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  1. lorluke

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/28/23 in Risposte

  1. Ciao a tutti , volevo mostrarvi una piastra da 120 grana di Ferdinando II del 1840 che riporta sulla scritta FERDINANDVS , la A al posto della V . Qualcuno ha già questa "variante" se così si può chiamare in collezione? Di seguito vi allego foto della piastra presente in collezione , grazie anticipatamente a tutti . Saluti . Luigi
    5 punti
  2. DE GREGE EPICURI Le monete provinciali sono state per me un amore a prima vista, anche se poi una collezione sistematica è cominciata molti anni dopo. Mi erano piaciute subito le patine (spesso verdi, ma in realtà molto variabili), gli stili piuttosto originali e a volte un po' primitivi, la grande variabilità dei rovesci (divinità, miti, animali, architetture...) E poi c'era la sfida del greco: a volte scritte chiare, altre volte mezze cancellate e tutte da interpretare. Questa è una delle prime che ho comprato. Un Gordiano con una testa un po' più normale rispetto ai sesterzi imperiali (cioè con la fronte meno sporgente...) E al rovescio, intorno alla divinità (Dioniso? non mi ricordo più!) , quella scritta lunghissima con il nome del governatore della Moesia Inferiore, poi la località (Nicopoli sull'Istro), e poi...che cosa diavolo erano quelle lettere nel campo? Finchè ho capito che erano la conclusione della scritta! ΝΙΚΟΠΟΛΙΤΩΝ ΠΡΟC ΙCΤΡΟΝ non ci stava tutta nel giro, così le ultime lettere (OCI-CTPON) sono finite nei campi destro e sinistro. Anche queste bizzarrie sono il fascino delle provinciali.
    5 punti
  3. Complimenti! Te l'avevo detto che la conoscevi bene! Scusate l'appiccagnolo, ma a suo tempo per questo motivo costava veramente così poco che non me la sono fatta sfuggire
    4 punti
  4. Ahhh ora ho capito!! 30 soldi Repubblica Cisalpina 1801 celebrativo della fondazione del "Foro Buonaparte" di Milano!
    3 punti
  5. L’ellenizzazione del mito di Erice attribuisce la presenza di Afrodite sul rovescio delle monete al fatto che il re autoctono Erice, il gigante protettore della città che da lui ha preso il nome, era figlio di Afrodite e dell’argonauta Bute. Ottimo pugile, Erice sfidò e vinse molti eroi, ed ebbe anche il coraggio di sfidare Eracle che passava di lì dopo aver rubato i buoi di Gerione in una delle sue dodici fatiche. L’incontro prevedeva che se Eracle avesse perso, Erice avrebbe preso i suoi buoi, mentre se avesse perso il gigante, Eracle avrebbe ottenuto la sua terra. Il vincitore fu Eracle che cedette la terra vinta agli abitanti con il vincolo che la cedessero a chi fra i suoi discendenti ne avesse fatto richiesta. Difatti, dopo molte generazioni, il lacedemone Dorieo che si proclamava appartenente alla famiglia degli Eraclidi organizzò una spedizione in Sicilia, si arrogò il diritto del possesso delle terre e vi fondò una città cui diede il nome di Eraclea, che fu in seguito distrutta dai Punici. apollonia
    3 punti
  6. Ciao a tutti, oggi voglio condividere con voi la storia del mio Augusto (e un Ottaviano che poi sarà Augusto), come vedrete non sono certo monete acchiappalike (come si dice sui social), in ogni caso nessuno qui mi ha mai dato l'impressione di fare post per questo motivo ma piuttosto per condividere con gli altri una passione che ci accomuna e quindi ho pensato di scriverci sopra due righe (forse più di due perdonatemi 😁). Sono convinto che molti inizialmente pensano di impostare la propria collezione (parlo in particolare di quella Imperiale ovviamente visto che la sezione è quella) con "una moneta per Imperatore di qualunque tipo va bene", poi capita anche che qualcuno per vari motivi si specializzi a periodi (Severi, Giulio-Claudi, Costantino e figli, ecc... ) o in un tipo di moneta che siano denari, sesterzi, ecc... (giusto per fare qualche esempio non voglio certo minimizzare le innumerevoli sfaccettature del collezionismo☺️) Per quanto mi riguarda, dall'alto delle mie 29 monete totali (più una quasi completa collezione di "autentiche" repliche Mister Day di quando ero piccolo, che pur nella sua imperfezione ha contribuito alla nascita di questa passione 🙃), sto ancora cercando un filo conduttore preciso e pur avendo una simpatia particolare per i denari, diciamo che in realtà per adesso navigo un pò a vista e prendo quello che mi piace, budget permettendo, come dico sempre la storia non ha prezzo ma dobbiamo pur darglielo. Nel mio tentativo di procedere alla collezione di cui sopra, "una moneta per Imperatore", tralasciando Cesare che, anche se borderline, ci sta sempre bene (un pò come il penny black in una collezione di francobolli), ma al momento è per me fuori portata, ho tentato di procedere con il di lui figlio e primo Imperatore di Roma Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto. Anche su di lui ho trovato un pò di difficoltà dal punto di vista del budget ma, preso dalla foga del momento iniziale della ritrovata passione (ce l'ho sempre avuta ma è da qualche mese che è tornata di prepotenza), ho preso un suo denario che mi piaceva, pagato non poco per i miei standard usuali, salvo poi rendermi conto di aver fatto un madornale errore storico, il denario è del 37 a.C., nel periodo quindi della lotta contro Sesto Pompeo e antecedente la battaglia di Azio del 31 a.C., quando ancora era "solo" Ottaviano e non Augusto, perchè come saprete lo diventerà solamente 10 anni più tardi nel 27 a.C. Passato lo sconforto iniziale, mi consolai mettendo il denario suddetto insieme a quello legionario di Marco Antonio, frutto quest'ultimo di un altro acquisto pazzo da "foga di inizio collezione" e devo dire che insieme stanno bene, molto meglio di come lo sono stati i personaggi che le hanno fatte coniare. Alla fine, grazie ad un'asta recente, sono riuscito a prendere anche una moneta di Augusto, datata 15 a.C., è un'asse, non un denario, ma sono comunque contentissimo di averla con me. Visto che siamo a parlare di monete, lasciamo spazio anche a loro, per prima l'asse, visto che siamo nella sezione Imperiale, di seguito metterò, per completezza visto che l'ho menzionato, anche il denario: Asse di Augusto - Monetiere CN Piso Roma - 15 a.C. - RIC 382 - 10.78g x 26mm Al D/ CAESAR AVGVSTVS TRIBVNIC POTEST; testa di Augusto. Al R/ CN PISO CN F IIIVIR A A A F F; S C. E adesso veniamo al denario, non so se con le conoscenze che ho acquisito adesso grazie ad un pò di esperienza e ai sempre preziosi consigli degli utenti del forum lo avrei acquistato, a mio avviso ha subito un'operazione di pulizia molto maldestra che ha lasciato pure molti graffi, tuttavia, partendo ovviamente dal presupposto che sia autentico, almeno adesso può riposare tranquillo assieme alle altre in una bella casella di legno e velluto: Denario di Ottaviano Zecca Itinerante, Italia - 37 a.C. - B.140 (Julia) - 3,60g x 19mm Al D/ IMP. CAESAR - DIVI. F. III. VIR. ITER. R. P. C.. Al R/ COS ITER ET TER DESIG.
    2 punti
  7. Buonasera à tutti Denaro per Ludovicus I di Vaud 52b del Cudazzo
    2 punti
  8. -> https://www.deamoneta.com/auctions/search/900?c=Greek+Coins per il vs piacere degli occhi e, spero, per il vostro acquisto. MONETE ETRURIA: MONETE CENTRO ITALIA
    2 punti
  9. Ciao gennydbmoney Bella domanda.... Secondo me la traversa della A di cui stiamo parlando è più sottile delle altre A in leggenda , perché non avranno utilizzato lo stesso punzone con cui hanno fatto le A , ma sicuramente un punzone magari di una A modificato a V e per questo sicuramente un minimo di traversa è rimasta ......
    2 punti
  10. Ciao Raffaele Innanzitutto volevo farti i miei complimenti bellissima moneta, sembra proprio lei stesso particolare, praticamente simile !!! Quindi può essere una variante come nella piastra del 1834, grazie per l'intervento . Saluti . Luigi
    2 punti
  11. Ciao a tutti, Io ce l'ho, e per me è una vera e propria variante, anche se qualcuno non sarà tanto d'accordo con me. Naaa, ti assicuro che è una A😉. Un saluto a tutti. Raffaele.
    2 punti
  12. Questa è la mia 5 lire 1832.
    2 punti
  13. @califfo64 Per una valutazione di autenticità sono comunque fondamentali i dati di peso e diametro della moneta. Infine, una chiosa. L'uso continuativo del maiuscolo equivale ad urlare (vedi regolarmento del forum): https://www.lamoneta.it/guidelines/ Absit iniuria verbis. Ciao. Stilicho
    2 punti
  14. Buonanotte! Sono andato a riprendermi l'articolo originale dell'Università di Würzburg, articolo da cui si comprende un pochino meglio la situazione. Mi permetto quindi di parafrasare il testo riportato da @Vel Saties. È stato individuato un nuovo idioma (non ha senso distinguere ora tra lingua e dialetto) leggendo un testo ittita cuneiforme che cita, sempre in caratteri cuneiformi, una formula rituale espressa, secondo quanto chiosa lo stesso redattore ittita del testo, "nell'idioma di Kalašma". Benché la porzione di testo in "kalašmico" non sia ancora stata tradotta, hanno notato diverse somiglianze con le parlate luvie (quindi anatolico-indoeuropee). Qui finisce la parafrasi. La scoperta è piuttosto esaltante. Dal momento che la geografia linguistica dell'Anatolia antica è in parte sconosciuta, una scoperta simile costituisce un bel tassello nella ricostruzione della situazione. L'eccezionale sta nel fatto che magari pian piano si riuscirà a ricostruire il mosaico linguistico antico. Non importa dunque se stiamo parlando di una nuova lingua o "solo" di un nuovo dialetto, premesso che il discrimine tra "lingua" e "dialetto" non è semplicissimo da definire.
    2 punti
  15. Carissimo @giuseppe ballauri, l'argomento della diffamazioni delle Armi o le presunte tali è tra i più affascinanti. Io sono tra quelli che tende a pensarla come te e, in merito a questo argomento, rilevo che la diffamazione del Leone (Leon) attraverso l'eliminazione della coda, la troviamo in tutti gli anni 30 del Secolo Decimonono, o quasi. Già dal '38 si inizia a vedere la coda. Per cui, dall'inizio del Regno di Ferdinando II, il Leone ha una mutilazione simbolica, in linea con la posizione NON rampante o addirittura prona, palesata nelle Piastre del papà, Francesco I. Le ipotetiche ragioni storiche, possono essere proprio quelle che hai rilevato tu, ma ce ne possono essere altre. Questo modo di intendere la numismatica che emerge dai tuoi post, caro @giuseppe ballauri, è tra i più rispettosi della natura interdisciplinare di questa complessa disciplina. Grazie
    2 punti
  16. Cari Lamonetiani, sono particolarmente orgoglioso di condividere con voi questo Tallero. L'avevo già, ma non ho potuto resistere davanti a questo 1891: un'occasione che si presenta raramente e così... l'ho preso ed ho ceduto il vecchio q.SPL che avevo (moneta peraltro dignitosissima con usura uniforme).
    1 punto
  17. Perché? .. perché? Ma soprattutto.. perché?!!
    1 punto
  18. Buongiorno, come la maggioranza dei frequentatori della Sezione sapranno, tra la fine del III secolo e gli inizi del IV le sorti dell’Impero furono rette da un sistema politico ideato da Diocleziano. La motivazione era data dalla necessità di dover regnare, vigilare e difendere un territorio vastissimo, sia a livello di pericoli provenienti dall’interno (ribellioni ed usurpazioni) che dall’esterno (invasioni barbariche). Da principio (285) Diocleziano nominò suo vice (Cesare) Marco Aurelio Valerio Massimiano e il primo aprile 286 lo elevò al ragno di Augusto (Nobilissimus et frater) affidandogli la guida di metà dell’Impero e creando in pratica una diarchia. Se Diocleziano si affidava alla protezione del suo nume Giove (Iovio), Massimiano si affidò a quella di Ercole (Erculio) ovvero di un semidio figlio del primo, per cui riconoscendogli indirettamente una certa subordinanza (seppure di facciata fossero allo stesso livello). Il passo successivo fu quello di eleggere altri due cesari (293), sia per ridurre ulteriormente le aree di competenza sulle quali vigilare (nonostante tutto si erano verificate varie rivolte), sia per creare una linea di successione e garantire quindi continuità al sistema diarchico: Diocleziano nominò Galerio a Nicomedia (maggio?), Massimiano Costanzo I (Mediolanum, 1 marzo). In pratica si passò da un sistema diarchico a una Tetrarchia con due Augusti e due Cesari a regnare sulle quattro aree in cui era stato diviso l’Impero. Dopo una dozzina di anni, il 1 maggio 305, Diocleziano e Massimiano abdicarono in favore dei loro cesari Galerio e Costanzo I (Cloro) che individuarono a loro volta i loro successori in Massimino Daia e in Flavio Valerio Severo. Mi fermo qua perché l’anno successivo Costanzo I muore e il figlio Costantino manda a monte il tavolo (e decretando alla fine il crollo della Tetrarchia)… Questo breve excursus storico serviva solamente per presentare una serie di follis emessi da Aquileia durante la Prima Tetrarchia (oltre alle tipiche e più comuni GENIO POPVLI ROMANI e SACR MONETA AVGG ET CAESS NOSTR) . Esemplari non rarissimi ma nemmeno così comuni. Ve ne presento alcune, tratte da http://numismatics.org Si trattano di appelli alla lealtà, alla fedeltà dell’esercito nei confronti degli (nostri) Augusti e Cesari: FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN. La Fedeltà drappeggiata stante frontale regge uno stendando in ciascuna mano. RIC VI Aquileia 57 a Data A.D. 305 Nominale AE1 Zecca Aquileia Dritto IMP CONSTANTIVS P F AVG: Head of Constantius Chlorus, laureate, right Rovescio FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN: Fides, draped, standing front, head left, holding standard in each hand. RIC VI Aquileia 61 a Data A.D. 305 Nominale AE1 Zecca Aquileia Dritto IMP CONSTANTIVS P F AVG: Bust of Constantius Chlorus, laureate, helmeted, cuirassed, left, holding spear (or sceptre) over right shoulder and shield on left arm. Rovescio FIDES MILITVM AVGG ET CAESS NN: Fides, draped, standing front, head left, holding standard in each hand.
    1 punto
  19. Buonasera a tutti, ho trovato questa bella moneta del 1908 dalla Tunisia (al tempo protettorato francese). L'esemplare pesa 9,57 g (9,77 teorici), diametro di 30,5 mm - in bronzo e coniata a Parigi in 500.000 esemplari. Confesso di avere una certa fascinazione per la monetazione araba e per l'eleganza dei caratteri in essa usati (senza naturalmente capire un'acca del loro significato a parte le cifre); essendo questa monetazione coloniale abbiamo arabo al dritto e francese al rovescio. (Nel link vi sono delle foto in qualità maggiore https://photos.app.goo.gl/ttgiG9H9U5uP3cna7)
    1 punto
  20. Non mi esprimo sull'effettività di una ∀ al posto di una V ma ho una domanda da fare: perché la traversa di questa ipotetica A capovolta è palesemente più sottile rispetto alle altre vere A della legenda?...
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  21. Salve. In quelle “ A” vediamo delle barrette belle, chiare e precise. Non possiamo sempre tornare alla solita filastrocca del conio così e del conio colà. Dobbiamo attenerci a quello che vediamo e non possiamo fare sistematicamente un processo all’evidenza. Poi, il motivo per cui quella barretta si trova lì è un altro discorso. Le possibilità che un conio faccia involontariamente un lavoro di tale precisione, che possa trattarsi solo di eccesso di metallo, sono veramente molto basse. E poi, ripeto, non è la prima volta che ci troviamo di fronte a monete con una “V” portatrice di barretta calzante a pennello! È una storia molto vecchia!
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  22. Non è di Campobasso, forse è un Denaro Tornese della Grecia franca,emesso durante le crociate,ma chi ha più tempo dirà la classificazione appropriata odjob
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  23. per me Repubblica romana https://felsinea.bidinside.com/it/lot/5221/porcia-m-porcius-cato-89-ac-/
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  24. Grazie per la bella digressione, non ho niente da aggiungere purtroppo, le mie competenze storiche non vanno così nel dettaglio, tuttavia, avendo finito i "mi piace" odierni, ci tenevo a supportare questo post 😄
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  25. Ciao @califfo64 ti volevo ringraziare per questo tuo post in quanto mi ha consentito di trovare oggi un antoniniano che è stato coniato con lo stesso conio di incudine del mio, acquistato due anni fa, di tipologia però diversa da questo della duscussione. Ne avevo visionato centinaia senza risultati, oggi che cercavo esemplari con Luna Lucifera mi è comparso d'avanti. Dritto e rovescio diversi, usura differente e tondelli diversi dimostrano la quasi sicura autenticità 🙂. Per l'esemplare da te postato non ho trovato niente. Sempre molto importante e didattico condividere monete e porre domande. ANTONIO MM 22,50 5,10 g. RIC 388a
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  26. Fonte Vaccari News: L’anno scorso a Camerata Cornello con il Museo dei Tasso e della storia postale; ora ( per la precisione il 30 settembre ) a Chiuduno ospiti della manifestazione “Bergamofil”. Quindi, sempre nella provincia orobica. Dietro, ancora una volta, l’Associazione nazionale collezionisti annullamenti italiani, uno fra i sodalizi più attenti al servizio postale. È stata proprio tale struttura a richiedere il supporto marcofilo per documentare l’incontro di quanti apprezzano il Postcrossing, ovvero la spedizione di cartoline ad altrettanti appassionati ma sconosciuti, scelti casualmente da un sistema elettronico. Non a caso, l’1 ottobre si celebra la “Giornata mondiale della cartolina” così da ricordare la… capostipite, introdotta l’1 ottobre 1869 su idea dell’economista austroungarico Emanuel Herrmann. “Ho partecipato al raduno dell’anno scorso e, pur non essendo un amante specifico delle cartoline, ho apprezzato queste persone, quasi sempre giovani, che prendono ancora carta, penna e francobollo per fare spedizioni fisiche, non accontentandosi di quelle digitali”, commenta con “Vaccari news” il presidente della stessa Ancai, Alcide Sortino.
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  27. Ma volentieri. Ho anche ancuni stateri celtici se vuoi. Tanto io li uso come fermaporte...
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  28. TAnto mi spiace ma le prendo tutte io farò delle offerte assurdamente insuperabile: con tutti i soldi che ho posso battere tranquillamente chiunque.
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  29. Cari amici dopo una pausa forzata riprendo le mie modeste condivisioni di grandi moduli italiani in argento. Stasera andiamo a Parma, regnante Maria Luigia d’Austria, figlia dell’imperatore Francesco I, nel 1810 sposa Napoleone Bonaparte e nel 1814 il Trattato di Fontainebleau le attribuisce il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Le sue monete a partire dal 1819 furono coniate a Milano, incluse quelle del 1815, che vennero battute in quell’anno (1819). Mori’ nel 1847. I pezzi da 5 lire, come i marenghi e i doppi marenghi d’oro, sono sempre state molto apprezzate dai collezionisti. Degli scudi si conoscono 4 millesimi: il 1815, il più reperibile, il 1832 che vi presento stasera, più raro, il 1832 ribattuto sul 1815, molto raro, e per finire una delle monete più rare di tutto l’Ottocento italiano, il mitico 1821 conosciuto in tre esemplari, che l’imperatrice fece coniare per commemorare la morte del marito. L’esemplare qui fotografato, da poco in collezione, vanta una perizia Nip di FDC e presenta una discreta patina omogenea su fondi lucenti e rilievi intonsi. Ne sono abbastanza fiero perché così non è proprio semplice da reperire sul mercato. Buon weekend a tutti
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  30. Ciao, Come detto, absit iniuria verbis, appunto. E' chiaro che non volevi affatto essere irrispettoso. Magari si può ovviare ingrandendo i caratteri. Buona giornata. Stilicho
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  31. Bravo questo mi è sfuggito. @Basilio 1967nel forum esistono regole stringenti riguardo al materiale ritrovato con il MD. Rileggere il regolamento del forum e le normative vigenti in Italia.
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  32. Sei vuoi rimanere aggiornato, dovresti seguirmi... scherzo.
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  33. I doganieri fanno sempre rilasciare dichiarazioni.. è il loro mestiere
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  34. Inserisco la foto della moneta del British Museum per un confronto
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  35. Devo essere una brutta persona perché a me al massimo regalano bronzetti consumati. Essendo divorato dall’invidia, mi sfogo esprimendo i miei dubbi sull’autenticità.
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  36. Cari Lamonetiani, scusate il titolo generico, ma desidererei catalogare questa moneta di cui conosco solo il periodo a grandi linee. Chi mi può aiutare ad identificarla? Grazie in anticipo a coloro che si cimenteranno.
    1 punto
  37. DE GREGE EPICURI Credo che il materiale falso di questo genere venga prodotto soprattutto nell'Europa dell'Est. Prima del covid (ora i banchetti sono diminuiti e qualche mercatino si è drasticamente ridotto) attorno a Milano in tutti i mercatini non mancava mai qualche banco di polacchi, ukraini o russi con una miriade di cose del genere, tutte o quasi tutte false.
    1 punto
  38. Buongiorno, non so se possa essere utile (in caso contrario mi scuso già in anticipo), ma allego due fonti in cui viene citato Caius Maianus, entrambe trovate tramite ricerca su Google books. Il primo documento è parte del volume "Lexicon vniversae rei nvmariae vetervm et praecipve graecorvm ac romanorvm cvm observationibvs antiquariis, geographicis, chronologicis, historicis, criticis et passim cvm explicatione monogrammatvm" di Johann Christoph Rasche (1787). Il secondo estratto fa parte della Rivista di numismatica e scienze affini, volumi 59-62, 1957, in cui si menziona un asse a nome di Caius Maianus. Riccardo
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  39. Cosa intendi per “campione” a disposizione?
    1 punto
  40. Forse bisognerebbe approfondire un pochino la Storia prima di fare affermazioni così forti. Anzitutto, l'intervento in guerra al fianco di Gran Bretagna, Francia e Russia non era certo un desiderio personale di Vittorio Emanuele III ma di ampi strati della popolazione. Le motivazioni erano varie: c'era chi vedeva negli Imperi centrali delle autocrazie pericolose, che se avessero vinto avrebbero sottomesso l'intera Europa. Costoro ritenevano necessario che Austria e Germania andassero fermate, anche perché molto probabilmente (se avessero vinto) si sarebbero in futuro vendicate del "tradimento" italiano. C'era, invece, chi coltivava il sogno di completare l'unità nazionale e, magari, espandersi anche nel Mediterraneo, con qualche nuovo possedimento nei Balcani, in Albania e in Turchia. A favore dell'intervento c'erano gli studenti, i futuristi e gran parte della borghesia. Dall'altro lato, invece, c'erano coloro che volevano che l'Italia si mantenesse neutrale. Le motivazioni alla base del non intervento erano fondamentalmente due: 1. Evitare che l'Italia subisse migliaia di morti e feriti (desiderio incarnato, in particolare, dalla Chiesa). 2. Evitare un'eventuale sconfitta militare, dato che l'esercito non era pronto per un conflitto del genere (tesi portata avanti da Giolitti). Queste erano le due anime del Paese nel 1914-15. Come si può vedere, nessuno smaniava particolarmente per entrare in guerra al fianco delle Potenze centrali, se non una minoranza assoluta. Riguardo alle promesse tedesche di cedere Trento e Trieste in cambio della neutralità, ebbene queste erano soltanto delle promesse fatte dalla Germania ma a cui l'Austria fu sempre poco incline a soddisfare, se non quando ormai era troppo tardi, ovvero quando sapevano tutti che l'Italia stava per firmare un patto con la Triplice Intesa. La Chiesa si spese moltissimo per cercare di convincere l'Imperatore Franceso Giuseppe a cedere qualcosa subito (non a guerra finita) ma questi si rifiutò. Veniamo ora al presunto colpo di Stato fatto da Vittorio Emanuele III nel 1915. Come sappiamo, coloro che architettarono il Patto di Londra furono Vittorio Emanuele III, Salandra (Presidente del Consiglio) e Sonnino (Ministro degli Esteri). Secondo lo Statuto Albertino, il Re poteva dichiarare guerra di sua iniziativa ma il governo doveva poi ottenere il benestare del Parlamento. Il problema era che il Parlamento era in maggioranza filo-giolittiano e, quindi, sfavorevole all'intervento. La situazione era, quindi, complessa: Salandra, non avendo l'appoggio delle camere, il 13 maggio 1915 si dimise dall'incarico. Il Re offrì, quindi, l'incarico a Giolitti (che aveva in mano il Parlamento) ma costui rifiutò, temendo la reazione delle migliaia di manifestanti favorevoli all'ingresso in guerra e galvanizzati da Gabriele D'Annunzio. Vittorio Emanuele III ridiede così l'incarico al dimissionario Salandra e il 20 maggio il Parlamento votò per concedere al governo i poteri per la guerra. Quindi, alla fine, il Parlamento approvò l'entrata in guerra. Fonti utilizzate: Wikipedia e questo meraviglioso video di Alessandro Barbero che consiglio caldamente a tutti.
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  41. -> https://storiearcheostorie.com/2023/09/25/archeologia-dagli-scavi-di-fregellae-riemergono-gli-ultimi-istanti-di-vita-della-citta-distrutta-dai-romani/ La campagna condotta quest’estate dai ricercatori del Centro Leibniz di Archeologia (LEIZA) nella città tardo-repubblicana di Fregellae, nel Lazio, ha riportato alla luce un impianto produttivo agricolo e diversi reperti che aiutano a ricostruire la drammatica fine della città, distrutta dai Romani nel 125 a.C. Il ritrovamento di un recipiente destinato allo stoccaggio: la posizione dei frammenti conferma l’ipotesi che la distruzione di Fregellae sia avvenuta in un colpo solo e aiuta a ricostruire le modalità in cui avvenne l’attacco. (foto: © LEIZA / Dominik Maschek) Novità da Fregellae, l’antica città laziale distrutta dai romani nel 125 a.C. Una nuova campagna di scavi archeologici sta riportando alla luce, oltre al centro abitato repubblicano, anche le drammatiche testimonianza dell’assedio che comportò la completa distruzione della città e la deportazione dei suoi abitanti, chiarendone anche la dinamica. Posta a circa 100 Km da Roma, Fregellae era strategicamente importante per i romani in quanto punto di controllo in un’importante valle fluviale: sorgeva infatti lungo la Via Latina fra Aquinum (Aquino) e Frusino (Frosinone), sulla sponda destra del fiume Liri. Nel 125 a.C. fu violentemente distrutta dall’esercito romano a seguito di una ribellione e le sue rovine scomparvero. La sua ubicazione precisa è stata a lungo oggetto di dibattito fino agli scavi che, a partire dal 1978, hanno via via riportato alla luce nel territorio di Arce (Frosinone) reperti di età repubblicana, rivelando il sito dal 1995 compreso nel Parco archeologico di Fregellae, nel quale si possono ammirare le rovine di quattro domus e di un impianto termale. Le terme romane di Fregellae, visibili nel Parco Archeologico (foto: ©SABAP FR LT) Fondata probabilmente dagli Osci, Fregellae fu occupata dai Volsci e poi distrutta dai Sanniti (330 a.C.). La vicina Fabrateria Vetus (oggi Ceccano, fondata anch’essa dai Volsci) chiamò in aiuto Roma contro le minacce dell’espansione sannitica finché nel 328 a.C. i Romani vi stanziarono una colonia di diritto latino nei pressi del Liri, violando un accordo con i Sanniti per cui il territorio ad est del fiume sarebbe rimasto libero dalla colonizzazione romana. I Sanniti di conseguenza occuparono la città nel 320 a.C., fino al 313 a.C. quando la colonia latina fu ricostituita. Nel tempo divenne un centro molto fiorente, circondata com’era da fertili vallate e dotata di risorse idriche abbondanti. Tuttavia, come accennato, nel 125 a.C. la città di ribellò a seguito del fallimento della proposta di Marco Fulvio Flacco, che voleva estendere i diritti politici romani agli Italici, e venne completamente distrutta dalle legioni condotte dal pretore Lucio Opimio: gli abitanti furono deportati e di Fregellae rimasero solo le rovine. Il progetto archeologico in corso, finanziato dalla Fondazione Gerda Henkel dal 2023, è diretto dal 2015 da Dominik Maschek e si svolge in collaborazione con il Ministero della Cultura, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina (SABAP FR LT), il Comune di Arce (Frosinone) e il Comune di San Giovanni Incarico (Frosinone). Gli scavi di quest’anno, effettuati tra il 24 luglio e il 21 agosto scorsi, si sono concentrati – si legge in una nota diffusa da LEIZA – su un’area di circa 285 mq e al suo interno sono venuti alla luce i resti di due edifici. Mentre i resti degli edifici pubblici (come le terme e il tempio dedicato a Esculapio) e privati, decorati con stucchi e mosaici pavimentali, forniscono uno spaccato della vita quotidiana del centro agricolo e mostrano il grado di prosperità degli abitanti dell’epoca, i ritrovamenti ceramici rappresentano la “fotografia” della sua violenta distruzione. “Abbiamo scoperto una vera e propria istantanea della distruzione”, spiega Maschek. “Grazie al ritrovamento dei recipienti di stoccaggio siamo certi che la distruzione del centro agricolo deve essere avvenuta in un colpo solo”. Ulteriori ricerche, affidate agli studi archeobotanici, aiuteranno a stabilire il momento esatto dell’anno in cui avvenne la distruzione. Gli scavi in corso (foto: L. Reimann / LEIZA) Precedenti ricerche sul campo avevano già rivelato le prove di un assedio militare. Le indagini geofisiche avevano individuato tracce di caldo intenso in vari luoghi, a suggerire la presenza di fuochi da campo come supporto all’ipotesi che le unità militari romane impiegate fossero disposte in accampamenti strategicamente organizzati. “Per isolare Fregellae – spiega ancora Maschek – e probabilmente lasciarla senza rifornimenti, la città fu letteralmente circondata dall’esercito romano. L’assedio fu seguito poco dopo dalla completa distruzione”. L’obiettivo principale del progetto scientifico è studiare l’impatto degli assedi in epoca romana sull’area urbana di Fregellae e il grado di distruzione che ha subito il paesaggio circostante. Gli scavi archeologici proseguiranno nell’estate 2024. @CdC, @Illyricum65 perdonatemi. Non so perché ma ho sbagliato sezione. Potresti spostarla in archeologia?
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  42. Benvenuto! Riproduzione, mal fatta
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  43. Oggi vi presento la serie dedicata alla Lira di re Umberto I. Purtroppo manca quella del 1883, ho avuto occasione di prenderla qualche anno fa, ma era in conservazione penosa. Ora, non disdegno le basse conservazioni - soprattutto quando riguardano pezzi estremamente rari - poiché anche un MB ha la sua dignità se presenta un'usura uniforme. La Lira disponibile non aveva nemmeno quest'ultima caratteristica e, quindi, l'ho lasciata. Forse un giorno colmerò la lacuna. Qui trovate il secondo conio della Lira del 1884 (l'Attardi non lo riporta, anzi assieme a quella del 1883 la definisce di 1° tipo, potete vedere più sotto la "Briciola" pubblicata sul Gazzettino che mostra le differenze fra i due tipi). Della Lira del 1899 "9 ravvicinati" potete notare la maggior usura: essendo una semplice curiosità, ho messo in collezione la prima che ho trovato; magari, un domani se capiterà, provvederò a migliorarne la conservazione. La "Briciola" del Gazzettino #5 del giugno 2019:
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  44. Va in un campo e trova moneta d’oro del I secolo a. C. La scoperta nei pressi del paese in cui furono ambientati film psico-horror Incredibilmente bella, con le sue decorazioni che stanno tra l’astratto e la figurazione. La moneta è stata trovata quest’estate in un campo agricolo di Benington, un villaggio e parrocchia civile nel distretto di East Hertfordshire , nell’Hertfordshire, in Inghilterra, a circa quattro miglia a est di Stevenage e 35 miglia a nord di Londra. Una zona ad alta vocazione agricola, sin dall’antichità, in cui oggi risiedono 900 persone. Questo luogo magico è noto per un cortometraggio horror psicologico del 2009 e per la serie web No Through Road di Steven Chamberlain: la storia di quattro adolescenti di diciassette anni in viaggio verso Stevenage che si ritrovano intrappolati in un loop temporale lungo due segnali stradali che indicano un incrocio tra Benington e Watton. Luogo con un’aura metafisica, bella e, a tratti inquietante, quello in cui la moneta è stata portata alla luce. L’oggetto prezioso è un quarto di statere importato dai Galli dell’età del ferro, forse dei Nervii, risalente al I secolo a.C. La tipologia della moneta è quella a “Linee incrociate con cavaliere”. Il dritto presenta segni di scalpello incrociati. Il rovescio riproduce l’immagine di un cavallo, di una lira e di un cavaliere. Essa pesa 1,89 grammi e ha un diametro di 12,9 millimetri. Il recto e il verso dell’antica moneta celtica @ Rights Holder: The Portable Antiquities Scheme CC License I Nervi, che produssero questa moneta, poi giunta in Inghilterra, costituivano la tribù più influente all’interno della regione della Gallia Belgica durante il I secolo a.C., zona che era situata vicino al fiume Schelda. Secondo le testimonianze di Tacito e Strabone, i Nervi avevano origini germaniche. Nei resoconti di Gaio Giulio Cesare nel suo De bello Gallico, i Nervi erano descritti come il gruppo più combattivo tra le tribù belgiche. Una prova di ciò risiedeva nella loro cultura, che aveva somiglianze con quella degli Spartani, evidenziando così il loro carattere guerriero. https://www.stilearte.it/va-in-un-campo-e-trova-moneta-doro-del-i-secolo-a-c-la-scoperta-nei-pressi-del-paese-in-cui-furono-ambientati-film-psico-horror/
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  45. Allego foto di un ritaglio di giornale conservato da mio nonno all’interno del libro di Enzo Diena “un secolo di francobolli italiani”. Non conoscevo questa storia quindi pensavo fosse carino condividerlo con tutti non si mai si possa arricchire con qualche risorsa o conoscenza di altri utenti
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  46. I Savoia furono i regnanti della mia Patria. Non fu una grande dinastia, ma fu la mia dinastia. Io non li voglio difendere, perché su molte cose sono indifendibili. Ma sparare a zero come se fossero stati una iattura ha poco senso, visto che loro erano il simbolo dell'Italia, ma da sempre, come oggi, il problema (o la fortuna, dipende) dell'Italia sono gli Italiani. Con un'altra dinastia, nulla sarebbe cambiato secondo me. Tutto ciò lo chiamo amor patrio, non ottusità. Logico, se molti di voi sentono come loro un'altra Patria, posso capire che malvedete chi simboleggió la conquista delle vostre terre. Anche se non lo condivido. Napoleone annettè alla Francia le mie terre, ma per questo non denigro Napoleone. È un fatto che ormai fa parte della storia, e oggi non devo "combattere" contro Napoleone. E poi, se ci fosse ancora la monarchia, il 90% di chi critica, elogierebbe i Savoia. Come sempre, denigrare chi perde, affibiargli tutte le colpe e vederne solo i lati negativi è facile. Comunque, sempre a mio avviso, una degli sbagli più grandi dei Savoia fu avallare l'Unità d'Italia. Al massimo, forse, avrei visto più di buon occhio l'idea di uno stato federato come fu l'Impero Tedesco o come è la Malaysia oggigiorno. Buona serata a tutti ☺️ (e W i Savoia 🤣)
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  47. Egregio, una precisazione: noi siamo "Quelli del Cordusio", il riferimento è una piazza storica di Milano dove da sempre ogni domenica vi si svolge un mercatino filatelico-numismatico e altre collezioni. Questa rivista NON è una pubblicazione periodica, non ha fini di lucro e la si può avere solo frequentando convegni e riunioni dove Mario (dabbene) vi si presenta. Se non hai la possibilità di frequentare quei luoghi, hai però, la possibilità di leggere i numeri pubblicati sul web qui: https://independent.academia.edu/QuellidelcordusioGazzettini Buona lettura! Marco
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  48. Detto così sembra che tu l'abbia conosciuto!
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