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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/14/23 in Risposte
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Per certificare i documenti, che uscivano dall'ufficio del Doge, venivano appesi anche sigilli di piombo con l'immagine del leone di S. Marco (del tipo in moleca), che tiene nella zampa destra un libro e sul retro la scritta “Dominium - Venetiarum". La bolla plumbea del Dominium è l'unico sigillo pendente di piombo in uso a Venezia oltre alla bolla dogale e ne è l'esatto equivalente. Essa poteva essere impressa soltanto in cancelleria ed autenticava gli atti emessi in nome della Signoria. Una spiegazione soddisfacente per l'uso di questo tipo di piombo non è stata ancora offerta: N. P. Likhachev credeva che fossero destinati a fissare documenti durante i periodi di vacanza dogale, in questo seguendo il punto di vista di B. Cecchetti, ma non è ancora stato provato, è noto che nel momento in cui il posto del Doge rimaneva vuoto, il potere supremo era esercitato collettivamente da 6 consiglieri del Doge defunto, il più anziano dei quali era considerato il vice-Doge, gli atti di stato potevano essere sigillati con il suo sigillo. Inoltre, per stabilire il momento dell'introduzione di sigilli di questo tipo nella vita quotidiana dell'ufficio ducale, si deve tener conto che la scomparsa dell’uso del titolo di Comune Veneciarum per indicare l’entità statuale veneziana è il 9 maggio 1462, quando intervenendo per modificare i termini della promissione del Doge che sarebbe stato eletto al posto del defunto Pasquale Malipiero, il Maggior consiglio stabilì che «Promissio principis nostri corrigatur et reformetur in omni parte ubi dicitur ‘Comune Venetiarum’, loco quorum verborum dicatur ‘Dominium Venetiarum’», come venne correttamente riportato nel registro delle deliberazioni consiliari. Il precedente titolo fu dunque sostituito da quello di ‘Dominio di Venezia’, a indicare la serenissima Signoria. Questa data è quindi la data di inizio per la datazione di sigilli di questo tipo. Il primo esempio noto, quando il nome Dominium Venetiarum e l'immagine del leone di S. Marco concordano su un sigillo è uno di cera rossa appeso all'atto del 4 ottobre 1469 sull'accettazione sotto la protezione di Venezia del re di Cipro, Jacques Lusignan, sua moglie Caterina Cornaro, veneziana, e i loro discendenti, ma è da notare che il trono del Doge in quel momento non era vacante, era occupato da Cristoforo Moro. Pertanto, sebbene negli esempi forniti si parli di sigilli di cera e non si parli di sigilli di piombo, si possono trarre alcune conclusioni: in primo luogo, non vi è alcun motivo per attribuire l'uso di questo tipo di sigilli specificamente ai periodi di vacanza del trono dogale, in secondo luogo, è chiaro che essi potrebbero comparire non prima del 1462. a) Al Minor Consiglio fin dai primi anni della sua costituzione dovettero essere aggregati i Capi dei Quaranta, chiamati pure in certi casi a compiere le funzioni dei Consiglieri mancanti. Consiglieri e Capi di Quaranta insieme formano la Signoria (Dominium). Funzione principale del Minor Consiglio era quella di moderare l'autorità del Doge, assisterlo e consigliarlo. Durante la vacanza ducale il governo si restringeva nelle sue mani; curava gli affari in corso e presiedeva alle operazioni per la nomina del nuovo Doge e uno dei Consiglieri, che non fu sempre il più anziano, assumeva le funzioni di Doge (Vice Doge).5 punti
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Il rinvenimento nella Tenuta Bellavista Insuese, nella zona di Collesalvetti. Il tesoretto in argento potrebbe essere il risparmio di un militare impegnato nella guerra Livorno, 175 monete romane di duemila anni fa trovate nel bosco: ora saranno esposte al Museo LIVORNO. Un tesoretto di 175 denari di argento, risalente a oltre duemila anni trovato nel territorio livornese adesso sarà esposto al museo. Tutto comincia il 9 novembre 2021, nella Tenuta Bellavista Insuese tra Collesalvetti e Livorno, quando nell’area agricola e forestale di interesse naturalistico, un membro del Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese, mentre percorreva un terreno declive interessato da un recente taglio boschivo, scorgeva tra le foglie alcune monete all’apparenza antiche. Contattata immediatamente la Soprintendenza, inviava le foto del ritrovamento al funzionario archeologo responsabile del territorio e ricevuta conferma dell’interesse archeologico, rimaneva a sorvegliare la zona fino all’avvenuto recupero di quasi tutte le monete e di alcuni frammenti del contenitore, una piccola olla di impasto. Nei giorni successivi la Soprintendenza provvedeva ad effettuare uno scavo nell’area immediatamente circostante, con il recupero di poche altre monete allontanate in antico, come attesterebbero le fratture consunte del contenitore. Nel complesso il tesoretto rinvenuto, di età tardo repubblicana, è composto da 175 denari di argento in buono stato di conservazione ad eccezione di due monete fratturate e ricomponibili per intero, una spezzata in due parti e conservata solo per poco più della metà. Il numero originario delle monete dovrebbe avvicinarsi di molto o addirittura coincidere con quanto rinvenuto poiché, nonostante la rottura del contenitore, molti denari erano ancora raggruppati tra loro e solo pochi esemplari si trovavano dispersi in un breve raggio lontano dal nucleo più consistente. I denari sono databili, secondo Crawford, tra il 157-156 a.C. e l’82 a.C. Ad eccezione delle emissioni più antiche, databili tra il 157-156 ed il 110 a.C. e attestate in uno o al massimo due o tre esemplari, la presenza di gruppi più numerosi inizia a partire dal decennio 109-100 a.C. per poi raddoppiare nei decenni successivi. La massima concentrazione si ha per gli anni tra il 91 e l’88 a.C. del bellum sociale in cui la massa delle coniazioni rispecchia la grande movimentazione di uomini e mezzi da parte di Roma contro la rivolta dei socii italici. Successivamente abbiamo una riduzione numerica fino all’82 a.C., data a cui risalgono gli esemplari più recenti, terminus post quem subito dopo il quale è da ritenersi chiuso il gruzzolo di monete, forse addirittura nello stesso 82.a.C. o nell’anno precedente se si seguono gli studi recenti sulle ultime emissioni monetali presenti anche nel tesoretto di Suese. La chiusura del tesoretto di Suese sarebbe pertanto avvenuta poco prima della vittoria di Silla, quando parte dell’Italia centrale e tutta la Cisalpina erano ancora in mano ai Mariani. La zecca è sempre quella di Roma ad eccezione di un esemplare della zecca di Narbona, di L. Pomponius del 118 a.C. Il tesoretto potrebbe essere il risparmio di un militare impegnato già nella guerra sociale e forse anche in quella tra Silla ed i mariani. Una volta ritornato alla sua casa e ai suoi campi, avrebbe nascosto sotto un albero del vicino bosco i denari d’argento, che non sarebbe mai più tornato a recuperare. Lo studio del materiale rinvenuto ha occupato più di un anno ed è avvenuto grazie al lavoro della Soprintendenza in sinergia con il Museo di Storia Naturale di Livorno e il volontariato culturale del Museo stesso. Il Gruppo Archeologico Paleontologico Livornese ha infatti collaborato per la logistica a tutte le fasi operative, dalla misurazione alla pesatura e alla documentazione fotografica di tutte le monete fino alla redazione del catalogo insieme al funzionario archeologo della Soprintendenza, la progettazione e l’allestimento della mostra. Il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo della Provincia di Livorno e la Regione Toscana hanno finanziato la stampa del catalogo e la realizzazione della mostra che sarà inaugurata a breve presso il Museo stesso. https://www.iltirreno.it/livorno/cronaca/2023/04/14/news/livorno-175-monete-romane-di-duemila-anni-fa-trovate-nel-bosco-ora-saranno-esposte-al-museo-1.1002830324 punti
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Solo per aggiornarvi sulla conclusione: moneta ricevuta, inutili ulteriori indagini, solo vedendola era chiaro che si trattasse di una riproduzione. Ciononostante ho voluto farmi del male fino in fondo, e sono andato a guardare quella "contromarca" al rovescio per capire che senso avesse; il senso è chiarissimo, c'è scritto "COPIE"... 🤣 99 centesimi buttati... 🤣🤣🤣3 punti
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Da grande ignorante in questo settore: questa contromarca indica che la moneta è stata utilizzata come gettone telefonico. I primi apparecchi funzionavano anche a monete da 50 e 20 cent. Puoi trovare alcuni esempi nei cataloghi "Gettoni nei secoli" (usa la funzione ricerca Google)3 punti
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Buongiorno a tutti ragazzi!!! Essendo un neo collezionista Volevo sapere un vostro parere su questa moneta che ho acquistato da poco… grazie a tutti2 punti
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sanctuary for Cult God Mithras discovered in Germany A place of worship for the Roman god of light, Mithras, was discovered during archaeological excavations in Trier, in southwestern Germany. The first findings from archaeological excavations started in Trier in February of this year at a site where a new central station for the city fire department was to be built was presented. Scientists discovered the remains of the Mithraeum – the sanctuary of the ancient Roman deity Mithra, which was destroyed and abandoned at the end of the 4th century. So far, the most significant discovery at the excavation site has been a 1.2-meter limestone bas-relief depicting Cautes, one of Mithras’ two torch-bearing companions. Cautes and Cautopates symbolize sunrise and sunset, summer and winter, and life, and death. Outwardly, they do not differ, but one holds the torch lit and up, the other – extinguished and down. Photo: SWR Mithra is a deity of Indo-Iranian origin – the god of friendship, harmony, agreement, and sunlight. As emphasized at a press conference in Trier on Tuesday, April 11, Mithraism spread throughout the Roman Empire in the second and third centuries of our era, particularly among legionnaires who believed Mithra brought victory. Trier, founded by the Romans on the Moselle in 17 BC, is the oldest city in Germany and was the largest ancient Roman settlement north of the Alps. For Trier, this is the second evidence of such a place of worship for the god Mithras, interior Minister Michael Ebling (SPD), responsible for cultural heritage said. Source The sanctuaries of Mithras –Mithraeums – were usually located in underground rooms or caves. Mithraism adherents were obligated to maintain complete secrecy regarding the rites and sacraments, so modern ideas about this mystical religious cult are based mainly on the interpretation of surviving artifacts. In the Roman Empire, Mithraism was widespread and for some time competed with Christianity. After Christianity became the official state religion, the cult started to decline. After that, the sanctuaries were destroyed or abandoned. In place of some, Christian churches were erected. The relief is now in the restoration workshops of the Rheinisches Landesmuseum in Trier. https://arkeonews.net/a-sanctuary-for-cult-god-mithras-discovered-in-germany/2 punti
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ciao @Anto63 Un bronzo sicuramente fuso: stesso centraggio per l’esemplare anche fuso di Klawans, e per altri 5 o 6 esemplari trovati su acsearch. Tranne un padovanino originale venduto da Leu numismatics: https://www.acsearch.info/search.html?id=281457 Le fusioni di padovanini hanno cominciato sin dal Rinascimento… fino ad oggi. Rimane comunque un pezzo interessante da studio, perché l’originale del rovescio si rivela essere opera di Cavino. Questo rovescio ispiratosi ad un sesterzio di Commodo fa parte del centinaio di conii di Cavino ricuperato da Claude Du Molinet ed è illustrato nel suo catalogo del 1692, (« Le cabinet de la bibliotheque de Sainte Genevieve ») al n° XXII. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k314463c/f174.item.zoom Poi ripreso nel catalogo di R. H. Lawrence del 1883 (« Medals by Giovanni Cavino, the Paduan », n°48) sempre abbinato ad un dritto di Adriano. Un esemplare del BM, copie in lega argentata del n° XXII di Du Molinet e del « Cavino 48» di Lawrence (il dritto è molto comune ma non ho trovato un esemplare in bronzo combinando questi D/R). Poi il rovescio è stato associato a questo ritratto di Macrino, che troviamo elencato nel libro di Klawans (Klawans, 2), grazie a FlaviusDomitianus. Non si può assicurare che il dritto di Macrino sia anche una produzione di Cavino, ma non si può escluderlo. L’elenco di Du Molinet non è esauriente, e Cavino stesso poteva mischiare i conii per fare diverse fantasie. @FlaviusDomitianus Sarebbe interessante di vedere l’esemplare del Klawans 6, p. 79, (Adriano) per verificare se il conio di rovescio è sempre lo stesso?2 punti
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Buona sera, volevo condividere questa moneta... che grazie ad un carissimo amico mi permette di migliorare come conservazione la mia, grazie a tutti per i vostri commenti. (come al solito le foto fanno un pò schifo)2 punti
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bella centrata e ancora con dei belli rilievi. Questa non la devi più cambiare😉. Ciao2 punti
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Una mia stronzata non presente nella discussione. (Regno di Sicilia - Filippo III 3 piccioli)2 punti
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Ringrazio Lei e Ptr 79 perchè mi avete fatto ritornare indietro nel tempo, alla mia infanzia felice. Avevo uno zio paterno (che per me è stato un esempio di vita), concreto come sanno esserlo i friulani, che (da quando ero piccolo), ad ogni occasione importante mi faceva dono di una moneta. Da persona intelligente quale era, non me la dava in modo banale, ma contattava il numismatico e insieme andavamo a prenderla. Questo " l' imprint" numismatico comune a tanti di noi che hanno avuto la gioia di avere un nonno, un genitore, un parente (nel mio caso) con il quale iniziare (e poi condividere) la nostra comune passione. Erano gli anni sessanta, e pure se è passato tanto tempo ho vivo il ricordo di quello studio numismatico che si differenziava completamente da qualunque altra attività commerciale non essendo affacciato sulla pubblica via ma, entrando dentro un anonimo portone del borgo teresiano in via Roma n. 3, si salivano le scale al piano (se ben ricordo era il secondo) e avevi l' impressione (ogni volta era così) di entrare a casa di un amico, un caro conoscente. Sono diversi decenni che vivo lontano dalla mia città, ma ricordo sempre con simpatia ed affetto quel giovane numismatico gentile e disponibile. Nel quotidiano confermo a Chievolan che ci sono ancora numismatici professionisti che oltre al guadagno privilegiano il rapporto con il cliente. Condivido il suo prezioso consiglio dato ai giovani di frequentare e fare acquisti nei negozi numismatici. Mi scuso per essere stato troppo prolisso. Un caro saluto SANTI2 punti
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Per curiosità ho fatto una ricerca su OCRE con ADLOCVTIO AVGVSTI e, per Gordiano III, ho trovato anche questo sesterzio che ha una scena molto simile: Ciao da Stilicho2 punti
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Il Circolo Filatelico-Numismatico di Morbegno, nell'ambito delle attività promosse dall'associazione "È Valtellina", ha il piacere di presentare la sua prima mostra di cartamoneta a ridosso della Giornata dell'Europa del 9 maggio. Saranno in mostra banconote appartenenti allo spazio storico ed economico europeo organizzate secondo quattro temi. La mostra non vuole evidentemente esaurire in modo compiuto l'argomento, sarebbe impossibile da fare se non in strutture museali ad hoc. Però nella sua dimensione provinciale un obiettivo, la mostra, se lo prefigge: fornire spunti di confronto tra collezionisti e semplici curiosi, sperando nella partecipazione delle scuole. Le banconote italiane ci ricorderanno il percorso che hanno fatto le valute nazionali dal secondo dopoguerra fino all'avvento dell'euro; le banconote della DDR saranno lo spunto di riflessione su quelle autorità statali che non hanno resistito al vento della storia; le banconote croate al contrario testimonieranno dei nuovi soggetti che si sono affacciati sulla soglia d'Europa; infine le euro-banconote in esposizione, lungi dall'essere musealizzate in quanto ancora in uso, ci ricorderanno che tutto è ancora in movimento. Buona visita da parte mia e da parte di @Eremiticvs!1 punto
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trovo la foto un po troppo modificata... colori troppo accesi.. bisognerebbe capire in realtà com'e', con foto più realistiche. Detto questo sembra avere un buon lustro con i soliti punti di usura sulla guancia.. per il lustro che ha gli darei uno spl/fdc... bisogna però capire quanto fastidio danno quel graffio sulla mandibola.. e anche la veste al rovescio sembra avere qualche difetto di conio nelle pieghe.. anche sul ventre sembra esserci un solco innaturale... per me ha dei difetti di conio... e per questo non la pagherei spl/fdc1 punto
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Una statua e un villaggio romano trovati ora in un campo agricolo dell’Inghilterra Un insediamento romano, una statuetta dell’epoca, frammenti di ceramica, una fonderia, monete dell’impero, una strada, una testa di ponte sul fiume. Tutto ciò è emerso in queste settimane nelle campagne di Cockermouth, un paese di 7.800 abitanti della contea del Cumbria, in Inghilterra, luogo di nascita del famoso poeta inglese William Wordsworth. La scultura, l’archeologo e il proprietario terriero. Foto @ Ecus archaelogy Fino ad oggi si sapeva che i romani avevano costruito un forte a Derventio Carvetiorum, nel villaggio di Papcastle, confinante con Cockermouth, per proteggere l’attraversamento del fiume su un’importante tratta percorsa dalle truppe romane dirette al Vallo di Adriano. La scoperta delle nuove vestigia – che consente di comprendere che il reticolo insediativo romano, sul fiume, era più ampio e interconnesso di quanto si potesse ritenere – è avvenuta nel corso di uno scavo archeologico preventivo disposto dall’autorità in seguito alla richiesta di un proprietario terriero – Bob Slack – di realizzare una gronda per recuperare all’agricoltura una zona soggetta ad alluvioni. La zona è stata sottoposta a un’accurata indagine geofisica che dimostrava la presenza di strutture sotterranee. E’ così iniziato lo scavo, condotto dagli specialisti di Ecus archaeology. Nelle prime settimane, gli archeologi hanno scoperto i resti di produzione di una fonderia romana, l’area di un accampamento, i muri di un villaggio e una strada romana che portava a un ponte – scomparso – sul fiume. Come dicevamo, numerosi anche i beni culturali mobili recuperati, tra i quali un bel busto di un personaggio barbato, scolpito nella pietra calcarea. Gli scavi si stanno spostando verso un punto dove – probabilmente grazie al georadar – è stata rilevata la presenza di una struttura che lascerebbe pensare a un santuario o a un tempietto. https://www.stilearte.it/una-statua-e-un-villaggio-romano-trovati-ora-in-un-campo-agricolo-dellinghilterra/1 punto
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Ogni valutazione risponde a criteri personali indiscutibili. Personalmente concordo sul valore aggiunto (in un' ottica devozionale e storica oltre che artistica). SANTI1 punto
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Provo: C, a usare mota, Dio? Dio CAUSA REMOTA DI ODIO Buona serata da Stilicho1 punto
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Credo che a questo quesito possa risponderti bene @littleEvil1 punto
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Nelle due tipologie, denaro e obolo, il diametro dei cerchi interni, lisci o tratteggiati che siano, è uguale?1 punto
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Grazie in primis della stima,ricambiata. Troppo buono. Bisognerebbe capire cosa rappresenta quella riga lungo la mascella ,dei segnetti dietro la nuca e uno sul collo,lateralmente.1 punto
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Essendo una mera fusione di un padovanino, eseguita non si sa quando, il peso a questo punto importa poco e il diametro sarà quello del bronzo autentico di Leu, ma anche di tutti gli esemplari fusi sopracitati, attorno ai 35 mm/36 mm. Ho sbagliato il link per il padovanino di Leu: https://www.acsearch.info/search.html?id=4459206 Il mio intervento era solo per la precisazione che si poteva risalire ad un conio di rovescio eseguito da Cavino, e che l’esemplare di Leu potrebbe essere una sua opera. Il bronzo postato non è del tutto privo di interesse, ma non è romano e non è nemmeno un padovanino genuino, credo che siamo tutti d’accordo.1 punto
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Salve. E' un filo troppo invisibile per me. Scherzi a parte sarebbe meglio mettere delle foto, diametro e peso1 punto
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Si tratta di denari paparini della zecca di Viterbo (1268-1271). D/+PATRIMONIV / croce patente R/+BEATI PETRI / chiavi legate in palo1 punto
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Se le tue foto sono brutte guarda la mia del 555 che c'è sul catalogo... Puoi metterti l'anima in pace!!! 🤣1 punto
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Per carità Antonio, tutto serve e da tutto si impara. Soprattutto, in questo caso, la differenza tra vedere delle immagini ed avere in mano la moneta: senza nemmeno toccarla era già chiaro che fosse falsa, lucida come se l'avessero coniata stamattina (ed in effetti... ). Poi, una volta presa in mano, sembrava troppo leggera per essere argento, e soprattutto il bordo liscio e regolare urlavano insistentemente "RIPRODUZIONEEEEE!!!!". Però ripeto che hai ragione: una "pietra di paragone" è sempre utile. Se l'avessi pagata 99 euro mi seccherebbe un attimo , ma per 99 centesimi avrà sicuramente una sua utilità.1 punto
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Ragusa (oggi Dubrovnik) Da letteratura Dinar: diam 19-20 mm, peso 1,8-1,7 g SBLASIV SRAGVSII o similare, fu coniato dall'inizio del XV secolo all'inizio del XVII secolo.1 punto
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Che bella! Tranquillo.....anche le mie foto sono vergognose.1 punto
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L a' velo CI: tal imita tela LA VELOCITÀ LIMITATELA! Buona notte da Stilicho1 punto
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Le foto non saranno il massimo, ma si capisce ugualmente la qualità della moneta ! Il mio 555 non è così centrato, questo è veramente bello e fresco con bei rilievi! I miei complimenti!1 punto
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Non voglio enrare nel merito della questione che è troppo ampia per essere dibattuta soprattutto in un forum dedicato al collezionismo e presenta ragioni da entrambe gli schieramente ma mentre in Italia si è scelto di demonizzare la qualunque, in Gran Bretagna, si riescono a censire anche singoli ritrovamenti sporadici che giungono all'attenzione degli specialisti ed eventualmente, come in questo caso, confluiscono nelle raccolte pubbliche. Ecco come è pubblicata una moneta di OFFA proveniente da attività di metal detection.1 punto
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Già prenotata la mia copia di questo importantissimo lavoro. Spero arrivi presto anche se sarà disponibile solo da fine mese, ma l'attesa e fremente per poter consultare questo eccezionale volume. 👋👋👋👋1 punto
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Complimenti per il lavoro colossale! Questo volume è il degno coronamento di anni e anni di studio e ricerca.1 punto
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Buongiorno, mi è capitata questa moneta di resto, dovrebbe essere un conio decentrato, quanto potrebbe valere?1 punto
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Decisamente erano cambiati rispetto a quelli degli anni sessanta. Ricordo che di quelli, in un angolo vicino all'entrata ne aveva due alte pile, ed erano li in regalo.1 punto
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Intervengo avendoli collezionati da ragazzino per 10/12 anni, su per giù nel periodo 1970/1980, qualche anno dopo mi sono tolto tutto ad un quinto di quanto avevo speso e mi ritengo fortunato. Va bene essere "viaggiate", ma solo perchè c'è la presenza di un indirizzo? in ogni caso era un timbro di favore per il primo giorno di emissione anche se non raffigurativo. Giusto per esempio: La spedizione di una busta ordinaria nei primi anni '70 costava 50 lire, ma notavo che c'erano buste FDC "viaggiate" ,sempre in ordinaria, con una tariffa postale strampalata ed esagerata, si sa che era fatto per comporre la serie in un'unica busta, ma andava bene ed era un classico per le filateliche, ma per quelle "viaggiate"? Magari se si rispettava la giusta tariffa che prevedeva un costo superiore come per una raccomandata/assicurata/espresso o quant'altro, ci sarebbe stata una parvenza di storia postale. Naturalmente ne ho viste anche in tariffa con spedizione diversa da un'ordinaria, ma per lo più non la rispettavano. Applicare la quartina per un costo di 200 lire (L.50x4) ed annullata il primo giorno di emissione su una busta con spedizione ordinaria da 50 lire....... dov'è la storia postale anche se viaggiata? Per me era solamente un bel prodotto filatelico.1 punto
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Buonaserata mi aggancio a questa discussione, poiché vorrei farvi vedere un paio di patine a bersaglio, creatasi in modo diverso , su due monete da 1 lira 1909 e 1913, una più grande (1913) un'altra più piccola (1909)1 punto
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Ringrazio @QuintoSertorio @enriMO e nuovamente grazie @ilnumismatico condivido il punto e sintetizzo ... tutto vero, qualità da verificare in mano e dettagli da valutare scrupolosamente ... il resto è soggettivo. Mi spiego: la conservazione non troverà mai un punto di sintesi (ci saranno sempre sfumature a volte lievi a volte marcate e per monete come questa un + o un - valgono centinaia di euro) ... chi compra, chi vende, chi vorrebbe ma non può. Anche il prezzo è oramai soggettivo e viene fatto in base a quanto si è disposti a pagare/incassare. Di seguito una breve carrellata di quanto offre al momento la rete per consentire un confronto con la moneta oggetto del post (non riporto i link in quanto non funzionale alla discussione). Ringrazio quanti vorranno esprimersi a riguardo ed invio un caro saluto a tutti.1 punto
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Buongiorno, il "giusto prezzo" non esiste per nessuna moneta, mentre invece c'è un prezzo congruo, che ciascuno di noi ritiene appropriato per la moneta in questione. Quindi, per quale conservazione viene venduta? da li inizia la trattativa per arrivare "al giusto prezzo" (vedi sopra ) Il prezzo che possiamo dirti noi si basa sulle foto (che lasciano molti dubbi, vedi appunto le perplessità degli amici che mi hanno seguito). Da queste foto, personalmente cercherei di rimanere il più possibile ancorato alla quota di 1000€ senza salire oltre... Rimane una moneta importante, dal prezzo decisamente sostenuto. Non è facile "comprenderla", vuoi anche per le peculiarità tecniche (specie per i rilievi molto bassi). Ciò significa che non è un acquisto da affrontare "a distanza" se non con venditori professionali e da cui si ha già acquistato (nel caso si volesse restituire). Ciao! Il rilievo più alto è la fibia del cavallo in primo piano. Concentrarti però su questa problematica per ogni moneta può confondere le idee, perchè le debolezze di conio sono sempre dietro l'angolo, e quindi come le valuti?; impara a valutare l'entità della brillantezza del metallo (eh si, si vede meglio in mano, ecco perchè sulle foto si può fare un affidamento molto molto marginale) e lo stato del metallo Un salutone Fabrizio1 punto
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Ai contendenti sfugge un elemento fondamentale: stanno confrontando le mele con le pere, e le rispettive posizioni dipendono dall'ambito di appartenenza. Non ha senso paragonare accademici tout court con autori che hanno sviluppato le proprie competenze a partire dall'ambito del collezionismo. La formazione di un accademico, nonché la sua attività, si fonda su basi del tutto differenti da quelle collezionistiche: spesso i numismatici accademici non sono neppure collezionisti, e osservano la moneta da un punto di vista radicalmente diverso, che esclude il concetto di possesso e che non considera significativi rarità, valore e conservazione. Viceversa, il collezionista avrà un approccio alla materia molto meno scientifico: a partire dal modo di scrivere meno rigoroso (anche dal punto di vista linguistico) e dalle finalità, che saranno del tutto diverse, come pubblico e come obiettivi, da quelle di un ricercatore. E' chiaro che se sono un collezionista sarò interessato PRIMA ai testi degli autori che muovono nel mio stesso ambito e solo DOPO - e solo eventualmente - agli studi accademici, che sono ai fini collezionistici di fatto meno UTILI, assai meno ACCESSIBILI e che non a caso non riguardano tutti gli ambiti della numismatica ma principalmente quella antica, che più si presta alla ricerca scientifica. Viceversa, un accademico difficilmente prenderà in considerazione opere non accademiche - quantomeno contemporanee - per la propria disciplina, vuoi per il modo in cui sono scritte, vuoi per la non sistematicità dei riferimenti alle fonti, vuoi per il taglio spesso soggettivo. Non voglio fare nomi, ma ai miei occhi tale distinzione risulta evidentissima: io sono nato collezionista, ho avuto una formazione accademica, ho per qualche tempo collaborato con alcuni nomi del COIN, e ora, abbandonato quel mondo, sono esclusivamente collezionista, ovviamente non dimentico del proprio passato. Mi risulta ovvia l'impossibilità di paragonare i nomi del gruppo A a quelli del gruppo B: ai fini collezionistici, è chiaro che mi tornano ben più utili le opere degli autori citati da eliodoro, ma a volte leggendoli son consapevole del fatto che i miei colleghi e maestri di una volta ne avrebbero immediatamente sottolineato la mancanza di rigore. Insomma, alla fine è il solito vecchio discorso: conosce meglio le monete un commerciante o un accademico? Chi ne ha viste tante o chi le ha studiate sui libri? La risposta è sempre la medesima: DIPENDE, dal nostro scopo anzitutto.1 punto
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