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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/09/23 in Risposte
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Mi autocito per postare quanto promesso tempo fa. Faccio una breve premessa. Quando si fa una pubblicazione si può star pur certi che appena si va in stampa viene fuori una moneta inedita. Una sorta di legge di Murphy che colpisce gli autori... E secondo voi io potevo essere immune a tale "legge"? Dopo pochi mesi dalla pubblicazione de "Lo duca de Sora" in cui catalogo le sue monete, ecco apparire sul mercato numismatico un cavallo inedito battuto a nome di Pietro Giovanni Paolo Cantelmo. Ovviamente in questi casi non vi è nessuna colpa da parte dell'autore essendo la moneta mai stata censita... però che sfortuna! Una moneta sostanzialmente rimasta invariata (salvo piccole varianti) dai tempi in cui fu correttamente classificata dal Lazari nel 1856 che ne sciolse la legenda, ha atteso di apparire a qualche mese di distanza dalla mia pubblicazione! Ovviamente ho subito scritto una addenda allo studio precedente pubblicandola per continuità editoriale nel quaderno di studi "Appunti Numismatici 2023" edito dal Circolo Numismatico Romano-Laziale in cui presento la nuova variante inedita e ipotizzo i motivi della sua particolare coniazione. Fatta questa doverosa premessa, finalmente la moneta: Come si può osservare la moneta si presenta come il classico cavallo con i gigli dell'arme di Francia racchiusi in uno scudo gotico coronato ma, a rendere inedita la moneta, è la presenza al R/ di cerchietti posizionati in numero di 4 negli spazi tra le braccia della croce ancorata. Qualcuno magari malignamente sorriderà per quanto avvenuto, io invece sorrido perché questa nuova variante ha permesso di ravvivare la ricerca che sembrava ormai destinata a finire. Ennesima dimostrazione che la parola fine in Numismatica non esiste. E la ricerca continua...8 punti
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Confermo, si vedono anche A e D di FRA DAN... Venivano tosati così per somigliare ai nuovi soldini di Andrea Dandolo, lucrando sulla differenza di metallo nobile. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Ciao a tutti! Oggi Aggiungerei questi 5 centesimi spiga e un one cent usa. Passabili come horror?? Misto patina sporco diciamo 😅 saluti3 punti
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Casariego, Antón; Cores, Gonzalo; Pliego, Francisco Catálogo de Plomos Monetiformes de la Hispania Antigua. Madrid 1987 Acquistato oggi da uno studio numismatico in 2a mano2 punti
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Sinceramente non mi sta bene questa cosa. Ho mandato un sms anche all'autrice dell' annuncio,avvisandola della riproduzione e che deve specificarlo. Non posso far altro.2 punti
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@Releo Visto che ti piacciono i mezzi carlini di Filippo III ti posto un esemplare per me particolare...2 punti
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Buonasera a tutti, ripropongo il Magliocca 37/1 R5 Filippo III, sigle GI GF sotto il busto e perlinato intorno al Tosone nel rovescio.2 punti
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Concludo con questo Half penny 1877 della Regina Vittoria,2 punti
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Ricevuto ora l’utilissimo e molto bello, come sempre, aggiornamento di Bibliografia Numismatica Italiana per il periodo 2015 - 2022, complimenti all’autore Bernardino Mirra per questa ulteriore opera. Lo consiglio a tutti quelli che vogliono iniziare un lavoro più o meno importante di numismatica per consultare le fonti già pubblicate, da qui si deve partire !2 punti
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Albania, 1 Lek 1926 Roma, moneta classificata rara dal Montenegro , coniata in 1 milione di esemplari, pescata a 1 euro (peccato per il colpetto...)2 punti
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Ciao @dracma, Concordo che non sia la scelta più credibile individuare nel sottotipo un’emissione di Taranto. La Sicilia sembra, ancora una volta, l’origine della moneta su cui hanno riconiato gli zeccherei crotoniati. E direi più precisamente Gela. Propongo a scopo puramente esemplificativo un confronto tra il particolare dell’esemplare che verrà esitato da Roma Numismatics, citato nella nota al lotto 66, ed un dettaglio del rovescio di un didrammo geloo (nello specifico conio R20 del Jenkins): Non un delfino ma la zampa destra piegata di un toro androprosopo.2 punti
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Grazie per il contributo @Rocco68. Questo il mio Coronato con croce potenziata. Zecca: Napoli. Segni zecchiere dietro busto e sotto croce: C / C. Peso: 3,95 grammi.2 punti
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Buonasera questo è il mio primo post e vorrei avere il vostro parere su questo zecchinino di Francesco Erizzo. Come potete notare nella legenda del dritto finisce con S M VENE e non con VENET, per quello che ho potuto ricercare nei database online e sul CNI questa variante non l'ho vista, sul Papadopoli purtroppo non ho potuto verificare. Ringrazio sin d'ora a quanti vorranno rispondere. Giovanni Melior est sapientia qvam vires Francesco Erizzo doge XCVIII, 1631-1646 Zecchino, AV 3,49 g. FRANC ERIZZO S M VENE S. Marco, stante a s., porge il vessillo al Doge genuflesso; lungo l’asta, D V X. Rv. SIT T XPE DAT Q TV – REGIS ISTE DVCAT Il Redentore, benedicente, stante di fronte entro aureola ellittica. Paolucci 1. CNI ¾1 punto
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Vi mostro questa bellissima moneta di Alletto: Allectus Æ 'Quinarius'. 'C' mint, circa AD 293-296. IMP C ALLECTVS P F AVG, radiate and cuirassed bust to right / LAETITIA AVG, galley sailing to right; QC in exergue. RIC V.2 124; Burnett, Coinage 210. 3.08g, 20mm, 6h. https://www.romanumismatics.com/314-lot-733-allectus-a-quinarius?auction_id=229&view=lot_detail1 punto
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Da povero dilettante numismatico credo che la nota 56 sia stata una bella figura di m...da parte di chi ha collazionato la monografia...secondo me è stata fatta a quattro mani (da più persone) anche se forse non sapremo mai la verità...se leggete la monografia e il punto dove si richiama a questa nota 56, noterete che ci azzecca ben poco...non era pertinente al paragrafo..di una cosa però sono certo...chi ha inserito quella nota si è preso una bella LAVATA DI CAPO da parte dei soliti Ing,..Grand Uff...Prof...Mammasantiss...🤣 Sarebbe interessante sapere da quale FONTE è sgorgata la nota 56...comunque non posso che ringraziare chi l'ha inserita, perchè così facendo ha messo in luce ancora una volta tutte le manchevolezze di chi pontifica e si spaccia per Grande Saccente numismatico. Errare è umano ma perseverare è più che diabolico. In precedenza ho letto che si giustifica il silenzio della SNI poichè questa si occuperebbe solo della monetazione classica..strano...perchè mi pare che negli anni 70 è stata data gran cassa alle monete del 1940 Anno XVIII, scoperte dal D'Incerti..Che forse sapere oggi che esiste una lire 100 1940 PROOF non ha lo stesso valore numismatico...stiamo scherzando vero? PROOF in zecca di Roma nel 1940? Una notiziona...ma però ...silenzio tombale....forse perchè potrebbe infastidirsi qualcuno??1 punto
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Ciao, ho acquistato alcuni giorni fa un sesterzio di Alessandro Severo totalmente nero che condividerò quando mi arriverà. Le tue sono belle domande e sono quelle che mi sono posto anche io. Le patine nere nei sesterzi da quando ho potuto capire sono rare ed ovviamente correlate fortemente al luogo di stazionamento prima di essere ritrovati (parlo di quelle autentiche). Resto anche io in attesa di interventi a tal proposito 🙂 ANTONIO1 punto
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Alessand90, potresti chiarirmi cosa intendi definendo il rovescio del bottone "tipo a livetto" ? E' un termine che non conosco, grazie.1 punto
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Un episodio, forse solo un aneddoto @apollonia raccontatoci da Svetonio, su un " incontro " tra Alessandro e Giulio Cesare, reso in una incisione ancora ottocentesca di Lodovico Pogliaghi ( 1857-1950 ) .1 punto
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Bellissimo cavallo, con i 4 cerchietti negli spazi tra le braccia della croce. Attendiamo di leggere l'articolo.1 punto
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A breve in asta uno statere incuso a tondello stretto di Crotone: Roma Numismatics, E-sale 107, 16.3.2023, 66 https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=6592&lot=66 Bruttium, Kroton AR Stater. Circa 480-430 BC. Tripod-lebes, legs terminating in lion's paws, with ornaments on the bowl; heron standing to right on left, ϘPO to right / Incuse tripod-lebes, legs terminating in lion's paws, ornaments in relief. SNG ANS 260; HN Italy 2102; HGC 1, 1449. 7.61g, 21mm, 2h. Near Very Fine; overstruck on an issue of Tarentum, the outline of a dolphin being visible in the rev. right field. Il confronto con SNG ANS 260 appare alquanto generico in quanto i conii sembrerebbero identificabili, piuttosto, con quelli che hanno battuto gli esemplari indicati di seguito: CGB.fr, Internet Auction April 2021, 636499 https://www.acsearch.info/search.html?id=8095777 CNG, Electronic Auction 477, 2020, 23 (Whetstone Coll.) CNG, Electronic Auction 266, 2011, 26 (Deyo Coll. Ex Coin Galleries, 10.4.1985, 49) Tuttavia l’elemento che più mi lascia perplesso è la notazione relativa alla presunta riconiazione dell’esemplare su una moneta di Taranto, desumibile dal contorno del delfino (?) visibile al rovescio. A prescindere che le riconiazioni attestate nel corso della fase incusa a tondello stretto di Crotone sono pressoché interamente effettuate su numerario siceliota (Agrigento, Gela, Leontinoi, Siracusa), come ben rilevato dagli studi di Garraffo, avrei non poche difficoltà nel riconoscere al rovescio tracce del sottotipo tarantino e mi piacerebbe sentire altri pareri in proposito.1 punto
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Non te la prendere Davide, in numismatica come anche tu stesso hai scritto, non c'è mai fine alla ricerca, soprattutto poi per questo tipo di monetazione e per il periodo molto breve e travagliato. I cavalli, soprattutto quelli di Ferdinando, sono una vera e propria miniera e questo vale anche per tutti gli altri regnanti. Però effettivamente questa variante, molto interessante tra l'altro, poteva uscire fuori un po prima, non per altro per il tempo che poteva passare più a lungo tra la pubblicazione del libro e una nuova variante. Comunque ciò non toglie proprio niente al grande lavoro da te svolto nello studio e nella pubblicazione di queste care monete.1 punto
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Salve Liucksky03, il motivo gli assomiglia ma l'Aquila è di foggia differente. L'Aquila ad ali tese orizzontalmente era anche usata dalla R.S.I., ma francamente non ho idea a quale divisa possa appartenere. Sarebbe interessante vederne il rovescio. saluti.1 punto
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Ciao, su questo catalogo sono descritti 33 esemplare della serie.1 punto
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Ciao @Litra68 Ad osservarla attentamente si intravede a sinistra il monogramma di Marco Antonio de Leo ( MAL )1 punto
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I quarti di dollaro standing liberty in scarsa conservazione solitamente si trovano con l'intera data scomparsa, ne ho viste veramente molte con la data fantasma, in questa si è salvata ed è visibile nonostante tutto, ottimo1 punto
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Buonasera, condivido i miei due Coronati Croce/Busto presenti in Collezione. Vi sarei grato se mi potreste fornire i riferimenti bibliografici. Il secondo, fortemente tosato1 punto
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Ringrazio il prof. Mirra @Liutprand per l'impegno profuso nella stesura di questo caposaldo nel panorama della letteratura numismatica italiana.1 punto
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Fa comunque piacere, ed è un orgoglio per me poter apparire in una pubblicazione come la sua assiame a tante opere e scritti sicuramente molto più prestigiosi dei miei. La ringrazio ancora e le rinnovo i complimenti1 punto
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Grazie per i suggerimenti. Alla fine abbiamo scelto una 1oz rubbit, lunar calendar, della royal australian mint. Tiratura 5000 pz Spread 9,7% rispetto al fino contenuto.1 punto
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Fai attenzione che i coronati danno assuefazione. Si comincia con uno e ci si ritrova a volerne sempre di più. Tra le varie tipologie note, quella con San Michele la trovo più affascinante. Hai postato due bei pezzi complimenti! Facendo un veloce salto indietro sulla sigla dietro al busto del primo coronato postato, V/c, va detto che finora tale sigla era nota unicamente sui coronati con l'arcangelo. Di recente però nel catalogare le monete di Napoli custodite presso il British Museum (The Italian Coins in the British Museum Volume 1: South Italy, Sicily and Sardinia) ho avuto modo di osservare un coronato della tipologia precedente (tipo con croce/busto) in cui sotto la croce si trova la classica C gotica mentre al R/ dietro al busto la sigla V/c. Esemplare finora inedito e che potrebbe permettere un'aggiornamento cronologico fra le varie emissioni. L'ipotesi potrebbe essere che, considerando una continuità di servizio dello zecchiere identificato dalle sigle V/c, quello conservato nel British Museum sia l'ultimo coronato del tipo Croce/busto per poi iniziare la coniazione con il nuovo tipo con l'arcangelo apponendo sempre le stesse sigle V/c. Tale ipotesi però è fortemente in contrasto con l'evidenza dei ritratti sulle monete. Il ritratto del sovrano nel tipo croce/busto - sigla V/c - si presenta maturo ma assimilabile al tipo e sicuramente precedente al coronato con l'arcangelo siglato dal Tramontano (per intenderci il secondo da te postato) mentre il coronato con l'arcangelo sigla V/c (il primo da te postato) presenta un busto cosiddetto anziano del re. In base a tali evidenze appare evidente che colui che ha apposto le sigle V/c su questi coronati ha lavorato in zecca in almeno due periodi distinti. Una ulteriore conferma su come sia complicato cercare di creare una sequenza cronologica delle varie emissioni basandosi sulle sigle oltre ovviamente alla loro paternità. Spero di essere stato chiaro... Se mi lascio prendere dall'argomento cerco di non essere prolisso ma mi risulta difficile.1 punto
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non guardare ebay....si inventano errori di conio, rarità che non esistono per trovare il pollo da spennare....se hai delle monete ed hai dei dubbi chiedi info qui ( per di più la foto dell'inserzione è sfocata e pare abbia un doppio bordo a destra1 punto
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Coronato con Arcangelo e scudo circolare. Segno zecchiere dietro busto: T. Peso: 3,98 grammi.1 punto
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Bello e raro pezzo, complimenti! Credo che la sigla al D sia Vc con la c posta in basso rispetto alla V. Non sempre visibile ed ecco perché a volte viene indicata la sola V. Mastro ancora ignoto tra l'altro se non erro. I coronati sono tra le monete più belle del periodo e rappresentano appieno l'uso "propagandistico" della moneta da parte dei sovrani aragonesi. Bel pezzo complimenti!1 punto
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Attianese nel suo volume Kroton. Le monete di bronzo (2005) riporta alcuni esemplari "da scavo" ed interpreta le sigle come e .1 punto
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Aggiungo un breve contributo di Ross Holloway nel volume a cura di M. Amandry e S. Hurter, Travaux de numismatique grecque offerts a Georges Le Rider, London 1999, dove viene presentato e discusso un ulteriore esemplare (di cui in calce allego ingrandimento):1 punto
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Trattasi di uno splendido e rarissimo Tallero di Margherita di Foix moneta di estrema rarità e passata nelle aste mondiali non più di quattro o cinque volte negli ultimi 70 - 80 anni ed è classificata dal CNI al n: 138, dal Ravegnani Morosini al n. 14, dal MIR al n. 137; una delle monete più eleganti e, in un certo senso, "gotiche" del primo cinquecento Italiano. Ho avuto modo di osservare attentamente ed a lungo, ed a condividere, un originale autentico di tale moneta acquistata da un caro amico, appassionato ed esperto collezionista di monete della zecca di Carmagnola (riuscì a farla sua dopo un trentennale inseguimento con l'asta 56 di Varesi lotto 406). Mi sono soffermato parecchio ed in più occasioni ad osservarla e, anche perché aiutato dall'entusiasmo del neo-proprietario, non ho potuto fare a meno di constatare personalmente la notevole fattura del conio e l'originalità del ritratto (busto velato della Marchesa in forte rilievo) una vera scultura di seducente attualità anche se eseguita 500 anni fa, ma nel contempo....delicato, oserei dire, forse grazie a quel velo che scende fluente dal capo. Il "Corpus" in una nota avverte: "questo pezzo è ritenuto da alcuni una medaglia per il rilievo e per il rovescio, da altri come moneta per il peso e la presenza delle sigle degli zecchieri. Infatti il peso, uguale a quello del Tallero, e più ancora la sigla (IIC per i fratelli Da Clivate) fanno ritenere che il pezzo avesse corso legale e fosse dunque moneta a tutti gli effetti, anzi, come ricordato da Liutprand, moneta di ostentazione. Il Ravegnani ed il Roggiero indicano come probabile autore o collaboratore nell'opera della moneta lo scultore Benedetto da Briosco, amico e "compare mio maestro Benedetto" di Leonardo Da Vinci vissuto a Saluzzo alcuni anni, coincidenti con il periodo di coniazione della moneta, autore del mausoleo gotico di Ludovico II nel coro della Chiesa di San Giovanni. L'artista Lombardo non era un incisore, ma si può a ragione pensare che ne fu il disegnatore. L'esperto numismatico Clelio Varesi (il padre di Alberto) anni fa scriveva: "Tengo a precisare che il fatto che esistano esemplari diversi dall'argento non può assicurare si tratti di medaglia, prova ne sono alcune monete Milanesi d'argento che sono state coniate in oro o in rame. Esemplari coniati con metalli diversi da quelli usati per la normale emissione potrebbero essere considerati "prove di conio" o "emissioni speciali". Lo storico ed artista Saluzzese Franco Giletta nel saggio "La Tavolozza di Leonardo" così descrive la moneta: " l'effige della marchesa, ritratta di profilo verso sinistra, con il capo coperto da un velo (probabile raffigurazione del velo vedovile in omaggio al compianto Ludovico II). La figura é rappresenta con una sensibilità, oserei dire "Leonardesca" nella resa del profilo e nel delicato panneggio del velo. Il rovescio della medaglia è caratterizzato da una sofisticata simbologia ermetica: l'albero sradicato e senza fogliame (con uno stupendo intreccio di rami che parrebbero quasi ispirarsi ai già citati nodi Vinciani della Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano, in cui sono anche presenti delle raffigurazioni di stemmi appesi agli alberi) potrebbero rappresentare la scomparsa di Ludovico, lo stemma la continuazione dinastica, l'uccello il desiderio di salvare l'anima e sperare nel futuro con l'aiuto di Dio." Un amico mi comunica che all'asta Kunker di Berlino del 2 febbraio il tallero (bel rovescio, peccato per i numerosi graffi proprio sul velo di Margherita) è stato stato venduto alla bella cifra di € 27.000 + diritti (oltre cinque volte la base). Conteso tra circa15 partecipanti. Che dire, si può parafrasare una nota e famosa frase cinematografica: "E' il mercato, bellezza! il mercato! E tu non puoi farci niente!, niente!" Il mercato ha deciso che trattasi di una MONETA=tallero di ottima fattura e di particolare pregio.1 punto
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Grazie a tutti. Spero di aver fatto qualcosa di utile. Nel caso avessi dimenticato qualcosa o qualcuno....non sparate sul pianista.😀1 punto
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Moneta affascinante! Riporto la nota storico-numismatica dell'asta NAC 32 del 2006: "Questo tallero del peso corrispondente a 40 grossi è stato oggetto di studio da parte di diversi esperti, ma nonostante ciò, l’interpretazione della sigle IIC alla fine della leggenda del rovescio è ancora dibattuta. Tre sono le interpretazioni più accreditate: l’Hill vi legge una errata trascrizione di ETC. Armand e Forrer vi riconoscono invece le sigle dell’incisore tedesco Giovanni Clot operante a Genova nella metà del XVI secolo. Infine, vi è l’ipotesi del Ravagnani-Morosini, a nostro giudizio la più plausibile, che vi identifica le sigle dei fratelli da Clivate, appaltatori della zecca di Carmagnola dal 19 gennaio 1515. Il conio, non firmato, dovrebbe essere opera di Benedetto da Brioso, amico dei da Clivate, a cui tra l’altro furono affidati i lavori della chiesa di San Giovanni. Margherita di Foix, seconda moglie di Lodovico II Marchese di Saluzzo, fu donna raffinata e colta e al tempo stesso dal carattere deciso. Nel 1504, alla morte del marito, assunse la reggenza per il figlio Michele Antonio e di fatto governò il marchesato per 24 anni fino alla di lui morte, avvenuta nel 1528. Fu sempre lei ad imporre la successione del terzogenito Francesco, più mansueto del fratello maggiore Giovanni Ludovico. L’albero secco e sradicato raffigurato al rovescio rappresenta la morte di Ludovico di Saluzzo, mentre lo stemma con le armi di Saluzzo e Foix appeso ai rami, indica la volontà da parte della vedova e del figlio di continuare l’opera di Ludovico e la dinastia. Per quanto concerne la presenza dell’uccellino rimandiamo al "Dizionario Ragionato dei Simboli" di Giovanni Cairo, Milano 1922, dove il volatile viene identificato con lo sforzo di salvare l’anima amata dal naufragio della morte. Tale interpretazione è suffragata dalla leggenda del rovescio. Ravagnani-Morosini nella sua opera ventila l’ipotesi che possa trattarsi di una medaglia, ma il peso, corrispondente esattamente a 40 grossi ci fa ritenere che invece si tratti di moneta". Michele1 punto
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