Vai al contenuto

Classifica

  1. Vel Saties

    Vel Saties

    Utente Storico


    • Punti

      14

    • Numero contenuti

      2853


  2. ARES III

    ARES III

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      7889


  3. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      24044


  4. piergi00

    piergi00

    Guru


    • Punti

      4

    • Numero contenuti

      26217


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/20/23 in Risposte

  1. Bel riconoscimento per il Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio con l’articolo su Milano Numismatica, tra l’altro con una precisa e dettagliata relazione, da parte di Numispost, rivista numismatica di Zurigo,buona lettura ! https://drive.google.com/file/d/1oyz7kKI7AdFX6YQWI91fWKy2Ix4fLzc_/view?usp=drivesdk https://drive.google.com/file/d/1CiRsfuxt9MckPlJCz8n7z1e6SyXUVYlU/view?usp=drivesdk
    3 punti
  2. Buongiorno, posto un Grana 3 senza varianti, quindi modello base. La motivazione per l'acquisto è stata la buona conservazione generale e soprattutto il Ritratto del Re che mi sembra molto piacevole. A voi il giudizio e naturalmente una richiesta all'amico Cristiano @Asclepia per avere ulteriori ragguagli sulla moneta. Grazie, Saluti, Beppe
    3 punti
  3. Ti calmerò. I carri armati russi non attaccheranno mai l’Italia. Nessuno attacca mai la cucina o l'esposizione dei vestiti. Siamo molto dipendenti dai marchi italiani. Delle tue fantasie sui prestiti. Siete in grado di rimborsare i prestiti? O speri in un fallimento generale?
    2 punti
  4. Solo 1000 euro? Ne ho vista una proposta a 14.000 e vogliono pure 10 euro di spedizione!
    2 punti
  5. Complimenti per il grande lavoro che fate per la diffusione degli studi numismatici. Fabio
    2 punti
  6. Je vous remercie tous pour vos informations et plaisanteries 😉 sur mon pseudo... Alors je vais peut-être décevoir les romantiques ou les chercheurs d'aventures... Je suis mariée et je suis une grand-mère de 3 petits enfants, je connais très bien la chanson "la luna". si j'écris en français c'est parce que c'est plus facile pour moi, mais je suis d'origine italienne. J'ai quitté l'Italie à l'âge de 6 ans. Je parle encore italien (avec quelques fautes) et je le comprends très bien. Je parle aussi espagnol et un peu anglais. Voilà pour les infos personnelles 😉 🙂 Je reviendrai vers vous lorsque j'aurai les informations que vous me demandez, à savoir le poids et la taille des pièces 🙂 Encore merci et en attendant, je vous souhaite "Joyeux Noël, Buon Natale, Feliz Navidad, Merry Christmas" à tous 🙂
    2 punti
  7. Tanto per avere una minima idea delle centinaia di foto contenute nel libro Ori dalla Romania......, su cosa contenga . Le foto non entrano tutte nella stessa pagina , seguono
    2 punti
  8. Caspita @piergi00, una collezione di monete satiriche ! Quante papali ? 😍 E' la prima che mi capiti di vedere per Gregorio XVI, mentre è abbastanza frequente trovarne di Pio IX, con il tema della pipa gettonatissimo. Quelle che ho visto erano ottenute sempre tramite incisioni a bulino per la "trasfigurazione" del papa (a volte in personaggi di fantasia, altre volte in personaggi storici suoi contemporanei, Bismarck, V.E.II...), spesso riempite con nero di china; mai visto prima un "traforo" simile, se non per monete poi montate a spilla, in questi casi non a tema satirico. A parte un 20 baiocchi 1865, ho visto sempre lire o soldi post-1866 "satirici", presumo per via del taglio conforme a quelli dell'Unione Monetaria Latina, che magari le faceva viaggiare anche fuori dai confini dello Stato Pontificio, dove la figura del papa godeva di minore devozione o "rispetto"... Carrellata delle mie satiriche di Pio IX: Ciao, RCAMIL.
    2 punti
  9. In effetti è per questo che esistono le biblioteche, società e imprese che producono informazione (case editrici che producono libri e case d'asta che producono cataloghi) giustamente devono vendere i loro prodotti e ricavarne un utile, d'altro canto le biblioteche pubbliche o finalizzate alla fruizione pubblica hanno il fine di mettere a disposizione gratuitamente i testi e le informazioni che in altre sedi devono essere pagati... Disgraziatamente l'uso diffuso di internet, comprensibile e utilissimo in molti casi, ha però tra gli effetti collaterali più sgradevoli quello di far dimenticare l'esistenza e l'utilità delle biblioteche, prima della diffusione di internet la ricerca storica si faceva nelle suddette istituzioni come negli archivi ed è sempre bene non perdere mai il "vizio" di frequentare sedi che sono state e continuano ad essere dei pilastri fondamentali della cultura e del vivere civile...
    2 punti
  10. Indagini geomagnetiche rivelano un edificio antichissimo nel sottosuolo di Gubbio. E’ collegato alle misteriose tavole eugubine? “Le recenti indagini geofisiche nell’antica Iguvium hanno rivelato un affascinante capitolo della storia della città romana – dice la Direzione regionale dei Musei dell’Umbria – Grazie alla magnetometria e al georadar nel sottosuolo sono emerse numerose strutture, prevalentemente di natura edilizia. Ma la vera sorpresa si trova dietro il Teatro romano: lì è stata individuata una struttura quadrangolare, interpretata come una piazza porticata con un tempio posizionato sul lato meridionale. Questa scoperta assume un ruolo cruciale in connessione alle misteriose Tavole rinvenute nel Quattrocento nei pressi del Teatro in ambienti sotterranei finora inesplorati. Le ricerche sono state condotte dall’archeologa Laura Cerri grazie ad un finanziamento richiesto dall’archeologa e direttrice del Teatro romano di Gubbio, Ilaria Venanzoni. Le immagini fotografiche sono di Claudio Ciabochi, l’elaborazione geofisica è di Laura Cerri”. Le Tavole Eugubine, noto anche come Tabulæ Iguvinæ, rappresentano uno dei tesori archeologici più significativi legati alla storia dell’antica città di Ikuvium, l’odierna Gubbio. Queste sette tavole bronzee, rinvenute nel XV secolo, sono un affascinante compendio di testi in lingua umbra, fornendo preziose informazioni sui complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione che coinvolgevano la città. Le tavole, oggi custodite nella cappella del Palazzo dei Consoli a Gubbio, furono acquisite dal comune nel 1456. Cinque delle sette tavole sono inscritte su entrambe le facce, mentre le restanti due, la terza e la quarta, presentano testi su un solo lato, portando il totale a dodici facce. Il testo è redatto in lingua umbra, utilizzando sia l’alfabeto latino che l’alfabeto umbro, quest’ultimo simile agli altri alfabeti italici. Le tavole contengono prescrizioni per il collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, un gruppo sacerdotale composto da 12 sacerdoti devoti al dio Ju-pater (lo Juppiter latino, ovvero Giove). Le prime quattro tavole, risalenti probabilmente al III o II secolo a.C., sono scritte in caratteri umbri e lingua umbra. Le tavole VI e VII, invece, utilizzano l’alfabeto latino e la lingua umbra, datandosi presumibilmente al I secolo a.C. La tavola V si distingue per essere scritta in caratteri etruschi nella faccia a e nelle prime sette righe della faccia b, mentre le righe successive adottano l’alfabeto latino. Le tavole scritte con alfabeto etrusco sono denominate “paleoumbre”, mentre quelle con alfabeto latino sono chiamate “neoumbre”. È plausibile che le tavole conservino testi monumentali di epoche ancora più remote, forse risalenti al I millennio a.C. Le differenze linguistiche riscontrate sono in gran parte attribuibili alle variazioni grafiche, considerando che l’alfabeto umbro mancava di segni per alcune consonanti e spesso utilizzava p al posto di b. Il paleoumbro ř, inoltre, è reso come rs nel neoumbro. Tutti i testi, comunque, sono redatti in lingua umbra. Le tavole costituiscono un’importante fonte per comprendere il popolo umbro, la sua lingua e le pratiche religiose. Esse contengono prescrizioni destinate al collegio sacerdotale dei Fratres Atiedii, composto da dodici sacerdoti devoti al dio Ju-pater, corrispondente al Giove latino. Giacomo Devoto, eminente linguista, ha affermato che le tavole eugubine rappresentano il “più importante testo rituale di tutta l’antichità classica”. La loro struttura metrica, simile al saturnio utilizzato nella prima poesia latina, aggiunge un ulteriore elemento di interesse. Il luogo preciso del ritrovamento delle tavole rimane sconosciuto, sebbene la maggior parte degli studiosi ipotizzi il teatro romano di Gubbio come possibile sede del rinvenimento. Nel 1580, Gabriele Gabrielli fu il primo a documentare le tavole, attribuendo il ritrovamento al 1444, sebbene le basi di questa data rimangano oscure. La vendita ufficiale al Comune di Gubbio avvenne nel 1456 da parte di “Paulus Greghorii de Siga habitator Eugubii”, noto anche come “de partibus Sclavoniae”. Un anonimo del XVII secolo sostiene invece che il ritrovamento si verificò nei pressi della chiesa di San Francesco a Gubbio. La teoria della provenienza dal teatro romano è stata avanzata da Antonio Concioli Sr nel 1678, mentre altri studiosi suggeriscono che le tavole potrebbero essere state scoperte vicino al tempio di Giove Appennino, tra Scheggia e Cantiano. https://stilearte.it/indagini-geomagnetiche-rivelano-un-edificio-antichissimo-nel-sottosuolo-di-gubbio-e-collegato-alle-misteriose-tavole-eugubine/
    1 punto
  11. Salve. Ho aperto questa discussione per riunire i vari tipi di gettoni deposito dispersi in varie discussioni sul forum e accoglierne altri. Un esempio di gettone deposito che dice praticamente tutto è questo del mercato della frutta di Torino postato da piergi. Chi aveva acquistato frutta e verdura al mercato e aveva bisogno di una cesta per portare a casa la spesa, poteva chiederla in prestito al venditore lasciando un deposito di 50 centesimi. Con la cesta riceveva anche il gettone che aveva la funzione di promemoria e di scontrino: consegnando la cesta vuota e il gettone, il cliente riprendeva quanto aveva lasciato in deposito. apollonia
    1 punto
  12. La prossima volta spero di rinascere sceicco Una tessera erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 868 base d'asta 2000 euro The Roman Empire - Erotic spintriae and tesserae, time of Tiberius. Spintria early first century BC, Æ (4.21 g, 21 mm). Erotic scene. III within barely visible wreath. Buttrey, NC 1973, scene 1/III. Simonetta-Riva scene 9A. Bateson H20. Good very fine condition. Original brown-red patina. Una bellissima tessera non erotica in asta Lucernae DECIMOSEPTIMA XVII lot 869 base d'asta 1200 euro Romen Empire - Posthumous Augustus Æ Tessera. Minted under Tiberius circa AD 22-37. Bare head of Tiberius (?) l., within wreath X within wreath. Buttrey, NC 1973, B7/X 4.29 g, 21 mm Good very fine condition. Original brown-red patina. https://www.biddr.com/auctions/lucernae/browse?a=4180&l=4940539
    1 punto
  13. The most perfect money printing technology | The most perfect money printing technology | By Dawkins & Dawkins | Facebook Questo video entusiasmerà maggiormente i collezionisti di cartamoneta odjob
    1 punto
  14. Dato che la stragrande maggioranza dei furti avviene quando in casa non c'è nessuno possiamo anche sognare la modifica delle leggi fino ad arrivare all'autorizzazione di uccidere gli intrusi se li becchiamo in casa, o mandarli in galera per vent'anni se presi, ma non credo proprio che questo servirebbe a molto. L'unica vera soluzione secondo me è la sorveglianza umana h 24: il ritorno del mitico portiere (che oggi probabilmente sarebbe un elegante security manager, o qualcosa del genere) o comunque la sorveglianza privata stabile. Se no come minimo non bisogna risparmiare sui sistemi di sicurezza anti-effrazione e gli allarmi, anzi, andrebbero resi obbligatori a livello di amministrazione di condominio. Stesso discorso per le ville, magari in collaborazione di vicinato.
    1 punto
  15. Interessante l'ultima parte 3. Discussione 3.1. Significato delle tacche Sulla base delle nostre misurazioni (vedi Tabella 1), gli artefatti a forma di lente di Ialysos hanno ingrandimenti nominali che vanno da 8,3 a 13,2. Sebbene altamente lucidati, i cristalli di rocca oggetto dello studio presentano imperfezioni che creano distorsioni. Inoltre, le bande sono contrassegnate con tacche sulle maniglie, come mostrato in Fig. 8. Sulla base delle immagini mostrate in Fig. 1, siamo giunti alla conclusione che il diverso numero di tacche può essere correlato alla qualità e alla risoluzione dell'immagine. Nello specifico notiamo che i due migliori manufatti a forma di lente del gruppo (7399 e 7402) non presentano alcuna tacca sulle anse, mentre l'artefatto 7404, che presenta un evidente difetto o rottura all'interno del cristallo, è contrassegnato da sette tacche. Per gli altri artefatti a forma di lente, esiste una correlazione più debole tra il numero di tacche (meno tacche è migliore) e la qualità dell'immagine. 3.2. Spiegazioni alternative Dato il campo visivo ristretto e la ridotta qualità dell’immagine di alcuni degli artefatti a forma di lente mostrati in Fig. 8, esiste una spiegazione alternativa che sia coerente con tutte le nostre osservazioni? Questo è l'argomento di questa sezione. È stato osservato che molti dei manufatti a forma di lente recuperati archeologicamente a Creta, Cipro, Turchia, Tiro e Cartagine sono cristallo di rocca o sono realizzati con un altro materiale trasparente (vetro). Tuttavia, nessuno di questi artefatti a forma di lente è montato e nessuno degli artefatti a forma di lente sembra avere "capezzoli" come gli esemplari di Rodi. A questo punto, non siamo stati in grado di studiare gli altri manufatti a forma di lente attraverso l'autopsia e li abbiamo visti solo in immagini in articoli e pubblicazioni di scavo. Pertanto, ci asteniamo dal giudicare la loro composizione e i possibili usi. Una possibile spiegazione alternativa è il loro utilizzo come intarsi. Alcuni dei manufatti a forma di lente dell'età del bronzo provenienti da Creta hanno conservato il foglio di supporto originale e, quindi, siamo d'accordo con Plantzos (1997) sul fatto che dovevano essere usati come intarsi. Inoltre, uno degli oltre 40 manufatti a forma di lente trovati da Schliemann a Troia presenta una perforazione al centro del manufatto a forma di lente ed è stato suggerito che fosse attaccato a un oggetto fatto di materiali diversi mediante inchiodatura. Inoltre, è stato osservato che un secondo oggetto lenticolare dello stesso gruppo ha un supporto in bronzo che potrebbe essere stato utilizzato per fissare mediante saldatura il manufatto lenticolare ad un altro supporto (Plantzos, 1997). Inoltre, gli esemplari arcaici a forma di lente provenienti dall'Artemision di Efeso in Turchia, che sono stati identificati come ornamenti per le orecchie (borchie) piuttosto che come strumenti, hanno forma piano-concava (piuttosto che piano-convessa) e scanalature di cresta, (Brein, 1982 ). I nostri esemplari risalenti all'incirca allo stesso ampio periodo sono piano-convessi e non hanno solchi osservabili. Inoltre, i manufatti di Rodi non presentano alcuna perforazione o evidenza di pellicola di supporto o saldatura. Una seconda spiegazione alternativa per i manufatti a forma di lente provenienti da Ialysos è l'uso previsto come intarsi per gli occhi negli oggetti. Due degli oggetti del gruppo Ialysos (7404 e 7405) sembrano avere la forma di occhi. Uno di questi (7405) ha un evidente difetto all'interno del cristallo, del tipo che si genera quando un oggetto cade o subisce una forte pressione. Le note dello scavo della Missione Archeologica Italiana sono minime ed estremamente brevi; pertanto, è impossibile determinare l'esatto lasso di tempo durante il quale il difetto potrebbe essere stato causato. Nessuno dei manufatti a forma di occhio mostra alcuna indicazione (graffi, scanalature, saldature, ecc.) che indicassero che dovevano essere montati su altri oggetti per fungere da occhi. Inoltre, non siamo stati in grado di trovare alcun esempio di occhi usati nella scultura egiziana o greca che assomigli in qualche modo ai manufatti a forma di lente di Ialysos. L'occhio destro esistente del rhyton a testa di toro di Cnosso, ad esempio, mostrato in Fig. 9, era fatto di cristallo di rocca intarsiato, dipinto sul suo dorso piatto con un'iride nera e una pupilla rossa, circondata di bianco, mentre il bordo dell'occhio l'occhio era intarsiato di diaspro rosso, che è una forma microcristallina opaca di quarzo. I manufatti a forma di lente provenienti da Ialysos non presentano tracce di pittura o intarsi osservabili ad occhio nudo. In realtà, non ci sono indicazioni che qualcuno dei manufatti a forma di lente provenienti da Ialysos possa essere stato utilizzato in tale veste. Un’ultima spiegazione alternativa è il loro utilizzo come accendifuoco o “pietre ardenti” che concentrano i raggi del sole. Come notato da altri, tali manufatti tendono ad essere di qualità inferiore e più grandi rispetto ai manufatti di Ialysos (Sines e Sakellarakis, 1987, Plantzos, 1997). Inoltre, molti altri manufatti classificati come accendifuoco non sono montati ma hanno una perforazione che consente di far passare una corda o altro materiale attraverso di essi per facilitare il trasporto e la movimentazione. Come notato in precedenza, gli oggetti di Rodi non hanno perforazioni. Inoltre, dato il piccolo diametro (18–21,5 mm) degli artefatti di Ialysos rispetto all’artefatto di Nimrud/Layard (40 mm × 35 mm) (Plantzos, 1997), l’area circa 4 volte più piccola non sarebbe stata altrettanto efficace per la messa a fuoco i raggi del sole. Alla luce di queste prove, è ragionevole congetturare che l’uso primario delle lenti di Ialysos non fosse come “pietre ardenti”, sebbene potessero essere impiegate in questo modo come uso secondario. Nel I secolo d.C., Plinio il Vecchio, naturalista e filosofo romano, elogiò il cristallo di rocca come la pietra più costosa sulla terra (Nat. 37:28). Inoltre, a causa dello sforzo richiesto per macinare e fabbricare adeguatamente questi manufatti, è probabile che fossero molto apprezzati e fossero usati e conservati nelle loro montature originali per un lungo periodo prima di essere dati come dediche alla dea Atena. 4. Conclusione e lavoro futuro Affrontando la questione se questi artefatti fossero usati come lenti di ingrandimento, abbiamo dimostrato che i migliori artefatti possono risolvere caratteristiche che un occhio nudo nominale non può (cfr. Fig. 5). Date le spiegazioni alternative, sosteniamo che i manufatti a forma di lente provenienti dal tempio di Atena a Ialysos siano meglio descritti come lenti piano-convesse. Pertanto, concludiamo che queste lenti piano-convesse, che hanno una data di deposito tra il 750 e il 700 a.C., sono tra le prime lenti piano-convesse esistenti nell'antico mondo mediterraneo. La somma totale di queste osservazioni ci porta a concludere che, con ogni probabilità, i manufatti di Ialysos furono usati come strumenti ottici, con alcuni manufatti, come 7399 e 7402, aventi una risoluzione maggiore rispetto agli altri. Forse gli esemplari con una risoluzione inferiore sono stati utilizzati per lavori che non prevedevano dettagli precisi. Una congettura diversa è che gli artefatti di imaging migliori, che sono più circolari in sezione trasversale, siano stati realizzati dopo gli artefatti di forma ovale in un processo di tentativi ed errori. In alternativa, i manufatti di forma ovale potrebbero essere stati realizzati appositamente per compensare l'astigmatismo di diversi artigiani. Il montaggio della lente in fasce dotate di impugnatura sarebbe quindi cruciale per un allineamento angolare ripetibile per compensare la natura angolare dell'astigmatismo. In questo caso le tacche potrebbero potenzialmente indicare diverse potenze ottiche in diverse direzioni angolari. Data l’ampia gamma di possibilità, sono necessari ulteriori studi e ulteriori misurazioni sperimentali per accertare i potenziali usi dei manufatti di Rodi. Ad esempio, l'utilizzo di questi artefatti per immaginare oggetti del gruppo di sigilli denominato "gruppo dei suonatori di lira" (Rizzo, 2007) potrebbe rivelare caratteristiche incise su questi sigilli che sarebbero state difficili da creare ad occhio nudo, ma avrebbe potuto essere creato più facilmente utilizzando una lente d'ingrandimento appositamente realizzata. È anche possibile che strumenti ottici come quelli di Ialysos siano stati utilizzati anche prima. Questa determinazione non può essere presa senza indagare su altri esemplari di manufatti a forma di lente di cristallo di rocca. Non tutti i manufatti a forma di lente dell'età del bronzo o arcaici meritano di essere etichettati come "lenti" e, come notato in precedenza, ci sono prove convincenti dell'uso di manufatti a forma di lente come intarsi per sculture, gioielli o mobili, o forse come fuoco. antipasti. Tuttavia, riteniamo che un sottoinsieme appropriato di questi manufatti a forma di lente dovrebbe essere sottoposto a ulteriori indagini scientifiche e al confronto con quelli di Ialysos per determinarne gli usi. Ulteriori studi potrebbero far luce sulla possibilità che gli incisori e i tagliatori di sigilli potessero controllare il loro lavoro con i loro occhi miopi o con l'aiuto di lenti di ingrandimento. Queste lenti avrebbero consentito agli incisori esperti di prolungare i loro anni di lavoro attivo e di formare apprendisti meno esperti e più giovani. Pertanto, ulteriori studi possono fornirci maggiori informazioni sulla possibile creazione e utilizzo di lenti in periodi precedenti, nonché sui laboratori e sulla vita degli antichi artigiani e, per estensione, sulle reti commerciali e artigianali che dovevano essere in atto per la creazione e, possibile, diffusione di tali lenti piano-convesse nel Mediterraneo.
    1 punto
  16. Ode all'ArmaNonConvenzionale di Natale! ================================ Tra i tronchi e gli arbusti c'è una sfida, su coraggio! Tra i cespugli e i rovi c'è un indizio di mistero, dove i miseri dettagli celano i segreti. Tra le piante e i fusti c'è una soluzione: ma c'è troppa foresta! Non vedo gli alberi!
    1 punto
  17. che io le collezioni è un parolone. Ne ho qualcuna. In realtà le tesserae plumbee si possono trovare (almeno un tempo) a poche decine di euro. Ma c'è chi ne fa incetta
    1 punto
  18. Buonasera. Per quanto vale la mia opinione a fronte di quella di Alain @Poemenius farei notare che 1) servirebbe un'immagine a luce più radente per leggere meglio la monetina 2) elaborando banalmente la foto in Photoshop al D. non leggo FELIXR AVENNA bensì IVST (ore 7 - 11 ca) vedo capelli e non la corona turrita non vedo orecchino 3) al rovescio in effetti il monogramma è stretto ed "ammassato", sembra ci sia una C sotto ma mancherebbe la S per essere un certo atalarico
    1 punto
  19. Assolutamente vero tutto quello che dici. Nella zona limitrofa al teatro dove di scava si scava bene!
    1 punto
  20. Amico...non è per niente un 3 grana base...è il terzo 3 grana con stella e numeri arabi che vedo ed è il meglio conservato che conosco...quell'apostrofo lungo dopo GRAND \ ,di solito è più piccolo, e i caratteri della legenda al rovescio, dicono che quel simbolo è una stella rovesciata a 5 punte...ne abbiamo già scritto in discussione Il rovescio del mio per confronto Complimenti Beppe... An dimenticavo....ottimo il ritratto. Gran gran bella moneta!
    1 punto
  21. @Adelchi66credo che tu abbia visto di recente il sito... @crisgubbio.1981penso che noi invece lo conosciamo bene il sito. Comunque anche senza grandi strumentazioni si potevano vedere ad occhio nudo le strutture interrate perché : 1- le strutture fuoriescono leggermente dal terreno; 2- perché si vedono le differenze cromatiche dell'erba del prato (si vedono proprio le linee delle strutture).
    1 punto
  22. Cosa capita se scavi presso un castello medievale. Scoperti draghi e cavalieri, beccacce e Bafometti. Pentacoli e cerchi Caen, Francia, 20 dicembre 2023 – Le sorprese sono infinite, scavando in modo sistematico attorno a un castello. Il terreno rivela spesso fortificazioni più antiche, strade arcaiche, edifici scomparsi ed elementi artistici di rilievo, specie nel caso in cui il luogo sia stato una residenza. Gli scavi archeologici 2023 – che hanno comportato otto mesi di lavoro in cantiere – presso il Castello di Caen, nell’ambito di un vasto progetto di conservazione e sviluppo condotto dal Comune, hanno portato alla luce nuovi e affascinanti dettagli sulla storia del monumento. I risultati sono stati presentati nelle ore scorse. Scavo dell’ingresso fortificato del palazzo ducale del XII secolo, con in primo piano la base inclinata di una torre quadrangolare. © Bénédicte Guillot, Inrap Caen è un comune francese con una popolazione di 112.218 abitanti, ma la sua influenza si estende ben oltre, raggiungendo i 200.000 abitanti nell’agglomerato e formando una zona urbana con una popolazione di 420.000 persone. Situata nel dipartimento del Calvados, nella regione della Normandia, Caen svolge un ruolo cruciale come capoluogo del suddetto dipartimento e come sede del Consiglio regionale normanno. Le ricerche svolte presso il castello di Caen hanno dato riscontri abbondanti: resti mobili – ceramiche, elementi architettonici, resti di animali – e soprattutto murature medievali che rinnovano la storia del castello. L’indagine sistematica è stata svolta dagli archeologi dell’Inrap (Institut national de recherches archéologiques préventives). Ma in questa riemersione appare notevole lo spazio e la forza che i nostri antenati medievali conferivano al mondo fantastico, tra offesa e difesa. Nel corso dei lavori è stato riportato alla luce un modiglione con volto maschile aggettante, una mensola scolpita utilizzata per sostenere la parte sporgente della cornice negli ordini architettonici. Realizzato in pietra e finemente decorato con un volto, questo raro esemplare risalente probabilmente al XII secolo, secondo i primi studi stilistici, offre un’importante testimonianza dell’architettura dell’epoca. Modillon del XII secolo riutilizzato in un muro di epoca moderna e raffigurante un uomo baffuto che soffia. © Sandrine Lalain, Inrap Sotto il profilo iconografico, l’uomo con grossi baffi, potrebbe rinviare al Bafometto, misterioso personaggio molto utilizzato, sotto il profilo figurativo, dai templari. Secondo alcune fonti questa figura sarebbe ispirata a un demone mediorientale, ma in realtà l’immagine potrebbe raccordarsi a un’iconografia protettiva di Cristo desunta dalla stoffa di Veronica. Quale che sia l’origine, il Bafometto, nelle costruzioni medievali, aveva la funzione di protezione del sito. In Toscana troviamo diversi esempi di queste rappresentazioni – volti di uomini con grossi baffi – scolpite. Notevoli quelle all’eremo di Montesiepi di San Galgano, edificio che conserva una spada nella roccia. Sempre a Caen, in un muro distrutto nel XIII secolo, gli archeologi hanno rinvenuto un affascinante graffito raffigurante la battaglia di due cavalieri con un drago sputafuoco, una scena eccezionale che offre uno sguardo intrigante sulle narrazioni visive dell’epoca. Come ben sappiamo la vicenda di San Giorgio e il Drago era particolarmente diffusa, all’epoca, nel mondo cortese. La bestia immonda era la rappresentazione del Male, con connotazioni demoniache. Il graffito sulla pietra calcarea che rapprseenta un cavaliere che insegue un drago volante. L’opera risale probabilmente al XIII secolo. © Bénédicte Guillot, Inrap Le figure evidenziate da Stile arte lungo le linee esterne dell’incisione Un altro graffito, raffigurante una beccaccia, è stato scoperto in un muro moderno, coesistendo con graffiti antichi come un pentacolo e un cerchio, sottolineando la stratificazione di storie e simboli nel corso dei secoli. Graffiti raffiguranti una beccaccia (o vittecoq in antico normanno) rinvenuti in un muro di epoca moderna. © Bénédicte Guillot, Inrap Gli archeologi hanno inoltre esplorato numerose cave presenti nel castello, alcune delle quali convertite in cantine e altre utilizzate come contenitori della spazzatura. Queste strutture hanno fornito un tesoro di reperti medievali, tra cui ceramica e ossa di animali, che aiutano a comprendere gli usi e le attività svolte all’interno del castello. https://stilearte.it/cosa-capita-se-scavi-presso-un-castello-medievale-scoperti-draghi-e-cavalieri-beccacce-e-bafometti-pentacoli-e-cerchi/ Un modillon, deux graffitis, des sépultures… Les archéologues assurent une surveillance archéologique de l’ensemble des travaux prévus sur le site, qu’il s’agisse des creusements pour les réseaux, des terrassements ou des plantations d’arbres. Ils accumulent ainsi de précieuses données et découvertes. Parmi les éléments architecturaux mis au jour se trouve un rarissime modillon en pierre — élément servant à soutenir le toit ou l’avant-toit d’un édifice — décoré d’un visage et datant probablement du XIIe siècle (d’après les premières datations stylistiques). Tout aussi remarquable, un graffiti représentant une scène exceptionnelle d'un chevalier poursuivant un dragon cracheur de feu a été retrouvé dans un mur détruit au XIIIe siècle. Un autre graffiti représentant une bécasse des bois a également été mis au jour en réemploi dans un mur d'époque moderne. On observe derrière lui des graffitis plus anciens, tels qu’un pentacle et un cercle. Les travaux ont aussi permis d'étudier les nombreuses carrières qui parsèment le château, certaines réaménagées en caves et d'autres ayant servi de poubelles. La fouille de ces structures a permis de recueillir un abondant mobilier de la fin du Moyen Âge, composé pour l’essentiel de restes céramiques et d’ossements animaux. Par ailleurs, les premiers terrassements le long de l'église Saint-Georges ont livré, immédiatement au sud du chevet, des sépultures orientées est-ouest, provenant du cimetière paroissial qui existait autour de l'édifice jusqu'à la fin du XVIIIe siècle. Relevé en cours des sondages au sud du chevet de l'église Saint-Georges après la découverte des premières sépultures. © Bénédicte Guillot, Inrap Aux abords de la porte Saint-Pierre, les traces d’un quartier médiéval Devant la porte Saint-Pierre, les archéologues ont mis au jour les vestiges d'un mur soigneusement construit qui correspondait sans doute à un tronçon de la fortification médiévale fonctionnant avec une ancienne porte, située plus à l'intérieur du château que l’actuelle. Ils ont aussi mis en évidence une ancienne voie médiévale, qui allait en direction de l'église Saint-Georges et du palais ducal. Cette rue, composée de petits blocs calcaires comblant les creux de la roche naturelle, mesurait au moins 4,80 mètres de large. Dans sa partie est, les chercheurs ont mis en évidence plusieurs ornières, probablement creusées par le passage des chariots et/ou des charrettes. À l’inverse, l’absence d’ornière dans la partie ouest pourrait suggérer que cet espace était dédié aux piétons. Les fouilles ont aussi permis de dégager les fondations de plusieurs bâtiments le long de cet axe de circulation, dont certains, assez anciens, n’apparaissent sur aucun plan. C'est donc tout un pan du quartier médiéval aux abords de la porte Saint-Pierre qui est redécouvert par les archéologues, au gré des travaux dans le secteur. Une entrée fortifiée pour accéder au palais ducal au XIIe siècle La fouille d’un autre secteur, au sud du donjon et du Vieux Palais, a occasionné des découvertes qui renouvellent complètement la vision du château sous les Plantagenêt au XIIe siècle. Un grand bâtiment, mesurant au moins 30 mètres de long par 20 mètres de large, pourrait être identifié comme un vaste entrepôt utilisé pour stocker les denrées nécessaires au bon fonctionnement du palais. Cet édifice possède plusieurs entrées, de dimensions variables. Les plus étroites (1,10 mètre de largeur) étaient probablement réservées aux piétons, tandis qu’au moins l’une d’entre elles, large de 2,40 mètres, devait permettre le passage des charrettes. Les recherches ont aussi permis de dégager la base d’une tour jusque-là inconnue et de nouveaux murs, interprétés comme les éléments d’une entrée fortifiée du palais ducal au XIIe siècle, permettant d’accéder à la tour maîtresse du château, alors entourée d’un fossé. Fouille de l'entrée fortifiée du palais ducal au XIIe siècle, avec au premier-plan la base talutée d'une tour quadrangulaire. © Bénédicte Guillot, Inrap Après le rattachement de la Normandie au royaume de France sous Philippe Auguste au tout début du XIIIe siècle, cette partie du château est totalement transformée. La chemise et les quatre tours rondes du donjon sont édifiées, tandis qu’un nouveau fossé est creusé. L'entrée fortifiée et le grand entrepôt sont détruits, afin de donner toute sa visibilité au nouveau donjon, qui apparaît dans le paysage tel qu’on le voit encore aujourd'hui. L’archéologie au Château de Caen Les recherches en cours s’inscrivent dans la continuité de nombreuses opérations archéologiques menées au Château de Caen et conduites pour l’essentiel par l’Inrap. Elles ont permis d’étudier tour à tour : des bâtiments liés au travail du fer au Moyen Âge, dont le plus grand fut utilisé comme écurie prestigieuse au début de la Renaissance (fouille préventive de 2005 sous les salles du rempart) ; les fortifications nord-ouest (2005) et nord-est (2014-2015) ; le donjon (2016), le Vieux-Palais (2018), ainsi qu’une grande salle d’apparat, probablement construite par Henri II Plantagenêt, et qui constitue une sorte de « jumelle » de la salle de l’Échiquier (fouille programmée de 2011-2014, reprise en 2021 et 2022). L’ensemble de ces recherches nourrissent considérablement les connaissances sur l’histoire du château des ducs de Normandie. Un projet collectif de recherche, lancé par le CRAHAM en 2019, reprend toutes les données archéologiques, archivistiques et iconographiques issues des campagnes menées sur le site qui sont également la matière d'une thèse actuellement conduite au musée de Normandie. Le Château en chantier Afin de replacer ce site historique majeur au cœur de la politique patrimoniale et touristique de la Ville, un Schéma Directeur de conservation et d’aménagement a été adopté en avril 2017 sur trois axes principaux : La conservation et la pérennisation du patrimoine La réappropriation du site par les Caennaises et les Caennais L'attractivité touristique et culturelle du Château Après le réaménagement de ses espaces extérieurs (nouveaux aménagements paysagers, mise en lumière des remparts) en 2019, le Château a entamé une véritable transformation, depuis le mois de mars 2023 et à l’issue de laquelle, d'ici deux ans, un parc urbain de près de 4 hectares sera créé dans son enceinte. Inscrite au Contrat de plan Etat-Région, l’opération est estimée à 21 millions d’euros, financés par la Ville (7,4 millions d’euros) avec le soutien de l’État (130 000 euros), de la Région Normandie (5 millions d’euros) et du Département du Calvados (5 millions d’euros). Le projet bénéficiera également du financement des fonds européens au titre du FEDER. Le projet de l’architecte Philippe Prost, lauréat du grand prix de l’architecture 2022, et du paysagiste Thierry Laverne a été retenu à l’issue du concours d’architecture lancé en 2021 pour le réaménagement de l’espace intérieur du Château : le cœur de ville ainsi remanié en parc urbain sera composé de plusieurs pelouses et de prairies sèches dont une « grande pelouse » centrale. 143 arbres seront plantés au total sur l’ensemble de l’enceinte intérieure dont 29 arbres de verger. Trois aires de jeux seront aménagées à la porte des Champs, sur la pelouse des remparts et dans le jardin du gouverneur. Différents types de cheminements, un promenoir, des allées et différents « passages », seront déployés pour permettre use circulation aisée sur le nouveau site et la distribution de l’ensemble des lieux et musées via un nouveau parcours d’interprétation. https://www.inrap.fr/les-archeologues-devoilent-un-nouveau-pan-de-l-histoire-du-chateau-de-caen-17701
    1 punto
  23. Tebe, Guy della Roche (I o II )
    1 punto
  24. Nuovo esemplare per la mia collezione di monete satiriche : Gregorio XVI 20 Baiocchi 1834
    1 punto
  25. Lire 1866 Pio IX - Tre teste 1 Lira 1867 Pio IX 1 Lira 1866 Pio IX
    1 punto
  26. Da : I Daci . Electa. Palazzo Strozzi. Firenze. 1997. Ori antichi della Romania è un ottimo catalogo ,ce ne fossero.. Ma per quanto riguarda i Daci nello specifico,il testo di riferimento in Italia e il catalogo della mostra del '97.
    1 punto
  27. Allora dovremmo risentirlo E perché non ricordare pure Naomo di Panariello
    1 punto
  28. Ah.. si.. mi sembra di avere qualcosa ..😁
    1 punto
  29. Questa invece viene da una collezione americana, è molto piccola... Diametro:27,35 millimetri... Peso:12,36 grammi... Ciò che mi ha indotto ad acquistarla è il busto vistosamente diverso da tutte le altre mie pubbliche... Credo si possa tranquillamente affermare che si tratti di un conio diverso... Basta osservare le proporzioni della spalla destra nei due esemplari...
    1 punto
  30. Finalmente ho ricevuto la pubblica che aspettavo dall'estero,a parte la debolezza sono soddisfatto dell'acquisto... Con mio piacere e stupore mi è giunta accompagnata dal cartellino descrittivo che la classifica con il Cayon -Castan,un testo della fine degli anni 70 quindi un cartellino vecchio di oltre 40 anni, considerando il testo spagnolo deduco provenga proprio da un collezionista spagnolo... Diametro:32,85 millimetri... Peso:13,80 grammi... Varianti: trascrizione del nome del Re in PHILIPP,e senza · (globetto) davanti al nome del Re...
    1 punto
  31. Alle elementari, negli anni 70, ne insegnavano 21 (almeno questi sono quelli che ricordo nella mia scuola). Nel tempo, con l'uso di termini inglesi sempre più comuni, sono state comprese J, K, W, X, Y. Con le scuole e lezioni di italiano non sono mai andato oltre. Però, se si ammettessero nei conteggio, più che le lettere scritte, quelle pronunciate, combinazioni comprese, superiamo i 30. Quali intendo? Le C (varianti + H o + I), G (come C e con N), la stessa H diventa plurivalente con le combinazioni appena elencate, S e Z (nelle due versioni dolce per entrambe, sorda per S o sonora per Z). .. Per le vocali, per fortuna, ci sono gli accenti a impostare e pronunce, ma sono usati praticamente solo se presente aperta nella vocale finale ... Probabilmente c'è altro da aggiungere. Questo è quanto ho appreso senza studi specifici. In quanto istruzione provengo da un altro mondo, ma questo è abbastanza palese 😅
    1 punto
  32. L'avevo capito! mai svelerei una moneta/quiz! Le tre sorelle dominicane, attiviste del movimento '14 giugno' [nome in codice 'Mariposas' (farfalle)], erano impegnate a contrastare le atrocità del regime di Rafael Trujillo, furono uccise a bastonate il 25 novembre 1960 a causa della loro strenua dissidenza alla dittatura. Nel 1961 Trujillo su assassinato. Il 25 novembre scorso ci fu la 'Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne', questa data fu scelta nel 1999 con una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite proprio in omaggio alle sorelle Mirabal. Il film del 2001 a loro dedicato tratto dal libro 'In the Time of the Butterflies'.
    1 punto
  33. Non ce n'è bisogno 😁 I profili delle sorelle Mirabal Patria, Minerva & Maria Teresa, https://en.numista.com/catalogue/pieces3455.html
    1 punto
  34. Credo infine di dover chiedere a me e a tutti voi: "perchè raccogliamo-collezioniamo monete e non solamente le immagini di queste? Non sono forse insiti nella "passione" di ciascuno anche aspetti materiali (di tangibilità), emotivi (di storia e percezione di un passato ancora presente), di orgoglio (per quanto raccolto), di apprezzamento estetico (una forma d'arte), ecc. ecc. che sicuramente riguardano i sentimenti di ciascuno e non solo la razionalità (studio, che è da quel sentire poi direzionato)?
    1 punto
  35. Discussione interessante, anche se, a mio avviso, vi si intrecciano componenti diverse: 1) la disponibilità per una comunità di un "oggetto" (Madonna del Soccorso) che, anche se virtualmente (poichè mai le è appartenuta) ne riassume alcuni tratti caratterizzanti (fede popolare); 2) l'atteggiamento di opposizione che la società (e di riflesso la politica, che ne assume ed amplifica le percezioni) nutre nei confronti del collezionismo; 3) le motivazioni del collezionismo. Per quanto riguarda il primo punto ne comprendo i motivi e non mi sento di criticare "troppo" chi enfaticamente apprezza il ritrovato "tesoro", anche se i toni sembrano populistici e superficiali, laddove non se ne analizzino le ragioni. Credo che per il secondo punto molti siano gli aspetti che devono essere considerati: il collezionista viene connotato in genere negativamente e, per esempio, non mi vengono in mente film in cui non sia ammantato di veli di cupidigia, avarizia, gelosia per quanto possiede, determinazione ad acquisire quanto "manca" a qualunque costo, ecc.. E' verosimile che l'invidia per la possibilità di poter spendere al fine di possedere un bene che può apparire ai più "superfluo", giochi un ruolo rilevante, e alcune ideologie ne amplifichino la percezione. Infine perchè collezionare: credo che questa debba essere una domanda che ciascuno dovrebbe porsi e le risposte possono essere molto diverse. Sono sempre stato incuriosito dalle motivazioni che stanno alla base dell'agire, mio e degli altri. Diceva bene @Vietmimin: «... il riconoscimento della propria patologia non spetta al paziente» (e credo sia un professionista in ambito di psicologia/psichiatria) così come sono interessanti molte delle sue considerazioni, e trovo suggestivi i pareri espressi da @Adelchi66, anche se sconfortanti. Sono anni che medito di scrivere un articolo su questo tema, e riscontro che il materiale disponibile non è molto e poche le ricerche serie; il confine tra normalità e anormalità può essere labile e variegato, in quanto il collezionismo può da un lato rappresentare una vera e propria patologia (e non solo sotto forma di accumulazione seriale caotica compulsiva, ma anche sistematica) oppure dall'altro un meccanismo di difesa (proteggendo l'individuo da più seri danni psicologici) o un fattore di sublimazione; infine può rappresentare uno strumento per incanalare e potenziare interessi e capacità individuali, ma si tratta di aspetti difficilmente scindibili nella personalità di ciascuno, e non è un caso che le ricerche più interessanti abbiano riguardato l'ambito psicanalitico. Vi riporto brani di un articolo divulgativo (preso dal Corriere della Sera di anni or sono) che ho messo da parte per gli spunti intelligenti che fornisce: "... «Negli ultimi anni - riferisce l' esperta - ho osservato un numero crescente di casi in cui il collezionismo senza controllo è sfociato in un vero disturbo ossessivo-compulsivo o nella dipendenza da shopping». Secondo alcune stime, circa il 10% dei collezionisti scivolerebbe prima o poi in un attaccamento «malato» agli oggetti che raccoglie. Conferma Stefano Pallanti, psichiatra dell' Università di Firenze, esperto in dipendenze comportamentali: «La tendenza a raccogliere e conservare è un istinto ancestrale dell' essere umano; l' attuale produzione di oggetti in serie sfrutta questa innata voglia di collezionismo e può "rinforzare" la tendenza all' accumulo». Ma come si sceglie l' oggetto delle proprie brame e che cosa fa scattare la voglia di accumularne più esemplari possibile? «La scelta dipende da fattori emotivi, affettivi, caratteriali, ma è difficile capire i motivi profondi che spingono a raccogliere fumetti piuttosto che schede telefoniche - risponde Pallanti -. Certamente il collezionista proietta sempre significati personali sulla propria raccolta e il tipo di oggetti riflette almeno in parte la sua personalità, ma occorre conoscere la storia di ciascuno per poter capire che cosa significa quel preciso oggetto nel vissuto della persona. La paura dell' incompletezza, anche questa insita nell' essere umano, è poi la molla che spinge all' accumulo. L' idea che possa mancare un pezzo alla propria raccolta per alcuni può diventare quasi angosciosa». Il nocciolo della questione sta nella capacità di saper controllare la pulsione a collezionare: «Se resta un hobby sotto controllo il collezionismo è positivo per il benessere mentale, perché sviluppa doti importanti come perseveranza, ordine, pazienza, memoria - aggiunge la psicologa spagnola -. Purtroppo, molti collezionisti hanno tratti caratteriali come il perfezionismo o la meticolosità, notoriamente correlati ai disturbi ossessivo-compulsivi. ..."
    1 punto
  36. Ciao a tutti, Riprendo e modifico opportunamente questo post aperto inizialmente in piazzetta, perchè grazie a @legionario ed @Elleffe sono riuscito a trovare tantissime informazioni che ora vorrei ordinare. Gli esemplari della rarissima Rupia del '21, che nel corso degli anni si sono alternati sul mercato tra listini ed aste pubbliche sono tre. Sapevo di due esemplari al museo della zecca, ma @Elleffe (decisamente molto più preparato di me in materia) mi corregge con quattro pezzi. Mettendo quindi insieme tutti i dati che sono riuscito a reperire, inserisco qui di seguito foto e passaggi dei suddetti tre esemplari. Le foto appartengono alla casa d’asta evidenziata in grassetto - Collezione Nazzarri, Asta Santamaria (8-10 ottobre 1959), lotto 809 (BB/SPL); Base: 90.000£ Realizzo: 170.000£ - Collezione Curatolo, Asta Ratto 1971, lotto 769 (qSPL); Base: 1.800.000£ Realizzo: 2.100.000£ - Asta Nomisma 29, lotto 1912 (qFDC/FDC); Base: 80.000€ Realizzo: 92.000€ - Collezione Zante, Bollafi 334a (Maggio 2019), lotto 241 (MS63); Base: 20.000€ Realizzo: 85.000€ - Da Assab all'AFIS, Nomisma Aste Verona 4 (Novembre 2023), lotto 101 (MS63); Base: 80.000€ Realizzo: 91.000€ - Collezione ANPB, ex collezione ing. Gavazzi, NAC 129, lotto 381 (qFDC); Stima: 60.000€ realizzo: 48.000€. Successivamente slabbato MS65 NGC Ci sono altri due passaggi temporalmente precedenti a questi sopra citati, ma servirebbero le foto per capire a quale dei tre esemplari si riferiscono (probabilmente il primo si potrebbe escludere, essendo stato graduato originariamente in media conservazione): - Listino Spaziani Testa n. 3 (1933) lotto 610 (FDC); 300£ - Listino Rinaldi 1949 (collezione Govoni) lotto 579 (FDC); 25.000£ Pur non seguendo questo filone, devo ammettere che mi interessava riscostruire i passaggi sul mercato di questa rarissima moneta. Lascio aperto l'invito a chiunque possieda eventuali fotografie dei suddetti ultimi due listini, così da completare per bene l'attribuzione di tutti i passaggi d'asta delle tre monete. Spero di aver fatto cosa gradita a tutti gli appassionati "Somali" del Regno dItalia Un saluto, Fabrizio
    1 punto
  37. Io sono fermo al "noio vulevan.... Vulevon savuar l'indiris..." 😅
    1 punto
  38. L'ultima moneta della serie "Animali in via d'estinzione" sarà quella dedicata ai collezionisti di monete e francobolli 🤪
    1 punto
  39. Il primo di tre video curati da Andrea Cavicchi che ripercorrono una figura chiave nel passaggio di Roma dalla Repubblica all’Impero: Augusto narrato dalle sue coniazioni, autentici capolavori d’arte, comunicazione e propaganda Diamo a Cesare quel che è di Cesare: PRODUZIONE A CURA DI EUGUBIUM studio numismatico in esclusiva per Cronaca Numismatica https://www.cronacanumismatica.com/la-vita-e-la-figura-di-augusto-attraverso-le-monete-1a-parte/
    1 punto
  40. Il terzo di tre video curati da Andrea Cavicchi che ripercorrono una figura chiave nel passaggio di Roma dalla Repubblica all’Impero: Augusto narrato dalle sue coniazioni, autentici capolavori d’arte, comunicazione e propaganda Diamo a Cesare quel che è di Cesare: PRODUZIONE A CURA DI EUGUBIUM studio numismatico in esclusiva per Cronaca Numismatica https://www.cronacanumismatica.com/la-vita-e-la-figura-di-augusto-attraverso-le-monete-1a-parte/
    1 punto
  41. Ciao @Scudo1901, ecco il mio 5 franchi 1812 Torino di recente acquisizione.
    1 punto
  42. Buona sera a tutti. La moneta di cui di seguito posto la foto, e per la quale chiedo pareri sulla conservazione, è un mezzo tallero abbastanza raro, da me acquistato tempo fa, e con una storia ed una iconografia interessante (almeno per me). La moneta, infatti, celebra sia il 50° compleanno di Klemens August von Bayern (arcivescovo di Colonia e principe elettore di Sassonia ) sia la carestia di Franconia ; sul rovescio infatti è rappresentata Santa Caterina che dona del pane agli affamati per la suddetta carestia; monogramma sul dritto. Questo esemplare, in argento, misura 33 cm di diametro per un peso di gr. 14,46. E' catalogato dal Krause Km# 138 e Prokisch 235. Ringrazio anticipatamente per ogni parere. Renzo
    1 punto
  43. cominciamo così... DOC 1966 ercolani cocchi 1978 Hahn Metlich 2013 CALLEGHER 2013
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.