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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/14/23 in Risposte
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facile dirlo ora ma all'epoca pochi si sbilanciarono e buona parte della discussione era incentrata sull'autenticità o meno del pezzo. Personalmente quel pedigree cosi lungo, dettagliato e anche troppo pomposo mi suonava di artefatto. Mi autocito da quella discussione: Basta fare un controllo nelle principali opere antiche che trattano la numismatica romana, incluso i cataloghi della collezione Tiepolo ( ma anche della Farnese, il Vaillant, il thesaurus Morellianus e una buona dozzina di altre opere) che riportavano tutto il conosciuto dell’epoca e gli elenchi esaustivi delle prime grandi collezioni ( inclusa l’imperiale d’Austria). estremamente improbabile che di un esemplare del genere - presumably custodito da nobili e persone di cultura - non fosse stata data notizia in alcun modo.8 punti
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L home Land security da quando fa expertise affidabili sulle monete e la loro autenticità? A parte questo, l’hanno rilasciato immediatamente, quindi ….attendiamo almeno le udienze, anche se capisco che il tiro al numismatico è sempre uno degli sport preferiti dai talebani della cultura e anche di qualche collega o altro che ne vorrebbe beneficiare di questa situazione…. ma non fa assolutamente bene al mondo collezionistico questa caccia alle streghe, presunte o irreali che siano….già l’ambiente è mal visto, se poi gli diamo anche una mano noi stessi a classificarlo e incasellarlo come pozzo di nefandezze totale, poi non lamentiamoci dei sequestri arbitrari5 punti
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Buongiorno a tutti, ciao Beppe... Provo ad esporre il mio punto di vista, che può essere condivisibile o meno. Prendiamo in esame un campione di 18 Piastre 1836 (prese a caso) ed analizziamole solo al D/: Io, conto 13 diversi conii - ma potrei anche sbagliarmi e potrebbero essere 12 o forse 14. Bene, a mio avviso, si tratta quindi di tredici conii, tredici pezzi unici, effigi e legende con delle inevitabili - ma quasi impercettibili - differenze. Queste differenze di conio sono dovute al metodo artigianale di produzione dei conii, a parte alcuni piccoli dettagli - di cui abbiamo già largamente discusso - che potrebbero esser stati incisi con l'intento di poter riconoscere ogni specifico conio. Tredici DIFFERENZE DI CONIO e NESSUNA VARIANTE degna di nota. Ora, faccio un altro esempio ed allego la scansione di quattro mie Piastre 1836... Dalla scansione, dalle misurazioni e dalla comparazione tramite GIF, le differenze che si rilevano sono veramente minime e per questo, direi poco rilevanti, a parte la quarta piastra, che avendola in mano - già ad occhio nudo - è ben visibile un "taglio lineare" alla base del collo, anziché il "gradino" presente su tutte le Piastre degli anni'30. In questo caso quindi, io parlerei di tre teste "standard" e di una sola VARIANTE degna di nota, perché per l'appunto, la differenza dalle altre piastre dello stesso tipo è riconoscibile anche ad occhio nudo. Un saluto, Lorenzo4 punti
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Ho aggiunto in collezione una nuova moneta, come da titolo si tratta di un 5 soldi del 1697 di Vittorio Amedeo II. Fino ad oggi non ero ancora riuscito a trovare un esemplare che avesse un rapporto qualità/prezzo equo, o prezzi troppo onerosi per discrete qualità oppure veramente messi male come conservazione. Nonostante sia classificata con un grado di rarità R non se ne vedono molte in circolazione e veramente poche sono quelle degne di essere messe in collezione, vorrei conoscere se questa mia affermazione è condivisa dagli altri estimatori sabaudi, ma io ho notato che la tipologia seguente è molto più presente sul mercato rispetto a questa e si trova in migliore conservazione, sono stati coniati ovviamente più esemplari, per questo penso che non siano paragonabili come rarità. Mi sono dilungato anche troppo... Con un peso di 4,60 gr. Ecco la moneta!3 punti
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Direi che si tratta di un'ottima notizia. Inventare di sana pianta provenienze false per creare un background fittizio alle monete è una truffa di cattivo gusto verso la clientela. Ricordo la discussione che facemmo in questo forum a proposito della provenienza dell'aureo e non pochi espressero parecchi dubbi su una moneta proveniente da un collezione di un non meglio definito barone e spuntata dal nulla dopo secoli. Ora è uscito fuori che Roma Numismatics, probabilmente (il tutto se non ho capito male andrà poi dimostrato in sede processuale) ci ha preso tutti per il . Chiaramente il mio pensiero va principalmente agli acquirenti, che mi augurano non abbiano rogne per incauto acquisto. Allego la "probabile" supercazzola. qui la discussione in cui ne avevamo parlato.3 punti
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https://www.artnews.com/art-news/news/worlds-most-expensive-coin-fake-provenance-roman-eid-mar-1234659762/?fbclid=IwAR3ELX7fb-ez8-fHrGiXA8IP7YU7_Rh_DGMNY4ALQ69dqiHNjPtfgnYQ76o Il link sopra è quello di www.artnews.com che ha dato la notizia In sintesi il proprietario della casa d'aste, con sede a Londra, Roma Numismatics ,lui o chi per lui avrebbe falsificato la provenienza dell'aureo EID MAR ,che fu venduto dalla sua casa d'aste qualche anno fa ,per aggirare le leggi sulle esportazioni di beni culturali. odjob2 punti
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Alessandro Severo Marco Aurelio Severo Alessandro Augusto (in latino Marcus Aurelius Severus Alexander Augustus , nato ad Arca Caesarea il 1º ottobre 208 e morto a Mogontiacum l 18 o 19 marzo 235), nato come Marco Bassiano Alessiano (in latino Marcus Bassianus Alexianus) ma meglio noto semplicemente come Alessandro Severo (Alexander Severus). E' stato imperatore romano appartenente alla dinastia dei Severi, che regnò dal 222 fino alla sua morte avvenuta nell'anno 235. Adottato dal cugino e imperatore Eliogabalo, dopo il suo assassinio Alessandro salì al trono. Data la sua giovane età (fu imperatore a tredici anni), il potere fu effettivamente esercitato dalle donne della sua famiglia, la nonna Giulia Mesa e la madre Giulia Mamea. Passato alla storia come esempio di buon imperatore, rispettò le prerogative del Senato e si prese cura dei sudditi, non aumentò il carico fiscale e favorì il sincretismo religioso, infatti nel suo larario trovò posto anche una statua di Gesù Cristo, insieme a quella di Abramo. Come Antonino Pio, di carattere fu mite e buono, ebbe nobili inclinazioni. Anche quando giudicò su colpe gravissime, non inflisse la pena di morte. L'imperatore non fu però all'altezza dei problemi militari che dovette affrontare. Nel 229 la dinastia dei Sasanidi incominciò un'offensiva che strappò ai Romani la Cappadocia e la Mesopotamia, fino a minacciare la Siria. Severo riuscì ad arginare l'invasione, ma dovette rapidamente trasferirsi sul fronte del Reno per difendere la Gallia dall'aggressione dei Germani. Nel 235 fu assassinato dai suoi stessi soldati durante una campagna contro le tribù germaniche in quanto stava trattando un accordo col nemico ed essi trovavano troppo esitante la sua condotta in guerra. Al suo posto salì al trono un generale di origine barbarica e di grandi capacità militari, Massimino il Trace. (Fonte Wikipedia) Valore nominale: Sesterzio Diametro: 29 mm circa Peso: 19,74 gr Metallo: Bronzo Dritto: IMP SEV ALE-XANDER AVG (Imperator Severus Alexander Augustus), testa laureata dell'imperatore volta a destra con paludamento sulla spalla destra Rovescio: P M TR P VIII COS III P P (Pontifex Maximus Tribunicia Potestate octavum Consul tertium Pater Patriæ), Alessandro su quadriga al passo verso destra, con le redini dei cavalli nella mano destra e lo scettro con l'aquila in cima nella sinistra, S - C in campo Zecca: Roma Officina: Emissione: Anno di coniazione: 229 Riferimento: RIC 495, Cohen 377 Rarità: R2 Note: Sesterzio di barra Altro dei miei sesterzi di Alessandro Severo. Pur non in ottima conservazione soprattutto al rovescio (lo scettro, al r., è scomparso. 😞) l'iconografia illustrata su questo sesterzio mi piace tantissimo. Così come trovo fantastiche anche le monete degli altri imperatori hanno coniato sesterzi con l'imperatore alla guida di una quadriga come, ad esempio Antonino Pio, Commodo, Massimino il trace... Pareri? Commenti? Ave! Quintus2 punti
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Sono piuttosto orgoglioso del mio esemplare, raro (1735 NEAP:), patinato, pressochè FDC, proviene da una NAC di qualche anno fa, tra i pochi a non presentare alcun graffio al R/ (Sebeto) e solo pochissimi e lievi al D/. Mi spiace solo di non essermi aggiudicato anche la mezza piastra di quell'asta, ma ero già fuori budget. Un prezzo comunque molto più contenuto di quello fino ad ora raggiunto dalla piastra di ART-RITE.2 punti
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Grazie a tutti per i complimenti! Allego le foto del mio 5 sols del Giuramento, secondo tipo. 🙂2 punti
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Allora, se queste sono le le premesse, il silenzio è d’oro e l’esposizione mediatica fa solo male a tutti… come diceva Socrate : se non puoi dire niente di buono, non parlare di tizio2 punti
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La moneta é immagine dell’autorità e la prerogativa di battere moneta é tradizionalmente dell’imperatore. Sulle monete ostrogote appare quindi sul diritto il nome e il ritratto dell’imperatore bizantino contemporaneo del sovrano ostrogoto, che emette moneta a nome dell’imperatore, avendone ricevuto la delega. Mantenere la stessa tipologia delle monete dell’imperatore di Bisanzio garantiva inoltre una buona accettazione della moneta ostrogota, soprattutto d’oro, destinata agli scambi internazionali di alto livello. Ne sono passate in asta recentemente sia da InAsta che da Aurora. Probabilmente coniata a Ravenna.2 punti
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Mi ricordo di essere intervenuto nella vecchia discussione, chissà se a sproposito. Premesso che tutti i fatti andranno provati in un eventuale processo, aldilà della finta documentazione (prassi assolutamente inaccettabile, ma temo assai comune nel mondo dell'arte), sarebbe quasi comico se le monete fossero degli ottimi falsi. Intendiamoci, non ho nessuna base per sostenere una cosa del genere (anzi), però troverei persino divertente una situazione del genere. E non sarebbe la prima volta, peraltro, sono convinto (parlo in generale). Perdonatemi la facezia.2 punti
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Messina, viaggio nei sotterranei del Museo: i tesori salvati dopo il terremoto del 1908 L’idea è stata di quelle che lasciano il segno. Entrare nella suggestione di quel disastro, che a Messina il 28 dicembre del 1908 arrivò dalla terra e dal mare, è stato un attimo. Con sapienti giochi di luce e buio, l’atmosfera, per i 40 spettatori limitati per ognuna delle due serate, si è creata in un attimo, generando quel pathos necessario per quanto da lì a poco si sarebbe potuto vedere. Nei sotterranei, solitamente inaccessibili al pubblico, gli attori hanno condotto i visitatori in un percorso surreale. A fare da guida Antonio Salinas, impersonato da Fortunato Manti, direttore dell’epoca del museo archeologico nazionale di Palermo e soprintendente dei monumenti, musei e gallerie di Sicilia. Quando partì per Messina per salvare il salvabile aveva 67 anni. Moltissimo di quanto è stato possibile ammirare nei sotterranei umidi fu salvato da Salinas e dai suoi più stretti collaboratori, primo fra tutti il suo assistente professore Gaetano Mario Columba. Delle 91 chiese ispezionate rimase ben poco. S. Elia, S. Elisabetta, S. Giovanni Decollato, S. Maria del Bosco, S. Filippo Neri, una carneficina di monumenti e opere d’arte. Marmi, gessi, stoffe, tavole e tele recuperati e ammassati in quei sotterranei sembrava potessero raccontare quanto vissuto a chi, in quei momenti di religioso silenzio, procedeva ammutolito in quegli spazi fisici. Uno spettacolo nello spettacolo, scritto dal direttore del Museo, Orazio Micali, attraverso le parole che Salinas riportò di suo pugno, in alcuni appunti, a testimonianza di quel lavoro di recupero. Commozione e amarezza è stata espressa da un interessato pubblico che non conosceva quanto Antonio Salinas avesse fatto per la città di Messina, una città che lo ha dimenticato troppo in fretta. «Nemmeno una strada, una piazza a lui intitolate, una targa a testimonianza della sua dedizione a questa città», hanno espresso con enfasi. Anche Orazio Micali nella sua presentazione ha puntualizzato come questo studioso meriti di essere scritto nel libro dei Giusti. Registi dello spettacolo “La ricerca del patrimonio sepolto” Giovanni Maria Currò e Mauro Failla, del ClanOff che organizza gli spettacoli al MuMe. Le letture sono state a cura di Gabriele Giliberto. Quello di venerdì e sabato è stato il primo di un ciclo di tre rappresentazioni sceniche prodotte dal Museo regionale di Messina, in collaborazione con il Clan degli Attori, che si svolgeranno nell’allestimento teatrale che si trova all’interno del MuMe. Opere che ripercorrono alcune delle tappe più significative della storia del teatro, messe in scena attraverso testi che raccontano storie e personaggi per un pubblico da emozionare e interessare. https://messina.gazzettadelsud.it/foto/cultura/2023/03/13/messina-viaggio-nei-sotterranei-del-museo-i-tesori-salvati-dopo-il-terremoto-del-1908-6339a32c-aa82-4701-886e-f7905513bbb3/15/2 punti
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Gentile @Auriate ci sfugge il motivo per cui sia andato a ripescare una discussione vecchia di ben 14 anni per inserirvi un suo sfogo, che riteniamo francamente fuori luogo. Se ha delle rimostranze da fare sulla conduzione del forum, potrà contattare in pvt, come da regolamento, i moderatori o gli admin, quanto a questa discussione, che numismaticamente ha detto ormai da molto tempo quel che aveva da dire, non resta che chiuderla.2 punti
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A proposito di effigi diverse, avevo già postato una Piastra 1836 con il naso più piccolo ed affilato. Devo dire che allora non aveva avuto molto successo ed i commenti erano stati pochissimi. Ho cercato nei vari archivi numismatici un riscontro e monete con queste caratteristiche ne ho trovate altre 4 oltre la mia. Pertanto la ripropongo sperando che qualche amico del Forum fornisca il proprio prezioso parere. Tengo a sottolineare che il peso è di 26,48 g ed il contorno non presenta anomalie, pertanto, a mio modesto parere, la moneta è originale. Questo è il confronto tra una 1836 normale ed altre 3 che presentano le stesse caratteristiche Grazie, Buona Serata, Beppe2 punti
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Ciao LOBU, anche per me si tratta di un' effige diversa. Si notano delle differenze: ciuffo che non si chiude a ricciolo ( come nella norma), naso, taglio delle labbra, barba sotto il mento diverse. Complimenti per la scoperta.2 punti
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Si chiama "esperienza", quando vedi migliaia di monete con errori genuine e false da periziare, lo capisci anche da piccoli particolari senza dover vedere la moneta nel suo complesso2 punti
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1. Breve storia sull'assignat Verso la fine del 1789, alla vigilia della Rivoluzione Francese, le casse dello Stato erano quasi vuote. Per evitare il fallimento, il deputato dell’Assemblea Nazionale Talleyrand ideò il piano di confisca dei beni ecclesiastici, con lo scopo di metterli all’asta per salvare le finanze dello Stato. Il 2 novembre 1789 l'Assemblea Nazionale diede inizio al progetto. Il patrimonio confiscato totale ammontò a circa 2 - 3 miliardi di livre, e la vendita fu affidata a una cassa straordinaria creata il 19 dicembre: la Caisse de l’Extraordinaire. Tuttavia, la liquidazione di tutti i beni richiedeva del tempo, minimo un anno, e la bancarotta era sempre in agguato. Per risolvere questa problematica, l’Assemblea decretò che 400 milioni di livre sarebbero subito stati emessi in obbligazioni con interesse del 5%: nacque l’assignat. Durante la votazione del provvedimento alcuni deputati, tra cui lo stesso Talleyrand, erano assolutamente contrari all’idea. Secondo loro la grande debolezza dell'assegnato era che ci sarebbero stati più biglietti in circolazione rispetto al reale valore dei beni ecclesiastici, con conseguente pericolo che sarebbe stato impossibile coprirne il rimborso di tutti. Un altro punto era la facilità di falsificazione, con forte rischio di trovare in circolazione una quantità di assegnati nettamente superiore a quelli emessi. I primi assignat furono emessi agli inizi del 1790 dal valore di 1000 livre. Il 17 aprile 1790 l'assignat fu trasformato da biglietto di obbligazione in cartamoneta ufficiale dello Stato in modo da compensare la scarsità di monete, ma con l’interesse sceso al 3%. Il 27 agosto 1790 l'Assemblea Nazionale autorizzò un'altra emissione di 1.9 miliardi di assegnati, con tagli da 50, 60, 70, 80, 90, 100, 500 e 2000 livre, che avrebbero avuto corso legale entro la fine dell'anno. Nel settembre dello stesso anno il Ministro delle Finanze, Jacques Necker, si dimise in quanto contrario alla decisione di ufficializzare gli assegnati come cartamoneta statale e la nuova emissione di questi. Tra il 1790 e il 1793 gli assegnati persero il 60% del loro valore. In aggiunta, l'Inghilterra iniziò a produrre dei falsi assignat con lo scopo di accelerare ancora di più la crisi economica francese. Per distribuirli a tutta la fascia della popolazione, tra il 1792 e 1793 vennero stampati anche assignat dal valore di 10, 15, 25 e 50 sols. Durante il regime del Terrore, la mancata accettazione dell'assignat era punita con la pena di morte. All’inizio del 1796, gli assegnati ammontarono a circa 45 miliardi di livre e gli interessi ridotti a 0. La somma complessiva degli assegnati non avrebbe mai dovuto superare gli iniziali tre miliardi di livre. La terribile inflazione causata dall'assignat provocò un aumento del costo della vita, un seguitare del suo deprezzamento e la scomparsa quasi totale del contante metallico. Per sopperire alla mancanza di spiccioli e facilitare gli acquisti quotidiani, alcuni imprenditori privati misero in circolazione monete di rame e d’argento: nacquero le monnaie de confiance, ovvero le monete di fiducia. Questi gettoni - monete di fiducia non ebbero mai corso legale, ma circolarono abbondantemente dal 1791 al 1794. E qui che entrarono in gioco i fratelli Monneron... Ritratto di Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord. Durante il periodo napoleonico diventerà Principe del neocostituito ed effimero Principato di Benevento (1806 - 1814) e sarà uno dei principali protagonisti del Congresso di Vienna. Fu soprannominato "il Camaleonte" ed è considerato uno dei maggiori esponenti del Trasformismo. Assignat da 1000 Livre. Fu il primo assegnato e in ambito collezionistico ha un indice di rarità R5. In questo grafico viene rappresentata la svalutazione di 100 Livre in assignat. Nel 1796 l'assignat fu sostituito dalla Promessa di Mandato Territoriale, una nuova cartamoneta che tuttavia subirà un deprezzamento ancora più veloce rispetto all'assignat, tanto che sarà demonetizzato nel 1797. L'economia francese si stabilizzerà durante gli inizi del periodo napoleonico. 2. Storia della Banque Monneron Le monete fiduciarie più diffuse e famose furono quelle della Banca Monneron. Alla fine del XVIII, la famiglia Monneron fu una delle più importanti famiglie francesi sul piano politico, finanziario e commerciale. Il capofamiglia era Antoine Monneron, possessore di alcune saline, avvocato del Parlamento di Antibes e controllore generale della gabella, la tassa reale sul sale. Dalla moglie Barbe Arnault ebbe venti figli, ma otto morirono giovanissimi. Gran parte dei suoi figli vennero inviati nelle colonie francesi in cerca di fama e fortuna. Tra questi ci interessa la storia di 4: Charles Claude Ange Monneron, il primogenito, iniziò la sua carriera come mercante della Compagnie delle Indie Orientali Francese nel 1767. Nel 1769 fu promosso commissario generale dei porti e degli arsenali navali, e nel 1784 direttore degli stabilimenti francesi in India. Sarà eletto Deputato del Terzo Stato di Annonay agli Stati Generali del 1789; Jean Louis Monneron, come per il fratello maggiore, entrò a far parte della Compagnie delle Indie Orientali Francese come agente commerciale nel 1769. Negoziando nella città di Pondicherry, fece rapidamente fortuna. Anche lui sarà eletto Deputato nel 1789; Pierre Antoine Monneron fu capitano di navi e si distinse per le sue missioni presso il governatore delle Indie Olandesi. Come per i due fratelli, sarà eletto Deputato nel 1789; Joseph François Augustin Monneron fu uno dei pochi fratelli che rimase in Francia. Nel 1777 si stabilì a Parigi come commerciante e diventerà direttore di una fabbrica di tabacco. Verrà eletto Deputato per Parigi nel 1791. Grazie all'appoggio dei suoi 3 fratelli, Joseph François Augustin fondò una banca commerciale per importare metalli in Francia e rifornire il Dipartimento della Marina Francese di argento e rame: la Banque Monneron. Oltre alle operazioni commerciali, la banca si era specializzata anche nella produzione di medaglie rivoluzionarie che vendeva presso la sede principale situata a Place du Carrousel, nei pressi del Palazzo del Louvre a Parigi. Il medaglista era Augustin Dupre che negli anni successivi diventerà l’incisore di riferimento della storia monetale francese grazie al pezzo da 5 franchi che simboleggerà la Repubblica per quasi 200 anni: la moneta con Ercole. La mancanza di contante metallico, e il risultato deludente delle monete da 12 denari e 2 sols a corso legale, spinsero alcuni privati a sostituirsi allo Stato per fornire alla popolazione le monetine. La Banque Monneron iniziò a coniare monete di fiducia in rame nel settembre del 1791. Per velocizzare i tempi di produzione, i Monneron strinsero un patto con l’industriale inglese Matthew Boulton, socio dell’ingegnere James Watt, l'inventore della prima macchina a vapore. Grazie all'invenzione di Watt, le monete Monneron furono prodotte in gran numero nell'officina monetaria della Soho Mint di Boulton, nei pressi di Birmingham. In cambio di una commissione, i Monneron offrirono alla popolazione francese lo scambio delle loro monete di fiducia con assignat da 50 livre. Tuttavia, l’eccessiva fiducia che i fratelli ebbero verso l’assignat, e il suo rapido deprezzamento, fu una vera rovina per la Banque Monneron. Inoltre, la coniazione di milioni e milioni di monete in Inghilterra comportò una spesa di denaro in argento e oro enorme per l’acquisto del rame inglese e della lavorazione, con una perdita considerevole. La rovina era ormai vicina. Verso la fine di marzo del 1792, la Banque Monneron fu dichiarata fallita e Pierre, che ne fu il direttore, fuggì in Inghilterra. Il fratello minore Augustin, che deteneva la banca, rilevò l'attività, ma la comparsa di una legge nel 1792 che proibì la fabbricazione di monete private spense ogni speranza. Nel settembre dello stesso anno un decreto vietò la commercializzazione delle monete di fiducia rimaste in circolazione. Nonostante la legge, i gettoni di fiducia circolarono almeno fino al 1794. I fratelli Monneron, da sinistra a destra: Pierre Antoine, Charles Claude Ange e Jean Louis. Insieme all'altro fratello Augustin fonderanno la Banque Monneron. La Soho Mint nei pressi di Birmingham. Proprietà di Matthew Boulton, la zecca coniò i 2 penny "cartwheel" di Giorgio III, nonché numerosi penny di prova e coloniali. 3. I 5 sols “del Giuramento” Con oltre due milioni di esemplari coniati, le monete da 5 sols dette “del Giuramento” o “patto della Federazione” sono le protagoniste e le più famose delle monete Monneron. In bronzo, dal peso di 25 – 30 g e dal diametro di 38 – 40 mm, esistono 4 tipologie per differente rovescio, mentre al dritto condividono l’immagine allegorica, con i soldati che fanno voto davanti alla Libertà, del giuramento compiuto durante la Festa della Federazione del 14 luglio 1790, che commemorava la presa della Bastiglia. Attorno è presente la scritta VIVRE LIBRES OU MOURIR, e in esergo la data 14 JUILLET 1790. L’incisore di questa magnifica immagine, che ricorda un po’ lo stile neoclassico del Giuramento degli Orazi dipinto da Jacques Louis David, è di Augustin Dupre. L'adeguamento tipografico e quello dei torchi furono forniti invece da Jean Pierre Droz, dipendente della Soho Mint. Le 4 tipologie sono le seguenti: Il primo tipo è datato 1791 e presenta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ - SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1791”; sul contorno, in incuso, la scritta DEPARTEMENTS DE PARIS DE RHONE DE LOIRE DU GARD. I 5 sols del 1791 sono quelli più rari. Inoltre, al dritto, vicino all’altare, la data 14 JUILLET 1790 è scritta in numeri romani; Dal secondo tipo in poi sono datati 1792. Al rovescio presenta la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE CINQ – SOLS REMBOURSABLE EN ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS – L’AN III DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS 1792”. La scritta finale cambia in base all’anno III o all’anno IV. I primi monneron del secondo tipo riportano l'indicazione 50L, mentre i successivi 50#. Al contorno, in incuso, i gettoni dell’anno III presentano la scritta “DIPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD” mentre quelli dell’anno IV “DEPARTEMENS OF PARIS RHONE E LOIRE DU GARD”; Il terzo tipo presenta al rovescio la scritta “MEDAILLE QUI SE VEND 5 - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ L’AN IV DE LA LIBERTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, compare la frase “BON POUR LES 83 DEPARTAMENS AN IV”. I monneron del terzo tipo misurano 38 mm invece di 40 mm. Oltre al diametro inferiore, il peso è vicino ai 25 g; L’ultimo e quarto tipo porta la leggenda “MEDAILLE QUI SE VEND CINQ - SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Al contorno, in incuso, presenta la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”; Esistono anche 5 sols placcati in argento e oro, ma sono molto rari. Il dritto è lo stesso in tutti e 4 i tipi. Solo nel primo tipo è presente un piccolo cambiamento con la data scritta in numeri romani. 5 sols del primo tipo, i più rari da trovare. 5 sols del secondo tipo. Le monete con 50# e la scritta AN IV sono quelle più comuni. 5 sols del terzo tipo. A differenza degli altri 3 tipi, il terzo è l'unico che misura 38 mm e il peso sui 25 g. 5 sols del quarto tipo, più rari rispetto a quelli del secondo e terzo tipo. Un 5 sols del secondo tipo placcato in argento. 4. I 2 sols “Libertà” I gettoni da 2 sols del tipo “Libertà” furono le primissime monete coniate dalla Banque Monneron. In totale furono coniate oltre due milioni e seicentomila esemplari. Sempre in bronzo, il peso oscilla tra i 16 e 18 g mentre il diametro è di circa 32 mm. Al dritto viene raffigurata la Libertà seduta a sinistra, appoggiata alla Dichiarazione dei Diritti Umani, che tiene nella mano destra una picca sormontata dal berretto frigio, simbolo di libertà, e dietro un gallo, simbolo di vigilanza. In alto si nota un sole splendente con i raggi che illuminano la personificazione della Libertà. Attorno notiamo la scritta “LIBERTE SOUS LA LOI” mentre in esergo "L’AN III (o IV) DE LA LIBERTE”. A differenza dei 5 sols, l’incisore è un certo Ponton, ma sfortunatamente non esistono informazioni su di lui. Esistono due tipi di monete da 2 sols: Il primo tipo è datato 1791 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE DE CONFIANCE DE DEUX SOLS A ECHANGER CONTRE DES ASSIGNATES DE 50 L. ET AU DESSUS 1791” mentre attorno “MONNERON FRERES NEGOCIANS A PARIS”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “BON POUR BORD. MARSEIL. LYON. ROUEN. NANT. ET STRASB.”. Il valore in assegnati può essere espresso in 50L, 50L. o 50#. Il secondo tipo è datato 1792 e riporta al rovescio la frase “MEDAILLE QUI SE VEND DEUX-SOLS A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre nel giro “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la scritta “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. Il dritto è lo stesso nelle due tipologie. Naturalmente cambia la frase in esergo in base all'anno III o anno IV. 2 sols del primo tipo. 2 sols del secondo tipo. 5. 1, 2 e 5 sols “Ercole” Finiamo la monetazione Monneron con le ultime monete del tipo Ercole, tutte coniate nel 1792 e meno comuni rispetto ai 5 sols del Giuramento e ai 2 sols Libertà descritti in precedenza. La moneta da 1 sol è molto rara ed è costituita in bronzo, peso di circa 7 g e diametro di circa 27 mm. Al dritto presenta l’immagine di Ercole mentre cerca di spezzare i raggi della libertà davanti al tempio della sapienza. L’incisione è del medaglista Augustin Dupre. Attorno è presente la scritta “LES FRANÇAIS UNIS SONT INVINCIBLES” mentre in esergo “L’AN IV DE LA LIBERTÉ”. Al rovescio notiamo la frase “MÉDAILLE QUI SE VEND UN – SOL A PARIS CHEZ MONNERON PATENTÉ” mentre attorno “REVOLUTION FRANÇAISE 1792”. Nel contorno, in incuso, è presente la frase “CONFIANCE AUGMENTE LA VALEUR”. La forte determinazione del popolo francese è rappresentata dal fascio dei raggi legati assieme che nemmeno Ercole riesce a rompere, immagine che ben rappresenta il motto inciso sul tondello. La stessa immagine e la stessa leggenda, ovviamente con diversa indicazione del valore, di peso e di diametro (bronzo, 11 - 14g e circa 32 mm) sono impresse sul pezzo da 5 sols, il più “comune” della serie Ercole. Invece la moneta da 2 sols (bronzo, 13 - 14 g e circa 32 mm), molto rara come quella da 1 sol, è differente: in questo caso Ercole è raffigurato mentre sta piegando lo scettro reale con attorno la scritta “LA SAGESSE GUIDE SA FORCE”. In esergo compare la scritta “LA FIN DU DESPOTISME”. È chiaro il riferimento della fine monarchica. Inoltre, compare una civetta a sinistra di Ercole. Esiste anche un tipo rarissimo da 2 sols, con stessa immagine al dritto, che non presenta indicazione di valore, mentre al rovescio è raffigurata una piramide con attorno “RESPUBLICA GALLICA ANNO”, mentre all’esergo “ÆRE PERENNIUS 1792”. In questo caso si potrebbe trattare di una prova o di una medaglia. 1 sol Ercole, molto rari. 5 sols Ercole. Della tipologia Ercole, i 5 sols sono quelli "più comuni" da trovare. 2 sols Ercole. Da notare lo scettro reale piegato e la corona rotta. Come per la moneta da 1 sol, anche quelle da 2 sols sono molto rare. I 2 sols con la piramide, forse una versione di prova o una medaglia. Con le monete Ercole concludiamo la discussione su queste magnifiche monete rivoluzionarie francesi. In realtà ci sarebbero altre monete di fiducia come quelle della Caisse de Bonne Foi, Lefevre – Lesage, Clémencon et Compagnie etc. Inoltre, esistono tante varianti dei Monnerons in base alla disposizione di punti, lettere, numeri, difetti del conio e altro ancora, ma ho preferito fermarmi solo sulla monetazione Monneron e sui punti importanti altrimenti il post sarebbe stato troppo lungo. Spero che questa discussione vi sia piaciuta! 😃 Alla prossima Xenon971 punto
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Buon pomeriggio a tutti gli amici del forum, parto subito nel dire che sono davvero contento che la discussione sul 10 mon "Hōei Tsūhō" sia stata particolarmente apprezzata e vi ringrazio tantissimo per questo! Oggi invece parlerò di un'altra moneta giapponese, decisamente più caratteristica rispetto ai 10 mon e secondo me la storia che gli gira intorno rappresenta bene sia il tentativo di risollevare l'economia giapponese che la successiva crisi del governo militare dello shogun: i 4 mon "Kan'ei Tsūhō". Immagine 1: Mon (emblema) del clan Tokugawa. Nel 1768 il ciambellano e consulente dello shogun Tokugawa Ieharu, Tanuma Okitsugu, commissionò la creazione di una moneta Kan'ei Tsūhō dal valore nominale di 4 mon per cercare di risolvere i problemi economici dello Stato. La prima versione fu lanciata presso la zecca di Fukugawa o di Kameido (al giorno d'oggi sono quartieri di Tokyo) nella capitale Edo, caratterizzata da un design iconico con 21 onde (Nami) sul rovescio. Le monete erano fatte in ottone con rapporto 68:24:8 tra rame, zinco e stagno. Immagine 2: 4 mon "Kan'ei Tsūhō" del primo tipo a 21 onde (Nami) con patina arancione (fa parte della mia piccola collezione). Nel 1769 il design del rovescio fu variato con uno stile più semplice di 11 onde e che non cambierà più nelle emissioni successive. La moneta da 4 mon è solamente 2 -3 millimetri più grande (circa 27 mm) della moneta da 1 mon "Kan'ei Tsūhō" (circa 24 - 25 mm) ed era molto economica da produrre. A causa dell'esaurimento delle miniere di rame giapponesi le monete "Kan'ei Tsūhō" da 4 mon vennero prodotte in quantità elevate (per esempio la produzione alla zecca di Kameido cessò nel 1788, con un totale di ben 157.425.360 monete coniate) grazie anche alla loro relativa efficienza in termini di costi rispetto alle monete da 1 mon. Mentre l'economia era ancora in crescita, la popolazione giapponese accettò queste monete al loro valore nominale visto la forte emissione e circolazione. Immagine 3: 4 mon del secondo tipo a 11 onde (immagine presa online) Tra il 1821 e il 1825 il governo dello shogunato Tokugawa commissionò un gran numero di monete da 4 mon. Poiché la produzione rientra nel periodo Bunsei (1818 - 1830), le monete sono soprannominate proprio "mon Bunsei". Rispetto alle monete in ottone del periodo Meiwa (1764 - 1772) prodotte in precedenza, le monete da 4 mon "Bunsei" tendono ad avere un colore più rossastro a causa dei metalli diversi rispetto al rame. Immagine 4: un 4 mon "Bunsei" (immagine presa online). Nel 1860 il governo Tokugawa autorizzò la produzione di monete in ferro da 4 mon "Kan'ei Tsūhō" a causa delle difficoltà finanziarie estreme, ma il tentativo di coniare monete con questo metallo non riuscì visto che il ferro è incline all'ossidazione rendendole quindi difficili da usare. Alla popolazione giapponese non piaceva scambiare le monete contenente rame con quelle in ferro perché non apprezzavano questo tanto quanto il rame. La produzione economica delle monete da 4 mon comportò a molte contraffazioni che venivano prodotte da zecche illegali e da quelle gestite dai vari domini controllati dai daimyo. Nel 1866 il governo iniziò a dare ai domini il permesso ufficiale di emettere i 4 mon "Kan'ei Tsūhō" con le proprie finanze (queste monete hanno spesso dei segni di zecca sul retro che le rendono abbastanza facili da identificare), una scelta drastica che influenzerà le dimissioni dell'ultimo shogun Yoshinobu Tokugawa e la caduta del Bakufu (shogunato) nel 1867 da parte dei domini (il più importante fu quello di Satsuma) guidati dall'imperatore Mutsuhito, dando così inizio alla famosa "Restaurazione Meiji". Immagine 5: 4 mon in ferro, emissione ufficiale del Bakufu (immagine presa online). Immagine 6: 4 mon in ferro emesso dal dominio di Aizu. Il segno di zecca èノ (immagine presa online). Spero che anche questa discussione sia di vostro gradimento! Purtroppo il sito non mi fa postare la mia moneta da 4 mon con le 11 onde, quindi aggiungerò le immagini successivamente tramite un commento. Per quanto riguarda l'idea della piccola guida sulla monetazione bronzea (vale anche ottone e ferro) Tokugawa mi servirà molto tempo in quanto vorrei prendere più materiale possibile (principalmente monete) in maniera tale da renderla completa e decente. Buona giornata a tutti e alla prossima! Xenon971 punto
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Un saluto a tutti! Ogni tanto si parla di Notgeld - il denaro di emergenza tedesco a partire dal 1914 e fino agli anni '20, da non confondere poi con le banconote dell'inflazione - e spesso si trovano biglietti di diversa fattura per pochi spiccioli sui mercatini, essendo pure l'emissione degli stessi (scusatemi il gioco di parole) anch'essa inflazionata, la qualità e la moltepilicità delle serie mi fa un po' ricordare i nostri italici miniassegni. Vediamo un po' di numeri delle banconote ufficiali: Nel 1914 sono in circolazione 8.703 miliardi di marchi in cartamoneta, 1920: 81,6 miliardi di marchi di cartamoneta in circolazione, 1921: 122,9 miliardi di marchi di cartamoneta in circolazione, 1922: 1295,2 miliardi di marchi di cartamoneta in circolazione. Mentre l'offerta di moneta inizialmente si decuplica in circa sei anni, tra il 1921 e il 1922 il salto è di solo un anno. Un altro anno dopo, nel 1923, arriva l'esplosione dei costi con il calcolo di somme astronomiche: trilioni e quadrilioni, ma questa è un'altra storia. =============== All'inizio (1914) c'erano veri e propri fondi di emergenza, anche durante la guerra, con un'attenzione particolare al 1916 e al 1918, questi sono gli "autentici" notgeld. Dopo la fine della guerra, nel 1918, si creò molto rapidamente un mercato di collezionisti per i biglietti d'emergenza emessi fino a quel momento. Molte città hanno deciso di produrle autonomamente, supportate anche da aziende tipografiche specializzate. Queste banconote da collezione non erano destinate alla circolazione come moneta, ma servivano solo all'interesse dei collezionisti. Si chiamano banconote in serie perché una serie di 4-6 banconote raffigura solitamente scene di storia, edifici importanti o personaggi della città in questione. I comuni hanno subito fiutato l'affare e i produttori di denaro d'emergenza hanno rilanciato il tutto. Così, concentrandosi sul 1921, vennero prodotte serie di grande bellezza visiva con un unico scopo: la vendita ai collezionisti (a volte con un sovrapprezzo sul valore nominale). I pezzi sono formalmente contrassegnati come denaro, ma non sono praticamente mai stati in circolazione. In alcuni casi, le note recitano: "valido solo il giorno dell'emissione" (immagine sotto) o indicazioni simili. Ci sono anche banconote retrodatate per non doverle scambiare o per dare l'apparenza delle ricercate banconote "autentiche". C'erano anche commercianti che acquistavano il diritto di emettere denaro d'emergenza dai comuni. Si trattava di un'attività priva di rischi per i comuni, ma la cosa è stata anche rapidamente denunciata in pubblico. Il Ministero delle Finanze del Reich ha risposto relativamente tardi con dei divieti, cosicché questa forma di emissione si è praticamente arrestata a partire dal 1922. Inoltre, a causa dell'emissione di massa, la domanda dei collezionisti era molto diminuita (cosa che mi ricorda il declino delle carte telefoniche). Dopo la fine del periodo del Notgeld nel 1923/1924, non c'era quasi più interesse a collezionarli. Durante il picco del collezionismo di moneta d'emergenza, c'erano parecchi che (come qualcuno fa anche oggi) per speculazine, acquistavano 50 o 100 serie di un'emissione in una volta sola per diventare "ricchi" con esse in seguito. Oggi, soprattutto le prime emissioni e quelle della fine del 1923 sono ricercate e in parte molto rare, le banconote delle serie 1921/1922 sono quasi tutte estremamente comuni e alcune di esse sono ancora oggi disponibili in grandi quantità presso i commercianti. =============== Adesso piano, piano ci avviciniamo ai biglietti di questa discussione. Il Reutergeld è un'invenzione commerciale del 1921. Questi sono una serie progettata per città del Meclemburgo (Regione del nord-est), per emettere una serie di notgeld, uniformi nel formato, nel valore, nel disegno di base, e in cui una citazione di Fritz Reuter (uno scrittore locale) doveva apparire sul retro. I disegni dovevano essere realizzati da artisti locali, tenendo conto che i motivi devono essere una pubblicità per il Meclemburgo. Perché? Solo il 3% doveva essere messo incircolazione, mentre il 97% era prodotto come oggetto da collezione. Le argomentazioni: Questo prodotto stampato è "un mezzo per alleviare la disoccupazione", "un'opportunità di impiego per disegnatori, incisori e stampatori" e, inoltre, è una pubblicità al turismo. Sono state stampte banconote da 10, 25 e 50 pfennig per 70 città, il numero di copie è stato fissato a 50.000. La serie doveva essere composta da 70x3 = 210 banconote, stampate su entrambi i lati, cioè 420 disegni. Perchè io ho preso i biglietti di Marlow? Perchè li ho trovati i più strambi, e forse anche perchè non ho speso neanche 5 Euro, spedizione inclusa. Tutti senza filigrana. 10 Pfennig: fiori e farfalle, stemma / 25 Pfennig: vista dalla collina / 50 Pfennig: la chiesa Fiori e farfalle??? Nulla di speciale...si... ma il retro? Tre uomini al tavolo davanti a bicchieri di birra. Il testo: "Caccia all'orso Immagine 1 - Come si cattura l'orso? Come dovrebbe essere questo, come dovrebbe essere quello? Chi può sapere questo, chi può sapere quello? E che questo sarebbe inquietante, e chi potrebbe mai capirlo? E come sarebbe possibile e chi può saperlo? Tre uomini di notte con falce, forcone, flagello e falcetto alla luce della lanterna Testo: "Caccia all'orso Immagine 2 - Ecco che sono usciti! Chi sa cosa significa "fisematenten" (circostanze) si faccia avanti e lo dica! Penso che non mi abbiate avvisato, e nessuno lo fa bene. Due dei "cacciatori" che pugnalano mucchi di paglia, il terzo che scappa mentre un orso osserva. [ndr. troppa birra?] Testo: "Caccia all'orso Foto 3 - E uccisero il (pagliaio)! Vorresti strapparti tutti i capelli e mordere il tuo stesso naso. ============= Per oggi ho finito, buona caccia all'orso a tutti voi! Servus, Njk1 punto
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Segnalo un interessante articolo che riporta sinteticamente i tratti principali di una recente sentenza di cassazione in materia di tassazione di una plusvalenza generata da un collezionista di opere d’arte. Sarebbe interessante capire se per analogia possa applicarsi anche al collezionista numismatico. Saluti spero di non violare nessuna disposizione del regolamento del forum, in caso chiedo venia. https://www.eutekne.info/Sezioni/Art_944508_niente_tasse_per_il_collezionista_d_opere_d_arte.aspx1 punto
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Calma. Tutti si riferiscono, credo di poter dire, all'articolo giornalistico citato, non certo al suo post. Per il resto, magari in Italia avessimo una legislazione liberale come quella svizzera, come giustamente da lei rimarcato o, aggiungo io, quella inglese!1 punto
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Buona sera, si tratta di una moneta bizantina coniata sotto Anastasio, Giustino I o Giustiniano e contromarcata per la circolazione in Sicilia sotto il regno di Eraclio. Al dritto, sopra la testa del sovrano della moneta sottostante, è rappresentato la contromarca contenente la figura di Eraclio. Al rovescio il segno SCLS, che dovrebbe stare per Esercito di Sicilia. Per capire il tipo sottostante conviene leggere la legenda dal vivo. In foto non mi è molto chiara, ma generalmente non è complicato dal vivo. Un esperto dovrebbe comunque ricondurla al sovrano in base ai simboli al rovescio (stelle ai lati della grande M e croce al di sopra).1 punto
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Io intervengo, ma non conto... 🤣 Anche a me sembra una moneta decisamente coniata, credo che la sensazione "negativa" che anch'io provo (al netto del fatto che non compaia sul RIC e sugli altri cataloghi) dipenda dal "contrasto" tra la nitidezza di immagini e legende (usura quasi nulla, o comunque molto limitata) e i "danni" che si vedono sul tondello (crepe, lacune,...). Cioè, da un lato sembra una moneta che abbia circolato pochissimo, e dall'altro invece molto "vissuta"... Questo non toglie che possa tranquillamente essere buona.1 punto
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Orpo.oggi ho scoperto un nuovo "Valerio Massimo Manfredi"! 😄 Scherzi a parte, bella moneta ma bellissimo il "racconto" , mi hai portato, per qualche momento, al fianco di Magno Massimo e mi hai fatto vivere la sua frustrazione, la sua paura ed, infine, la sua resa. Ave! Quintus1 punto
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No, hanno solo ipotesi e teorie( parecchio campate in aria) …. Aspettiamo l’otto di maggio per seppellirlo? Anche il dentista americano sembrava lo fucinassero, e invece fa ancora aste… non siamo in Italia, per fortuna…1 punto
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Ciao @Ptr79, ecco di seguito un link per la tua medaglia https://it.wikipedia.org/wiki/Medaglia_commemorativa_della_guerra_italo-austriaca_1915-19181 punto
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Buongiorno, più che rovinata la considererei martoriata.1 punto
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Ciao L' unico errore,lo ha fatto chi l' ha maneggiata.Ha dato dei colpi sensa senso,a rischio di farsi anche male😑 Saluti😉1 punto
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E' ancora lì! santo goole maps Anche la data è salva, manca solo il pennone con la bandiera.1 punto
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Trovata! è bastata la parola chiave 'Philadelphia Banca d'Italia'. Però è raffigurato solo una porzione del vecchio palazzo che si trovava sulla south seventh street, proprio l'indirizzo riportato sulla busta. Si trovava a sud di Philadelphia vicino ad una comunità italiana, a quanto pare è esistita dal 1895 al 1930. Urge trovare il palazzo per intero1 punto
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Come hai notato anche tu la moneta appare molto lucida (pulizia estrema?) ma quello che mi ha fatto propendere per una riproduzione modera sono le differenze di stile con una originale. Il tipo di cerchio cordonato, lo stile dei caratteri. Non sono così esperto di questa monetazione al punto da dare sentenze quindi mi limito a postare un esemplare sicuramente originale ex asta Varesi 80 lotto 236. A prescindere dal valore e dall'originalità. Io pagherei per avere un ricordo dei miei nonni. Custodiscila con cura.1 punto
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Complimenti sinceri @Xenon97 ho letto tutto il post con molto interesse. Molto bella la storia e gli eventi che circondano queste emissioni che onestamente non conoscevo. Sei stato bravissimo.1 punto
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Ricevuto ora l’utilissimo e molto bello, come sempre, aggiornamento di Bibliografia Numismatica Italiana per il periodo 2015 - 2022, complimenti all’autore Bernardino Mirra per questa ulteriore opera. Lo consiglio a tutti quelli che vogliono iniziare un lavoro più o meno importante di numismatica per consultare le fonti già pubblicate, da qui si deve partire !1 punto
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Taglio: 5 cent paese: cipro anno: 2019 tiratura: 8.095.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!1 punto
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diciamo che - in ogni caso - non sono falsi! Poi (Questa affermazione è da prendere con le pinze!) quelli del '21 e del '22, se sono "belli" o particolari (come i miei di sopra) è molto probabile che siano stati fatti non tanto per la necessità degli stessi, se poi non sono circolati e sono FDS, o se il venditore ne ha un raccoglitore pieno di tutti perfetti e uguali... si parla anche di "Serienscheine" https://de.wikipedia.org/wiki/Serienschein Le "banconote in serie" furono stampate e messe in circolazione in Germania durante il periodo dell'inflazione dal 1917 al 1922 da città e comuni, ma anche da privati, come sostituto degli spiccioli mancanti. La loro validità era limitata e durava solo pochi giorni in occasione di fiere o altri eventi. Una legge del Reich del 17 luglio 1922 ne vietò poi l'emissione. Nella maggior parte dei casi, una serie è composta da banconote in tagli da 10 pfennig, 20 pfennig, 50 pfennig, 75 pfennig e un marco. Le banconote in serie hanno spesso un design artistico, realizzato con silhouette o stampe multicolori. Esistono anche serie fotografiche che mostrano la città o i suoi dintorni. Le "banconote di serie" erano destinate ai collezionisti che le raccoglievano come francobolli. Gli emittenti delle banconote, le città, i comuni, ma anche gli albergatori, le aziende e le associazioni, hanno generato un reddito aggiuntivo vendendo le banconote di questa serie con un sovrapprezzo. Insomma: tanto per capirci, questo - da 5 Pfennig, del 1919 - tu lo potresti definire "vero" questo... no! Un libro gratis World Notgeld 1914-47 / A Guide & Checklist And other Local Issue Emergency Money lo trovate qui, basta "registrarsi" https://www.academia.edu/41221582/A_Guide_and_Checklist_2nd_Edition_And_other_Local_Issue_Emergency_Money Servus, Njk1 punto
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taglio: 2 euro cc paese: francia anno: 2022 A tiratura: 9.020.000 condizioni: spl ccittà: trieste note: NEWS!!! taglio: 2 euro paese: lituania anno: 2021 tiratura: 5.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!1 punto
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Le risposte sono state date ma non soddisfano i richiedenti. Si preferisce pensare al mistero e al complotto piuttosto che accettare una semplice verità. O forse la psicopolizia gestisce l'omertà per evitare che tutti sappiano delle poche rarissime monete contenute nel Sacro Graal? Tennison1 punto
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La medaglia è catalogata da Modesti nel CORPUS al n. 483 ed è ritenuta, anche se dubitativamente, l'annuale dell'anno 1559. Fu emessa per condannare l'indegnità dei nipoti Carlo e Giovanni Carafa. I coni entrarono a far parte della raccolta della famiglia Barberini (non esistono pertanto riconi Hamerani) e da questa famiglia furono acquistati dal Mazio. L'esemplare postato sembra un riconio Mazio abbastanza curato; i coni provenienti dai Barberini erano molto meno usurati di quelli acquistati dagli Hamerani. Vorrei anche aprire una discussione sulle tesi dell'amico Veridio in ordine ai riconi Mazio. Ognuno sceglie un modello di collezione, che non può essere (per buona fortuna) l'unico. I riconi Mazio non sono le coniazioni o le copie fuse di un falsario privato. Hanno una ufficialità e una storia che si coordina con la ricerca della medaglistica nei secoli e, se sono indicativi di un intento speculativo, non si deve tuttavia disconoscere il significato culturale. Nel 1800 la ricerca di medaglie papali antiche era notevole e la disponibilità insufficiente nonostante i riconi degli incisori Hamerani nella loro bottega di Via Coronari, molto frequentata. Il Cardinal Mazio pensò un'operazione culturale e al tempo stesso commerciale per lo Stato Pontificio, raccogliendo tutti i vecchi coni, più o meno dispersi, revisionandoli (in qualche caso rifacendoli) e organizzando la produzione di medaglie a richiesta in base a catalogo. In questo catalogo c'era la storia della medaglistica papale dalle origini al 1800. Io sono tra i vecchi collezionisti che sono affascinati da medaglie originali; ma avrò (ho) certamente in collezione riconi Hamerani e riconi Mazio (magari incerti e non conclamati come si verifica nella produzione tarda del Mazio). Ritengo un danno per il collezionismo solo il fatto che manchi commercialmente uno sforzo di classificazione puntuale e di differenziazione logica dei prezzi, che dovrebbe essere molto più accentuata; invece si tende (particolarmente in vendite all'estero) ad una certa omogeneizzazione di valutazioni , che resta di vantaggio per i venditori perchè il rapporto coni originali/riconi sarà di 1:10.1 punto
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giudizi? il prezzo interessante mi ha letteralmente invogliato, per non parlare della immane soddisfazione di poter avere nella mia modesta collezione anche un pezzo proveniente da NAC...1 punto
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