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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/19/23 in Risposte
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Qui di seguito presento uno stralcio di documento (ASNA, Ministero delle finanze, busta 2138) dove sono comprovate delle irregolarità nell'intrinseco delle monete d'oro e d'argento nella zecca partenopea di fine Settecento. Trascrizione. E per secondo, posto che un Partitario moneti argento di soppiatto, egli non si contenterà di guadagnar solamente i dritti appartenenti al Rè, ma vorrà guadagnare ancora sulla lega, diminuendo il valore intrinseco della moneta. Non intendo di parlar del partito presente: ma certamente questi disordini ànno regnato negli antecedenti partiti, per cui le monete d’oro, e d’argento àn ricevuto un deterioramento sommamente pernicioso agl’interessi del Rè, e del pubblico. Se le stanze de torchi fossero state ben custodite per lo passato, le nostre monete d’oro, e d’argento avrebbero conservato l’intrinseco loro valore, e in conseguenza le rendite della Corona non avrebbero insensibilmente ricevuta una notabile diminuzione; e il nostro commercio sarebbe oggi assai più florido; poiché non avrebbe sofferto di tempo in tempo quei ritardi, e quei disturbi, che le continue variazioni della moneta gli àn cagionato. Documento4 punti
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Un saluto a tutti i possessori di Orrori cartacei e metallici. Deciso a vincere qualche premio (anche le briciole mi bastano) , vi presento i miei "campioni" La prima dovrebbe essere un pennuto Siciliano indecifrabile che ha svolto magnificamente il suo compito di spicciolo del popolo! E meriterebbe un premio tanto è orribile.4 punti
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Buongiorno presento nella galleria degli orrori queste due monete, ridotte a dischi metallici, che mi sono state portate da un collega di lavoro, dopo un viaggio in Niger. Sono monete che circolano in quel Paese, nonostante siano praticamente sfinite.... Qui l'ombra di 100 Franchi CFA e qui il fantasma di 200 franchi CFA4 punti
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Buongiorno a tutti, ogni discussione la prendo come spunto ed invito all'approfondimento che non è solo dal punto di vista Numismatico ma anche storico. Riporto parte di un articolo che ho trovato spulciando il web. Ed ho pensato possa essere utile riportarlo in discussione. Giacomo Calandra di Roccolino Nonostante la numerosa quantità di monumenti effigiati da Augusto sulle sue monete, al fine di celebrare l'impresa della loro costruzione o comunque il loro restauro o completamento, l'Ara Pacis non appare su nessuna moneta battuta da Augusto. Le uniche fonti iconografiche antiche sull'Ara Pacis, riconducibili all'epoca in cui il monumento era ancora visibile, sono due rappresentazioni monetali di Nerone e di Domiziano. Non è però possibile un raffronto puntuale tra le due raffigurazioni, poiché esse non rappresentano lo stesso fronte del monumento. Se la moneta di Domiziano effigia il fronte principale dell'Ara – quello occidentale – come confermato dalla presenza dei gradini, sulla moneta di Nerone è rappresentato invece il fronte opposto – quello orientale – anch'esso dotato di un'apertura, privo però della scala di accesso. Posto foto della moneta facente sempre parte dello stesso articolo Saluti Alberto3 punti
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[...] Cruciale per Planelli fu l’ambiente riformatore e massonico. Villarosa (1834, pp. 270, 273) lo dipinge come il beniamino delle consorterie scientifico-letterarie, «essendo i suoi discorsi sempre conditi di Attico lepore». Cuore dell’attività era il salotto di Antonio di Gennaro duca di Belforte, aperto tra il 1776 e il 1787 circa a Mergellina. Alla libera muratoria Planelli aderì nel 1780 circa (nelle liste del 1782 e 1784 della loggia ‘La vittoria’ è terzo maestro). Gli ambienti massonici, apprezzati dalla regina Maria Carolina e dal segretario di Stato John Acton, furono lo sfondo dei rapporti con Ippolito Pindemonte, dal 1779, e soprattutto con Aurelio de’ Giorgi Bertòla, che a Planelli dedicò le Odi XXIII e XXIV (1777) e la IV delle Lettere campestri (1783; Bertòla de’ Giorgi, II, 1785, pp. 81-85, 164-176; vivaci memorie di quei giorni nel carteggio Amaduzzi - Bertòla de’ Giorgi, 2005, ad ind., ma cfr. anche Bertòla de’ Giorgi, 1982, p. 112; Luzzitelli, 1987, pp. 25, 209, 212; e Fedi, 2004, pp. 78 s., 90 s.). [...] [...] La Corona reclutò Planelli il 24 luglio 1790 nominandolo maestro, cioè direttore, della Zecca. Nell’emergenza della contrapposizione alla Francia, per assicurare liquidità allo Stato nel 1792 Planelli propose al Consiglio delle finanze «di ridurre in verghe l’argento dei privati, di saggiarlo, pesarlo, valutarlo e inviarlo ai banchi perché lo custodissero, in cambio di numerario»: proposta subito accolta (cfr. Maiello, 1980, pp. 32-34). Accusato nel 1794 di sostegno a una rivolta giacobina, fu assolto e conservò la carica fino al 1802. Rifiutatosi di prestare servizio per la Repubblica, al ritorno dei Borboni, il 28 giugno 1799 fu reintegrato. Il re incaricò Planelli di organizzare e dirigere il Real Museo mineralogico, che aprì nel 1801; nel 1802 Planelli entrò nella giunta per la catalogazione della Biblioteca reale. Secondo Villarosa (1834, p. 274), «l’aver dovuto dimorare nella casa annessa alla R. Zecca, ove l’esalazione della liquefazione del rame e di altri metalli rende quell’abitazione poco salutare, gli fé accrescere il male ne’ nervi». Morì a Napoli il 13 marzo 1803 (Bellucci La Salandra, 1935, p. 16; per altri il 6: cfr. Di Castiglione, 2008, p. 376). La salma fu inumata nella chiesa dell’Ordine gerosolomitano di S. Giovanni a Mare. [...]3 punti
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Nell'Archivio di stato di Napoli ho rintracciato un importante documento inedito dal contenuto particolare. Segnatura: Ministero delle finanze, busta 2139. I fatti Il 3 luglio del 1796 il maestro di zecca cavalier gerosolimitano Antonio Planelli scrive al re informandolo di un episodio. Racconta che il maestro de conj D. Domenico Perger, il giorno precedente, voleva entrare da solo, allontando il custode, nelle stanze de' torchi per svolgere un'operazione segreta su comando della regina Maria Carolina. Il Planelli non si oppose a tale richiesta e ordinò al custode di lasciare entrare il Perger da solo, ma impose che l'incisore dovesse mettere per iscritto che stava per fare un'operazione segreta ordinata dalla regina. Il Perger rifiutò, obiettanto che lui è un galantuomo e che sarebbe andato dalla regina a riferirle l'accaduto. Il Planelli conclude chiedendo al re come si deve comportare in simili casi, ossia cosa deve fare quando gli ordini di coniazione arrivano da soggetti diversi dalla Regie segreterie. Il documento Il commento Leggendo con attenzione il documento, si può osservare che il Planelli non denunci come fatto grave l'attività del Perger, tanto che rimase in carica sino al 1804, ma semplicemente chieda lumi al sovrano sul da farsi in simili circostanze; tant'è vero che il Planelli avrebbe permesso al Perger di coniare moneta, purché avesse lasciato traccia di tale operazione segreta, senza trascrivere però di cosa esattamente avesse coniato. Purtroppo non ho trovato la risposta del re. La questione La domanda che mi pongo è questa: Il Peger doveva realmente svolgere un'attività segreta per conto della regina, o voleva utilizzare i torchi per per fini personali?2 punti
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Grazie ad un post dell'amico @NeroDrusus mi sono ricordato di avere da qualche parte un paio di assi di Nerone con tempio. Dopo qualche ricerca nei meandri del disco ho ritrovato le foto e, come ricordavo, le condizioni non sono delle migliori, anzi... Diametro 30 mm circa, peso 8,50 grammi circa. Nonostante l'importante usura (ma ho anche il dubbio che possa essere un falso fuso) l'ho catalogato come RIC 458,Cohen 27, BMC/RE 360. Peccato per le condizioni, perché lo sto vedendo in conservazioni migliori ed il tempio mi pare veramente molto bello. Diametro 27 millimetri circa , peso 6,77 grammi. Anche in questa la conservazione non è delle migliori, catalogata come Nerone (54-68) AE asse Zecca di Roma Coniata nel 65 D/ NERO CAESAR AVG GERM IMP, testa laureata di Nerone a sinistra R/ PACE P R TERRA MARIQ PARTA IANVM CLVSIT , veduta di una facciata del Tempio di Giano, finestra a sinistra e doppie porte chiuse a destra In campo: S - C. Riferimenti: Ric I 301 Ma non ne sono sicuro, qualcuno di voi ha qualche osservazione o correzione? Grazie. Ave! Quintus2 punti
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Salve, vi disturbo ancora per un vostro parere in merito alla conservazione della moneta qui rappresentata in foto. Peso 2,73 gr ringrazio in anticipo2 punti
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Buongiorno a tutti, e Auguri a tutti i Papà e ai Giuseppe. Per quanto riguarda il mio Mezzo Carlino "Mezza Capa'' annotero' sul cartellino le sigle GF e GI come abbiamo appurato. Grazie per i vostri pareri @Releo e @Layer1986, ciò non toglie che come suggerito da @gennydbmoneycontinuerò ad approfondire. Lasciamo spazio in discussione per altri esemplari di mezzi carlini o magari passiamo ad altra tipologica. Saluti Alberto2 punti
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Buongiorno inserisco la mia prima moneta del 2023, 50 franchi CFA, regalatami da un collega di lavoro, che è stato in Niger.2 punti
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Il ritratto è piacevole, la legenda è integra e leggibile, la moneta è centrata, i dettagli si vedono (guardate che bella la porta del tempio); avercene di monete così.2 punti
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Salve, chiedo vostro parere conservazione della moneta in oggetto. Peso 4,58g. Allego qualche foto anche se non riesco a catturare la patina come vorrei.. dovrei provare in altri momenti della giornata.. ringrazio in anticipo2 punti
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È inverosimile che un funzionario di un certo livello nominato direttamente dal Re volesse schernire il proprio sovrano rischiando di inciampare nel reato di lesa maestà, uno dei più gravi. Ricordo che durante la Repubblica Napoletana il Planelli fu fedele al re, tanto che venne riconfermato al suo ritorno sul trono napoletano. E non mi fermo qui. Il Planelli rassegnò le dimissioni al re dalla carica di maestro di zecca per motivi di salute - l'esalazone di fumi tossici provenienti dalla lavorazione dei metalli aggravarono la sua già precaria salute - ma Ferdinando le rifiutò, come provato da questo documento. La lealtà del Planelli verso la Corona è fuori discussione. Fonti: ASNA; Mellace R. "Antonio Planelli, un intellettuale illuminista nella Napoli di Ferdinando IV"; Prota C. "Monetazione di Napoli negli anni 1791 e 1799".2 punti
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Buonasera a tutti, vi faccio i miei complimenti per gli esemplari postati, in primis a Cristiano @Asclepia che le segue e studia da tempo, ma anche a voi altri studiosi della tipologia. Io purtroppo mi sa che se il mercato è quello descritto dovrò astenermi dal metterne in collezione. A meno ché non riceva una donazione o ne trovi una a un prezzo ragionevole. Ovviamente capisco che parliamo di esemplari di notevole conservazione. Avete tutti la mia sana Fraterna invidia. Saluti Alberto2 punti
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Ciao, al momento siamo al punto 1. Ora passiamo al punto 2. e cioè le immagini nitide di fronte e retro.2 punti
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E' questa di seguito, anno 25 magnetica (la prima in lista) https://en.numista.com/catalogue/pieces9381.html 5 + (10x2 ) = 252 punti
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Segnalo intervista molto interessante di uno stimato professionista milanese andata in onda su la 7. A quanto pare la legge delega della riforma fiscale prevede che il governo introduca una forma di tassazione in caso di rivendita di opere d’arte. In particolare pare dovrà essere individuato un criterio oggettivo al ricorrere del quale le vendite anche occasionali di oggetti da collezione dovranno essere assoggettate a tassazione. Seguiremo evoluzione normativa.. https://tg.la7.it/economia/il-governo-tasserà-le-vendite-occasionali-di-oggetti-dei-privati-19-03-2023-181300/amp1 punto
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Segnalo un interessante articolo che riporta sinteticamente i tratti principali di una recente sentenza di cassazione in materia di tassazione di una plusvalenza generata da un collezionista di opere d’arte. Sarebbe interessante capire se per analogia possa applicarsi anche al collezionista numismatico. Saluti spero di non violare nessuna disposizione del regolamento del forum, in caso chiedo venia. https://www.eutekne.info/Sezioni/Art_944508_niente_tasse_per_il_collezionista_d_opere_d_arte.aspx1 punto
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Piccola correzione storica: anche Joseph François Augustin Monneron fece fortuna presso le colonie, precisamente prima del 1777 come commerciante a New Orleans. La storia che rimase in Francia è dunque errata. Inoltre, il peso e il diametro per i 5 sols Hercule sono sbagliati: il peso oscilla tra i 27 - 28 mm mentre il diametro 39 - 39,5 mm. Mi scuso con tutti i lettori per questi due inconvenienti.1 punto
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Si corretto - che e’ anche coerente con il fatto che il volume VI del Corpus fu pubblicato nel 1922 e aveva inclusi solo i pezzi in collezione a quella data grazie Arka1 punto
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Pfennig austriaco della zecca di St. Veit a nome di Bernhard 1202-1256 CNA Cb 141 punto
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Temo di essere disarmato per dare grandi informazioni di tipo collezionistico, tipo conservazione, grado di rarità etc etc essendo particolari che non mi interessano. Quello che ti posso dire è che, insieme alla sua quasi omologa moneta da XL nummi è una coniazione assolutamente meravigliosa e piena di risvolti simbolici, politici e storici che affonda le proprie radici fino ai primordi della coniazione romana arrivando agli ostrogoti attraverso le monete costantiniane, come già fatto notare dall'ottimo @Adelchi66 Cito da Arslan (la moneta in bronzo degli ostrogoti, in ACTA NUMISMATICA, 52, 2022, PP 258, 259) con omissis "il nominale da XL nummi in sequenza con il XX Nummi non può essere datato all'età di Atalarico ... per il peso medio dell'unità base ... che lo colloca nella prima fase delle emissioni teodoriciane, continuando ad essere emesso, o a circolare, fino ad un abbattimento delle medie delle emissioni enee con Atalarico per l'aumento del prezzo del rame ... Il nominale da Xx nummi venne emesso in due serie con due stelle in alto [il 40 nummi aveva in alto il simbolo di valore XL] probabile riferimento alla bipartizione dell'impero con al centro I o chrismòn, certamente con significato simbolico, forse con riferimento alla componente cattolica della comunità. All'esergo, che esiste anche liscio, con il numerale, è un numero variabile, da uno a cinque, di globetti, presumibilmente indicanti le officine ... in es. XX, .XX., .X.X., ..XX.., ..X.X.." Non proprio. Teodorico era un abile politico, molto colto, non solo rex della sua nazione ma anche nobile romano Flavio Teodorico, cresciuto culturalmente dal 461 al 469 a Costantinopoli e certamente affascinato dalla romanità. Un uomo quindi a cavallo tra romanità e cultura germanica. ecco quindi che per le emissioni enee Teodorico, per la sua propaganda politica sulle monete, ripesca simboli forti che siano in continuità con le radici della romanità. Non un omaggio, ma una volontà di affermare "io e la mia gente siamo qui a governare in continuità ed a fianco con l'impero". Ecco forse il perché delle due stelle (nelle emissioni costantiniane avevano simboleggiato il dualismo Roma-Costantinopoli): L'impero d'oriente e quanto rimane di quello d'occidente sono la stessa cosa, in continuità. E dalle monete auree ed argentee sappiamo che l'autorità riconosciuta, quella da cui veniva (o da cui avrebbe dovuto venire) l'imprimatur per governare era l'imperatore nel cui nome ed interesse (almeno teoricamente) i sovrani ostrogoti agivano. Ma le monete in bronzo che circolavano localmente, propronevano dei tipi fortemente evocativi per la popolazione romanza del regno ostrogoto. Erano gli anni in cui il geniale sovrano perseguiva l'organica collaborazione tra il gruppo militare ostrogoto e la raffinata e colta comunità romanza con una burocrazia imperiale intatta e con personalità di assoluto rilievo come Cassiodoro e Boezio Ma non solo lupa ed aquile sono certo figlie di una tradizione locale romana ma erano in grado di evocare una dimensione mitica ben presente nel mondo goto, nel quale lupi ed aquile appaiono quasi animali totemici. (preso + o - da Arslan La monetazione dei Goti, 1989 e da Dalla classicità al medioevo in NAc Quaderni ticinesi 2004).1 punto
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DE GREGE EPICURI Ho comperato recentemente questo quattrino di Massa di Lunigiana, del 1792. Pesa 0,60 g e misura 16 mm. Al D. : MASSAE-M.BE.A.A. intorno allo stemma coronato. Suppongo che M.BE stia per Maria Beatrice (Cybo Malaspina). Ho scoperto che queste monete furono coniate a Milano, perchè la zecca di Massa era ormai chiusa da più di 100 anni. Il minuscolo stato, dopo la morte della duchessa, fu unito a Reggio Emilia.1 punto
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Salve a tutti ho questo 80 soldi santa Giustina con questa rosetta grande. Qualcuno ne ha mai visto altre? Grazie mille1 punto
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Questi almeno sono errori veri, non come i tanti spacciati per tali sull'ebay nostrano E le cifre di partenza sono più che ragionevoli, centinaia, ma anche poche decine di dollari, alcuni sopra il migliaio ma senza esagerare, altro che "moneta rarissima, forse, unica, 180.000 euro" per una a cui la circolazione ha cancellato un numero e un paio di stelle petronius1 punto
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Il secondo è bello pesante..ha tanti di quei colpi e colpetti ai bordi che sembra si siano divertiti a lanciarlo contro i muri🤣1 punto
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Si rimanda alla discussione specifica per la legislazione vigente.1 punto
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Buongiorno Mnelao, non è raro che una medaglia non ufficiale venga coniata in metalli differenti e che ne venga catalogata magari una sola. Spesso i destinatari o gli acquirenti hanno una importanza, un peso diverso : ad esempio, come sai ogni Unità della Marina Militare commissiona una medaglia/ricordo della nave che può essere acquistata allo spaccio di bordo, donata o acquistata dai visitatori e non è raro che venga coniata in due o tre metalli diversi, al contrario. Questo accade spesso anche per le medaglie aziendali : il metallo varia a seconda del grado e della anzianità di servizio di chi la riceve. E' un criterio comune anche alle Decorazioni Militari ufficiali : si premia un atto di valore con la stessa medaglia, ma varia il metallo a seconda dell'importanza dell'atto compiuto. Penso che lo stesso criterio sia stato seguìto per la Medaglia delle CC.NN. che hai mostrato. Un saluto cordiale. @Mnelao1 punto
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Ciao a tutti, mi sono imbattuto casualmente in questi 50cent ma sono estremamente ignorante in materia. Presentano un difetto su una delle due facce. Ho provato sia a cercare in rete che a chiedere ad un conoscente appassionato (e suoi contatti a sua volta) ma non ne sono venuto a capo. A prima ed incompetente vista non mi pare sia un falso, o perlomeno non sembra un falso eclatante fatto coi piedi. Ci sono molti dettagli, anche se sulla faccia del cavallo sembrano molto "stanco" (si dice così vero?). La faccia interessante è comunque l'altra, che presenta il cerchio di stelle perimetrale della faccia opposta e una leggera ombra del cavaliere. Le stelle sono visibilmente incise e non in rilievo come la faccia opposta. Qualcuno sa dirmi qualcosa in merito? Grazie 1000 in anticipo1 punto
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Una buona notizia per noi appassionati di ville romane extraurbane: Nuovi saggi archeologici in previsione di una più ampia campagna di scavo all'imponente villa romana di Sette Bassi. Citiamo dal testo del parco archeologico dell'Appia Antica : "situata su un vasto pianoro collinare tra il V e il VI miglio dell’antica Via Latina, la villa, il cui nome deriva dal toponimo medievale “Settebassi”, da riferire probabilmente ad uno dei proprietari, insieme alla Villa dei Quintili costituisce una delle più grandi residenze del suburbio romano. Alcuni studiosi in passato ne hanno ricondotto l'origine del nome a Settimio Basso, Prefetto di Roma al tempo di Settimio Severo (193-211 d.C.), a cui si è attribuita la proprietà della villa, che già all’epoca di Commodo doveva far parte insieme alla Villa dei Quintili di un’unica grande proprietà imperiale ("praedium"). Le testimonianze archeologiche risalenti all’epoca di Massenzio indicano che la villa era ancora abitata all’inizio del IV secolo d.C. Il nucleo centrale, risalente al II secolo d.C., è composto da tre corpi contigui, composti di ambienti riccamente decorati e forniti di impianti di riscaldamento, affacciati su un vasto peristilio-giardino e costruiti su una enorme platea di sostruzione. A esso si aggiungono un edificio piuttosto distante, anch'esso riccamente decorato (cd. "dependance", il cd. "tempietto", i resti un braccio di acquedotto privato che alimentava una cisterna sopraterra, ben conservata, altre strutture considerate ambienti funzionali. L’attuale sistemazione a parco coniuga le evidenze archeologiche con la storia più recente del sito. Divenuta proprietà dello Stato negli anni Ottanta del Novecento, la villa conserva tracce della sua funzione agricola, a cui si riferiscono il grande casale e gli annessi attualmente in ristrutturazione". Il complesso cosiddetto di Sette Bassi è una delle più grandi ville del suburbio romano, seconda per estensione solo alla Villa dei Quintili. La grande area archeologica sorge su un pianoro collinare tra il V e il VI miglio della via Latina, oggi sulla destra della via Tuscolana, in prossimità dell’incrocio con via delle Capannelle. Le sue imponenti strutture sono visibili anche dalla strada ed è possibile accedervi entrando nel lungo viale alberato che raggiunge il cuore del complesso residenziale. Al momento questo è stato solo parzialmente indagato, ma dai resti portati alla luce nel corso di scavi passati è possibile intuirne la grandiosità architettonica e la ricchezza decorativa. Seguendo uno schema canonico per le ville del suburbio di Roma, gli ambienti della Villa di Sette Bassi si sviluppano intorno ad un grande ippodromo-giardino: se ne riconoscono le zone residenziali anticamente decorate di marmi policromi e mosaici, la parte agricola, un tempietto, un acquedotto e cisterne per l’approvvigionamento idrico della residenza. Il complesso è di proprietà del Parco Archeologico dell’Appia Antica, che recentemente ha eseguito una serie di interventi conservativi e messa in sicurezza dell’area. https://www.parcoarcheologicoappiaantica.it/luoghi/villa-dei-sette-bassi/ Nell’area archeologica si conservano i resti di quella che doveva essere una delle più grandi e magnifiche ville della Campagna Romana dopo quella appartenuta ai fratelli Quintili. Gli imponenti resti, sopravvissuti alle razzie volte al recupero di materiali edilizi e di pregio destinati al mercato antiquario, hanno ricevuto già nel Settecento l’attenzione di studiosi come Gavin Hamilton. La consistenza delle rovine era tale da farla ritenere una città a sé stante da cui l'epiteto 'Roma Vecchia'. A seguire nuovi studi furono condotti da Thomas Ashby e dall’architetto Nicolae Lupu, che contribuì alla realizzazione del plastico della Villa per la Mostra Augustea della Romanità (1937-1938), oggi in mostra al Museo della civiltà romana all’Eur. La grande villa monumentale a padiglioni fu costruita al tempo di Antonino Pio (138-161) su un pianoro collinare all'altezza del V-VI miglio della via Latina e fu certamente abitata fino al IV secolo, e mantenuta con altri restauri per altri due secoli fino al VI sec. d.C. Durante la seconda guerra mondiale le strutture furono gravemente danneggiate in particolare nel corso del bombardamento eseguito all’aviazione britannica nel 1944 per colpire Cinecittà. Non c'è accordo tra gli studiosi sull'origine del toponimo 'Sette Bassi', in uso fin dall'Alto Medioevo, e derivato verosimilmente dall'imperatore Lucius Septimius Bassianus detto Caracalla e non da Settimio Basso, prefectus urbis al tempo dell'imperatore Settimio Severo (193-211). Sembra in effetti che l'imperatore Caracalla avesse accorpato in un unico vasto fondo imperiale la villa dei Sette Bassi e la villa dei Quintili. La zona residenziale si componeva di tre corpi edilizi contigui, risalenti a tre fasi diverse ma in rapida successione cronologica. I tre edifici si dispongono attorno ad un giardino cinto da portici. L'edificio più orientale (noto come edificio A) venne costruito all'inizio del regno di Antonino Pio con una struttura tradizionale: 50 metri per lato, un peristilio quadrato a nordovest di circa 45 metri per lato. La pianta è compatta, senza finestre rivolte all'esterno. Il secondo edificio nasce a sud-ovest del peristilio precedente, dove venne inglobato nel 140-150; ha una lunghezza di 45 m per 25 m di larghezza, e aveva una rotonda panoramica rivolta a sud. Si tratta di una struttura legata al lusso, con sale da cerimonia. La terza struttura è attribuita alla fine del regno di Antonino Pio, ed è la più grande e sfarzosa, con aule termali e grandi sale a più piani. Una grandiosa fronte finestrata, alta quattro piani, era ancora visibile fino a quando un forte temporale nel 1951 non la fece crollare definitivamente. Cosiddetto tempietto nella Villa dei Sette Bassi Il grande ippodromo-giardino di forma rettangolare, largo 95 m per 327 m, terrazzato e cinto da un criptoportico, doveva contenere al suo interno specchi d’acqua, viali, costruzioni ornamentali, statue, fontane. Il fabbisogno idrico del complesso era soddisfatto per mezzo di una ramificazione dall’acquedotto Anio Novus che alimentava un complesso sistema di cisterne di cui una a due piani. L’accesso originario della villa doveva essere nell’area sud-ovest, dove sono resti di ambienti riccamente decorati in prossimità del diverticolo proveniente dalla via Latina. A nord-est della villa era verosimilmente la pars rustica della villa, mai indagata in modo sistematico. Era il luogo dove abitava la popolazione rurale e dove aveva luogo gran parte delle attività domestiche e agricole. Nell’area sono visibili i resti del cosiddetto ‘tempietto’ oggi identificato con un ninfeo. Marina De Franceschini, Ville dell'Agro romano, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2005, pp. 209-214, ISBN 978-88-8265-311-8. Roberto Egidi, Villa dei Sette Bassi, in Carmelo Calci (a cura di), Roma archeologica, Roma, Adnkronos Libri, 2005, pp. 442-444, ISBN 978-88-7118-184-4. Stefania Fogagnolo, Pavimentazioni musive e in opus sectile dalla villa dei Sette Bassi (Roma), in AISCOM XXI, 2016, pp. 317-328. Lorenzo Quilici, La villa dei Settebassi a Roma Vecchia, in Scritti in ricordo di Gaetano messineo, a cura di E. Mangani, A. Pellegrino, Monte Compatri 2016, pp. 307-314. La villa è parte del Parco Archeologico dell'Appia Antica. Situata sulla destra della via Tuscolana, in prossimità dell’incrocio con via delle Capannelle, conserva resti imponenti ed è una delle più grandi tra le ville del suburbio romano. Il nome deriva dal toponimo medievale “Sette Bassi”, forse riferito a Settimio Basso, Prefetto di Roma al tempo di Settimio Severo (193-211 d.C.), proprietario della villa. Si trova su un pianoro ed è composta da tre corpi contigui. Il primo nucleo, interamente in mattoni, fu costruito agli inizi del regno di Antonino Pio (138-161 d.C.) ed è costituito da una serie di ambienti che affacciavano su un vasto peristilio-giardino, ora del tutto scomparso. Sono ancora conservati una grande sala di soggiorno, un ambiente con nicchia rettangolare ed una sala con impianto di riscaldamento. Il secondo nucleo di ambienti, costruito nel 140-150 d.C., è costituito da sale di rappresentanza e stanze da letto lussuose, oltre che da una balconata con finestre e un belvedere semicircolare con colonne. Il terzo nucleo, costruito alla fine del regno di Antonino Pio con funzioni di rappresentanza, comprende vaste aule a più piani, un impianto termale e sale di soggiorno. Quest’ultimo complesso costituisce il lato di fondo di un grande peristilio-giardino, lungo 320 metri e limitato da un lungo terrazzamento artificiale, su cui si trova un criptoportico. Accanto alla villa sorgevano inoltre altri edifici, riferibili alla parte rustica del complesso, insieme ad un piccolo tempio ben conservato databile al II secolo d.C. http://musei.beniculturali.it/musei?mid=4760&nome=villa-dei-sette-bassi1 punto
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Buongiorno a tutti, Davvero interessante il tuo lavoro di ricerca e confronto dei conii @LOBU, ci metti impegno, studio e passione, mi complimento con te. Ritorno un attimo sulla 1836 di @giuseppe ballauri, secondo me andrebbe classificata come effige diversa, è chiaramente un profilo diverso dal modello base, magari è stata "disegnata" da un'altra mano ma le differenze con il modello base ci sono e sono molto evideti. Io l'avessi in raccolta la classificherei come variante. Un saluto. Raffaele.1 punto
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Il mio pensiero La tipologia mi ricorda la CONCORDIA MILITVM che si trova sui radiati post-riforma della prima Tetrarchia. Si intravvedono due figure ai lati; quella a sinistra dovrebbe essere l'imperatore, quella a destra Giove. Giove sembra ricevere una Vittoriola (la figura al centro) dalle mani dell'imperatore. In basso, tra le due figure e sopra l'esergo, una lettera che non riesco bene ad individuare. In esergo forse XXI. Sul dritto, pare di vedere una figura radiata volta a destra, ma le legende non aiutano. Tanto per intenderci, ecco un esempio: Prova a vedere se leggi qualche lettera delle legende per cercare di avvicinarci alla classificazione corretta. Ciao da Stilicho1 punto
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Ciao @Ptr79, secondo me dovresti classificarlo qBB per il dritto e BB+ per il rovescio. Complimenti per la patina.1 punto
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Sì, il ritratto è piacevole, ma nel complesso, guardando anche il rovescio, mi pare una valutazione corretta. Del resto da Leu sono rigorosi nelle valutazioni.1 punto
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È interessante anche il globetto sotto all"intreccio dei rami al rovescio,in una ricerca di anni fa' ne ho trovato di diverse annate con questa particolarità...1 punto
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Salve. Chi ha acquistato la moneta a € 21600, offrendola fra breve tempo ad una casa d’aste per la vendita, per quanto gliela prendebbero in affidamento? E il mandante di quanto potrà accontentarsi, considerando che nel conteggio deve caricare anche le commissioni sul prezzo di aggiudicazione, con un diritto d’asta magari del 20% o giù di lì? La moneta è bellissima, ma penso non sia la sola sul mercato ad alta conservazione! A queste cifre ne appariranno sicuramente altre ed il prezzo rischia di risentirne. Non voglio assolutamente fare l’uccello del malaugurio. Possa la moneta rivalutarsi di tanto.Ma, secondo me, impegnando certe cifre, bisogna valutare bene la situazione in tutti i suoi aspetti. Anche per non distorcere il mercato. Saluti a tutti.1 punto
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Tutto è finito anche quest' anno. Irlanda regina,si è presa tutto,vittoria e grande slam. Sempre prima nel ranking mondiale e.....si festeggia anche San Patrizio! Meglio di cosí😁 ORA mi voglio seguire quello FEMMINILE😁. Forti le nostre ragazze💪 Ogni anno,questo grande evento sportivo, per me è una festa,ma anche un grande ricordo malinconico. Il Rugby è uno sport che involontariamente mi ha "contagiato" grazie ad un mio caro amico che ahimè non c' è piú,che me ne parlava e con cui ho imparato a conoscere le Zebre allo stadio(non vi dico l' emozione....ecco il motivo del mio tifo per questa franchigia @Arka). Un' amicizia legata anche ad uno sport. Un' amico che ora è lassú e che penso sempre. Oltre la passione per questo sport,Ivan,mi lasciò un pallone( su mia richiesta),incoraggiandomi tra l' altro a far il tallonatore della loro squadra (la mia mole è quella dei cattivi della prima linea😅) . Quel pallone lo tengo durante le partite del 6 nazioni,passandomelo tra le mani...e la partita la vediamo assieme☺️ Era d' obbligo per Ivan🙏...1 punto
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Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi.. Piastra 1795 Ferdinando IV Un profilo interessante non trovate? Quanti ne avete visti uguali? Vogliamo provare a contarli? Saluti Alberto1 punto
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Ave! Io, invece, non ho nessun sesterzio di Nerone, è un imperatore che non mi è mai piaciuto ne' come imperatore ne' come ritratto. Forse ho 1 o 2 assi ma non ricorro bene perché non mi piacciono. Nonostante ciò questa moneta è, per quanto mi riguarda, dotata di un certo fascino e mi paicerebbe molto averla in collezione. Compliemnti sinceri... Ave! Quintus1 punto
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Se ruoti il Dritto vedrai che si tratta di un elmo con cimiero. Si tratta di una trillina battuta a Milano a nome di Francesco Sforza.1 punto
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È un quinario con Fulvia https://www.lamoneta.it/topic/106438-quinario-con-fulvia/1 punto
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Aggiungo probabilmente se leggo bene anno 1949 https://en.numista.com/catalogue/pieces2049.html1 punto
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Un po' come nel gioco del Mastermind tutti hanno espresso la loro opinione centrando chi l'etnia ,chi il periodo ,chi (forse) la funzione ma nessuno tutte le cose assieme. Comunque sia quella che dovrebbe essere l'identificazione più appropriata è questa: placchette decorative in bronzo longobarde ,ornate con stile animalistico degenerato,quindi piuttosto tarde ( fine VII -VIII sec. d.C ). Riguardo la funzione escluderei quella di guarnizione di cintura o bandoliera essendo io abbastanza ferrato su questi manufatti devo dire che non mi è mai capitato di vedere tale associazione in corredo longobardi. Sarei propenso più verso le guarnizioni di briglie o fettucce pendenti da equipaggiamento per cavalcature che tanto piacevano ai cavalieri europei di tale periodo. L'areale si estende su tutto il territorio sotto l'influenza longobarda,in particolare in Italia centro-settentrionale. In particolare concentrerei l'attenzione sulla perlinatura che circonda i rivetti di fissaggio e che rimanda ,tra le altre cose ,alla decorazioni presenti sulle guarnizioni di cintura a cinque pezzi . Aggiungo che in origine le placchette dovevano essere dorate. Ribadisco l'importanza, la qualità e la quantità del ritrovamento in questione.1 punto
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Buonasera a tutti. Ho comprato sul noto sito questo 10 Tornesi del 1837. Vista la difficile reperibilità sul mercato mi sono accontentato di questo esemplare in condizioni accettabili per i miei standard qualitativi. Venendo al dunque, volevo chiedere a chi è più pratico di "rami", quanto effettivamente sia raro questo millesimo e se altri utenti lo posseggono. Magari sarebbe bello vedere anche i loro esemplari. Chiedo pure, per cortesia e se possibile, sapere se il censimento fatto dall'utente @PerUnaLira su questo millesimo sia terminato che risultati abbia dato. Avrei voluto iniziare una discussione nuova, ma l'utente @Pistorius l'aveva già proposta con il suo magnifico (almeno per me) esemplare e per non disperdere dati o foto mi accodo a questa. Consultando il Catalogo Magliocca in mio possesso, il 10 Tornesi del 1837 viene censito a pagina 363 al numero 671 con rarità R3. Di seguito le mie foto e scusatemi per lo sproloquio, ma ultimamente sto cercando di scoprire le bellezze dei pezzi grossi di rame.1 punto
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Ciao, ottimo esemplare hai preso. In generale, altri requisiti per verificare se si tratti di coniazione postuma o meno sono: flan più ampio, figura più "cicciotta" del re in trono, il rovescio con il campo più pieno", ossia con la croce ed i gigli più ampi rispetto alle coniazioni coeve. Per me, quindi, il tuo è postumo ed è in conservazione splendida. Il gigliato è stata una moneta molto amata ed imitata all'epoca. Saluti Eliodoro1 punto
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