Vai al contenuto

Classifica

  1. caravelle82

    caravelle82

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      11461


  2. Ptr79

    Ptr79

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      1913


  3. lorluke

    lorluke

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      2902


  4. Oppiano

    Oppiano

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      8166


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/10/23 in Risposte

  1. Recentemente ho acquistato la moneta repubblicana in foto , un Quadrante Cr. 84/6 , non in eccellente conservazione ma attratto principalmente da quel monogramma posto davanti la prua di nave al quale si attribuisce il nome di ROMA appunto in monogramma RMA con un cerchietto sopra la A , a completare la O mancante di ROMA , anticipando , credo , di parecchi secoli l' uso dei monogrammi a partire dal V / VI secolo , rendendo questa limitata serie di monete di grande interesse . L’ acquisto di un esemplare di questa particolare serie di monete e’ derivato principalmente dalla curiosita’ di cercare di capire per quale motivo venne rappresentato il nome ROMA per due volte , uno completo in alto sopra la prua e uno in monogramma davanti la stessa . La serie di queste monete , nella quale mancherebbero il Triente e la Semoncia , viene attribuita come emissione ad una incerta o sconosciuta zecca del Sud- Est d’ Italia , cioe’ come ad esempio la L sta per la zecca di Lucer(i)a , cosi’ il monogramma ROMA starebbe ad una zecca del Sud Italia , limitrofa a Lucer(i)a o da essa piu’ lontana . Per quante ricerche abbia fatto non ho trovato nessuna zecca di antica citta’ del Sud-Est d’ Italia od anche del Sud-Ovest , che iniziasse con R e terminasse con A , ed allora mi sono riposto la domanda : perche’ nel conio venne ripetuto per due volte ROMA ? Ammesso che il monogramma indichi la citta’ o zecca di ROMA ? Se questa seconda domanda indicasse veramente la zecca di ROMA , sarebbe il primo ed unico caso , relativamente al periodo repubblicano e ai primi due secoli e mezzo imperiali , di una antica moneta romana recante la sigla di emissione della zecca di Roma . Sara' cosi' ? dai dati ufficiali sembrerebbe di no , e' sigla di zecca del Sud-Est d' Italia . Non del tutto convinto del significato di questo monogramma ho continuato nelle mie ricerche ed ho trovato che nell’ antica Roma e’ esistita una , per me sconosciuta , Gens Romania , nota esclusivamente da una grandissima quantita’ di personagggi e di epigrafi sopravvissute a partire circa dalla fine della Repubblica fino all’ eta’ imperiale intorno e forse passato il 300 d.C. . Questa Gens pare che non abbia dato a Roma uomini politicamente importanti , questo pero’ potrebbe dipendere dalla perdita di tanti testi antichi . Queste alcune notizie della Famiglia : “La gens Romania era un' oscura famiglia plebea dell' antica Roma . Nessun membro di questaGens appare nella storia , ma molti sono noti dalle iscrizioni . Il Nomen Romanius appartiene ad una grande classe di gentilizi formata da cognomi che terminano con il suffisso -anus , tipicamente derivato da toponimi . Probabilmente alcuni dei Romanii in base ad alcuni Prenomen potrebbero essere di discendenza osca . In epoca imperiale , i Romanii usavano un certo numero di cognomi , ma tutti sembrano essere stati cognomina personali e i Romanii non sembrano essere stati divisi in famiglie distinte” La Famiglia Romani o De Romani , esiste ancora oggi , naturalmente senza alcuni legami con l’ antica . Un componente ben conosciuto della Famiglia di cui e’ conservata la lapide , fu Caio Romanio Capito, un Equites nativo di Celeia , era un soldato di cavalleria , sepolto in una tomba risalente alla seconda metà del I secolo d.C. a Mogontiacum in Germania Superiore , morto all' età di quarant' anni dopo aver prestato servizio per diciannove anni . Questa Gens forse non raggiunse importanti cariche pubbliche , pero’ fu certamente molto nota , il lungo elenco di suoi componenti e le tantissime epigrafi arrivate fino a noi confermano la loro grande diffusione nel territorio romano . https://en.wikipedia.org/wiki/Romania_gens Sarebbe interessante capire se il monogramma della moneta repubblicana in articolo appartenesse a qualche sconosciuto componente di questa Gens che raggiunse almeno la magistratura monetaria , oppure se il monogramma non sia semplicemente un non noto simbolo di qualche sconosciuta zecca del Sud Italia come i dati ufficiali confermano . In foto la moneta trattata nell’ articolo Lapide originaria del cavaliere romano Caio Romanio Capito , Lapide di un’ altro Romanio conservata in copia a Bonn , l’ antica Bonna , personaggio che avendo in mano un rotolo sembra avere ricoperto qualche carica pubblica . Altra lapide di un Romanio di Lambesi in Numidia (Algeria) Ultima lapide elencata sopra
    4 punti
  2. A domani cari tutti dove la realtà prenderà totalmente spazio sul virtuale per una festa della nostra numismatica ! Ore 9,30 precise, Sala Duomo al primo piano, Hotel del Ville !
    3 punti
  3. Okay però se facciamo questo ragionamento allora non perculiamo quelli che mettono i 2€ commemorativi a 100.000€ su ebay perché è anche quello libero mercato... Secondo me la cosa che conta è la consapevolezza, un conto è pagare uno sproposito sapendo di star pagano parecchio quella moneta, altro discorso e se non si è al corrente che quel prezzo è esagerato. Certo, mi si potrebbe dire che la colpa è del collezionista fesso che non ha studiato/approfondito, dall'altro lato però servono dei riferimenti a cui rivolgersi e ci si aspetta che un commerciante sia onesto nella cifra richiesta (o quantomeno che l'abbia decisa la cifra). Personalmente, in ben due casi, mi sono visto chiedere 500€ in più rispetto a qualche altro collezionista che si è informato per i medesimi esemplari dalle stesse persone (entrambi commercianti con negozio, p.iva, ecc...).
    3 punti
  4. Direi che per il dettaglio della foglia della spiga a sinistra e il simbolo potrebbe trattarsi della Johnston 27, a cui peraltro rimanderebbe anche il peso del tuo esemplare, pressoché corrispondente a quelli noti: 3.89 g SNG X Morcom 278 3.46 g SNG Klagenfurt 261 SNG X Morcom 278 Di recente è apparso un ulteriore esemplare riferito sempre alla serie 27 ma di peso più basso: https://www.acsearch.info/search.html?id=11492041 Lucania, Metapontion Æ 14mm. Circa 340-275 BC. Head of Demeter to right, wearing wreath of grain ears / Barley ear with leaf to left; [star above leaf], META downwards on right. Johnston, Bronze 27; HN Italy 1662; HGC 1, 1110. 2.84g, 14mm, 12h.
    3 punti
  5. Credere ai 114 esemplari è come credere a Babbo Natale. E non dimentichiamo mai cosa aveva scoperto il Col. Luppino...
    3 punti
  6. Salve a tutti. Arrivata oggi da London Ancient Coins così classificata : "Southern Lucania, Metapontion, c. 300-250 BC. Æ (16.5mm, 4.16g, 6h). Wreathed head of Demeter r., wearing earring and necklace. R/ Grain ear with leaf to l. Johnston Bronze 59; HN Italy 1695." Rutter per la 1695 specifica "no simbols" mentre sulla foglia sicuramente qualcosa c'è, anche se le condizioni della moneta non aiutano. L'unico bronzo di questo tipo (Demetra a destra/spiga e simbolo su foglia a sinistra, META a destra) è la Johnston 27 che sulla foglia ha una stella... che dire? secondo me ci può stare, alternative non ne ho trovate. Mi piacerebbe qualche parere, grazie in anticipo...
    2 punti
  7. Non sono un esperto di questo tipo di monete. Ma ho l'impressione che, con le dimensioni segnalate, sono in presenza di una replica. Se è così, forse qualcuno mi può indicare un altro esemplare-replica dello stesso tipo? Grazie dell'attenzione. Giulio De Florio
    2 punti
  8. Riporto il mio intervento nella discussione di dieci anni fa https://www.lamoneta.it/topic/110631-olio-di-vasellinapro-o-contro/#comment-1253185 Per l’olio di vaselina non so, ma in linea teorica direi non contro. Per la vaselina pro, anche dalla mia pur scarsa esperienza pratica. La vaselina si presenta in massa semisolida, omogenea, translucida e filante, lievemente fluorescente, con apparenza e consistenza di unguento. Si può usare per ripulire e migliorare l’aspetto di una moneta senza pericolo di danneggiarla dal punto di vista chimico o fisico. Per la pulizia si applica uno strato di vaselina su entrambe le facce lasciandola a contatto per un certo tempo in modo che il potere solvente della massa semisolida costituita da una miscela di idrocarburi (quindi molto lipofila) si possa esplicare nei confronti di grasso, unto e sporco presenti in superficie. E questo senza minimamente intaccare il metallo data l’inerzia chimica della vaselina. L’effetto positivo l’ho potuto verificare su monete di rame da 5 e 10 centesimi del Regno d’Italia. L’importante è che la vaselina sia del massimo grado di purezza reperibile in commercio, precisamente vaselina bianca notevolmente raffinata e di qualità, identificata dalla sigla FU (Farmacopea Ufficiale) che ne specifica la rispondenza alle norme per l’uso farmaceutico e cosmetico. Penso che lo stesso scopo si possa raggiungere con l’olio di vaselina FU, la forma più pura di olio minerale di tipo farmaceutico conosciuta chiamato anche paraffina liquida o "olio bianco", un liquido di composizione analoga alla vaselina essendo una miscela di idrocarburi saturi con catena compresa nel campo C15-C50. L’olio è ottenuto da materie prime accuratamente selezionate sottoposte a particolari processi di raffinazione, stoccaggio ed essiccamento in modo da evitare contaminazioni di varia natura e al fine di garantire un prodotto di purezza farmaceutica in grado di assicurare un’elevata stabilità nel tempo. Però non ho esperienza diretta sull’uso di questo olio per la pulizia di monete. apollonia
    2 punti
  9. Condivido questa monetina veramente intrigante apparsa in Asta LAC 2,24 gr., diam 19, asse a ore 5. d/ Cavallo a sinistra r/Spiga di grano. E’ una emissione veramente rara e che io sappia se ne conoscono pochi esemplari , è pubblicata per la prima volta da F.Guido in Nuove monete della Sardegna, 3 sono censite da Lulliri, una appare in asta CNG nel 2021, una ex coll Luynes BNF 3905, altra appare in asta Artemide LV sempre nel 2021. Questa ora in asta da LAC era stata messa precedentemente in asta da ex coll THE ANDERS Roma Num. lotto 1035. La moneta è attribuita alla Sardegna punica in quanto alcuni esemplari sono stai lì ritrovati, ma alcune ipotesi la associano anche alle coniazioni della rivolta libica. La guerra iniziò nel 241 a.C. come disputa sul pagamento del salario dovuto a 20.000 soldati stranieri che avevano combattuto per Cartagine in Sicilia durante la prima guerra punica. Quando sembrava che fosse stato raggiunto un compromesso l'esercito esplose in un ammutinamento su vasta scala; le fonti dicono che più di 70.000 africani provenienti dai territori dipendenti oppressi di Cartagine accorsero per unirsi a loro, portando rifornimenti e finanziamenti.
    2 punti
  10. Some of the ancient coins dug up in Maebashi (Eiichi Tsunozu) https://www.asahi.com/sp/ajw/articles/15048486
    2 punti
  11. Senza scomodare il MNR, un esemplare era passato anche da Varesi (asta 76). Stesso conio di diritto dell'esemplare Cambi/Crippa, il rovescio invece presenta le nuvole con lo stesso stile ma è di conio differente.
    2 punti
  12. Francamente non credo centri molto il numero di collezionisti facoltosi perché fior fior di monete italiane (del Regno e non) vengono aggiudicate in asta a cifre ben superiori. Ad esempio, neanche una settimana fa, da Ranieri è stato aggiudicato un 50 lire 1864 di Vittorio Emanuele II a 240.000 euro più diritti. https://www.biddr.com/auctions/ranieri/browse?a=3947&l=4636346 Io credo che il mercato abbia capito che lo scudo del 1901 non è così raro come si vorrebbe far credere ed infatti è una delle pochissime che è crollata di prezzo in questi ultimi anni di crescita generalizzata del settore…
    2 punti
  13. Buonasera a tutta la Sezione. Come promesso, condivido un altro rarissimo esemplare di GRTIA Conio del dritto diverso dagli altri quattro ? Cosa ne pensate. Un caro saluto a tutti.
    2 punti
  14. Mentre ringrazio Gianpietro e tutta Bergamo, e anche tanti Circoli, Nip, AISN che parteciperanno con loro rappresentanti, partono i preparativi puramente pratici e materiali per Milano Numismatica, indubbiamente gravosi e non commensurabili a un semplice Verona …la foto è’ eloquente di quanto pesi la cultura e la divulgazione 😁 ma anche di quanto possa incidere la passione, a sabato ore 9,30 puntuali in particolare i relatori !
    2 punti
  15. Hanno sì l'aspetto della monetazione civica (divinità tutelari di ogni città, tyche, legende , assenza del ritratto imperiale) ma non ne hanno tutte le caratteristiche. Risulta essere un tutto omogeneo eseguito in numerose officine di tre zecche imperiali (non abbiamo parlato di Nicomedia, posta sotto controllo di Massimino Daïa dopo la morte di Galerio) in grandi quantità e in tempi brevi. Insomma un programma coordinato di cui solo l’imperatore poteva prendere l'iniziativa. La tipologia di Nicomedia con Cerere al dritto, il Genio di Nicomedia al rovescio: https://www.acsearch.info/search.html?id=682003 Se la datazione ritenuta è dalla fine 311 al 312, il contesto storico è quello ricordato da @apollonia al post #9 e chiarisce le intenzioni di questo programma di propaganda pagana. Non è un caso se le ambascerie da Nicomedia e da Antiochia favorevolmente accolte da Massimino, seguano l’Editto di tolleranza di Serdica del aprile 311, che avrebbe dovuto porre fine alle persecuzioni dei cristiani. Sono delle emissioni difficili da classificare, che chiamiamo monetazione civica in mancanza di meglio, è sopratutto un testimone interessante di uno degli ultimi sussulti del paganesimo. @modulo_largo Se questa moneta è tua, è abbastanza rara, hai fatto bene ad acquistarla. (Forse era questa la tua domanda?) Esiste una tipologia più rara ancora, al rovescio la Tyche di Alessandria tiene un timone, esergo SM o MS, legenda GENIO ALEXAND https://www.acsearch.info/search.html?id=3430573 L’esempio tipico di una didascalia che mantiene la confusione.
    1 punto
  16. È un pezzo che sto cercando di farlo notare...
    1 punto
  17. ciao Dracma, mi potresti indicare titolo dell'articolo e autore? Se è presente su researchgate provo a contattarlo. Un caro saluto
    1 punto
  18. So benissimo di che si tratta. La mia osservazione riguarda l'ortografia. apollonia
    1 punto
  19. La cultura e la passione numismatica che si trasforma in realtà tangibile. 👏👏👏👏
    1 punto
  20. grazie Fofo, non tanto per me, ma per l'archivio del sito che specificherebbe meglio per future consultazioni di vari utenti, un saluto cordiale
    1 punto
  21. Ammollo per 24h in paraffina liquida (vasellina)... e poi leggera pulizia con setole morbide spazzolino da denti e lavaggio in acqua demineralizzata, successivamente asciugata al sole per 2 orette.
    1 punto
  22. 1 punto
  23. Io mi limiterei a trattarla con benzotriazolo. Le concrezioni le lascerei. Farla pulire, a parte i costi, si rischierebbe di intaccare i rilievi.
    1 punto
  24. Grazie per l'interessante post, mi piace anche la moneta 😀
    1 punto
  25. Io uso questo metodo con monete di in certo tipo, messe male o per esempio in casi come questo. Monete che non sono prossime al fdc e non hanno un valore esagerato(se sbagli sfregi). Fai conto che se è entrato in profondità,vedrai il buchettino che ha causato Quindi poi procedo in forno ventilato a 180° x 12 min (6 + 6...le giri). Infine bagno in olio di vaselina o paraffina. Questo è invasivo perchè usi il bisturi,quindi fai un' azione meccanica e rischiosa. Non usi prodotti chimici pericolosi. Poi stanno altri metodi,con questi prodotti,ma.non sono la persona indicata perchè non li userò mai. Saluti (Spero arriveranno anche altri aiuti più qualificati del mio).
    1 punto
  26. A pag 122 e 123 si parla del cancro,però ,almeno per come agisco io,personalmente uso il bisturi,per la pulizia iniziale. Ma te lo sconsiglio In TAL CASO. In quanto la moneta è in alta conservazione e se non sei pratico( anche se lo fossi,qualche traccia in questa conservazione si vedrebbe), fai sfregi,non aiuti.
    1 punto
  27. Neppure io mai sentito prima d'ora.. mi aggrego al tuo entusiasmo! 😁
    1 punto
  28. Se quello è il ricciolo di un 2 direi un due gulden e mezzo degli anni '30 di Guglielmina d'Olanda, il ricciolo dello stesso nominale per Curacao sembra diverso.
    1 punto
  29. Si sai....secondo me sì. Dalla seconda foto si nota quel verde. Ma hai messo qualche filtro? Così sembra purtroppo quel verde.
    1 punto
  30. Si chiama libero mercato. Il negoziante decide un prezzo e l'acquirente decide se comprare o meno a quel prezzo. Se il prezzo non piace si cerca da un'altra parte o non si compra. Oltretutto si sta parlando di monete, non di pane.
    1 punto
  31. Andrebbe pulita un bel restauro ci vuole altrimenti tra un decennio non vedi piu nulla, la corrosione avanza
    1 punto
  32. esempio di un SOLI INVICTO COMITI di Costantino ridotto a circa 0,6 g e 8,5 mm nell'immagine il piede della figura al rovescio e la linea d'esergo
    1 punto
  33. L'opera è disponibile sia su Amazon che su Libreria universitaria a € 90. E si trova su Academia https://www.academia.edu/5754548/Centri_fortificati_indigeni_della_Calabria_dalla_protostoria_all_età_ellenistica
    1 punto
  34. Ottima domanda... a leggere il testo del MEC 12, non si scende particolarmente in dettagli di epigrafia/aspetto della moneta, si discute piuttosto del suo peso presentandolo in riferimento a tipi monetali noti, come il doppio tran armeno ed il dirham (di peso pari a metà del “grosso multiplo”), circolanti nel Mediterraneo orientale: questi riferimenti sembrano - nel testo del MEC - “situare” il “grosso multiplo” in un circuito di nuovi contatti commerciali in cui Genova si sarebbe progressivamente inserita nel periodo a cui tale moneta è stata collocata (seconda metà del XIII secolo)... come se il “movente” alla sua coniazione fosse sufficiente a definirne la collocazione storica... sicuramente non si accenna a dubbi sulla sua autenticità!
    1 punto
  35. Non metto in dubbio la competenza ma volendo fare l’avvocato del diavolo sono andato a controllare il Corpus che al n. 10 ( pag. 416 del vol. xi Toscana - zecche minori) riporta proprio un tipo con legenda SENARM di cui cita ben tre esemplari di cui uno nella collezione Reale (!). Il Bollettino per Siena mi sembra non sia stato ancora pubblicato, tuttavia si potrebbe chiedere una foto per verificare l’ eventuale congruenza del pezzo con l’esemplare Cambi
    1 punto
  36. Eppure non dovrebbe essere cosi difficile a meno che si presti ancora credto ai famosi 114 esemplari emessi riportato da tempo immemore nei cataloghi ( Cermentini, gigante) etc.
    1 punto
  37. Le monete in argento di questa epoca "buia" per il Latino sono spesso soggette alla cosi detta "cristallizzazione" dell' argento , che in effetti non e' l' argento a cristallizzare , bensi il rame in esso contenuto . Questo processo naturale all' interno delle monete con medio-bassa percentuale di argento si verifica anche tenendola a lungo in mano , oppure con sbalzi improvvisi di temperatura che provoca uno spostamento degli atomi del rame verso la superficie esterna della moneta , questo spostamento lascia degli spazi vuoti dentro la moneta che la rende cosi fragile e soggetta a rompersi , spezzarsi .
    1 punto
  38. Ma andiamo d’accordo, non c’è nemmeno una moneta del festival d’Iside su questo post « Festival di Iside »? Le « tessere » o « tokens » raggruppati sotto il termine festival di Iside riguardano esclusivamente le coniazioni effettuate presso la zecca di Roma, all’occasione del « navigium Iside » che si svolgeva ogni 5 marzo. Non c’entra niente con la «monetazione civica » alessandrina o antiochena sotto Massimino II. Se questa confusione esiste ancora è perché è facile confondere la moneta comune di sopra (Serapide/Nilo) di Alessandria, con esergo ALE, e la « tessera » romana del festival d’Iside con legenda VOTA PVBLICA , senza esergo e con il Nilo reggendo una nave, molto più rara. E anche perché questa confusione purtroppo è mantenuta da venditori ignoranti o privi di scrupoli. https://www.acsearch.info/search.html?id=4780778 Se comincia da Diocleziano per finire a Graziano e Valentiniano II (e non Valentiniano I come scritto da Trivero) si limita prima di Costantino I a rarissime monete della prima e della seconda tetrarchia. Alföldi ne trovò in tutto e per tutto cinque, tutte sono dei «unica», quattro (Diocleziano 2, Massimiano 1, Costanzo Cloro 1) illustrate nel suo saggio tavola I, e la quinta per Galerio da Augusto, nel Gnecchi medaglioni III, tavola 158, n° 24. E nessuna finora per Massimino II, il che non vuol dire che non esista, ma sarebbe, come per la prima e la seconda tetrarchia, rarissima. Colgo l'occasione per correggere una svista da parte mia, quando ho allegato il link allo studio di Alföldi e a quello di Trivero su questo post: https://www.lamoneta.it/topic/208815-notizie-sulla-rarità/#comment-2311960 Ho dimenticato il link che riporta all’articolo di Lars Ramskold riguardo al periodo constantiniano di questa produzione romana. Ramskold deduce grazie allo studio dei coni che tale coniazione avvenne in modo discontinuo, ossia in anni particolari del regno. Un lavoro notevole anche se non condivido tutte le conclusioni che ne trae. https://www.academia.edu/30601392/Constantine_the_Great_s_pagan_Festival_of_Isis_tesserae_reconsidered
    1 punto
  39. E neppure io Si scherza... al meno per dare un senso a quello che un senso non lo ha....
    1 punto
  40. @Carolus 86 due foto fatte meglio visto che ti piace il parruccone di fine dinastia Medicea! Un saluto Le monete coniate per Livorno per me rimangono tra le piú belle dei Medici, anche se non vi sono piastre ma tolleri o pezze della rosa credo che la bellezza artistica sia arrivata a gran livello..poi io le amo tutte..
    1 punto
  41. E' certamente per neofiti questo tutorial realizzato in spagnolo da numischannel, canale youtube facente capo ad un colto appassionato di Buenos Aires, ma è facile da ascoltare e ben spiegato
    1 punto
  42. Le due differenze tra lo scudo e il suo mezzo sono presenti in tutti i (pochi) esemplari rintracciati. Credo ach'io che servissero a distinguerli.
    1 punto
  43. La tipologia comprende : A.Gritti - Scudo 3 tipi e mezzo scudo P.Lando - scudo F.Donà - scudo e mezzo scudo F.Venier - scudo e mezzo scudo G.Priuli - scudo (di cui si conosce un solo esemplare. Non sollevano entusiasmi queste monete. Forse perchè se si esclude lo scudo Gritti non se ne vedono spesso in giro, forse perchè il disegno è simile a differenza dei ducati-zecchini che molte varianti le hanno. Io con fatica sono riuscito a metterne in collezione tre, Gritti 3, Donà e Venier. Vi mostro il Donà il più raro dei tre
    1 punto
  44. Conferenza su youtube organizzata da ANS: The Impact of Roman Republican Coinage on Spanish Local Issues: The Unofficial Imitations" by Pere Pau Ripollès (Universitat de València)
    1 punto
  45. Ringraziando Monbalda per le approfondite spiegazioni, che sembrano assai convincenti, torno sull'argomento non per discutere l'autenticità o meno del pezzo 'Avignone', perché a questo punto penso che la parola possano averla soltanto quanti hanno avuto l'opportunità di avere in mano il pezzo, insomma di poterlo annusare per bene; torno per affrontare un argomento più generale cui si è accennato nella discussione (Arka), ma che è stato lasciato cadere (troppo presto, a mio avviso), cioè la tecnica con cui veniva realizzata la perlinatura. E' opinione comune, credo, che quando non si vedono chiaramente pallini o parti di pallino (mezzelune, crescenti etc.), le perlinature siano realizzate con punzoni diversi, con esattamente la forma di ciò che si vede sulla moneta. Ecco secondo le mie osservazioni e quanto mi è stato insegnato (devo aver condiviso con Arka lo stesso docente, anche se in tempi diversi, evidentemente) così invece non è. O meglio è così quando le differenze sono assolutamente evidenti e si ripetono per tutto il giro della perlinatura (ad esempio anelletti, pallini cerchiati, losanghe con i lati retti etc.), ma in gran parte dei casi si tratta dello stesso punzone che ottiene forme diverse a seconda dell'angolo di impatto ed anche, evidentemente, delle deformazioni che ogni colpo, sia sovrapposto che accostato, provoca allo stampo lasciato dal colpo precedente. Lo si vede molto bene in alcune monete più grandi e realizzate con grande attenzione (ad esempio i testoni milanesi), in cui la perlinatura comprende pallini, fusi (non losanghe), crescenti di varia ampiezza e, addirittura righe a spirale che sembrano avvolgere un rilievo (il cosiddetto contorno a 'cordoncino': vi ricordate il filo elettrico delle vecchie abat jour?). Possibile che abbiano usato punzoni diversi? Io sinceramente non ci credo, penso che abbiano usato un solo punzone (a forma di pallino, probabilmente, ma non è detto) visto che mancano totalmente soluzioni di continuità nel giro di questi contorni (tranne una, ovviamente, cioè l'ultima). In molti esemplari ben conservati con il contorno a 'cordoncino' si vede anche il segno del compasso che ha tracciato il cerchio della perlinatura, segno che però, essendo più in rilievo dei pallini stessi, sembra esser stato fatto dopo la stessa perlinatura, oppure essar stato impresso così profondamente da rimanere visibile anche dopo la battitura dei pallini (lo si cede perfettamente nei grossi genovesi perfettamente conservati, ad esempio). Quindi si trattava di un' operazione piuttosto complessa, che volutamente cercava di nascondere la tecnica con cui veniva realizzata. Perché? La risposta è abbastanza ovvia, ma qui non ci interessa, quello che ci interessa è che forse alcuni secoli dopo non avevano la più pallida idea di come fare una perlinatura del genere, ed allora si accontentavano di punzonare dei semplici pallini, tenendoli a dovuta distanza per evitare che ogni nuovo colpo alterasse la forma data dal colpo precedente. Non trascurate minuzie del genere, pensate alle potenzailità cronologiche di questi aspetti tecnici. Cari saluti, Andreas
    1 punto
  46. Cercare sempre il perchè, il come ed il quando, ci porta fuori strada, ci distrae da quella che dovrebbe essere la domanda principale ovvero ''il pezzo convince'' ? A mio avviso no.... Si tratta quasi certamente di una produzione ''antica'', forse ottocentesca (l'ottima monbalda dice probabilmente di inizio novecento) ma non certo della giusta epoca. Piuttosto ben fatti, questi esemplari hanno ''tradito'' anche numismatici importanti, questo sì. Mi viene in mente quel multiplo aureo comparso in asta un paio di anni fa, ricordate? Un inedito 5 doppie, mai apparso prima in vendita e da qualcuno ''spacciato'' come appartenente ad un ritrovamento. Chissà se queste produzioni sono tra loro coeve o, addirittura, uscite dallo stesso ''atelier'' :-)
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.