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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/22/23 in Risposte

  1. L'usanza di lanciare le monetine nelle fontane, nei pozzi o comunque presso monumenti o luoghi famosi evidentemente non deve essere nuovissima. In passato, a quanto pare, era anche in uso anche infilarle nei sarcofagi. A Monza e' conservato il sarcofago in cui, nel 1300, furono traslate le spoglie della regina Teodolinda (morta nel 627) e attualmente in esposizione una una cappella del duomo dove e' anche conservata la corona ferrea. Nel 1941 tale sarcofago fu aperto per una ricognizione individuando resti di ossa umane di due persone, una di sesso femminile (presumibilmente Teodolinda) e una di sesso maschile (probabilmente il figlio Aldoaldo) ma anche di altri oggetti tra cui 17 monete attualmente esposte presso il locale museo. Vi allego una immagine delle monete, vediamo se siete bravi a riconoscerle (tenuto conto che purtroppo era mostrato un solo lato):
    3 punti
  2. Ciao di nuovo! Una nuova puntata con la cortese partecipazione di due monete UGUALI ma non IDENTICHE! Ieri ad una piccola fiera, parlando con un venditore del fatto che mi interesso della grande guerra, lui mi ha raccontato di una piccola particolarità che fa di queste monete un caso veramente singolare, è chiaro che così me le sono portate a casa: due monete da un marco di Guglielmo II (5.55g /24 mm) del 1915, in piena guerra, una con il suo bel colore d'argento leggermente patinato e l'altra...sporca? e l'altro lato pure. Che è successo? Già nei primi tempi dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si manifestò una notevole carenza di spiccioli, soprattutto nelle zone di confine della Germania. Le prime banconote di emergenza uscirono nel 1914, ma senza alcuna base legale. Il governo del Reich fu costretto ad agire rapidamente in quanto il taglio più basso emesso dalla Reichsbank era una banconota da 5 marchi e anche il decreto del 4 agosto 1914 prevedeva solo l'emissione di tagli da 5, 10, 20 e 50 marchi. Per colmare questa lacuna, il Bundesrat dovette approvare in fretta e furia un'estensione della legge e consentire l'emissione di banconote da 1 e 2 marchi. Nonostante tutto le monete d'argento da 1/2 e 1 marco continuarono però a essere coniate, il fatto di essere di una buona lega 900 fece si che vennero massicciamente tesaurizzate dalla popolazione. Si cercò così in tutti i modi di fermare l'accaparramento: l'argento non fu più decapato per renderlo antiestetico, dopo (come nel mio caso) fu addirittura annerito, ma non servì a nulla. La gente tutto sommato non è così scema e la situazione non migliorò. La carenza di spiccioli continuò, ma questa è un'altra storia. Fine del capitolo! Njk =========== PS: ultimamente sono stato più intraprendente del solito, ma oggi finisce: avevo preso qualche giorno di vacanza, domani si ricomincia col solito tran tran!
    2 punti
  3. Ricordo che l'Arcangelo Gabriele è il patrono dei collezionisti di francobolli e della filatelia.
    2 punti
  4. DE GREGE EPICURI Credo di aver già postato un esemplare simile, ma quello aveva un aspetto più "argenteo", questo non lo ha affatto. Pesa 1,99 g e misura 20 mm. Conservazione discreta, ma voi come lo giudichereste? L'anno è il 1770.
    2 punti
  5. Vengono chiamati anche "testoni di castello". Innocenzo XI nel 1683 procede alla riforma di alcuni argentei, tra cui il testone che passa da gr 9.60 a gr. 9.10 al taglio di 37 pezzi per libbra, infatti viene anche chiamato "testone riformato". In quello stesso anno per respingere l'ennesimo attacco dei turchi a Vienna il papato procede ad una coniazione straordinaria in Castel Sant'Angelo, che ammonta a circa 275.000 pezzi. Ed è una delle monete pontificie con il più alto numero di varianti, Muntoni ne conta circa 100.
    2 punti
  6. Numidia Juba I, non hai messo dati ponderali ma dovrebbe essere circa 20 gr e dirca 24mm. Mazard 90 Al dritto Zeus Ammon, in alto legenda in neo punico
    2 punti
  7. Per comodità ho messo insieme identificazione e classificazione. E' chiaro che se e' vero che le due cose vanno spesso di pari passo, non e' detto che ciò avvenga sempre, anzi. Posso benissimo aver identificato una moneta, ma non riuscire poi a classificarla (anche solo per lo stato di conservazione). Il mio discorso, ovviamente, e' focalizzato sulla monetazione romana imperiale (come detto sopra), l'ambito di cui mi diletto. @CdC Può essere indicato spostare la discussione in "piazzetta"?
    2 punti
  8. Il mio pensiero. Se ho ben capito, tu stai cercando un motore di ricerca, una piattaforma, una applicazione che ti consenta di identificare e classificare una moneta. Ebbene, qualcosa esiste che possa aiutarti (ripeto: aiutarti, non risolverti il problema); magari poi ti posso indicare qualcosa per la monetazione romana imperiale, ma non e' questo il punto. Per identificare e classificare una moneta (come ho già detto in una altra discussione e come e' stato detto poco sopra) occorre sempre conoscere un po' ciò di cui stiamo parlando. La classificazione/identificazione non e' un mero atto automatico che risolvi con una app un po' come siamo abituati oggi con i nostri smartphone, dove ci illudiamo di poter trovare le soluzioni a tutti i nostri problemi, ma e' un processo dinamico che sottintende la conoscenza della tipologia di monete, del periodo storico in cui sono state coniate (pensa solo alle imitative...un mondo...), la analisi attenta del pezzo (effigi, legende, simboli, lettere, personificazioni.....), il confronto con pezzi similari, etc...Insomma, un processo che, soprattutto, richiede studio. Nel caso delle monete romane imperiali vi é la conoscenza del RIC che (per quanto datato e scritto in un inglese magari un pò antiquato e difficile) resta il testo di riferimento imprescindibile per la identificazione e la classificazione (ma non solo, ovviamente, perchè ha una ricca parte introduttiva in ognuno dei suoi dieci volumi). Insomma, per cercare devi sapere cosa cercare. Non dimenticare poi che l'identificazione e' solo una tappa, non e' l'unica cosa che conta. Ci sono monete che non riuscirai mai ad identificare e classificare completamente, ma ciò non ne diminuirà il valore ai tuoi occhi che è poi l'unica vera cosa che conta. Acsearch, nella sua introduzione, recita: Welcome to acsearch.info, the auction archive for coins, banknotes and antiques. Insomma, e' un archivio delle aste, completo solo per i clienti "premium" (a pagamento). Devi aver già classificato la tua moneta. Per le romane imperiali puoi usare Online Coins of the Roman Empire (numismatics.org), in particolare nella sezione "identify a coin". Per le monete in bronzo del IV secolo: Bibliothèque de monnaies romaines (nummus-bible-database.com) Questi sono alcuni esempi; poi, come detto, ci sono i cataloghi delle aste, cartacei e su web, il confronto delle immagini, il forum (dove confrontarsi, chiedere).... e spesso da usare tutti insieme. Insomma, come vedi da questi links, un lavoro dinamico che richiede più passi, ma che ha sempre alla base una certa conoscenza di ciò di cui stiamo parlando (e cercando). Ciao. Stilicho
    2 punti
  9. Ciao, trovi le informazioni su questa moneta in questa pagina https://en.numista.com/catalogue/pieces118031.html
    2 punti
  10. Concludo infine portando alla vostra attenzione un articolo che mi ha molto incuriosito... ho pensato un po’ se inserirlo in questa discussione o in quella dei denari di Pisa, ma visto l’ampio spazio dedicato in questa discussione al rapporto tra i denari di Lucca ed i primi denari pisani (ed alla difficoltà, spesso, di distinguerli correttamente!😅) ho la sensazione che questo sia il posto più adatto! https://www.academia.edu/95223026/La_zecca_di_Napoli_al_culmine_del_Ducato_normanno_in_Rassegna_del_Centro_di_Cultura_e_Storia_Amalfitana_61_62_2021_pp_63_92 È un articolo relativamente recente (risale al 2021): partendo da una rilettura critica di una fonte documentaria, il Chronicon beneventanum di Falcone Beneventano, dimostrerebbe come pisani avrebbero iniziato a coniare denari lucchesi già nel 1134 (ben 15 anni prima di quando finora ritenuto!!!) e per giunta non a Pisa, ma a Napoli, approfittando del diritto di zecca detenuto dal Ducato napoletano ma allora ancora non posseduto dalla città di Pisa... denari che avrebbero poi preso la via del Nord, per rientrare in patria pisana come “pagamento“ per l’appoggio militare alla causa di Roberto di Napoli e Rainulfo di Alife contro Ruggero II d’Altavilla... Nell’articolo sono presentate anche le immagini di alcuni denari “lucchesi” rinvenuti in ripostigli dell’Italia Meridionale (quello di Alife in particolare, e quello di Montescaglioso), considerabili come di verosimile produzione napoletana, per suggerire l’aspetto dei conî dei denari “lucchesi napoletani”...
    2 punti
  11. Assi imitativi barbarici (?) di Agrippa sui quali compare la contromarca TIAV , interpretata come contromarca del periodo di Tiberio , Claudio o Tito . Un' interessante articolo apparso su Academia,edu che spiega l' origine e l' interpretazione di TIAV . Asse_Agrippa_imitativo_con_contromarca_T.pdf https://www.academia.edu/keypass/TlhqMUdsOGNKM3hVbDArdzJpcXVnQkpqd1Bucy80TGg1ZzBDZEVSWDFCVT0tLWFJQnFSOVJIMHdjcjlBTjdtTUIvNHc9PQ==--778da31c81c906eef21bb13eb479c6d9c64df099/t/xqxFq-Rp0HknF-jSaDR/resource/work/38265215/Asse_Agrippa_imitativo_con_contromarca_TIAV?email_work_card=title
    2 punti
  12. Sarebbe almeno da vietare ripetizioni di commemorazioni e sopratutto gli sponsor. Vedere monete di 3 colori della nutella, sono di una tristezza disarmante. Ma quanto siamo caduti in basso con IPZS?
    2 punti
  13. E perchè? Non c'è niente di male a dare visibilità a un articolo interessante scritto da un utente, anzi... va nel senso della mission del Forum quello di condividere conoscenza. Illyricum
    2 punti
  14. Sarebbe cosa buona e giusta che ISPZ si interfacciasse con chi poi le monete che conia dovrebbe comprarle. Con molta probabilità ne beneficerebbero entrambi.
    2 punti
  15. Ciao a tutti, ho beccato questo Penny del 1947 che presenta alcuni acciacchi ma un colore che trovo estremamente piacevole. Purtroppo il rovescio presenta un lieve accenno di ossidazione del rame. Risulta ancora presente la dicitura IND. IMP. che sarà rimossa nel 1949. Peso, 9,33 gr - orientamento a medaglia - 30,8 mm di diametro.
    1 punto
  16. C'è un percorso numismatico? O la commissione è composta solo da grafici pubblicitari?
    1 punto
  17. Non piace neanche a me,troppo impastata.
    1 punto
  18. Esatto (non controllo nessun codice.. se non sono sicuro consulto elenco). Ho anche altri elenchi con tutte le monete target che cerco e altre informazioni utili( prezzi, passaggi d’asta, etc…) tutti strumenti artigianali che ho affinato negli anni..
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  19. Del 50 centesimi 1860 Re Eletto esiste una PROVA zecca di Firenze in Stagno .Riferimenti: Pagani PP 36, Simonetti 16/1, Montenegro 29 ,Luppino NConf23. Diametro mm 18,peso gr. 1,62 Passaggi d' asta: InAsta nr. 30 del 23/05/2009 lotto 1168 in conservazione SPL ha realizzato 900 euro
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  20. Ciao La variante te l'ho già indicata nella prima risposta e ti ho linkato il lavoro di Pau Ripolles così che puoi controllare da solo no. se guardi tu stesso non si parla di rarità perché è un articolo scientifico e non per collezionisti stato di conservazione non particolarmente eccelso, direi un MB/qBB non ho idea del prezzo perché non colleziono lo stesso semisse è in questo lotto: https://it.wallapop.com/item/lote-de-7-monedas-antiguas-917765353 dalla nuova fotografia si vede bene la "S" di semisse dietro la testa che sfubbe nella foto del tuo lotto. strano che mettano la stessa moneta in due lotti differenti
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  21. Ciao sempre bella questa tipologia , la conservazione è quella di una moneta che ha fatto il suo dovere come dice Savoiardo
    1 punto
  22. Ciao a tutti! Qualcuno può aiutarmi nella difficile impresa di identificare questa moneta? Il retro è illeggibile. Diametro 14 mm grazie un saluto
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  23. Complimenti @Raff82!
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  24. @Pontetto Ah ecco il motivo, non lo sapevo... grazie mille, gentilissimo!
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  25. Direi di sì, poiché non è richiesta l'identificazione o valutazione di una specifica moneta, ma si tratta di un discorso in generale. Provvedo.
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  26. A 20 cent al pezzo non ne trovo più, minimo 3 pezzi un euro, ma non trovo nulla che mi manca Queste erano un euro ciascuno, ma gli ho fatto notare che il 10 cent non stava per nulla bene e che il verde rame stava affiorando. Avevo il 20 cent del 1935 e del 1937 ed il 10 cent del 1932, Italia (Regno e Repubblica), San Marino e Vaticano quando posso faccio anche le annate, tutto il resto tipologicamente. @Meleto Scusa ma ho fatto un bel pò di confusione, nel sistemarle nelle caselline ho dovuto spostare parecchie monetine vaticane per posizionare date e nominali e sono andato a scannerizzare due monete che non c'entrano nulla! eeeeh la vecchiaia avanza! Erano entrambe del 1934 e non del 1936, ed il 20 cent sofferente del verde rame che affiora e che tenterò di togliere.
    1 punto
  27. https://wallapop.com/item/semis-romano-946813510?utm_medium=AppShare&utm_source=ShareItem
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  28. La moneta per la Nutella, come anche quella per la Vespa, la Olivetti, le figurine Panini ed ora per Armani, fanno parte della serie sulle eccellenza italiane, non c'entra nulla la pubblicità....
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  29. Amico, qui c'è il fior fiore della numismatica nazionale (ed oltre). Lamoneta ha anche cataloghi sia di numismatica italiana in senso lato sia estera. Se trovi una moneta di interesse, prova a mettere una foto o almeno a descriverla. Oltre a ciò, ci sono motori di ricerca supercliccati come Numista e Ucoin, che ti consentono di sapere molte cose su una moneta, ma devi dire di che moneta parliamo...
    1 punto
  30. Sinceramente all'inizio mi pareva una moneta non buona, visto lo stile. POi ho cambiato idea ed adesso sarei propenso per attribuire questo semisse per stile del diritto, del rovescio e di scrittura al gruppo di semissi non ufficiali coniati in Spagna tra II e I sec a.C., in particolare alla serie C databile al periodo transitorio tra II e I sec. a. C. Cfr: "The Unofficial Roman Republican Semisses Struck in Spain" di Pere Pau Ripollès Alegre contenuto in Studies in Ancient Coinage in Honour of Andrew Burnett, London, 2015 nn 58 a-c pag 54
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  31. Nutella & Numismatica. Danno entrambe godimento 😁😄
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  32. Ok... allora provvederò ogni sei mesi a cambiare le bustine delle monete fino a quando (spero il prima possibile) non potrò avere lo spazio per poterle brn sistemare negli oblò e quelle che più mi piacciono o le più costose (che comprerò spero in futuro) sul vassoi in velluto... Grazie mille per la risposta... Buona serata...!!!
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  33. Si, come darti torto... ma cosa c'entra con la numismatica?
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  34. I problemi di reazione con la plastica, per dare un'idea, sorgono dopo circa un anno. Sì, le capsule sono tondelli trasparenti a forma di moneta in plastica rigida. È un metodo sicuramente più costoso rispetto agli oblò e ancora di più rispetto ai normali fogli con bustine. Come quasi tutto, più si spende più si ha. I metodi di conservazione che occupano meno spazio sono i peggiori. I migliori sono quelli che occupano più spazio. Sta a te trovare il giusto compromesso tra spazio, tempo, costo. Per quanto riguarda il rischio di cadute ovviamente c'è: basta non farle cadere 😅. Se si è accorti, le si maneggia adeguatamente e magari sopra la scrivania con sotto un apposito vassoio non rigido, il rischio di danni è minimo.
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  35. Sei fantastico! 🤣 acqua... acqua... acqua...
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  36. https://www.stilearte.it/ecco-cosho-trovato-nel-campo-2800-monete-romane-del-iii-secolo-d-c-conservate-in-una-pentola-sono-state-dichiarate-tesoro/?fbclid=IwAR1e-R-veYH_O7vImvUzMLS33OwJgprxhIwu5vi-bBeydW3qoQncoPjQ3iI
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  37. Tanto per sorridere un po': Io dopo tre anni senza aver mai preso il COVID...🤫😅
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  38. Pio II (1458-1464) - Zecca del Ducato di Spoleto - Picciolo - Muntoni 44, MIR381 https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=4038&lot=900
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  39. Prova a cercare Spoleto
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  40. Tesori etruschi della Toscana | Il Cratere François Alla scoperta del capolavoro nascosto nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze in compagnia dell’etruscologo Giuseppe M. Della Fina Un’immagine dal Cratere François: Teseo (a sinistra) che conduce il corteo di danzatori al cospetto di Arianna, che gli porge il gomitolo, e della nutrice. Foto: Museo Archeologico Nazionale di Firenze Tra le antichità esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, l’attenzione si è incentrata su un vaso noto, ma che riesce a sorprendere ogni volta che lo si osservi. Sulla scelta ha influito un’osservazione di Enrico Paribeni, uno degli storici dell’arte antica più raffinati e sensibili del Novecento. Nel volume L’arte dell’antichità classica. Grecia (Utet), scritto insieme a Ranuccio Bianchi Bandinelli, in anni ormai lontani, prendendolo in esame, ha affermato: «Il cratere di Chiusi è senza discussioni uno dei capolavori assoluti della pittura antica». Esso va attribuito a due artisti raffinati: Kleitias, che lo dipinse, ed Ergotimos che lo plasmò. Non si tratta di un’attribuzione, ma di una certezza: entrambi, infatti, hanno firmato e per due volte il loro capolavoro. Viene datato intorno al 565 a.C. e fu realizzato in un’officina di Atene in anni in cui i suoi ceramisti iniziavano ad andare alla conquista del mercato mediterraneo. Alcuni dati fanno comprendere da soli l’eccezionalità del vaso: un cratere a volute che misura 66 cm in altezza, accoglie 270 figure tra umane e zoomorfe, presenta 131 iscrizioni in lingua greca che si riferiscono a personaggi della mitologia, ma anche a oggetti riconoscibili immediatamente come un altare o una fontana. Ripercorriamo, innanzitutto, le vicende della scoperta avvenuta in più fasi, a partire dall’ottobre del 1844, dato che il vaso fu trovato ridotto in frammenti dispersi. È lo stesso scopritore, Alessandro François, a narrarci il momento del primo ritrovamento avvenuto a Chiusi in località Fonte Rotella: «Un urlo gettato dal caporale degli scavi (“fermi, fermi!”) mi fece accorto del ritrovamento di qualche oggetto. Infatti rivoltomi al fondo vedo ch’egli aveva in mano un grosso frammento di un vaso sopraffino con varie figure, e molte iscrizioni greche; ne compresi subito la importanza, ed il mio cuore giubilò». L’unicità del vaso fu compresa subito e, dopo un primo restauro, il 23 giugno 1845 lasciò Chiusi per Siena, la città della nobildonna Giulia Spannocchi Piccolomini che aveva finanziato gli scavi, e da lì raggiunse Firenze nella giornata del primo luglio. Il granduca Leopoldo II, dopo averlo visionato, decise di acquistarlo al prezzo di cinquecento zecchini e di depositarlo presso la Galleria degli Uffizi vincendo la concorrenza di altri possibili acquirenti. Venne esposto con enfasi motivata al centro del Gabinetto dei Vasi Etruschi e fu realizzata una vetrina apposita: «costrutta in modo da potersi girare per esaminarlo a buon lume da ogni lato». Nel 1871, a Unità d’Italia avvenuta, il vaso, insieme alle antichità etrusche per ritrovamento o fabbricazione, passò dalle collezioni degli Uffizi al nuovo Reale Museo Egizio e Etrusco di Firenze allestito nel Cenacolo di Foligno in via Faenza. Gian Francesco Gamurrini, nel discorso inaugurale, osservò che: «nella seconda sala, in mezzo ai vasi dipinti, trionfa il vaso François». Gli spostamenti del cratere non erano comunque terminati, dato che l’intero museo, incrementato nel frattempo, venne trasferito nel Palazzo della Crocetta, dove ha sede tuttora. Un episodio, che ebbe un risalto notevole al tempo sui giornali nazionali e internazionali, coinvolse il vaso: il 9 settembre del 1900 un custode, dopo uno scontro aspro, accoltellò un suo superiore, e fuggendo colpì violentemente con uno sgabello la vetrina che accoglieva il cratere mandandolo in frantumi. Il direttore del tempo, Luigi Adriano Milani, ricordando l’accaduto rammenta che vennero raccolti ben 638 frammenti. Sembrò che il vaso fosse perduto, invece un complesso restauro, eseguito dal restauratore Pietro Zei e durato quasi due anni, consentì di recuperarlo: «Il re dei vasi», come lo definì lo stesso Milani, tornò a farsi ammirare. Osserviamo da vicino il cratere collocato ora in una sala dedicata all’interno del Museo archeologico fiorentino e dove trovano posto anche due vasi probabilmente dello stesso corredo funerario e il famigerato sgabello. Le scene che il pittore raffigura sono il corteo per le nozze di Peleo e Teti, Achille e Troilo, il ritorno di Efesto tra le divinità dell’Olimpo, la caccia al cinghiale calidonio, i giochi funebri in onore di Patroclo, il ritorno di Teseo da Creta con i giovanetti salvati dal Minotauro, la lotta tra Lapiti e Centauri, la battaglia tra i Pigmei e le gru. Inoltre, su entrambe le anse, sono dipinte una Gorgone, Artemide signora delle belve, e Aiace che trasporta il cadavere di Achille. Guardando le scene con attenzione, si concorda con Enrico Paribeni: «Nessuna delle centinaia di figurine che incontriamo è senza importanza, trascurata, ogni immagine è come cesellata».
    1 punto
  41. Mi preme precisare che non si legge da nessuna parte che la rivista "Monete Antiche" cesserà la sua pubblicazione MONETE ANTICHE continuerà ad essere pubblicata Direttore e Curatore della rivista non cambieranno. odjob
    1 punto
  42. Ri-Ciao a tutti! Oggi scrivo dello Zio Carlo e di tre ridenti cittadine del fronte occidentale, in qualche modo tra loro collegati. Questo bel ragazzo con il Pickelhaube - il caratteristico elmo a punta - pronto per il combattimento è l' "Onkel Karl" nel 1915 che scrive alla sua famiglia dal campo di addestramento di Bitsch (Truppenübungsplatz Bitsch) allora in mano tedesca, situato sul confine con la Francia che poi, col passare degli eventi, diventerà il "camp militaire de Bitche". La cartolina la invia ai suoi cari di Kreuznach (più tardi Bad Kreuznach, Renania-Palatinato) Non lontano da lì e tre anni dopo, più a nord nella città di COBLENZ (che in futuro sostituisce la "C" con una più teutonica kappa nel nome: Koblenz) vengono coniati in ferro dei soldini di emergenza (3 g - Ø 20.2 mm / 5.2 g - Ø 23.7 mm), anche loro KRIEGSGELD, denaro di guerra: ma qui c'è un particolare in più che li rende decisamente interessanti (il D è uguale per entrambi): la data di "scadenza" forse sorprenderò il nostro Sacerdote del Dio Denaro che vive in sintonia con le arti della guerra - @ART, quando vedrà che il denaro perderà il suo valore non - come si potrebbe aspettare da una valuta di guerra - dopo la gloriosa vittoria ma VALIDO FINO A UN ANNO DOPO LA STIPULA DELLA PACE (GÜLTIG BIS 1 JAHR NACH FRIEDENSSCHLUSS) Forse che nel '18 non erano più di tanto ottimisti? C'era in città una corrente politica che così invocava la cessazione del conflitto? Intanto la cassetta si riempie: Alla prossima Njk
    1 punto
  43. Buonasera a tutti, vorrei chiedere se qualcuno ha informazioni sull'emissione di questa moneta. Innanzitutto vorrei chiedere se fu emessa da q fabio massimo allobrogicus o da sui figlio di cui però non trovo cenni (probabilmente non fu degno di note). Viene indicato come denario di restituzione datato 82/80 a.C. identico nel retro a quello di q fabius maximus allobrogicus craw 265/1 ma sul davanti anziché Roma è raffigurato Apollo. Allego foto.
    1 punto
  44. Buongiorno, Condivido con voi l'ultimo acquisto, una 1858 con punteggiatura completamente assente al rovescio. I tre conii a confronto : Lo studio va avanti. Un saluto a tutti. Raffaele.
    1 punto
  45. Collezione M. Othon Leonardos del 1927. Pezzi napoletani di estrena rarità.
    1 punto
  46. Scusami se ti rispondo in ritardo ma sono stato molto impegnato in questi giorni. In pratica diciamo la stessa cosa ma con vedute diametralmente opposte. Quello che io indico con un periodo di crisi dovuto ai venti di guerra che portarono Ferdinando a "spogliare" le chiese con grossi introiti di materia prima per battere moneta, se non erro da te viene invece considerato come il motivo che ha portato a battere moneta con peso inferiore a quello ufficiale. Le due vedute, in maniera semplicistica, portano me a pensare che il tarì sia falso per il peso basso (ovviamente non è solo il peso a determinare il mio pensiero) e a te invece che tale "alleggerimento" possa essere giustificato proprio dal bisogno di denaro in un momento di crisi. La zecca era un Ufficio serio, con persone all'interno professionali e ben remunerate che avevano l'OBBLIGO di battere moneta di giusto peso e lega. Basta leggere uno dei tanti testi in cui sono elencati gli ufficiali di zecca e le loro rispettive mansioni (con conseguenti responsabilità) per comprendere che mai si sarebbe potuta coniare una moneta con questi dati ponderali. Il re magari poteva anche far finta di nulla ma il popolo no. Poi per sottolineare il momento di crisi riporto un frame estratto dal lavoro del Bianchini "Storia delle finanze del Regno di Napoli", p. 333. Insomma l'argento c'era... e tanto rispetto ad altri periodi. Per ultimo ma non ultimo. Per un provvedimento del genere, cioè la circolazione forzosa di moneta che non rispettava le direttive, sarebbe stato necessario una serie di comunicazioni alla popolazione, bandi e quant'altro necessario in cui veniva informata sulla natura delle stesse e che, considerando la crisi, erano da ritenersi buone a tutti gli effetti... Ad ad oggi sarebbe sicuramente rimasta traccia di un simile provvedimento. Io credo di aver terminato i miei argomenti e piena libertà ad ognuno di pensarla diversamente.
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  47. Belle! Ne approfitto per postare un 10 grana 1856 con una bella curiosità: VTH al posto di VTR, provenienza collezione Mirabella, passata (inosservata) da Numismatica Scaligera, Asta E-Live 4... pensate una variante del genere su un 120 grana! Saluti
    1 punto
  48. Numista a mio avviso è il più preciso e utile. Anche ucoin è abbastanza vasto e e ben fatto ma a mio avviso commette l'errore di dare una valutazione senza considerare gli stati di conservazione, quindi lo ritengo totalmente inaffidabile per le valutazioni che fornisce. Detto ciò ottimo catalogo, ben fatto e molto ampio. Numista è però secondo me più preciso, spesso aggiunge informazioni extra sulla moneta e la sua storia e fornisce sempre anche un'immagine del bordo. Lo trovo migliore anche se forse meno intuitivo da utilizzare di ucoin.
    1 punto
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