, Tutte le teorie degne di questo nome seguono l'approccio di Popper, inclusa la numismatica.
    1 punto
  29. Per i Trade dollars statunitensi, c'è anche il nostro catalogo https://usa-coins.collectorsonline.org/moneta/US-SD/6 Vi si dice che i Trade dollars sono stati l'unica moneta americana a subire "l'onta" della demonitizzazione. Onta cui è stato posto rimedio con il Coinage Act del 1965, che ha ripristinato anche per loro il legal tender, il corso legale, al pari di tutte le altre monete emesse dalle zecche federali a partire dal 1792. petronius
    1 punto
  30. Lituania, 2 euro commemorativo 2023 per l’Ucraina https://numistoria.altervista.org/blog/?p=31206
    1 punto
  31. assolutamente vero😅 non mi risultano - per la Sicilia - altri 'corpora' di studiosi italiani dedicati ad una zecca, mentre - per fortuna - ne abbiamo molti di studiosi stranieri (Naxos, Gela, Kamarina, Akragas, varie opere per le differenti fasi della monetazione di Siracusa etc.)
    1 punto
  32. non sbagli, ci sono graffi evidenti in quella zona. si, i bordi sofferenti e pieni di colpetti
    1 punto
  33. Ciao, ducato di Milano di un Filippo. Scudo a cuore inquartato con biscione. PHI non visibili incoronate.
    1 punto
  34. Grazie per aver condiviso il prezioso regalo! Direi che entrambe le monete siano classificabili come Caltabiano 131 a questo punto.
    1 punto
  35. Ci sono stato, è un piccolo convegno ma sempre interessante, una ventina di banchi e buona affluenza, senza ressa.
    1 punto
  36. il 130 della Caltabiano è D70/R69 sfoggio il mio regalo natalizio 🤣🤣, posto parte della tavola 10, tratta dal volume. ciao skuby
    1 punto
  37. Ciao, è un antoniniano dell'imperatore Aureliano, coniato tra il 270 e il 275 d.C. La moneta è autentica, la conservazione modesta (tra MB e BB), o almeno così pare dalle foto. Non la pagherei più di 10 euro.
    1 punto
  38. mi sembra una moneta fusa di cui si vede anche l'ingresso a ore 4 al dritto... tipica delle fusioni in terracotta di cui abbiamo molti esempi in Egitto, ma anche in Francia etc .... non so se sia un ibrido, perché non è il mio periodo, ma proprio questo tipo di "falsificazioni" (tra virgolette non a caso) producono moltissimi ibridi perché dritto e rovescio vengono impressi in due momenti abbastanza distanti da creare molti errori.... su due moulds che possono avere da 3 a 7 / 8 o più impressioni contemporanee.... ricordo una moneta con al dritto costantino e al rovescio licinio proprio da fusione simile in Egitto alcune di queste operazioni avvenivano su una scala e in luoghi che difficilmente potevano essere ignorati dalle autorità locali ... idem per alcuni "casi" noti nell'odierna Francia... saluti Alain
    1 punto
  39. Spettacolo i rilievi ed il colore
    1 punto
  40. Ciao, somiglia molto ad un gettone, tipo questo: https://en.numista.com/catalogue/exonumia192893.html
    1 punto
  41. Le lettere al diritto a me sembrano strane, al rovescio invece trovo un po’ anomale solo le XX , sinceramente anche io avevo pensato ad un’imitativa anche se dal buonissimo stile direi
    1 punto
  42. La pianta di quanto preservato del complesso
    1 punto
  43. Non sono riuscito a reperire l'articolo citato nella descrizione: "Shanghai Symposium, The Bai Jin San Ping Coinage of Han Wudi: Early Influences From the Silk Road by James T. Anderson". In ogni caso, mi pare probabile che il compilatore abbia attinto anche da questo noto sito di monete cinesi: https://chinesecoins.lyq.dk/BaiJinSanPinNetside/index.html L'autore del sito cita l'esistenza di tre tipologie di questa emissione (cavallo, drago e tartaruga) di cui riproduce anche le immagini. Sostanzialmente sembrerebbe probabile che queste emissioni fossero state create per favorire i commerci con la Battriana, come desumibile dai caratteri greci presenti sulla moneta della tipologia del "drago" (sebbene siano, in realtà, privi di significato). Altre informazioni sono reperibili in questo articolo: https://issuu.com/jeandigitala1/docs/the_fourteenth_issue_of_jean Pare che l'autore fosse a conoscenza di fonti antiche che parlavano dell'esistenza di queste tipologia di monete, ma in metallo nobile, di cui, tuttavia, non abbiamo traccia.
    1 punto
  44. nessun commento su questo convegno? non ci è andato nessuno?
    1 punto
  45. Il relitto di Uluburun è un relitto dell'età del bronzo databile alla fine del XIV secolo a.C., scoperto al largo di Uluburun, a circa 10 km a sud-est di Kaş, in Turchia sud-occidentale. Il relitto fu visto la prima volta nell'estate del 1982 da Mehmed Çakir, un cercatore di spugne locale originario di Yalikavak, un villaggio nei pressi di Bodrum. Modello in legno Dal 1984 al 1994 i susseguirono sul luogo undici campagne di recupero, ognuna delle quali lunga dai tre ai quattro mesi, per un totale di 22 413 immersioni, riuscendo a portare alla luce uno dei più spettacolari reperti dell'età del bronzo emersi dal mar Mediterraneo. Scoperta Il relitto fu scoperto nell'estate del 1982, quando Mehmet Çakir riportò a galla dei "biscotti metallici con le orecchie" riconosciuti poi come particolari lingotti dell'età del bronzo. I cercatori di spugne turchi venivano spesso contattati dall'Institute of Nautical Archaeology (INA) per poter identificare antichi relitti durante le loro immersioni. I ritrovamenti di Çakir allertarono Oğuz Alpözen, direttore del museo di Bodrum di Archeologia Subacquea, tanto da inviare una squadra di esplorazione per localizzare il relitto. La squadra riuscì a recuperare numerosi lingotti di rame a soli 50 metri dalla costa di Uluburun. Rotta apparente Grazie alle prove raccolte, si può ipotizzare che la nave fosse salpata da Cipro o da un porto in Siria o Palestina. La nave di Uluburun era senza dubbio diretta alla parte occidentale di Cipro, ma la sua destinazione finale può essere determinata solo dagli oggetti presenti a bordo al momento del naufragio. È stato quindi ipotizzato che fosse diretta a Rodi, al tempo un importante centro di smistamento per l'Egeo. Datazione Peter Kuniholm della Cornell University fu incaricato della datazione dendrocronologica in modo da ottenere una datazione assoluta per la nave. I risultati hanno datato il legno al 1305 a.C., ma non essendo sopravvissuto nessun pezzo di legno è impossibile determinare con sicurezza l'esatta data, e si può ipotizzare che la nave sia affondata intorno a quella data. Basandosi sulle ceramiche ritrovate, sembra che la nave di Uluburun affondò verso la fine del periodo Amarna, e non prima del tempo di Nefertiti, visto che a bordo è stato trovato uno scarabeo in oro col suo nome. Sintetizzando, si ritiene che la nave sia affondata alla fine del XIV secolo a.C. Gli oggetti a bordo della nave provengono da Europa e Africa settentrionale, dalla Sicilia e la Sardegna alla Mesopotamia, e sono stati prodotti da circa nove o dieci diverse culture. La presenza di questo carico indica che l'Egeo della tarda età del bronzo era impegnato in commerci internazionali anche col Vicino Oriente. Il vascello Replica in dimensioni reali presso il museo di Bodrum di Archeologia Subacquea I resti dell'Uluburun e il contenuto del suo carico indicano che la nave era lunga tra i 15 e i 16 metri. Si sa che è stata costruita col metodo del "prima lo scafo" con giunzioni a tenone e mortasa in simili a quelli greco-romani dei secoli successivi. Sebbene lo scafo sia stato dettagliatamente esaminato, non sono stati individuati reperti del suo telaio. La chiglia appare rudimentale, forse più una piattaforma che una vera e propria chiglia. La dendrocronologia ha permesso di stabilire che la nave fu costruita con tavole e chiglia in legno di cedro del Libano e quercia. Il cedro del Libano è un albero indigeno delle montagne del Libano, della Turchia meridionale e della parte centrale di Cipro. La nave trasportava 24 ancore di pietra. La pietra è di un tipo quasi completamente sconosciuto nell'Egeo, ma spesso utilizzata nelle mura dei templi siro-palestinesi e di Cipro. Rami secchi e sterpaglie servivano per proteggere lo scafo dal contatto con i metalli trasportati. Scavi L'Institute of Nautical Archaeology (INA) iniziò gli scavi nel luglio del 1984, sotto la direzione prima del suo fondatore George F. Bass e poi del vicepresidente Cemal Pulak dal 1985 al 1994. Il relitto si trovava tra i 44 e i 52 metri di profondità su un piano roccioso in pendenza pieno di banchi di sabbia. Metà del personale che aiutò negli scavi era accampato nella parte sud-orientale del promontorio che fu probabilmente colpito dalla nave, mentre gli altri vivevano a bordo del Virazon, la nave di ricerca dell'INA in quel periodo. La mappatura del sito fu fatta tramite triangolazione con metri flessibili e quadrati di metallo per facilitare l'orientamento degli operai. Quando gli scavi furono completati nel settembre 1994, tutti gli sforzi si concentrarono sulla conservazione del relitto, sullo studio, e sulla raccolta di campioni per le analisi nel laboratorio dell'Istituto d'archeologia marina in Turchia. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Relitto_di_Uluburun Relitto di Uluburun: i metalli del carico arriverebbero dall’Uzbekistan. Sin dal 1982, anno della scoperta del famosissimo relitto di Uluburun, al largo delle coste dell’odierna Turchia, gli studiosi si sono interrogati sull’origine e la provenienza delle tonnellate di metalli preziosi facenti parti del carico, così da ricostruire le rotte commerciali e le relazioni tra le comunità della Tarda Età del Bronzo. Un archeologo subacqueo mentre estrae dei calici d’oro dal relitto, ph. INA Oggi, grazie ad uno studio effettuato dal Prof. Michael Fracchetti, docente di archeologia presso la Washington University di St. Louis, sappiamo che un terzo dello stagno presente sulla nave era prodotto da una comunità pastorale dell’attuale Uzbekistan, nell’Asia centrale. Lo stagno, con cui si realizza la lega del bronzo, è molto raro: si trova infatti in giacimenti specifici, per questo motivo era molto richiesto e dall’Asia centrale veniva trasportato in occidente attraverso il mar Mediterraneo. Una volta stabilita la miniera di provenienza sulla base di analisi geochimiche, ovvero la miniera di Musiston – si trova a circa 4000 km da Haifa, il porto da cui è partita la nostra nave – i ricercatori hanno cercato di comprendere i rapporti e i collegamenti commerciali tra la piccola comunità rurale del centro Asia e il porto, snodo cruciale per i commerci verso il Mediterraneo. I pesi delle ancore del relitto, ph. INA Sebbene infatti la zona che separi la miniera da Haifa non fosse ben collegata, il team di Fracchetti ha individuato un moderno e funzionale sistema di approvvigionamento e trasporto, con il quale i minatori locali riuscivano ad immettersi sulle altre vie di comunicazione interne e arrivare così alla costa, da dove poi lo stagno sarebbe partito per l’Occidente. Sembrerebbe, quindi, che questo grande commercio si origini proprio da piccole comunità pastorali, che producevano su piccola e larga scala. Non va dimenticato che la maggior parte dei metalli grezzi venivano esportati proprio dal Vicino e dal Medio Oriente, sia per la grande disponibilità di queste miniere, sia per la pregevolezza del materiale grezzo. Infatti, lo stagno dei minatori rurali e il rame trovati nel relitto sarebbero stati sufficienti per produrre circa 11 tonnellate di bronzo di altissima qualità, sufficienti ad armare un esercito di 5 mila individui. Senza alcun dubbio, questo studio basato sull’analisi degli isotopi dello stagno ha prodotto interessanti risultati, ma molti sono ancora gli interrogativi da risolvere: come venivano lavorati i metalli dopo la loro estrazione? Perché venivano fusi a formare dei lingotti? https://mediterraneoantico.it/articoli/egitto-vicino-oriente/relitto-di-uluburun-i-metalli-del-carico-arriverebbero-dalluzbekistan/
    1 punto
  46. E' un gadget (nell'articolo viene chiamato pomposamente "medaglia", ma è troppa grazia ) regalato dal quotidiano genovese Il Secolo XIX https://mondomonete.altervista.org/2022/01/21/scoprendo-cristoforo-colombo/?utm_source=amp&utm_medium=widget&utm_campaign=related_posts&doing_wp_cron=1676758664.8344519138336181640625 Forse ce ne sono solo tre esemplari perché il venditore ha comprato tutte le copie del giorno in cui era allegato, e poi ha fatto fondere tutte le medaglie, tenendone solo tre, così da creare una rarità strepitosa petronius
    1 punto
  47. Il Trittico...se cliccate sulla foto vengono dritte...scusate
    1 punto
  48. 1 punto
  49. Complimenti Rocco, devo dire "come al solito" 😊 ,belle Piastre di Francesco I° !!!
    1 punto
  50. Non può essere raffigurato il Bruto cesaricida ( Quintus Servilius Caepio Brutus , nato Marcus Iunius Brutus ) per tutta una serie di motivi. Il primo è che, sino a quando Giulio Cesare non infrangerà il tabù nel 44 a.C., era tassativamente vietato raffigurare sulle monete repubblicane personaggi in vita. L'iniziativa di Cesare di far imprimere il proprio ritratto (sulla serie RRC 480 - https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I2/10 e altri) fu talmente rivoluzionaria che i suoi detrattori la usarono per corroborare la tesi che volesse farsi re. Il secondo è che, alla data di questa emissione (54 a.C., se è corretta la ricostruzione di Crawford), Bruto non aveva ancora assunto alcuna carica di rilievo (sarà questore nel 53), figuriamoci se poteva essere d'interesse del pubblico vedere la sua rappresentazione sulle monete. Sarebbe come se oggi, sul retro di un'emissione straordinaria di euro, fosse raffigurato, anziché un illustre scienziato italiano, il capo dipartimento della zecca; il pubblico ne riderebbe. Il terzo è che in questo periodo la ritrattistica era probabilmente molto realistica (sicuramente, sarà molto realistica quella adottata dal 44 in poi), e l'immagine di "BRVTVS" su questo denario non è certo quella del futuro cesaricida: non solo era molto più giovane (25-30 anni), ma aveva proprio un'altra espressione (vedi il suo ritratto su https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I3/15 ). Per converso, la somiglianza con il ritratto tradizionale del primo console, Lucius Iunius Brutus, è notevole (vedi la foto del suo busto, conservato ai Musei Capitolini).
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.