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  1. El Chupacabra

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/12/23 in Risposte

  1. Proseguo con un'altra moneta da 100 lire, che probabilmente qualcuno di vecchia data si ricorderà che ho già postato, ma comunque vorrei sapere il vostro giudizio. Anche questa è stata poi slabbata e vi dirò come. Grazie a chi vorrà partecipare, le foto iniziali sono sempre le mie. Saluti Marfir
    4 punti
  2. Tra l'altro quella banconota da 500 riels è credo la più bella della Cambogia, che non ha una grande tradizione numismatica dopo l'indipendenza. I Khmer rossi arrivarono a tentare la demonetizzazione e deindustrializzazione del paese... e tuttavia loro stessi progettarono ben due serie di cui una non fu mai emessa mentre un'altra, di fattura artigianale, fu emessa da quello che ho capito per essere usata durante un festival tradizionale rurale, anche se alcuni sostengono che servissero a cambiare i bath tailandesi in circolazione. Di più non so.. Qualche esempio della serie non emessa: 1 riel 1975 5 riels 1975 10 riels 1975 50 riels 1975 Questo (http://www.banknote.ws/COLLECTION/countries/ASI/CMB/CMB.htm#REGIONAL) invece è il link alla sezione "regional" del sito Banknote Museum dove ci sono le immagini dell'altra serie. La concomitanza dell'alto valore di mercato degli esemplari originali e della loro fattura elementare fa sì che ci siano in circolazione un'enorme quantità di repliche moderne vendute come originali.
    3 punti
  3. Ciao, oggi condivido un antoniniano dell'imperatore Gordiano lll (238-242 d.C.) connla personificazione sul rovescio del dio Giove (Jupiter), prima divinità per tutto il popolo romano, nella sua raffigurazione classica stante, con scettro e fulmine (sempre con lui rappresentato) coniato a Roma nel 240. Terzo antoniniano con il quale archivio definitivamente questo imperatore del quale sono giunte a noi un numero elevatissimo di monete. Senza dubbio, per me, uno tra gli augusti che più soddisfazione può regalare ai collezionisti di monete Imperiali. Nell'ordine l'antoniniano del post (con bel modulo, ben centrato,con discreto metallo e che ha circolato) e tutte le mie altre monete dell'imperatore ragazzino. Grazie ed alle prossime, di altri imperatori, ovviamente. In un futuro lontano l'obbiettivo ( o sogno? 🙂) sarebbe aggiungere in collezione anche un aureo.....chissà. ANTONIO 23 mm. 3,48 g. RIC 85
    2 punti
  4. DE GREGE EPICURI @fullonsCiao, alcune delle monete "grottesche" che hai postato (da NUMISCANAL) mi sembrano non ufficiali, in particolare l'ultima tetradramma di Caracalla, quella più a destra. Quanto al tema generale "una moneta per imperatore", capisco benissimo questo tipo di scelta, che è quella di gran lunga più diffusa, ma personalmente mi sono comportato in un altro modo, nel lungo periodo (ora concluso) in cui ho collezionato monete romane imperiali. Nel senso che ho sempre acquistato le monete che più mi interessavano e piacevano, anche se di quel regnante avevo già molti esemplari. Quello che privilegiavo erano i rovesci rari, o con particolare significato storico (es.scene con molti personaggi, o monumenti...) Di alcuni augusti o cesari (es. Diadumeniano) non ho mai avuto monete imperiali, ma solo provinciali. Ma questo dimostra solo la varietà del collezionismo e la libertà di ciascun collezionista!
    2 punti
  5. Sinceramente mi piace sempre di più la storia postale, non ancora per acquistare ma quanto meno per studiare quello che ho già ed è già stato apprezzato da mio nonno. Cosa succederà dopo? Chissà! Intanto ho qualche anno di studio davanti, a tenermi occupato in maniera appunto sana in quel poco di tempo libero che ho..
    2 punti
  6. Non mi pare affatto che vi sia una contraddizione nelle mie affermazioni. Ripeto: non sto mettendo in dubbio l'esito del referendum. Sto solo dicendo che @ARES III e @viganò hanno ragione quando evidenziano alcuni punti oscuri riguardanti il referendum. Ciò, però, non significa che il referendum non sia da considerarsi valido e che la Repubblica non abbia vinto (lo ripeto per la terza volta, così da essere ancora più chiaro). Non credo proprio che Minoli ed il professor Giovanni Sabbatucci si inventino storielle tanto per fare audience in TV.
    2 punti
  7. Scusa caravelle82 ma ho già provveduto 😉
    2 punti
  8. Caro diario, oggi ho imparato un'altra cosa: quando @Orodicarta scrive "la colonna di Ashoka" non intende questa, che è di "Ahsoka" ma quella che adesso so essere di un sovrano indiano dell'impero Maurya. Aśoka Maurya il Grande (dal sanscrito "senza sofferenza", devanagari अशोक), spesso traslitterato in Ashoka (Pataliputra, 304 a.C. – Pataliputra, 232 a.C.) Come diceva Spock: "Che la forza sia con te, Frodo!" Njk
    2 punti
  9. Facciamo i misteriosi, eh?
    2 punti
  10. DE GREGE EPICURI Ho avuto l'occasione di acquistare in Friuli un lotto di medaglie, e fra queste alcune celebrano i santuari friulani: Lussari, Castelmonte, Barbana, ecc. Comincio con una medaglia di Lussari, con scritte tedesche. Il santuario sorge a quasi 1800 mt. di altitudine, a poca distanza da Tarvisio; è raggiungibile con una funivia, oltre che con sentieri lunghi e faticosi, ed anche con una pista ciclabile da Valbruna (aperta ora poche ore al giorno) per cui è transitato quest'anno il Giro d'Italia, superando un dislivello di circa 1300-1400 mt. La leggenda vuole che, intorno al 1350, un pastore abbia trovato le sue pecore inginocchiate intorno ad un cespuglio, dentro al quale c'era una statuetta della madonna. La statua fu portata a valle al curato di Saifnitz (ora in italiano: Camporosso), ma scomparve, e il giorno dopo era di nuovo fra le pecore del monte Lussari. Il fatto miracoloso si ripetè per tre volte; il patriarca di Aquileja, informato, dispose la costruzione di una cappella, che poi si trasformò in santuario, frequentato soprattutto dalle popolazioni slovena e tedesca della Val Canale. Distrutto dall'artiglieria italiana nella Grande Guerra, fu ricostruito negli anni Venti, ed è tuttora molto frequentato. La medaglietta di rame, un po' deteriorata, misura mm. 17-21 e riporta le scritte: al D., St. Maria am Luschariberg (S.ta Maria al Monte Lussari), intorno alla Madonna col Bambino; al R., Andenken am Luschariberg (Ricordo del monte Lussari), intorno alla chiesa fra i monti.
    1 punto
  11. Guardando all'aspetto economico, gli oggetti in questione sono pensati per mungere i collezionisti come vacche da latte e quindi mi verrebbe da proporre anche zootecnonumismatica.
    1 punto
  12. Semplicemente e solo fdc Comunque se sono solo segnetti do contatto,come nelle precendenti discussioni,per me fdc,ma a differenza di quella di @El Chupacabra,qui,una piccola nota con la specifica degli stessi. Saluti
    1 punto
  13. Cari Lamonetiani, concludo il sorvolo sui Centesimi in rame di Umberto I postandovi i 2 Centesimi ed il Centesimo. Anch'esse monete dal limitato fascino artistico (artistico, non storico...): la monetazione umbertina è, a mio avviso, la più monotona fra quella dei tre re d'Italia. Anche qui, però, prevale la conservazione che rende ogni tondello piacevole a vedersi e ci riporta al periodo in cui cominciarono a circolare fra il popolo minuto:
    1 punto
  14. Vai tranqui, Fra... le foto sono più che accettabili, Magari qualche moneta non è al top, ma puoi sempre sostituirla se t'aggrada.
    1 punto
  15. Beh ragazzi.. se non ci si aiuta tra noi ''interessati'' di questi argomenti cosa stiamo a fare qui ..?? Io non sono un commerciante .. non ho segreti di Pulcinella, se qualcuno farà profitto e buon pro' di queste informazioni si ritroverà un hobby per la vita. Siamo filatelisti con orgoglio. Questo è un hobby mondiale, ..per quelli che danno a se stessi tempo di qualità.
    1 punto
  16. Se si è interessati alla storia postale militare i libri da avere in libreria sono: LA POSTA MILITARE ITALIANA 1939 / 1945 di Giuseppe Marchese per quanto riguarda la 2° guerra mondiale. Per la 1° guerra mondiale.... POSTE MILITARE ITALIANE della prima guerra mondiale (Fronte italiano e albanese di Luciano Buzzetti. I libri sono importanti, andrebbero acquistati prima di acquistare francobolli o buste. ... e vanno studiati come si studiano i cataloghi. Una libreria filatelica ben fornita è un'altra collezione, e sono sempre soldi spesi bene.
    1 punto
  17. I miei 2 centesimi 1 centesimo 1995 1899 1900 1900 Logicamente la moneta sopra è 1895 no 1995
    1 punto
  18. https://youtu.be/ISvTidmtWTA?feature=shared Anche su youtube
    1 punto
  19. https://www.ilpostalista.it/gm/indexarticoli.html Guarda che bella risorsa qui
    1 punto
  20. 1 punto
  21. Curiosità e interesse per ciò che mi circonda mi hanno fatto campare bene per 41 anni e spero continuino a farlo. Passo e chiudo. Stasera o domani parliamo di storia....😊
    1 punto
  22. Se mi è consentito il problema deve essere scisso in due filoni. Il primo riguarda l'attribuzione della zecca di produzione; nessuno con certezza ha attribuito tale sede in territorio etrusco, tant'è che lo stesso Crawford " ritiene che essa sia genericamente in Italia "ipotizzando" l'Etruria forse anche in virtù dei ritrovamenti effettuati in tale area. Il secondo filone è come mai esemplari con il segno del pentagramma siano attribuiti a tale regione. Qui il discorso si fa più ampio e anche più misterioso in quanto bisogna saper tradurre questo simbolo; in alcuni scritti di numismatica relativi alla Repubblica Romana questo simbolo viene spiegato come appartenente alla cultura etrusca e presente su vari oggetti come ceramiche. Inoltre lo stesso simbolo è presente nella tradizione delle popolazioni celtiche (che confinano a nord della regione etrusca) e ove rappresenta secondo alcuni ricercatori la Dea della Morte. Quindi l'incisione di tale simbolo potrebbe in via del tutto ipotetica rappresentare una Zecca Itinerante che era presente in tale zona al seguito dell'esercito che in questo periodo ,siamo durante la seconda guerra punica, fronteggiava i Cartaginesi e i suoi alleati (Celti) proprio in tale area. Ma tutte queste sono supposizioni.
    1 punto
  23. Condivido con voi questo gettone in oro. 4,8 grammi
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  24. Mi trovo anch'io con questo problema . L'oro resterà oro e avrà valore. Il resto si potrebbe regalare a caso alle persone che frequentano questo forum ? Sarebbe anche carino che mi capita un piccolo lotto da mister x.
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  25. Scusa mi ero dimenticato di questa discussione. Dunque l'annullo di destra POSTA MILITARE ALBANIA N.1 con grande cerchio con lunette vuote, fu usato per le truppe di occupazione italiane in Albania nel 1916. Ne posto uno simile.... È valutato su una scala di 1 a 13 con il valore di 5 (interessante), non è comunque un annullo comune. L'altro a dx in blu non sono riuscito a trovarlo, sappiamo che questi uffici venivano forniti di due timbri, uno postale e forse l'altro di uso amministrativo. Il timbro in blu non è completo nella parte inferiore, credo sia stato diciamo coperto di proposito (accecato) in quella parte chissà per quale motivo, forse apparteneva ad altro ufficio...usavano quello che avevano. Per UFFICIO COMMISSARIATO MILITARE ne trovo un'altro di altra foggia, quindi suppongo sia stato intenzionalmente coperto perché appartenente ad altra località.
    1 punto
  26. @ARES III @lorluke Vi ringrazio per gli interventi che condivido quasi integralmente e che ci portano a una discussione davvero interessante (anche per quelli che leggono e magari non si sentono d'intervenire...) Cosa Lei intenda per storia revisionistica e di parte non lo so e, francamente, poco me ne importa. Se Lei vorrà prendere in considerazione i riferimenti che appena possibile trascriverò, ne sarò lieto; diversamente me ne farò una ragione. Anche perché a me non interessa far cambiare idea a Lei bensì incuriosire / interessare alla nostra Storia qualche Utente del Forum... Resta il fatto che affermare, prima ancora di averne contezza, che parte della storiografia "non avrebbe nessuna valenza" è un chiaro sintomo di ottusità.
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  27. Credo che nessuno qui stia mettendo in dubbio l'esito del referendum e la legittimità della Repubblica. Che vi siano stati, tuttavia, alcuni elementi poco chiari è cosa ormai accertata da molti storici. Non si tratta, dunque, di complottismo, revisionismo storico o altro. Consiglio, per chiunque volesse approfondire questa tematica, la visione di questo splendido documentario, condotto da Giovanni Minoli e andato in onda sulla Rai.
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  28. Troviamo poi questa emissione di vedute e monumenti storici del 1957, da 1 Schilling di color siena con la veduta della Basilica di Mariazell, santuario Mariano.
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  29. Propongo: Perinumia (dal greco perì = attorno a...)
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  30. Io direi che l'opera più utile per una collezione di papali è il MIR Pontificio, in 4 volumi, prezzo circa 120 euro cadauno. Puoi partire acquistando il volume più vicino alle monete di tuo interesse e poi aggiungere gli altri. In futuro, quando avrai maggiori esigenze di scientificità, potrai aggiungere il Muntoni. Può sembrare tanto spendere quasi mille euro di libri, ma per una collezione numismatica, per quanto possa sembrare strano, i libri sono più importanti delle monete.
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  31. Buonasera a tutti, oggi posto un mio modesto denario di Faustina Minore. Di seguito classificazione della Casa D'Aste. Faustina Junior (Augusta, 147-175). AR Denarius (19mm, 2.20g, 12). Rome, c. 152-6. Draped bust r. R/ Pudicitia, veiled, standing l., sacrificing over altar. RIC III 513 (Pius); RSC 184. Good Fine Annia Galeria Faustina, meglio nota come Faustina minore (130 circa – Halala, 175), è stata un'imperatrice romana della dinastia degli Antonini, figlia dell'imperatore Antonino Pio e di Faustina maggiore; moglie dell'imperatore Marco Aurelio; madre dell'imperatore Commodo. In origine, Faustina era stata promessa dall'imperatore Adriano a Lucio Vero, ma nel 139 fu data in fidanzamento al proprio cugino Marco Aurelio, che Faustina sposò nel 145. Nel 147 fu elevata al rango di Augusta. Si tramanda che avesse una personalità attiva. La tarda e inaffidabile Historia Augusta racconta di sue relazioni con marinai e gladiatori: ospitati spesso nella sua splendida villa di Gaeta. Al riguardo del concepimento di Commodo, l'Historia Augusta riferisce che il futuro imperatore sarebbe stato figlio di un gladiatore (spiegando così il suo interesse per i combattimenti nell'arena), o che Faustina l'avesse concepito da Marco Aurelio dopo aver fatto il bagno nel sangue di un gladiatore giustiziato. Faustina seguì Marco Aurelio nella sua campagna nel nord (170-174) come pure nel viaggio in Oriente a seguito della usurpazione di Avidio Cassio (di cui forse fu simpatizzante), durante il quale morì, lungo una sosta ad Halala, nel sud della Cappadocia, durante l'estate del 175.Nel luogo della morte, come è stato confermato dagli scavi, l'imperatore istituì la nuova colonia di Faustinopolis. Marco Aurelio così facendo la divinizzò, e in suo onore fu costruito un tempio a Roma e fondato un nuovo alimenta o sussidio per fanciulle bisognose, il secondo Puellae Faustinae dopo quello dedicato da Antonino Pio a Faustina maggiore. I Bagni di Faustina a Mileto vennero dedicati a lei. Saluti Alberto
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  32. Il San Giorgio del Pistrucci su queste monete è un'indiscussa opera d'arte.
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  33. Cammina nei pressi di un corso d’acqua e scopre due scodelline d’oro dell’arcobaleno. Risalgono al II secolo a.C. © Foto: Stefanie Friedrich, Archaeological State Collection, Monaco di Baviera Due coppelle d’oro celtiche sono state trovate da un appassionato d’archeologia nei pressi di un corso d’acqua, nei dintorni di Denklingen, un comune tedesco di 2.484 abitanti, situato nel land della Baviera. L’uomo compie lunghe passeggiate nei campi, alla ricerca di evidenze antiche e ha sviluppato una notevole capacità nell’individuare luoghi frequentati anticamente da gruppi umani. E’ stata durante una di queste perlustrazioni che il suo occhio è stato colpito da un riflesso di luce. Sono Regenbogenschüsselchen (coppelle, ciotoline o scodelline dell’arcobaleno) o rainbowls, come le chiamano gli inglesi. Secondo l’ipotesi più diffusa sarebbero state monete. Secondo altri studiosi esse sarebbero stati oggetti di valore con fini rituali. “Una scoperta eccezionale e soprattutto rara, soprattutto in zona – spiegano gli studiosi di Archäologische Staatssammlung, che hanno presentato nelle ore scorse il ritrovamento – Le monete risalgono al II secolo a.C. e quindi all’epoca in cui l’economia monetaria celtica era appena iniziata. Il motivo principale presenta una stella incorniciata da quattro piccoli emisferi. Finora ce ne sono solo tre simili a questo tipo di moneta”. “Le monete pesano circa due grammi. – spiegano gli archeologi – Probabilmente avevano un alto potere d’acquisto per le relazioni all’epoca. L’onesto cercatore ha deciso di donare le monete della Collezione Archeologica Statale di Monaco per renderle disponibili al pubblico. E comunque solo i bambini nati di domenica possono, secondo le leggende, trovare queste monete speciali alla fine di un arcobaleno”. Le singolari circostanze che ne accompagnavano spesso il rinvenimento hanno creato molte leggende, dominate dall’arcobaleno, attorno a questi singolari oggetti. Molti esemplari riemergevano dalla terra in circostanze quasi magiche, nel XVIII secolo, dopo le devastazioni dovute alla pioggia. Dilavate dalle precipitazioni, si mostravano lustre e scintillanti agli occhi attoniti dei contadini della Germania meridionale. Queste circostanze diedero origine alla credenza superstiziosa che esse fossero la creazione dal contatto magico dell’arcobaleno con il terreno. Il nome popolare inizialmente attribuito – Regenbogenschüsselchen – è poi divenuto una termine correntemente accettato nell’uso scientifico. Nonostante l’apparenza esteriore, non è tuttavia certo che le coppelle o comunque queste minuscole ciotole d’oro avessero una funzione monetaria vera e propria. L’iconografia, i siti di rinvenimento, e l’associazione ad oggetti dal valore sacrale e votivo, come torque o alberi placcati in oro, lasciano intendere che il loro ritrovamento sia probabilmente da riferire a deposizioni votive e a rituali magici, suggerendone una destinazione cultuale e cerimoniale piuttosto che un uso economico. Ritrovamenti di queste coppelle sono avvenuti in un vasto territorio che va dall’attuale Ungheria fino all’Austria e alla Germania meridionale. https://www.stilearte.it/cammina-nei-pressi-di-un-corso-dacqua-e-scopre-due-scodelline-doro-dellarcobaleno-risalgono-al-ii-secolo-a-c/
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  34. alcuni (4) sono ancora in Italia. conto di poterli mettere tutti insieme verso la fine dell'anno
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  35. "Laocoonte e i suoi figli" o semplicemente "Gruppo del Laocoonte". Qui la 2 euro commemorativa del Vaticano anno 2018 che lo raffigura:
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  36. Sei sempre in tempo: o lo convinci sotto minaccia oppure puoi anche fargli un favore aprendola direttamente tu di nascosto e vedrai che bella sorpresona che gli farai...
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  37. Cari Lamonetiani, proseguo con il riordino delle immagini di alcune monete della mia collezioncina: oggi condivido volentieri con voi (ho notato un certo interesse attorno a queste mie tavole) i "Palanconi" ed i "Mezzi Palanconi" di Umberto. Monete senza particolare fascino artistico, ma che in buona conservazione meritano, comunque, la passerella:
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  38. L'infanzia rubata dei bambini delle fabbriche Bambina in un cotonificio a Newberry, South Carolina, attorno al 1908. Lewis W. Hine Durante l’industrializzazione dell’Ottocento i bambini lavoravano nelle fabbriche svizzere fino allo sfinimento. Uno sfruttamento poi vietato grazie all’intervento di un politico senza partito e all’introduzione di una delle leggi più severe al mondo. «Cercasi lavoratori: due famiglie numerose di operai, ovvero con bambini in grado di lavorare, sono le benvenute in una filanda». Con questo annuncio pubblicato sul giornale “Anzeiger von Uster” negli anni 1870, un industriale svizzero cercava dipendenti per la sua fabbrica. Era evidente che anche i figli delle famiglie operaie dovevano darsi da fare. In Svizzera, il lavoro minorile era una realtà quotidiana già prima dell’apparizione delle fabbriche. Ma con l’industrializzazione, è diventato una reale forma di sfruttamento. Ancor prima della rivoluzione industriale, i contadini e i lavoranti a domicilio consideravano i figli come una forza lavoroLink esterno. La famiglia era sostanzialmente una comunità di lavoro e il fatto che le nuove generazioni dessero il loro contributo era una questione esistenziale. Non appena un bambino era abbastanza grande per lavorare, dava una mano nella fattoria o nell’officina. In generale, svolgeva soltanto quelle mansioni che corrispondevano alla sua forza, mentre gli adulti si occupavano dei lavori più pesanti. Offerta d'impiego pubblicata sul giornale "Anzeiger von Uster" negli anni 1870. Gli industriali ricercavano esplicitamente dei bambini. Anzeiger von Uster Il bambino, una forza lavoro Poi è arrivata l’industrializzazione. Nel XIX secolo, il passaggio dalla fattoria alla fabbrica non ha minimamente scalfito l’immagine del bambino in quanto forza lavoro. Anzi, negli stabilimenti industriali sono iniziati i veri e propri sfruttamenti. A differenza dal lavoro in fattoria, in fabbrica non era importante se un compito venisse eseguito da un adulto o da un bambino. Non ci voleva in effetti molta forza per infilare i fili nelle macchine tessili. Molti di questi piccoli operai lavoravano sulle macchine per tessere e per ricamare. Gli stabilimenti si concentravano prevalentemente nella Svizzera orientale e nel canton Zurigo. La zona lungo il fiume Aabach, tra i laghi di Pfäffikon e di Greifen, è diventata un centro dell’industria tessileLink esterno svizzera e di conseguenza anche un centro del lavoro minorile. Quasi un terzo degli operai di queste fabbriche aveva meno di 16 anni. Alcune famiglie lavoravano per le grandi aziende tessili utilizzando i telai o le macchine da ricamo che avevano in casa. E anche per questo lavoro a domicilio erano impiegati i bambini. All'inizio del XIX secolo, l'industria tessile svizzera si sviluppò soprattutto lungo il fiume Aabach, tra il lago di Pfäffikon e quello di Greifen. Kunstdenkmäler des Kantons Zürich, Bd. 3 Lavoro dall’alba al tramonto Il destino dei figli di una famiglia attiva nel settore tessile, in fabbrica o a casa, era presto segnato. I bambini non avevano modo di realizzare i loro desideri. Già dai primi anni di vita trascorrevano la maggior parte del tempo a fare lavori ripetitivi. Molti andavano a scuola soltanto di rado e non avevano nemmeno la possibilità di giocare. Estratto di un tema scolastico di un bambino di 12 anni, che descrive il suo quotidiano in quanto figlio di una famiglia attiva nell’industria tessile negli anni 1880. «Appena mi alzo al mattino devo scendere in cantina per lavorare sul telaio. Lavoro dalle 5 e 30 alle 7, poi posso gustarmi la colazione. Poi devo di nuovo lavorare fino al momento di andare a scuola. Al termine delle lezioni alle 11 vado velocemente a casa e devo di nuovo lavorare fino a mezzogiorno. Poi posso godermi il pranzo, prima di dover nuovamente lavorare fino alle 12 e 45. Torno poi a scuola per imparare qualcosa di utile. Alle 16, quando finisce la scuola, mi avvio sulla via di casa con i miei compagni. A casa devo di nuovo lavorare sul telaio fino a quando diventa buio e poi posso cenare. Dopo aver mangiato devo di nuovo lavorare fino alle 22. A volte, quando c’è molto lavoro, rimango nella cantina fino alle 23. In seguito auguro la buonanotte ai miei genitori e vado a letto. Succede così ogni giorno». End of insertion Alcuni bambini venivano impiegati per infilare i fili negli aghi da ricamo già dall’età di 6 anni. Si trattava di un lavoro che richiedeva tempo e dita sottili. Non sorprende dunque che venisse realizzato essenzialmente da donne e bambini. Raggiunta l’età scolastica, era normale che un bambino lavorasse fino a sei ore al giorno: al mattino presto, prima di recarsi a scuola, a mezzogiorno e alla sera fino a tarda notte. Bambini stanchi e apatici Il lavoro eccessivo ha ovviamente avuto conseguenze negative sulla salute dei bambini. Gli ispettori constatavano regolarmente le schiene curve, gli occhi in cattivo stato e l’espressione stanca dei piccoli operai. Nel 1905, un sacerdote di Appenzello Esterno scriveva che i bambini apparivano stanchi, sonnolenti e fiacchi: «Sono senza energia, sia mentalmente che fisicamente. Quando sono seduti sono disattenti e sbadati, non mostrano alcun interesse e si guardano in giro con indifferenza». Lo sfruttamento dei più piccoli era strutturato, ma non a causa della cattiveria o dell’ignoranza degli adulti. I genitori, che avevano dei salari bassi, contavano spesso sui redditi supplementari dei figli. Inoltre, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il ruolo di un bambino di una famiglia operaia, artigiana o contadina, era completamente diverso rispetto a quello di oggi: per i genitori, i figli erano innanzitutto di aiuto nel lavoro. Ciò faceva ovviamente comodo agli imprenditori, che trovavano nei bambini una manodopera a buon mercato. Ed è proprio con questo argomento che numerosi cittadini liberali difendevano il lavoro minorile. Victor BöhmertLink esterno, un noto economista dell’epoca, affermava che per far fronte alla concorrenza dall’estero, le filande «dovevano ricorrere di preferenza al lavoro minorile e femminile». Critiche al lavoro minorile Verso la fine del XIX secolo, le voci critiche contro il lavoro minorile si sono fatte più insistenti e il fenomeno è stato riconosciuto come un problema. Anche Victor Böhmert ha descritto il lavoro minorile come «il lato oscuro più preoccupante del moderno lavoro in fabbrica». Oggi, potrebbe sorprendere il fatto che le critiche fossero giunte dalla borghesia e non dalle famiglie stesse. Ma, come detto, queste temevano che non sarebbero riuscite a sopravvivere senza il reddito supplementare dei figli. Sebbene numerosi politici borghesi avessero riconosciuto il problema, hanno fatto ben poco per cambiare le cose. È invece stato un politico senza partito a imprimere una svolta decisiva. Una bambina di sette anni del canton Svitto durante il lavoro quotidiano al filatoio, attorno al 1900. Schweizerisches Sozialarchiv Dieci anni per la legge sulle fabbriche Nel 1867, Wilhelm JoosLink esterno, deputato indipendente alla Camera del popolo, ha effettuato il primo intervento parlamentare per l’introduzione di una legge federale sulle fabbriche. Il medico di Sciaffusa era noto per il suo impegno a favore dei più deboli. E questo in un’epoca in cui questi temi politici iniziavano a suscitare scalpore un po’ ovunque. Nel momento in cui Joos ha presentato la sua proposta a livello nazionale, alcuni cantoni già disponevano di leggi specifiche sul lavoro in fabbrica, anche quello minorile. Queste erano però spesso troppo lassiste e le regolamentazioni variavano fortemente da una regione all’altra. C’è voluto un po’ prima che l’idea di una legislazione a livello nazionale trovasse un terreno fertile. Più precisamente, si è dovuto attendere il 1877 per far sì che la Svizzera si dotasse della prima legge federale sulle fabbricheLink esterno, che di fatto ha proibito il lavoro minorile. La legge elvetica è stata una delle più severe al mondo. Per l’ex ministro socialista Hans-Peter Tschudi, ha rappresentato «una prestazione pionieristica su scala internazionale». https://www.swissinfo.ch/ita/economia/lavoro-minorile-in-svizzera_l-infanzia-rubata-dei-bambini-delle-fabbriche/43592150
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  39. Vittorio Emanuele III è una figura storica complessa, che certamente ha commesso errori molto importanti durante il suo lungo regno. Ciononostante, dobbiamo anche considerare il contesto in cui ha regnato. Durante la prima metà del Novecento ci sono stati degli stravolgimenti geopolitici che non si erano mai visti prima nella storia dell’umanità, soprattutto concentrati in così pochi anni: 2 guerre mondiali, la caduta di imperi, l’ascesa di nuove potenze, la rivoluzione bolscevica, il fascismo, il nazismo, la crisi del ‘29, i genocidi, ecc. Con ciò non voglio assolutamente giustificare l’operato del Re ma ritengo che non fosse affatto semplice reggere all’urto di simili eventi e saper sempre scegliere la strada più giusta. Una delle domande che più spesso viene fatta è, ad esempio, perché non abbia fermato sul nascere il fascismo. Posto che non avremmo mai la controprova di cosa sarebbe accaduto ma non sono così certo che se la Marcia su Roma fosse stata repressa e Mussolini arrestato, allora la situazione si sarebbe definitivamente risolta. Magari sì o magari sarebbe potuto accadere come in Germania, dove Hitler aveva tentato il Putsch di Monaco fallendo e finendo così in carcere. Peccato che circa dieci anni dopo il partito nazionalsocialista riuscì ad ottenere il 33% dei voti alle elezioni e sappiamo tutti come andò a finire… Ad ogni modo, comunque la si pensi, cerchiamo di mantenere un dialogo civile e sereno. La discussione può essere molto interessante e dar luogo ad un confronto costruttivo, purché vi sia sempre il dovuto rispetto reciproco.
    1 punto
  40. Buonasera a tutti, posto foto della mia Piastra 120 Grana Ferdinando II Millesimo 1856 Falso d'epoca. Peso g. 22,68 Diam. mm37 Metallo a Primo vista lega di ottone argentato. Posto foto del taglio che in alcuni punti, visibile in mano, ha tracce di rigature. Saluti Alberto
    1 punto
  41. Buonasera. Ho creato la discussione a beneficio di tutti e, in particolare, degli Utenti più giovani che magari hanno voglia di leggere, studiare e capire qualcosa di diverso dalla "solita minestra". Se scindessimo la Numismatica dalla Storia saremmo come un Medico che sa tutto sul cuore ma non ha la minima idea di come funziona, ad esempio, il polmone; io da un soggetto simile non mi farei curare...
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  42. Concludo la mia ricognizione nelle monete da 2 Lire di Vittorio Emanuele III con questi Buoni in Nichelio pressoché puro (990/1000) la cui conservazione è messa a dura prova dalla morbidezza stessa del metallo di cui sono composti. Anche qui ho utilizzato una visione d'insieme che, mi sembra, sia stata trovata interessante dai tanti che hanno visionato le mie precedenti discussioni sulle 2 Lire "Aquila sabauda", "Quadriga veloce" e "Quadriga briosa":
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  43. Buonasera aggiungo alla bellissima serie di @El Chupacabra anche questi buoni da 2 lire..PROVA! Poi domani con calma posto qualche altra chicca ..😜
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  44. Allora, vista la partecipazione (e prima che lo faccia qualcun altro...) eccovi i Buoni da 1 Lira, anch'essi in nichelio quasi puro (975/1000) e soggetti allo stesso tipo di usura dei fratelli maggiori:
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  45. Dopo un bagnetto in acqua distillata*, direi che è venuta meglio: sul retro del Giorgio, mi sembra adesso anche di intravedere un antico, misterioso disegno forse è un elemento di un puzzle? Chissà... e le lettere intorno formano parole in una lingua purtroppo incomprensibile ** In mezzo c'è il 6 Kruzer: al centro si riconosce adesso lo scudo bavarese con tanto di spada e scettro: qui sotto una comparazione dei profili dei regnanti: come diceva @nikita_ "il faccione" occupa praticamente 2/3 della moneta 😁 Il groschen è rimasto come prima, era il meno usurato. Servus, Njk ================== * il bagnetto: 1 tazza di acqua distillata 1 pizzico di scaglie di drago 3 lacrime di elfo 1 una radice di liquirizia (che non serve a niente, ma mi piace) 1 stella cadente polverizzata 5 petali di fiore antartico, raccolti all'alba ** la lingua sconosciuta https://futurama.fandom.com/wiki/Universal_Translator https://www.youtube.com/watch?v=pwODwwgE6rA&ab_channel=JohnSmith
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  46. Assegni storici, ne ho qualcuno anch'io ma pare non suscitino interesse nei collezionisti da quel che vedo. So di un tale che ne ha trovato un sacco (letterale )!!! ma non ha saputo gestirli convenientemente. Ho trovato questo scritto : Tempo fa ho chiesto all'archivio storico FIAT di chi fosse la firma abbinata a quella di Giovanni Agnelli. Non sapevano niente degli assegni ............. Risposta : in riferimento alla sua richiesta le segnalo che nel 1944-45 il Direttore Amministrativo di Fiat era il Rag. Camillo Ghiglione; ho trovato altri documenti coevi con la medesima firma (con specifica del cognome). Il rag. Ghiglione era già attivo durante gli anni ’30, ma non sappiamo in che anno ricevette l’incarico di Direttore Amministrativo. Archivio e Centro Storico Fiat Via Chiabrera 24/A 10126 Torino Se trovo altro te lo invio.
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  47. Il Corpus è la più importante opera mai costituita di catalogazione per la monetazione che va dal ottavo secolo alla sua pubblicazione dal 1911 /1943. E' opera dei più importanti numismatici, collezionisti e raccoglitori Italiani a cavallo del secolo XX mo. Non sono all'altezza per celebrare cosa il CNI possa rappresentare per la numismatica moderna. Non esiste opera simile in alcuna altra monetazione al mondo. Parliamo della quasi totalità delle monete conosciute coniate in Italia e nei possedimenti. Parliamo di una miriade infinita di zecche, e per ognuna tutto il saputo. Corpus Nummorum Italicorum. Primo tentativo di un catalogo generale delle monete medioevali e moderne coniate in Italia e da italiani in altri paesi, Roma 1911 – 1943. I Casa Savoia. Roma, 1919. II Piemonte, Sardegna, zecche d’oltremonti di Casa Savoia. Roma, 1911. III Liguria, isola di Corsica. Roma, 1912. IV Lombardia, zecche minori. V Lombardia, Milano. VI Venezia, zecche minori, Dalmazia e Albania. Roma, 1922. VII Veneto, Venezia (parte I). Roma, 1915. VIII Veneto, Venezia (parte II). Roma, 1917. IX Emilia (parte I) Parma e Piacenza – Modena e Reggio Emilia. Roma, 1925. X Emilia (parte II) Bologna e Ferrara – Ravenna e Rimini. Roma, 1927. XI Toscana – zecche minori. Roma, 1929. XII Toscana – Firenze. Roma, 1930. XIII Marche. Roma, 1932. XIV Umbria – Lazio – zecche minori. Roma, 1933. XV Roma (parte I). Roma, 1934. XVI Roma (parte II). Roma, 1936. XVII Roma (parte III). Roma, 1938. XVIII Italia meridionale continentale, zecche minori. Roma, 1939. XIX Italia meridionale continentale. Napoli (parte I). Roma, 1940. XX Italia meridionale continentale. Napoli (parte II). Roma, 1943. Il XX volume in originale è rarissimo a trovarsi e vale "quasi" quanto l'intera serie. In compenso è stato ristampato da Forni e per mera consultazione va bene. Il caso volle che finito di stampare i fogli furono stesi, e durante un bombardmento venne colpita la tipografia dove erano stoccati, cadde una trave che ne bruciò la quasi totalità, così almeno è la storia che viene tramandata da Numismatico in numismatico. Dopo gli eventi bellici non ci fu più tempo per gli ultimi due volumi in programma per la Sicilia. Nel CNI rientra anche partre della monetazione dei Principi monegaschi etc. etc. Attualmente i volumi sono venduti tra i 250 e 350 euro, vari dalla rilegatura e lo stato di conservazione, tutti tranne il XX che vale sui 3.500 euro ed oltre.
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