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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/05/23 in Risposte
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E' stato pubblicato sull'ultimo numero di Panorama Numismatico un interessante studio a firma dell'amico Davide @Orodicarta sull'innovativo programma di autofinanziamento del Comitato di Liberazione Ligure. L'articolo, supportato dai documenti originali dell'epoca, ripercorre tutte le fasi che hanno portato all'emissione del prestito, dal Decreto fino all'analitica contabilità di tutti i buoni emessi, suddivisi per tipologia e numeri di serie utilizzati per la sovrastampa. Salta decisamente all'occhio la rarità di alcune tipologie di buoni dovuta alla bassissima tiratura/sovrastampa. Com'è noto, sul mercato numismatico circolano una moltitudine di buoni sovrastampati dal CLL, questo studio, pone finalmente un punto fermo su tipologie, numeri di serie e modalità di emissione (timbratura e perforazione dei biglietti). Che dire6 punti
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Cari amici una nuova condivisione - nella settimana Santa - di uno scudo collo lungo del 1850, nella versione più rara della zecca di Torino, entrata in collezione alla fine dello scorso anno, da un’asta importante e molto combattuta, insieme ad altri due pezzi, sempre FDC e sempre della stessa serie, millesimi diversi. Da tempo cercavo un pezzo sontuoso da sostituire al qSPL che avevo da anni. Volutamente qui ho ripreso l’esemplare al D con una impietosa luce radente che mette in evidenza gli hairlines (che a occhio nudo neanche si notano), e al R con luce normale. L’esemplare, che ho liberato oggi dal sarcofago non senza averlo prima fotografato con la sua plastica e i suoi rivetti, presenta una perizia FDC del 2009 del compianto Angelo Bazzoni, rendendola ulteriormente interessante secondo me. Ora proseguo nell’improbo quanto lungo compito di cercare di completare la serie (ne mancano 4, tutti rarissimi, nella qualità che li cerco io non si trovanoooooo 😱) ovvero di proseguire nella sostituzione di esemplari non FDC. Anche questo obiettivo è assai arduo, lo standard qualitativo di questi monetoni è molto modesto e i FDC sono carucci. 😂 Ma mi sono posto il target di averli tutti in qFDC o FDC e prima o poi ci arriverò (magari fra dieci anni se non schiatto prima) 🤗 Serena Pasqua a tutti5 punti
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Ciao a tutti condivido volentieri con voi questo sesterzio, proveniente da: Ex Numismatica Varesi. Otacilia Severa moglie di Filippo I, Zecca di Roma (248 d.C.) 17,12 gr. 29 mm. patina verde, Cohen, 65/Fr.125 punti
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Ciao Priamo, ciao a tutti. Grazie della super recensione che hai fatto, l'articolo come ben sai è il frutto anche della collaborazione con te e con gli altri amici cartamonetari del forum, ne abbiamo discusso insieme. La disponibilità dell'elenco dei numeri di serie dei buoni emessi ci ha permesso di constatare che la quasi totalità degli esemplari attualmente disponibili sul mercato è falsa. La stesura dell'articolo è stata quindi sollecitata dalla volontà di rendere pubblico l'elenco quanto prima per porre un freno all'inconsapevole speculazione sulle spalle dei collezionisti, inconsapevole perché nessuno fin'ora era a conoscenza di questo elenco. Sono però soddisfatto perché sono riuscito ad accertarne la completezza, cosa che come sai mi ha tenuto impegnato molto data la frammentarietà e lacunosità della documentazione relativa al Prestito della Liberazione. Non mi resta che sottolineare l'estrema rarità di questi buoni (originali...) sperando che l'articolo sia utile e che mi si perdonino i suoi limiti, primo fra tutti la mancanza di dettagli sulla procedura per il loro rimborso, di cui ho trovato pochissime informazioni nei documenti del CLL.5 punti
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Complimenti ragazzi. È un onore imparare ogni giorno qualcosa e condividere studi e scoperte. A proposito, quindi se uno volesse sapere quali sono i buoni CLL autentici deve per forza comprarsi Panorama Numismatico? 🤔 (Ho appena controllato, 6 euri spesi bene, vedi foto) Oppure qualcosina ce la riveli anche qua su LaMoneta? 😅3 punti
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Sì, sarebbe doveroso parlare in ogni caso di ''Fuga dell'otto settembre''. Il capo di un esercito in guerra non andò in un posto più sicuro del territorio nazionale, come poteva essere la culla Torino per esempio, ma si rifugiò presso il nemico. Nella seconda guerra mondiale, se fossi vissuto in quell'epoca, avrei combattuto dall'altra parte, ma penso spesso a come si siano sentiti tutti i militari italiani quella mattina dell'8 settembre. Ne so qualcosa dal racconto di mio suocero... Arka P.S. Stimo invece molto Vittorio Emanuele III come Numismatico. Diligite iustitiam3 punti
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Buongiorno con questo grano di filippo IV. In basso a destra c'è il numero di catalogo di vecchia collezione ♥️3 punti
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Segnalo l'uscita del n. 393 di Panorama Numismatico. Di seguito l'indice: Gianni Graziosi, I coccodrilli della Gallia Narbonense – p. 3 Roberto Diegi, La monetazione di tipo greco in Sicilia, 6, Gela e le sue monete – p. 11 Alberto Castellotti, Dissolvenze romane – p. 13 Giuseppe Carucci, Alcuni talleri del Settecento – p. 19 Vito Vittorio, La monetazione di Menelik II Imperatore d’Etiopia (1889-1913), seconda parte – p. 24 Davide Oldrati, Documenti inediti sui buoni del cll per il prestito della Liberazione – p. 41 Alberto D’Arcangeli, Perché buoni e non solo lire? – p. 50 Emissioni numismatiche – p. 56 Notizie dal mondo numismatico – p. 58 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 632 punti
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Buongiorno. Su questo non sono d'accordo giacché ho volutamente evitato di parlare dei brogli proprio per non svilire il discorso andando a scrivere di congetture. Tutti gli elementi che ho citato sono fatti e non "considerazioni personali": mi si dimostri il contrario. Non se ne abbia a male ma la frase "la validità attestata è verificata dallo spoglio elettorale che ha sancito la scelta degli italiani" non significa nulla. Lo spoglio elettorale - in ordine al quale potremmo dilungarci parecchio sui personaggi che a livello di prefetture e ministero vi sovraintesero - attestò semplicemente un conteggio delle schede calate nelle urne e che (guarda caso) furono subito bruciate per impedire ogni riconteggio. Lo spoglio elettorale non c'entra col fatto che tanti non poterono esprimere il loro voto per le circostanze logistiche e storiche che ho già indicato, così come col clima d'intimidazione verso i sostenitori della Monarchia messo in atto dai fautori della parte opposta (che peraltro erano ancora pieni di armi...)2 punti
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Come promesso in altra discussione all'amico Rocco, inserisco piano piano qualche nuovo acquisto. Inizio da un 3 cavalli di Carlo V di cui cercherò qualche riferimento di catalogo. Mi pare che sia una moneta dalla conservazione superiore ala media, non so se siete d'accordo, facendo parte di un lotto non posso darle un costo individuale, secondo voi 30-40 euro potrebbero starci o esagero?2 punti
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Buongiorno a tutti, @Stilicho @gpittini ma anche gli altri appassionati.. Continuo con le mie Fel temp reparatio. La casa d'aste la classifica: Costanzo II Diam. 18 mm Peso g.2,5 Zecca Sirmium RIC VIII 48 Le figure al rovescio sembrano stilizzate ma sicuramente è un effetto dell'usura e stato di conservazione, spero non affetta da cancro. La serie horse Man mi ha preso particolarmente , man mano posterò anche le altre che ho in collezione. Saluti Alberto2 punti
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Scusami, ma qui dissento. Le cose possono essere fatte correttamente oppure no. In questo caso decisamente no. E non è senno ''del poi''. E' una questione di onore e la serietà era dovuta ai propri sottoposti prima che all'ex nemico. Arka Diligite iustitiam2 punti
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https://www.cronacanumismatica.com/umberto-ii-il-re-di-maggio-senza-monete/ http://www.socnumit.org/doc/Numismatici/UMBERTO_II.pdf2 punti
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Su questo sono d'accordo perché entra nel circuito postale (comunicazione, timbratura, trasporto etc.) ma ...se analizziamo anche l'elemento tariffa qualcosa non torna. Sembra che qualcuno, volutamente, li ha fatti viaggiare ... fortunatamente per noi. Se sia stato un filatelico, uno speculatore o un ricco non saprei ma alla fine rimane il problema se tenere o meno in considerazione per la storia postale anche la tariffa utilizzata come discriminante oppure non essere troppo rigorosi. Personalmente reputo che tutti i documenti (lettere, interi, cartoline) diventano storia postale quando possono raccontare e veicolare una storia unica e irripetibile grazie alla lettura e studio dei timbri, dell'affrancatura, dei tragitti, delle date di partenze e di arrivo, dei luoghi e delle persone nonché degli inchiostri e carta utilizzata. Sono consapevole che ci possano essere degli artefatti ma le storie vere e reali sono uniche .... sono storia postale e sono questi documenti che emozionano e danno soddisfazioni.2 punti
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Buonasera a tutti, sono sempre piu affascinato da queste piccole monetine e dalla loro iconografia. Monetazione per niente monotona. Come riportato da @Illyricum65 nella sua pregevole discussione* ( che rappresenta per me un importante punto di riferimento) ci sono più varianti iconografiche. *La ripropongo qui per completezza. Ho ripreso con piacere a collezionarle e questa sera ve ne mostro qualcuna della serie . "Legionario che trafigge un cavaliere " @Stilicho so che è anche lui sensibile a questa tematica vediamo cosa ne pensa, sono ovviamente graditi commenti di chiunque voglia intervenire. Saluti Alberto1 punto
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Ciao a tutti, questa sera vi parlo di una moneta che qui sul forum non è mai stata presentata. Come da titolo, si tratta del testone di Paolo V per Ferrara. Paolo V (1605-1621), Ferrara, Testone. Munt 211, CNI 112, MIR 1605/1. D/: Busto a destra con camauro e mozzetta. . PAVLVS . V . BURGH . PONT. MAX +. In basso nel giro in fuori: ++1619+ R/: Il Santo con elmo non piumato, in armatura a cavallo galoppante a destra, in atto di trafiggere con la lancia nelle fauci il drago in piedi a destra, retrospicente. . S . GEORGIVS . FER - RARIAE . PROTECT All'esergo, due armette ovali: a sinistra quella del cardinal legato Giacomo Serra, sormontata da cappello; a destra, quella della città di Ferrara, sormontata da corona. Nel mezzo +. T/: liscio. Peso 9.56 g Al rovescio, è protagonista San Giorgio, patrono di Ferrara. È rappresentato secondo i caratteri tipici della sua iconografia, in armatura a cavallo, intento ad uccidere il drago. La leggenda narra che Giorgio fosse un nobile cavaliere errante, originario della Cappadocia (nell’attuale Turchia), di fede cristiana. Apostolo su un bianco cavallo, giunse un giorno nel regno di Silene, in Cirenaica, che era funestato dalla presenza di un terribile drago, la cui forza distruttrice poteva essere contenuta solo da sacrifici umani. Fu proprio il “soldato di Cristo” a salvare dalle fauci del mostro la figlia del re, e come ricompensa non volle né onori né denari, ma che tutto il popolo si convertisse ricevendo il battesimo. La rappresentazione di san Giorgio che combatte con il drago è in assoluto una delle più diffuse nell’arte cristiana, in epoca medievale ma ancora nei tempi moderni, in Occidente come in Oriente (dove il cavaliere è annoverato fra i megalomartyroi, cioè i santi per eccellenza della tradizione ortodossa). Numerosissime sono le varie rappresentazioni di San Giorgio e il drago nella storia dell'arte. Ve ne allego due, celeberrime, quella di Paolo Uccello e di Raffaello. Nella provincia di Ferrara il culto è particolarmente diffuso poiché spesso, nella credenza popolare dell'Alto Medioevo, il Po e altri corsi minori venivano considerati la tana di un drago, che san Giorgio avrebbe ucciso salvando gli abitanti. In realtà il drago è stato identificato come metafora della pericolosità delle piene del fiume, che rischiavano di distruggere Ferrara e gli altri centri della zona. A Ferrara le due chiese principali gli sono dedicate. Sempre a Ferrara, gli è dedicato il palio, nel quale il premio è appunto il drappo del "santo Zorzo" (san Giorgio nel locale dialetto). Sempre al rovescio della moneta è presente lo stemma della città di Ferrara, che è costituito da uno scudo perale diviso orizzontalmente a metà, con la parte superiore di color nero e la parte inferiore di color argento. Lo scudo è timbrato da una corona ducale, ricordo del periodo ducale della città. Da un punto di vista numismatico, si tratta di una moneta ritenuta rara, che compare abbastanza di frequente sul mercato. Dei due anni di coniazione (1619 e 1620), il 1619 è sicuramente più raro, in base ai passaggi che ho registrato sul mercato, nonostante il MIR assegni R al 1619 e RR al 1620. Nella grande maggioranza dei casi però la conservazione non va mai oltre il BB ed in genere si tratta di un conio che presenta spesso debolezze, salti e ribattiture. Questo esemplare, sicuramente superiore alla media, appare scevro dai difetti maggiori e si presenta ben impresso e corredato da una gradevole patina. Il significato dei segni "croce", "rosetta" e "stella" che compaiono nei testoni (e nei giuli) è di difficile interpretazione. Non si tratta di segni di zecca in quanto si accompagnano spesso alle iniziali F.R degli zecchieri Franchini e Rivaroli; è più probabile che siano segni di differenziazione delle varie emissioni. Michele1 punto
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Secondo Arslan (La moneta in bronzo degli Ostrogoti in Acta Numismatica 52, 2022 pp 281-282) "le emissioni ostrogote", per lo meno quelle enee, "terminano [...] nella sequenza di piccoli bronzi con monogramma del re, con peso medio molto basso" di ca. 0,69 gr. Che fine aveva fatto la reintroduzione dei grandi bronzi voluta da Teodorico? Siamo nel 552-553, in un momento di estrema gravità, con la penisola italiana devastata da anni di guerra e sono gli ultimi giorni del regno ostrogoto. Dopo che re che Totila venne ucciso nella battaglia di Tagina venne scelto come successore un suo generale: Teia o Tela che raccolse un importante esercito con l'intento di chiudere la partita con i bizantini del generale Narsete. L'esito, come sappiamo, fu favorevole ai Bizantini che, se si esclude la ribellione nell'Italia settentrionale nel corso degli anni cinquanta del VI secolo fino al 561 o 562, cancellarono la nazione ostrogota dalla storia. Qualche giorno fa scorrevo ex post il materiale in vendita nell'asta InAsta 105 ed ho trovato questa monetina invenduta (peraltro fotografata in modo da essere abbastanza incompresibile), data come moneta di Teodorico ma la pareidolia (termine molto caro a @Stilicho) mi ha fatto insospettire ricollocandola a memoria come una delle emissioni di Teia, (sempre secondo quanto asserito da Arslan). Nonostante il prezzo proibitivo ho gettato il cuore oltre l'ostacolo e l'ho acquistata ed è arrivata oggi Questa è la foto (non zenithale, lo so, mi perdonerete ma non sono attrezzato in questi giorni per le foto) Dalla mia immagine risultano più chiari (ma dal vivo è decisamente meglio) i particolari del D) con il busto diademato, paludato e corazzato di Anastasio a DX (si intravede la fine della legenda che, nel migliore dei mondi possibili, voleva essere qualcosa che sciolto doveva suonare come Dominus Noster Anastasius Augustus, mentre al rovescio si siconosce il doppio cerchio concentrico e parte del monogramma TRL in nesso. Sono molto contento di questo acquisto: per pochi euro ho portato a casa una monetina non comune (la danno come R2), certamente non appetibile dal punto di vista collezionistico ma testimone di un periodo storico estremamente interessante oltre che travagliato per la nostra penisola.1 punto
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Banconota molto affascinante della Germania Imperiale. Indubbiamente ci sono delle emissioni più ricercate e rare come quelle del 1903 e 1906. Ciò che contraddistingue questa banconota oltre alla bellezza estetica, come descritta nel post citato da @El Chupacabra,ma il sistema di sicurezza utilizzato contro la contraffazione. Infatti la stampa avveniva su carta di Wilcox (nome dell'inventore americano J.M. Wilcox) il cui processo prevedeva l'uso di fibre colorate blu: Nel 1000 mark le ritroviamo sul lato sinistro. Questa carta venne anche denominata "carta di granito" per la somiglianza delle fibre rosse e blu alla grana del granito. In quegli anni non fu soltanto la Germania imperiale ad utilizzare un sistema di sicurezza del genere. Pensiamo alle banconote svedesi di fine '800, per esempio il 10 kronor: In questo caso cambia la colorazione e la distribuzione sul biglietto. Se andiamo in Spagna con il bellissimo 1000 pesetas del 1895: In questo caso troviamo una striscia verticale di fibre intrecciate. Quindi questo sistema di sicurezza era abbastanza diffuso per i molti falsi che circolavano. Infine questa banconota avendo subito gli effetti della svalutazione, gli speculatori intuirono un buon affare: acquistarono a buon mercato banconote da 1.000 marchi nel Reich e poi le riscattarono nei territori occupati al tasso prebellico. Per evitare ciò, il governo tedesco confiscò le banconote da 1000 marchi con il sigillo rosso prebellico ed emise quelle con un sigillo verde, che non potevano quindi essere riscattate nel medesimo modo. Bella banconota👍1 punto
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Gia', tutti colpevoli fino a prova contraria. Squadra che vince non si cambia.....1 punto
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Come riferimento puramente indicativo, il mio vecchio catalogo World Paper Money-Specialized Issues del 2002, lo quotava 20 dollari in XF, conservazione che corrisponde al nostro qSPL. Il tuo sembra in conservazione migliore, anche se non FDS, sulla scala americana potrebbe spuntare un AU, about uncirculated, con un valore, prendendo per buono il riferimento di 20 anni fa, che potrebbe aggirarsi sui 30-40 euro. Quanto poi tale valore sia (eventualmente) monetizzabile in Italia, dove la richiesta per questi biglietti è sicuramente minima, è cosa tutta da vedere petronius1 punto
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Particolare interessante.Cerchietto fra i piedi del Cristo. Massaro Ognibene.1 punto
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Su una unica cosa non sono d'accordo: "Individuare lo speculatore occasionale non sarà però facile". In realtà, se tanto mi dà tanto, sarà facilissimo. Diventerà onere tuo dimostrare che lo hai acquistato da piú di tot anni e a quale cifra, altrimenti paghi e amen. Un po' come accade nel caso delle monete d'oro da borsa insomma.1 punto
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Buon pomeriggio amici lamonetiani. Approfitto della vostra preparazione per chiedervi un giudizio di autenticità relativo a queste due creature, un 2 tornesi 1852 e 1 tornese 1853, in cui mi sono imbattuto nella rete. Premetto che non sono allenato su tale monetazione, ma che le lettere disallineate e di grandezza non uniforme, hanno provocato in me qualche dubbio. Spero di ricevere qualche consiglio e chiarimento da parte vostra. Grazie in anticipo Gaetano1 punto
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Ciao Apollonia,le cose stanno così:in tutte le banconote di Euro l'ultima cifra procede in senso contrario da 9 a 1 per poi ricominciare da 9 poichè si salta lo 0.Cioè nelle banconote in serie,come le tue,l'ultima cifra scende di una unità ad ogni aumentare della penultima cifra ma saltando lo zero,per cui dopo la banconota che finisce per 1 avremo la banconota che finisce per 9.Prendiamo per esempio le tue banconote:SF........19,SF........28,SF........37 ecc.fino ad arrivare SF........82,se vai avanti e aggiungi 9 si arriva a SF........91,se aggiungi 9 si arriva a 100 ma lo zero si salta e si aggiunge di nuovo 9 arrivando a109 e così via,cioè l'ultima cifra va avanti di 9 in 9 saltando però lo zero.Spero di esserti stato utile,ciao1 punto
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Ciao, tenendo conto che giudichiamo foto e sono solo pareri, il bordo lo vedo molto arrotondato, come panciuto, forse troppo. Ed è molto uniforme e liscio , forse troppo. Sarebbe da esaminare bene dal vivo🙂 ANTONIO1 punto
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Eccola che non ricordavo... la tagliata Etrusca... sapevo di dover pensare alla carne... Vado io.... Questa è facile facile anche se non così conosciuta come dovrebbe1 punto
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Ciao, sembrerebbe di area tedesca, in questo link trovi qualcosa di similare: 1 Kreuzer - City of Konstanz – Numista1 punto
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Non sono un esperto ma una motivazione potrebbe essere che nello sportello vengano inserite in diversi scomparti le banconote in mazzette composte da un certo numero di unità (in questo caso 9) e che la macchina raccolga la prima banconota di ogni mazzetta per la distribuzione.1 punto
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Appunto quello che intendevo dove nel primo caso hai tra le mani una vicenda storica ben raccontata e trasmessa attraverso il servizio postale e con la missiva all'interno sarebbe stata completa. Nel secondo caso possiamo parlare di un prodotto filatelico viaggiato che ha trasmesso ai posteri affrancature con meravigliosi annulli che forse sarebbero rimasti sconosciuti. Hanno una loro valenza storica- filatelica e senza dubbio commerciale ma personalmente preferirei non inserirli nella storia postale perché non raccontano qualcosa di reale ma restano comunque buste viaggiate di grande valore collezionistico...ma il mio è il modesto parere di un'amante di filatelia.1 punto
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Ad ogni modo la mia non è proprio rigidità, guardo la situazione da un'altro punto di vista, condivisibile o meno. Negli anni '90 ho comprato questa busta insieme ad altre due cartoline in un mercatino per mille lire, quindi mi è costata circa 350 lire, altre persone prima di me non l'avevano presa perchè la reputavano molto comune e dozzinale. Spedita dalla provvisoria Banca d'Italia di Cattaro all'ononima di Spalato. Entrambe ricadevano nel neonato Governatorato della Dalmazia, costituito successivamente l'invasione della Jugoslavia del 1941. Queste due città erano denominate 'Province italiane' sino all'occupazione dei tedeschi avvenuto dopo il proclama Badoglio dell'8 settembre 1943. Emana quella drammaticità che ben conosciamo. Viaggiò come raccomandata in un periodo difficile del nostro passato con uno scopo ben preciso che purtroppo non avendo il contenuto non conosco, ma trattandosi di un'importantissima istituzione doveva essere qualcosa di serio, questa è la sua storia. Esempio senza foto solo da immaginare utilizziamo magari gli stessi francobolli raffigurati nella precedente busta. Sempre nel 1941 da un'altra parte del mondo una busta con una quartina del 50 cent + un'altra quartina del 1,25 cent della serie 'fratellanza d'armi italo-tedesca', viene spedita da una persona come ordinaria dall''ufficio postale di XXXX sino a casa propria sempre a XXXX, si, è la "storia" di un fatto filatelico accaduto... Sia ben inteso che non voglio screditarla, ma non si può considerare sullo stesso piano della precedente busta, se poi i filatelici la considerano molto più importante della prima perchè commercialmente vale molto di più data la presenza di due quartine "viaggiate" .... è meglio lasciar perdere il discorso.1 punto
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Prendo spunto da questa considerazione, che condivido, poiché storicamente vera e accertata, per farne un'altra: se l'Unificazione italiana s'è fatta, nel bene e nel male, lo dobbiamo a Casa Savoia e nessun'altro. Certo, è stata fatta col sangue delle guerre d'indipendenza e con una serie di circostanze favorevoli, ma si é fatta. E questa Unità, bene prezioso da custodire con cura, non dobbiamo dimenticare chi ce l'ha lasciata. un caro saluto a tutti1 punto
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La lettura di @Flavio_bo direi che è più che corretta. Secondo me è abbastanza riconoscibile la legenda IMP CLAVDIVS AVG Le tracce delle lettere sono compatibili.1 punto
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Probabilmente pareidolia, ma mi pare di poter leggere IMP CAES TRAIAN...Traiano. Al rovescio figura assisa, forse con cornucopia nella mano sinistra e patera nella mano destra? Buona notte da Stilicho1 punto
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Possiedo poche buste 1° Giorno, le ho sempre reputate parte integrante della storia postale ma preferisco quelle viaggiate e con contenuto, anche in formato cartolina. Si, è vero, tante volte la tariffa era abbondantemente sovradimensionata ed anzi ricordo che talvolta anche i rivenditori di francobolli spedivano i loro prodotti con affrancature superiori al dovuto.1 punto
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Buona sera 1412luigi. Condivido il suo punto di vista (oltretutto così poeticamente espresso). C'è poi da considerare, vista la tipologia delle monete in questione, che mi sembra una conservazione ancora decorosa. Cordialità Gabriella1 punto
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Hai postato un pezzo di storia dove si può studiare e conoscere tanto. Ecco perché la storia postale amplia gli orizzonti e le conoscenze rispetto al semplice collezionismo di francobolli nuovi e/o usati, senza nulla togliere a questo settore visto il mio trascorso ma che non mi dava più grandi soddisfazioni di studio e ricerca...cosa che invece riesco a trovare, adesso, nella storia postale del mio territorio. @PostOfficesa bene che molti esperti del settore hanno molto dibattuto, e qualche volta anche contraddicendosi sulla definizione di storia postale, definendola come un ramo della filatelia. Ma, come da citato, è la filatelia che dovrebbe far parte della storia postale come oggetto di studio insieme a tutto l'apparato organizzativo, i metodi di comunicazione, di trasporto e gli strumenti affinché il servizio possa essere espletato. La domanda è se una busta F.D.C., pur se viaggiata, ma sappiamo senza alcun contenuto, la possiamo far rientrare a tutti gli effetti nella storia postale oppure è un mero artificio filatelico, una forzatura dei servizi per valorizzare il documento con un timbro di arrivo?1 punto
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È storia postale tutto quello che è genuinamente ''viaggiato'', sia in tariffa che non in tariffa, ...anche senza il francobollo ma viagggiata e tassata, anche affrancature palesemente filateliche. La storia postale è lo studio comparato dell'organizzazione dei servizi postali, pubblici e privati, dall'antichità ad oggi. Motivo del collezionismo di storia postale è un oggetto inoltrato attraverso un servizio postale. La classificazione di tale oggetto avviene tramite lo studio dell'affrancatura (se presente), degli annulli e bolli impressi, delle targhette di servizio e del percorso effettuato. Questa classificazione consente di suddividere la storia postale in varie categorie di collezionismo: storia postale di un'epoca, storia postale di un territorio, storia postale di un evento bellico, storia postale di un servizio postale e storia postale di un'emissione. Da Wikipedia Affrancatura, percorso ed annulli di una lettera sono di interesse per la storia postale1 punto
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Qualche busta primo giorno la tengo anche io. Sono belline a mio avviso.1 punto
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Complimenti @nikita_per la fdc di Nino Masiello che apprezzo in modo particolare per l'originalità dei disegni. In collezione, per la tematica squadra del cuore, né possiedo tre e fanno la loro bella figura. Il tuo discorso sulle tariffe è giusto per certi versi ma si rischia di essere troppo rigorosi perché alla fine se una lettera (in questo caso F.D.C.) con una tariffa inferiore o con una combinazione di francobolli non in tariffa riesce ad arrivare a destinazione credo possa rientrare nella storia postale altrimenti si rischia di contestare tanti altri documenti del passato per problemi tariffari non conformi mentre l'attenzione andrebbe spostata sul francobollo e l'annullo. Comunque posso sicuramente sbagliare ecco perché ho sempre avuto dubbi e collezionato per tematiche. A proposito non ero a conoscenza che avevi collezionato anche F.D.C....riservi sempre sorprese😉1 punto
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Cerca di capire la legenda al dritto quale possa essere tra: IMP CLAVDIVS AVG IMP CLAVDIVS P AVG IMP CLAVDIVS PF AVG IMP C CLAVDIVS AVG IMP C CLAVDIVS PF AVG Poi aiutati con i filtri del sito https://ric.mom.fr/en/home per i vari tipi di fides compatibili di Claudio II e vedi i risultati. Con un po'di tempo e pazienza secondo me è fattibile.1 punto
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Buongiorno a tutti, oggi condivido con voi un mio mezzo Ducato di Carlo V, 14,9 gr. "Magliocca 31"1 punto
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