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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/02/23 in Risposte
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Salve. Apro una nuova discussione sulle grandi rarità presenti nella monetazione di Ferdinando I di Borbone. Inizio, pubblicando una piastra 120 grana 1818 con la variante HISPAINIARVM. Il peso è di gr. 27,58. Ringrazio tutti per l'attenzione. Saluti.10 punti
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Buonasera a tutti gli amici del forum. Quest'oggi ho il piacere di mostrarvi l'ultimo, piccolo acquisto della mia collezione. Il titolo è volutamente giocoso, dato che si tratta di un demi franc del 1813 zecca di Parigi. Il caso vuole che l'anno di emissione sia lo stesso della mezza lira di Gioacchino acquistata lo scorso dicembre. Ecco, dunque, che ho pensato di riproporvele assieme. Le foto non sono il massimo a causa della plastica dello slab ma, al momento, ho un po' paura a liberare la moneta, data l'esilità del piccolo tondello. Ad ogni modo, non vi dirò il punteggio attribuito da PCGS. Lascerò che siate voi amanti delle scatolette ad indovinarlo Bando alle ciance, buona visione! Ed ecco anche la mezza lira di Murat. Personalmente, tra le due, preferisco questa (non me ne voglia Napoleone).5 punti
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Esiste un nummo apparentemente votivo con legenda VOT/XV in ghirlanda; apparentemente, in quanto non è chiaro se con esso vi sia la volontà dei celebrare dei vota quindicinali, oppure se semplicemente voglia richiamare la serie regolare dei vota vicennalia. Non vi sono elementi che permettano di datarlo o di inserirlo nella successione delle emissioni regolari. La qualità del busto è molto variabile, potendo essere a volte molto approssimativa, e altre non dissimile da quella delle emissioni delle serie ufficiali. Anche la legenda al dritto non di rado è scritta in modo irregolare e generalmente manca il contrassegno di zecca (sebbene vi sia un esemplare con la sigla ROMA in esergo, sebbene dubitativa): i numismatici sono in dubbio se si tratti di un’emissione ufficiale o se vada inserita tra quelle attribuite a Cartagine. Essa, dunque, è controversa: “Le VOT XV hanno caratteristiche assolutamente erratiche e non esiste una linea di demarcazione tra apparentemente ufficiale e certamente imitativa. La scala di grigi è infinita e monete certamente imitative al rovescio, sono simili alle migliori al dritto. […] Ci sono varie "chiavi di volta" che mi permettono di dire che questa serie (dal 2140 in poi) non può essere romana.[ Alain Gennari]”. Kent attribuisce questa tipologia alla zecca romana, così come altre tipologie controverse, ma con un argomento debole: “Bad, almost barbarous style, […] they might be considered irregular if there was anything from which they could have been copied.[Kent 1994:174]”. Da un lato è vero che questi vota suscepta o soluta (?) non hanno un modello di riferimento: tuttavia attribuirli alla zecca romana nonostante lo stile “barbarico” per mancanza di un archetipo, è una conclusione malamente motivata. Neppure è esatto che non esista un modello dal quale prendere esempio: probabilmente, il modello copiato è quello della serie Imbictissimo. Contrariamente all’affermazione di J.P.C. Kent, l’iconografia VOT XV potrebbe avere il suo modello nella VOT XX di Valentiniano III, sebbene la scelta di un nominale differente crea una differenza voluta rispetto al supposto modello ispiratore, e non sembra dovuta a una scarsa capacità dell’incisore. Kent suddivide questa tipologia in due sottogruppi: con legenda continua DNVALENTINIANO (RIC 2140) e con legenda spezzata DNVAL-ЄNAVG (RIC 2141). Sono pochi gli esemplari sui quali è possibile leggere la legenda nominativa completa: per lo più essa appare spezzata nlla forma DNVAL-…., con la seconda parte resa con -ЄNAY, ma anche con -TINA o altra legenda. In alternativa, possono suddividersi in tre gruppi. Il primo gruppo ha la legenda VOT/XV su due linee (VOT spesso scritto VOI e talvolta VIT, VOL, o VT). Il busto spesso richiama quello delle emissioni regolari della zecca romana. Il secondo gruppo è caratterizzato dalla specularità della legenda al rovescio, dove VOT/XV si converte in TOV/VX (in un caso in TO/VX). Oltre al numerale VX, sembrano far parte di questo gruppo anche i nummi con numerale V, XX e XXX, accomunati a quelli con il numerale XV dallo stile del ritratto e dalla sostanzale analogia nella legenda nominativa. La qualità del ritratto al dritto e lo stile delle legende nominative dei tipi TOV/VX è pari a quella dei tipi VOT/XV e fa pensare alle emissioni regolari: tuttavia, le legende speculari sono proprie della monetazione imitativa. Il terzo è costituito da nummi con ritratto e legenda nominativa al dritto di esecuzione molto variabile, e legenda VOT oppure TOV al rovescio seguita da numerali diversi (VI, XXV, XXVII), incisa con lettere disordinate e dal chiaro carattere imitativo. Tra i 50 esemplari di questa tipologia presenti nel mio archivio, ve ne sono 11 riconducibili al primo gruppo, 8 al secondo e 31 al terzo. Ogni gruppo corrisponde a un periodo diverso? Pur riportando il nome di Valentiniano III sono imitazioni di nummi votivi di imperatori diversi? Il terzo gruppo mi pare che sia successivo ai primi due e che possa attribuirsi al periodo successivo alla conquista di Cartagine da parte di Genserico. I primi due gruppi possono essere attribuiti a Bonifacio?3 punti
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Perchè no? È un confronto tra arte antica e moderna che può piacere o meno ma una rafforza l'altra. Se cultore del moderno, lo farai a scapito di quella antica e viceversa. È come quando in un sito archeologico trovavi esposta la statua moderna di qualche mostra: dapprima ci rimanevi basito, poi ti ci abituavi e anzi una esaltava l'altra. Le linee moderne, geometriche, stilizzate dell'omino in confronto con quelle curve ed eleganti del cratere antico. Che secondo me ne viene esaltato come importanza, essendo esso un manufatto antico. Conosco però gente che capovolgerebbe la considerazione. O critici che ci vedrebbero un significato tipo "l'Uomo moderno che deriva dall'Antico, questo rapprentato da un manufatto archeologico." Comunque sia, arte è. Saluti Illyricum3 punti
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È con molto piacere che vi annuncio che qualche giorno fa, il 21 ottobre 2023, nell’ambito del 5° congresso dei Circoli Numismatici tenutosi a Monza, è nata la FEDERAZIONE ITALIANA DEI CIRCOLI NUMISMATICI. La Federazione mira a riunire tutti le associazioni numismatiche e i circoli italiani e delle aree limitrofe che si occupano di numismatica. Lo scopo è quello di massimizzare le sinergie dei singoli soci nello studio della numismatica e nella sua valorizzazione Fra le attività della federazione: - organizzare incontri sia online che in presenza che permettano ai soci di scambiarsi informazioni e gestire le attività operative dei soci stessi - organizzare un congresso Nazionale periodico coinvolgendo tutte le associazioni, le organizzazioni e istituzioni del settore numismatico-culturale - pubblicizzare e condividere le informazioni sul patrimonio bibliografico dei soci per renderlo fruibile agli aderenti - pubblicizzare e promuovere le attività dei soci tramite il proprio portale web nonché qui sul forum e sui vari social - mantenere un calendario degli eventi e convegni a tema numismatico favorendo il coordinamento delle attività dei soci con lo scopo di evitare perniciose sovrapposizioni Alcune di queste attività erano già in essere anche prima della fondazione ufficiale. Ad esempio da ormai più di un anno stiamo curando il calendario degli eventi che viene anche importato qui nel calendario di lamoneta come su altri siti web e su alcuni canali telegram di numismatica. E ormai sono diversi anni che viene organizzato un congresso nazionale. A seguire un paio di foto, la firma ufficiale dell'atto costitutivo e una foto di gruppo. I primi soci della Federazione sono (ma a brevissimo se ne aggiungeranno altri): Centro Culturale Numismatico Milanese (MI) Centro Filatelico Numismatico Pordenonese (PN) Centro Numismatico Valdostano (AO) Circolo Collezionisti Città di Chiari (BS) Circolo Culturale di filatelia numismatica e militaria di Salò (BS) Circolo Filatelico Numismatico e Collezionistico Parmense (PR) Circolo Filatelico Numismatico Città di Asola (MN) Circolo Filatelico Numismatico Tarvisiano (UD) Circolo Numismatico Bergamasco (BG) Circolo Numismatico Ligure - Corrado Astengo di Genova (GE) Circolo Numismatico Monzese (MB) Circolo Numismatico Patavino di Padova (PD) Società Mediterranea di Metrologia Numismatica (BA) Comunicato stampa 1 - 24 ottobre 2024-1.pdf2 punti
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Il mio pensiero. Io penso che SAL AVG significhi "Salus augusti" ovvero "la salute dell'imperatore"; nel senso di un augurio affinché il sovrano stesse sempre bene non solo per se stesso, ma anche per garantire una "buona salute" a tutto l'impero. Non bisogna dimenticare, inoltre, che Adriano aveva già iniziato in quegli anni a viaggiare per le province imperiali ed era consuetudine chiedere agli dèi di garantire il ritorno a casa in salute dell'imperatore. Mi sembra che, se riferito alla divinità, "augusta" sia scritto per esteso. Buona notte. Stilicho2 punti
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è stato un piacere veder crescere questa iniziativa, prima i congressi di Bergamo, Padova, Genova poi Asola, ed infine Monza dove si è finalmente passati ai fatti. Non è stato semplice, anche il Covid ha rappresentato una sfida aggiuntiva che ha rischiato di far finire un po' tutto nel dimenticatoio, ma forse senza non saremmo giunti agli incontri mensili a distanza ed infine all'associazione. Un complimento a tutti per il tempo dedicato che per alcuni non è stato poco!2 punti
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Dico "credo" perchè non si legge il CIVIT FAMAG https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL9/1 ma tutto il resto corrisponde alla perfezione: la legenda col DVX sul lato croce, quella strana X simile a quella di una moneta dei cataloghi, l'iconografia in generale, pertanto direi che è proprio lei2 punti
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Buon giorno. Senza dubbio la moneta è comune ma a me sembra di ottima conservazione e nonostante sia difficile basarsi solo sulle fotografie senza una visione diretta, direi in zona fdc. Per quanto riguarda il valore andrebbe definito ovviamente il grado di conservazione per cui, visti i due pareri espressi e contrastanti, sarebbe opportuno che altri si pronunciassero. Buona giornata e cordiali saluti. Gabriella Ps. Di nuovo buon giorno Danilo90 non riesco ad aprire una nuova risposta e mi vedo costretta a continuare su questa. Dato che la mia lira del 1924 è in condizioni peggiori di questa postata e se lei volesse declinare l'acquisto la pregherei di indicare il venditore, aderirei volentieri alla richiesta dei 35 euro.2 punti
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Caro Massimo, scusa se il mio precedente commento lo ho a te indirizzato, ho fatto un po' di confusione (come spesso mi succede quando uso l' informatica). Una risposta al tuo intervento comunque la volevo inviare (lo sai che ti stimo): la storia, intesa come ricostruzione ordinata di eventi umani ha una stretta relazione con la politica e quindi anche la numismatica è (di conseguenza) fortemente condizionata dalla politica stessa. Altra cosa (questo è il mio pensiero) sono i dibattiti ,le discussioni partitiche, la conflittualità' ideologica . Ma penso che queste non siano le motivazioni che hanno dato inizio alla discussione su Vittorio Emanuele III. Ma mi domando, è ancora possibile che a distanza di un secolo non si riesca a parlarne, discutere serenamente, a far conoscere il nostro comune passato? Certo, se penso che in tempi piu' recenti si cerco' di proibire ad uno scrittore e giornalista antifascista come Pansa di squarciare il velo sulle verita' negate ai "vinti" non posso dichiararmi ottimista, ma si deve parlarne perchè la democrazia è un bene assoluto e noi cittadini democratici dobbiamo esserne gelosi custodi. Gli insulsi scambi conflittuali e la deriva politica non interessano a nessuno (o quasi), concordo con te nel rifiutarli. Ricambio di cuore i saluti numismatici, ciao SANTI2 punti
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Questo per me è sempre Giovanni Marmora, in linea con quanto ipotizzato nel mio studio sui soldini.2 punti
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Bello. Non credo che qualcuno abbia il Priuli da mostrarci. Se ne conosce uno solo, e anche se il possessore lo mettesse in vendita sarebbe fuori della mia portata.Potrebbe sempre capitare un ritrovamento di un centinaio di pezzi che un nobile dell'epoca ha nascosto in un muro. Ma la vedo dura......2 punti
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Cari Lamonetiani, nel sistemare documenti inerenti la mia collezione, ho ritrovato il documento che riporta la spettroscopia di fluorescenza ai raggi X (XRF) cui sottoposi tempo fa un Marengo del re "Galantuomo". Una curiosità che condivido con voi nella speranza di farvi cosa grata. IL MARENGO SOTTOPOSTO A SPETTROGRAFIA. LA PERIZIA SPETTROGRAFICA. Per maggiori informazioni, potete leggere il PDF: https://chnet.infn.it/wp-content/uploads/2017/06/Molab_XRF.pdf1 punto
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Ciao a tutti, nell'intento di completare la collezione di denari degli Imperatori sono riuscito ad acquistare ad un asta il denario di Caludio. Avendo un budget non illimitato mi sono accontentato se così si può dire di una qualità non elevata ma.di un denario abbastanza raro. Si tratta del denario RIc62 con al retro la raffigurazione della Pace con in mano un caduceonenun serpente ai piedi. Mometa che in buone condizioni va all'asta oltre i mille euro. In questa condizione sono soddisfatto di ciò che ho investito. Mi faceva piacere condividerla con Voi. Ora mi mancano Caligola, Othone, Didio Giuliano, Pescennio Niger e Gordiano 1. Il prossimo obiettivo è Othone ma con molta calma...😅1 punto
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Armi e monili dei Celti all'arrivo dei Romani: scoperta necropoli dell'Età del Ferro a Casalromano La necropoli della tarda età del ferro scavata a settembre 2023 è è la prima collocabile nella tarda età del ferro ad essere stata indagata nella provincia di Mantova con moderni metodi scientifici. La scoperta del nucleo sepolcrale, composto da tredici tombe, si inserisce in un progetto avviato nel corso del 2022 che ha visto alcuni siti del territorio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi interessati da indagini geofisiche (magnetometro e georadar), curate dall'archeologo esperto in field archaeology, Guglielmo Strapazzon, grazie alla collaborazione con l'Istituto Centrale per l'Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Proprio la combinazione tra i risultati del georadar, che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha restituito forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune di esse, ha consentito in prima battuta di procedere a sondaggi mirati che hanno riportato alla luce due tombe a incinerazione con preziosi corredi. Si tratta di due sepolture, una maschile e una femminile, che oltre alle ceneri dei defunti conservavano diversi reperti. In quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule e una collana in vaghi di vetro e bronzo, da quella maschile, invece, il corredo di un guerriero, caratterizzato dalla presenza di uno scudo, di cui si è conservato l'umbone, una lancia, anch'essa senza l'asta in legno, deteriorata dal tempo, una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico. La scoperta ha spinto la Soprintendenza a chiedere ulteriori fondi al Ministero della Cultura per completare lo scavo dell'intera necropoli, affidato alla ditta ArcSAT, al fine di preservare il contesto da eventuali danneggiamenti agricoli e possibili scavi clandestini. La riapertura degli scavi nel mese scorso ha quindi portato alla luce altre undici tombe, disposte con orientamento nord-sud, come le prime due. I corredi emersi confermano un orizzonte cronologico e culturale della tarda età del ferro, compreso tra la seconda metà del II secolo a.C. e l'inizio del I secolo a.C. All'epoca in queste zone erano stanziati i Cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i romani. Proprio queste relazioni pacifiche avrebbero portato i Cenomani ad adottare diverse usanze dei romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l'uso di deporre monete nelle tombe e l'adozione di tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana e armille, che connotano generalmente le tombe femminili. La necropoli di Casalromano è caratterizzata dalla presenza di undici sepolture a incinerazione, con ceneri che dovevano essere contenute in cassette lignee. Queste sepolture hanno restituito notevoli reperti, a partire da armi in ferro, spille (fibule) e recipienti ceramici provenienti da due ricche tombe maschili in posizione centrale nella necropoli. Alle tombe maschili si affiancano sepolture femminili con fibule, ceramiche e collane composte da vaghi in vetro, con colori e decorazioni variegati, e pendenti in bronzo. Fra questi ultimi è particolarmente curioso il ritrovamento di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (MN) apre a diverse ipotesi. Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, conservavano cioè i resti ossei non cremati dei defunti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro. Diversi sono anche i reperti di piccole dimensioni, tra i quali una fibula in bronzo, recuperati dalle attività di setacciatura che hanno visto impegnati i volontari dell'associazione Klousios - Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi nel corso delle attività di scavo. Le indagini sul campo si sono già concluse, ma lo studio della necropoli è solo all'inizio. I ricchi corredi sono stati temporaneamente ricoverati presso il vicino Museo Civico "G. Bellini" di Asola, in attesa del loro restauro a cura della Soprintendenza.1 punto
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I fori romani all'inizio del XX secolo panorama del Colosseo 1850 circa (fotografia di John Shaw Smith). L'arco di Constantin e Meta Sudans sembrano molto soli.1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Adriano (117-138 d.C.) con la personificazione sul rovescio della dea della Salute (Salus) rappresentata in questo caso seduta, con i suoi classici attributi cioè la patera nella mano destra, l'altare sacrificale ai suoi piedi e l'immancabile serpente che si eleva dell'altare attorno al quale è attorcigliato, coniato a Roma. La Salus, divinità venerata affinché il benessere fisico venisse sempre preservato al meglio. Adriano, adottato dall'imperatore Traiano e destinato come suo successore( fu il secondo dopo lo stesso Traiano, adottato e destinato al trono da Nerva nel 96 d.C. data in cui ebbe inizio il periodo degli imperatori adottivi scelti non per successione dinastica e che termino' nel 180 d.C. con Marco Aurelio ) e senza dubbio da annoverare tra i buoni imperatori che seppe assicurarare non solo al popolo della città di Roma ma anche delle province un lungo periodo di benessere ( viaggiò molto proprio per controllare come venivano amministrate e dove riscontrava carenze era lui stesso ad intervenire per migliorare le cose. Vennero coniate anche numerose monete proprio in riferimento a tutti i suoi viaggi ) . Il denario da esame diretto risulta coniato , centrato ed ha svolto la sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 19 mm. 2,80 g. RIC 137b1 punto
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Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. E vi è un tempo per la spettrografia di fluorescenza ai raggi x e un tempo per l'ecografia col liquido di contrasto...1 punto
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Direi che l'emissione per la giornata della filatelia amici di penna sia molto meglio di quello insignificante sul trattato di Maastricht. Ho avuto bisogno di ragionarci per capire che era un 30.1 punto
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Grazie per il consigli di portarla ad un istituto di credito. Si non viene attratta ne sulla corona e ne sulla parte centrale. La corona è tutta zigrinata senza stellette Purtroppo non ho un bilancino di precisione. Ho pesato un 2 Euro normale e pesa 9 g e anche quello falso mi da 9 g.1 punto
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@Adelchi66 immaginiamoci le dimensioni delle sopracciglia....forse le pinzette appartenevano a Polifemo o a un suo fratello ?1 punto
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Lavori alla rete idrica. A Giugliano scoperta tomba romana intatta con splendidi affreschi. Il significato dei dipinti. Corredo integro Durante i saggi del terreno preliminari ai lavori relativi alla Rete Idrica Flegrea, nel territorio Giugliano, in provincia di Napoli, è emersa una tomba di più di 2000 anni fa, intatta e riccamente affrescata. Questa scoperta archeologica ha gettato luce sulla ricca storia di questa regione. L’annuncio è stato dato dal sindaco Nicola Pirozzi. Durante gli scavi condotti a una profondità di circa 4/5 metri, è stato rivelato un muro di probabile fattura romana, caratterizzato da uno stile simile a quello opus reticulatum, pur con qualche anomalia. Questo elemento architettonico ha rivelato l’ingresso. La vera sorpresa è stata la scoperta di affreschi ancora ben conservati che decorano l’interno della tomba. Uno di questi rappresenta due figure mitologiche complesse: uomini nella testa e nel torso, ma con la parte inferiore del corpo che presenta le zampe anteriori di un cavallo e la coda di un serpente marino o di un pesce. Le creature misteriose dovrebbero essere ittiocentauri, accompagnati da due putti. Lo spettacolo che si è presentato agli occhi del Soprintendente Mariano Nuzzo, il primo ad accedere alla camera sepolcrale, dopo aver rimosso le tegole di chiusura, è stato quello di un momento cristallizzato nel passato di oltre 2000 anni fa. “L’emozione che suscita il privilegio di una simile scoperta è indescrivibile. ha detto Nuzzo -Il lavoro che tiene la Soprintendenza impegnata nelle sue instancabili azioni di tutela e la passione profusa dagli archeologi sul campo, oggi finalmente hanno ricevuto un degno riconoscimento. Un sentito ringraziamento va anche ai Carabinieri del Nucleo Tutela che ci supportano costantemente e con grande energia nel nostro lavoro e che, in questo caso particolare, si dimostrano una risorsa indispensabile per garantire la sicurezza dell’area. Il territorio di Giugliano, dopo anni di oblio, sta finalmente restituendo significative vestigia del suo glorioso passato, da preservare e tutelare, grazie ad uno sforzo comune” “L’ambiente – dice la Soprintendenza napoletana, in una nota – presenta il soffitto e le pareti affrescate, in perfetto stato di conservazione, con scene mitologiche, Ittiocentauri che sorreggono un clipeo sulla parete frontale, festoni che girano tutt’intorno la camera, e rappresentazioni figurate tra cui spicca un cane a tre teste, da cui la denominazione convenzionale del mausoleo come Tomba del Cerbero. Tre klìnai dipinte, un’ara con vasi per libagioni, inumati ancora deposti sui letti funebri con ricco corredo, completano il quadro di una scoperta che, in questo territorio, non ha precedenti”. “L’area della necropoli – prosegue la Soprintendenza – si pone significativamente in un punto nevralgico dell’ager Campanus, nei pressi di assi centuriali noti, ed equidistante dagli antichi assi stradali della via Cumis-Capuam e della via per Liternum. In particolare, da una prima analisi del contesto, sembra che la zona possa gravitare nella sfera culturale e politica di quest’ultima”. Gli ittiocentauri sono piuttosto usati nell’iconografia antica, ma assenti nella mitologia. Sono spesso raffigurati come cavalcature delle ninfe. I due ittiocentauri più famosi sono Afro (personificazione della schiuma del mare) e Bito (personificazione della profondità del mare). Le code arrotolate degli ittiocentauri rinviano alla forma dell’uroboros, il serpente che morde la propria coda formando un cerchio che allude all’eternità e all’eterno ritorno. I putti potrebbero riferirsi anche alle vaghe e candide animule dei defunti, che torneranno a vivere. Ciò che i due animali mitologici reggono è probabilmente uno scudo a rotella, che funge anche da specchio da utilizzare contro la gorgone per antonomasia, Medusa, che, per volere di Persefone, era la custode degli Inferi. Il clipeo – inteso pure come scudo-specchio – può essere infatti strettamente legato alla leggenda di Perseo che, su ordine di Polidette, il signore dell’isola di Serifo, fu incaricato di consegnare la testa di Medusa. Prima di affrontare questa pericolosa missione, Perseo si recò dalle Graie, le sorelle delle Gorgoni, e le costrinse a rivelargli la strada per raggiungere le Ninfe. Le Ninfe gli donarono sandali alati, una bisaccia e un elmo che lo rendeva invisibile. A questi preziosi doni si aggiunsero uno scudo impeccabilmente levigato, regalato da Atena e in grado di riflettere l’immagine di Medusa, e un falcetto da parte di Ermes. Armato in questo modo, Perseo si diresse verso le Gorgoni. Approfittando del fatto che erano addormentate, utilizzò lo scudo divino di Atena per guardare l’immagine di Medusa e evitarne lo sguardo pietrificante. Con destrezza, tagliò la testa di Medusa e la nascose immediatamente nella bisaccia delle Graie. Sulla parete opposta della tomba, un affresco raffigura una delle celebri 12 fatiche di Ercole, ovvero la sua lotta con il temibile cane infernale Cerbero. Il dio Mercurio, guida di Ercole, è raffigurato come testimone di questa epica sfida. Questo affresco accompagna i defunti nell’Aldilà, in un viaggio senza mostri, illuminato da Mercurio. Ma la scoperta non si limita solo agli affreschi. All’interno della stessa tomba è stato rinvenuto un corredo funerario completamente intatto e in attesa di essere accuratamente catalogato. Questo corredo potrebbe offrire preziose informazioni sulla vita e le credenze dei defunti, nonché sull’epoca in cui vissero. Giugliano è una città che affonda le sue radici nell’età del ferro, con i primi insediamenti fondati dagli Osci. In seguito, sotto il dominio dell’antica Roma, diventò un luogo di grande importanza. Intorno alla metà del I secolo a.C., la città ospitò un gruppo di esuli Cumani, contribuendo ulteriormente alla sua storia ricca e complessa. Nell’attuale territorio comunale di Giugliano sorgeva la città romana di Liternum. Fondata nel 194 a.C. come colonia marittima, Liternum si estendeva lungo la sponda meridionale del Lago Patria ed è rimasta legata indissolubilmente alla figura di uno dei più grandi eroi dell’antica Roma, Scipione l’Africano. Scipione l’Africano, noto per le sue vittorie militari durante la seconda guerra punica, si ritirò dalla vita politica e militare dopo il suo trionfo su Annibale a Zama nel 202 a.C. Dopo il ritiro, Scipione scelse di stabilirsi nella sua villa nei pressi della colonia di Liternum, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita e morì nel 183 a.C. Questa decisione di ritirarsi in questa zona non fu casuale, in quanto Liternum offriva un ambiente tranquillo e pittoresco, ideale per il riposo e la contemplazione per un uomo di stato e generale come Scipione. Grazie agli scavi archeologici condotti tra il 1932 e il 1937, siamo stati in grado di gettare luce sulla grandezza di Liternum. I risultati degli scavi hanno rivelato una città ricca di monumenti e strutture, testimonianze del suo passato glorioso. Tra i reperti più significativi, spiccano: Il Foro: Il centro politico e sociale di Liternum, dove si svolgevano le attività pubbliche e le riunioni della comunità. Il Capitolium: Un tempio dedicato alla triade capitolina, composta da Giove, Giunone e Minerva, che rappresentava il cuore religioso della città. Il Tempio: Un altro importante edificio religioso, dedicato a divinità diverse, che sottolinea la pluralità di credenze religiose nell’antica Roma. La Basilica: Un edificio pubblico utilizzato per scopi giuridici e commerciali, dove si svolgevano le attività legali e mercantili della città. Il Teatro: Un luogo di svago e intrattenimento, dove gli abitanti di Liternum potevano godersi spettacoli teatrali. Anfiteatro: Questa arena era il luogo dove si tenevano giochi gladiatori e altri eventi di intrattenimento. Oltre a queste strutture monumentali, gli scavi hanno anche portato alla luce quartieri residenziali e segmenti della rete stradale della città, offrendo un’immagine completa della vita quotidiana a Liternum. Per preservare questa straordinaria eredità storica, è stato creato un parco archeologico nel luogo dei ritrovamenti. Questo parco permette ai visitatori di immergersi nell’atmosfera dell’antica Liternum, esplorando le rovine e ammirando i resti delle maestose strutture. Inoltre, una parte dei reperti archeologici rinvenuti durante gli scavi è esposta con orgoglio nel Museo archeologico dei Campi Flegrei, offrendo ai visitatori l’opportunità di approfondire la loro conoscenza sulla storia di Liternum e della figura di Scipione l’Africano. https://stilearte.it/lavori-alla-rete-idrica-a-giugliano-scoperta-tomba-romana-con-due-sepolture-e-splendidi-affreschi-i-corredi-sono-intatti/1 punto
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Si questo è vero, ma io ho la ricevuta di ogni moneta che compro fuori Italia, quindi ne giustifica la provenienza. Poi se sono state esportate illecitamente non posso dirlo, ma io sono tutelato da un eventuale atto giudiziario nei miei confronti.1 punto
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Mille brocche medievali e rinascimentali, un sigillo del re e tanti utensili antichi recuperati dal fondo del Pozzo delle meraviglie Sono stati presentati questa mattina, mercoledì 11 ottobre 2023, i risultati della campagna di scavi condotta nel sito archeologico di Campo della Fiera, sotto la rocca d’Orvieto, dove l’Università di Foggia è impegnata nelle indagini di un pozzo medievale. Le attività, condotte dal prof. Danilo Leone, hanno portato, nel corso degli anni, a notevoli scoperte. Tanti, infatti, i preziosi reperti che sono stati mostrati durante la conferenza stampa: dal sigillo di Filippo il Bello, alle straordinarie ceramiche policrome. Nel corso della campagna di scavi che si svolge annualmente presso il sito archeologico di Campo della Fiera, a Orvieto, l’équipe di archeologi dell’Università di Foggia, diretta dal prof. Danilo Leone e dal dott. Vincenzo Valenzano, ha riportato, infatti, alla luce un pozzo, profondo 11 metri, che custodiva circa mille brocche in perfetto stato di conservazione, utilizzate tra il XIII e il XVII secolo. La cisterna, che ancora oggi raccoglie l’acqua proveniente dalla falda sotterranea, rappresentava la riserva idrica del convento medievale di San Pietro in Vetere e fu utilizzata anche dopo l’abbandono del complesso ecclesiastico, nel corso dei mercati stagionali che, come ricordano le fonti, si svolgevano accanto alla chiesa nel XV e XVI secolo. “I numerosi e splendidi reperti che oggi abbiamo potuto ammirare sono la testimonianza viva e tangibile di quanto siano stati sorprendenti i risultati di questa campagna scavi nel sito archeologico di Campo della Fiera. Grazie all’eccellente lavoro dei nostri ricercatori, coordinati sul campo dal prof. Leone, questo sito archeologico caratterizzato da uno straordinario connubio tra storia e natura si sta rivelando di una bellezza e di un’importanza che accrescono ad ogni campagna di scavi. Un progetto di valorizzazione che ci riempie di orgoglio non solo sotto il profilo della ricerca scientifica ma anche didattico. Alla campagna scavi, infatti, hanno partecipato i nostri studenti che hanno svolto attività di studio e ricerca direttamente sul campo a completamento della loro formazione maturando un’esperienza di alto profilo, che ha offerto loro la possibilità di utilizzare i più moderni strumenti messi a disposizione dalla tecnologia nonchè diverse competenze scientifiche che solo una sede universitaria di eccellenza come quella di Foggia è in grado di offrire.” – ha affermato il prof. Lorenzo Lo Muzio, Rettore dell’Università di Foggia. Alla Conferenza stampa sono intervenuti: il prof. Sebastiano Valerio, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici; il prof. Danilo Leone, Coordinatore della campagna di scavo e Delegato del Rettore alla Terza Missione; Gianna Ferrara – Studentessa del corso di laurea magistrale interateneo in Archeologia. “La campagna di scavo presentata stamattina rappresenta un fiore all’occhiello per questo Dipartimento e per l’Università intera – ha dichiarato il prof. Sebastiano Valerio, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici -. È l’ennesima riprova dell’eccellenza raggiunta in questo campo dai nostri ricercatori, impegnati per altro su più fronti di ricerca. In questo caso specifico l’importanza e la bellezza dei reperti ritrovati è davvero straordinaria ed è un contributo importante che questa Università offre all’avanzamento degli studi”. “L’eccezionalità del rinvenimento – sostiene il prof. Danilo Leone, Coordinatore della campagna di scavo e Delegato del Rettore alla Terza Missione -, consiste non solo nello straordinario stato di conservazione dei reperti, già in fase di restauro, che serbano ancora le decorazioni e i colori intensi degli smalti, ma anche perché si tratterebbe di uno dei pochi contesti ceramici di età medievale e moderna rinvenuti in un complesso extraurbano, indagati secondo le moderne tecniche dell’archeologia stratigrafica”. Alla conferenza stampa è intervenuta altresì Gianna Ferrara – Studentessa del corso di laurea magistrale interateneo in Archeologia che ha così dichiarato: “A pochi giorni dal conseguimento della laurea in Archeologia, sono molto contenta oggi di avere l’opportunità di condividere con voi l’esperienza straordinaria che ho vissuto partecipando a questo scavo archeologico. Questa avventura ha senza dubbio lasciato un’impronta profonda nella mia formazione accademica ma ha soprattutto arricchito la mia comprensione del passato e alimentato ancor di più questa mia passione per l’archeologia. Lavorare a stretto contatto con archeologi esperti, ricercatori e colleghi mi ha insegnato i valori dell’attesa e della scoperta, della metodologia e del lavoro di squadra. Insieme ad altri studenti, abbiamo setacciato la terra con pazienza e attenzione, abbiamo documentato ogni ritrovamento, confrontato le nuove conoscenze sul sito con quelle già esistenti e abbiamo esultato nel riportare alla luce dei reperti di una bellezza straordinaria che oggi possono essere ammirati da tutti. Reperti che sono l’invito rivolto a ciascuno di noi a difendere e preservare il nostro patrimonio culturale che deve essere valorizzato e reso fruibile alla collettività. Ringrazio il prof. Leone e tutti i docenti che mi hanno accompagnato nel mio percorso di studio offrendomi l’opportunità di maturare esperienze sul campo di altissimo profilo scientifico ma anche sul piano personale. ” I risultati della campagna di scavi La consistente quantità di brocche e forme chiuse per contenere liquidi, conferma la peculiarità della formazione del deposito, esito di una perdita dei vasi nell’atto di attingere l’acqua, azione quest’ultima prolungata nel tempo fino al suo abbandono. Questa ipotesi suggestiva è confermata dal rinvenimento di ganci, rampini e anelli di catena, uno dei quali ancora inanellato nell’ansa del vaso, spezzatosi nel tentativo di recupero del recipiente. Solo nel caso dello strato della prima metà del XIV secolo, si può ipotizzare uno scarico volontario, avvenuto in concomitanza con la peste del 1348-1349, quando il pozzo fu abbandonato e smantellato e al suo interno gettati la vera e i blocchi della struttura oltre a oggetti considerati evidentemente contaminati. Tra i ritrovamenti in particolare spicca la fiaschetta di un pellegrino della seconda metà del Duecento che, raggiunto il convento, deve aver perso il contenitore nel pozzo nel tentativo di riempirlo d’acqua. Non mancano poi le raffigurazioni legate al bestiario mitologico, come grifoni e sirene. Straordinaria, dal punto di vista storico, la scoperta, sul fondo del pozzo, di una matrice di sigillo in bronzo, volutamente frammentata in quattro pezzi. Il reperto rappresenta un sovrano seduto in trono, fiancheggiato da due leoni; indossa una corona con tre gigli ed è vestito con mantello e dalmatica con maniche bordate di treccia di gigli. Nella mano destra tiene un giglio e nella sinistra uno scettro terminante con lo stesso fiore. La testa copre parte dell’esergo. Si tratta di una matrice di sigillo della cancelleria regia di Filippo IV il Bello (1285-1314). Al momento non sono noti i motivi della presenza del prezioso reperto nel pozzo, tuttavia è verosimile che la sua rottura volontaria e il successivo occultamento sia avvenuto all’indomani della morte del sovrano (1314). Tra i numerosi reperti raccolti si segnalano una rara ciotola in legno relativa al lotto di stoviglie usate dai Francescani, reperti faunistici e resti botanici, tra i quali semi di zucca, gherigli di noci, noccioli di pesca ed altri semi non identificati, resti probabilmente di vite. Gli oggetti in metallo tra cui roncole, accette, falcetti e rasoi per la concia delle pelli, posate, coltelli, ganci e catene ci raccontano la vita quotidiana del convento e della comunità dei contadini della pieve. “La lunga vita del pozzo di Campo della Fiera – afferma il prof. Danilo Leone -, per cinque secoli luogo di confluenza di religiosi, contadini, pastori, mercanti, pellegrini e soldati, oggi permette di annodare la storia del territorio con i grandi eventi di età medievale e moderna”. L’indagine del pozzo, inoltre, resa difficile dalla profondità e dalla presenza di sei metri di acqua, è stata possibile grazie al contributo degli speleologi A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) di Roma. Le ricerche ormai ventennali del sito sono condotte su concessione ministeriale dall’Associazione Campo della Fiera e dirette dalla prof.ssa Simonetta Stopponi, in collaborazione con il prof. Danilo Leone dell’Università di Foggia, con il supporto finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. I risultati finora ottenuti sono del massimo interesse e documentano l’importanza storica di un luogo che dal VI secolo a.C. fu dapprima sede del santuario federale etrusco, noto come il Fanum Voltumnae, venne poi ristrutturato in epoca romana e continuò a vivere in epoca cristiana e medievale. I risultati dello scavo del pozzo saranno, inoltre, presentati a fine ottobre a Roma dove, presso la Fondazione Marco Besso, sarà inaugurata la mostra LA STORIA NELL’ACQUA. Il pozzo medievale di Campo della Fiera a Orvieto. https://stilearte.it/mille-brocche-medievali-e-rinascimentali-un-sigillo-del-re-e-tanti-utensili-antichi-recuperati-dal-fondo-del-pozzo-delle-meraviglie/1 punto
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Il grande e purtroppo compianto Philippe Daverio diceva proprio in queste occasioni: "adoro la maionese, amo la torta di mele, ma la maionese con la torta di mele no!" Premettendo che il gusto personale delle persone è qualcosa di libero e difficilmente uniformabile, personalmente credo che fare questo genere di operazioni intellettuali è un vero azzardo perché si vanno ad accostare idee e concetti talmente lontani sia per arco temporale che per idee concettuali. @Illyricum65hai ragione quando parli di una questione di abitudine, col passare del tempo diventa normale (ed accettabile) quello che prima ci scioccava. Ma l'abitudine può avvallare sempre ogni forma di trasgressione/innovazione artistica ? Questa è la domanda che mi faccio.1 punto
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Ciao per questa tipologia, caratterizzata da metallo tenero, sovente soggetto a cancro del nichel, e di norma non scevro da colpetti, tra SPL e FDC c'è un abisso e le quotazioni subiscono un moltiplicatore anche di venti/trenta volte al passaggio tra i due gradi di conservazione. A me onestamente sembra lontano dal FDC, anche perché sarebbero degli imbecilli a dartela a 35 euro onestamente, e oggigiorno nessuno regala niente, ma aspetta altri e più qualificati pareri. A questo prezzo anche SPL è un buon acquisto peraltro.1 punto
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Ciao Xavier, visto il diametro opterei per un bottone da abito civile : data la notevole ossidazione penso sia un oggetto di scavo e trovo difficile azzardare ipotesi sulla sua datazione ma non credo sia antico, dall'800 in avanti.... Saluti.1 punto
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Caro Santi ancora una volta ti distingui per educazione, correttezza e cordialità un saluto cordiale1 punto
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Ahh.. ok capito. Grazie a tutti ancora. Ho letto per esteso, le interessanti considerazioni riguardo l'aes signatum di Tarquinia e l'attribuizione del monogramma TA. Davvero interessante anche il forum segnalato da @gpittini, sulla monetazione imitativa. PS: Sto provando a sentirmi la conferenza in inglese, oramai sono "international" 😀1 punto
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Ci è stata vietata, sin da piccoli, la conoscenza della nostra storia. La scuola, per ragioni di opportunismo politico , fermava l' insegnamento della storia alla prima guerra mondiale, come se non ci fosse stato un "dopo": anche la "questione romana", argomento politicamente molto sensibile, veniva di fatto trascurata e oscurata. Abbiamo vissuto per decenni in un "limbo" culturale di non conoscenza della nostra identita' pregressa, storicamente orfani, veri analfabeti di storia del xx secolo. Per cio' che attiene al secondo dopoguerra poi, un assordante silenzio ha accompagnato le tragedie di cui sono stati vittima tanti italiani innocenti e apolitici: mi riferisco ai trecentomila profughi istriani e dalmati cacciati dalle loro terre dal terrore titino: Sono convinto che se tu chiedi una opinione sull' "esodo" molti italiani ti risponderanno che "ad agosto il traffico lo rallenta". Ben venga dunque una serena trattazione dei temi storici riguardanti il secolo passato, sopratutto a favore delle giovani generazioni. In quest' ottica apprezzo la discussione aperta da Vigano' su Vittorio Emanuele III con la speranza che dopo questa altre ne seguano: in una democrazia compiuta la conoscenza storica e la liberta' di espressione sono diritti, non concessioni.1 punto
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Grazie, ancora ragazzi. Ringrazio tutti i partecipanti del forum per gli interventi. Ho una dose di entusiasmo bella alta, e anche molta curiosità che certe volte mi mette il bastone tra le ruote. Tengo a precisare solo una cosa, stavo cercando notizie sul forum, possibili risposte, ero fuori casa e la conessione non funzionava bene, non mi era stato proprio caricato il messaggio di @Tinia Numismatica e avevo aggiunto al post "si potrebbe trattare di Tarquinia?" Il ciò sembra un intervento testardo, indirizzato solamente sulla propria idea con un paraocchi. È stato un errore, non mi ero proprio accorto. Non so se mi son spiegato bene. Però continuo a ringraziare tutti,per gli interventi e la condivisione di forum altrettanto interessanti. Buon serata Horasdoceo1 punto
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A 20 km da Torino, in Buttigliera Alta di val di Susa, per iniziativa di Umberto III di Savoia ( 1148-1188 ) verso fine XII sec. viene realizzato, in forme romanico-gotiche, il complesso della abbazia di San Antonio di Ranverso, con chiesa, foresteria per pellegrini ed ospedale/lazzaretto . Risalgono attorno al 1150, notizie della presenza di una cappella/chiesetta nell' area del Rivus Inversus, che sarà probabilmente all' origine del nome Ranverso . Nella vicina Susa, i Savoia, in " palatio Secusie " , impiantano la loro prima zecca in territorio di Italia, dove saranno battuti denari segusini in argento anche in nome di Umberto III .1 punto
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Ciao @Franchino.65 Ho letto che sei un semplice appassionato (come me) e iscritto da poco al forum. Il tuo antoniniano piace anche a me, soprattutto sul dritto, dove trovo l'effigie di Gordiano III molto espressiva, quasi quella di un bambino (sappiamo che diventò augusto da ragazzino). In linea generale, quando posti una moneta, indica sempre i dati di peso e diametro che potrebbero essere molto utili, soprattutto in caso di dubbio di autenticità. Ora prova a identificarla correttamente secondo il RIC, un esercizio molto utile per imparare a studiare le monete ed a riconoscerle. Poi, vai anche a studiarti il contesto storico in cui la moneta e' stata coniata. Ciò renderà il tuo collezionismo sicuramente più gratificante. Ciao. Stilicho1 punto
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Aggiungo SANTUARIO DELLA B. V. DI BARBANA presso GRADO La Chiesa fu eretta nel 582 a seguito di un evento miracoloso, ricostruita più volte nel corso dei secoli, conserva una tavola bizantina che è venerata come miracolosa. Ultima ricostruzione risale al 1923, l'altare barocco del 700 con statua lignea del 1490 rappresenta la Madonna come Regina e Madre della Chiesa, seduta sul trono con Gesù in braccio.1 punto
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Le monete con al rovescio l’elefante con guida e senza guida furono verosimilmente coniate in Akraleukè o comunque nel Sud Est della Spagna successivamente allo sbarco dei generali Barcidi nel 237. Sono eleganti monete in argento rappresentanti Melqart, il cui culto era già molto diffuso nel sud della Spagna e divinità patrona della famiglia Barca. Sono shekel, multipli e frazioni di ottimo stile che nulla hanno da invidiare ai raffinati tetradrammi siciliani: alcuni studiosi hanno teorizzato che il Melqart, di diverso aspetto nei vari nominali, in realtà raffigurasse i tre generali (in realtà sono due con la barba Amilcare e Asdrubale il ritratto imberbe, Annibale era ancora troppo giovane anche se qualcuno lo identifica con il ritratto suk quarto di shekel) e intravedono pertanto la loro aspirazione e ambizione a voler fondare una monarchia di tipo ellenistico in territorio iberico. Tale ipotesi è probabile che fosse anche il timore dell’ oligarchia cartaginese e forse per questo motivo che l’impresa dei Barca in Spagna e la successiva guerra di Annibale in Italia non fosse vista con buon occhio. Di questo però non abbiamo alcuna certezza e fondamento ed in particolare rispetto alla rappresentazione dei ritratti sulle monete. Personalmente ritengo poco plausibile che i ritratti volessero rappresentare i generali cartaginesi. Di seguito aggiungo anche un poco posteriore 3 shekel con al dritto un ritratto diademato al dritto che potrebbe rappresentare Eshmun-Adonis. Per me è una della monete più belle coniate da Cartagine 3 shekel 2 shekel 1 e 1/2 shekel [?] 1/4 shekel 3 shekel Eshmun-Adonis1 punto
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Scusa, @VALTERI, perché non circostanzi più i titoli dei tuoi post? sono sempre tanto generici: I longobardi, Ilderico, merovingians, Visigoti. Almeno si capisce di cosa si parla. Grazie per la comprensione1 punto
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Taglio: 2 euro cc Paese: Malta Anno: 2018 Tiratura: 320.000 Condizioni: BB+ Città: Siracusa1 punto
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taglio: 2 euro commemorativo paese: Lussemburgo anno: 2023 A tiratura: 133.500 condizioni: bb città: Gallarate (Varese)1 punto
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Ancora più interessante questo mezzanino che a causa della ribattitura sembra avere ANDR DADVL1 punto
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I fatti più salienti: I guerra mondiale - La decisione di entrare in guerra fu presa esclusivamente dal sovrano, in collaborazione con il primo ministro Salandra, desideroso e smanioso di conquistare Trento e Trieste, contro il pensiero: della maggioranza della popolazione italiana; dei cattolici; di buona parte degli industriali, banchieri finanzieri; e pure di una parte dei militari. Per non parlare del tradimento del patto della Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria (che avevano addirittura promesso concessione territoriali per la neutralità) con il quale l'Italia e gli Italiani vennero da quel momento in poi considerati dei traditori seriali, quindi un gran bel danno all'immagine! - conseguenze della guerra: a) le forze armate andarono incontro ad una spaventosa carneficina, tra il fango, la neve delle trincee e tra indicibili stragi e sofferenze. Si parla di 650.000 soldati morti (200.000 in più rispetto a quelli della II guerra mondiale) e di 450.000 mutilati b) dopo la vittoria al tavolo della pace l'Italia fu completamente snobbata ed umiliata; il cosiddetto "trionfo mutilato" vanificò tre anni di sacrifici e dimostrò l’assoluta carenza di carisma di un re che non fece nulla per imporre la volontà di un paese che ha sacrificato i suoi cittadini! c) crisi economica, povertà, disoccupazione d) bande armate che scorrazzano per il Paese e) fascismo Ventennio - il re invece di fermare ed arrestare i manifestanti della marcia su Roma, affidò il governo al suo comandante; - il re firmò tutte le leggi liberticide e razziali - permise l'alleanza con la Germania nazista (adesso non gli faceva più schifo come nel 1915 ?) - non si oppose all'entrata in guerra dell'Italia (II guerra mondiale) - durantele guerra scappò ( a differenza di molti altri monarchi: Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Belgio....) Quindi cosa dire: se questa è la solita minestra antimonarchica (fatta però da un monarchico) , vorrei sapere cosa ha fatto di buono come capo di stato sua altezza (ma tanto tanto non lo era) ...1 punto
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