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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/12/23 in Risposte

  1. Questo screen me lo sono tenuto, perchè purtroppo sentivo che in futuro l' avrei usato più volte 😬
    6 punti
  2. 1 euro, c'è scritto sul lato della prima foto, se la raddrizzi lo leggi bene... Ciao
    6 punti
  3. Annuncio l’imminente uscita del trittico Guerre e monete che sarà presentato a San Pietro Infine il 12 dicembre in loco Guerre e monete – Evo Antico e Alto Medioevo (Volume I) Fabio Pettazzoni (curatore) L’opera, divisa in tre volumi, affronta il tema delle connessioni fra le guerre ed il denaro. Di seguito i contributi presenti in questo tomo: Le donne guerriere nell’antichità (Chimienti-Pettazzoni) I cavalieri tarantini e l’arte dell’equitazione (D’Andrea) Riflessioni sulla sostenibilità dell’antico monetare in tempi di guerra (Carroccio) Le monete della guerra sociale (Campana) I denari legionari di Marco Antonio (Acqui) Moneta militaris imitativa: emissioni di emergenza bizantine del follis e dei suoi divisionali tra VI e VII secolo. Una nuova tipologia imitativa di Antiochia a nome di Maurizio (Scatolini) Armi e monete (Pettazzoni) Dall’abito militare all’abito civile: la trasformazione delle insegne imperiali nei solidi bizantini tra VI e VII secolo (Mezzaroba) 288 pagine a colori, formato 18x26 Guerre e monete – Basso Medioevo ed epoca moderna (Volume II) Luciano Giannoni (curatore) L’opera, divisa in tre volumi, affronta il tema delle connessioni fra le guerre ed il denaro. Di seguito i contributi presenti in questo tomo: Sant’Ambrogio guerriero (Limido) “Guerra e moneta” nel Regno di Napoli (Fabrizi) La moneta, i soldati e la guerra. Una breve riflessione sulla centralità del ruolo della moneta nei conflitti in Toscana tra XIII e XVI secolo (Montagano) Monete di necessità e guerre. Le monete di cuoio (Chimienti-Cassanelli) Francesco Sforza. Le monete del signore della guerra (Bellesia) La bombarda e la granata sulle monete: due armi eloquenti per difendere e offendere (Cavicchi) Le monete senesi per «la gloriosa vittoria dei senesi per mirabil maniera conseguita nel mese di luglio dell’anno MDXXVI» (Giannoni-Castelli) Una guerra mai combattuta: la devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa (Bruni) Paolo V e la battaglia di Lepanto nelle medaglie e nelle monete (Traina-Modesti) Monete ossidionali di Famagosta e di Candia (Chimienti-Pettazzoni) Una guerra di carati all’inizio dell’età moderna: alcune note sulla circolazione della moneta aurea alla luce dei ripostigli monetali (Crisafulli) Venezia e la guerra di Morea attraverso le medaglie (Mezzaroba) 346 pagine a colori, formato 18x26 Guerre e monete – Evo contemporaneo (Volume III) Renzo Bruni (curatore) L’opera, divisa in tre volumi, affronta il tema delle connessioni fra le guerre ed il denaro. Di seguito i contributi presenti in questo tomo: “Liberarsi della peste monetaria”: Gli effetti dell’invasioni francesi (1796-1798) sulla circolazione monetaria nello Stato Pontificio (Lambert) L’assedio francese di Gaeta del 1806 nei documenti e nelle medaglie (Russo) Uno strumento per glorificare le guerre napoleoniche: le medaglie scatola (Vanni) ‘Aux armes et aux arts!’ le battaglie napoleoniche sulle tabacchiere del mito imperiale (Lentini) Benedetto Pistrucci e la battaglia di Waterloo: storia di un capolavoro incompiuto (Vigna) Le cedole del governo di Ruggiero Settimo nella Sicilia del 1848 (Ardimento) Seconda Repubblica Romana: l’assedio francese del 1849. Iconografia della storia (Bertuzzi) Origini e storia delle ricompense concesse in guerra (Manno) La divulgazione iconografica dei Carabinieri Reali nella Grande Guerra: declinazioni e sintesi (Parisi) I biglietti italiani d’occupazione della Prima Guerra Mondiale (Vendemia) Medaglie di Karl Goetz: tra satira e propaganda 1914-1923 (Graziosi) Monete nelle trincee della prima guerra mondiale (Pampanin) Il Dodecaneso italiano: la cartamoneta a Rodi (Vendemia) Guerra e pace nella monetazione d’Israele per il 75° anniversario di fondazione dello stato (Minervini) La falsificazione monetaria come strumento di guerra: l’operazione Bernard (Moruzzi) Il portafortuna (Sozzi-Parigi) 504 pagine a colori, formato 18x26
    5 punti
  4. Tutti questi riscontri positivi e di apprezzamento ci inorgogliscono e fanno piacere, credo che questa sia una strada per creare consenso, interesse, nuove passioni, giovani che si accostino alla numismatica sotto la spinta del coinvolgimento divulgativo e anche dell’operativita’ al servizio di tutta la comunità ..
    5 punti
  5. Mi sa che per te l’educazione è un optional
    4 punti
  6. Condivido volentieri questo recente esemplare acquisito: VENEZIA. FRANCESCO LOREDAN, 1752-1762., Osella in argento 1759/A. VIII. San Marco ed il doge in preghiera innanzi alla statua della Religione. All’esergo le iniziali del massaro P P. R/ Da un vaso decorato esce grande rosa fiorita. Paolucci 242. Raro. g. 9,20. Diam. mm. 36,12. Arg. q.FDC Esemplare proveniente dall'Asta Mario Ratto, Milano 20-22/03/1952. lotto n. 928 (non illustrato) La raffigurazione del rovescio, con la leggenda ROSA SVPER RIVOS AQVARVM (“la rosa sui corsi d’acqua”, ossia sui canali di Venezia) allude alla “rosa d’oro” inviata nel 1759 a Venezia da papa Clemente XIII : era questa una distinzione onorifica donata ogni anno dal pontefice ad una personalità o uno Stato o anche un santuario per particolari meriti. Tale cerimonia, iniziata nell’XI secolo, è tuttora in vigore. # https://www.cronacanumismatica.com/perche-la-rosa-fiori-sui-canali-della-laguna/ di Roberto Ganganelli | Esiste in oro da 4 e da 3 zecchini, e in argento, e tutte le versioni sono di grande rarità: parliamo dell’osella veneziana del 1759 a nome di Francesco Loredan, 106° doge della Serenissima Repubblica. Una moneta donativo splendida per i sui simbolismi, lontana dalla ripetitività che spesso caratterizzò queste tipologie; se, infatti, al rovescio reca una complessa allegoria della Religione ai cui piedi stanno san Marco (a sinistra, mentre porge il Vangelo) e il doge (inginocchiato e orante a destra, il corno posato a terra), al dritto è un vaso con delle rose fiorite a spiccare, elegante, nel campo. Attorno la legenda latina ROSA SVPER RIVOS AQVARVM (“La rosa sui corsi d’acqua”) dove i “corsi” – ce lo spiega Mario Traina – “sono i canali di Venezia. Allude all’invio a Venezia nel 1759 da parte di papa Clemente XIII della rosa d’oro, uno dei massimi segni di benevolenza che i papi inviavano ogni anno alla personalità o allo Stato, tra quelli cattolici, che aveva più meritato dalla Chiesa”. In ogni modo, non è ben chiara l’origine della Rosa d’Oro. La spiegazione più accreditata è legata al monastero della Santa Croce, in Alsazia. A quanto pare, Leone IX lo pose sotto il diretto dominio della Santa Sede e impose ai monaci di inviagli ogni anno una rosa d’oro o due once dello stesso metallo. Il valore della Rosa d’Oro non risiede certo, però, nella quantità di metallo prezioso che contiene. Come spiega Enrique Claudio Girbal in un trattato del 1880, “l’oro di cui è fatta indica che Gesù Cristo è re dei re e Signore dei signori, il cui profondo senso è già stato mostrato dai Magi, quando, come a un re, offrirono devotamente dell’oro”. Quella a Francesco Loredan fu l’unica Rosa d’Oro concessa da papa Clemente XIII nel corso del suo pontificato, durato dal 1758 al 1769. Il Loredan, tuttavia, non è certo passato alla storia come un grande doge: anziano, passivo, svolse senza infamia e senza lode il proprio ruolo ed ebbe come unica fortuna quella aver mantenuto neutrale Venezia nella Guerra dei sette anni, fatto che permise ai mercanti della Laguna di accaparrarsi il mercato del pepe dando alla città qualche anno di benessere. “La rosa fiorì sui canali della Laguna”, dunque, in quella primavera del 1759: viene da pensare che papa Rezzonico, veneziano – già vescovo di Padova e presbitero della Basilica di san Marco – abbia in fondo voluto rendere omaggio, con quella Rosa d’Oro poi finita in moneta – alla sua città natale e all’amico doge…
    3 punti
  7. In fondo è’ poi tutto qui …in questo breve video che dovremmo tenere a ricordo di quella che è’ stata ed è’ la splendida avventura di questo Gruppo con i suoi valori, sulla sua mission e le sue innovazioni che ritengo uniche nel panorama culturale e numismatico.
    3 punti
  8. Marco un infaticabile lavorate che sta un pò nell'ombra, ma che riesce a dare sempre la luce al Gazzettino, la sua è l'anima di queste pubblicazioni rendendone possibile la visione nella forma impeccabile che siamo abituati a vedere. Mario insostituibile perno centrale del Cordusio e del Gazzettino che riesce sempre a organizzare eventi indimenticabili e di primo piano nel panorama numismatico nazionale. Un mix perfetto per un evento perfetto. 👍👍👍👍
    3 punti
  9. Un grande grazie infine a Marco per tutto quello che ha fatto in questi anni 👏 !
    3 punti
  10. Sono contento che,in occasione di questa asta e della proposta di un ennesimo 5 lire 1901,si riparli della grande, colossale questione dei riconi di questa moneta.Una truffa lucrosissima da parte di zecchieri disonesti e ben ammanicati. Sarebbe bello ritornare sull'argomento da parte del Col.Luppino,perché, a forza di riparlare,si possa forzare la coltre di nebbia e silenzio sostenuta dai commercianti e dalla numismatica ufficiale. Esiste un modo per riconoscere i riconi?Uno studio di un campione di esemplari potrebbe aiutare...Ma pensate a chi scoprirà di esser stato truffato.Tutti zitti per carità!!! Riguardo al pedigree delle monete,credo che,dimostrare di aver periziato la moneta prima del 1926 sia difficilissimo.Saranno presenti solo in vecchissime raccolte ancora non disperse o nei musei...il resto panta rei...Che la moneta sia stata acquistata nel 1940 o 1960 non mette al riparo dalla mega sòla,detto alla romana .
    3 punti
  11. La storia di Cartagine e’ stata da sempre legata a quella di Roma, a partire dalle guerre puniche, durante le quali si era assistito all’apogeo e poi alla disfatta di questa città. Dopo la sua distruzione ad opera di Scipione Emiliano nel 146 a.C. , la città fu poi ricostruita, diventando progressivamente uno dei centri più importanti e prospere dell’impero romano. E tale era anche durante la prima tetrarchia, quando fu coinvolta in un evento bellico che ne minacciò seriamente la sopravvivenza come centro nevralgico del nord Africa romano, soprattutto dal punto di vista economico. Con la nascita della prima tetrarchia, l’impero romano era stato diviso in due parti: l’Oriente (con Diocleziano come augusto e Galerio come cesare) e l’Occidente (affidato all’augusto Massimiano ed al suo cesare, Costanzo Cloro): Ci soffermeremo ora proprio sull’Africa occidentale che allora era sotto il controllo di Massimiano e di Costanzo Cloro. Con l’eliminazione della usurpazione britannica grazie soprattutto all’opera del suo Cesare Costanzo Cloro, Massimiano potè dedicarsi ad una grave minaccia che incombeva in Mauretania, nell’Africa nord-occidentale. La riforma di Diocleziano aveva ridisegnato le province africane per cui la Mauretania Tingitana (MT sulla cartina) era finita della Diocesi delle Spagne, mentre la Mauretania Cesariensis (MC) e Sitifensis (MS) erano rimaste sotto la Diocesi d’Africa. La Mauretania Sitifensis confinava con la Numidia (N) che a sua volta era adiacente all’Africa Proconsolare (AP) dove era ubicata la città di Cartagine. La Diocesi d’Africa come quella delle Spagne faceva parte della parte occidentale dell’impero che all’epoca, dopo la nascita della Tetrarchia nel 293, era divisa tra Massimiano (Augusto) e Costanzo Cloro (Cesare). La città di Cartagine godeva allora di una certa prosperità economica caratterizzata da vivacità commerciale e da una intensa attività di edilizia pubblica e privata. A Cartagine vi era anche un certo fermento religioso; infatti, oltre alla presenza di importante comunità ebraica, era assai radicato il cristianesimo Questo era l’assetto dell’impero all’epoca del conflitto africano che coinvolse Massimiano probabilmente già verso la fine del 296 d.C. Con l'indebolimento dell'autorità romana durante il III secolo, i Quinquegentiani (una confederazioni di varie tribù berbere, cinque per la precisione, come indicherebbe il nome), già a partire dal 293 (ma secondo alcuni anche prima, ovvero dal 289), avevano iniziato a razziare con frequenti ondate gli insediamenti imperiali di tutta la regione con conseguenze sempre più gravi. I Quinquegentiani hanno una piccola menzione in Eutropio che dice: “Anche Massimiano Augusto pose fine alla guerra in Africa schiacciando i Quinquegentiani e costringendoli a fare la pace”. La questione era molto delicata in quanto il nord Africa era uno dei granai dell’impero ed una delle zone più ricche. I berberi erano popolazioni nomadi che abitavano la zona della catena montuosa dell’odierno Atlante da cui partivano in forma di bande di guerriglieri per profonde scorrerie in territorio imperiale alla ricerca di ricchezze. Erano, pertanto, popolazioni “barbare” ai confini meridionali dell’impero (non sfuggirà l’assonanza tra “barbaro” e “berbero”). Probabilmente verso la fine del 296 ed i primi mesi del 297 Massimiano diede inizio ad una grande offensiva contro i Quinquegentiani i quali, partendo dalla Mauretania Tingitana, si erano spinti anche oltre lo stretto di Gibilterra, attaccando la parte meridionale della penisola iberica. La campagna africana fu lunga ed impegnativa (anche perchè combattuta contro soldati irregolari che facevano delle incursioni e della guerriglia il loro modus operandi). La stessa città di Cartagine, che era il centro più importante di quella regione, fu messa in serio pericolo. E proprio a Cartagine Massimiano si era acquartierato per organizzare le operazioni, aprendovi una zecca soprattutto per la necessità di moneta per sostenere le spese militari e (puntualmente) le paghe dei soldati. Dopo una serie di successi che gli consentirono di ricacciare i berberi oltre i confini dell’impero, Massimiano si avventurò in profondità nel territorio nemico con l’obiettivo di eliminare alla radice il problema nel timore di nuove incursioni. Malgrado le difficoltà legate al territorio ostile e l'abilità dei berberi di mettere in atto tattiche di guerriglia, Massimiano non desistette dal suo fermo proposito e, con una efficace azione militare, ebbe la meglio. La campagna si concluse nella primavera del 298. Il 10 marzo di quell’anno Massimiano potè fare il proprio ingresso trionfale a Cartagine. La popolazione gli fu grata e Massimiano fu appellato chiamato redditor lucis aeternae. La zecca di Cartagine fu dunque aperta in quanto la campagna militare contro i Quinquagentiani aveva bisogno di essere finanziata e rapidamente. A questo scopo Massimiano trasferì da Roma maestranze ed attrezzature (forse anche conii). Ciò spiegherebbe lo stile, per così dire, “romano” di queste coniazioni cartaginesi. Tuttavia, al di là dello stile, le emissioni di Cartagine si distinguono da quelle di Roma soprattutto per l’originalità dei suoi rovesci in tutti e tre i metalli (non coniò, per esempio, Genio populi romani, all’epoca il rovescio più comune in tutto l’impero). La zecca di Cartagine, tra l’altro, ebbe una particolare organizzazione, con l’ utilizzo delle officine in base all’anzianità dei sovrani; troviamo, quindi, la prima officina per Diocleziano, la seconda per Massimiano, e così via fino alla quarta officina con i diversi sovrani (augusti e cesari) succedutesi nel periodo di apertura della zecca. A proposito di rovesci particolari, oggi vorrei soffermarmi proprio su quello che ricorda in maniera specifica l’inizio della campagna africana di Massimiano (culminata poi con il suo ingresso trionfale a Cartagine) ovvero il FELIX ADVENT AVGG NN . E’ l’abbreviazione di Felix adventus augustorum nostrorum. Potremmo tradurlo con “Il felice (o fortunato, per i cartaginesi) arrivo in città dei nostri augusti”, la commemorazione solenne dell’arrivo di Massimiano e quindi, indirettamente, l’acclamazione di ringraziamento e riconoscenza verso il sovrano da parte dei cittadini di Cartagine per un evento assai importante per la salvezza e la sicurezza della città. Da notare che si parla al plurale, ovvero di “augusti”, nonostante che l’evento ricordato riguardi, all’atto pratico, il solo Massimiano. E’ una cosa che si ritrova spesso nelle monete. Qui, probabilmente, si vuole ribadire la solidità dell’impianto tetrarchico e l’unità di intenti dei sovrani, ma non è improbabile che si voglia anche solo indicare, in generale, una rinnovato interesse imperiale per le questioni africane, di Cartagine in particolare. Del resto, il rovescio è stato coniato non solo per Massimiano, ma anche per l’altro augusto Diocleziano e per i due cesari della prima tetrarchia, ovvero Costanzo Cloro e Galerio. Si tratta di coniazioni avvenute proprio in contemporanea con la spedizione di Massimiano in Africa e che quindi rientrano nella prima emissione della zecca di Cartagine. ADVENTVS significa proprio “arrivo” e l’arrivo in una città dell’imperatore era un evento speciale, degno di celebrazioni e commemorazioni (anche perché non era un evento frequente). Secondo alcuni si tratterebbe, invece, della celebrazione dell’ingresso in città dopo la vittoria finale sui Quinquegentiani, ma queste coniazioni (in base al RIC) iniziano nel 296 fino ad arrivare al 298, nel pieno della campana africana, con riferimento quindi all’arrivo in città di Massimiano per le operazioni militari, piuttosto che all’ingresso vittorioso a Cartagine ad operazioni concluse (avvenuto, come detto, nella primavera del 298). Andiamo a vederlo questo rovescio, partendo dalla moneta d’argento. Gli argentei con la legenda classica (lunga) li troviamo solo a nome di Diocleziano. Per Massimiano ne troviamo con la legenda abbreviata FEL ADVENT AVGG NN e F ADVENT AVGG NN. Ecco due esempi: Vi è la personificazione dell’Africa avvolta in un ampio panneggio, con un copricapo di pelle di elefante, recante uno stendardo nella mano destra ed una zanna di elefante nella mano sinistra. Ai piedi, a sinistra, un leone che ha appena catturato un toro. Davvero una effigie affascinante che ci richiama in tutto l’Africa Questa che ho scritto è la descrizione del RIC. Circa il copricapo di pelle di elefante, onestamente non capisco bene. Lo stesso per quanto riguarda l’animale con le lunghe corna ai piedi dell’Africa: sarà davvero un toro? Io penserei di più ad uno gnu o ad una antilope, considerato il contesto “africano”. Ma questa è solo una mia ipotesi. Interessante poi, al di là di tutto, la scelta del soggetto. Infatti, solitamente, le monete con l’adventus rappresentano l’imperatore a cavallo nell’atto di entrare in città, magari accompagnato dai soldati e con qualche prigioniero. Qui abbiamo una effigie del tutto diversa, tipica della zecca di Cartagine che, come detto, si distingue dalle altre zecche proprio per alcuni suoi particolari rovesci. E ora i “bronzi” che hanno tutti legenda lunga FELIX ADVENT AVGG NN. Questa non ha lettere nei campi: Questa che segue ha la lettera B, marchio delle seconda officina, quella dedicata a coniare per Massimiano (la sigla PKS in esergo dovrebbe stare per PERCVSSA KARTHAGO SECVNDA): Sulle due monete che seguono si può notare nei campi del del rovescio la lettera H. E’ la prima lettera della parola Hercules da cui sosteneva di discendere Massimiano, donde il soprannome di Erculio (sulle monete di Diocleziano si troverà la lettera I da Iuppiter, da cui poi Giovio; la stessa distinzione H/I avverrà per i rispettivi cesari e le loro monete): E l’oro? Secondo il RIC questa tipologia, in oro, sarebbe conosciuta solo per Diocleziano, Costanzo Cloro e Galerio.Ecco cosa dice espressamente il RIC: “…..it is inconceivable that it was not also struck for Herculius himself”. E’ “inconceivable”, incredibile, che non sia stato coniato per Massimiano, vero protagonista della vicenda.Questo tanto, tanto per intenderci, e’ un aureo di Diocleziano: Tuttavia, nel 2016, vi è stata questa asta: Si tratta di un aureo di Massimiano che mi pare condivida lo stesso conio di rovescio con l’aureo di Diocleziano. Tornando al significato del rovescio, e’ interessante anche notare come FELIX ADVENTVS AVGG NN sfoci, già nel 298, nelle SALVIS AVGG ET CAESS FEL (AVCTA) KART (coniate poi fino al 306) a sottolineare proprio l’attuale benessere della città dovuto alla vittoria sui nemici ed al rinnovato interesse imperiale per la città, magari anche con la costruzione di nuovi edifici. Ma non solo: SALVIS AVGG ET CAESS e’ un ablativo assoluto, ad indicare anche che Cartagine potrà continuare a godere di grandi benefici solo se verrà garantita e tutelata la salute e la sicurezza dei sovrani. Ecco un esemplare con FEL: Ed uno con AVCTA: Su questa tipologia non mi soffermerò oltre, se ne e’ già parlato sul forum per la particolarità degli oggetti tenuti in mano da Cartagine: https://www.lamoneta.it/topic/188484-tutti-uguali-sti-follis/#comment-2094055 Il legame di Massimiano con Cartagine emergerà anche negli anni a venire. Ecco una moneta fatta coniare da Massenzio nel 307 dove Massimiano (allora senior augustus) viene accostato al figlio, entrambi acclamatisi ed acclamati (per la verità insieme anche a Costantino, allora ancora cesare nelle frenetiche lotte di potere di quegli anni) quali “CONSERVATORES” della città di Cartagine: Ritorna uno schema noto per Massenzio, ma Cartagine al centro del tempio con la stessa iconografia vista nella SALVIS. Qui chiudo la discussione, sperando che abbia suscitato un po' del vostro interesse. Per me, certamente una occasione per studiare ed imparare cose nuove. Per chi volesse approfondire il discorso sui folles della prima Tetrarchia: https://www.lamoneta.it/topic/188484-tutti-uguali-sti-follis Per chi invece volesse approfondire il discorso sulla zecca di Cartagine: https://www.lamoneta.it/topic/177949-appunti-cartaginesi Fonti: oltre alle citate discussioni: - RIC Vol VI - http://www.constantinethegreatcoins.com/ - http://augustuscoins.com/ - https://notinric.lechstepniewski.info/ - http://www.wildwinds.com/coins/ric/i.html Sempre disponibile a correzioni, integrazioni, suggerimenti. Ciao da Stilicho
    2 punti
  12. In allegato il mio follis coniato nel 307 per la zecca di Cartagine della stessa tipologia dell'ultimo follis riportato "CONSERVATORES" pesa 4.70g
    2 punti
  13. Il mio concetto di pornografia... anche a voi una vista del genere !fa sangue!? 😛 😛 Se viola il regolamento tolgo
    2 punti
  14. Annuncio la imminente uscita di : La circolazione monetaria nel territorio di San Pietro Infine - Una guida introduttiva Davide Fabrizi, Beniamino Russo L’opera, nata nel corso delle commemorazioni per la battaglia avvenuta a San Pietro Infine durante la Seconda Guerra Mondiale, si pone l’obiettivo di illustrare ai giovani ed ai neofiti la storia della circolazione monetaria che ha riguardato il centro attraverso i secoli, dai Sanniti fino all’Unità d’Italia. Il libro ha quindi un carattere prettamente divulgativo, illustrando con immagini e brevi descrizioni, i tipi principali delle monete che sono circolate nelle aree limitrofe. pagine a colori, formato foglio 18x26
    2 punti
  15. Ma no.. lui sa ! Che è rara , siete voi ,che in malafede probabilmente, gli direte che non vale "gnente" per carpirgli fraudolentemente il suo "tesoro".
    2 punti
  16. Complimenti! e ne avevo ancora da aggiungere quadratini! 🔲 ....e @littleEvil continua a non collezionare monete tedesche!
    2 punti
  17. Non ha nulla di Commodo, mi sembra piuttosto Settimio Severo.
    2 punti
  18. Freccia del nord,sei ovunque,lasci traccia in ogni dove, su carta stampata, sui canali web, live dal vivo in convegni e fiere..... Che dire, sei il fautore di un movimento che informa e appassiona gente di tutte le età. Noi tutti ci sentiamo orgogliosi di farne parte e ti ringraziamo di qualsiasi sforzo da te sobbarcato.🤝 Un grazie e un arrivederci anche al tuo braccio destro @El Chupacabra.che spero di rivedere presto per rifarmi grasse risate come l' anno scorso. 💪
    2 punti
  19. Sinceramente ho qualche dubbio che quelle rose siano fiorite lungo le rive dei puzzolenti canali veneziani. Il motto Rosas super rivos aquarum è tratto dalla Sapienza/Ecclesiastico : In me gratia omnis viae et veritatis, in me omnis spes vitae et virtutis : ego quasi rosa plantata super rivos aquarum fructificavi.
    2 punti
  20. Bellissima, una delle mie preferite, aggiungo foto della mia. Saluti Doge92
    2 punti
  21. Come già fatto di persona ci tengo a ringraziare tutti gli organizzatori e in particolare @dabbene e @El Chupacabraper questo bellissimo evento e per la possibilità di discutere il breve contributo che ho scritto su questa edizione del gazzettino davvero eccezionale! Il workshop ai tavoli è stato molto interessante ed istruttivo come anche gli interventi che si sono susseguiti nella mattinata. Ringrazio anche per il dono della bella moneta ! Ho avuto anche molto piacere a conoscere dal vivo tanti amici del forum che avevo letto sempre con piacere (in particolare @jaconico) Una bellissima giornata; ancora complimenti a tutti!
    2 punti
  22. DE GREGE EPICURI Vi mostro un'altra moneta di Gallieno, piuttosto grossa (29,5 mm e 14,77 g), di aspetto abbastanza grezzo, ma interessante. E' di Perge in Pamphilia. Al D., una testa massiccia verso dx, che non sembra nè radiata nè laureata; davanti alla testa, la lettera I (corrispondente in greco al numero 10). Al rovescio, una cesta o cassa, sopra alla quale 3 oggetti tondeggianti e forse un po' a punta; descritte dai cataloghi come 3 borse, forse potrebbero essere altro, e su questo chiedo il vostro parere. Nella Coll. Lindgren Asia non l'ho trovata. Nella Coll. Winseman-Falghera, vol 5, esiste una moneta molto simile (anzi due: n. 2678 e 2679), ma con testa radiata. Il dubbio è che sulla mia moneta una corona radiata possa essere stata cancellata da usura o da qualche intervento. Che cosa ne pensate? E' riportata in altri cataloghi?
    1 punto
  23. Di questa moneta della Nuova Zelanda ci sono almeno quattro versioni dagli anni '60 sino ai nostri giorni, questa è la più vecchia, ma siamo sempre lì
    1 punto
  24. Attention please: questo mio catalogo è come queste monete... da ciotola! è del 2002, comprato usato (gli appunti a matita non sono miei) tanto non mi interessano le valutazioni ma solo i dati.
    1 punto
  25. Il mio intervento di apertura in Milano Numismatica dell11 novembre 2023 sulla mission del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio, sul Gazzettino di Quelli del Quelli del Cordusio e sull’evento Milano Numismatica, buona visione ! https://youtu.be/U2LmjfKzr4Q?feature=shared
    1 punto
  26. P Ho passato un paio d'ore a cercare,tra egizi e punici, il simbolo biforcuto che credevo di vedere. Vediamo solo ciò che conosciamo.
    1 punto
  27. Quindi si tratta di traduzioni dall’inglese e vorrei proprio vedere i testi originali. Intanto “diossici” è diventato “diidrossici”. L’anione OH- è chiamato ione idrossile o ione idrossido e la malachite CuCO3•Cu(OH)2 = Cu2(OH)2CO3 e l’azzurrite 2 CuCO3•Cu(OH)2 = Cu3(CO3)2(OH)2 sono composti inorganici che contengono due ioni idrossido nella rispettiva formula chimica. Il loro nome potrebbe quindi essere carbonati rameici diidrossidi ma non “diidrossici”. Noi li chiamiamo carbonati basici di rame e anche il Curcio/Webster’s Dictionary riporta alla voce “Malachite”: A green basic carbonate of copper used for making ornamental articles. apollonia
    1 punto
  28. 1€ totale da ciotola. il 5 shilling è pure d'argento
    1 punto
  29. Leggo solo ora questa discussione. È così bella che mi ha fatto tornare la voglia di metter mano definitiva (VI revisione) alla storia della vita militare del mio bis-suocero che fu Capitano degli Arditi. Ve ne lascio qualche stralcio: 20 agosto 1917 (XI battaglia dell'Isonzo), ufficiali austriaci fatti prigionieri in una caverna sull'Uhr Kuk (Bainsizza) dalla 3a Compagnia del 258° Fanteria comandata dal Capitano Sbacchi. Settembre 1917, in uniforme da Capitano degli Arditi. Al tavolo dei massimi responsabili della marcia su Fiume: il Capitano Sbacchi, sul retro di una cartolina, raccoglie le firme dei suoi commensali.
    1 punto
  30. Egregio, io aggiungerei che, non solo i vari tentativi di vendita a prezzi incongruenti sono il motore di cotanta speme, ma anche tutti quei siti/blog che vogliono incrementare le visualizzazioni onde ottenere sempre più pubblicità pagante grazie a titoli/domande eclatanti ad indurre gli sprovveduti a ritenere di possedere un tesoro. Frasi come "se possiedi questa moneta hai una fortuna", oppure "questo esemplare vale 10.000 €, l'hai nel borsellino?" e via discorrendo. Il credulone è sempre presente dietro l'angolo ed aprirà il sito per sapernerne di più... e su col conteggio delle visualizzazioni!
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  31. Di sicuro prima il benzotriazolo …che te la stabilizza nel caso ci fossero corrosioni attive … poi, se vuoi fai il resto …
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  32. Ciao @gennydbmoney , non ti so dire con esattezza, ma il taglio a me sembra martellato, in quanto non appare circolare in modo regolare, ma piuttosto a "segmenti" lineari, alcuni più spessi di altri (non so se sono stato chiaro, ma non è semplice a parole...). Grazie ancora.
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  33. Eh lo so io ho solo asportato l'ossido. Dovrei metterci olio di vasellina come hai detto più sopra ma non so se me la sento 😅. Se vedo che l'ossido fra qualche mese si riforma allora procederò con metodi più invasivi... tanto se mi si rovina per l'ossido tanto vale che provo il metodo invasivo
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  34. Secondo me ci ha mentito e vive in Norvegia visto che ha postato monete norvegesi😄
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  35. Sulla sx: per forma e per il fatto abbia entrambe le facce con dei segni più o meno riconoscibili, penso sia un gettone o tessera e non un sigilllo. Sulla dx, per raffronto, un sigillo. Per entrambi: qualcuno ne riconosce i simboli ? Grazie. Materiale: piombo Diametro: 2cm circa
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  36. Buongiorno, volevo fare i complimenti a tutti gli organizzatori perché è stato un evento molto ben riuscito e ricco di contenuti interessanti. Un grazie speciale per l'iniziativa per i giovani numismatici da parte di mio figlio che ha 14 anni e ha trovato questo evento molto interessante e divertente. Grazie a tutti
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  37. Vorrei introdurre qualche domanda di riflessione per cercare di capire questo problema (l'apparizione frequente di monete coniate in un centinaio di esemplari). 1) Siamo sicuri che 114 pezzi siano così rari da dover necessariamente apparire solo in casi eccezionali? 2) I prezzi stimati sino a qualche anno fa (da 80 a 120 mila euro) erano frutto del mercato, o molto più spesso di speculazioni costruite da facoltosi commercianti che ne avevano fatto incetta? 3) Quanti collezionisti di Vittorio Emanuele III possono disporre della cifra richiesta per detta moneta, in un momento di forte incertezza economica, quando con gli stessi soldi si compra un piccolo appartamento, ed è pari alla pensione o allo stipendio medio di 2/3 anni di un lavoratore medio? 4) Esistono dubbi sulla riconiazione di dette monete nel 1926 o nel 1957 dovute alla movimentazione di coni, avvenuti e registrati all'interno della zecca, ma non esistono prove che certifichino in modo inoppugnabile che ciò è avvenuto; tenuto conto che la burocrazia richiedeva il concorso e la partecipazione di più soggetti, per determinare l'evento criminoso. 5) Oggi i collezionisti, sono calati di numero rispetto i decenni passati, e molti nuovi appassionati, sono in realtà persone che vedono nella numismatica una fonte più interessante per far fruttare il denaro, rendendo vivace il mercato con continui acquisti e vendite (non a caso le stesse monete appaiono e riappaiono presso aste diverse).
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  38. Purtroppo le condizioni della moneta non permettono la certezza assoluta per una classificazione corretta,io comunque la classificherei come già scritto nel post precedente,nei punti da te evidenziati non vedo altro che corrosioni, incrostazioni e spatinatura,poi è ovvio che potrei sbagliarmi ed esserci effettivamente qualcosa ma non avendo la moneta in mano mi affido a quello che vedo da un'immagine... La moneta è sicuramente ribattuta come dimostra la porzione di doppia perlinatura sulla testa del Re... Una curiosità:il taglio di questa moneta è martellato? chiedo questo perché a me la moneta sembra coniata su un tondello più piccolo, oppure ridotto successivamente tramite martellatura...
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  39. Sarebbero tantissime le cose da dire. Mi conterrò. Innanzitutto grazie agli organizzatori. Ma grazie anche a chi riempie di contenuti l'evento: relatori, collezionisti, professionisti e pubblico. Bello aver conosciuto voi che siete sul forum e bello stringervi le mani. Bello ritrovarsi in discussione tra assi repubblicani, l'Italma della repubblica più recente, cataloghi russi, analisi spettroscopiche e tiramisù. Bello uscire dal convegno e passeggiare tra i banchi della libreria Hoepli, benemerito editore che tanto ha fatto per la numismatica, come ricordava Umberto Moruzzi, e tanto fa per la cultura libraia in generale. Bello andare a Palazzo Reale e godersi la mostra sulla pittura sospesa di Giorgio Morandi. Faccio parlare Vasco Rossi:
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  40. si ma pronunciata (?) da un archeologo fa inorridire Ah no è solo il sottosegretario del Ministero della Cultura
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  41. @Arkami viene in mente una storiella che mi fu racconta molti anni fa: siamo nella Bologna degli Anni '50. Una famiglia molto nota e benestante della città invita per il pranzo domenicale l'arcivescovo della città (se non erro era pure un cardinale, ma la memoria non mi aiuta). In un momento prima di servire le portate, il capofamiglia ringrazia l'alto prelato per aver accettato l'invito e lo informa che in suo onore avrebbero servito il suo piatto preferito i cappelletti al ragù. Ma al momento di servire i piatti una cameriera inciampa nel tappeto persiano e lancia il piatto fumante di cappelletti al ragù in faccia dell'arcivescovo. L'alto prelato con fare molto stoico si ripulisce la faccia e i capelli dal ragù con un tovagliolo, e poi rivolgendosi al commensale alla sua destra dice "Per favore dica qualcosa lei, perché io non posso farlo, altrimenti mi scomunicano!!". Quindi credo che anche la Vostra situazione sia molto simile a quella dell'arcivescovo di Bologna....
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  42. Noi non possiamo. Il cliente ha sempre ragione. 😁 Arka Diligite iustitiam
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  43. Molto interessante,grazie per la condivisione 🙏
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  44. Ciao, oggi condivido un denario dell'imperatore Adriano (117-138 d.C.) con la personificazione sul rovescio della dea della Salute (Salus) rappresentata in questo caso seduta, con i suoi classici attributi cioè la patera nella mano destra, l'altare sacrificale ai suoi piedi e l'immancabile serpente che si eleva dell'altare attorno al quale è attorcigliato, coniato a Roma. La Salus, divinità venerata affinché il benessere fisico venisse sempre preservato al meglio. Adriano, adottato dall'imperatore Traiano e destinato come suo successore( fu il secondo dopo lo stesso Traiano, adottato e destinato al trono da Nerva nel 96 d.C. data in cui ebbe inizio il periodo degli imperatori adottivi scelti non per successione dinastica e che termino' nel 180 d.C. con Marco Aurelio ) e senza dubbio da annoverare tra i buoni imperatori che seppe assicurarare non solo al popolo della città di Roma ma anche delle province un lungo periodo di benessere ( viaggiò molto proprio per controllare come venivano amministrate e dove riscontrava carenze era lui stesso ad intervenire per migliorare le cose. Vennero coniate anche numerose monete proprio in riferimento a tutti i suoi viaggi ) . Il denario da esame diretto risulta coniato , centrato ed ha svolto la sua funzione di moneta. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 19 mm. 2,80 g. RIC 137b
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  45. Buona sera a tutti , ho tra le mani questa moneta da 20 lire cappellone, vorrei sapere cosa ne pensate, è buona? Nella firma la L di Romagnoli e la T di Motti dovrebbero essere conformi , hanno una parte in incuso. Il diametro è corretto e pesa 19.87 grammi. Mi scuso per le foto ,ma è difficile da fotografare ed è stata lucidata, dal colore sembra argento; Presenta numerosi graffi ,sembra abbia circolato. Se fosse buona, che conservazione gli attribuireste?
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  46. Probabilmente perché chi lo ha iniziato poi non ha più trovato il tempo per portarlo a termine. Non dimentichiamo che qui tutto è su base volontaria e completamente gratuito, e a volte può accadere che le priorità diventino altre. petronius
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  47. Intendi questo? https://collectorsonline.org/cat/C-GER
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