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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/23/23 in Risposte
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Buona sera a tutti, È con piacere che comunico anche quest'anno la pubblicazione del nuovo numero di Comunicazione, il n. 82 del 2021, scaricabile dal sito della Società Numismatica Italiana a questo LINK: http://www.socnumit.org/doc/Comunicazione_2023_82.pdf Le spedizioni, ai soci, del cartaceo inizieranno con il mese di Gennaio 2024. Colgo l'occasione per ringraziare gli autori che hanno collaborato con i loro articoli alla pubblicazione. A cura della Redazione Presentazione del volume: Giuseppe Girola (1940-2022) Scritti di Numismatica. Luca Oddone Nuova attribuzione e censimento degli esemplari del denaro di Alba (CN) e del marchese di Savona a 150 anni dalla prima descrizione (1873-2023). Cesare Costantini Le frazioni del grosso agontano: il caso della zecca di Ascoli. Andrea Costantini Ipotesi su una particolare coniazione a nome di Antonio Venier. Matteo De Ascentiis FRANCISCUS SFORTIA: Un capitano di ventura tra la Marchia e Mediolanum. Alessandro Toffanin Nota su alcuni sesini emessi dalla zecca di Pavia durante la dominazione di Francesco Sforza. Antonio Rimoldi BELLO PACEQ INSIGNIS: un ritratto leoniano del 1562, tra propaganda e moda armorara. Mario Veronesi Zecca di Desana: un inedito 16° di patagon. Giuseppe Girola Gettoni utilizzati in Etiopia e nelle colonie dell'Africa Orientale Italiana.7 punti
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Buongiorno a tutti gli amici del forum, dopo un periodo di assenza dovuto a intensi impegni, torno volentieri a condividere con voi un mio recente acquisto, un sesterzio carino di Faustina II proveniente dall' asta: Dr. Busso Peus. Descrizione moneta dell'asta: Kaiserliche Prägungen Marcus Aurelius für Faustina II. Sesterz 161/164, Rom. Büste / Salus mit Patera auf Thron, davor Altar mit Schlange. 11h. RIC 1667; C. 202. 22.80 gr. 33,5 mm.4 punti
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Buongiorno a tutti, vorrei condividere con voi uno dei miei ultimi acquisti. Provenienza: Inasta asta 109 Sesterzio Adriano Virtus C. 1464/8 Di solito acquisto conservazioni migliori, ma questa qBB mi ha comunque conquistato per la sua patina.2 punti
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@GuysimpsonsGuido credo che hai ponderato questa scelta in modo molto attento e scrupoloso, quindi noi non possiamo fare altro che sostenere la tua decisione. E poi qualche pezzo penso proprio che te lo terrai! Quindi ti dico che hai fatto bene e che sei un collezionista molto coraggioso, complimenti! Questo potrebbe poi essere un nuovo inizio per impegnarsi in un nuovo progetto o piuttosto per approfondire quelli già iniziati. Quindi lascia gli eventuali rimpianti alle spalle e pensa alle monete che studierai e/o acquisterai domani. Ciao Guido!2 punti
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Ciao, oggi con particolare piacere condivido il mio ultimo arrivo che è il decimo sesterzio, ed il primo di un'Augusta, ad entrare in collezione 🙂. Si tratta di un sesterzio di Lucilla (164-182 d.C) recante sul rovescio la personificazione della dea Vesta stante, con simpulum nella mano destra, palladium a sinistra ed altare ai suoi piedi, coniato a Roma. Era la dea del focolare domestico molto venerata sia in privato ma soprattutto in pubblico nei templi a lei dedicati dove le Vestali, sacerdotesse scelte per tale scopo, avevano come compito specifico quello di tenere sempre acceso il sacro fuoco a lei attribuito. Lucilla, figlia dell'imperatore Marco Aurelio e dell'Augusta Faustina Minore, fu data in sposa poco più che fanciulla a Lucio Vero "adottato" come Marco Aurelio da Antonino Pio e designati come suoi successori. Fu il primo caso di due imperatori co-regnanti sul trono di Roma. Era una donna dal carattere forte, con buona cultura ( con un padre come Marco Aurelio, l'imperatore filosofo) ed anche discrete capacità politiche. Alla morte del marito durante una campagna militare ( per una malattia improvvisa, forse la peste antonina o di Galieno colui che all'epoca la descrisse. Dai sintomi descritti si poteva trattare di vaiolo o anche di morbillo propagotosi in tutto l'impero durante e dopo la guerra contro i Parti) fu costretta dal padre, dopo pochi mesi, a sposare un cittadino romano di origine siriana Tiberio Claudio Pompeiano Quintiniano di trent'anni più anziano ( lei e la madre Faustina erano contrarie, ma così fu) console per due volte e molto vicino politicamente a Marco Aurelio. Alla morte di quest'ultimo gli successe il figlio Commodo che entrò subito in contrasto con la sorella relegandola in secondo piano e tenendola lontana dal contesto politico e decisionale. Questo non fu accettato dell'Augusta che ordi' un piano per eliminare Commodo ma lui riuscì a salvarsi ed ovviamente la vendetta fu da par suo. Fece uccidere molti dei congiuranti ed esilio' a Capri Lucilla ( isola di residenza dorata per Tiberio, che fu adibita a luogo di esilio, costrizione e morte da alcuni imperatori, anche da Caracalla) dove di lì a breve la fece uccidere. Era l'anno 182 d.C. ed aveva circa 34 anni. Il sesterzio da esame diretto risulta coniato, centrato, con discreto metallo, buon peso e modulo ed ha svolto con evidenza la sua funzione. Ciò che mi spinto ad acquistarlo è il ritratto sorridente che si può ammirare ( ed anche la sua somiglianza con la madre Faustina Minore) che si contrappone in un certo senso a quello che purtroppo il triste destino, aiutato anche dal suo operato, gli riservo' ..... Condivido anche i miei denari tra i quali uno del Limes. Grazie ed alle prossime ANTONIO 31 mm 24,12 g RIC 17792 punti
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Sul pavimento della Cappella Borbone - dove riposano le spoglie dei re napoletani - è rappresentato lo stemma borbonico nella sua interezza. Come è possibile osservare nello scudo dei Medici, i gigli sono "male ordinati": 1-2 anziché 2-1. Anche qui la mano di un massone🤣2 punti
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Ciao, no, non hai chiesto troppo, ci mancherebbe!, il problema è che si tratta di un disegno eccezionalmente "ingenuo", benché ben descrivibile in termini araldici. Scudo semirotondo, posato su manto di porpora frangiato d'oro e foderato d'armellino (i nodi che lo fermano sembrano quelli sabaudi, ma 😉 non lo sono affatto), cimato da corona d'oro all'antica con cinque raggi visibili, gemmata al naturale, dalla quale escono a ventaglio tre piume di struzzo. Questi sono gli ornamenti esterni, disegnati con attenzione a forme e ombreggiature. Ma... ...i problemi vengono guardando i contenuti dello scudo, ossia lo stemma vero e proprio (tutta la mercanzia di cui sopra è accessorio non indispensabile). Il quale stemma si fa blasonare (---> descrivere tecnicamente) solo in parte: troncato: nel 1° d'argento, all'aquila di nero, sostenuta dalla partizione; nel 2° d'oro, al (?) di rosso, sostenuto da tre monti all'italiana affiancati di verde, e accostato in capo da due (?). Cosa sarà mai quel grumo rosso nel 2°? E le due cose laterali a quattro punte: stelle? triboli? o che altro? (il tribolo era un attrezzo bellico elementare, ma di infame efficacia, adatto a fermare cavalli e pedoni). A voler scherzare, qui siamo noi a tribolare davanti a questo disegno! Seriamente: il grumo rosso potrebbe essere un fuoco ardente? Se sì, il volatile che lo sovrasta può non essereun'aquila, ma una fenice. Mitologico uccello che, di solito, mentre sta sul suo nido araldico (--> il fuoco ardente) guarda un sole posto al di sopra di lei. Ma qui di sole non c'è neanche l'ombra (gioco di parole 😫 banale...), e le due presunte stelle non lo sostituiscono di certo. L'insieme lascia una sensazione globalmente "infantile": è privo di sbagli grossolani all'esterno, ma ne fa all'interno dello scudo, dove l'esecutore si è perso forse perché non aveva un buon esempio sotto gli occhi. La scritta al di sotto potrebbe aiutare, "A. G.a(lu)v", dove le prime due lettere puntate sembrano coeve al disegno, mentre le altre paiono aggiunte a posteriori, però... cosa significano (a parte le probabili iniziali A.G.)? I caratteri di scrittura stanno bene con un fin troppo ampio periodo di tempo (a naso, oscillante fra XVII-XVIII e inizi XX secolo). Il supporto, vistosamente piegato e ripiegato fino a perdere parte del contenuto, sembra confermare una vita di qualche secolo/molti decenni. A chi appartiene lo stemma? Impossibile rispondere finché non si capisce bene cosa contiene. Forse (sottolineo forse) l'area di provenienza, se nota, potrebbe dare un aiutino (ma non è detto, purtroppo).2 punti
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Buonasera a tutti, sono Simone. Il nostro Circolo "Amico del Collezionista" di Civate ha organizzato il convegno Filatelico-Numismatico ANTIQUA, che si terrà dal 15 al 16 Dicembre dalle 9 alle 18 A Garlate (Lecco) presso il Museo della Seta Abegg. Condivido con voi tutte le info di questo evento: Ci sarà la presenza di tanti espositori di Monete, Francobolli e Cartoline. si annovera la presenza di Numismatica Felsinea ( @simonesrt ), espositori che concorrono a comporre la cornice dello storico mercatino del cordusio a Milano, un grande collezionista privato di monete del regno d'Italia e professionisti della filatelia e di cartoline.1 punto
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buonasera, posto una medaglia per scoprire in che anni e' stata coniata. penso per reduci. dalle scritte sembra riguardi la battaglia chiamata operazione compass in libia dove fu sconfitta la 10 armata del generale graziani grazie1 punto
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DE GREGE EPICURI Mi sa che mi sto specializzando in Gallieno! Questo bronzo pesa 9,68 g e misura 25,5 mm. Al d., busto radiato e drappeggiato a destra, e la scritta: ΠΟΥ ΛΙΚ Γ ΓΑΛΛΙΗΝΟC CΕΒ. Al rovescio, ben 3 personaggi: al centro, una figura maschile volta a sinistra, corazzata, elmata e con scettro; porge la mano ad altra figura maschile posta alla sinistra. A destra invece una figura femminile, con lunga veste, forse sacrificante. Si legge solo, nel giro ed a ore 4-5:..ΩΝ. Qualche incerta indicazione mi ha portato a Nicea. In effetti esiste una moneta di questo tipo: la figura centrale è Gallieno, che stringe la mano a Valeriano (suppongo il figlio, cioè Valeriano 2°); a destra sta Homonoia, cioè la concordia, che sacrifica su un piccolo altare. Classificata come: Lindgren I, 159; Mcclean 7508; Von Aulock 722-723. Ignoro purtroppo il RPC, e non conosco l'eventuale rarità della moneta.1 punto
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Ciao @Stilicho, hai ragione non se ne può più di queste abbreviazioni. Seguirò il consiglio da un veterano. Grazie comprendo Buon proseguimento1 punto
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Buonasera a tutti, posto uno dei miei ultimi acquisti. Un Denario di Faustina Maggiore con un ritratto almeno per me insolito. O magari è un difetto del conio, verificherò meglio... Al rovescio AETERNITAS, la Providentia con globo e scettro, Zecca di Roma. Catalogazione della casa d'Aste. Diva Faustina Senior (died 140/1). AR Denarius (17mm, 3.21g, 6h). Rome, 146/7-161. Draped bust r. R/ Aeternitas (or Providentia) standing l., holding globe and billowing veil. RIC III 351 (Pius); RSC 32. Near VF A proposito dell' Aeternitas riporto un interessante discussione. Saluti Alberto1 punto
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Visto ... Sembra una moneta fusa ... e non so se d'argento ... non escluderei un falso d'epoca (ma dovrebbe aver perso la doratura), certamente non una prova!1 punto
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Grazie a tutti per il supporto e i commenti. Sicuramente non "sputerò nel piatto in cui ho mangiato" e non denigrerò il mio passato collezionistico; ho deciso di concentrarmi su qualcosa di meno ampio. I "lati negativi" ( es collezione che non ha mai fine) di una collezione mondiale li sapevo dall'inizio. Forse il fatto di aver dovuto vendere io la collezione di buste filateliche di mio papà mi ha dato la spinta a vendere: erano le mie "bimbe" ma nessuno più di me aveva diritto di venderle.1 punto
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Ciao, Concordo per il prezzo molto onesto. Per il resto, @Horasdoceo è importante che tu sappia quale animale stai per accogliere nella tua casa. A prima vista mi sembra che abbia una coda un po’ lunga per una capra. Un semisse dallo stesso conio: E a seconda vista sia sul semisse che sul asse 195/1, si vede talvolta un attributo raramente associato ad Amaltea e consorelle: semis 195/2: L’asse 195/1:1 punto
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Il nome italiano è "splendente comune", e per la precisione è una damigella, non una libellula: sono due sotto-ordini diversi dell'ordine degli Odonata, se ricordo bene1 punto
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Basta, volevo sapere solo questo. Se ti piace prendila. Magari fai una proposta al venditore e cercate di venirvi incontro. Comunque 50€ non è una somma esageratamente sproporzionata, quindi secondo me non me la farei scappare (perché poi ci sono rimpianti). Abbiamo detto la stessa cosa nello stesso momento... telepatia?1 punto
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eh sì di 1615 ne ho censiti -con questo di Negrini- un totale di 11. e sono per conservazione tutti molto belli. il peggiore -amio modesto parere- e un q.spl1 punto
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è sicutramente un 1615. esiste almeno un altro esemplare con il 6 di strana fattura, forse lo stesso conio1 punto
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Sembra di sì, però vuoi mettere una moneta dove si legge chiaramente la data? Anche il 6 poco leggibile..moneta che salirá sicuramente la base d'asta. Non sarebbe neanche sconservata anche se ha una falla nel tondello al diritto.1 punto
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Si, Nicea. Il bronzo di @apollonia ha il ritratto e la legenda di Valerinano, questa tipologia esiste anche per Salonina. Valeriano (padre) e Gallieno al rovescio, il terzo personaggio a destra è descritto come un pontifex (?) dal RPC (RPC X, 74508 ) https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/74508 edit: The third, togate, figure might be Valerian II. Compare the earlier coins of Septimius, Caracalla and Geta from Prusa as HYpium, where Septimius and Caracalla are in military dress but Geta is togate (RPC V https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/6807).1 punto
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4,8, ma non ho la bilancia con la doppia cifra, chissà perchè il modello che hanno tutti nel mio caso non ce l'ha, cmq sia è bronzital 100%1 punto
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Ecco le immagini dei due oboli insieme: Per la qualità rimando sempre al post precedente (numero #129).1 punto
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" An outstanding example ", come da didascalia di un esemplare di doppia maiorina, da Costantinopoli al nome di Gioviano, con al diritto busto dell' imperatore ed al rovescio ancora Gioviano con labaro e Vittoria sulla mano sinistra . Sarà il 3 Dicembre in vendita NUMISFITZ 3 al n. 1034 .1 punto
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Di libri che potrebbero vendere un bel po' di copie. Adesso sono molto occupato ma l'anno prossimo vedrò se riesco a raccogliere abbastanza materiale buono per un bel saggio non troppo lungo, pieno di tante divertenti e attraenti minchiate fanta-archologico-astronomico-storiche da presentare sotto pseudonimo a queste comunità di geni.1 punto
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DE GREGE EPICURI A quanto detto sopra da @numa numaaggiungo solo qualche dettaglio. Dopo colatura, si producevano lamine d'oro di spessore adeguato e di larghezza di circa 20 mm, quindi pari al diametro dei solidi da ottenere. Poi con le cesoie si ritagliavano dei quadrati, che in seguito diventavano ottagoni, poi poligoni con numero sempre maggiore di lati; osservando questi solidi, si può verificare che il loro contorno è piuttosto poligonale che circolare. Alla fine spesso (forse non sempre) si interveniva anche con la lima; che ai tempi romani era di ferro e non certo di acciaio. A volte la lima, consumandosi, perdeva delle piccole parti dei denti di ferro, che cadevano con gli altri detriti (polvere e ritagli). I detriti aurei venivano ovviamente recuperati e rifusi, e alla fine contenevano anche micro-parti di Fe, che non sempre si riusciva a "scremare" dal crogiolo. Così si ritrovavano alcuni tondelli (il 6% dei 1000 solidi del ritrovamento) con inclusi di ferro. Chi usava le cesoie, quasi dopo ogni "cesoiata" pesava il tondello, per verificare che non si scendesse sotto il peso richiesto (circa 4,40-4,45 g). Che lavoro! Questa è una delle tantecose imparate in questa serata davvero originale, anzi unica. Aggiungo che, a mio parere, la tecnica per gli aurei (che sono più spessi) era probabilmente diversa.1 punto
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Se non si legge il testo del provvedimento, in pratica si può dire poco... qua parliamo di leggi fiscali, dove valgono le definizioni delle leggi fiscali, non quelle date dagli operatori.. all'agenzia delle entrate poco importa come i collezionisti definiscono le cose..1 punto
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Il dizionario Treccani definisce cilécca la burla che consiste nel ritirare all’ultimo momento la mano con la quale si porge qualcosa, dal significato estensivo di promessa non mantenuta. L’espressione “fare cilecca” significa “fallire”, “mancare di effetto”, e nasce in riferimento all’arma da fuoco la cui cartuccia non esplode, mancando il colpo. Se invece l’arma funziona ed è precisa ma chi spara manca il bersaglio, si dice che lui ha fatto cilecca. In senso figurato l’espressione ha il significato di non funzionare perfettamente, perdere in efficienza nel caso di un non funzionamento temporaneo, cioè non permanente. C’è uno strumento che solitamente funziona sempre, ma ad un certo punto non funziona più e poi magari funziona nuovamente. Non si tratta quindi di una rottura, cioè di uno strumento c’è si rompe, ma di un cattivo funzionamento temporaneo. Si dice spesso, in ambito sentimentale, anzi in ambito propriamente sessuale, che un uomo può fare cilecca con una donna. Può capitare a tutti gli uomini, prima o poi, che lo strumento che non funziona sia la parte del corpo più importante nell’attività sessuale. La speranza è di non far cilecca (fallire) nel pensare d’aver fatto cilecca! apollonia1 punto
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Il pesos delle colonie spagnole deriva da quello coniato dalla zecca di lima intorno al 1565 pesava circa 27 g di argento per il 92% di argento puro...prima vi era il real de a ocho...il famoso pezzo da otto reales...e poi l'escudos d'oro il cui pezzo da 8 corrisponde al doblone...100000 pesos dovrebbero quindi essere circa 2,5 tonnellate d'argento puro...una cifra molto considerevole...se guardo il valore dell'argento puro ad oggi ottengo un milione e trecentomila euro...ma va calato sull'epoca dove l'argento non era cosi diffuso come oggi...dovresti vedere nel libro di Cipolla, vele e cannoni per comprendere se vi sono indicazioni del valore d'acquisto e rapportato ad oggi...azzarderei a dire alcune decine di milioni di euro di oggi, forse di più...il potere d'acquisto di una cifra del genere era quella di finanziare per qualche tempo una guerra spagnola in europa...all'epoca gli Asburgo si davano da fare... 😉1 punto
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Aggiungo qualche altra mia considerazione a quelle già fatte ieri, anche al fine di stimolare la discussione. Ritengo importante questa variante, più di tante altre, per come si presenta. Il sottocorona rigato non concede spazio alla casualità oppure all'errore. Non è possibile mettere in campo l'accumulo di metallo. L'incisore l'ha creata, sicuramente, in modo "voluto". Per quanto riguarda lo scopo, non essendoci documentazione, si può far ricorso solo a delle supposizioni (cosa che accade molto di frequente nella monetazione napoletana). Interessante e inspiegabile anche il fatto che essa si presenti solo in pochissimi esemplari dell'anno 1838. Osservando attentamente le foto da me precedentemente allegate, al dritto, si nota una fessura al bordo. Una delle tre foto focalizza proprio quel particolare, per indurre ad un parere sulla sua possibile origine. Grazie Buon pomeriggio.1 punto
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Un quinario di Cn. Cornelius Lentulus https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G211/71 punto
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Credo che la tua moneta sia classificabile col CNI 117 - Serafini 559 Muntoni e MIR manca.1 punto
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Ciao, oggi condivido un denario dell'Augusta Giulia Mesa recante sul rovescio la personificazione della dea Felicità coniato a Roma. Nacque ad Emesa in Siria, sorella di Giulia Domna moglie dell'imperatore Settimio Severo, madre di Giulia Soemia e Giulia Mamea e nonna dei rispettivi figli di queste ultime cioè Eliogabalo ( 218-222 d.C) ed Alessandro Severo ( 222-235 d.C. ) che grazie al suo operato divennero imperatori. Vero dominus politico e decisionale per diversi anni fu lei ( riuscendo ad influenzare sia il Senato che l'esercito ricevendo il loro appoggio) a reggere le sorti dell'impero. Nel bene e nel male sicuramente una delle Auguste più influenti nella Storia di Roma. Per quanto riguarda la Felicità ( Felicitas) rappresentava per i romani la condizione di vita felice, di benessere in senso lato, che attraverso la sua intercessione assicurava a tutti. Sulla mia moneta è rappresentata stante con patera, un lungo caduceo a mo' di scettro ed altare sacrificale ai suoi piedi. La dicitura della legenda Saeculi Felicitas vuole essere di buon auspicio per tempi presenti e futuri da vivere nel migliore dei modi. Denario coniato, centrato, con metallo accettabile e che ha svolto la sua funzione di moneta. Giulia Mesa non era evidentemente un'icona di bellezza e lo dimostrano i suoi tanti ritratti che si possono ammirare sulle monete giunte a noi che riportano una donna attempata ( le rughe sono quasi sempre ben visibili sul suo volto) molto seria nella sua espressione, quasi accigliata. Condivido anche altri due denari in attesa di aggiungere a questi un antoniniano ed un sesterzio 🙂. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18,50 mm 2,85 g RIC 7757 La chiesa dei Santi Luca e Martina ai Fori Imperiali sotto la quale, secondo alcuni studiosi, si trovano i resti del Tempio di Felicitas.1 punto
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Ecco un esemplare di grano presente nella mia raccolta, ribattuto su tornese di Filippo II. Lo stile è un po' peculiare, diciamo così.1 punto
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Buonasera ragazzi , non sono soltanto le monete rare/preziose/prestigiose/fior di conio ad attrarre l'attenzione di noi collezionisti di numismatica classica, a volte anche le più comuni hanno qualcosa di insolito, ad esempio questo follis di Licinio II che ho visto passare oggi in asta Demos, venduto per 5 euro, con diametro nella norma , 20 mm, ma peso eccedente , 5,30 grammi ( solitamente il peso per questi esemplari è di circa la metà).. nulla di speciale, evidentemente il tondello utilizzato era leggermente più pesante degli altri, ma mi andava di condividere con voi questa curiosità:1 punto
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Bel sesterzio amico mio 😍, vorrei imparare sulla tecnica che usi nel fare foto cosi perfette e' un piacere gustarsi monete del genere! Usi la macro?1 punto
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Ciao a tutti, nell'intento di completare la collezione di denari degli Imperatori sono riuscito ad acquistare ad un asta il denario di Caludio. Avendo un budget non illimitato mi sono accontentato se così si può dire di una qualità non elevata ma.di un denario abbastanza raro. Si tratta del denario RIc62 con al retro la raffigurazione della Pace con in mano un caduceonenun serpente ai piedi. Mometa che in buone condizioni va all'asta oltre i mille euro. In questa condizione sono soddisfatto di ciò che ho investito. Mi faceva piacere condividerla con Voi. Ora mi mancano Caligola, Othone, Didio Giuliano, Pescennio Niger e Gordiano 1. Il prossimo obiettivo è Othone ma con molta calma...😅1 punto
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E' la carta che viene stampata. Il metallo viene coniato. Quindi ''prova di conio''. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buon giorno. Se non è corrosione, quello che si vede su ANV di Emanuele direi anche qualcosa superiore al mBB. I rilievi più soggetti ad usura tipo la testa del leone ed i legacci del fascio mi sembrano ben conservati ed evidenti, come, anche sul dritto, la stelletta sul colletto. Per me è una moneta senza dubbio gradevole e di conservazione, vista la tipologia, superiore alla media. Considero che a 10 euro sia stato un buon acquisto. Cordiali saluti. Gabriella1 punto
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Mario Traina, pur non avendolo mai incontrato di persona, è stato il mio mentore numismatico, il maestro che dalle pagine della sua Cronaca Numismatica e dalle sue opere sia divulgative che scientifiche ha instillato in me il fuoco della passione storico monetaria, soprattutto devo a lui la mia peculiare passione per i libri di numismatica, ne parlava sempre in molti suoi testi, l'importanza delle opere e dei bei libri per capire davvero il valore storico e informativo delle monete e avere in questo modo un approccio più profondo e consapevole al collezionismo... due anni fa visitai la sua biblioteca donata e conservata integra alla Biblioteca del Museo Civico Archeologico di Bologna, fu una bellissima mattinata trascorsa in compagnia dei suoi libri tutti liberamente e comodamente consultabili in un degno spazio a loro dedicati, è un'oasi preziosissima del sapere numismatico, Mario è ancora li che osserva gioioso i visitatori della sua opera durata una vita intera di dedizione e passione... approfittiamo di questo grande dono ?1 punto
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Ebbene Conte di Nuova Latina cercherò porre risposte alla Sua sete di sapere: 1 - Fu indetto un concorso in zecca per la coniazione di questi pezzi in oro da 40 franchi, Vi parteciparono due abili incisori Achille Arnaud e Nicolò Morghen. Il primo utilizzò della lega d'oro presente in zecca, al titolo di 800 millesimi, infatti i pochi esemplari noti, oltre a quelli per il concorso e gli esemplari per i reali di Napoli e per l'Imperatore ed il Museo della Zecca di Parigi, sono "pallidi". Non piacquero al direttore di Zecca Marchese Giuseppe de Turris che li defì mal centrate e dall'orlo carente. Non recano le sigle dell'incisore e ... questo lo sanno in pochi ... hanno gli assi di conio contrapposti ed il bordo con una serpentina in rilievo. Sono dell'idea che i famosi 18 esemplari sempre portati come coniazione effettuta siano quelli di questo artista. Per compensare il titolo sono leggermente eccedenti nel peso 12,910 Andò meglio al Morghen con una esecuzione migliore e soprattutto l'utilizzo dell'oro a 900/1000 come previsto dalla pari monetazione francese. Peso di 12,666 e taglio con con globetti in successione ed assi paralleli (alla tedesca). I conii, una volta superata la commissione, presero a battere moneta che fu introdotta in commercio nel giugno del 1810, a tutti gli effetti moneta circolante e regolare, ma nel dicembre dello stesso anno furono ritirate; infatti, non vi era alcuna autorizzazione ne legge che le ammettesse al circolante. In seconda ragione la dicitura in franchi non era confacente alla nomenclatura nazionale. Piuttosto che altro non vi era una tabella di ragguaglio tra queste monete e quanto precedentemente coniato dai Borbone. Furono quindi ritirate e rifuse; chiaramente non tutte e vari esemplari sono giunti sino a noi. Stimo in circa venticinque esemplari tra collezioni private e musei del Morghen, e meno di una decina il tipo Arnaud. Non sono al corrente di passaggi a pezze da 50 o 100 franchi, tanto che non furono batutti per tutto l'Impero oppure durante la restaurazione. 2 - L'opera di Antonio Pagani sulle Prove e Progetti battuti in Italia, cita numerosi esempalri in piombo e piombo ramato, personalmente sono sempre dififdente di queste emissioni, ci sono quelle buone e quelle che buone non sono. Sarebbe un discorso lungo e ... mi sto godendo un buon bicchiere di vino ed ho poco spirito per pensare :) 3 - Perchè è sottile, meno della moneta che dovrebbe rappresentare, poco più di una lamina. 4 - Non ha l'orecchino ... è il punto di compasso nel conio che serviva a definire la distanza della legenda dal centro. Fora il conio e quindi si riempire in fase di battuta con un globetto di mettalo, è visibile in quasi tutte le monete. Mi auguro sia stato di Suo interesse, e grazie per la correzione si tratta del Pagani Prove 753.1 punto
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ciao uzifox,bhè proprio inutile non direi,almeno poi guardarla bene su ambedue le faccie,ovviamente questa è una mia impressione,in alcune aste mi è capitato di vedere in vendita monete raddrizzate ma mai piegate...1 punto
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Carlo II Quando Filippo IV morì gli successe il figlio Carlo (l’unico figlio maschio sopravvissuto), era il 1665 e il nuovo re aveva soltanto 4 anni. Finché non compì 16 anni a governare fu la regina madre, o per meglio dire furono il suo confessore (Nithardt) e il suo amante (Valenzuela); il loro governo non fu il massimo anzi si può dire che governarono male. Bisogna specificare però che la decadenza del regno era incominciata e incarnazione di tutto questo era proprio la figura del giovane. Carlo era il risultato di una lunga serie di matrimoni consanguinei – questa pratica all'interno della dinastia degli Asburgo (molto frequente era il matrimonio tra primi cugini o tra zio e nipote) era da un punto di vista economico adatta a non disperdere i territori asburgici, ma era tutt'altro che vantaggiosa dal punto di vista genetico – era una “caricatura” per quanto riguarda i lineamenti fisici tipici della propria dinastia, era epilettico, sapeva leggere poco e scrivere altrettanto. Si sposò due volte e non ebbe eredi, quindi oltre ai soliti “affanni” si aggiunse pure la preoccupazione per la sua successione. Per questo il povero Carlo si trovò tra la spinta della madre, la cui volontà era rivolta a un successore asburgico del ramo austriaco, e quella dell’ambasciatore francese che minacciava la guerra se non si fosse pronunciato a favore della sorellastra (moglie di Luigi XIV). Carlo II muore nel 1700, aveva nominato suo erede Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV, esaudendo così le richieste del re Sole. Finì così il ramo spagnolo degli Asburgo, lasciando il trono al ramo cadetto dei Borbone di Francia. Questa scelta portò quattordici anni di guerra per la successione al trono (Guerra di successione Spagnola).1 punto
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