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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/07/23 in Risposte
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Il collezionismo, anche quello di monete e banconote, non può conoscere davvero delle crisi esiziali in quanto collezionare è parte intrinseca della natura psichica umana, ci sarà sempre qualcuno che collezionerà qualcosa, il collezionismo numismatico inoltre ha il vantaggio ineguagliabile di permettere a quasi tutte le tasche di acquisire degli oggetti del passato anche molto remoto, cosa che in nessun altro campo collezionistico avviene con la medesima accessibilità, per fare solo un esempio, quali altri oggetti di epoca greca o romana sono acquisibili a prezzi abbordabili al pari delle monete? Diverso può essere il discorso sullo stato di salute della numismatica come disciplina di studio, dal momento che numismatica come studio e collezionismo di monete non necessariamente vanno di pari passo, si può collezionare senza una particolare passione per l'approfondimento storico come si può approfondire lo studio della storia e delle monete senza collezionarle... detto questo la mia impressione è che anche in quest'ambito, della numismatica come scienza, i tempi attuali siano espansivi e in evoluzione favorevole, vi è un numero crescente di pubblicazioni nuove e importanti su tante zecche italiane, alcune mai trattate in precedenza o comunque non con lo stesso approfondimento, e tutto questo non solo nel formato cartaceo tradizionale, ma anche sotto forma di saggi e articoli disponibili sul web, non c'è mai stata tanta abbondanza e disponibilità di testi di argomento numismatico, anche gratuitamente sul web, come nel tempo attuale, a ciò andrebbe aggiunto anche il progetto scientificamente epocale, di pubblicazione sistematica della collezione di Vittorio Emanuele III, finalmente in atto con pubblicazioni disponibili sia in formato tradizionale che virtuale, un progetto di rilevanza assoluta che solo adesso si sta realizzando... mi pare che tutto questo evidenzi lo stato di salute, piuttosto florido, della nostra amata disciplina, anche nel nostro Paese...5 punti
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La moneta è arrivata oggi, e sono davvero contento, poiché grazie a questa sono riuscito a completare la dinastia Giulio Claudia con gli assi. Ringrazio inoltre coloro che in questi mesi mi hanno dato pareri e consigli, utili ad unire una collezione che mi sta dando soddisfazioni. Allego foto, buona serata.3 punti
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Venendo all'esemplare da te presentato si tratta sicuramente di un giorgino del secondo tipo, coniato quindi dal 1726 in poi. Temo però che l'esemplare in esame sia semplicemente in conservazione talmente modesta da impedire la lettura non solo della data ma anche della porzione terminale della legenda; si intuisce infatti RAYNALDVS I MVT R E mentre non si leggono C D e data ( ma lo spazio c'è). Andando poi a verificare i numeri 137, 138, 139 del CNI IX ( a cui il MIR fa riferimento) si può notare che nei primi due la legenda del verso è: S GEMIN PRO MV tipico dei giorgini del secondo tipo; la legenda del verso del n° 139 invece è: S GEMINIANVS MVT PROT tipico dei giorgini del primo tipo... quindi una tipologia di giorgino (senza data) legata ad entrambe le emessioni (fra loro molto diverse), nelle tavole non vi sono immagine a documentarne l'esistenza. Preciso inoltre che io non ho mai trovato un giorgino definibile con certezza "senza data" mentre ne ho visti molti con data parzialmente o completamente non leggibile a causa della scarsa conservazione. Questa sarebbe l'occasione per coinvgere tutti gli appasionati e chiedere di segnalare esemplari in buona conservazione e sicuramente senza data. Io comincio sinceramente a nutrire molti dubbi. E qui mi fermo Mario3 punti
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Luigi XIV conio moneta a Modena in seguito all'occupazione francese che si protrasse dal 1702 al 1706. L'occupazione fu inzialmente "pacifica"; il duca infatti nella disputa per il trono di Spagna si mantenne neutrale e nel 1702, all'arrivo delle truppe francesi, si rifugio a Bologna. Nel dicembre del 1703 Luigi XIV decise l'occupazione del palazzo ducale e di spogliare Rinaldo I di ogni autorità ducale. Con la definitiva vittoria degli imperiali il duca Rinaldo tornò in possesso del ducato dal febbraio 1707. Cosa fondamentale... Luigi XIV non fu mai duca di Modena. Vi conio moneta ma utilizzando la titolatura: LVD.XIIII.D.G.FR.ET.NAV.REX con varie troncature... quindi sempre come re di Francia e Navarra e mai come duca di Modena...3 punti
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Condivido volentieri (ex Lotto 975 Artemide LIX 6-7/5/2023): Napoli. Francesco II di Borbone (1859-1860). Piastra o 120 grana 1859. D/ Testa a capo nudo a sinistra; nel taglio del collo, LA (Luigi Arnaud maestro di incisione). R/ Stemma della casata Borbone coronato. P/R 1; MIR (Napoli) 537. AG. 27.28 g. 37.00 mm. Altissima conservazione con intensa patina dorata. FDC. Nacque nel 1836 da Ferdinando II e Maria Cristina di Savoia. Dopo essere rimasto presto orfano della madre, alla morte del padre, nel 1859, non fu in grado di reggere il peso della corona che era sempre di più nel mirino dei Savoia. Rimasto inizialmente indifferente al pericolo che incombeva, a seguito dello sbarco dei Garibaldini a Marsala, fu costretto a fuggire a Gaeta e dopo tre mesi di resistenza alle truppe piemontesi firmò la resa l'11 febbraio 1861 rifugiandosi a Roma da papa Pio IX. Francesco abbandonò la capitale senza portare con sé le ingenti somme di denaro depositate nelle banche napoletane, favorendo in questo modo il saccheggio da parte dei savoiardi che in questa maniera riuscirono a coprire i loro precedenti debiti di guerra.2 punti
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Buongiorno a tutti. Ho aggiunto questo quarto di Carlo II nella mia collezione, e penso che il segno della zecca sia V e del zecchiere GC, ma come sempre é meglio d'avere i vostri pareri. Grazie anticipamente.2 punti
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Mi dispiace contraddire il giudizio della casa d'asta ma a mio modo di vedere non si può parlare di FDC,si notano diversi colpetti e graffi soprattutto al dritto e sui bordi... A parte cio la moneta è interessata da diverse debolezze sulla legenda al rovescio... Però è un pezzo interessante avendo la A di FRANCISCVS senza traversa(FR∧NCISCVS)...2 punti
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Buon pomeriggio. A proposito di varianti sulle Piastre borboniche e massoneria, mi sono chiesto: Potrebbe esserci un nesso "massonico" tra le diverse varianti di periodi differenti? Potrebbe esistere un fil rouge che collega una variante dello stemma con una variante in legenda? Ad esempio, se una 1795 "gigli di Francia invertiti" avesse lo stesso identico significato di una 1795 "SIGILIAR"? E se una variante 1834 "aquile capovolte" avesse lo stesso significato di una 1834 GRTIA? Se così fosse, potremmo anche concludere che una variante con i "gigli invertiti" equivale ad una variante "aquile capovolte" - e che una variante "SIGILIAR" o "SICILAR" equivale ad una variante "GRTIA" o "INPANS" etc. Dopo tutte queste domande, sono arrivato a delle personali conclusioni: Credo che il nesso tra le diverse varianti, ci sia. A mio avviso, qualsiasi importante modifica della moneta, ogni evidente variazione dello stemma e della legenda, potrebbe nascondere un determinato messaggio, che è sempre strettamente collegato agli avvenimenti storici di quel determinato anno (o di quel periodo). Così come ad esempio, immagino che nei primi anni del Regno di Napoli, una variante 1736 con i "gigli dei Medici invertiti" poteva semplicemente significare: noi ci siamo, siamo dentro, siamo il cerchio magico del re, il re ha il nostro appoggio. Allo stesso modo, suppongo che alla fine del '700, negli ultimi anni del primo periodo di Ferdinando IV, le modifiche dei conii potevano significare: dissenso. Credo che tutte le varianti di quel periodo, sia riguardanti la legenda (es. SICILAR) compreso la modifica dell'effige (abbinata a "SIGILAR"), sia la modifica dell'araldica, per citare le Piastre (1788-'93-'95) con il simbolico "ribaltamento" dello stemma dei Borboni - quindi con i "gigli di Francia invertiti", potevano benissimo significare un'unica cosa: sovvertire! Per fare un altro esempio, credo che gli studi araldici di Irpino sul significato delle varianti "aquile capovolte" siano abbastanza eloquenti: cacciare il re, sovvertire l'ordine costituito, capovolgere e destabilizzare. Durante il periodo di Ferdinando II, troveremo le aquile capovolte - per la prima volta - su alcuni conii delle Piastre del 1834 e probabilmente, per la volontà di alcune società segrete di manifestare l'intento - ai "fratelli massoni" in grado di leggere quei segni - di sovvertire il regno (forse su input della massoneria francese e/o inglese?). A parte le "aquile capovolte", proprio sulle piastre del 1834, si riscontrano - per la prima volta - anche delle importanti varianti in legenda. Varianti che vedono la sostituzione di una lettera della legenda con un'altra lettera - che per giunta è "capovolta" - (vedi FERDINANDAS e ATR), come segno di sabotaggio, sostituzione e capovolgimento. Varianti che vedono legende con una lettera in meno (vedi GRTIA e REGN), come sottrazione e rifiuto. Varianti in legenda che vedono invertito l'ordine delle lettere (vedi GRAITA) come inversione di rotta e ribaltamento dell'ordine. Quindi, aquile capovolte e legende variate... ma perché proprio nel 1834? Riporto uno stralcio di un articolo di Paolo Mieli del 2012 scritto per "il corriere della sera" dal titolo "L'errore dei Borbone fu inimicarsi Londra. L'ostilità inglese destabilizzò il Regno di Napoli" [...] Fu così che Ferdinando II nel 1834 firmò (inconsapevolmente) la condanna a morte del suo regno. Quell'anno, 1834, nel pieno della «prima guerra carlista» (1833-1840), Ferdinando rifiutò di schierarsi a favore di Isabella II contro Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna nel conflitto per la successione a Ferdinando VII sul trono iberico. Dalla parte di Isabella, figlia di Ferdinando VII, e contro don Carlos, fratello del re scomparso, erano scese in campo Francia e Inghilterra, che considerarono quello del regime borbonico alla stregua di un vero e proprio atto di insubordinazione. Londra ci vide, anzi, qualcosa di più: il desiderio del Regno delle Due Sicilie di elevarsi, affrancandosi da antiche subalternità, al rango di medio-grande potenza. E da quel momento iniziò a tramare per destabilizzarlo. [...] Così, dopo oltre un ventennio, solo a partire dal 1856 (e fino al 1859) possiamo "ritrovare" nuovamente sulle piastre - e simultaneamente - sia le varianti "aquile capovolte" che altre varianti in legenda: con lettere sostituite da altre lettere "capovolte" (vedi FERDINANDAS / ATR ed altre con le lettere A della legenda sostituite dalle lettere V capovolte). Nel 1856 abbiamo anche una variante con le lettere in legenda "invertite" di posto (vedi - TVR anziché VTR). Da non trascurare il fatto che, sulle monete da 10 tornesi, le uniche varianti in legenda conosciute, si registrano solo nel 1858 (es. FERDINANDAS). Così, aquile capovolte e legende variate - a parte il 1834 - le ritroviamo anche sulle Piastre degli ultimi anni di regno, ma perché proprio a partire dal 1856? Allego uno stralcio del capitolo "Agesilao Milano e la cospirazione antiborbonica del 1856" dalle pagine 255-256 de "Rassegna storica del Risorgimento" 1974. [...] Ma ciò che rese scottante la questione murattista fu la nota controversia diplomatica che contrappose, nel 1856, la Francia e l'Inghilterra, unite nella guerra di Crimea, al Governo napoletano: controversia determinata sia dal rifiuto del re Ferdinando di partecipare alla guerra d'Oriente contro la Russia, sia dalle insistenze, dopo il congresso di Parigi, delle due potenze occidentali (Francia e Inghilterra) per fare concedere dal Borbone un'ampia amnistia ai condannati politici, nonché ordinamenti più umani e liberali. 4) Fu allora, come dicevasi, che il latente pericolo neo-murattista cominciò a delinearsi chiaramente nella sua grave, reale e sempre più incombente minaccia, secondato dalle Logge massoniche del Grande Oriente, e incoraggiato altresì dalle astute e sotterranee manovre del conte Cavour, il quale, a quell'epoca* non era alieno dall'idea di riservare alla Francia il lontano Mezzogiorno d'Italia, nella speranza di ottenere, in cambio, l'alleanza di Napoleone III in una guerra contro l'Austria, che avrebbe dovuto fruttare al Piemonte la conquista e l'annessione del più vicino Lombardo-Veneto. Intanto nel napoletano, il comm. Don Pasquale Mirabei Centurione, ambizioso Intendente della provincia di Principato Ulteriore, redigeva (1*11 gennaio 1854) un ampio rapporto sulle informazioni ricevute ad Avellino da Achille De Michele, farmacista, domiciliato in Castelfranco di Capitanata, inviandone copia al direttore del ministero della Polizia generale, Don Orazio Mazza.*) Il De Michele aveva conosciuto a Benevento un certo D. Domenico Isernia, il quale, nel corso di vari colloqui, gli aveva confidato che, oltre ad una setta denominata Socialismo, se ne era costituita recentemente un'altra, più gene-ratizzata , detta Murattina* con la denominazione ufficiale di Filo Elettrico, Il programma d'azione era il seguente: si sarebbero dovuti corrompere quaranta soldati, per ciascun reggimento, oltre ad un congruo numero di ufficiali, costringendo, in tal modo, il governo a mobilitare altri reparti dell'esercito per arrestare i disertori e i ribelli. Dei conseguenti disordini avrebbe approfittato Luciano Murat, che si sarebbe diretto verso il territorio del Regno con una fiotta navale francese e con truppe da sbarco. Segno di riconoscimento per gli affiliati: era quello di dare la mano palma a palma senza stringerla, rimanendo aperta e agitandosi vicendevolmente . Fine ultimo sia dell'una, sia dell'altra associazione segreta era quello di distruggere tutta la famiglia reale e tutti i dipendenti ad essa affezionati. La rivoluzione sarebbe dovuta avvenire prima di Pasqua (cioè prima del 16 aprile 1854). Quasi contemporaneamente, un'altra setta filofrancese, che si proponeva l'eversione della dinastia borbonica, e nella quale erano implicati il prete Don Michele Pacciolla, Nicola Lopez, e Giuseppe Patricelli, fu scoperta dalla polizia a Frattamaggiore. [...] Un saluto, Lorenzo2 punti
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Questo il giorgino per Luigi XIV su cui vennero coniati parte dei nuovi giorgini di 1°tipo. Monete, quelle del re di Francia, di scarsa qualità sia estetica che intrinseca, ritirate per cancellare la memoria dell'occupazione francese, e destinate alla fusione ma spesso semplicemente riconiate... aggiungendo alla scarsa qualità anche una discutibile qualità di coniatura...2 punti
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Io sono in possesso di questo esemplare ribattuto su un giorgino di Luigi come si vede dalla legenda del dritto. Il rovescio totalmente differente. Date non ne vedo anche se potrebbe esser sotto il busto del duca ma non leggibile. Dimmi cosa ne pensi... Metto per confronto anche il mio 1726 identico come tipologia a quello di @gpittini. A proposito complimenti 😊2 punti
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Secondo me è autentica ma alterata volontariamente, probabilmente limata vista la differenza si peso. In queste condizioni non vale nulla, nemmeno 1 euro avendo perso le caratteristiche ufficiali ma si può sostituire in banca con una moneta da 1 euro buona2 punti
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Buona sera, oggi vi mostro il mio ultimo acquisto, un asse di Caligola (Ric 47). Dritto: C CAESAR DIVI AVG PRON AVG P M TR P III P P Rovescio: VESTA S C peso 9,86 g, diametro 27,92 mm. Che ne dite?1 punto
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Ciao a tutti! In passato su questo forum sono state discusse varie volte le tassazioni per importare monete aggiudicate in aste europee. Torno sull'argomento se sia possibile fare chiarezza per coloro che devono acquistare in particolare in aste di SanMarino e Principato di Monaco, due microstati non UE. Può arrivare l'Iva da pagare in un secondo momento dalla Dogana? È uguale per entrambi i microstati? Ringrazio chi vorrà fare chiarezza.1 punto
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Cosa ne pensati di questi due sesterzi? Adriano - 117 d.C. e Antonino Pio, 161/180 d.C. entrambe zecca di Roma1 punto
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Tra le tantissime belle e rare monete che sono passate e passeranno oggi in asta Artemide c'è questo incredibile esemplare di Asse. Lo stesso battitore d'asta ha scherzato dicendo che "ci ha fatto l'amore con questa moneta" cioé che per il tempo che l'hanno avuta presso la loro sede se l'è guardata e riguardata ed ha potuto "godersela.". (tra l'altro il termine che ha utilizzato direi che è significativo dell'amore e della passione che i collezionisti ed anche gli operatori del settore hanno per questo materiale al netto della facile battuta a carattere s3ssu4l3.). La ri propongo anche qui perché è un pezzo da tenere nella propria raccolta fotografica. E' ancora più impressionante da vedersi nel piccolo video creato a corredo. Si tratta di un asse di serie librale della serie Roma / Roma con il simbolo della clava sia al diritto che al rovescio (v. https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB8) Il Crawford data questa serie al 230-226 a.C. - L'Haeberlin la pone al 312-286 a.C. Il Crawford indica per la serie un peso standard dell'asse di gr. 266 circa. L'Haeberlin indica un peso medio dell'asse di gr. 265,74 Concludo sperando vivamente che sia finito nella collezione di qualcuno di voi e, che comunque sia rimasto in territorio italiano. -> video https://static.deamoneta.com/videos/872/301.MP4 Club series. AE Cast As, circa 230 BC. Obv. Head of Roma right, wearing Phrygian helmet; behind, club. Rev. Head of Roma left, wearing Phrygian helmet; behind, club. Cr. 27/5; HN Italy 318; Haeberlin pl. 28, 22; Aes Grave 70; Sydenham 38; Thurlow-Vecchi 23. AE. 289.00 g. 67.50 mm. R. Rare. Exceptional, possibly one of the finest specimens known. enchanting greyish green patina. EF. https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB81 punto
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Analizziamo la moneta. Il fatto che sia presentato come "Inedito" é legato solo all'anno di pontificato, I invece di II. Di per sé la moneta è identica al tipo Munt 76 var 1 (CNI 49). Lo stemma, la legenda e le interpunzioni sono assolutamente identiche al Munt 76 var 1 (vedi per confronto l'esemplare passato alla Christie's a Milano del 2011, lotto 175, poi riproposto alla Nomisma 45 lotto 1478). Tra l'altro Muntoni per il 76 var 1 riporta l'interpunzione della legenda come punti, in realtà sono croci (almeno nell'esemplare Christie's/Nomisma), come descritto anche per il Munt 76. Per cui si, la possiamo interpretare come "inedito" o anche come una dimenticanza dell'incisore che ha messo una sola stanghetta per l'anno di pontificato invece di due. Michele Ecco l'esemplare ex Christie's/Nomisma, per confronto (Munt 76 var 1).1 punto
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Condivido volentieri (ex Lotto 978 Asta Artemide LIX 6-7/5/2023) l’esemplare in oggetto così descritto in Catalogo con relative foto: Padova. lacopo II da Carrara (1345-1350). Denaro. D/ Grande lettera I. R/ Astro a sei raggi intersecante la legenda. CNI 21/23; MIR (Triveneto) 212. MI. 0.27 g. 12.00 mm. RR. qSPL/SPL. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-J/21 punto
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Premettendo che giudicare da foto è sempre molto complicato e questa moneta non sembra tra quelle peggio riprodotte, anche io concordo sul fatto che sia una riproduzione, nonostante la scritta FERT del bordo tutto sommato non grida falsità ai quattro venti come appare di solito.. La visione d'insieme mi lascia molto perplesso, con alcuni rilievi estremamente impastati e, al contrario, altri che sembrano stagliare dai campi (come ad esempio le due foglioline di ulivo sotto la mano che impugna il ramo, che sono praticamente invisibili anche in monete di buona conservazione). Inoltre non mi convince molto il bordo, stondato, al rovescio. Saluti1 punto
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Ciao @Loruca, non sono un esperto, ma ti posso garantire che riceverai dei validi riscontri. Grazie1 punto
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Moneta rara (è sempre un R2) e di gran conservazione. Poi per il valore... parliamone. io sono fuori da queste logiche. Oggi e ieri mi è parso l'elogio della follia1 punto
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Buonasera, personalmente penso sia un q.SPL se vedo bene , ma potrei sbagliare, sopra la scritta EMANUELE vi sono du colpetti e poi se non è l'effetto bustina, sembra avere diversi graffietti1 punto
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Si ma quella della foto è una moneta da 1 lira del 1905, non lo scudo da 5 lire del 1901 (questo sì che è raro)1 punto
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A me da neofita mi sembra autentica. In quanto alla conservazione non saprei darle un grado perché non me ne intendo, ma la moneta mi piace non mi sembra molto usurata e ha una bella patina. Comunque attendi il parere di qualche altro più esperto di me.1 punto
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Buongiorno,non ho le giuste conoscenze in araldica e simbologia massonica,ma ammetto che le tue conclusioni mi sembrano alquanto interessanti se consideriamo anche gli avvenimenti storici proprio negli anni dove troviamo queste varianti,in particolare trovo interessante le considerazioni sull'anno 1856,anno in cui ci fu l'attentato al Re,ed è sempre nel 56 che troviamo anche la mezza piastra da 60 grana con le croci al posto dei gigli nella partizione dei Farnese,che ci sia un collegamento anche in questo caso?...1 punto
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L'esemplare che presenti è sicuramente da classificare come primo tipo (coniato fra il 1707 e il 1719) e quindi con la data posizionata sotto il taglio della spalla... questa tipologia è spesso coniata in modo approssimativo e la data risulta quasi sempre di difficile lettura... di seguito un esemplare 1707 da cui si può comprendere la difficoltà e l'incertezza di lettura della data... incerta, non allineata, parzialmente impastata... nelle monete provenienti da riconiatura le difficoltà e le incertezze si moltiplicano... Mario1 punto
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Peccato per quelle righe sul viso di Colombo, e su tutti gli altri campi della moneta naturalmente, prima della pulizia la moneta non era per niente male, secondo me più che spl, potevano lasciarla così com'era anche se sporca, peccato veramente. Nelle condizioni di MB/BB il più delle volte i confini dei continenti all'interno dei due piccoli emisferi scompaiono o diventano indecifrabili (esempio) in questa moneta presentata invece si distinguono bene. Purtroppo solo una ventina di euro.1 punto
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a veder le foto pare sia stata pulita in modo aggressivo , tra i 15/20 euro per me anche se ne cercherei una in consizioni migliori https://it.ucoin.net/coin/usa-1-2-dollar-1893/?cid=440871 punto
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Quello di Adriano un pò troppo maneggiato per i miei gusti, patine sembrano originali1 punto
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Ma…dove è mai stato scritto o detto che il collezionismo numismatico era finito? Devo essermi perso qualcosa 😱🤣1 punto
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Dimenticavo.. Servizio Kunker impeccabile! L'imballaggio di altissimo livello.1 punto
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Condivisibile. Sempre e comunque (ma ad eccezione dei "codardi", come i Savoia, naturalmente perché per meritarsi di regnare si deve rimanere al proprio posto, se si fugge viene meno il patto con Dio di servirlo anche con la propria vita nel difendere il popolo).1 punto
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Emissione contemporanea alle precedenti nei post # 7 e 9 con lo stesso motivo della stretta di mani su una mappa della Germania, ma sull’altra faccia la porta di Brandeburgo con un frammento originale del muro di Berlino nell’oblo. https://en.numista.com/catalogue/exonumia101892.html Numista › Exonumia › Germany › Germany, Federal Republic of Wendepunkte Deutscher Geschichte Originalteil Berliner mauer Series: Turning points in german history Obverse. Brandenburg gate with an original piece of the wall: DEUTSCHE EINHEIT / 3 OKTOBER 1990 / ORIGINALTEIL BERLINER MAUER Reverse. Handshake on a map of Germany: EINIGKEIT UND RECHT UND FREIHEIT / G / WENDEPUNKTE DEUTCHER GESCHICHTE Edge: Smooth apollonia1 punto
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Voglio ripostare un Mezzo Carlino 1851 "placcato oro". Fa parte di una serie di 5 Grana vari anni placcati o bagnati in oro che sono circolati nelle aste qualche anno fa se non ricordo male un 1836 sicuro questo del 1851 e forse uno 1838 ma non ricordo di preciso. C'è chi ha scritto che erano di presentazione altri che erano stati fatti per farli passare per i 3 Ducati........Non hanno segni di ciondoli o appiccagnoli , chi ne sa o ne pensa qualcosa? Grazie Peso g.1,16 Diametro mm,16,3-4 ps: scusate le foto ma il colore è dell'oro solo sul contorno rimane un po' scuro1 punto
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Vel guarda che sono anni che leggo che il collezionismo e’ finito e i numismatici sono degli sfigati e che la numismatica e’ la cenerentola delle Belle Arti anzi ultimamente non avevo piu’ raccolto tanti commenti negativi forse perche l’evidenza dei fatti … 😌 a me sembra che sfigati sono proprio quelli che dicono e pensano quesre cose 😄1 punto
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Riapro questa discussione, condividendo l’ultimo (al momento, spero!) esemplare acquisito in collezione (Lotto 141 Artemide LIX 6-7/5/2023) con relative foto e descrizione presenti in Catalogo: Greek Italy. Central and Southern Campania, Allifae. AR Obol, c. 325-275 BC. Obv.Laureate head of Apollo right; around, three dolphins. Rev. ΑΛΛΙΒΑΝΟΝ. Scylla swimming right, holding sepia and fish; below, mussel shell. HN Italy 460; SNG ANS 160; Campana 2a. AR. 0.63 g. 11.50 mm. R. Exceptional fraction, of superb style. Possibly among the finest specimens known. Perfectly readable ethnic on reverse. Delicate warm patina. Minor metal flaw on the edge. EF.1 punto
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Oggi è arrivata la moneta, ecco le foto. Peso 2.07 grammi. Data la presenza di DEI GRATIA, la moneta del 1911 è da escludere. Considerando l'usura, penso non sia possibile stabilire se si tratta della moneta in argento 925 (peso nominale 2.324 g) oppure di quella in argento 800 (2.33 ). Le poche cose che si vedono ancora mi sembrano identiche tra i due modelli.1 punto
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It's over! Cioè: ho finito! ed ho pure capito che, se si vuole spendere poco, non si deve collezionare monete americane: mi sa che la concorrenza è un po'troppo vasta ed agguerrita. Una sorellina dell'half dime del 1849 era un po' fuori budget e pure con rapporto qualità/prezzo non ottimale, così bisogna scendere a compromessi... è del '53 (2.200.000 pezzi) è la versione con le freccette ai lati della data ed anche un'altra zecca, quella di New Orleans: "O" sotto al valore. il prezzo pagato (con spedizione) di 11,95€ si giustifica dal fatto che anche questa era stata montata: qui si vede bene che l'appiccagnolo è stato tranciato ma almeno il moncone non è invasivo e i rilievi sono più che buoni, date un'occhiata allo scudo. Chiudo con un foto di famiglia: Sogni d'oro a tutti! Servus, Njk1 punto
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Rispolvero una vecchia discussione su questo fiorino. Ho cercato, per quanto mi è stato possibile, di approfondire un pochino i vari conii del millesimo 1847. In particolare, oltre alla differenza del punto/senza punto, avevo già notato nel mio esemplare qui sopra una differenza evidente nella legenda al rovescio, ovvero nell'utilizzo dei caratteri standard (diciamo "legenda fiorino") o l'uso del 'font' tipico del Paolo ("legenda Paolo"). Questa è la "legenda fiorino" per capirci: Si possono distinguere dunque 4 tipologie per il millesimo 1847: Tipo A: punto e legenda fiorino Tipo B: senza punto e legenda paolo (come il mio sopra) Tipo C : punto e legenda paolo Tipo D : senza punto e legenda fiorino Ho verificato gli esemplari su SixBid e quelli attualmente in vendita su ebay, trovando 24 esemplari in totale (incluso il mio), suddivisi nelle seguenti proporzioni: Tipo A : 14 esemplari Tipo B : 3 esemplari Tipo C : 1 esemplare Tipo D : 6 esemplari Saluti!1 punto
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Tra i bellissimi pezzi repubblicani della prossima asta artemide un meraviglioso esemplare di quinario della serie anonima L (Luceria - Apulia) . Vale davvero la pena sfogliare il catalogo Northern Apulia, Luceria. L series. AR Quinarius, c. 213 BC. D/ Head of Roma right, wearing winged Phrygian helmet; behind, V. R/ The Dioscuri galloping right; below, archaic L; in exergue, ROMA. Cr. 97/2. AR. 2.19 g. 15.00 mm. R. Superb example, enchanting old cabinet tone with warm hues. Good EF. Ex Leu sale 77, 2000, 408 Ex NAC 25, 2003, 256.1 punto
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È un piacere leggervi. Grazie di questa simpatica mezz’oretta! Ora scappo che vado a trarre in salvo fanciulle che si trastullano! (che bei tempi quando si poteva scrivere nome, cognome e indirizzo di una bimba di 5 anni senza che nessun garantedellapraivasi ti saltasse addosso 😍)1 punto
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Ciao di nuovo! Prima un po' di storia: La Reichsbank aveva previsto una nuova banconota da 1000 marchi per il dicembre 1922, ma quando arrivò il momento di emettere la banconota, 1000 marchi non valevano quasi più niente e la banconota non fu più emessa. Nel settembre del 1923, quando si rese necessario emettere banconote da 1 miliardo di marchi, queste vecchie banconote furono ripescate e "gretizzate" timbrandoci sopra un nuovo valore. Con la stessa veecchia data, le banconote entrarono in circolazione a partire dal 21 settembre 1923. La "sorellina"da 5000 marchi del 15 marzo 1923 fece la stessa fine e fu emessa solo nell'ottobre dello stesso anno con la sovrastampa di 500 miliardi di marchi. ==================== Da qui in poi il "secondo me" è sottinteso Questa banconota all'estero non ha senso. In quei tempi di iperinflazione nessuno si sarebbe mai sognato di prenderne una senza poterla spendere in tempi (molto) brevi, e parlo di giorni, non di settimane. Visto che le banconote tedesche del periodo venivano pure usate come tappezzeria o come combustibile, tanto può essere che una banca italiana, anzi un "Banco", ne avesse prese due quintali per farci dei volantini ("Tesoro, guarda! Una banconota da un MILIARDO, neanche fosse il Signor Bonaventura!") e pubblicizzare i propri servizi. Un'altra possibilità (che però ritengo meno probabile) è che il timbratore seriale di svastiche ed aquilette (molti sapranno di cosa parlo, gli altri possono guardare qui: si sia inventato un'altra storia. ==================== Per quanto riguarda il colore dei numeri, DEVONO - almeno in parte - essere verdi, se no dobbiamo riscrivere i cataloghi: in tutte le serie delle banconote con il lato marrone, c'è una componente verde. Se fotografo (male) la mia banconota, qui i numeri sembrano anche neri: se però prendo la "megamacchina" diventano verdi anche ingrandendo la tua vedo una composizione del colore diversa dal nero ======================= Cercando in rete ho trovato una pubblicità del Banco S. Alessandro sull'eco di Bergamo e noi non si butta via niente: Leggete vi prego l'avventura della bambina che si trastullava sull'argine! Anch'io mi sarei gettato coraggiosamente con l'acqua alta un metro!!! Servus, Njk _______ Fonte: https://www.crespidadda.it/wp-content/uploads/2015/01/1914_Statistica_eucaristica_al_villaggio_crespi_dadda.pdf1 punto
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Ciao le monete non si toccano devono rimanere come ci sono arrivate, altrimenti sono semplicemente dei falsi. i suberati sono un'altra cosa. Silvio1 punto
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Ciao, io non sono la persona più indicata a darti consigli sulla pulizia e mantenimento delle monete ed essendo un purista assoluto non concepisco nessuna manomissione effettuata sulle monete. Le due monete che hai postato sono monete che hanno 2000 anni di vita e sono in bronzo o rame quindi metallo molto più soggetto a deperimento. Capisco che sono monete di poco valore economico, ma sono di grandissimo valore storico e quindi vengo al mio consiglio: passi la pulizia che ci può stare ma non riesco a capire l'argentatura superficiale, per preservarla da che cosa visto che è comunque arrivata a noi resistendo per tanti secoli. L'argentatura e te lo dico in tutta sincerità non si può vedere, proprio no.... Ci tengo a precisare che è solo un mio parere e chiaramente la moneta è tua e quindi sei liberissimo di farne quello che vuoi, ci mancherebbe altro. Aspetta anche altri consigli?. ANTONIO1 punto
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