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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/10/23 in Risposte
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Buongiorno a tutti, ho appena acquistato un raro esemplare di biglietto delle Regie Finanze riconosciuto falso all'epoca. Si tratta dello stesso esemplare illustrato sul Mutti e a mia conoscenza è l'unico falso esistente di questa monetazione. Ma la mia conoscenza è scarsa e per questo vorrei un parere da qualche esperto. Scrivo questo posto per chiedervi se qualcuno conosce personalmente Alberto Trivero e può passarmi in privato il suo contatto. So che scriveva su questo forum con il nick Antvwala ma sono anni che non si connette. Grazie mille4 punti
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Comunque, se vuoi la card d'ingresso libero a questo museo (quella di numys ottenuta più di un'anno fa) Dovresti cambiare l'avatar con uno figurativo.3 punti
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Salve. Condivido una piastra 12 carlini 1799. Repubblica Napoletana. Variante: " NAPOLITAN ". Spero sia tutto in regola e non ci siano dubbi sull'autenticità. Un caro saluto a tutti.3 punti
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Ormai sto raggiungendo quell'età in cui tutto mi scivola addosso quindi figuriamoci se me la prendo per una cosa del genere. Anzi come scritto è stato uno spunto ulteriore per approfondire nuove ricerche. E poi l'importante è che sia tornata a casa! 😇 Grazie mille! Grazie Elio, il 26 avremo modo di parlarne.3 punti
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Secondo me esistono con e senza virgola, ma possibilmente nel dopo guerra la stampa non era priva di imperfezioni e non se ne curavano, del resto è un piccolo dettaglio. Tra i miei vaglia cambiari, in buona sostanza quelli che sono stati presi a modello, trovo la stessa "anomalia". Assenza della virgola nell'assegno verde >> Sarebbe interessante trovare anche un esemplare senza la prima virgola, comunque non lo ritengo un vero errore di stampa, ma senza alcun riferimento sul fatto che possono coesistere sia con la virgola o meno, rimane solo una mia ipotesi. La gazzetta ufficiale nel decreto ministeriale di emissione si limita a riportare: A sinistra, in angolo, è stampata la lettera maiuscola « N » alla quale segue il numero progressivo.2 punti
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Ciao Massimo ed anche @Fiore151 È per questo che io gentilmente ho segnalato al venditore che è una riproduzione ed è per questo che ne stiamo parlando nella medesima discussione,alla luce del sole. Cosí se sta qualcuno che vuole leggere.....legge. Piú di questo.... Non si può segnalare. Non con le modalitá della piattaforma. O meglio,non vi sono le giuste opzioni per segnalare QUESTO CASO specifico. Ecco Quella nota aggiuntiva che ha messo DOPO il venditore nella 9 foto,dovrebbe FARNE PARTE del titolo. A noi lamonetiani appassionati "purtroppo" piace la CHIAREZZA.2 punti
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Non mi sembra di ricordare molte monete con archi di trionfo raffigurati nei rovesci , alcuni esempi di Claudio , Augusto e Traiano . Quello di Claudio era ubicato in Via Lata , attuale Via del Corso , scomparso Quelli di Augusto erano nel Foro , scomparsi Quello di Traiano era ubicato all' ingresso del suo Foro2 punti
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Da wikipedia: "Alegorìa del café y el banano" del pittore italiano Aleardo Villa, 1897 Tra parentesi, l'allegoria mi pare piccante: l'uomo che regge il casco di banane al centro del dipinto guarda compiaciuto il gruppo di donne e così facendo le banane e quella posa "fallica" diventano un'allegoria sessuale (mia impressione..)2 punti
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Confermo, si vedono anche A e D di FRA DAN... Venivano tosati così per somigliare ai nuovi soldini di Andrea Dandolo, lucrando sulla differenza di metallo nobile. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Mi autocito per postare quanto promesso tempo fa. Faccio una breve premessa. Quando si fa una pubblicazione si può star pur certi che appena si va in stampa viene fuori una moneta inedita. Una sorta di legge di Murphy che colpisce gli autori... E secondo voi io potevo essere immune a tale "legge"? Dopo pochi mesi dalla pubblicazione de "Lo duca de Sora" in cui catalogo le sue monete, ecco apparire sul mercato numismatico un cavallo inedito battuto a nome di Pietro Giovanni Paolo Cantelmo. Ovviamente in questi casi non vi è nessuna colpa da parte dell'autore essendo la moneta mai stata censita... però che sfortuna! Una moneta sostanzialmente rimasta invariata (salvo piccole varianti) dai tempi in cui fu correttamente classificata dal Lazari nel 1856 che ne sciolse la legenda, ha atteso di apparire a qualche mese di distanza dalla mia pubblicazione! Ovviamente ho subito scritto una addenda allo studio precedente pubblicandola per continuità editoriale nel quaderno di studi "Appunti Numismatici 2023" edito dal Circolo Numismatico Romano-Laziale in cui presento la nuova variante inedita e ipotizzo i motivi della sua particolare coniazione. Fatta questa doverosa premessa, finalmente la moneta: Come si può osservare la moneta si presenta come il classico cavallo con i gigli dell'arme di Francia racchiusi in uno scudo gotico coronato ma, a rendere inedita la moneta, è la presenza al R/ di cerchietti posizionati in numero di 4 negli spazi tra le braccia della croce ancorata. Qualcuno magari malignamente sorriderà per quanto avvenuto, io invece sorrido perché questa nuova variante ha permesso di ravvivare la ricerca che sembrava ormai destinata a finire. Ennesima dimostrazione che la parola fine in Numismatica non esiste. E la ricerca continua...2 punti
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Nei Sec. XVI e XVII il personale della Zecca di Napoli era diviso in due categorie: gli Ufficiali e gli operai. I primi, in numero di nove, erano contraddistinti e remunerati in base alle loro funzioni ed al modo con cui erano venuti in possesso dell'ufficio. Il Mastro di Zecca. Era responsabile del buon andamento di tutti i lavori ed ordinava la coniazione delle monete sui tre metalli, in applicazione delle norme emanate dalla Regia Corte. Aveva il diritto di apporre le sue iniziali sulle monete. Il Credenziere maggiore, o della bilancia grande, campionava e «liberava» le monete. Il Credenziere della Sajolla, o della bilancia piccola, pesava le monete, pezzo per pezzo, durante la coniazione. Il Mastro di prova. Eseguiva le prove dell'oro e dell'argento che entrava nella zecca e delle bontà del metallo con cui venivano coniate le stesse monete. Apponeva la sua sigla sulle monete. Il Mastro di cugno. Lavorava i conii ed i punzoni per le monete e vi apponeva anch'egli la sua sigla. Il Comprobatore. Assisteva il Mastro di prova nelle sue funzioni. Il Guardaprova. Assisteva agli assaggi delle monete coniate e conservava di ogni liberata alcuni pezzi. Il Campione. Vigilava sul buon funzionamento delle bilance e dei pesi delle monete. Il Giudice delle differenze. Derimeva eventuali controversie tra il Mastro di prova ed il Comprobatore. Tutti gli ufficiali della Zecca avevano diritto ad un determinato numero di aiutanti. Gli operai invece erano divisi e remunerati secondo il lavoro che svolgevano. Gli Obrieri. Avevano la funzione di ridurre in «zagarelle», o lamine, i pezzi quadrangolari di metallo necessario per la coniazione. Gli Affilatori. Mediante forbici adatte riducevano in tondelli le lamine e ne verificavano il peso. I Coniatori. Erano gli operai addetti ai lavori di coniazione delle monete. I Trafilatori. Erano addetti alle trafile, ossia a quella macchina, composta da due cilindri metallici, che rendeva lisce le lamine (questa macchina entrò in funzione con la coniazione al bilanciere). Ad ogni trafila erano addetti cinque operai. Fonte: G. De Sopo, Le monete di Napoli. L’evoluzione della tecnica monetaria e le varianti della zecca napoletana dal 1516 al 1859. Luigi Regina Editore - Napoli - 1971.1 punto
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Per condivisione: D\ + FERDINANDVS : PRINCEPS CASTEL Campo inquartato con le armi di Aragona nel 1° e 4°, di Castiglia e Leon nel 2° e 3°, entro circolo lineare. R\ REX: SICILIE: ET : ARAGONV Stemma coronato di Aragona e Sicilia, a d. sigla C, entro circolo lineare.1 punto
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Buon giorno a tutti, Il Circolo Numismatico Romano-Laziale è lieto di annunciare che il 28 aprile 2023, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si terrà la Giornata di Studi: La Moneta a Roma: dai Barbari all’Era Moderna L’evento è organizzato dal Circolo Numismatico Romano-Laziale, promosso dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina e patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma Programma Moderatore: Riccardo Sideri Ore 10:00 - Saluto della Presidente dell’Assemblea Capitolina: Svetlana Celli Ore 10:15 - Riccardo Sideri: Saluti e apertura del Moderatore Ore 10:30 - Bernardino Mirra: La Moneta a Roma, 25 secoli di Storia Ore 11:00 - Fabio Scatolini: Invicta Roma: le emissioni dalla caduta dell’Impero Romano alla fine del periodo bizantino Ore 11:45 - Giorgio Fusconi: Le prime emissioni pontificie: gli Antiquiores Ore 12:30 - Eventuali domande del pubblico Ore 13:00 – Pausa pranzo Ore 15:00 - Gianluca Mandatori: Da Provins al Campidoglio: fortuna, evoluzione e diffusione del denaro provisino Ore 15:45 - Bernardino Mirra: Gli Hamerani, una dinastia di incisori Ore 16:30 - Davide Fabrizi: Presentazione del volume “Lo Duca de Sora” Ore 17:15 - Eventuali domande del pubblico Per qualsiasi informazione contattare: [email protected]1 punto
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Ciao a tutti, questa sera vi parlo di una moneta che qui sul forum non è mai stata presentata. Come da titolo, si tratta del testone di Paolo V per Ferrara. Paolo V (1605-1621), Ferrara, Testone. Munt 211, CNI 112, MIR 1605/1. D/: Busto a destra con camauro e mozzetta. . PAVLVS . V . BURGH . PONT. MAX +. In basso nel giro in fuori: ++1619+ R/: Il Santo con elmo non piumato, in armatura a cavallo galoppante a destra, in atto di trafiggere con la lancia nelle fauci il drago in piedi a destra, retrospicente. . S . GEORGIVS . FER - RARIAE . PROTECT All'esergo, due armette ovali: a sinistra quella del cardinal legato Giacomo Serra, sormontata da cappello; a destra, quella della città di Ferrara, sormontata da corona. Nel mezzo +. T/: liscio. Peso 9.56 g Al rovescio, è protagonista San Giorgio, patrono di Ferrara. È rappresentato secondo i caratteri tipici della sua iconografia, in armatura a cavallo, intento ad uccidere il drago. La leggenda narra che Giorgio fosse un nobile cavaliere errante, originario della Cappadocia (nell’attuale Turchia), di fede cristiana. Apostolo su un bianco cavallo, giunse un giorno nel regno di Silene, in Cirenaica, che era funestato dalla presenza di un terribile drago, la cui forza distruttrice poteva essere contenuta solo da sacrifici umani. Fu proprio il “soldato di Cristo” a salvare dalle fauci del mostro la figlia del re, e come ricompensa non volle né onori né denari, ma che tutto il popolo si convertisse ricevendo il battesimo. La rappresentazione di san Giorgio che combatte con il drago è in assoluto una delle più diffuse nell’arte cristiana, in epoca medievale ma ancora nei tempi moderni, in Occidente come in Oriente (dove il cavaliere è annoverato fra i megalomartyroi, cioè i santi per eccellenza della tradizione ortodossa). Numerosissime sono le varie rappresentazioni di San Giorgio e il drago nella storia dell'arte. Ve ne allego due, celeberrime, quella di Paolo Uccello e di Raffaello. Nella provincia di Ferrara il culto è particolarmente diffuso poiché spesso, nella credenza popolare dell'Alto Medioevo, il Po e altri corsi minori venivano considerati la tana di un drago, che san Giorgio avrebbe ucciso salvando gli abitanti. In realtà il drago è stato identificato come metafora della pericolosità delle piene del fiume, che rischiavano di distruggere Ferrara e gli altri centri della zona. A Ferrara le due chiese principali gli sono dedicate. Sempre a Ferrara, gli è dedicato il palio, nel quale il premio è appunto il drappo del "santo Zorzo" (san Giorgio nel locale dialetto). Sempre al rovescio della moneta è presente lo stemma della città di Ferrara, che è costituito da uno scudo perale diviso orizzontalmente a metà, con la parte superiore di color nero e la parte inferiore di color argento. Lo scudo è timbrato da una corona ducale, ricordo del periodo ducale della città. Da un punto di vista numismatico, si tratta di una moneta ritenuta rara, che compare abbastanza di frequente sul mercato. Dei due anni di coniazione (1619 e 1620), il 1619 è sicuramente più raro, in base ai passaggi che ho registrato sul mercato, nonostante il MIR assegni R al 1619 e RR al 1620. Nella grande maggioranza dei casi però la conservazione non va mai oltre il BB ed in genere si tratta di un conio che presenta spesso debolezze, salti e ribattiture. Questo esemplare, sicuramente superiore alla media, appare scevro dai difetti maggiori e si presenta ben impresso e corredato da una gradevole patina. Il significato dei segni "croce", "rosetta" e "stella" che compaiono nei testoni (e nei giuli) è di difficile interpretazione. Non si tratta di segni di zecca in quanto si accompagnano spesso alle iniziali F.R degli zecchieri Franchini e Rivaroli; è più probabile che siano segni di differenziazione delle varie emissioni. Michele1 punto
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L a moneta sole era per caravelle82 Se è ancora troppo grande usa questa c'è qualcosa che non va1 punto
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Danimarca: la più antica iscrizione riferita ad Odino scoperta su un disco d’oro Gli scienziati hanno identificato la prima iscrizione conosciuta riferita al dio nordico Odino su parte di un disco d’oro rinvenuto nel tesoro di Vindelev trovato da due archeologi dilettanti nel 2020. Uno dei più grandi tesori scoperti di recente, il tesoro di Vindelev contiene 800 grammi di oro. Trovati da due vecchi amici e archeologi dilettanti in un campo a Jelling, in Danimarca, gli antichi manufatti ora rivelano segreti del passato e riscrivono la storia antica! La scoperta è cruciale perché ora abbiamo prove della mitologia norrena 150 anni di quanto si pensasse e cioè all’inizio del IV secolo. Il tesoro scoperto in Danimarca includeva grandi medaglioni delle dimensioni di piattini e monete romane trasformate in gioielli. È stato portato alla luce nel villaggio di Vindelev, nello Jutland centrale, e soprannominato Vindelev Hoard. Gli esperti ritengono che sia stato sepolto 1.500 anni fa, per proteggerlo dai nemici o per placare gli dei. I motivi scoperti sul disco sono stati prodotti in matrici (timbri) di bronzo. L’iscrizione corre da destra a sinistra ed era originariamente scritta da sinistra a destra nella matrici. Gli studi su due medaglioni d’oro di 1.600 anni che fanno parte del tesoro hanno portato alla scoperta di lunghissime iscrizioni runiche in cui compare il nome del dio supremo degli Aesir, Odino. Un bratteato d’oro, un sottile pendente ornamentale, recava l’iscrizione “Egli è l’uomo di Odino”, con molta probabilità riferito a un sovrano. Sul medaglione d’oro c’è anche il ritratto di un re sconosciuto o di un uomo, che potrebbe aver avuto il (soprannome) nome “Jaga” o “Jagaz”. L’iscrizione corre in circolo attorno al motivo e mostra un volto di re visto di profilo e con una bella acconciatura. Davanti al viso sono una svastica e un semicerchio che forse simboleggiano il sole e la luna. Sotto la sua faccia si trova un animale a quattro zampe, presumibilmente un cavallo, con un’imbracatura marcata e qualcosa che gli esce dalla bocca. L’orecchio del cavallo punta verso la bocca aperta del re. . Questa straordinaria scoperta è stata fatta dal linguista Krister Vasshus del Museo Nazionale in Danimarca e dalla runologa e ricercatrice di sceneggiature Lisbeth Imer. “È una delle iscrizioni runiche meglio eseguite che io abbia mai visto”, ha detto Imer. Le rune sono simboli usati dalle prime tribù nordeuropee per comunicare per iscritto. I manufatti sono esposti al Museo Nazionale di Copenaghen. https://www.scienzenotizie.it/2023/03/09/danimarca-la-piu-antica-iscrizione-riferita-ad-odino-scoperta-su-un-disco-doro-48669181 punto
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Ehh ganzo anche così Avete fatto la vostra…una serata a decidere L avatar🤣🤣1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Adriano (117-138 d. C) con la personificazione della dea Provvidenza sul rovescio coniato a Roma nel 119-125 d. C. (almeno spero 🙂). La Provvidenza (Providentia) rappresentava per i romani la capacità di prevedere gli eventi futuri e quindi aveva un significato molto diverso da quello religioso di oggi dove è intesa come intervento di Dio nel governare ed indirizzare secondo il suo volere, a volte irrazionale ed inspiegabile per noi, tutti gli accadimenti della vita ( La Divina Provvidenza, appunto). È rappresenta stante, con scettro a sinistra ed indicante con il braccio destro un globo ai suoi piedi (l'Orbis Terrarum, che lascia intuire come forse i romani avessero già il concetto della forma sferica della Terra) su cui sembra vigilare. Da esame diretto il denario risulta coniato, abbastanza centrato ed ha circolato ottemperando alla sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18,50 mm 3,30 g RIC 133c Per archiviare questo imperatore devo solo trovare un sesterzio 🙂1 punto
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Nutro pochi dubbi sull'autenticità della moneta al di là della M. Peso e dimensioni confermano il fatto che la moneta sia in argento e non rivestita. Sicuramente le mie foto lasciano a desiderare non avendo una luce ottimale e potendole fare solo con il cellulare. Infatti la mia domanda iniziale non verteva sull'autenticità ma su una mia errata identificazione del simbolo dietro l'elmo. Posto altre foto che magari potranno aiutare una miglior valutazione. Per le macchie scure credo siano dovute al fatto che la moneta abbia subito variazioni chimiche dell'ambiente esterno ad esempio assenza di ossigeno e conseguente accumulo di anidride carbonica. Vi ringrazio però perché da ogni confronto si impara sempre qualcosa.1 punto
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Bella, rara e particolare emissione. Se non l'hai già mi permetto di consigliare il testo di Maurizio Bonanno - Le monete "locali" di Messina.1 punto
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Buonaserata mi aggancio a questa discussione, poiché vorrei farvi vedere un paio di patine a bersaglio, creatasi in modo diverso , su due monete da 1 lira 1909 e 1913, una più grande (1913) un'altra più piccola (1909)1 punto
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Nessun fraintendimento, tranquillo. Visto che sul catalogo l'immagine non c'è, potresti inserirla tu. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CLXIIG/61 punto
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Buonasera questo è il mio primo post e vorrei avere il vostro parere su questo zecchinino di Francesco Erizzo. Come potete notare nella legenda del dritto finisce con S M VENE e non con VENET, per quello che ho potuto ricercare nei database online e sul CNI questa variante non l'ho vista, sul Papadopoli purtroppo non ho potuto verificare. Ringrazio sin d'ora a quanti vorranno rispondere. Giovanni Melior est sapientia qvam vires Francesco Erizzo doge XCVIII, 1631-1646 Zecchino, AV 3,49 g. FRANC ERIZZO S M VENE S. Marco, stante a s., porge il vessillo al Doge genuflesso; lungo l’asta, D V X. Rv. SIT T XPE DAT Q TV – REGIS ISTE DVCAT Il Redentore, benedicente, stante di fronte entro aureola ellittica. Paolucci 1. CNI ¾1 punto
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suberata non è sicuramente: oltretutto il peso è ai livelli massimi dell'emissione. La M è insolita ma a mio parere la moneta è autentica. Anche le corrosioni sull'argento non lasciano dubbi1 punto
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Spero con tutto il cuore che la tua moneta (che, tra l'altro, pare suberata a vederla meglio) sia autentica. Ma, perdonami, i caratteri delle due scritte almeno dalla foto sono completamente differenti. Però io guardo una foto molto contrastata e tu hai l'originale in mano.1 punto
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Arco di trionfo di augusto - Colonia Patricia. Arco doppio su viadotto o acquedotto o monumento su edificio pubblico? Carro trionfale trainato da due elefanti Arco trionfale ? - Colonia Patricia Denario di augusto Arco doppio su viadotto o acquedotto Quadriga trionfale1 punto
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Arco Aziaco - augusto. Perduto parrebbe raffigurato solo su un denario Le fonti riportano un arco in onore di Ottaviano eretto nel Foro dopo la battaglia di Azio del 31 a.c. e la conquista dell'Egitto nel 30 a.c., per le quali venne attibuito un trionfo ad Ottaviano l'anno successivo al suo rientro in patria, cioè nel 29 a.c. Questo arco è conosciuto come “aziaco” proprio in onore della vittoria dei Romani nella battaglia di Azio. Una lunga iscrizione di ben m. 2,67 su questo arco venne ritrovata nel 1546, con dedica ad Augusto e la data del 29. Dell’arco rimane una rappresentazione monetale, che riporta l’arco di trionfo con la scritta IMP CAESAR. Inoltre nella moneta appaiono il volto di profilo di Augusto e Apollo alle redini del suo carro solare. Dell’arco aziaco di Augusto rimane anche un capitello dorico. Tutto quello che rimane dell'arco dovrebbe essere il capitellone qua sotto. Il resto deve essere stato demolito, reimpiegato o soggetto a processo di calcinazione https://www.romanoimpero.com/search?q=aziaco Vicino l’arco aziaco sono state rinvenute le fondamenta di quello partico. Le fonti antiche affermano che l’arco partico venne eretto nel 19 a. C., precisamente dopo la riconsegna delle insegne dell’esercito romano, guidato da Crasso, sconfitto a Carre nel 53 a. C. dai Parti. I Romani non potevano lasciare che il nemico si fregiasse delle loro insegne, perciò la riconquista di una di esse era vista come il riscatto dell’onore perduto. L’arco era a tre fornici e decorato da statue e iscrizioni. Sul fornice centrale vi era posta una quadriga imperiale in bronzo dorato, mentre ai lati erano posizionate le statue dei Parti, uno dei quali colto nell’atto di consegnare l’insegna all’imperatore. Ad oggi sono rimasti i resti dei pilastri che dovevano sorreggere i fornici e i resti dei pannelli di marmo che rivestivano l’arco: questi ultimi sono conservati nella Sala della Lupa, nell’Appartamento dei Conservatori (Musei Capitolini), all’interno del Palazzo dei Conservatori.1 punto
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Ci sono monetine che sono gioielli per esecuzione e rarità, anche se quest'ultima non sempre è riconosciuta. Ciò vale, ad esempio, per molti Giuli. Ne presento uno di papa Alessandro VIII (al secolo il veneziano Pietro Ottoboni) che il MIR classifica al nr. 2090/1 e considera R. In realtà la moneta è apparsa solo 2-3 volte in asta negli ultimi 20 anni, e sempre in conservazione medio-bassa; la rarità indicata è una specie di convenzione per il MIR, che a varie monetine "umili", ma decisamente rare, attribuisce una grado generico, quasi senza scala. L'esemplare proposto non è a mia conoscenza stato esitato in asta, ed è stato acquistato da un commerciante esperto ed appassionato. E' un "top pop" anche se mai chiuso in slab, a prescindere ...1 punto
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Quello di Francesco Dandolo è il primo soldo di Venezia. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao, da quanto ho potuto leggere è vero. Da autodidatta però, la curiosità di vederne uno dal vivo mi ha spinto ad acquistarlo. Nella descrizione non c'era scritto ovviamente che è stato ripatinato (se la ripatinatura è stata effettivamente applicata). Chissà 🙂 ANTONIO1 punto
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Le patina nera e' anche il più facile processo di brunitura di tantissimi restauratori, a me nn piacciono molto, solo un mio modestissimo parere1 punto
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Sinceramente non mi sta bene questa cosa. Ho mandato un sms anche all'autrice dell' annuncio,avvisandola della riproduzione e che deve specificarlo. Non posso far altro.1 punto
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DE GREGE EPICURI @ArkaAnche a me era capitato di prenderna una davvero bella e con patina verde circa allo stesso tuo prezzo, 15 anni fa, in un mercatino francese.1 punto
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DE GREGE EPICURI Che la giacitura sia la stessa in tutte le parti della moneta non è del tutto vero: ad es., in caso di ripostigli con monete di diversa composizione, la parte rimasta in contatto può assumere caratteristiche particolari.E mi vien da pensare che lo stesso potrebbe accadere se la moneta fosse in contatto con piccoli pezzi di minerale o metallo specifico. Però non me la sento di dire di più.1 punto
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DE GREGE EPICURI @ARES IIISicuramente un campo difficile, con poche monete reperibili e poca bibliografia, ma non per questo meno interessante. Personalmente, conosco poco le imitative in argento di questo periodo. Anzitutto (e lo dico in modo provocatorio) siamo sicuri che sia una imitativa e non un a moneta ufficiale? Certo il ritratto è abbastanza atipico, ma qui bisogna sentire @Ross14 Le scritte però sembrano del tutto congrue, cosa un po'insolita per una imitativa. Peso e diametro? E la moneta-modello qual è esattamente?1 punto
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@Releo Visto che ti piacciono i mezzi carlini di Filippo III ti posto un esemplare per me particolare...1 punto
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Da povero dilettante numismatico credo che la nota 56 sia stata una bella figura di m...da parte di chi ha collazionato la monografia...secondo me è stata fatta a quattro mani (da più persone) anche se forse non sapremo mai la verità...se leggete la monografia e il punto dove si richiama a questa nota 56, noterete che ci azzecca ben poco...non era pertinente al paragrafo..di una cosa però sono certo...chi ha inserito quella nota si è preso una bella LAVATA DI CAPO da parte dei soliti Ing,..Grand Uff...Prof...Mammasantiss...🤣 Sarebbe interessante sapere da quale FONTE è sgorgata la nota 56...comunque non posso che ringraziare chi l'ha inserita, perchè così facendo ha messo in luce ancora una volta tutte le manchevolezze di chi pontifica e si spaccia per Grande Saccente numismatico. Errare è umano ma perseverare è più che diabolico. In precedenza ho letto che si giustifica il silenzio della SNI poichè questa si occuperebbe solo della monetazione classica..strano...perchè mi pare che negli anni 70 è stata data gran cassa alle monete del 1940 Anno XVIII, scoperte dal D'Incerti..Che forse sapere oggi che esiste una lire 100 1940 PROOF non ha lo stesso valore numismatico...stiamo scherzando vero? PROOF in zecca di Roma nel 1940? Una notiziona...ma però ...silenzio tombale....forse perchè potrebbe infastidirsi qualcuno??1 punto
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Carini, sì, e sicuramente hanno fatto incuriosire un sacco di ragazzini portandoli verso la numismatica, ma... quanti danni fanno?1 punto
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Per me si tratta del Muntoni 2521 punto
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Non te la prendere Davide, in numismatica come anche tu stesso hai scritto, non c'è mai fine alla ricerca, soprattutto poi per questo tipo di monetazione e per il periodo molto breve e travagliato. I cavalli, soprattutto quelli di Ferdinando, sono una vera e propria miniera e questo vale anche per tutti gli altri regnanti. Però effettivamente questa variante, molto interessante tra l'altro, poteva uscire fuori un po prima, non per altro per il tempo che poteva passare più a lungo tra la pubblicazione del libro e una nuova variante. Comunque ciò non toglie proprio niente al grande lavoro da te svolto nello studio e nella pubblicazione di queste care monete.1 punto
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Nel seguire questa digressione sulle emissioni anonime, mi sono imbattuto in un libro che ho solo sfogliato ma potrebbe essere interessante. Vi propongo pertanto il link che permette di scaricare il testo qualsiasi formato Delle monete in senso pratico e morale1 punto
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Io sono un piccolissimo collezionista, per solo piacere. Sono consapevole che a mio figlio non interessano molto le mie variegate collezioni ( qualche autografo, qualche libro di pregio, qualche serigrafia autografata ed autenticata) e che pertanto saranno vendute. Inserirò clausula testamentaria che non potranno essere alienate se non dopo 20 anni dal mio saluto al mondo. Un saluto a tutti.1 punto
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Ciao a tutti, oggi posto per condividerlo con voi, un un sesterzio di Filippo II con patina verde intonsa, proveniente dall' Asta Roma Numismatics. Allego descrizione dell'asta: Philip II, as Caesar, Æ Sestertius. Rome, AD 244-246. M IVL PHILIPPVS CAES, bare head and draped bust right / PRINCIPI IVVENT, Philip II standing left, holding globe and spear; S-C across field. RIC 256a; C. 55, 56. 18.85g, 34mm, 1h. Ex Chapdelaine Collection, Roma Numismatics E-Sale 27, 28 May 2016, lot 789.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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