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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/26/23 in Risposte
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Ci troviamo costretti a intervenire nuovamente in questa discussione visto che i precedenti appelli, anche dell'Amministratore, non sembrano aver sortito effetto. Così, ho provveduto ad oscurare diversi messaggi in cui l'argomento della discussione era completamente dimenticato a favore di una serie di sproloqui conditi anche da attacchi personali. La posizione dello staff è ben sintetizzata in uno dei pochi post razionali di oggi: Ci auguriamo che possa essere così, evitandoci di dover prendere decisioni che comportino la chiusura della discussione, e non solo.5 punti
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Invece, lo è stata. Infatti il Sudtirolo era incluso nella Decima Regio dell'Italia romana. In seguito fece parte del Regno d'Italia sotto Ostrogoti e Longobardi e infine del Regno d'Italia Carolingio. Nel secolo XII divenne la Contea di Tirolo - Gorizia sotto Alberto I conte in Val Venosta. Nel 1274 la Contea si divise in Contea di Tirolo sotto Mainardo II e Contea di Gorizia sotto Alberto II. Rimase indipendente fino al 1363 quando su decisione di Margherita Maultasch si unì agli Asburgo. Scusate l'O.T. Arka Diligite iustitiam5 punti
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3 punti
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A mio avviso, questa è una discussione molto interessante. Affinché possa serenamente proseguire (e non essere chiusa), è bene evitare scontri personali. Commentiamo e ribattiamo solo alle idee ed alle affermazioni. A me personalmente piace leggere pensieri diversi dai miei3 punti
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Ciao, oggi condivido con piacere il mio ultimo arrivo, un sesterzio dell'imperatore Antonino Pio (138-161 d.C.) con la personificazione sul rovescio della dea dell'Equita' (Aequitas), moneta comune coniata a Roma nel 148-149 d.C. Il sesterzio mi permette di archiviare anche questo Augusto (una finestra aperta la lascio solo per un antoniniano di consacrazione fatto coniare da Traiano Decio 🙂) del quale sono giunte a noi un numero molto elevato di monete. Fu senza dubbio uno dei migliori regnanti che l'impero ebbe, infatti governò per più di vent'anni e grazie alle sue capacità politiche ed umane assicurò al popolo un lungo periodo di pace e prosperità. Proprio per queste sue virtù gli fu dato l'appellativo dì Pio. Per quanto riguarda l'Equita' sul rovescio della moneta (nella sua raffigurazione classica, stante con bilancia e cornucopia dell'abbondanza) rappresentava per I romani l'imparzialità e quindi la giustizia ed era punto di riferimento sia nei rapporti commerciali che nei contenziosi giuridici. Principio di equità e quindi di imparzialità (che non era una norma scritta) da tenere sempre presente anche oggi soprattutto da chi svolge funzioni di garante e di giudice (ma purtroppo per incompetenza, per malafede o peggio per accondiscendenza di parte e per mancanza di spina dorsale non è sempre così.....peccato....anzi vergogna....). Da esame diretto risulta coniato, ben centrato, con buon modulo e peso, metallo abbastanza integro (per una moneta che ha 2000 anni) ed ha evidentemente ottemperato alla sua funzione di moneta con usura da circolazione ben visibile. Su questo ho tutto da imparare ma sembra non essere stato ritoccato nelle legende e nelle figure, quindi nessuna manomissione da parte "dell'homo insapiens". Per me ottimo il ritratto di Antonino Pio (che è stato il motivo principale che mi ha spinto ad acquistarlo 🙂). Posto per condivisione anche I miei denari. Grazie ed alle prossime ANTONIO 33 mm. 26,20 g. RIC 8552 punti
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Un tremisse di Romolo Augusto in Asta Artemide LX 28-29 ottobre 2023 lotto 644 per una base d'asta della modica cifra di 25.000 € Romulus Augustus (475-476 AD). AV Tremissis. Mediolanum mint. Obv. D N ROMVLVS AGVSTVS PF AVG (AV ligate). Pearl-diademed, draped and cuirassed bust right. Rev. Cross within wreath; COMOB in exergue. RIC X 3419; Lacam 37; Depeyrot 43/2 corr. (obv. legend); Toffanin 541/1; cf. Biaggi 2393; cf. Mazzini 10. AV. 1.47 g. 14.50 mm. RRR. Extremely rare. Superb coin, possibly the finest specimen offered in public sale. Sharply struck on regular flan, brilliant surfaces. Good EF. L'ultimo sovrano legittimo dell'Impero Romano d'Occidente fu Giulio Nepote, che rimase imperatore costituzionale in contumacia dalla sua base in Dalmazia. Tuttavia, tradizionalmente tale onore è stato erroneamente conferito a Romolo Augusto (a volte soprannominato Augustolo, "il piccolo imperatore"), il quale, dopo che Nepote fuggì dall'Italia, fu acclamato imperatore come figura di spicco dell'esercito di suo padre. Il suo regno durò solo dieci mesi prima che i germani agli ordini di Odovacar ritirassero il loro sostegno e deponessero sia il giovane imperatore che suo padre. I germani lasciarono vivere l'ex imperatore ragazzo e gli fornirono un'ampia pensione in modo che potesse andare in pensione anticipatamente in una tenuta sul Golfo di Napoli in Campania, dove si dice che abbia vissuto per almeno altri trent'anni.2 punti
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Cari Lamonetiani, il buon @viganò mi invita a postare le monete dell'Eritrea della mia collezioncina ritenendo ch'io abbia qualcosa di buono (bonta sua) fra le monete di Umberto. Condivido con voi il 1890 (in attesa di reperire le foto degli altri anni). I 50 Centesimi (o 1/10 di Tallero) furono coniati, rispettivamente 686.082 nel 1890 ed 1.113.918 nel 1891 (sempre con millesimo 1890) per un totale di 1.800.000 esemplari. Di questi, ne furono ritirati 1.732.991 pezzi per essere rifusi e trasformati (così come anche gli altri valori) in spezzati d'argento (Ag 835/1000) nazionali (Gigante). Contando anche i dispersi e quelli andati distrutti, ne rimangono a disposizione dei collezionisti 67.009.2 punti
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Complimenti Arka, per la verita' storica e l' onesta' intellettuale che rivela il suo pensiero. Dalle sue parole sempre traspare la vera cultura mitteleuropea.2 punti
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fatta periziare, confermato il qFDC. perfetto. mi ha consigliato un prezzo di 650€ come vendita tra privati.2 punti
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Risponderò qui solo ad @Arka per rispetto che ho nei suoi confronti. Quello che dici è vero, ma tu stai mettendo sullo stesso piano l'impero romano con l'Italia. Allora per fare l'Unità d'Italia avremmo dovuto conquistare e liberare mezza Europa e tutto il Mediterraneo ? Ad esempio anche l'Iraq faceva parte dell'impero sotto Traiano... L'idea e la consapevolezza politica dell'Italia arriva con la pace di Lodi ben successivamente al 1363. Quindi il Tirolo meridionale (lo dico all'italiana) politicamente e culturalmente non ha mai fatto parte dell'Italia, con buona pace di coloro che credono anche che VEIII è il migliore dei re possibili (parafrasando Leibniz). PS: al signore che subito mette le faccine (senza neppure riflettere un'istante) ricordo di seguire le lezioni di Barbero proprio sul tema...2 punti
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Salve ragazzi, oggi vi mostro un bel doppio fiorino di Vittoria datato 1887. Ho notato che il ritratto della sovrana è uguale alla moneta di un crown mostrato in altra discussione, solo che al posto del San Giorgio ci sono gli stemma dei 4 regni uniti. Anche questa è molto affascinante.2 punti
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Ciao è un quinario : https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G50/1 Moneta comune2 punti
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Si, salvo rari casi, gli importi delle spese di spedizione delle Zecche per chi acquista dall'estero sono diversi da quelle applicate agli acquirenti "interni". Molti francesi, nei forum, si erano lamentati delle spese di spedizione applicate dalla Zecca Italiana. La Zecca Finlandese applica oltre 50 euro di spese di spedizione, quella Lituana più di 40 e quelle francesi e spagnole oltre 30.2 punti
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Buongiorno alla sezione, Secondo me, e sottolineo secondo me, non basta guardare solo questo singolo caso per affermare che sia una A difettosa, ci sono diversi casi in cui la V ha il piedino "traumatizzato", più probabile che sia una V di diversa fattura, come per altro molte altre A sono di diverso font (piedini traumatizzati e non), io penso che in zecca avessero diversi punzoni delle singole lettere e le usassero random, senza una vera logica, nel caso della A senza piedino ad esempio è usata nelle 40 o 41 (vado a memoria)insieme alle A con tutti e due i piedini. Vista anche io su un mashop, conio diverso da quello in oggetto, ma la conservazione è così bassa che non permette di vedere se c sia anche li la stanghetta verticale oppure no,sembrerebbe di no. Nel caso della piastra in oggetto io penso sia una V con una specie di stanghetta in verticale. Alcuni esempi di vere V "traumatizzate". Un saluto. Raffaele.2 punti
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Per chi e' interessato alle Leggi e Disposizioni in tema monetario del Regno D'Italia vi posto : La Legge Fondamentale 24 Agosto 1862 , n.788 sull' unificazione del sistema monetario , pubblicata e messa in vigore nelle provincie Venete e di Mantova col R.D. 3 settembre 1868 , n.4573 , e nella provincia di Roma col R.D. 13 ottobre 1870 , n.5920 , art. 14 ; e R.D. 5 ottobre 1862 , n. 871 Con questa legge si procede ad un riordinamento monetario al fine di creare una moneta nazionale unica atta a rendere piu' facile il movimento della moneta stessa rendendo stabile il commercio ed impedendo eventuali speculazioni Inoltre in tal modo , dal punta di vista politico si cerca di unire le diverse parti di Italia creando una unica nazione tentando cosi' di dimenticare i governi passati La riforma monetaria ha inizio nel 1862 , come scrive il Carboneri , optando per il bimetallismo aureo che gia' era in vigore nel Piemonte e nel Ducato di Parma Tale sistema monetario era stato adottato dalla Francia nel 1803, Dal Belgio 1832 e nel dalla Svizzera nel 1850 Tuttavia , a causa delle variazioni prezzi dei metalli preziosi si era passati da un rapporto fisso oro argento di 1 a 15,50 ad uno reale di mercato di 1 a 15 Si dovette quindi intervenire con correttivi per impedire che la moneta in argento non avesse la peggio finendo al di fuori dell' Italia nei paesi dove era piu' apprezzata causando cosi' problemi alla circolazione interna Per evitare questo problema si decise di operare sul titolo delle monete in argento lasciando invariato il rapporto oro argento di 1 a 15,50 Pertanto le nuove monete emesse da 2 lire , 1 lira , da 50 e 20 centesimi vennero coniate con il titolo 835 millesimi, mentre gli scudi in argento e le monete in oro rimasero al titolo di 900 millesimi In tal modo il corso degli scudi era limitato e la loro coniazione riservata ai privati , inoltre il quantitativo delle divisionali veniva fissato a 150 milioni con apposita legge Sempre con la legge del 24 agosto 1862 si introducevano tre nuovi tagli : le 5 lire oro (moneta sospesa nel 1878) , il 20 centesimi in argento , e il 10 centesimi di bronzo * Note desunte dall' opera sulla Circolazione monetaria nei diversi Stati di Giovanni Carboneri * per il diametro delle monete indicate all' art. 1 della legge 24 agosto 1862 esiste un apposito regio decreto n.871 del 5 ottobre 1862 (anche questo posso renderlo disponibile alle persone interessate)1 punto
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Salve, avendo trovato questa moneta da 2 euro, che subito a vista mi è sembrata con evidenti errori di conio vorrei un vostro parere su una stima del valore numismatico. Le punte delle stelle arrivano fino alla parte dorata e i bordi sono metà lisci e metà zigrinati come da immagini allegate. Ringraziandovi anticipatamente vi saluto. Giuseppe1 punto
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buongiorno, mi è capitato sotto mano questo esemplare e l'ho preso per studio. l'Attardi lo segnala come probabile artefatto. diametro:30,5mm peso:12,85g spessore:2mm1 punto
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Bel sesterzio, pesante, ottima leggibilità, ben centrato! Peccato solo per la mancanza di patina, sicuramente tolta in antichità, o , se vogliamo, ha acquisito la cosidetta patina da antica collezione..1 punto
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Senato della Repubblica XIX Legislatura DDL S. 762 Modifiche al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di semplificazione delle procedure per la circolazione dei beni culturali e misure di agevolazione fiscale per oggetti d'arte, d'antiquariato e da collezione. Export e commercio d'arte e antiquariato - Tiscali Cultura 57193.pdf1 punto
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Assimilazione. Anche io formalmente sono di etnia tedesca, formalmente dovrei essere cattolico. Perché i miei antenati vennero in Russia nel XVII secolo come cattolici. Ma nel giro di 300 anni, alla radice tedesca ghiottone furono aggiunti il suffisso russo EK e la desinenza IN. E invece di cattolici sono diventati ortodossi, uno è diventato addirittura vescovo. Le persone non sono dinosauri, sono in grado di adattarsi e sopravvivere in qualsiasi clima))1 punto
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In realtà è una storia divertente. Il conte era tedesco e il suo cognome in tedesco suonava come un cancro. Il nonno del conte tradusse il suo cognome in latino e divenne cancro, ma in latino, ma in russo. Cankrin. CANCRINIA1 punto
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Bellissima moneta, questa è la variante con l'1 in cifra araba. A quanto pare ne esiste un'altra con l'uno latino "I887"1 punto
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P.S. Per quanto riguarda la questione del “tradimento italiano” nella Prima Guerra Mondiale, di cui tanto si è discusso, Barbero (nel video sopracitato) spiega giustamente che l’Italia non aveva alcun obbligo nei confronti dell’Austria, dato che questa aveva deciso di sua iniziativa di dichiarare guerra alla Serbia, senza prima consultarsi con i propri alleati. La Germania si schierò subito con gli austriaci perché gli si stava presentando su un piatto d’argento l’occasione che stava aspettando da anni: poter finalmente sfoderare tutta la propria forza militare ed imporsi come la più grande potenza europea. L’Italia, invece, non aveva intenzione di farsi trascinare in una guerra del genere, scoppiata per vendetta austriaca nei confronti dell’attentato all’Arciduca Ferdinando a Sarajevo. Perciò, se gli austriaci ci tenevano veramente così tanto all’alleanza con l’Italia non dovevano agire in maniera così impulsiva nel dichiarare guerra alla Serbia ma dovevano prima consultarsi con i propri alleati.1 punto
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Forse bisognerebbe approfondire un pochino la Storia prima di fare affermazioni così forti. Anzitutto, l'intervento in guerra al fianco di Gran Bretagna, Francia e Russia non era certo un desiderio personale di Vittorio Emanuele III ma di ampi strati della popolazione. Le motivazioni erano varie: c'era chi vedeva negli Imperi centrali delle autocrazie pericolose, che se avessero vinto avrebbero sottomesso l'intera Europa. Costoro ritenevano necessario che Austria e Germania andassero fermate, anche perché molto probabilmente (se avessero vinto) si sarebbero in futuro vendicate del "tradimento" italiano. C'era, invece, chi coltivava il sogno di completare l'unità nazionale e, magari, espandersi anche nel Mediterraneo, con qualche nuovo possedimento nei Balcani, in Albania e in Turchia. A favore dell'intervento c'erano gli studenti, i futuristi e gran parte della borghesia. Dall'altro lato, invece, c'erano coloro che volevano che l'Italia si mantenesse neutrale. Le motivazioni alla base del non intervento erano fondamentalmente due: 1. Evitare che l'Italia subisse migliaia di morti e feriti (desiderio incarnato, in particolare, dalla Chiesa). 2. Evitare un'eventuale sconfitta militare, dato che l'esercito non era pronto per un conflitto del genere (tesi portata avanti da Giolitti). Queste erano le due anime del Paese nel 1914-15. Come si può vedere, nessuno smaniava particolarmente per entrare in guerra al fianco delle Potenze centrali, se non una minoranza assoluta. Riguardo alle promesse tedesche di cedere Trento e Trieste in cambio della neutralità, ebbene queste erano soltanto delle promesse fatte dalla Germania ma a cui l'Austria fu sempre poco incline a soddisfare, se non quando ormai era troppo tardi, ovvero quando sapevano tutti che l'Italia stava per firmare un patto con la Triplice Intesa. La Chiesa si spese moltissimo per cercare di convincere l'Imperatore Franceso Giuseppe a cedere qualcosa subito (non a guerra finita) ma questi si rifiutò. Veniamo ora al presunto colpo di Stato fatto da Vittorio Emanuele III nel 1915. Come sappiamo, coloro che architettarono il Patto di Londra furono Vittorio Emanuele III, Salandra (Presidente del Consiglio) e Sonnino (Ministro degli Esteri). Secondo lo Statuto Albertino, il Re poteva dichiarare guerra di sua iniziativa ma il governo doveva poi ottenere il benestare del Parlamento. Il problema era che il Parlamento era in maggioranza filo-giolittiano e, quindi, sfavorevole all'intervento. La situazione era, quindi, complessa: Salandra, non avendo l'appoggio delle camere, il 13 maggio 1915 si dimise dall'incarico. Il Re offrì, quindi, l'incarico a Giolitti (che aveva in mano il Parlamento) ma costui rifiutò, temendo la reazione delle migliaia di manifestanti favorevoli all'ingresso in guerra e galvanizzati da Gabriele D'Annunzio. Vittorio Emanuele III ridiede così l'incarico al dimissionario Salandra e il 20 maggio il Parlamento votò per concedere al governo i poteri per la guerra. Quindi, alla fine, il Parlamento approvò l'entrata in guerra. Fonti utilizzate: Wikipedia e questo meraviglioso video di Alessandro Barbero che consiglio caldamente a tutti.1 punto
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Ciao, grazie per questi tuoi ennesimi interventi che parlano di Storia, didattici e con citazioni anche degli autori, quindi non frutto di fantasie personali..... Sicuramente degne di essere approfondite da quelli che come me non sono storici e vogliono documentarsi più approfonditamente. 🙂 ANTONIO1 punto
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Ciao purtroppo sono spese normali. Le spese di spedizione sono fisse e standardizzate per ogni asta e specificate nelle informazioni generali. Le monete vendute in asta normalmente vanno in assicurata per evitare problemi a venditore e acquirente. E generalmente per un'assicurata + impacchettamento i prezzi sono quelli. Considera che a me è capitato anche di pagare 30-40 Euro per spedizioni da UK. Le cifre che indichi, 12 Euro, rappresentano la norma. Più che altro, secondo me alle aste bisognerebbe comprare monete per un importo complessivo da 80-100 Euro o più proprio per evitare che le spese di spedizione impattino troppo in percentuale nell'acquisto. Per acquisti Extra UE tale soglia sale a 200-300 Euro proprio perché li tra commissioni, dogana e spedizioni partono almeno 80 Euro. Monete da poche decine di Euro di prendono meglio su eBay o in qualche negozio.1 punto
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Concordo con quanto detto da miroita...personalmente considero le spese di spedizione - qualora dovessi partecipare per un singolo lotto o, comunque, lotti di valore modesto - come i diritti d'asta...nel senso che se per la moneta il mio limite è 50 euro, la batto eventualmente fino a tipo 35 così tra diritti e spedizione non supero il mio tetto...anche perché tale spesa si fa sentire maggiormente, appunto, per monete comuni e facilmente reperibili sul mercato, quindi ci sarà sempre (o quasi) la possibilità di prenderne una analoga al giusto prezzo Riccardo1 punto
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Sapendo che le spese di spedizione ed assicurazione sono elevate, bisogna sempre valutare se valga la pena partecipare a certe aste e portare a casa un singolo lotto. Personalmente se il valore della moneta è minimo partecipo solamente se il mio interesse si rivolge a diversi lotti in modo da poter ammortizzare le spese di spedizione, altrimenti non vale la pena prendere in considerazione la partecipazione. A meno che si tratti di un pezzo unico, ma non credo ci sia poi la possibilità di portarlo a casa con 12 euro.1 punto
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Partiamo ora da una premessa: l'Italia prefascista era una monarchia costituzionale (grosso modo) e si inspirava a quella britannica. In una monarchia costituzionale la funzione e le competenze del re e quelle del Parlamento sono ben delineate. Ora si cercherà di mostrare utilizzando le osservazioni del Prof. Luigi Salvatorelli (storico, giornalista, fine accademico, uno tra i fondatori del partito d'azione, quindi uomo politicamente moderato e lontano dalle sirene rosse e nere) che il sovrano ha commesso più volte degli atti contro la costituzione. Infatti secondo Salvatorelli "la decisione dell’intervento fu il primo dei tre “colpi di Stato” di Vittorio Emanuele III: nel maggio 1915, nell’ottobre 1922, quando incaricò Mussolini, e il 25 luglio 1943 quando lo destituì" Ora da parte di uno storico moderato segnalare ben 3 colpi di stato (da intendere come assunzione strabordante di poteri che non gli competono) è un'accusa molto grave ed infamante. Se si trascura la questione delle camere in epoca fascista (perché non si possono considerare elette in modo democratico), tuttavia i primi due "colpi di stato" sono avvenuti con il Parlamento votato dai cittadini (non a suffragio universale, però, perché si dovrà attendere il 1946). Solamente per uno di questi due fatti un sovrano sarebbe potuto essere destituito: per aver attentato alla costituzione e ad aver usurpato le competenze dell'assemblea legislativa. Consiglio: BREVE STORIA DI UN COLPO DI STATO, DALLA TRIPLICE AL PATTO DI LONDRA L’intervento italiano nella guerra europea. Marco Zenatelli ISBN 978-88-7541-341-0 Con la stipulazione segreta del Patto di Londra, il 26 aprile 1915, Vittorio Emanuele III, Salandra e Sonnino, all’insaputa del Parlamento e del capo di S.M. dell’esercito Cadorna, rovesciarono la Triplice Alleanza con Germania e Austria- ungheria, imponendo la guerra a un Parlamento a maggioranza neutralista. Per una settimana l’Italia si trovò quindi alleata con entrambi gli schieramenti: questa è la storia di quel colpo di stato. Marco Zenatelli (Verona 1956), cultore di storia diplomatica della Grande guerra, è magistrato a Verona, dove è sostituto procuratore della Repubblica, è coautore di Una guerra da Re (Ga- spari, 2007 E questo non va bene, e l'altra cosa non va bene, solo quello che dice lei va bene? Tra l'altro ci è stato chiesto di fare in tal modo, perché vuole fare l'anarchico ? Le regole valgono sempre e per tutti, anche per il re e per i suoi sostenitori!1 punto
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Nei miei precedenti interventi avevo sottolineato la questione scabrosa e ingombrante del tradimento. Ecco un estratto in merito: CHE COSA AVREMMO DOVUTO FARE L’8 SETTEMBRE 8/12/1998 L’armistizio del 1943 ha dimostrato l’inaffidabilità dell’Italia. Di questo giudizio morale paghiamo ancora le conseguenze. L’alternativa era di ‘perdere bene’, lasciando il Sud agli anglo-americani e creando un regno del Nord con capitale Torino. di Gino BIRINDELLI Pubblicato in: LA RUSSIA A PEZZI - n°4 - 1998 L’8 SETTEMBRE 1943 L’ITALIA NON HA perso l’onore militare, come si tende a far credere. Ha perso l’onore politico. Se ancora oggi soffriamo di una crisi di credibilità internazionale è perché per due volte in un quarto di secolo, nella prima come nella seconda guerra mondiale, abbiamo abbandonato l’alleato liberamente scelto. Non per colpa o per decisione delle forze armate, che furono mandate a morire in una guerra sbagliata nei tempi e nei modi, ma per l’incapacità e per la mancanza di cultura militare della nostra classe dirigente. Se ancora oggi l’Italia è considerata politicamente inaffidabile, la causa sta nel tradimento dell’8 settembre. Vorrei qui esporre sinteticamente la mia tesi: l’armistizio di Cassibile era evitabile. L’alternativa sarebbe stata di spostare la capitale a Torino, di costituire un regno del Nord. Attestandoci subito sulla Linea gotica, avremmo continuato una guerra comunque persa ma che si poteva ancora «perdere bene». Avremmo fatto la fine della Germania e del Giappone, che, vista nel lungo periodo, non è stata certo una brutta fine. https://www.limesonline.com/cartaceo/che-cosa-avremmo-dovuto-fare-l8-settembre Non è tanto la questione sul che cosa si sarebbe dovuto fare, per me, ma piuttosto cosa prima di sarebbe dovuto evitare. Comunque sia il mito sulla nostra affidabilità politica nasce proprio per le scelte di un sovrano poco oculato (tradotto in parole semplici: incompetente lui assieme ai suoi consiglieri).1 punto
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Un aspetto fisionomico di questi ultimi Imperatori e' lo sguardo preoccupato quasi impaurito e con le labbra semi aperte , con rappresentazione visiva generale quasi presaga dell' imminente catastrofe dell' Impero occidentale . Certamente lo stile ritrattistico era ridotto all' essenziale , ben lontano dal periodo classico ma l' impressione che danno questi volti e' tanto , forse per Romolo Augustolo si puo' capire data la giovane eta' , all' epoca della deposizione aveva circa 15 anni .1 punto
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Luna 8 anni e mezzo e non sentirli, magari con qualche acciacco in più ma con la stessa curiosità e voglia di vivere di quando aveva 3 mesi. Con la stessa felicità di vedermi alle 7 di mattina e di svegliarmi prima della sveglia, o alle 3 di notte tornato dalla discoteca sempre lì ad aspettarmi. Quante volte mi hai spaventato scappando tra la neve per rincorrere i caprioli o i cinghiali e quanto mi sei mancata quando sono andato all' estero. Sempre te stessa e sincera come solo un animale può essere. Non so come una persona possa anche lontanamente pensare di abbandonare un cane per me potrebbero tranquillamente metterli in carcere e buttare via la chiave.1 punto
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Dato che la cosa sembra decisamente importante e stanti i passi già fatti recentemente in sede di parere dell'Ufficio Legale Beni Culturali, ho pensato bene di mettere in allegato il testo attuale allo studio della commissione del Senato. Buona lettura! Un cordiale saluto, Enrico _ddl 762__1_427156_vers2.pdf1 punto
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Buongiorno, riapro la discussione dopo più di due anni perché nell'ultima asta Numismatica Ferrarese al lotto n. 3106 sono stati venduti due buoni come quello postato da @PriamoB che mi permetto di taggare. La descrizione del lotto è stata probabilmente ripresa da questa discussione (viene indicata la città di Bologna, in forma dubitativa), ma da questi due esemplari si riesce forse a rispondere al quesito circa la scritta posta sopra la data. Dovrebbe trattarsi della parola "Libra una" nel buono venduto dalla Numismatica Ferrarese e forse "Libre una" in quello postato ad inizio discussione. Guardando bene sembra quasi ci sia scritto "Lire una", ma secondo me non avrebbe molto senso trattandosi di buoni emessi a favore di persone povere e sarebbe più sensato "Libre", unità di misura probabilmente riferibile alla farina/pane. Riccardo1 punto
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Non necessariamente. Il peso è una condizione necessaria, ma non sufficiente per dichiarare una moneta autentica. La lega usata può variare fino ad essere coincidente con l'originale, il tondello può essere un poco più spesso, può essere perfino in argento 800/1000 (può valere la pena investire qualche soldo in più per rendere più credibile il tondello se poi il ricavo è comunque remunerativo)... Insomma, se il peso è calante sotto i 19,8 g. (può scendere anche un poco sotto se l'originale ha un'usura è molto marcata), è indice di moneta riprodotta per quanto riguarda i falsi "da bancarella" sicuramente, ma la regola non vale se il peso coincide. Bisogna guardare sempre anche i particolari e qui i particolari non coincidono con l'originale.1 punto
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Buongiorno a tutti. La discussione è interessante e, pertanto, ringrazio tutti gli intervenuti. Provo a mantenere un ordine logico del discorso. E' un dato di fatto che nel 1919 la Monarchia italiana era seconda solo a quella britannica e ciò in ragione anche della caduta dell'Impero germanico, dell'Austria-Ungheria e dell'Impero ottomano ma soprattutto dell'esito del Primo conflitto mondiale. Può essere condivisibile quanto affermato da altro Utente circa il fatto che Vittorio Emanuele III aveva scelto la parte vincente "con molta prudenza e un po' di fortuna" ma mi sembra evidente che tale circostanza rappresenti un merito storico del Sovrano e un servizio da questi reso alla nostra Patria. Le altre monarchie che sono state citate (Spagna, Nord Europa, Jugoslavia ecc.) avevano poco peso a livello internazionale, anche in ragione della loro decadenza (Spagna), dei loro conflitti interni (Jugoslavia), della loro marcata connotazione mercantilistica (Olanda), della loro limitata territorialità (Belgio, Lussemburgo), della loro collocazione geografica che le rendeva lontano dagli scenari più importanti e via dicendo. Ritengo sia altrettanto un dato di fatto che le grandi conferenze internazionali svoltesi all'incirca per vent'anni (dal 1919 al 1939) hanno sempre visto la partecipazione - accanto al Regno Unito, alla Repubblica francese ecc. - dei rappresentanti del Regno d'Italia. Non vi è traccia in questi consessi ad esempio del Belgio o della Svezia, salvo che per quegli incontri di valenza regionale. Infine, non mi sembra da sottovalutare il fatto che l'Italia era oggetto di attenzione e di curiosità a livello internazionale. Tre esempi tra tanti per capirci meglio: Churchill ebbe modo di tessere notevoli elogi a Mussolini e al suo Governo, gli Stati Uniti di Roosevelt presero spunto dalla politica italiana del tempo quando vararono nel 1929 il New Deal e il Belgio non disdegnò affatto di combinare il matrimonio tra la principessa Maria Josè e l'allora Principe Ereditario italiano Umberto di Savoia. La questione dei tradimenti non merita seguito in quanto, come già detto, detta categoria non appartiene alla politica e, comunque, ha sempre l'aria di essere un'accusa rivolta a noi italiani a scopo meramente denigratorio: plico respinto al mittente...☺️ Un saluto cordiale e a presto.1 punto
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Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Come detto, furono gli austriaci a mettersi in quelle condizioni. Non ho mai detto che l’Italia era la seconda potenza geopolitica ma la seconda monarchia europea più importante dopo la Gran Bretagna. Ovvio che Gran Bretagna, Francia e Germania (seppur sconfitta) erano più importanti. Comunque ti ho risposto, portandoti l’esempio delle conferenze a cui partecipò l’Italia. Se il nostro Paese era così insignificante nel 1919 (come sostieni), come giustifichi la partecipazione italiana a queste conferenze? Non erano trascorsi neanche 20 anni, mica 200.1 punto
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Accanto alla Ceres troviamo questo 1,35 azzurro, emissione del 1946 per il centenario del primo servizio postale Ostenda Dover, raffigurante la nave postale Principe Baldovino.1 punto
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Prima o poi dovranno decidersi su cosa fare, perchè tutti i progetti di rafforzamento dell'unità europea (per quanto in questo periodo sia più facile a dirsi che a farsi) passano anche attraverso una distinzione più marcata fra chi adotta l'euro e chi non lo adotta. Chi non fa ancora parte dell'unione monetaria per decisione politica sarà inevitabilmente lasciato indietro: non possiamo star fermi ad oltranza ad aspettare gli eterni indecisi.1 punto
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Qui potete leggere un interessante articolo sulla questione euro in Svezia, intitolato "La Svezia si sta avvicinando all'euro". https://www.ilpost.it/2023/06/18/corona-svedese-euro/1 punto
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...in generale dopo una visione di quei conii del dritto (quadriga lenta) 90% di scarso disegno e battitura precaria, e visto che il rovescio -secondo me- non presenta difetti che facciano sospettare a una riproduzione, direi che per un discreto 70% il pezzo sia autentico. ... @brennos2 a me il bordo piace anzi quelle fratture del rv rispondono alla pressione/espansione del metallo del colpo ricevuto del tondello e quindi a favore di una autenticità. Ovviamente siamo su opinione da una foto1 punto
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La Bulgaria ha spostato l'obiettivo dell'ingresso ufficiale nell'unione monetaria al 1° gennaio 2025 ma già da un mese ha avviato trattative con la Commissione europea per l'introduzione parallela dell'euro già dal 2024. Se la Commissione europea e la BCE daranno parere favorevole la Bulgaria potrà permettere ai suoi cittadini di scegliere se operare in euro o in lev, con doppia prezzatura delle merci e scelta libera della valuta con cui pagare. Il referendum chiesto dal partito nazionalista filorusso Vazrazhdane per rimandare l'ingresso nell'euro al 2043 è stato rifiutato dal parlamento bulgaro. A mio parere un lungo utilizzo parallelo della valuta locale con l'euro è una buona idea, perchè è un ottimo metodo per fermare la speculazione facendo in modo che tutti si abituino a pensare in euro, senza stacco netto e conseguente effetto collaterale di arrotondamenti pazzi (o truffe vere e proprie) così facili da attuare.1 punto
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Foto quasi illeggibili: l'oro non è facile da fotografare, ma qui la superficie della moneta è indecifrabile. Sicuramente molti segnetti sono stati messi in risalto e certi rilievi sembrano essere butterati. Siamo attorno allo SPL, ma con variazioni di un quarto di punto (o più).Per confronto e condivisione presento due esemplari in buona conservazione; il secondo è un esemplare in oro rosso.1 punto
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Buongiorno a tutti, continuiamo questo viaggio con la speranza possa essere di vostro interesse. Il denaro riflette, non soltanto economicamente, ma anche da un punto di vista storico, culturale, politico e sociale, l’intero sviluppo della civiltà. Inoltre contiene informazioni visive uniche dei propri governanti e degli individui del passato, degli eventi storici e culturali. Racconta antiche leggende e tradizioni o cambiamenti politici del paese ed è indubbiamente parte integrante della cultura. Il sistema monetario sviluppatosi in Lettonia è stato sconvolto dalla Prima Guerra Mondiale e dalla successiva rivoluzione entrando in una fase di caos. Alla fine del 1918, il nuovo stato lettone ha ereditato questo caos di denaro: circolavano rubli zaristi, kerenkas, marchi tedeschi, ostmark ognuno con il proprio potere di acquisto. Si rese necessaria una riforma monetaria che fu intrapresa il 22 marzo 1919 con l’emissione di buoni del tesoro in rubli lettoni, stampati presso la litografia G. Meijer, che, con decisione del Consiglio popolare del 18 marzo 1920, furono designati come unico mezzo di pagamento e rimasero in circolazione fino al 1925. Ormai si sentiva il bisogno di avere una moneta che avesse una vera identità lettone in cui il popolo si potesse riconoscere ed infatti nell'estate del 1919, il governo provvisorio guidato da Kārlis Ulmanis elaborò un primo disegno di legge che prevedeva il lats come unità monetaria, ma il Consiglio Nazionale ne rinviò l'adozione e l'idea fu attuata solo diversi anni dopo. Il 14 giugno 1921, l'Assemblea Costituzionale esaminò la questione di come poter chiamare la valuta lettone: furono prese in considerazione varie proposte come "ozols" (quercia), "zīle" (ghianda), "saule" (sole), "austra" (alba), "daile" (bellezza), "dižā" (grande), sīkā" (minuscolo), nonchè latva. Il termine "lats" fu molto criticato perché presumibilmente era associato alla parola legno su cui c'era molta speculazione a quel tempo. Tra i sostenitori del “lats” c'era anche il rappresentante del Partito Popolare, il poeta Kārlis Skalbe, che spingeva perché si identificasse la moneta con un nome lettone semplice e chiaro per favorire la conoscenza della Lettonia nel mondo e facilitare allo stesso tempo il popolo nel suo uso quotidiano. Il Gabinetto dei Ministri guidato da Zigfrīds Meierovics il 3 agosto 1922 decise che il nuovo sistema di valuta doveva essere il lats e santim (dove 100 santim equivalevano a 1 lat). Per vedere il design dell'iconica fanciulla popolare lettone sulla moneta da 5 lats bisognerà attendere fino al 1929: infatti il Ministero delle Finanze dichiarò che il disegno per decorare il denaro doveva essere il "volto di una Vergine", la donna del popolo (tautameita) che simboleggiasse la Repubblica di Lettonia, la libertà e l'amore. L'Academy of Arts, dunque, indisse un concorso in cui era necessario ritrovare l'immagine della "vergine" che fu vinto da Karlis Zemdega ma il suo bozzetto non fu mai utilizzato perché criticato dal ministero delle Finanze, affermando che: "la tautumeita deve essere non solo ben disegnata dal punto di vista tecnico, ma deve simboleggiare anche l'immagine nazionale lettone". Non rappresentava, dunque, il "carattere lettone distintivo" ricercato. Questa esigenza fu soddisfatta dall'importante artista lettone Rihards Zariņš (1869-1939): tornato in Lettonia nel 1919 dopo l'indipendenza. Nato a Vidzeme iniziò a studiare presso la Stiglitz Central School of Technical Drawing nel 1888 a San Pietroburgo, diplomandosi nel 1895. Lì si specializzò in xilografia e successivamente in tecnica dell'acquaforte con Vasily Matthew, noto grafico russo. La sua formazione di giovane artista continuò a Berlino, Monaco, Vienna e Parigi. Dal 1899, Rihards Zariņš lavorò presso la Stamperia statale della carta a San Pietroburgo con una carriera di grande successo dove disegnò dei veri capolavori di arte grafica e creatività sulle banconote della Russia zarista: - 100 rubli 1909 - 500 rubli 1912 senza dimenticare la serie di francobolli russi “Per i soldati e loro famiglie” disegnati all’inizio della Prima Guerra Mondiale con il bellissimo “San Giorgio”, probabilmente uno dei più belli della filatelia russa: Trasferitosi nella sua terra natale divenne fondatore e manager della Stamperia Statale Lettone e fondatore della Scuola nazionale di grafica lettone nonché sviluppatore e divulgatore di apparecchiature per incisione. Questo gli permise di ricevere numerosi incarichi di rilevanza nazionale: nel 1921, insieme all'artista grafico Vilhelms Krūmiņš, disegnò lo stemma araldico della Lettonia (che troveremo sul rovescio del 5 Lati) che andò ad unire i simboli patriottici utilizzati singolarmente in passato: Lo stemma fu adottato ufficialmente il 16 Giugno del 1921 e raccoglie i simboli dei quartieri storici lettoni. Il sole nascente (simbolo dei soldati lettoni durante la Grande Guerra sotto il giogo russo) rappresenta la statualità lettone; le tre stelle sopra lo stemma rappresentano l’unità della Lettonia, ogni stella indica una regione storica (Vidzeme, Latgale, Courland-Semigallia); Il leone rosso dello stemma rappresenta Curlandia-Semigallia, mentre il grifone d'argento rappresenta Vidzeme e Latgale. Il talento di Rihards Zariņš è esemplificato dalla scrupolosa precisione sia dei suoi progetti in bozza che di quelli effettivamente prodotti. La sua massima espressione artistica la ritroviamo nella creazione del design della moneta d'argento da cinque lats, la cui composizione presenta la figura della fanciulla popolare, diventata un simbolo idiosincratico della Lettonia indipendente e libera. Ma di questo suo progetto parleremo nel prossimo post Grazie a tutti numys Il viaggio continua “La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)1 punto
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