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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/09/23 in Risposte
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Allego uno studio fatto su questa moneta, potra' chiarire MOLTO, ad un occhio meno esperto, cosa guardare e quali dettagli vanno considerati........ diventera' ben piu' facile riconoscere l'autenticita' di questa tipologia (compreso valutare questo esemplare!!!!!) Falsi da Studio - 5 LIRE 1914 In questa sezione analizzeremo il falso della moneta da 5 lire 1914 coniata dal Re Numismatico Vittorio Emanuele III. Viene ritenuta una delle più belle monete che siamo mai state coniate in tutto il mondo ed è pertanto molto ricercata e ambita dai collezionisti, nonché massimamente falsificata. Regno d'Italia - Vittorio Emanuele III 5 lire 1914 Quadriga Briosa Zecca di Roma - Tiratura: 272.515 Argento 900% - Diametro: 37 mm - Peso: 25 g. Foto da Asta Nomisma 50 del 15/10/2014 – lotto n° 426 Contorno: in incuso FERT nodi e rosette Dritto: VITTORIO EMANUELE III RE D'ITALIA. Semibusto in uniforme, con il Collare dell'Annunziata, a destra; in basso D. CALANDRA. Rovescio: L'Italia con ramo di ulivo e scudo in piedi su quadriga briosa a sinistra ornata di fiori e FERT; sotto i cavalli ed il carro D. CALANDRA M/A MOTTI. INC. Nell'esergo R (mdz) L.5 tra nodi savoia. Si conoscono numerosi tentativi di falsificazione di questa moneta, ovviamente in questo studio non possiamo accogliere tutte le numerose varianti in circolazione, ma ci proponiamo di dettare delle linee giuda utili per analizzare ogni singolo esemplare. Nella foto in alto si può raffrontare l'esemplare originale con 3 diversi falsi. è importante notare come nelle monete false i rilievi siamo più bassi e confusi, “nei falsi manca il movimento e la forza del rilievo che l'incisore A. Motti ha saputo dare nella moneta originale” scrive G. Manfredini nel suo libro “I falsi numismatici”. In questi ingrandimenti possiamo notare in dettaglio il bordo circolare delle tre monete che risulta essere più stretto e arrotondato rispetto a quello originale. I dettagli del Collare dell'Annunziata indossato dal Re sono completamente diversi dall'originale. Firma dell'incisore D. Calandra completamente diversa e quasi del tutto assente nel falso III. Ancora in quest'immagine possiamo notare, oltre al già accennato dettaglio del bordo, delle differenza nella resa dei piccoli fregi e dei nodi posti a decorazione dell'esergo della moneta. Anche i nomi degli incisori differiscono dagli originali. Numerose sono le differenze tra originale e falsi nella figura dell'Italia stante su quadriga: ramoscello di ulivo molto evanescente, con un minor numero di foglie e quindi completamente diverso dall'originale; i dettagli dell'elmo dello scudo e dell'armatura sono appena abbozzati (negli esemplari falsi è difficile accorgersi che l'Italia indossa una spada!); gli ornamenti alle spalle dell'Italia presentano un incisione molto debole ed appena abbozzata. Completamente diversa dall'originale la resa delle briglie e la criniera dei cavalli. La briglia che cinge il ventre del cavallo in primo piano è zigrinata, dettaglio totalmente assente nei tre falsi in esame ma non solo. Particolari diversi si notano anche nel disegno delle zampe dei cavalli. Riguardo al contorno ci sembra buona la resa delle rosette del falso I, non altrettanto si può dire per i nodi e i Fert; contorno del falso II e III completamente diversi dall'originale. Caratteristiche dei tre falsi: Colore Peso Diametro Spessore Metallo Note Falso I Più chiaro Minore 24,84 g Uguale 37 mm Leggermente inferiore Argento Tentativo di imitazione dell'usura da circolazione. Falso II Lucente con fondi speculari Minore 23,10 g Uguale 37 mm Uguale Argento Dalla discreta incisione. Può ingannare i principianti. Falso III Più chiaro (a volte lattiginoso) Minore 22,94 g Uguale 37 mm Uguale Metallo bianco Totalmente diverso; più che un falso si tratta di un riconio moderno Un semplice controllo del peso può aiutare a riconoscere questi falsi, ma è nota la presenza di falsi dal peso identico all'originale. Roberto6 punti
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Allora, se da ricercatore dovessi scrivere una peer-review per un articolo in cui ci sono le argomentazioni e ipotesi discusse in questo thread, io personalmente scriverei così: 1) In generale, la disposizione di 3 gigli in un modo o in un altro non ha rilevanza nel simbolismo massonico. 2) Detto questo, che i maestri di zecca fossero massoni non rappresenta di per sé alcuna prova che quello che avveniva in zecca, in qualunque fase del processo di coniazione, fosse voluto dalla "massoneria", per altro -semmai- da una "loggia" o "obbedienza" non dalla "massoneria". Né dimostra una scelta dettata da principi massonici. 3) Mi pare che questa variante sia troppo diffusa nel tempo per poterla associare ad un "messaggio" politico preciso legato ad un determinato avvenimento. Dovrebbe avere ogni volta lo stesso significato? nel 1736, 1788, 1793, 1795, e 1817 1818? son 80 anni. Quale sarebbe e come lo si dimostra? 4) È assolutamente implausibile che un messaggio rivolto a poche persone avvenga in questo modo. Un "messaggio" su monete che circolano tra migliaia di persone avrebbe infatti senso come affronto o derisione pubblica, non come messaggio privato: Tutti lo devono vedere. Al netto del punto (3) che secondo me è fondamentale, e anche volendo ammettere uno "sgarro", se ne dovrebbe aver notizia in qualche modo: documenti, giornali, pamphlet, poesie, parodie, manifesti, lettere. Esistono "sfigurazioni" dello stemma in contesti coevi chiaramente riferibili alla contestazione della casa regnante? Se sì, sarebbe un argomento a favore. Le foto di stemmi già postati vanno nella direzione opposta. 6) In mancanza di documentazione certa, la soluzione più plausibile è la più semplice in termini di congetture: variante araldica. Dalle foto già presentate pare che per i Borboni la disposizione dei gigli medicei fosse di poca o nessuna rilevanza. 7) Come linea di ricerca dovrebbe essere proficuo raccogliere e confrontare rappresentazioni dello stemma al di fuori della numismatica(!) negli 80 anni in questione e -importante- gli eventuali commenti coevi(!) sulla disposizione dei gigli ed eventuali sostituzioni di stemmi errati. Se in 80 anni nessuno hai mai scritto nulla per lamentarsi o evidenziare l'errore/affronto/parodia, allora la possibilità che si tratti di una mera variante grafica senza alcun significato recondito diventa una certezza.6 punti
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mah... che dire? visto che hai solamente ripetuto quanto avevi già detto, non rispondo su tutto perché mi ripeterei. però faccio 2 appunti: 1. i gigli, 2 o 3, non sono un simbolo massonico. 2. l'argomentazione del tipo "se non ci sono dati potrebbe essere che x è vero", per esempio "per quale motivo non avrebbero potuto utilizzare le monete al fine del raggiungimento dei loro scopi", è un'argomentazione pseudoscientifica, perché se non ci sono dati allora tutto può diventare teoricamente possibile, il che però significa che nessuna ipotesi può avere priorità su altre. quindi nessuna È stringente e quindi non c'è motivo di sceglierne una se non per un bias di conferma di una scelta già fatta in partenza. Il che poi si riduce ad un'argomentazione dunque circolare. 3. per quanto mi riguarda l'argomento principe è la presenza dei gigli male ordinati negli stemmi sugli edifici. Si può presumere siano stati fatti su commissione per chi ci abitava. Se questi li hanno lasciati evidentemente gli andavano bene. 4. per quanto riguarda l'aspetto propositivo io ti risposto: variante araldica. se questa abbia un particolare significato nella simbologia araldica non lo so, ma la presenza di gigli male ordinati negli stemmi, uno che ti posto anche qui (tratto dal sito nobili-napoletani.it), per me metta la parola fine ad ogni possibilità di vederci un qualche messaggio occulto in codice. prova a chiedere A Questi: http://www.nobili-napoletani.it/Pubblicazioni.htm 5. Visto che ti adagi su certa vena complottista, e visto che le mie argomentazioni tanto non ti convincono, allora ti faccio strippare su questo: la disposizione male ordinata ricorda i tre puntini massonici ⁂4 punti
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Buonasera a tutti (quasi tutti) Taggato dall'amico Rickkkk e non posso esimermi dal rispondere. Falsone. basterebbe il tentativo quasi riuscito di imitare i FERT autentici ma mancano di impronta e di spessore, gia' qua si chiude la diatriba. Inoltre la rosetta non mente mai, e' mal eseguita, sbilenca e non esagonale al centro (indice di grande genuinita' della quadriga). Moneta usurata artificialmente, cavalli mal eseguiti specie la prima zampa sopra il 5 che e' una cosa oscena, data sbagliata specie il 9. questo solo a una prima sommaria visione ah, la moneta ha subito una procedura con pietra pomice per usura artificiale e conseguente ripatinatura artificiale. AMEN e buona serata, potete pure chiudere il post. Semprevostro Eros Marchetti Molto bravo!4 punti
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se vai a vedere il bb periziato.. il ramo d'ulivo è messo anche peggio.. le analisi su questa moneta vanno fatte su una moneta in pari grado di conservazione..4 punti
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Segnalo l'uscita del n. 394 di Panorama Numismatico. Questo è l'indice: Gianni Graziosi, Da Asterix alle monete celtiche – p. 3 Vincenzo Pagano, Monete a legenda IRNTHI – p. 11 Roberto Diegi, La monetazione di tipo greco in Sicilia, 7, Naxos e la plasticità delle sue monete – p. 20 Numismatica 2023, Dove comprare, tutto il mondo della numismatica – p. 25 Alberto Castellotti, I fiumi e loro allegorie nelle monete di zecche italiane – p. 41 Giuseppe Carucci, Le monete del Teatro Bolshoj – p. 47 Andrea Lucchi, Le monete dei Rajah bianchi di Sarawak – p. 51 Recensioni – p. 57 Mostre e Convegni – p. 62 Aste in agenda – p. 633 punti
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Salve, Forse il mio messaggio non è chiaro o è lei ad aver letto male. Mi riferivo alla catalogo d asta di Jacob Hirsch XXXIV che esita una collezione molto bella di fusi attribbuiti al Garrucci. Ma questa attribuzione è scorretta perché non erano nient'altro che i fusi del museo Kircheriano che andarono perduti. Per ulteriori dettagli vedere i mio messaggio sopra .3 punti
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L'esemplare postato mi offre l'occasione per un piccolo approfondimento alla luce di recenti studi (E. Spagnoli, La prima moneta in Magna Grecia: il caso di Sibari, Pomigliano d'Arco 2013, pp. 176-177). La tecnica incusa, come è ben noto, è un fenomeno peculiare della Magna Grecia per il quale sono state chiamate in causa tanto specificità locali quanto apporti di ambito metropolitano, in particolare corinzio, ma anche peloponnesiaco. Con specifico riferimento al tipo di Sibari (toro retrospiciente) e all'aquila incusa degli stateri di Crotone è stato richiamato un interessante confronto con alcuni dischi in avorio o in osso di ambito argivo e corinzio con rappresentazioni in incuso di animali circondati da un bordo decorativo e caratterizzati da un modulo pressoché coincidente a quello delle serie incuse più antiche (circa 31/29 mm). Allego a titolo esemplificativo uno di questi dischi rinvenuto presso l'Heraion di Argo tratto da J. Boardman, Greek Gems and Finger Rings: Early Bronze Age to Late Classical, London 2001, p. 114, fig. 216. Https://archive.org/details/boardmangreekgemsandfingerrings1994pdf/page/n137/mode/2up?view=theater3 punti
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Tradizionalmente li si fa nella sezione euro, ma un'occasione importante come la Festa Nazionale Europea si merita un thread generale anche qui. Auguri a tutti, che la fortuna ci arrida.2 punti
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Buonasera, Piastra 1840 In questo anno in Zecca a Napoli vennero usate due tipologie di busto, sia nelle Piastre che nei 10 Tornesi . Mentre per i 10 Tornesi è di facile reperimento , nella Piastra del 1840 è molto raro trovarlo.2 punti
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E vabe,tanto oramai,abbiam messo falsi di tutti i tipi,studi ecc....la viribus unitis manca...mettiamola in mezzo(è un pataccone che anche gli orbi riconoscerebbero,da tante cose,troppe,miriadi,compreso quel nerastro di finta patina che mi fa pensar al made in China). Non ne ho viste cosí. Dai,aperta e chiusa parentesi😉2 punti
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Chiamato in causa dal buon @Gallienusmi tocca rispondere 😝 L’esemplare postato è senza alcuna ombra di dubbio autentico, senza se ne’ ma. Forse qualcuno dovrebbe documentarsi prima di dichiarare falsi esemplari genuini come questo. Come conservazione invece secondo me siamo lontani dal qFDC per varie ragioni, prima delle quali la mancanza di lustro, da quel che le (brutte) foto lasciano immaginare. Siamo nel range dello SPL, poi un + davanti di questi tempi - in cui dopo 100 post qualcuno pensa ancora di avere in mano una Quadriga 1914 buona e, sopra il conto, di andare a farsela chiudere per tale - non si nega a nessuno. 😝😊2 punti
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Quello e' solo un articolo (ben fatto) che prende in esame alcune tipologie per far comprendere a chi non conosce questa moneta (purtroppo parecchi), cio' che bisogna notare e i particolari da osservare......non poteva certo mettere qualsiasi tipologia di falso (ve ne sono anche altri)2 punti
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Combatti contro i mulini a vento. A certuni collezionisti entra meglio in c. che in testa.2 punti
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cioè, siccome dei maestri di zecca erano massoni allora la variante dei gigli avrebbe un significato massonico? mi sembra proprio un'argomentazione pseudoscientifica. no, questo è un modo di procedere pseudo-scientifico. Così scrivono i "diabolici", per citare il Pendolo di Foucault del compianto Prof. Umberto Eco. Gli studiosi seri si basano sulle fonti, in questo caso i documenti delle logge, le divulgazioni, le pubblicazioni più o meno ufficiali, i protocolli, la corrispondenza, le memorie. quello che non è scritto fa parte al limite della ricostruzione ipotetica. La stessa variante di per sé non È prova proprio di nulla.2 punti
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Di chi e’ appassionato di queste monete. Non tutti siamo studiosi puri, alcuni di noi sono collezionisti ‘peccatori’ inclini a cedere ai richiami della ‘carne’.. per fortuna il mondo e’ grande e c’è spazio sis per asceti che per peccatori e anche per la speranza dj ‘redenzione’ un giorno 😁2 punti
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Salve. Tra le varie tipologie ho trovato interessanti due bronzi emessi dalla zecca di Antiochia sull’Oronte, in Siria, a distanza di una quarantina d’anni uno dall'altro, che raffigurano sul diritto uno Artemide e l’altro Apollo, i due gemelli molti cari al popolo greco. Sul rovescio, molto simile, è raffigurata una lira costruita dal carapace di una tartaruga, come vuole la tradizione. Bronzo del 59-60 d. C. circa (Triskeles 28). Roman Provincial Coins. Syria, Seleucis and Pieria. Antiochia ad Orontem. Pseudo-autonomous issue. 1st century A.D. Æ (19 mm, 3.86 g). Ca. A.D. 59/60. Diademed head of Artemis right / Lyre. SNG Copenhagen 108. Dark brown patina with sandy highlights. Very fine. Bronzo del 96-98 d. C. (Agora 99). Roman Provincial. Syria, Seleucis and Pieria. Antiochia ad Orontem. Civic Issue. Time of Nerva A.D. 96-98. AE dichalkon (16.1 mm, 3.98 g, 1 h). Dated year 145 of the Caesarean era = A.D. 96/7. Draped bust of Apollo right, hair bound with taenia / ANTIOXEΩN ET EMP, lyre. RPC III, 3502; McAlee 119; Butcher 196. VF. Rare.1 punto
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Salve a tutti. E'passato nella recente asta Naville un interessante bronzo di Eraclea riconducibile al tipo che Giuseppe Sarcinelli nel suo saggio "ERACLEA le emissioni di bronzo" (Atti del 4° Congresso Nazionale di Numismatica - Bari 2013) classifica come sottogruppo 3 del Gruppo 2. Al dritto Demetra a s.; al rovescio spiga con foglia a destra, etnico con lettere grandi ed irregolari. C'è però in questo esemplare un particolare assente nei tre esemplari che ho potuto osservare e che allego. C'è infatti, sullo stelo a sinistra, una chiara lettera H di cui mi piacerebbe conoscere il significato. Chiedo anche agli amici del forum, molto più esperti di me, se sono noti altri esemplari di questo tipo con la stessa lettera. Ho preso in considerazione anche l'ipotesi che nei tre esemplari postati la lettera H fosse cancellata per consunzione ma la la loro consevazione mi sembra escluda questa possibilità. Come sempre, un grazie anticipato per eventuali interessamenti e pareri. 18mm 5,61 gr quella pubblicata dall'autore sul saggio richiamato, esitata da CNG (asta 61 lotto40) nel 2002 asta CNG 18 mm 5,86 gr trovata dello stesso tipo esitata da Bertolami (asta 77, lotto744) nel 2019 asta Bertolami 17 mm 5,08 gr e questa da Münzen & Medaillen Deutschland GmbH > Auction 17 2005 lot 43 5, 62 gr1 punto
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La cosa avvilente è che c’è ne stato pure uno ( di periti) oggi in questa discussione a non decretare palesemente falso questo esemplare e non capire come fosse effettivamente prodotto…..ma lasciamo stare1 punto
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Comunque un plauso va a @Loruca che ci ha movimentato la giornata e la cui simpatica ostinazione, sempre espressa con grande educazione, ha effettivamente permesso a moltissimi di dire la loro su una delle più iconiche tipologie del Regno. E questo secondo me è un valore aggiunto come ha scritto giustamente @ilLurkatore1 punto
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Intanto ringrazio @furia78 , come detto per me il maggior esperto su queste monete Vi posto per un confronto la rosetta sul mio (ex NAC di diversi anni fa, e di cui @ilnumismatico ha già postato un'altra sezione del bordo) e anche le foto che avevo tenuto in archivio di un altro bel falso passato su ebay.it anni fa. Anche su questa la rosetta era fatta benino, con l'esagono al centro. La moneta di questa discussione come detto è un falso per nulla banale (rispetto agli altri del 5L 1914), e anche il peso tutto sommato verosimile ne è la prova. Anche secondo me più di un commerciante la sigillerebbe per buona... ma consoliamoci, PCGS in USA ha scatolettato una patacca cinese da 1 euro come quella di @caravelle82 come autentica https://www.pcgs.com/cert/83216269 (e ho anche inutilmente perso tempo a informarli, visto che se ne sono fregati!)1 punto
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Quindi, oltre ai 3 "famosi" tipi di falsi conosciuti inerenti a questa moneta: http://www.numismaticasalentina.com/news-588/Falsi-da-Studio---5-lire-1914.aspx Loruca ha "scovato" il quarto tipo...1 punto
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Vero, ne avevo vista una sola di rosetta senza l'esagono centrale. in ogni caso NESSUNA rosetta e' "bilanciata" come negli originali, inoltre i FERT sono NETTAMENTE diversi mancando di corpo e di impronta. mandala a periziare comunque, l'80% dei periti italiani di adesso te la chiudono buona.1 punto
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Vediamo se riesco a risponderti io, almeno in parte. La persona raffiguarata sia sul fronte che sul retro è Pierre Corneille, le 2 filigrane (traduco dal catalogo "Le billets de La Banque de France et du tresor") : " a sinistra testa di uomo incoronato di lauro a destra profilo di un guerriero con l'elmo" Lo sfondo sul fronte dovrebbe essere il teatro del castello di Versailles; sul retro una vista di Rouen, in basso a destra la casa natale e a sinistra il Palazzo din Giustizia. La banconota all'epoca, se ricordo bene valeva circa 30.000 lire. Sul mercato penso che in quelle condizioni possa valere una dozzina di euro.1 punto
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Dopo quasi 50 anni è del tutto normale, non può rimanere con il lucido iniziale per sempre, l'argento reagisce in vari modi all'ambiente circostante, alle dita se viene toccata, ed anche a cosa le sta vicino e dove è riposta. Si dovrebbe lasciare così per come si trova, anche se, essendo una moneta/lingotto (bullion), la pulizia con uno specifico liquido per l'argento (non corrosivo) non ne comprometterebbe il valore del fino contenuto.1 punto
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visto che sei stato bravissimo ad identificarlo ti premio con un altro radiato dritto messo malino ma un bel rovescio, è sempre Treboniano? idem penso sia argento ultra sporco vivevano da quasi un secolo nella cantina di famiglia sono fermi dal mio bisnonno vissuto nel metà ottocento 22mm 2,81gr h12...dirti grazie è poco1 punto
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Del primo mi piace la patina, ma ci sono andati pesanti con le operazioni di pulizia. Del secondo è bella la tipologia, ma non ho una grande attrazione verso le patine verdi brillanti (oltre la mancanza di patina al R H.12.00 per me antiestetica). Ovviamente è un mio modesto giudizio, del tutto personale1 punto
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Tralasciano che questo caso comporterebbe che tutta la zecca fosse "collusa" poiché il maestro di zecca non si occupava in prima persona delle varie fasi della produzione della moneta. Avrebbero quindi dovuto essere al corrente di questo dettaglio gli incisori [dato che avrebbero dovuto improntare i conii], i coniatori stessi ed il personale preposto a controllare che la moneta fosse "ben coniata"...1 punto
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Non è sicuramente più li in quanto non riesco a trovarlo, ..ma era per dire quanto erano precisi addirittura gli annulli all'epoca..1 punto
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Delle gote in asta ? Nessuna ma conosco abbastanza questa serie e tutta la letteratura di riferimento (Demo, Metlich, MEC, etc per citare solo le opere recenti) sono monete non rare o rarissime ( salvo Theia) . Queste in asta erano piacevoli e hanno riscontrato un buon interesse . Ovvio che magari in qualche mercatino si possono fare affari migliori ma occorre anche avere occhio 😉1 punto
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io lo avevo citato al post #11 😁 Confermo la mia impressione sul fatto che sia una riproduzione, ma posso capire che sia facile avere dubbi fondati. Saluti1 punto
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direi che discutere di questa cosa ha poco senso, se non quello di esprimere dei parei personali che per quanto mi riguarda sono tutti ugualmente validi. - che la moneta abbia o non abbia il valore pagato è una opinione personale, tuttavia resta il fatto che qualcuno ha pagato quella cifra... questo è un fatto e lì finisce è ampiamente lecito dire la propria opinione, e è altrettanto una opinione che un prezzo sia o no "una fortuna". diversamente secondo me si potrebbe parlare di "rara" o "non rara", che può essere un dato ... e per quanto scivoloso e da trattare con molta attenzione il tema del tremisse all'interno della casistica di quelli noti.... ma non "secondo me è ....." la rarità delle monete va trattata a mio avviso "non a sentimento" ma in modo oggettivo se se ne vuole parlare .... esempio...Ricimero monogramma è raro? io ne ho circa 350 o 400 immagini in archivio... e di certo ne esistono molti di più ... raro? non raro? ..... quanti ne passano in asta? quanti ce ne sono sul mercato al netto si "acsearch " o simili? perché purtroppo diventa altrimenti una discussione di pura opposizione che non aggiunge veramente nulla grazie Alain1 punto
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È una discreta monetina e il BB ci sta,non è semplice reperire questo nominale in alta conservazione,come anche il nominale minore da un tornese... La leggera decentratura è un difetto dovuto al processo di coniazione e non una variante,e non aggiunge un plus valore alla moneta...1 punto
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Effettivamente Mori è stato molto duro nel giudizio ma non si può negare che l'assemblaggio degli elementi artistici utilizzati, indubbiamente identificativi del nostro Paese, non sono coerenti con il personaggio del recto e sembrano piuttosto funzionali a contrastare la contraffazione del biglietto che per ottenere un vero senso estetico. Comunque, pur avendo avuto vita breve, con la raffigurazione sul recto del “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, oggi conservato alla National Gallery di Londra, si è omaggiato il massimo esponente della pittura siciliana del Rinascimento, che fece incontrare il nord e il sud dell’Italia, dando vita a uno stile molto originale con suggestioni provenienti anche dal resto d’Europa, in particolare con la pittura provenzale e con la pittura fiamminga, dalla quale riprese l’attenzione al dettaglio e il naturalismo.1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Caracalla (198-217 d. C.) recante sul rovescio la personificazione della dea Speranza (Spes) coniato dalla Zecca di Lodicea a Mare nel 199 d. C. circa. Il ritratto mostra un Caracalla ragazzo ed è stilisticamente caratteristico proprio dei conii approntati dai maestri incisori di Lodicea. In questo post vorrei sottoporre alla vostra attenzione alcuni particolari di questa moneta (acquistata parecchi mesi fa) che mi hanno sempre fatto porre degli interrogativi. Avendo visionato in foto parecchi esemplari della stessa tipologia nell'aspetto generale e nello stile mi sembra in linea con quelli trovati così come anche il diametro (17,50 mm) e lo spessore (circa 2 mm). Da esame diretto risulta coniato ( cosa sempre importante) e vengo quindi a quelle che per me sono le anomalie cioè il peso e la qualità del metallo. Il primo per la tipologia è veramente molto scarso visto che con bilancia di precisione pesa solo 1,71 g (nessuno dei denari che ho trovato ha un peso simile, la quasi totalità ha un peso superiore ai 3 g) e come si può vedere dalle foto non c'è fenomeno di cristallizzazione del metallo o pezzi mancanti ne tantomeno risulta essere suberato che in qualche modo giustificherebbero un peso così esiguo. E veniamo al metallo che per la sua leggerezza ed il suo aspetto visivo sembra alluminio (molto simile alle 10 lire spighe della repubblica, per rendere l'idea). Infatti penso che di argento nella lega c'è ne sia poco o niente e non dovrebbe essere così perché emessi sotto Settimio Severo dove il quantitativo di fino era ancora del 60% circa. Alcune lettere delle legende non sono ben impresse (ma ci sono) mentre il ritratto e la Spes sono ben raffigurati. Inoltre presenta anche usura (non eccessiva) che sembra da circolazione e quindi cosa aggiungere? Chiedo a quanti vogliono farlo di esprimere un parere in merito, sempre importante per noi neofiti e per quelli che seguono le discussioni. Fatelo tranquillamente, la moneta è mia da parecchio tempo e tale resterà 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 17,50 mm 1,71 g RIC 341a Alcuni esemplari della stessa tipologia con peso superiore a 3 grammi coniati a Lodicea a Mare.1 punto
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Pensavo fosse strana la tua, poi ho esaminato centinaia di denari di Caracalla, la maggior parte con peso superiore ai 3 grammi, una buona parte con peso inferiore ma sempre sopra i 2 grammi e una di soli 1,91 grammi. Poi, baamm, una addirittura più leggera della tua, venduta all'asta Savoca 87 lotto 1555, che pesa solo 1,70 g con diametro 19 mm. Per cui credo che il tuo denario sia un esemplare leggero ma originale.1 punto
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Scusa ma come facciamo a darti un range che nemmeno si vede che monete siano? Un denario imperiale comune di II secolo in conservazione intorno al BB può valere una quarantina di euro, una trentina per il III secolo. Ma per il I secolo è più complicato, soprattutto il denario di Augusto, il primo della foto, può valere anche qualche centinaio di euro. Questo è il massimo che ti posso dire senza sapere quante, quali e come siano le monete. Per tutto il resto, c'è la palla di cristallo e l'enorme delusione sul volto di chi, provando a rivendere delle monete per cui si era svenato e che gli erano state proposte come investimento, si sentirà offrire una cifra con uno zero in meno rispetto a quanto speso.1 punto
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In passato varie discussioni affrontarono esemplari 5 Lire 1914 usurati. La solita disputa su come una moneta del genere non circolata (formalmente emessa a cavallo dell'inizio della 1^ guerra mondiale, con prezzo dell'argento imbizzarrito nell'immediato, e quindi con valore nominale molto inferiore a quello reale, ecc. ecc. ...) e la conclusione sostanziale che ogni volta che si vede una moneta del genere il sospetto fortissimo è che sia falsa (anche se periziata ...) perché non poteva ridursi così ... In realtà l'elemento principe per definire l'autenticità di questa moneta non sono i "particolari" ma il bordo. E' piano senza alcun rigonfiamento o stondamento. Se quest'ultimo è presente anche solo in una parte del tondello, la moneta è falsa. Ecco alcuni particolari del bordo (qui sotto) che per la patina intensa, risultano ben evidentemente piani (indice di autenticità!). Perciò l'esemplare che ha dato il via a questa discussione, è falso.1 punto
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Buonasera. Innanzitutto ringrazio @VALTERI e @D'Aragona II per le costanti segnalazioni, che aiutano un collezionista principiante come me a muoversi in un campo ancora molto minato. Nonostante abbia un budget sempre molto limitato, sono riuscito ad aggiudicarmi questa moneta e non vedo l'ora di studiarla.1 punto
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Ciao @Loruca chi mi ha preceduto ti ha fornito le sufficienti informazioni. Falso sicuramente non pacchiano, e certamente eseguito con cura. Ma rimane un falso purtroppo 😣1 punto
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il bordo è diverso.. anche la criniera del primo cavallo è diversa.. non so se l'usura possa influire sui dettagli.. ma non mi convince proprio1 punto
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A me non convince l’occhio di Vittorio Emanuele e il lobo del orecchio. Dei cavalli gli occhi . Per me è uno dei migliori falsi che fino ad ora ho visto. Buona serata1 punto
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Alla faccia della sorella scema. questa me la rivendo con i miei amici che ancora stanno in università 😄1 punto
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