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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/17/23 in Risposte

  1. Buongiorno a tutti, aggiorno questa interessante discussione di @dareios it punto di riferimento per tutti gli amanti dei Cavalli Aragonesi. Posto uno degli ultimi esemplari entrati in Collezione Litra68. Vi dico con soddisfazione che ne ho un discreto numero in collezione e ognuno per me unico in sé. Aspetto vostri graditi pareri. Saluti Alberto
    7 punti
  2. Buonasera a tutti, è da tempo che meditavo di aprire questa discussione. Ne avevo parlato in privato con due Amici che sono presenti in Sezione i quali mi hanno incoraggiato ad affrontare la tematica. Li ringrazio pubblicamente, @Raff82 e @gennydbmoney. Sicuramente c'è ne sono altre che hanno affrontato più o meno lo stesso tema anche se dal solo punto di vista del doppio punto. Questa discussione invece vuole essere un contenitore di tutte quelle monete che presentano, passatemi il termine, " anomalie di punteggiatura". Quindi sia monete con punti in più rispetto alla regola o in meno o del tutto assenti. Man mano che presenteremo le nostre monete potremmo avanzare delle ipotesi. Poi se abbiamo delle certezze documentabili ancora meglio. Ricordo il mio primo 4 cavalli di Ferdinando IV, credevo di aver fatto una scoperta sensazionale, un affare per pochi spiccioli una rarità, purtroppo così non fu, alcuni amici collezionisti più esperti mi diedero subito la sentenza... ESUBERI. Da allora ho giustificato con questa parola gran parte delle monete che ho visto, ovunque ci fossero dei puntini sparsi o adiacenti ai presunti punti li ho etichettati come tali. Ma quando invece poi il doppio punto è pulito, quasi perfetto allora sarei più propenso a definirlo reale. Siano essi verticali che orizzontali. Ne approfitto per postare una mia piastra del 1857 Ferdinando II che presenta un punto punto in più sul valore. Sembra G : 120. Il conio si presenta pulito, non noto esuberi sparsi o localizzati e questo mi lascerebbe propendere per un doppio punto. Cosa ne pensate? Saluti Alberto
    5 punti
  3. Condivido volentieri. Lotto 70 Nomisma Aste - Asta 4 - Da ASSAB all'AFIS. Vittorio Emanuele III Somalia (1909-1925) 4 Bese 1909 Prova - Mont.774 AG UNICO Questo e l'unico esemplare conosciuto del 4 Bese in argento. Nella sua ultima opera Prove e Progetti di monete Italiane, Luppino, al numero 620, la classifica RRRRR senza alcuna indicazione del valore. Proveniente dalla collezione Farouk, re d'Egitto, asta The Palace Collections of Egypt - Soteby e Co. - Londra 1953. Sempre la stessa moneta è transitata successivamente dall'asta Santamaria 1961 n° 683. Grading/Stato: FDC Dall’asta Santamaria citata.
    4 punti
  4. Questo editoriale pubblicato ora da Roberto Ganganelli fa indubbiamente piacere ed è’ dedicato a tutto il Gruppo e ci premia per questi 15 anni di impegno, sacrifici e anche qualche sofferenza per una numismatica aperta, di tanti, di giovani che possa essere considerata un valore e un accrescimento culturale collettivo ! Forza così …
    4 punti
  5. Non metto in discussione la rarità di questa prova, ma - a mio avviso - anche se non "prova", in rame è molto più affascinante:
    4 punti
  6. ciao oggi mentre spulciavo una cassettina. ho trovato questa. Ha fatto un bel viaggio
    3 punti
  7. Buonasera a tutti, aggiorno la discussione con un bel 10 Tornesi 1855 Ferdinando II con un evidentissimo doppio orecchio. Esemplare esitato ieri su Dea Moneta Lotto 234 Asta Valente. Complimenti al possessore, millesimo raro per questo nominale, in ottima conservazione e con questa apprezzabile particolarità. Saluti Alberto
    3 punti
  8. 001 D.tiff 001 R.tiff Ringraziamo Alberto Varesi. E' stato lui a darmi le foto delle monete della Collezione d'Incerti. Un professionista serio e soprattutto sempre disponibile..e credetemi sulla parola..non è da tutti..
    3 punti
  9. Secondo me, tranne il caso specifico di questo 10 tornesi nelle altre monete sono quasi sempre uno più piccolo e uno più grande, oltre alle 56 li abbiamo, anche nella 1815 due punti/rombi tra D e G sempre uno piccolo e uno normale.
    2 punti
  10. Ringrazio Mario @dabbene e tutti i ragazzi del Cordusio per questa splendida iniziativa e anche per avermi permesso di restare a pranzo anche se, non prevedendo di fermarmi, non avevo prenotato per tempo. Non ultimo, un grande grazie perché al momento del pagamento Mario mi ha detto che avrebbe pagato lui per tutti!!! Una cosa per nulla... "scontata"! 😉 Avanti così!!!
    2 punti
  11. Il nuovo governo egiziano decide di mettere all'asta i beni del sovrano spodestato, il cui ricavato sarebbe dovuto andare a beneficio del popolo Tra questi anche la collezione numismatica, la cui vendita viene affidata alla casa londinese Sotheby's, che fissa la data dell'asta al 24 febbraio 1954, al Cairo. Il catalogo dell'asta, denominata "The Palace Collections of Egypt" (il nome di Farouk era stato omesso) offre al lotto 185 di pagina 26 (evidenziato dalla freccia nella foto) 17 monete da 20 dollari d'oro di varie annate, tra cui il 1933, sottolineato in rosso. Non si può dire che quest'asta abbia reso giustizia alla collezione. Come potete vedere, molte monete, vista la vastità della collezione stessa, venivano offerte in lotti, divisi per tipologia, mescolando insieme date e zecche, monete rare e monete comuni Questo, unito alla lontananza del luogo dell'asta (andare in Egitto, specialmente dall'America, nel 1954 non era una passeggiata), alle incerte disposizioni finanziarie, all'instabile situazione politica del paese, ha fatto sì che molte monete non ottenessero un risultato ottimale, pari alla loro effettiva rarità. Un altra complicazione fu data dal fatto che Re Farouk aveva lasciato un conto scoperto con Hans Schulman, commerciante americano, per oltre 300.000 dollari. Alla fine, venne riconosciuto a Schulman un credito di pari importo per acquistare le monete in asta, di cui divenne il maggior acquirente, rivendendole poi in gran parte ad altri collezionisti. @petronius arbiter https://www.lamoneta.it/topic/73794-unaquila-da-7-milioni-di-dollari/?do=findComment&comment=794792
    2 punti
  12. Prosegue la personale ricerca dei volumi del MIR ogni volta che ne capita l’occasione giusta. Questa volta entrato in volume dedicato all’ Italia meridionale continentale - Zecche minori. Fra l’altro una volta aperto ho fatto una piacevolissima scoperta
    2 punti
  13. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Stesso destinatario della precedente. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  14. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Ringrazio in anticipo
    2 punti
  15. Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. mi ha incuriosito la presenza del segnatasse. Perché? Ringrazio in anticipo
    2 punti
  16. Riporto sotto link ad articolo sull'inaugurazione di oggi del nuovo allestimento della collezione numismatica del Museo San Matteo di Pisa. https://pisanews.net/al-museo-di-san-matteo-la-nuova-esposizione-di-monete-e-gettoni/
    1 punto
  17. Buongiorno a tutti, è da un po' che non vedo postati dei grani o mezze pubbliche NEAPOLIS REX di Filippo IV di Spagna... Questo è l'ultimo entrato in raccolta... La moneta è chiaramente ribattuta su un'altro nominale, probabilmente un tornese di suo nonno Filippo Il di Spagna... Al D/:...ILIPP..III...PP...sopra le due PP del nome del Re si legge chiaramente:VT. ... dietro la testa del Re sembra esserci una grossa C,non è possibile determinare con certezza la data ma credo che molto probabilmente sia un 22 o senza data... R/:V...II..∧POLI·S REX.... croce potenziata cantonata da crocette simili ma potrebbero essere anche patenti... Anche al rovescio non noto tracce della data... Credo che si possa definire della tipologia "bislungo"... Al momento non dispongo di peso e diametro...
    1 punto
  18. Ciao, oggi con particolare piacere condivido il mio ultimo arrivo che è il decimo sesterzio, ed il primo di un'Augusta, ad entrare in collezione 🙂. Si tratta di un sesterzio di Lucilla (164-182 d.C) recante sul rovescio la personificazione della dea Vesta stante, con simpulum nella mano destra, palladium a sinistra ed altare ai suoi piedi, coniato a Roma. Era la dea del focolare domestico molto venerata sia in privato ma soprattutto in pubblico nei templi a lei dedicati dove le Vestali, sacerdotesse scelte per tale scopo, avevano come compito specifico quello di tenere sempre acceso il sacro fuoco a lei attribuito. Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio e dell'Augusta Faustina Minore, fu data in sposa poco più che fanciulla a Lucio Vero "adottato" come Marco Aurelio da Antonino Pio e designati come suoi successori. Fu il primo caso di due imperatori co-regnanti sul trono di Roma. Era una donna dal carattere forte, con buona cultura ( con un padre come Marco Aurelio, l'imperatore filosofo) ed anche discrete capacità politiche. Alla morte del marito durante una campagna militare ( per una malattia improvvisa, forse la peste antonina o di Galieno colui che all'epoca la descrisse. Dai sintomi descritti si poteva trattare di vaiolo o anche di morbillo propagotosi in tutto l'impero durante e dopo la guerra contro i Parti) fu costretta dal padre, dopo pochi mesi, a sposare un cittadino romano di origine siriana Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano di trent'anni più anziano ( lei e la madre Faustina erano contrarie, ma così fu) console per due volte e molto vicino politicamente a Marco Aurelio. Alla morte di quest'ultimo gli successe il figlio Commodo che entrò subito in contrasto con la sorella relegandola in secondo piano e tenendola lontana dal contesto politico e decisionale. Questo non fu accettato dell'Augusta che ordi' un piano per eliminare Commodo ma lui riuscì a salvarsi ed ovviamente la vendetta fu da par suo. Fece uccidere molti dei congiuranti ed esilio' a Capri Lucilla ( isola di residenza dorata per Tiberio, che fu adibita a luogo di esilio, costrizione e morte da alcuni imperatori, anche da Caracalla) dove di lì a breve la fece uccidere. Era l'anno 182 d.C. ed aveva circa 34 anni. Il sesterzio da esame diretto risulta coniato, centrato, con discreto metallo, buon peso e modulo ed ha svolto con evidenza la sua funzione. Ciò che mi spinto ad acquistarlo è il ritratto sorridente che si può ammirare ( ed anche la sua somiglianza con la madre Faustina Minore) che si contrappone in un certo senso a quello che purtroppo il triste destino, aiutato anche dal suo operato, gli riservo' ..... Condivido anche i miei denari tra i quali uno del Limes. Grazie ed alle prossime ANTONIO 31 mm 24,12 g RIC 1779
    1 punto
  19. Se è di piombo coma fa ad essere un conio.
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  20. Direi che si può fare a questo punto anche un aggiornamento con i video girati a Milano Numismatica che sono sul canale YouTube di Quelli del Cordusio con anche i precedenti girati, buona visione ! https://m.youtube.com/channel/UCqP7Vmgu7Afpiplbt3so2mQ
    1 punto
  21. Ultimamente ne sono passate una all'asta Collezionare su dea moneta e un'altra all'asta Thesaurus giudicata FDC... La VTR.. presenta anche un globetto sulla S di FERDINANDVS...
    1 punto
  22. Volentieri, scusa solo la qualità delle foto nei prossimi giorni le rifaccio e le riposto. Della VTR doppiopunto ne ha una anche @Litra68 e una @gennydbmoney
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  23. Questi punti nei 10 tornesi identificano il periodo, secondo me, assegnati alla repubblica, tutti gli altri doppiopunti sono per riconoscere chi ha coniato cosa, mio pensiero.
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  24. 23 MAGGIO 1859 GIUSEPPE GARIBALDI SBARCA A SESTO CALENDE Garibaldi marciò dal Piemonte verso il Ticino, giunse nottetempo ad Arona e si diresse a Castelletto, erano pronte le barche per varcare il fiume, occupava di sorpresa Sesto Calende facendo prigionieri i gendarmi austriaci immersi nel sonno, era in terra Lombarda e si diresse con Nino Bixio sopra Varese. Questa rara medaglia ricorda l'avvenimento, finalmente dopo anni di ricerca è entrata in collezione.
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  25. Come già annunciato in precedenza, prossimamente aprirà i battenti una nuova esposizione di monete a Palazzo Blu a Pisa: 'DDD - Dee, Donne & Denaro. Figure femminili nelle monete di Palazzo Blu'. Si tratta di una mostra divulgativa che prende spunto anche dagli studi di tanti colleghi e colleghe su questo tema e consente di esplorare la ricchezza iconografica - in questo caso - soprattutto della monetazione antica (greca e magno-greca e romana sino al periodo tardo-antico). I pezzi provengono dalla collezione Simoneschi che per il periodo romano ha degli elementi di assoluto pregio. Sabato 25 novembre alle ore 11,00 ci sarà la prima presentazione dell'esposizione, alla quale sarà possibile accedere gratuitamente, così come al resto delle sale del museo proprio in occasione di questo evento. Posto qua sotto la locandina con tutte le informazioni e vi aspetto! MB (P.S. Vi ricordo che se non le avete viste ancora, a Pisa abbiamo ri-esposto di recente una selezione di monete e gettoni medievali al Museo Nazionale di San Matteo e una raccolta delle monete da Cosimo I a Ferdinando I de' Medici al Museo Nazionale di Palazzo di Palazzo Reale 😊).
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  26. Ciao @Litra68 e buona sera a tutti, una discussione ad hoc ci voleva... Per me la tua 57 ha due veri punti...ne ho una simile con punti simili in una 36 dopo il numerale II, non appena possibile posto le immagini. Verissimo, io ho due 56, una VTR e una HIER che hanno un punto più grande e uno subito dopo più piccolo. Ultimamente ho trovato anche una 1838 con due punti piccoli e uguali dopo HIER, non appena possibile aggiungo foto in questa bella discussione.
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  27. Mi ricordano i doppi punti delle 56, uno grande e uno piccolo...
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  28. lo so che mi ripeto ma è sempre un piacere leggere i tuoi interventi a corredo delle bellissime monete della tua collezione, ho trovato molto interessante anche la discussione che ne è scaturita, mi ricorda che fra le tante cose dovrò riprendere la collezione delle Auguste che ho interrotto momentaneamente per colmare alcune mancanze della dinastia Giulio-Claudia 😃
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  30. Ciao Alberto, complimenti,bel cavalluccio dallo stile particolare, l'occhio del Re posizionato più in alto del normale,l'aquila e il cavallo che sembrano fissarsi con aria di sfida,la stelletta posizionata sulla linea dell'esergo e con le N delle legende che sembrano senza traversa centrale...
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  31. @Franchino.65 guardati questa sezione:
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  32. La Banca Centrale presenta le monete in euro bulgare. https://bnb.bg/AboutUs/PressOffice/POPressReleases/POPRDate/PR_20231116_BG
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  33. Azz....pure rosso: sei sempre il solito tremendo😜
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  34. Ciao @gpittini Confermo, e si tratta del RPC X, 61973. https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/61973 ΠΟ ΛΙ Ɛ ΓΑΛΛΙΗΝΟϹ ΚΥΖΙΚΗΝ - ΩΝ - ΝƐΟΚΟΡΩΝ Poco comune, solo due monete illustrate. Stesso conio di dritto per tutti e tre, e mi sembra, stesso conio di rovescio del secondo esemplare.
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  35. Sembra un 20 kreuzer del Tirolo dei primi dell'800.
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  36. Il tumulo visto dal drone in una foto scattata per preparare i sopralluoghi archeologici. Herlaugshaugen è menzionata nelle saghe reali di Snorre come l’ultima dimora del re Herlaug. @ Foto Hanne Bryn, Museo della scienza NTNU Quest’estate gli archeologi e uno specialista di metal detector hanno effettuato una piccola ricognizione dell’Herlaugshaugen a Leka, nel nord del Trøndelag, in Norvegia. Il fine? Trovare indizi che supportino l’ipotesi che sotto questa collinetta poco distante dalle acque ci possa essere una nave utilizzata come sepolcro per un re. Il tumulo di Herlaug ha un diametro di oltre 60 metri ed è uno dei tumuli più grandi del paese. Esso fu oggetto di tre scavi asistematici e predatori durante la fine del XVIII secolo. Secondo i rapporti furono rinvenuti, tra le altre cose, un muro, chiodi di ferro, un calderone di bronzo, ossa di animali e uno scheletro seduto con una spada. Lo scheletro fu esposto alla Trondheim Katedralskole, come re Herlaug, ma nessuno sa dove sia finito. Anche tutti gli altri reperti sono scomparsi. Si dice che il calderone di bronzo sia stato fuso per ricavare fibbie per scarpe. Quindi già si sapeva che il tumulo era un complesso tombale antico. Ma gli archeologi hanno voluto capire, con i recenti sopralluoghi, se esistano, sotto la collinetta, materiali metallici e lignei che possano confermare l’idea che la grande sepoltura fosse avvenuta su una nave. Le indagini del 2023 sono state svolte per conto degli Archivi nazionali e in collaborazione con il comune della contea di Trøndelag. Gli archeologi si sono rallegrati quando hanno trovato grandi rivetti – connessioni metalliche che si chiudono saldamente, senza che possano essere smontate o che possano sfilarsi – che hanno confermato che si trattava di una nave sepolcrale. L’entusiasmo non si è smorzato quando sono giunti i dati del radiocarbonio, per la datazione delle assi della nave. L’archeologa mostra uno dei rivetti della nave. Alle sue spalle, il rilievo del tumulo. @ Foto Hanne Bryn, Museo della scienza NTNU Il tumulo è stato costruito circa anno 700 d.C È durante il periodo noto come periodo merovingio, che precede l’era vichinga. È una datazione molto emozionante, perché sposta tutta la tradizione delle sepolture delle navi – in Norvegia – piuttosto indietro nel tempo. Fino ad ora si è infatti ritenuto che questa pratica funeraria, riservata evidentemente ai rappresentanti apicali dell’élite, fosse, in Norvegia, avvenuta a partire dal periodo vichingo. Un momento del saggio archeologico: la rimozione delle zolle@ Foto Geir Grønnesby, Museo della scienza, NTNU. Le navi funerarie erano imbarcazioni che ospitavano i resti mortali di un defunto insieme ai suoi averi. Questo antico rituale funebre era praticato nell’Europa settentrionale tra il VI e l’VIII secolo, sia nella Scandinavia dell’Era di Vendel che tra gli Anglosassoni, i Franchi nell’era merovingia, i Vichinghi, i Rus’, i Balti e occasionalmente anche dagli Egizi. Per i popoli germanici, questo tipo di cerimonia funebre rappresentava un grande onore, considerato come un passaggio privilegiato per accedere al Valhalla. Uno dei rivetti della nave, trovati durante l’indagine 2023.Il rivetto è un elemento meccanico di fissaggio non smontabile. L’unico modo per rimuoverlo è distruggerlo. @ Foto Hanne Bryn, Museo della scienza NTNU Geir Grønnesby, archeologo e responsabile del progetto delle indagini presso il Museo delle Scienze NTNU, sottolinea l’importanza di questa scoperta nel contesto della storia marittima della Scandinavia. La costruzione di una nave così grande implica competenze marittime avanzate, suggerendo che la regione possedesse tali capacità molto prima di quanto precedentemente ipotizzato. Questa scoperta getta nuova luce sulla discussione su quando e perché ebbe inizio l’era vichinga. Il tumulo di Herlaug, oltre a essere una sepoltura di straordinario significato, simboleggia anche potere e ricchezza. Tuttavia, Grønnesby sostiene che questa prosperità non derivi esclusivamente dall’agricoltura di Ytre Namdalen, ma piuttosto dal commercio e dalle attività marittime a lunga distanza. Il supporto a questa teoria arriva anche dall’archeologo Lars Forseth del comune della contea di Trøndelag, che ha partecipato alle indagini delle settimane scorse. Egli evidenzia l’importanza della posizione lungo l’ormeggio della nave, suggerendo che il trasporto di merci lungo rotte sottovento – evitando cioè il più possibile la furia del mare aperto – potrebbe essere cruciale per comprendere l’era vichinga e lo sviluppo navale pre-vichingo. Il tumulo di Herlaug viene datato al periodo merovingio (circa dal 550 all’800 d.C.), un’epoca scarsa di reperti archeologici, in Norvegia. La regione di Namdalen ospita circa il 10% dei grandi tumuli norvegesi, alcuni dei quali presentano somiglianze con i siti svedesi di Vendel e Valsgärde, noti per le spettacolari tombe di barche. Gli archeologa – in attesa che queste collinette siano oggetto di scavi – si interrogano sulla possibilità di un collegamento tra Namdalen e le aree di Vendel e Valsgärde in Svezia. Grønnesby aggiunge che questi siti svedesi condividono caratteristiche con la celebre sepoltura di una nave a Sutton Hoo in Inghilterra, datata anch’essa al periodo merovingio. La nave funeraria inglese era lunga 27 metri. Nella camera funeraria fu trovato lo scheletro del defunto con una grandissima quantità di materiali, armi, utensili, gioielli d’oro. https://stilearte.it/sotto-quel-tumulo-ce-una-nave-tomba-merovingia-archeologi-risolvono-lenigma-scomparso-lo-scheletro-con-spada-la-datazione/
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  37. Chi scrive sopra è un esperto in materia truffaldina italiana e nella zecca succedeva di tutto e di più in quel periodo e non solo. Non era come oggi, controllavano si ma ancora non controllavano anche chi deve controllare.........😄
    1 punto
  38. taglio: 2 ero cc ERAS paese: slovenia anno: 2022 tiratura: 1.000.'000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!!! taglio: 2 euro cc paese: finlandia anno: 2018 B tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!
    1 punto
  39. Il « vero volto » di Cesare… Perché gli altri (Tusculum, Chiaramonti, e tutti i ritratti della numismatica ) erano « falsi »? E chi l’ha detto, quando il busto scoperto nel Rodano 16 anni fa ad Arles, dopo tante dichiarazioni tonanti, rimane ancora oggi «presumibilmente » quello di Cesare? Dovremmo accontentarci di un’apparizione spettrale di quel busto su uno schermo, mentre ci propongono già una ricostruzione grafica, come spesso molto deludente rispetto all’opera originale. Trovato durante gli scavi e il restauro del teatro di Terracina… ma in quali circostanze, e quando, tre anni fa, tre giorni fa? Hanno qualche idea della datazione? Potrebbe essere stato fatto durante la vita di Cesare? Mentre questa scoperta strepitosa dovrebbe fare notizia non solo in Italia ma anche all’estero, non trovo niente. Si, una foto sul blog « MIA Terracina ». Forse si tratta soltanto di un teasing prima dell’apertura del sito restaurato al pubblico, o prima che questo busto venga esposto, ma a proposito, forse mi è sfuggito, dove sarà esposto? Per non cadere nella trappola delle teorie complottistiche (mistificazione, immagine creata dall’IA e il busto non esiste, e magari Giulio Cesare non sarebbe mai esistito…), @Vel Satiesho davvero bisogno del tuo aiuto!
    1 punto
  40. Sono felice di inaugurare per primo questa nuova sezione con una "mia" discussione, ma prima vorrei ringraziare lo staff ed in particolare @Reficul perché hanno deciso di ampliare la già ricca offerta culturale del nostro forum con l'attualità. In questo modo potremmo anche alleggerire la sezione Archeologia e Storia, dedicandola soprattutto per approfondimenti. ____________________________________ Passiamo ora alla notizia: Due edifici di culto e una fossa sacrificale scoperti in un campo militare romano augusteo. Gli archeologi: “E’ un caso unico”. Qui pregarono i soldati prima del disastro di Teotoburgo? Gli archeologi dell’Associazione agricola Westfalia-Lippe (LWL) hanno compiuto una scoperta eccezionale ad Haltern, dove sono stati rinvenuti i resti delle fondamenta di due piccoli templi romani e una fossa sacrificale all’interno del sito dell’ex accampamento romano. Questa rivelazione è particolarmente straordinaria poiché tali edifici di culto, secondo gli archeologi tedeschi, “non sono mai stati scoperti in altre installazioni militari romane”. Non solo. L’accampamento si trovava a circa 100 chilometri dalla foresta di Teotoburgo – Kalkriese, raggiungibile dall’esercito romano in circa 3 giorni di marcia e in poco più di un giorno dalla cavalleria, il luogo in cui si consumò il grande disastro che portò alla disfatta del 9 d.C., qualcosa che, a quell’epoca, ebbe un impatto emotivo simile a quello causato, in tempi recenti, dall’attacco alle Torri Gemelle. Nell’accampamento in cui sono state portate alla luce resti di strutture di culto è stata trovata anche una barra di piombo che reca le insegne di una delle tre legioni che sarebbero cadute con Varo. L’esperto romano della LWL, il Dott. Bettina Tremmel, sottolinea l’unicità della scoperta degli edifici di culto, indicando che i due templi rettangolari, anche se costituiti solo da strutture in argilla, seguono il modello dei grandi templi a podio in pietra tipici di molte città romane durante l’impero di Augusto. Questa scoperta offre un’inedita prospettiva sulle pratiche di culto all’interno di un contesto militare, sfidando le precedenti conoscenze storiche. L’esame dei resti dell’edificio di culto occidentale ha rivelato un edificio rettangolare in legno di 30 metri quadrati con un ingresso largo cinque metri e una facciata distintiva, sottolineata da due colonne lignee. L’archeologo Lars Forseth, partecipante alle indagini estive, sottolinea la sfida nel ritrovare reperti romani tra le pieghe del terreno, spesso disturbate da interventi nel corso degli ultimi 80 anni. L’Università di Treviri ha sostenuto le indagini, facilitando la completa identificazione della pianta dell’edificio di culto occidentale. Il secondo edificio era simile al primo. Una fossa a livello circondata da una nicchia separava i due. Un elemento di particolare interesse è il fossato circolare situato vicino agli edifici di culto, che è più antico e che è stato realizzato durante l’età del bronzo. Probabilmente i romani hanno approfittato della presenza di una piccola area cultuale precedente per erigervi la propria. Solleva interrogativi la presenza di una tomba all’interno dell’insediamento, proibita dal diritto romano. Ma le indagini proseguono. Il Prof. Dr. Michael Rind, direttore dell’archeologia LWL per la Vestfalia, sottolinea la complessità di questo ritrovamento unico e la necessità di ulteriori ricerche per svelarne il mistero. Il fossato circolare, le strutture di culto e la fossa sacrificale compongono un gruppo di edifici senza precedenti all’interno di un accampamento romano, spingendo gli archeologi a riconsiderare la funzione di tali costruzioni in un contesto militare. La scoperta apre nuove prospettive sulla vita quotidiana all’interno di un accampamento romano, sfidando le percezioni tradizionali sulla complessità delle credenze romane nell’Europa settentrionale. Ma vediamo di contestualizzare storicamente queste vestigia. Durante il regno dell’imperatore Augusto (dal 27 a.C. al 14 d.C.) l’impero romano espanse sempre più la sua influenza sulla riva destra del Reno. Non è chiaro se Roma cercasse di pacificare i territori o addirittura volesse conquistarli con l’obiettivo di edificare una provincia. Il fiume Lippe – affluente del Reno della lunghezza di 255 chilometri – era particolarmente adatto per l’avanzata. Da Xanten le legioni avanzarono verso est e stabilirono accampamenti militari sul corso d’acqua. Queste basi potevamo essere rifornite da navi che percorrevano il Reno. Con la sconfitta di Varo, le cui tre legioni furono distrutte nella foresta di Teutoburgo (9 d.C.), Roma si ritirò dietro il Reno, che assicurò con fortificazioni. Gli accampamenti romani sulla Lippe furono abbandonati e caddero in rovina. Già nel XIX secolo si aveva notizia dell’esistenza di un accampamento militare nei pressi di Haltern. I primi scavi estesi iniziarono nel 1899. L’accampamento è considerato la base militare più studiata del periodo augusteo. Nonostante ciò agli archeologi del passato erano sfuggiti i due templi e il fossato sacrificale. L’accampamento sembra che abbia svolto un ruolo centrale come centro logistico. Le navi da trasporto venivano trascinate dal Reno lungo il Lippe fino a Haltern, dove il carico veniva (parzialmente) trasferito su navi più piccole e trasportato più a monte. Ad Haltern è stata rinvenuta una barra di piombo con la scritta “CCIII L XIX”. Una delle tre legioni cadute nella battaglia di Varo fu la 19ª, il che suggerisce che fosse di stanza ad Haltern, almeno temporaneamente. I romani pregarono qui, prima di dirigersi verso la foresta ed essere annientati dai Germani? La clades Variana, nota come la battaglia della foresta di Teutoburgo, fu combattuta nel 9 d.C. tra l’esercito romano, guidato da Publio Quintilio Varo, e una coalizione di tribù germaniche sotto il comando di Arminio, capo dei Cherusci e ufficiale delle truppe ausiliarie di Varo. Ma Arminio tradì. Questo scontro bellico avvenne nei pressi dell’attuale Kalkriese, nella Bassa Sassonia, e rappresentò una delle più gravi sconfitte subite dai Romani. Le legioni XVII, XVIII e XIX furono completamente annientate, insieme a 6 coorti di fanteria e 3 ali di cavalleria ausiliaria. L’impatto di questa disfatta fu così devastante che le legioni coinvolte, la XVII, la XVIII e la XIX, persero definitivamente le loro numerazioni nell’esercito romano. Per ristabilire l’onore delle legioni e vendicarsi della sconfitta, i Romani intrapresero una guerra di sette anni, culminata nel 16 d.C. con le battaglie di Idistaviso e del Vallo angrivariano. In questi scontri, considerati la vendetta dell’Impero romano contro i Germani, Arminio fu sconfitto in modo decisivo. Al termine di questa campagna, i Romani decisero di abbandonare ogni ulteriore tentativo di conquista in Germania, consolidando il fiume Reno come il confine nord-orientale definitivo dell’Impero per i successivi 400 anni. La battaglia della foresta di Teutoburgo e le sue conseguenze ebbero un impatto duraturo sulla strategia militare romana e sulla configurazione geografica del loro impero. https://stilearte.it/due-edifici-di-culto-e-una-fossa-sacrificale-scoperti-in-un-campo-militare-romano-augusteo-gli-archeologi-e-un-caso-unico-qui-pregarono-i-soldati-prima-del-disastro-di-teotoburgo/ Per gli approfondimenti:
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  41. Potrei essere d'accordo se parliamo di un catalogo di recente pubblicazione,ma per testi pubblicati in epoche in cui non esisteva la possibilità di fare una ricerca anche con un semplice click non me la sento di condannarli,erano veri appassionati e non era facile nella loro epoca trovare materiale per pubblicare i loro studi... oggi è sicuramente più semplice e veloce,e comunque di strafalcioni se ne leggono comunque un bel po',anche troppo per i miei gusti...
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  42. Dalla rete questo è lo scudo ufficiale di Castiglia e Leon...
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  43. Annuncio la imminente uscita di : La circolazione monetaria nel territorio di San Pietro Infine - Una guida introduttiva Davide Fabrizi, Beniamino Russo L’opera, nata nel corso delle commemorazioni per la battaglia avvenuta a San Pietro Infine durante la Seconda Guerra Mondiale, si pone l’obiettivo di illustrare ai giovani ed ai neofiti la storia della circolazione monetaria che ha riguardato il centro attraverso i secoli, dai Sanniti fino all’Unità d’Italia. Il libro ha quindi un carattere prettamente divulgativo, illustrando con immagini e brevi descrizioni, i tipi principali delle monete che sono circolate nelle aree limitrofe. pagine a colori, formato foglio 18x26
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  44. Tutti questi riscontri positivi e di apprezzamento ci inorgogliscono e fanno piacere, credo che questa sia una strada per creare consenso, interesse, nuove passioni, giovani che si accostino alla numismatica sotto la spinta del coinvolgimento divulgativo e anche dell’operativita’ al servizio di tutta la comunità ..
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  45. Dico "credo" perchè non si legge il CIVIT FAMAG https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL9/1 ma tutto il resto corrisponde alla perfezione: la legenda col DVX sul lato croce, quella strana X simile a quella di una moneta dei cataloghi, l'iconografia in generale, pertanto direi che è proprio lei
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  46. Probabilmente la serie più bella emessa che esalta la quotidianità e la libertà del nostro Paese grazie al talento comunicativo di Mezzana che propose con i bozzetti "Italia al lavoro" l'esaltazione del lavoro come fondamento di un paese democratico.
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