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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/30/23 in Risposte

  1. Buon pomeriggio a tutti, oggi 30 Maggio si festeggia San Ferdinando. Quindi è festa qui in sezione sia per i Borbonici che per gli Aragonesi. Rendo omaggio a Sua Maesta' Re Ferdinando IV Ferdinando I Ferdinando II Ferrante d'Aragona per il loro onomastico. Al momento ho solo Foto di monete di Ferdinando IV con me , per gli altri potreste farlo voi. 😀 Ma chi era San Ferdinando.... Fonte Web San Francesco Figlio di Alfonso IX re di León e Berenguela di Castiglia, fu governatore modello dai solidi principi cristiani. Nel1217, all'età di 18 anni, ereditò la Castiglia, la terra di sua madre e nel 1230 il León, quella di suo padre. In questo modo unificò i due regni. Re prudente, si circondò sempre di persone fidate, con cui si consultava per le questioni più problematiche e urgenti. Di Ferdinando erano note anche la profonda devozione alla Madonna e la grande umiltà. Si sposò in prime nozze con Beatrice di Svezia (1219) e poi con Maria de Ponthieu (1235). Dalle due unioni nacquero complessivamente tredici figli. Ma la storia ricorda Ferdinando anche per le guerre contro i saraceni che gli permisero di riconquistare i regni di Cordova, Siviglia, Jaén e Murcia. Nel 1221 il sovrano fondò la cattedrale di Burgos, si deve a lui anche l'ampliamento dell'università di Salamanca. Morì il 30 maggio 1252 e fu sepolto nella cattedrale di Santa Maria a Siviglia. È stato canonizzato da Papa Clemente X il 4 febbraio 1671.(Avvenire) Saluti Alberto
    5 punti
  2. Ciao @vindar, ti faccio vedere i miei Tornesi 5 del 1798 : 1798 30mm P (senza punto) sotto la corona con rami lunghi. 1798 26mm P sotto lo stemma 1798 26mm senza P E un bel falso d'epoca sempre del 1798 P sotto la corona
    4 punti
  3. Di lamentele ma soprattutto proposte ne sono state fatte innumerevoli, ma per dialogare bisogna essere in 2 e non sempre è stato così. Non so quanti si ricordano di Vicenza che era la più importante rassegna SOLO numismatica. Quando ci andavo come visitatore c'era la fila per fare il biglietto e la fila per entrare. Poi iniziato il declino non hanno voluto minimamente ascoltare le nostre proposte, preferendo fare di testa loro con il risultato che Vicenza è sparito. Adesso Verona al quale sono state fatte diverse richieste e proposte ma a parte minimi dettagli il resto è rimasto lettera morta. A che pro? Non so rispondere anche perchè solo chi ha i conti veri in mano sa quali margini ci sono e dove si potrebbe intervenire per migliorare. Io nel mio piccolo ho fatto quello che potevo a livello di proposte, altro non posso fare. E comunque dopo ogni edizione di Verona ci sono sempre le solite discussioni, i miei soliti interventi...... e poi il nulla da parte di chi potrebbe fare qualcosa. Si va verso la fine del Veronafil? Probabile.
    4 punti
  4. Buongiorno a tutti, Domenico @Oppiano intanto complimenti per la tua nuova acquisizione Vicereale, mi raccomando non andarci troppo pesante a razzolare tutto , lascia anche qualcosa per gli Amici Vicereali 😀. Scherzi a parte hai preso un bel pezzo molto interessante e da approfondire. Mi permetto di postare i miei due esemplari perché credo utili per la discussione. Abbiamo il tuo con le Sigle MC/C Poi abbiamo i miei di cui uno con le sole sigle MC e l'altro Senza Sigle. Saluti Alberto
    4 punti
  5. Ricercatori spagnoli scoprono un profumo al patchouli dell’antica Roma Si può risalire alle fragranze utilizzate 2000 anni fa nell’Impero Romano? Un gruppo di ricercatori spagnoli dell’Università di Cordoba, guidati dal Prof. José Rafael Ruiz Arrebola, hanno effettuato una serie di indagini archeometriche su un unguentario del I sec d.C. rinvenuto nel 2019 a Carmona (Siviglia) per capire proprio la composizione del profumo al suo interno. La ricerca è stata pubblicata pochi giorni fa sulla rivista Heritage, disponibile e consultabile online. Si tratta, senza dubbio, di un ritrovamento molto fortunato e particolare: durante i lavori di ristrutturazione di un edificio è emersa una grande tomba, costituita da otto nicchie con corredi perfettamente conservati, poiché non era mai stata violata da saccheggiatori in antichità o in epoca moderna. Al suo interno furono trovati anche i corpi di sei componenti della famiglia, tra cui quello di una donna che portava vicino a sé un unguentario in quarzo, ancora sigillato, avvolto in un sacchetto di stoffa – del quale rimanevano alcuni frammenti – e accompagnato da pietre d’ambra. La grande tomba di famiglia e l’unguentario trovato in una delle nicchie. Ph. Daniel Cosano, Juan Manuel Román, Fernando Lafont, José Rafael Ruiz Arrebola. Il team di ricercatori ha potuto lavorare direttamente sul contenuto dell’unguentario dato che il profumo, solidificandosi nel tempo, si era conservato perfettamente. Sono state effettuate una serie di analisi archeometriche, come la diffrattometria a raggi X o la gascromatografia accoppiata alla spettrometria di massa, che hanno prodotto risultati molto interessanti. Il profumo, infatti, era costituito da due componenti: una base o legante, ovvero un olio vegetale – probabilmente olio d’oliva, ma il dato deve essere ancora verificato – e l’essenza stessa, cioè il patchouli, ricavato dal Pogostemon cablin, una pianta indiana. Sebbene questo olio essenziale sia oggi molto apprezzato e conosciuto nella cosmesi, i ricercatori e gli archeologi, prima di questo studio, pensavano che i Romani non ne fossero a conoscenza. Senza dubbio era un’essenza molto ricercata e costosa, appannaggio di pochissime famiglie dell’élite romana, tra cui quella della sepoltura di Carmona, come testimoniano la ricchezza dei corredi e l’unguentario in quarzo – di solito, infatti, gli unguentari erano realizzati in vetro, decisamente meno costoso. https://mediterraneoantico.it/articoli/archeologia-classica/ricercatori-spagnoli-scoprono-un-profumo-al-patchouli-dellantica-roma/
    3 punti
  6. Buonasera a tutti, vorrei chiedere aiuto ai più esperti sulla rarità di questo giulio di Sede Vacante, purtroppo malridotto e con un vistoso foro. Camerlengo, Cardinale Antonio Barberini. Giulio per Roma con al rovescio il motto INFVNDE AMOREM CORDIBVS. MIR 1840 con Rarità R3 Ho cercato di reperire altri esemplari ma non ne ho trovati tanti, a conferma della rarità riportata sul MIR papale. Tutti o quasi poi sono in condizioni modeste. Vengo alla domanda: in queste condizioni è ancora collezionabile e che valore potrebbe avere un esemplare così? Grazie a chi si vorrà esprimere il rovescio
    3 punti
  7. Ciao @RobertoRomano , allora mi permetto di inserire in questa discussione anche il testone. Questo è l'esemplare della mia collezione. Peso: gr 9,16 qBB (foro abilmente otturato). Dalla mia analisi, ho rilevato solo 4 esemplari apparsi in vendita pubblica negli ultimi 100 anni circa: -Questo esemplare, ex Kunker 233. -Lo straordinario esemplare della NAC 81 (Coll. DeFalco), ex Bank Leu 36 (Coll. Cappelli). -Montenapoleaone 4 (Coll. Muntoni), ex Kunst und Munzen XXI. -Teutoburger 103. Se qualcuno ha notizia di altri esemplari, batta un colpo! Italo, ti garantisco che la monetazione papale ti darà grandi soddisfazioni! Complimenti per aver intrapreso questa scelta collezionistica e buona raccolta! Michele
    3 punti
  8. Alberto caro, quello è molto raro trovarlo! I falsi in rame circolavano comunque nonostante il peso calante. Ti posto il mio 1800 A.P. Ha un tondello molto sottile e assenza del decoro nel taglio, ribattitura, lettere abbozzate, la sigla A senza barretta. Tutto l'insieme lo tradisce.
    3 punti
  9. 3 punti
  10. Se può essere utile, allego queste tabelle: Sono tratte da questo articolo di Vincenzo Cubelli: AURELIANO IMPERATORE. LA RIVOLTA DEI MONETIERI E LA COSIDDETTA RIFORMA MONETARIA (di Cubelli, sulla rivolta dei monetieri).pdf Ciao da Stilicho @Follis01
    3 punti
  11. Ne approfitto allora per mostrarvi anche il mezzo grosso della stessa Sede Vacante che ho in raccolta, questo in conservazione decisamente migliore ma anche più reperibile del giulio. scusate per le foto con le mani come sfondo ma è l unico modo in cui riesco a trovare la luce giusta, muovendo la moneta, per riuscire a fare foto decenti.
    3 punti
  12. Buona sera oggi vi mostro il mio ultimo aquisto, un antoniniano di Traiano con la rappresentazione della Dacia. Ric 12b D. IMP.C.M.Q.TRAIANUS.DECIUS.AUG R. DACIA Diametro 23 mm con peso 3,84 grammi Moneta comune ma che comunque mi ha affascinato. Che ne dite? Rovescio
    2 punti
  13. In didascalia RR ( RIC 11 ) , un esemplare di argenteo da Heraclea per Galerio cesare, con al rovescio imperatori e cesari sacrificanti davanti ad un 'campgate' . Sarà il 17 Giugno in vendita Muntenveiling 62 al n. 84 .
    2 punti
  14. Non hai messo in dubbio l'esistenza della moneta ma certamente hai messo in dubbio quanto scritto da me e a questo punto suppongo senza nemmeno leggerlo 😉. Ma non ti preoccupare è un tuo diritto farlo. La critica è sempre ben accetta da parte mia. Anzi in passato ho subito di peggio qui sul forum al punto che ormai ho fatto l'abitudine. Però poi, se questi sono gli atteggiamenti della sezione, non lamentatevi della scarsa partecipazione.
    2 punti
  15. Concordo Concordo, e poteva anche essere una rara VRBS ROMA BEATA https://www.nummus-bible-database.com/monnaie-11124.htm
    2 punti
  16. Sarebbe importante attraverso i numeri di posta militare che all'epoca era segreta, ecco perché mettevano un numero, in modo che se fosse caduta in mano nemiche non sapevano da dove provenisse, sapere dove era dislocata. Questo è un altro argomento tematica di collezionismo.
    2 punti
  17. È l'annullo di franchigia militare che permetteva alla cartolina di viaggiare gratis senza francobollo. Era un'agevolazione per i militari in zone di guerra usare queste, ovviamente però necessitavano questi timbri appositi, altrimenti la cartolina veniva tassata a destino. Esente da tassa per l'Italia e sue colonie, .... però necessitava del timbro del comando militare, dell'ospedale ecc..
    2 punti
  18. Quelle che vengono considerate come le "lettere sdoppiate di PHILIPP" altro non sono che la legenda del tondello precedente, cioè un tornese di Filippo II, PVBLICE COMMODITATI la cui unica parte visibile è BLI. Molto semplice e ben dimostrabile anche dalle foto. Tutto tra l'altro ben descritto nell'articolo citato. @Releo può star tranquillo sulle sigle, cosa tra l'latro confermata con l'ottimo esemplare postato da @gennydbmoney. Si può essere d'accordo o meno ma i dati oggettivi sono questi.
    2 punti
  19. Moneta a mio avviso R3, più rara della sua Piastra (R2) e meno rara del Testone.... Se mettere in collezione una moneta bucata o no dipende dal collezionista......questo Giulio è apparso 3 o 4 volte in buona conservazione e altrettante volte in condizioni mediocri....negli ultimi 20 anni (vedi coin archivies). Praticamente assente dalle aste degli anni '90, riappare in "ALMA ROMA" Varesi 2000 in piacevole conservazione (queste sono le mie info, intendiamoci....) L'esemplare della coll. Muntoni era bucato (vedi Asta Montenapoleone 4 del 1984 esitato in un lotto multiplo e non fotografato...) L'esemplare della K&M XXI 1980 aveva un vistoso difetto nel campo....(esitato anni dopo ma non ricordo il listino...) e stiamo parlando di una collezione dove per la S.V. del 1655 era presente addirittura la Quadrupla q.Fdc..... Personalmente ritengo che hai fatto bene a prenderlo, l'ho avuto in collezione in pessime condizioni per molti anni....proprio perché non ne passavano altri !!!!! Poi finalmente è arrivato un esemplare discreto..... Daniele
    2 punti
  20. Saranno anche troppi giri di parole ma almeno ci ho provato... Con il senno di poi siamo tutti fenomeni...
    2 punti
  21. Senza troppi giri di parole, dagli ultimi ingrandimenti, la disposizione delle sigle è MC / MC. Tale disposizione è dovuta a doppia battitura in fase di coniazione, cosa che comunque giustifica anche il resto dei punti di domanda su questa moneta
    2 punti
  22. Questo è il mio Giulio 1655 S.V.Il tuo è penalizzato dal foro,ma non è niente male.Il rovescio, ripeto è più che buono.
    2 punti
  23. Buongiorno Alberto,io non sono convinto che sia un MC/C... In verità sembrerebbe un C/MC,se fosse realmente un doppia sigla avremmo la sigla del Mastro di prova che sovrasta quelle del Mastro di zecca,cosa abbastanza insolita visto che generalmente la sigla del Mastro di zecca è posizionata in alto o davanti a quella del Mastro di prova... Come già anticipato qualche giorno fa sembrerebbe che il dritto della moneta abbia avuto un problema in fase di coniazione, sembra ci sia stata una leggera rotazione in senso orario,da ciò che posso notare dalle immagini,a parte l'evidente restringimento del collo del Re,si nota la presenza di un'altra lettera subito dopo la G in D.G.1622,ma siccome non dovrebbero esserci altre lettere deduco che sia la stessa G battuta due volte a causa di uno scivolamento... A parte ciò, osservando attentamente la zona dietro alla nuca del Re mi sembra di scorgere l'ombra di una lettera dinanzi all'ipotetica C del di Costanzo, sforzando ulteriormente le diottrie a me sembra proprio la sagoma di una M,in questo caso ci troveremo effettivamente la sigla MC del Mastro di zecca Michele Cavo...
    2 punti
  24. No, non è collezionabile. Proprio per farti un favore te la posso ritirare io... Scherzi a parte, fori e appiccagnoli sono la norma su queste monete. Personalmente 100-150 euro ce li tirerei fuori al volo per questa moneta.
    2 punti
  25. Telegramma degli anni 40; da notare a fondo foglio i consigli per gli investimenti... se ne parlava pochi giorni fa in merito agli annulli meccanici in un'altra discussione ( Annulli Buoni Postali fruttiferi)
    2 punti
  26. Già me lo vedo sui cataloghi ormai, il "2 euro variante poliziotta con l'uccello"... 🙄
    2 punti
  27. I apologise for the intrusion and my lack of Italian. I was made aware of this board and thought it worth sharing the following coin, which is the same coin as above but BEFORE the engraver had an opportunity to make his enhancements. This should provide you with all the information on which areas of the coin have undergone new engraving. Regards, Martin (maridvnvm)
    2 punti
  28. Leonardo conobbe e ritrasse Federico da Montefeltro Uno schizzo a sanguigna, le prove in un convegno ad Ancona Leonardo da Vinci conobbe Federico da Montefeltro e lo ritrasse di profilo in uno schizzo a sanguigna. È emerso dalla Conferenza Internazionale Leonardo The Immortal Light, svoltasi ad Ancona sotto l'egida della Regione Marche a conclusione delle celebrazioni per il 600/o della nascita del Duca di Urbino e dell'International Committee Leonardo da Vinci. All'iniziativa, patrocinata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, hanno partecipato la critica d'arte Annalisa Di Maria, esperta internazionale di Leonardo, il perito calligrafo forense Stefano Fortunati, il ricercatore e scultore Andrea da Montefeltro e l'oculista Fabio Di Censo. Nonostante tra Federico da Montefeltro (1422-1482) e Leonardo (1452-1519) ci fossero 30 anni di differenza, secondo Di Maria dovevano essersi incontrati inevitabilmente a Firenze dal 1469 in poi, perché frequentavano lo stesso ambiente intellettuale della corte medicea ed in particolare la libreria-stamperia di Vespasiano Bisticci, dove Leonardo passava per andare nella bottega del suo maestro Verrocchio, e l'Accademia Neoplatonica fondata da Marsilio Ficino nel 1462 per ordine di Cosimo il Vecchio. In un disegno del Codice Atlantico (1.119 fogli raccolti in 12 volumi conservati presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano), precisamente il foglio 180 sul fronte recto, vi è un'immagine riferibile a Federico da Montefeltro. Il duca era stato ferito con una lancia in un torneo nel 1451 che gli aveva causato la perdita dell'occhio destro e una cavità all'altezza del naso. Perciò voleva essere ritratto solo dalla parte sinistra, come nel caso di Piero Della Francesca, facendo però furbescamente del naso aquilino una sorta di brand del suo dominio, con uno stemma raffigurante un becco d'aquila. Leonardo non volle dargli questa soddisfazione, o semplicemente non era tra gli artisti stipendiati dal duca, e lo raffigurò dalla parte sinistra con l'occhio chiuso e con un naso meno marcato. In base alle indagini calligrafiche, è possibile che Leonardo avesse incontrato Federico in un suo viaggio non documentato nel Montefeltro e avesse tracciato lo schizzo del suo profilo in un secondo momento, utilizzando un foglio dove c'erano altri appunti. (ANSA). https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/cultura/arte/2023/05/29/leonardo-conobbe-e-ritrasse-federico-da-montefeltro_f5008e55-7623-4a25-8ec4-04bf51701f21.html
    1 punto
  29. DE GREGE EPICURI Io invece mi permetto di aggiungere un altro billon con Aureliano e Vaballato, in cui quest'ultimo si vede molto bene.
    1 punto
  30. qursto esemplare dovrebbe essere lo stesso che passo' da Heritage nel 2020....realizzo interessante !
    1 punto
  31. Giuseppe Marchese, ..un grande filatelista di storia postale militare. Forse su ebay..? Alcune edizioni sono introvabili, i libri di filatelia non si buttano mai.
    1 punto
  32. Ecco a te Purtroppo è da stamattina che cerco ma non trovo niente. Non è che sono i simboli cristiani dall'Alfa all'Omega? Possibile? Anche se in teoria sono usati solo più tardi da magnenzio. Inoltre la zecca non saprei quale sia
    1 punto
  33. Ciao! Vorrei condividere con voi questo acquisto di coppia. Una coppia padre-figlio! Filippo I con il figlio cesare Filippo II. Le monete sembrano aver circolato molto (soprattutto il Filippo II). Come vi sembrano? Dopo gli argenti Imperiali della prima parte dell'impero, questi al contatto non mi restituiscono la stessa sensazione. Volevo chiedervi quale è la percentuale d'argento in questo periodo storico e dove è possibile trovare una tabella riassuntiva delle percentuali d'argento anche per questo periodo? Peso 3,7g e 3,1g rispettivamente per Filippo I e II
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  34. Si e’ corretto Matteo le prime emissioni indiane sono interamente in argento poi si ha l’alternanza che hai ben descritto. gli aurei Kushan sono spettacolari e anche le emissioni Gupta in metallo nobile non sono male anche se meno raffinate e potenti di quelle Kushan. da indagare meglio sulle ragioni di una tale alternanza ( disponibilità di metallo / sistemi monetari differenti / esigenze di commercio etc)
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  35. http://www.ilnuovocorrieredellasila.it/Archivio/Corriere_2017/01-2017.pdf Lungo il fiume Limmat gli svizzeri tentarono di creare la Laguna. Orgoglio degli emigrati. Ora lungo quel fiume i sangiovannesi si ritrovano la domenica pomeriggio. di Rosalba Cimino Torniamo indietro nel tempo di quasi 400 anni, quando anche l’emigrazione era diversa. Agli inizi del Seicento in seguito a diversi eventi storici, Berna e Zurigo strinsero un patto di alleanza con Venezia. La Serenissima e la Svizzera riformata intrattenevano buoni rapporti anche con la Francia. Sull’asse Venezia-Bergamo-Coira-Zurigo-Lione-Parigi ci fu, nel XVI e XVII secolo, tutto un viavai non solo di commercianti ma anche di letterati e scienziati che erano dei veri e propri ambasciatori delle rispettive culture. Risalgono infatti alla seconda metà del Cinquecento i primi insediamenti svizzeri a Bergamo, dove anche i negozianti zurighesi si recavano alle più importanti fiere italiane. Per i figli degli industriali e dei commercianti di Zurigo, Bergamo divenne, con il passare del tempo, una meta molto desiderata, non solo perché permetteva un’ottima pratica commerciale e l’apprendimento della lingua italiana, ma anche perché da lì si poteva raggiungere facilmente la mitica Venezia conosciuta per divertimenti e svaghi che sulle rive del Limmat gli svizzeri potevano solo sognare. Venezia esercitava una sua particolare attrattiva sui molti giovani zurighesi che per motivi di studio e di commercio la visitavano o vi si trasferivano. Per tutto il Seicento e buona parte del Settecento, un soggiorno in Laguna era dunque la massima aspirazione dei giovani della borghesia di Zurigo, che affrontavano ben volentieri le fatiche di un viaggio di oltre due settimane pur di assaporare l’atmosfera italiana. E ci fu chi, per ricordare il periodo passato sulle rive della Laguna, volle creare in piccolo, quella stessa atmosfera sulle rive del Limmat (il Limmat è un fiume della Svizzera che attraversa 18 comuni tra il Cantone di Zurigo e il Cantone Argovia) e così nacque il Venedigli – la piccola Venezia di Zurigo-Enge. Nel 1743, tredici giovani zurighesi, discendenti dalle casate più illustri della città, che erano stati per motivi di studio a Venezia, decisero di fondare una associazione alla quale diedero il nome di “Società di San Marco” per sottolineare il loro stretto legame con la Serenissima Repubblica. Così anche gli italiani, famosi per la loro nostalgia di casa quando si trovavano all’estero, potevano godere di “una contraffazione nostalgica e gioconda della Venezia vera”. Nostalgica fu anche la scelta della sede che cadde su una modesta villetta appartata. Quella villetta, rispondeva in tutto e per tutto allo scopo che i tredici soci si erano prefissato: creare un sodalizio per passare il tempo libero e discutere di affari e di cultura nel ricordo della loro prima gioventù passata nei territori della Serenissima Repubblica, con la quale intendevano sempre più rafforzare i rapporti di commercio e di amicizia. A quasi più di cinquant’anni dalla sua definitiva demolizione, l’epopea del Venedigli fu ricordata, il 9 maggio 1980, con l’installazione di un Leone di San Marco scolpito in pietra d’Istria ed offerto alla città di Zurigo dalla Regione Veneto, come tangibile riconoscimento dei buoni secolari rapporti intercorsi tra le rive del Limmat e quelle della Laguna. La parte che personalmente mi tocca di più di questo racconto, è l’immaginazione di cos’era l’Italia una volta quando erano gli altri giovani a partire per venire a vedere il nostro paese e al loro ritorno ne avevano addirittura nostalgia. Ora lungo le sponde del Limmat i sangiovannesi di Baden e Wettingen vi trascorrono i pomeriggi delle domeniche con l’illusione di stare in Patria.
    1 punto
  36. Un'altro dettaglio,ma forse di poco conto, è che la data sembrerebbe battuta in un secondo momento comprendo in parte la sigla del Mastro di zecca... Alla luce di questi particolari deduco che il tornese postato è un regolare 1622 con sigla del Mastro di zecca MC,e che la presenza di un'ulteriore C(a mio avviso in posizione anomala in ogni caso) è il risultato di un errore in fase di coniazione...
    1 punto
  37. Si, * nel quarto quarto della croce
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  38. Ciao Collezionabile senza ombra di dubbio! Rarissima e interessante. Certo il foro sfigura un po' ma è all'ordine del giorno per le papali specialmente per quelle delle sedi vacanti con la colomba dello Spirito Santo. Io ho un bellissimo testone di Innocenzo XI con la Vergine con ben 2 fori e ogni volta che lo guardo mi scende la lacrimuccia ma alla fine ci sta fa parte della storia della moneta e delle persone. Gran colpo. L'avrei presa senz'altro anch'io il rovescio è in ottima conservazione il dritto un po' meno ma rinnovo ancora i complimenti, gran pezzo. Sapranno dirti meglio @DARECTASAPERE, specializzato in sedi vacanti e @Martin_Zilli anche lui ferrato in materia.
    1 punto
  39. È una moneta notevolmente rara,difficilmente reperibile,purtroppo rovinata da quel maledetto foro.Il rovescio,tra l'altro, è ben conservato.Tienila pure non ne vedrai facilmente di altre...Il valore, per me,è superiore ai 50 euro.
    1 punto
  40. Buonasera, condivido gli ultimi 2 volumi della mia nascente biblioteca. Un caro saluto a tutti.
    1 punto
  41. Leggo adesso: che cosa ti ha fatto pensare che questa avesse qualcosa di particolare?
    1 punto
  42. Si, è vero, ogni tanto si divaga, ma sempre con garbo, intelligenza e talvolta con un po' di ironia (perlomeno così' cerchiamo di presentarci). Talvolta la realta' fa male (siamo abituati al conformismo (e alle opportunita'), ma aldilà delle convenienze personali rimane , sempre evidente, la necessita' di fare chiarezza (oltre la censura opportunistica). Io la penso così. Saluti, SANTI
    1 punto
  43. Scusate se entro in area a gamba tesa 😁😃 ma dimenticate che la più "bella" e rara è la NESSUN P 🤨
    1 punto
  44. 10 anni fa Kunker mise all'asta la Collezione Sultani di monete ottomane. Di questi Akce coniati a Costantinopoli c'era un unico lotto di 23 monete , class. BB misti che realizzò 100 euro. Asta Solidus 116, n.494 marzo zecche miste, 20 pezzi , base 25 euro invenduti
    1 punto
  45. Da Taranto un piccolissimo, particolare esemplare di 3/4 di obolo, valutato in didascalia RRR : anepigrafe, con al diritto testa di cavallo ed al rovescio testa di cavallo con simbolo lepre . Sarà il 15 Giugno in vendita Rauch 116 al n. 19 .
    1 punto
  46. Le monete a legenda Tiati-Tiiatium di Franco e Vincenzo Rapposelli
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  47. DE GREGE EPICURI Belle. Sei stato fortunato a portarle fuori dalla Turchia senza problemi...non è cosa abituale attualmente! Però non sono tanto d'accordo sul "potin"; la definizione si adatta perfettamente ad una categoria di monete celtiche, mentre per le tetradramme tarde di Alessandria a me non risulta che ci fossero alte componenti di stagno e piombo, ma quasi soltanto rame. Così anche Savio in "Tetradrammi alessandrini", p. 7 ("principalmente rame").
    1 punto
  48. Messina, viaggio nei sotterranei del Museo: i tesori salvati dopo il terremoto del 1908 L’idea è stata di quelle che lasciano il segno. Entrare nella suggestione di quel disastro, che a Messina il 28 dicembre del 1908 arrivò dalla terra e dal mare, è stato un attimo. Con sapienti giochi di luce e buio, l’atmosfera, per i 40 spettatori limitati per ognuna delle due serate, si è creata in un attimo, generando quel pathos necessario per quanto da lì a poco si sarebbe potuto vedere. Nei sotterranei, solitamente inaccessibili al pubblico, gli attori hanno condotto i visitatori in un percorso surreale. A fare da guida Antonio Salinas, impersonato da Fortunato Manti, direttore dell’epoca del museo archeologico nazionale di Palermo e soprintendente dei monumenti, musei e gallerie di Sicilia. Quando partì per Messina per salvare il salvabile aveva 67 anni. Moltissimo di quanto è stato possibile ammirare nei sotterranei umidi fu salvato da Salinas e dai suoi più stretti collaboratori, primo fra tutti il suo assistente professore Gaetano Mario Columba. Delle 91 chiese ispezionate rimase ben poco. S. Elia, S. Elisabetta, S. Giovanni Decollato, S. Maria del Bosco, S. Filippo Neri, una carneficina di monumenti e opere d’arte. Marmi, gessi, stoffe, tavole e tele recuperati e ammassati in quei sotterranei sembrava potessero raccontare quanto vissuto a chi, in quei momenti di religioso silenzio, procedeva ammutolito in quegli spazi fisici. Uno spettacolo nello spettacolo, scritto dal direttore del Museo, Orazio Micali, attraverso le parole che Salinas riportò di suo pugno, in alcuni appunti, a testimonianza di quel lavoro di recupero. Commozione e amarezza è stata espressa da un interessato pubblico che non conosceva quanto Antonio Salinas avesse fatto per la città di Messina, una città che lo ha dimenticato troppo in fretta. «Nemmeno una strada, una piazza a lui intitolate, una targa a testimonianza della sua dedizione a questa città», hanno espresso con enfasi. Anche Orazio Micali nella sua presentazione ha puntualizzato come questo studioso meriti di essere scritto nel libro dei Giusti. Registi dello spettacolo “La ricerca del patrimonio sepolto” Giovanni Maria Currò e Mauro Failla, del ClanOff che organizza gli spettacoli al MuMe. Le letture sono state a cura di Gabriele Giliberto. Quello di venerdì e sabato è stato il primo di un ciclo di tre rappresentazioni sceniche prodotte dal Museo regionale di Messina, in collaborazione con il Clan degli Attori, che si svolgeranno nell’allestimento teatrale che si trova all’interno del MuMe. Opere che ripercorrono alcune delle tappe più significative della storia del teatro, messe in scena attraverso testi che raccontano storie e personaggi per un pubblico da emozionare e interessare. https://messina.gazzettadelsud.it/foto/cultura/2023/03/13/messina-viaggio-nei-sotterranei-del-museo-i-tesori-salvati-dopo-il-terremoto-del-1908-6339a32c-aa82-4701-886e-f7905513bbb3/15/
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