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  1. Scudo1901

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/26/23 in Risposte

  1. Trovato nelle ciotole qualcosina per 3 euro totali, due mancanti ed una estrema curiosità Una moneta in nickel giapponese sino ad ora mai rinvenuta in ciotola, si tratta di un 50 yen showa 31 (1956) 3 x 10 + 1 = 31 (primo anno dell'era showa = 1926) Due dollari dello Zimbabwe del 1991 e un falsone del 500 lire caravelle in metallo chiaro, avranno avuto seri problemi durante la produzione
    4 punti
  2. Buonasera a tutti, @fricogna come ti dicevo qualche post fa.. @giovanni0770 Mi hai fatto venire voglia di prendere i miei 9 cavalli di Ferdinando IV. Ho tutte le annate da bravo accumulatore seriale. 😀 Però per le mie più belle posto la mia tris del 90. Saluti Alberto
    3 punti
  3. Ciao @fapetri2001 perché dici di non saperla catalogare.... il bello inizia adesso avendo individuato di che moneta si tratta sta a Te capire e studiare la moneta a fondo per classificarla con libri cataloghi e ricerche varie almeno per me è il gioco più bello.... Saluti Latino
    3 punti
  4. Ciao a tutti . Io aggiungerei questo 10 centesimi Napoleone 3º e 2 centesimi 1862 Vitt.em 2º. forata così non L ho mai vista … forse con qualche pressa?? Si è deformato anche un po’ il metallo.
    3 punti
  5. Si può definire 'orrore' questo falsone in metallo chiaro? problemi di produzione? doppia battitura?
    3 punti
  6. Ciao @danilo1965 il 5 lire del 1901 è la moneta più iconica di Vittorio Emanuele III ed anche “una” (non “la”) delle più costose. Come già scritto molte volte in questo (ed altri) contesti numismatici, tutti gli esemplari autentici presenti sul mercato, poche decine, hanno una provenienza controllata, una perizia solida e un pedigree lungo come la fame. 😁E, di converso, tutti i numerosissimi esemplari rinvenuti nei cassetti, sacchetti, tiretti, pacchetti di nonni, nonne, zii, zie, cugini, parenti e affini 🤣 sono invece inesorabilmente dei falsi, fatti più o meno male, ma al 100% (non 99,99%, 100%) riproduzioni senza valore. E la tua rientra tra queste.
    2 punti
  7. Molto dipende dal potenziale acquirente, ma credo che il "prova piccolo" sia di un ordine di rarità superiore agli altri (personalmente non ne ho mai visto uno...) e, di conseguenza, raggiunga un valore maggiore. Quanto a: Riporto la "briciola" apparsa sul Gazzettino di Quelli del Cordusio #4 del gennaio 2019:
    2 punti
  8. Buonasera. Confermo che si tratta effettivamente di due riproduzioni
    2 punti
  9. Buonasera a tutti, @Stilicho @gpittini leggo con piacere i vostri interventi , io non ho ancora le competenze giuste e credo di avere ancora tanto da imparare. Continuo con le mie Fel temp reparatio e posto uno degli ultimi arrivati in collezione sempre della serie falling horseman. Saluti Alberto
    2 punti
  10. Più osservo queste caravelle e più sono convinto che sia una moneta rara nel suo genere....o sono io che ho problemi di vista: uhm...🤔 forse non è un falso ma dovrebbe essere la 500 lire caravelle emessa per i giochi olimpici del 1960: @nikita_è il solito fortunato ... che colpo preso in una ciotola🤣
    2 punti
  11. Se troverai un 500 Lire di tuo interesse, tieni presente che esistono tre varianti: da: ANDREA DEL PUP, perito numismatico specializzato in varianti, errori e tecniche di coniazione.
    2 punti
  12. Di non frequente presenza sul mercato, vale comunque uno sguardo un esemplare di decadrammo di Siracusa a firma Euainetos . Sarà il 14 Marzo in vendita BeaussantLefevre al n. 9 .
    2 punti
  13. Credo che la medaglistica Pontificia potrebbe trarre notevole giovamento da una qualche pubblicazione che affronti il tema spinoso delle coniazioni, originali e riconi, per le varie tipologie, individualmente. Purtroppo il tutto è reso difficile dalla consuetudine che i conii, fino a Francesco Mazio (che li acquistò ed acquisì per conto della Zecca di Stato), restassero di proprietà dell'incisore che poteva riusarli o anche venderli. I riconi Mazio (ultimi tra quelli noti) abbinarono una meritoria opera di restauro ad un'azione strettamente commerciale quantunque ufficiale e, credo, dopo l'entusiasmo dell'epoca, siano stati i principali responsabili del disinnamoramento alla medaglistica papale. Inoltre i grandi studiosi e pubblicisti italiani in questo campo (Modesti, Bartolotti, Turricchia) sono scomparsi negli ultimi 10 anni .... Le medaglie papali (ma non solo) rappresentano probabilmente l'apice dell'arte incisoria nelle zecche del nostro Paese.
    2 punti
  14. È un intento davvero commendevole questo di tramandare ai nostri discendenti la nostra comune passione, non da tutti, quindi complimenti! 👏🏾
    2 punti
  15. Senza speculazioni e senza progetti di investimento. È pura passione.
    2 punti
  16. DE GREGE EPICURI Noto però che la moneta del post 1 e quella di fig.1 del post 3 richiamano non un GLORIA ROMANORUM ma il bronzo di Costante TEMP FEL REPARATIO, imperatore su nave con fenice o vittoria nella dx, stendardo nella sin., e la vittoria dietro di lui. Poi, tutta la questione di CENSERIS, collegato o meno ad un Carausio 2°, mi era sconosciuta. Si potrebbe sospettare un eccesso di fantasia campanilistica negli studiosi inglesi, però il nome sembra ricorrere in molti esemplari e suggerisce di essere prudenti. Chissà, forse compariranno altri esemplari in grado di illuminarci.
    2 punti
  17. https://it.wikipedia.org/wiki/Bratteato Un bratteato (dal latino bractea, sottile pezzo di metallo) è una moneta piatta, sottile, battuta su una singola faccia in oro o argento. I bratteati furono prodotti principalmente in Europa centro-settentrionale durante la Tarda antichità e il Medioevo. TARDA ANTICHITÀ E ALTO MEDIOEVO Dischi circolari battuti solo da un lato ed emessi nel V e VI secolo, i bratteati hanno la loro origine nell'imitazione dei medaglioni imperiali romani del basso impero. I bratteati tardo-antichi fin qui trovati provengono dalla Danimarca (circa 300), dalla Norvegia (390), dalla Gran Bretagna (30) e da vari Paesi europei a sud della Danimarca (20). Accanto alle figure umane si trovano anche rappresentazioni di animali, tra cui animali con pelliccia, uccelli, cavalli e animali di fantasia; le immagini di cavalli sono le più rappresentate. Circa un terzo dei bratteati presentano iscrizioni in alfabeto runico, interpretate solo in parte. Nonostante questo, per lo studio della mitologia nordica sono tuttavia di scarsa rilevanza, specialmente perché nella rappresentazioni l'imitazione dei ritratti imperiali romani prevale sulla rappresentazione di modelli tipicamente nordici. Si ha inoltre sì un'abbondanza di materiale pittorico, ma senza un reale riscontro nei testi. Attualmente i bratteati altomedioevali noti, circa 950 esemplari, sono suddivisi in sei categorie: bratteati A (87 esemplari): mostrano un volto umano, su modelli ripresi dalle antiche monete imperiali; bratteati B (88 esemplari): da una a tre figure umane in posizione in piedi, seduta o in ginocchio, spesso accompagnata con animali; bratteati C (il gruppo più numeroso con circa 400 esemplari): una testa maschile sopra un quadrupede; bratteati D (336 esemplari): vari animali; bratteati F (14 esemplari): sottogruppo dei bratteati D, mostrano animali fantastici; bratteati M (17 esemplari): imitazioni dei medaglioni imperiali romani Il termine "bratteato" è utilizzato anche per indicare un certo tipo di monili, fatti principalmente tra il V e il VII secolo, rappresentati da alcuni esemplari d'oro. Forati venivano portati, sospesi al collo, presumibilmente come amuleti. BASSO MEDIOEVO I bratteati furono il tipo principale di moneta battuta nelle aree di lingua tedesca, con l'eccezione della Renania, dalla metà del XII secolo a tutto il XIV. In alcuni cantoni svizzeri sono state prodotte fino al XVIII secolo monete simili ai bratteati (rappen, heller e angster). La tecnica di produzione variava secondo la regione e l'epoca. I tipi originali erano per lo più rotondi e relativamente larghi. Venivano frequentemente usati anche dei tondelli quadrati, cosicché dopo la battitura si aveva una forma quadrangolare. Un tipo frequente - più tardo - era il Hohlpfennig ("pfennig concavo"), detto anche Schüsselpfennig ("pfennigscodellato"), che ha il bordo curvato a forma di piatto. Una monete sottile, battuta su entrambi i lati in modo tale che l'immagine sia visibile da tutte e due le parti, è detta Dünnpfennig ("pfennig sottile") o Halbbrakteat ("mezzo bratteato"). A volte nel processo di battitura venivano sovrapposti più tondelli e si producevano monete dal disegno indistinto. L'abitudine di dividere i pezzi derivava dal valore dell'argento, che era necessario per effettuare un dato pagamento. Dato che pezzi simili si ritrovano in tesori nascosti, si può ritenere che questa prassi era diffusa e non portava a una perdita di valore. I bratteati erano solitamente richiamati dagli emittenti in modo regolare, circa una volta o due volte l'anno, e potevano essere scambiati per nuove monete con una detrazione del valore (Renovatio Monetae). Questo sistema ha funzionato come il demurrage: la gente non poteva accumulare le proprie monete, perché perdevano valore. Quindi questo denaro è stato utilizzato più come mezzo di scambio che per lo stoccaggio di valore. Ciò ha aumentato la velocità del denaro e stimolato l'economia.
    2 punti
  18. DE GREGE EPICURI Su Topiro, Howgego segnala che esistono delle "finte contromarche" incise in realtà direttamente sul conio; ma non mi sembra questo il caso. Non saprei cosa altro aggiungere, se non che al rovescio c'è una bella Cibele seduta, con i suoi leoni al fianco.
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  19. Complimenti @Adelchi66 per una libreria che immagino, con un poco di invidia, notevole . Unisco dal mio piccolo scaffale, 2 piccoli libri dal mio unico soggiorno ( per lavoro ) in Africa : acquistati nell' anno domini 1983 al book-shop dell' ingresso agli scavi di Leptis Magna .
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  20. Come già detto da @latino si tratta di un quattrino di Papa Pio V per la zecca di Ancona. Ti passo la scheda del Catalogo. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SPIOVA/5 Considerato lo stato di conservazione della moneta, credo sia impossibile stabilire quale sia la piccola variante a cui fare riferimento.
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  21. Non vorrei dire scempiaggini perché non è la mia monetazione, ma mi sembra che quella con la parola PROVA in piccolo sia più rara. Non so onestamente se questo, laddove sia verificato, corrisponda a un maggior valore commerciale
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  22. La proliferazione di aste e, di conseguenza, di commercianti ed "esperti" improvvisati, causa questi errori. Arka Diligite iustitiam
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  23. In realtà le varianti sono 1 (PROVA in piccolo) e 2-3 (PROVA in caratteri di maggiori dimensioni). Le seconde (2-3) si differenzierebbero tra loro per la reticolatura che separa gli scudetti, ed in particolare per il filo inferiore che ne unisce le estremità di quasi tutti (1 e 2) o solo di alcuni 3. Ma queste differenze sembrano più dovute a una maggiore o minore forza (usura?) del conio. L'ordine degli scudetti (due di essi sono invertiti) differenzia il '57 (prova) da tutti gli altri (emissione ordinaria).
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  24. Distanza fronte-scudo e in generale la donna rinascimentale - scudo( posizioni) Le frecce fanno intuire
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  25. queste le ho...della lira mi manca solo l'oro (tranne 2)
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  26. Leonardo da Vinci scoprì il segreto della gravità prima di Newton Lo schizzo rivelatore è stato identificato nel Codice Arundel da un professore del California Institute of Technology Il disegno di Leonardo da Vinci nel Codice Arundel Gli studiosi non hanno alcun dubbio: lo scienziato e artista italiano Leonardo da Vinci ha condotto esperimenti pionieristici e finora sconosciuti sulla gravità, anticipando, di fatto, di oltre un secolo e mezzo, la legge di gravitazione universale enunciata dal matematico e fisico inglese Isaac Newton nel libro del 1687 "Philosophiae Naturalis Principia Mathematica". La scoperta è stata rivelata in un saggio pubblicato sulla rivista dedicata ai rapporti tra scienza e arte "Leonardo", edita da Mit Press. I firmatari della ricerca sono: l'ingegnere statunitense Morteza Gharib, professore di aeronautica al California Institute of Technology di Pasedena, Chris Roh, docente di ingegneria biologica e ambientale alla Cornell University, e Flavio Noca, docente di aerodinamica alla Scuola di Specializzazione di Scienze Applicate di Ginevra. L’importante scoperta storica L’ingegnere Gharib ha scoperto un piccolo schizzo nel Codice Arundel, una famosa raccolta di documenti di Leonardo, dove sarebbe calcolata la cosiddetta costante gravitazionale, utilizzata per accertare il suo effetto sugli oggetti. "Leonardo da Vinci si è avvicinato al 10% del valore utilizzato oggi. È sbalorditivo", ha spiegato lo studioso. In due pagine del Codice sono presenti disegni che mostrano una brocca d'acqua il cui contenuto fuoriesce in grandi gocce circolari. In questi schizzi la traiettoria verso l'esterno e verso il basso è rappresentata lungo l'ipotenusa di un triangolo adiacente. A Gharib è bastato questo per fare un collegamento con la teoria della gravitazione di Newton, perché nel diagramma, diviso in sezioni da linee verticali lungo il triangolo, la forza gravitazionale si scompone e accelera lentamente. Si vede che il contenuto d'acqua diminuisce più rapidamente con il passare del tempo. La costante gravitazionale L’ingegnere è convinto che Leonardo da Vinci abbia espresso quella che i fisici chiamano "costante gravitazionale" entro il 10% del suo valore reale, pur avendo condotto solo un esperimento approssimativo. Si tratta della costante di proporzionalità della legge di gravitazione universale, stabilita da Isaac Newton. Solo con Galileo Galilei nel XVI secolo e soprattutto con Newton nel XVII secolo fu formalizzata una teoria della gravitazione, sfruttando le tecniche di misurazione dell'epoca e i progressi della matematica. In seguito, Albert Einstein mise in discussione la teoria newtoniana e la arricchì con la relatività generale e speciale. https://www.ilgiornale.it/news/scienze/leonardo-vinci-scopr-segreto-gravit-newton-2119903.html
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  27. Probabilmente alcuni si chiederanno il motivo per cui gli Herennii , di stirpe Sannita , riprodussero in questa moneta un fatto mitologico avvenuto in Sicilia , quale relazione ci fu tra i Sanniti Herennii e la Trinacria ? "La gens Herennia era una famiglia plebea dell'antica Roma . I membri di questa gens vengono menzionati per la prima volta tra la nobiltà italiana durante le guerre sannitiche e compaiono nell'elenco consolare romano a partire dal 93 a.C. In epoca imperiale ricoprirono numerose cariche provinciali e comandi militari. Discendente di questa gens era l'imperatrice Herennia Etruscilla . Gli estesi interessi mercantili degli Erennii sono attestati da diversi autori, che descrivono la partecipazione della famiglia ai commerci siciliani e africani , e soprattutto il loro coinvolgimento nell'acquisto e nell'esportazione del silfio , erba medicinale di grande valore nell'antichità, che cresceva solo lungo un breve tratto della costa africana, e ha sfidato tutti i tentativi di coltivarlo. L'interesse herennio per il commercio è attestato dal cognome Siculo (un siciliano), l'insediamento di un mercante di nome Erennio a Leptis Magna , la leggenda della fondazione di un tempio ad Ercole a Roma, e una moneta della gens recante al dritto la rappresentazione della dea Pietas , e al rovescio Anfinomo che porta il padre, riferimento alla leggenda dei due fratelli di Catania , scampati a un'eruzione dell'Etna portando con sé i loro genitori anziani. Un Cognomen usato dagli Herennii era Siculo , dove alcuni Herennii esercitavano il loro commercio. Un Herennio Siculo fu un aruspice e amico di Gaio Sempronio Gracco , fu arrestato a causa della sua associazione con Gracco; ma piuttosto che affrontare il disonore della prigionia nel Tullianum , sbatté la testa contro lo stipite della porta, e così spirò" Condensato ed estratto da : https://en.wikipedia.org/wiki/Herennia_gens
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  28. “Sono tornato nel parco di famiglia con la mappa di mio padre. E ho trovato il tesoro sepolto 80 anni fa” “Dopo ripetute richieste, mio padre, nei suoi ultimi anni, mi ha consegnato una mappa disegnata a mano di un luogo nell’Europa orientale sul fiume Dnestr, che serpeggia verso il Mar Nero. – dice Jan Glazewsky, docente universitario, in pensione, di origine polacca, residente in Sudafrica – La mappa arrivava con una pagina e mezza di istruzioni intitolate Rotta per Toporowno , dattiloscritte con la sua vecchia macchina da scrivere Olivetti, dove le s uscivano sempre sbiadite. Le istruzioni erano datate giugno 1989, quindi Tatusz (papà) ha disegnato la mappa a memoria cinquant’anni dopo essere fuggito dalla tenuta di famiglia allo scoppio della seconda guerra mondiale. La mappa mostrava il luogo in cui lui e i suoi fratelli avevano seppellito l’argento di famiglia prima della loro frettolosa partenza”. “In quella tarda estate del 1939, mio nonno si era da poco ritirato da Lwów nella fattoria di famiglia dove mio padre – appena sposato, terminati gli studi di agraria – aveva iniziato a coltivare. I tre fratelli di mio padre venivano a trovarli per le vacanze. La famiglia si stava godendo il pranzo domenicale quando un fratello ha sentito alla radio che i russi stavano per invadere la Polonia orientale proprio vicino alla loro fattoria. Lasciando il pranzo in tavola, mio padre, la sua nuova moglie e i suoi fratelli attraversarono il confine meridionale con la Romania. Avevano cercato di convincere mio nonno ad andare con loro, ma si rifiutò di lasciare la sua patria”. La villa di famiglia. L’elegante edificio venne raso al suolo dall’Armata russa @ Foto Jan Glazewsky Temendo l’esercito nemico, i fratelli, prima di fuggire cercarono di mettere in salvo i preziosi. Per i fucili da caccia e l’argenteria e gli oggetti più ingombranti pensarono di scavare una buca nel parco, lasciato crescere romanticamente come un bosco. Tutto fu inserito in una borsa. Poi sepolto. I fratelli ritenevano che si trattasse di aspettare qualche settimana per rientrare a casa. Invece la guerra precipitò. Il padre di Jan ricordava con estrema nostalgia i luoghi della propria infanzia. E avrebbe voluto che, un giorno, i propri figli tornassero là, almeno per recuperare gli argenti della nonna. Jan, impegnato con il lavoro, riconsiderò la mappa soltanto anni dopo, quando gli impegni all’Università si diradarono, grazie alla pensione. Jan Glazewski è professore emerito di diritto che si è occupato, in particolar modo di giurisprudenza e cambiamenti climatici, di diritto dell’energia e do diritto ambientale. Le sue pubblicazioni recenti e i rapporti riguardano l’area della responsabilità del cambiamento climatico. Jan è stato consigliere speciale dell’ex ministro per gli affari ambientali e il turismo, Mohammed Valli Moosa, nel 2003/4. Jan Glazewsky Il professore, riducendo gli impegni, decise di pianificare il ritorno per il recupero di quegli oggetti affettivamente così cari. Non fu un’impresa facile. La grande villa era stata rasa al suolo dall’esercito russo. Jan e la sorella riuscirono a farsi riconoscere da alcuni abitanti del villaggio ed ebbero indicazione del punto in cui sorgeva il palazzo. Trovarono una cantina e le fondamenta. Grazie alla posizione di ciò che restava dei muri, nel terreno, e alla mappa fu identificata l’area in cui doveva essere stata sepolta la borsa. Ebbero la possibilità di coinvolgere due persone dotate di un metal detector2. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, i rilevatori dei metalli iniziarono a segnalare vigorosamente la presenza di metallo nel sottosuolo. Si iniziò così a scavare nel terriccio ed emerse un candelabro d’ottone. “Il successivo pezzo è stato è un altro candelabro, questa volta d’argento. – dice Glazewsky – L’argento scintillante contrasta con la terra scura. Mi meraviglio delle buone condizioni in cui si trova. Appaiono altri oggetti e poi monete. Mi viene consegnato un cucchiaio avvolto in un giornale ingiallito; il manico d’osso è consumato. Mi meraviglio che il giornale fosse ancora chiaramente visibile e leggibile. Layla ora è immersa fino alle ginocchia nella buca appena scavata e continua a rimuovere delicatamente il terreno. Si toglie un calice d’argento, un candelabro e poi mi porge un portagioie quadrato in argento. Con mani tremanti, lo apro delicatamente. All’interno ci sono alcuni oggetti più piccoli: una brocca per il latte d’argento e un portagioielli molto più piccolo, forse rivestito di ebano, all’interno del quale ci sono alcuni ninnoli e una sorprendente croce d’oro incastonata con ametista. Sento una strana sensazione alla bocca dello stomaco. La mia profonda consapevolezza inconscia che questi erano di mia madre non si è ancora registrata. Questi oggetti sono stati toccati per l’ultima volta da lei, imballati in fretta e riposti con cura in una borsa che è perita nel tempo. Questi sarebbero stati poi portati da mio padre sul campo, giù per il pendio per essere rapidamente seppelliti insieme all’argento di famiglia e ai suoi fucili da caccia”.
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  29. Grazie Caravelle82, gentilissimo!
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  31. Anche se scritto in greco, il valore lo si capisce facilmente @Rocky06 non dar retta a certi tentativi di vendita su ebay, o agli articoli che ti arrivano in automatico sullo smartphone, il 99,99999% delle monete in euro nate per circolare (come questa), ed effettivamente circolate (come questa), non valgono oltre il facciale. Compresi i "rarissimi, forse unici" errori di conio, che spesso e volentieri non sono tali, e quando lo sono non valgono più di qualche decina di euro (a trovare chi te li dà ). petronius
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  32. Dovrebbe essere il lotto 449, l'unico 4 Ducati del 1751 presente nella CIVITAS NEAPOLIS , variante non descritta 1 su 0 Peccato non avere il cartellino originale, sarebbe stato un plus valore.
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  33. 150 Euro per le due monete mi sembra un prezzo assolutamente ragionevole. Il valore di mercato dovrebbe essere intorno ai 180-200 Euro.
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  34. Credo che le 500 Lire "controvento" siano una l'unica moneta iconica della Repubblica. Quando realmente FDC (!!) il loro valore attuale permane sopra i 9-10.000 Euro nelle aste. Certo agli albori dell'Euro valeva un 40-50% in più. Giocava su questo apprezzamento l'emozionalità del passaggio all'Euro e la speculazione che si incentrò su questa moneta (in particolare da parte di una Ditta Numismatica dell'Italia Settentrionale); nel 2009 venne pubblicato il libro di Luppino "Indagine sulla Numismatica" dove l'autore rimodulò i dati "acquisiti" sulla tiratura di questa moneta, che da 1004 esemplari passò ad oltre 2.500 (ib. p. 109). Ciò ovviamente portò ad un suo deprezzamento.
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  35. Merci encore.je vais regarder comment ouvrir une nouvelle discussion promis.je vois que vous êtes expert en identification merci encore .sinon j.ai d.autre savoyarde mais vers 1700 et 1800 mais j.attendrait qu.on en parle . sinon j.ai de belle romaine et quelque belle monnaie royale .merci à. Merci et bonne journée
    1 punto
  36. Ci sono due tipi di persone 1- chi manipola la storia perché sciocco o stupido, e le fa perché non capisce concretamente i fatti storici; 2- chi lo fa invece con consapevolezza, per ragioni di convenienza. In entrambi i casi sono persone pericolose per la scienza.
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  37. Ringrazio Renzo per la risposta. Tre mesi fa acquistai via internet da un noto negozio numismatico del nord Italia quattro medaglie annuali di pio xi, tutte in argento, tutte Fior di Conio, tutte patinate. Da parte del numismatico/venditore servizio ineccepibile: invio delle medaglie contestualmente al ricevimento del bonifico, avviso immediato da parte sua (via e mail) dell'avvenuta spedizione per la tracciabilità , regolare scontrino fiscale della spesa sostenuta, totale euro 540 complessivi comprese le spese di spedizione. All' arrivo del pacco grande considerazione (come sempre avviene) da parte di mio nipote Lorenzo e da parte mia la soddisfazione per la qualità dell' acquisto. Ma c'è un ma: due di queste, bellissime medaglie (di anni importanti per il pontificato) con una splendida patina iridescente avevano, nella bustina trasparente che le contenevano, sotto il cartellino identificativo del numismatico che me le aveva vendute, un altro cartellino: Asta numismatica 58 Lotto 1626 e lotto 1627. Sono andato a controllare su internet: asta del 6 e 7 nov. 2018, aggiudicate ciascuna al prezzo di euro 100 + Diritti. Chiaramente non so se l'aggiudicatario dell' asta fosse stato il numismatico o un altro soggetto, però risulta evidente che il numismatico ha tenuto nel suo negozio queste due bellissime medaglie per tanto tempo (erano parecchi mesi che le avevo osservate in vendita) senza praticamente guadagnare nulla. La considerazione che faccio è: se non ha guadagnato nulla lui, che ha tante vetrine a disposizione, io da semplice appassionato, se dovessi venderle in un prossimo futuro, riuscirò a compensare perlomeno la spesa dell' acquisto? Per fortuna ho un nipote che mi segue nel mio percorso (lo porto sempre con me quando vado nel mio negozio numismatico di riferimento) e spero che nei prossimi decenni (che io non vedro') qualcosa cambi, diversamente rimarrà solamente (oltre alla bellezza della medaglistica papale) solo una cassetta di sicurezza in banca da pagare. Comunque concordo con la considerazione che è un settore nel quale si può acquistare senza speculazioni.
    1 punto
  38. Prova a cercare qui https://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/Tipologie-della-zecca-di-Ravenna.pdf http://www.numismaticaonline.it/ravenna.html
    1 punto
  39. Vabbè ma saranno pochi pezzi, probabilmente quelli che il sistema aveva bloccato perch erano stati messi nei carrelli ma poi l’acquisto non è andato a buon fine, scommetto che finiranno in pochissimo, anche se spero di riuscire a prenderne una…
    1 punto
  40. Buongiorno a tutti, condivido questo 4 Ducati molto raro del 1751 “1 ribattuto su 0” in condizioni BB proveniente dall’asta 42 di Varesi “Civitas Neapolis”
    1 punto
  41. Il taglio è liscio, anche se irregolare; anche a me sembra coniata, ma non ne sono sicuro al 100%.
    1 punto
  42. Ciao a tutti, la Spagna ha annunciato l'emissione di una seconda moneta commemorativa per il 2023 e il tema sarà la presidenza spagnola del Consiglio UE. Vedremo come interpreteranno questa commemorativa.
    1 punto
  43. “Ovvia e notissima moneta veneziana è lo sesino, il quale, come dinota il nome, ebbe valore pari a 6 bagattini o a due quattrini. Introdotto per la prima volta nell'anno 1545, sotto il dogado di Francesco Dona continuò a battersi dai susseguenti dogi, escluso Marcantonio Trevisan, fino all'anno 1603, in cui sotto il doge Marino Grimani, ne cessò la fabbricazione e si bandí dagli Stati della Repubblica, per le innumerevoli contraffazioni ch'eransi introdotte dall'estero.” (C.Kunz)
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  44. Di ignota zecca, forse della Lydia anatolica, una piccolissima frazione con al diritto protome di cinghiale ed al rovescio particolare uccello con testa di uomo, in cornice puntinata ed in quadrato incuso . Sarà il 26 Febbraio in vendita N&N London 13 al n. 45 .
    1 punto
  45. Complimenti a santi 53 per la bellissima medaglia annuale di Pio XI in argento acquistata a prezzo certamente conveniente. Concordo, come vecchio collezionista di medaglie papali, che il settore non ha mai avuto - per il numero non irrilevante, ma contenuto di appassionati - prezzi coerenti con la bellezza artistica e la limitatezza di tirature. Ma va anche detto che l'acquisto di santi è stato fortunato. Nella stessa asta la medaglia di Pio XI per l'anno X è stata aggiudicata per € 140+diritti. E le due medaglie anno I di S. Pio X e Benedetto XV sono state oggetto di molti rilanci per una aggiudicazione a prezzi record di € 380 e € 480 + diritti. Va aggiunto che alla fine di un'asta riservata ad una collezione corposa delle medaglie papali (con altissima percentuale di aggiudicazione) è normale che agli interessati manchi un po' di fiato e che si faccia qualche buon affare. Comunque concordo che è un settore nel quale di può acquistare con soddisfazione senza essere danneggiati dalle speculazioni. Una nota anche per la medglia di Alessandro VI di 1412 Luigi. Su ebay in data 6 febbraio è stata venduta una medaglia analoga per € 199 . Potete vederla sul sito alla voce medaglie papali - oggetti venduti. Nella inserzione non si diceva che era un riconio . Per i riconi Mazio (anche con riferimento all'asta Varesi ) concordo sulle valutazioni € 50/70.
    1 punto
  46. E' gratificante constatare che esistono persone ancora affascinate dalla bellezza e non solo dal valore economico di un determinato oggetto. La descrizione del tuo viaggio sentimentale è da me condivisa e rappresenta una parte dei valori che io cerco di trasmettere al mio piccolo nipote. Grazie
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  47. RICORDO. Ai tempi abitavo a Milano e per recarmi al liceo prendevo la "mitica" 61, l'autobus che da largo Murani tagliava tutta la città fino a piazza Firenze. Allora vi era ancora (primi anni '70) il bigliettaio accanto alla porta posteriore adibita a "salita", davanti a lui seduto, troneggiava il monetiere diviso in reparti. Una volta questi contenevano gli spiccioli suddivisi in 5, 10, 20, 50 e 100 Lire, ma in quel periodo avevano lasciato il posto a caramelle, chewing gum, gettoni telefonici, francobolli e ad ogni altra sorta di sostituti: le monete erano poche o niente. al tramonto del 1975, i miniassegni furono un notevole sollievo per chi era stufo di trovarsi le tasche piene di dolciumi e cianfrusaglie varie. Fu allora che cominciai a tenere da parte quelli ancora FDS o quasi... Uno dei primi miniassegni emessi. Fu l'Istituto San Paolo di Torino col taglio da 100 Lire il primo ad immettere nella circolazione un Miniassegno.
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  48. Invece,per quella del 1747,il taglio è a treccia e l’asse ugualmente alla tedesca.
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  49. Ecco un esempio della fattura delle monete napoletane dell'epoca... questo è un carlino del 1684 un altro rovescio spettacolare insomma :D
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