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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/01/24 in Risposte
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Buongiorno a tutti e buon 2024 ! 🎆 Vi presento oggi un testone di Clemente XII (anno VI, 1735-1736, Muntoni 26), passato nel novembre 2022 in asta Nomos, che mostra al rovescio una particolare curiosità, delle tracce di ribattitura su altra moneta : tracce che, grazie alla conservazione, sono riconducibili alla moneta d’origine, che è una mezza piastra di papa Innocenzo XI A.VII (Muntoni 48, foto ex asta Varesi) : Osservando il rovescio del testone, qui di seguito orientato adeguatamente rispetto al diritto della piastra di confronto, si scorgono particolari dello stemma Odescalchi, evidenziati in rosso : La pratica del riutilizzo dei conii è già cosa nota in ambito pontificio, spesso riadattati o con particolari aggiunti o nascosti, ad esempio per diverse Sedi Vacanti, ma è la prima volta che mi capiti di vedere un riutilizzo “diretto” di vecchi nominali per coniare nuove monete. Questa “ribattitura” segue la riforma monetaria del gennaio 1734, che impose la riduzione di peso dei nominali argentei: il testone assumerà il taglio di 40 1/3 pezzi per libbra romana, pari a 8,407 grammi, e di conseguenza gli altri nominali; la mezza piastra sarebbe passata da un peso teorico di 15,995 grammi dell’epoca di coniazione della moneta “d’origine” di Innocenzo XI (1682-1683), a soli 14,71 grammi. Facile capire che sia stato ritenuto conveniente ritirare dal mercato le mezze piastre di pontefici precedenti, ed evidentemente si optò per riconiarle direttamente, senza passare per la rifusione ed una nuova laminazione, solamente previa fustellatura di un tondello più piccolo per il testone. Ciao, RCAMIL.8 punti
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Oggi vorrei presentarvi uno dei miei ultimi acquisti. Si tratta di un antoniniano di Claudio II “Il Gotico” che qui vedete nelle foto presentate dal venditore: Peso: 3,42 g Diametro massimo: 21,91 mm RIC Temp №: 1053 RIC (first) V 221 Zecca di Antiochia, 3^ emissione (inizio/metà 270 d.C.) D/: IMP C CLAVDIVS AVG; busto nudo dell’imperatore, radiato, volto a sinistra R/: SOLVS AVG; Sole stante a sinistra, con la mano destra alzata e con un frustino nella mano sinistra ESERGO: - Vediamo subito il ritratto. E’ in stile “orientale”. Devo dire che su questa faccenda dello “stile orientale” ogni volta un po’ mi ci perdo. Ho provato a leggere qua e là, ma sono uscito con le idee un po’ confuse. Probabilmente e’ un mio limite culturale (e ci sta); comunque ho voluto provare a cimentarmi con la questione. Ecco come paragone (accanto al "mio") due ritratti di Claudio II “occidentali” dello stesso periodo (il primo di Roma, il secondo di Mediolanum): La testa è piuttosto piccola rispetto al busto (ma lo è in generale rispetto alle dimensioni della moneta) e la corona pare un po' scivolare all’indietro. Lo sguardo è più disteso, meno corrucciato di come lo abbiamo presente nella ritrattistica occidentale (in particolare a Mediolanum) dove appare più fiero ed arcigno; forse a ciò contribuisce anche l’occhio, piuttosto grande ed un po’ socchiuso ed il sopracciglio più spianato. Il naso è largo ed appuntito ed il mento ben marcato. Sul mio pezzo Claudio II ha anche una barba un po’ più incolta ed un po’ più lunga ed anche la capigliatura pare più sbarazzina, se così si può dire. Questi gli elementi che ho notato e che ho trovato nelle mie letture. Naturalmente ogni intervento in merito sarà gradito. Ed ora passiamo al rovescio: Vi è una rappresentazione di Sol con la testa radiata, con la mano destra alzata e con un frustino nella mano sinistra con il quale guida il suo carro nel cielo. Molto particolare la legenda SOLVS AVG in quanto quella “ufficiale” dovrebbe essere SOL AVG (“Il Sole dell’augusto”); ecco un esemplare: Perché SOLVS? - Una ipotesi (sostenuta inizialmente da Eckhel) ritiene che possa trattarsi di un errore dell’incisore che voleva indicare, per l’appunto, SOL AVG - Una altra (sostenuta inizialmente da Pellerin) ritiene di tradurre SOLVS AVG nel senso di “Il solo Augusto”, in riferimento al periodo storico caratterizzato dalla secessione delle Gallie ad occidente e dall’affermarsi del regno di Palmira ad Oriente. Resta da spiegare l’effigie di Sol: forse solo semplicemente come rappresentazione dell’augusto, l’unico? L’ipotesi che pare per la maggiore e’ quella di una serie di errori da parte degli incisori anche alla luce di quanto segue. Interessante, infatti, guardare il sito specifico sul ric.mom che evidenzia tutta una serie di errori attribuiti agli incisori: https://ric.mom.fr/en/coin/1053?q=1053&page=1&mod=result&from=quick Non vi e’, infatti, solo (scusate il gioco di parole) SOLVS AVG, ma anche: - SALVS AVG (ma esiste anche, per Claudio II, una Salus con la personificazione classica con serpente, altare e patera) - SOLVA AVG - SAL AVG Devo dire che non mi spiego però il perché di tanti errori degli incisori su questo rovescio in particolare. Sarebbe interessante vedere se ce ne siano anche su altri rovesci e capire anche se il fenomeno riguardi la sola zecca di Antiochia o meno. C’e’ da dire che ad Oriente quelli erano periodi turbolenti se pensiamo alla presenza del regno secessionista di Palmira e alla recente invasione gotica fermata a Naisso solo l'anno prima. Magari qualcuno di voi lettori ha qualche idea in proposito. Tornando alla mia moneta, ho trovato su Acsearch una identità di conio di rovescio con questo esemplare: DATE18.12.2012 HAMMER* Premium SOLER Y LLACH (FORMERLY MARTÍ HERVERA & SOLER Y LLACH), SUBASTA 1074, LOT 214Antoniniano. 268-270 d.C. CLAUDIO II. Rev.: SOLVS AVG. Sol en pie a izquierda con látigo. 3,30 grs. AE. C-273. EBC+/EBC. Veniamo ora all’aspetto iconografico. Il soggetto “Sol” lo troviamo presente in Claudio II anche su questi rovesci: - AETERNIT(AS) AVG : - ORIENS AVG: Se guardo Sol, quello sul rovescio SOL(VS) AVG pare un po’ caricaturale; è molto stilizzato, direi smilzo; sembra quasi un bambino che indossa un travestimento di carnevale; oserei dire poco regale, soprattutto se paragonato al Sol delle tipologia che ho appena postato. La differenza sta probabilmente nella zecca. Le AETERNIT(AS) e ORIENS sono state coniate nelle zecche occidentali (Roma, Mediolanum), mentre la SOL(VS) AVG e’ stata coniata solo ad Antiochia. Il Sole, pur essendo una divinità importante, e’ ancora visto da Claudio II a livello delle altre. E’ associato, in parte, al concetto di Aeternitas: come il sole e’ eterno, così l’imperatore e’ eterno; nel senso che rimarrà sempre augusto, anche dopo la morte quando verrà divinizzato divenendo anche lui un dio. Poi, certamente, scendendo sul pratico, ogni imperatore si augurava tanti anni di regno davanti a sé, ma il più delle volte, soprattutto in quegli anni convulsi, avveniva esattamente il contrario. Interessante poi l’associazione con Oriens. Quale la spiegazione? Oriens potrebbe indicare semplicemente le province orientali (l‘Oriente appunto), ovvero il dominio supremo dell’augusto (incarnato da Sol) sui nemici di quella parte dell’impero. Tuttavia, non torna tanto il fatto che con Claudio II questo rovescio compaia solo nelle zecche occidentali, ovvero Roma e Mediolanum. Ma potrebbe esserci anche un altro significato di ORIENS AVG: “il sole nascente dell’imperatore”. L’imperatore è il sole che sorge, che porta la luce di un nuovo giorno e una nuova vita all’impero, colui che “orienta” i destini del regno. “E’ di nuovo giorno, a Roma”…..Roma, la città eterna (trovato forse un collegamento con Aeternitas?). Questa espressione l’ho trovata su Cointalks dove e’ stata citata parafrasando una frase usata da Ronald Reagan nella sua campagna elettorale del 1984, ovvero “It’s morning again in America”, a chiaro scopo propagandistico, per instillare la speranza e la fiducia nel popolo. Niente di nuovo sotto il sole, direi! Il nuovo verrà, infatti, pochi anni dopo con Aureliano: ma questa e’ una altra storia. E veniamo all’altro aspetto interessante della mia moneta: presenta una abbondante argentatura residua. Quando Claudio II salì al potere il sistema monetario era ormai in crisi. Per più di trent’anni il bilancio imperiale era bruscamente diminuito a causa delle spesse collegate al permanente stato di guerra. Al tempo stesso vi era stata una diminuzione delle tasse in entrata poiché il territorio imperiale si era significativamente ridotto a causa delle invasioni barbariche e della azione degli usurpatori. Il cardine del sistema monetario continuava ad essere la moneta d’argento, ovvero l’antoniniano che dal 238 al 268 fu soggetto ad una progressiva riduzione sia del peso complessivo, sia del contenuto di fino al punto che, agli inizi del regno di Claudio II (autunno del 268 d.C.) la moneta era praticamente di bronzo. Nel regno secessionista delle Gallie, Postumo tentò di preservare il valore metallico dell’antoniniano, ma i suoi successori si adeguarono poi a quanto avveniva nell’impero centrale. In trent’anni (dal 238 al 268) si assistette ad un rapido calo del peso dell’antoniniano e del conseguente peso dell’argento in esso contenuto. (fonte ric.mon Ciò dipese certamente dalla riduzione della disponibilità di metallo nobile per effetto soprattutto dello stato di guerra quasi permanente per effetto delle invasioni e dei regni secessionisti, ma anche (e in particolare per la zecca di Roma e negli ultimi anni coincidenti proprio con il regno di Claudio II) per effetto dell’atteggiamento fraudolento dei monetieri che facevano cresta sull’argento per proprio personale tornaconto (cosa che porterà poi al bellum monetariorum ed alla sanguinosa repressione da parte di Aureliano della rivolta di Felicissimo con chiusura della zecca di Roma). A questo proposito c’e’ un dato interessante che ho trovato su un vecchio testo di Andrea Markl del 1889 (“Peso e titolo degli antoniniani di Claudio il Gotico”): Da questo specchietto si vede che i pesi medii… Roma grammi 3,067 (1782 pezzi) Tarragona » 3,525 (173) Siscia » 3,288 (267) Serdica » 3,621 (22) Cizico » 3,461 (147) Antiochia » 3,406 (65) “…differiscono fra loro di più di mezzo grammo, e che nelle zecche di Roma e di Siscia si coniavano le monete più leggiere. Tutte le monete pesate sono ugualmente di buona conservazione; il peso medio minore ottenuto per queste due zecche non si può quindi attribuire all’essere le rispettive monete logore o sciupate. È caratteristico per le condizioni di quel tempo, che per l’appunto nella zecca di Roma si coniassero monete così calanti, e in ciò si riconoscerà subito il procedere disonesto del sovrastante Felicissimus.” Non e’ ovviamente da escludere che tale atteggiamento fraudolento riguardasse anche altre zecche. Prima di chiudere vi allego foto della moneta fatte da me: Buon anno e buone monete a tutti (non solo romane imperiali....). Stilicho6 punti
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Per la Categoria ORRORI DEL TEMPO CHE FU...... 3° CLASSIFICATO @El Chupacabra weeeee🥳🥳🥳🥳🥳 un vero rottameeee 2° classificato @Liucksky03 weeee asso prendi secondi postiiiiii😅 UNICO UTENTE Con doppio podio in entrambe categorie! Qui sfoggia il pezzo da 10 cent Ape versione Hulk!!! Ed infine..... 1° classificato e vincitore,quasi in extremis sessione 2023,in calcio d' angolo...... @Bruzio bruzioooooooo🥳🥳🥳 Il suo pezzo da 100 lire minerva Emmenthal mi ha stregatooooo😱🧟♂️6 punti
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Ragazzi ci siamo😏 Come ogni anno.....Premiazione anno 2023! Museo degli orrori! Categoria ORRORI ARTEFATTI/RESTAURATI Complimenti ad @Andy66 3 ° classificato 🥳🥳🥳🥳 5 centesimi arrosto! 2° Classificato @Liucksky03 con questo orrore distrutto😏😁 Il primo della categoria,il posto più alto....il vincitoreeeee @Rocco68 Roccoooooooo 🤣 I 20 grana più mitici che ci sono!6 punti
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Questa è la storia di due sorelle, entrambe nate a Roma. Si amavano molto e condividevano poco spazio nel borsellino. Un giorno, però, la loro vita cambiò improvvisamente. Una di loro fu spesa per un acquisto e l'altra infilata in un salvadanaio. Rimaste sole si adattarono alla nuova realtà, una addiritura arrivò su di un isola del Mediterraneo e col tempo si dimenticarono l'una dell'altra. Molti anni dopo, il giorno di capodanno, una di loro passava il tempo su internet quando - uno shock! - vide un immagine che le mozzò il fiato: era la sorella? Il tempo aveva lasciato i suoi segni, la più anziana molto butterellata, lei striata, ma si vedeva che erano uscite dallo stesso conio. Il giorno dopo la minore si fece coraggio e pubblicò la felice scoperta: ora erano di nuovo insieme, anche se in luoghi diversi. Il miglior modo per cominciare il nuovo anno!!! ==================== Qui la storia di una delle sorelle:4 punti
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In realtà i regolamenti dell'Unione Monetaria Latina furono variabili e dipendenti dal rapporto di valore oro: argento, in passato relativamente stabile intorno a 1:15,5, ma divenuto molto variabile nella seconda metà del XIX secolo per fenomeni storici (scoperta di nuove miniere nel nuovo mondo), economici (passaggio al monometallismo aureo di varie nazioni) e speculativi. Pertanto l'aggiornamento della UML del 1878 prescrisse la fine delle coniazioni di Scudi a pieno titolo (900 per mille) concedendo una temporanea deroga per l'Italia per Lit. 9.000.000 [Carboneri p. 348]. Scrive sempre il Carboneri "Nei primi anni del Regno [di V.E. III] ... si coniò pure qualche centinaio di scudi [Aquila Araldica del 1901] ... ma per le rimostranze della Francia, per la Lega latina, si dovettero rifondere e i pochi esemplari, che per essere già stati dati in dono, non si poterono più ritirare e distruggere hanno ora un grande valore numismatico, sebbene non siano da considerare come vere monete" [Carboneri p. 418]. Ecco spiegato il motivo della scarsa consistenza degli scudi del 1901, per quanto le dinamiche della LMN risultino molto complesse e non semplicemente riassumibili in poche righe. Una legge italiana del 1906, volta a ricapitalizzare i depositi bancari d'oro e d'argento, portò nella Conferenza della ULN di Parigi 1908, ad una richiesta Italiana (on. Luzzatti) di riprendere le coniazioni e "... gli Stati alleati convennero di autorizzare un aumento nel contingente delle divisionarie d'argento dell'Unione da 7 lire a 16 per abitante entro un limite annuale di L.0.60, mediante fusione di scudi, accordando all' Italia la facoltà di avvalersi per un terzo di verghe fino al limite di L. 12 per abitante." Inoltre "l'on. Luzzatti sostenne in coerenza della sua tesi, ... la necessità per l'Italia di procedere ad una riconiazione degli scudi degli antichi Stati d' Italia per migliorarne la circolazione ed impedire un'eccessiva perdita nel limitato quantitativo di tali monete ed anche questa proposta potè trionfare, nonostante l'opposizione della Francia che vedeva in questo fatto un mezzo di protrarre più a lungo la circolazione dei pezzi d'argento da 5 lire, da cui è ingombrato il suo massimo Istituto di credito." [Carboneri p. 432]. Ecco spiegato il motivo della ripresa delle nuove emissioni di scudi (e monete d'oro) nel 1911 e 1914 che solo il primo conflitto mondiale interruppe. Credo che un testo importante come quello del Carboneri, presente anche nella nostra biblioteca, vada adeguatamente conosciuto.3 punti
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@vindar Le considerazioni fatte da te sono giuste ed in buona parte spiegate da @ilnumismatico. Vorrei però sottolineare 2 cose. La prima rispetto alla tua domanda originaria: nel corso dell'Unione Monetaria Latina 5 monete da 1 lira avevano meno argento di uno scudo da 5 Lire. Questo perchè gli "spezzati" dello Scudo (ovvero la moneta divisionaria) non era interconvertibile tra le varie nazioni come lo Scudo ed era pertanto una moneta cossiddetta "fiduciaria" a circolazione locale e titolo metallico autonomamente stabilito. Sempre questo termine di "moneta fiduciaria" si ricollega alla monetazione argentea post-bellica in cui, a prescindere dal contenuto intrinseco argenteo, questo, per la svalutazione di tale metallo, era sempre di valore nettamente inferiore al valore nominale. Dunque, seppure le monete a minor contenuto argenteo fossero le meno gradite alla popolazione, pure non faceva molta differenza. Ulteriori parziali spiegazioni si possono desumere dalla relazione di Zecca qui scaricabile (molto interessante)!3 punti
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Una cartolina di auguri per il Capodanno scritta 1900 anni fa sul legno. I legionari in 500 tavolette di betulla. Perché sono leggibili The Vindolanda Trust affida a un messaggio antico il compito di diffondere gli auguri per il 2024, in occasione del giorno di Capodanno. “Questo messaggio di Capodanno ha più di 1900 anni. – dice la direzione del parco archeologico romano – Fa parte del notevole archivio di tavolette da scrittura (sottili pezzi di legno scritti con inchiostro, simili ad una cartolina) scoperti a Roman Vindolanda. Il frammento è di una lettera di Ostilio Flaviano a Flavio Cerialis, ufficiale comandante della IX Coorte dei Batavi che erano di stanza a Vindolanda intorno al 97-105. Augura a Cerialis “un fortunato e felice anno nuovo”. Gli auguri per il 2024 diffusi da Vindolanda trust, con l’immagine della tavoletta del 97-105 a.C. @ Vindolanda trust Vindolanda era un forte delle truppe ausiliarie costruito dai Romani in Britannia su disposizione di Gneo Giulio Agricola nel 79 d.C., subito dopo la conquista della Britannia settentrionale. Situato a circa due chilometri dalla sezione meglio conservata del Vallo di Adriano, nella regione della Northumbria, il forte aveva principalmente il compito di sorvegliare la Stanegate, una strada che collegava il Tyne al Solway Firth. Le prove provenienti dagli scavi archeologici indicano che il forte fu soggetto a molteplici ricostruzioni nel corso del tempo. I reperti rinvenuti includono tavolette scritte in antico corsivo romano, fornendo interessanti dettagli sulla vita delle guarnigioni nelle zone di confine. Gli scavi archeologici in questo sito ebbero inizio negli anni trenta del XX secolo. Veduta aerea dei resti del forte romano di Vindolanda, nell’Inghilterra settentrionale. @ Vindolanda Trust I Batavi – al cui comandante fu inviata una lettera di auguri, costituivano una tribù germanica, secondo quanto riportato da Tacito, e erano affiliati al popolo dei Catti. Risiedevano nella regione corrispondente all’attuale Paesi Bassi, nell’area del delta del Reno. Nel De bello Gallico di Gaio Giulio Cesare, viene menzionato che erano insediati su un’isola formata dall’incontro dei fiumi Mosa e Waal. Originariamente alleati dei Romani, i Batavi successivamente si unirono all’Impero romano, ottenendo l’esenzione dal pagamento di tributi. La loro unica responsabilità consisteva nel servire nell’esercito romano. La loro abilità distintiva nel combattimento a cavallo li rese così rinomati che, durante l’epoca di Caligola, costituirono un significativo contingente di truppe ausiliarie. Le tavole di Vindolanda costituiscono una vasta collezione di reperti archeologici rinvenuti nel sito dell’omonimo forte romano, situato nelle vicinanze del Vallo di Adriano nell’Inghilterra settentrionale. Questi reperti consistono in sottili tavolette di legno su cui venivano annotati con inchiostro testi di documenti ufficiali e privati durante il I e II secolo. Attualmente, sono in buona parte custodite presso il British Museum. Altre sono negli spazi espositivi del forte romano. Realizzate con legno di betulla, ontano e querce di origine locale, le tavole di Vindolanda si differenziano dalle tavole cerate, un altro tipo di supporto per la scrittura utilizzato nella Britannia romana, che venivano importate e fabbricate con legno non autoctono. Le tavole presentano uno spessore variabile tra 0,25 e 3 mm, con dimensioni di circa 20 × 8 cm. Venivano incise al centro e piegate in modo da formare diptici su cui si poteva scrivere utilizzando un inchiostro composto da acqua, carbone e gomma arabica. Nel corso degli anni ’70 e ’80 sono state rinvenute quasi 500 tavole. E’ stato l’uso di gomma arabica a conservarle nel tempo. Come la vernice finale di un quadro, la gomma arabica ha isolato la superficie scritta dagli agenti esterni. Originariamente, grazie a questa vernicetta disciolta nei calamai, la scrittura doveva apparire – come è possibile osservare dopo i restauri – di un nero intenso brillante. Tavoletta 343: lettera di Octavius a Candidus relativa a una fornitura di grano, pelli e tendini @ Michel Wal Wikimedia commons La scoperta delle tavolette avvenne nel marzo del 1973. Inizialmente si pensò che i biglietti lignei fossero scarti di lavorazione del legno. Tuttavia, un archeologo le trovò incollate insieme, le separò e rivelò un testo al loro interno. Nonostante l’ossidazione del legno le avesse rese nere e illeggibili, furono sottoposte a un’analisi fotografica multispettrale condotta da Alison Rutherford dell’Istituto di Medicina dell’Università di Newcastle. Le foto all’infrarosso rivelarono la scrittura agli studiosi, anche se inizialmente la grafia risultò illeggibile. Alan Bowman dell’Università di Manchester e David Thomas dell’Università di Durham studiarono la grafia corsiva, precedentemente sconosciuta, riuscendo alla fine a produrre delle trascrizioni. https://stilearte.it/una-cartolina-di-auguri-per-il-capodanno-scritta-1900-anni-fa-sul-legno-i-legionari-in-500-tavolette-di-betulla-perche-sono-leggibili/2 punti
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Complimenti a tutti Un mio premio speciale per la moneta che mi ha colpito più di tutte! con quei crateri quel 100 lire del 1957 non poteva che essere un asteroide! Immagine del rovescio elaborata a sfera rotante. e del diritto2 punti
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IL MUSEO DEGLI ORRORI 2023 1° CLASSIFICATO CATEGORIA - ORRORI ARTEFATTI/RESTAURATI IL MUSEO DEGLI ORRORI 2023 1° CLASSIFICATO CATEGORIA - ORRORI DEL TEMPO CHE FU2 punti
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Ciao Roberto @rcamil, buon anno a te e a tutti gli amici del forum! Complimenti per questo particolare testone e per la discussione che hai aperto. Pezzo davvero particolare. L'elevata conservazione consente effettivamente di identificare la moneta d'origine. Ho visto tra l'altro che la casa d'aste nella didascalia a descrizione del pezzo segnalava la ribattuta. Ho provato a cercare su acsearch testoni di Clemente XII con analoga particolarità, ma non ne ho trovati! Bellissimo documento vivo e testimonianza diretta di come andavano le cose in zecca a Roma in quegli anni tumultuosi di riforme monetarie. Michele2 punti
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Dai documenti risultano informazioni rilevanti sulle vicende di questa particolari monete. Infatti, nei numerosi verbali di polizia risulta il sequestro di piastre e mezze piastre (e non solo) che già allora si sospettava che provenissero dalla Sicilia. Nei documemti possiamo leggere nomi, cognomi, professioni e circostanze nelle quali furono sequestrate le monete "sfregiate" e il destino dei detentori delle stesse: arrestati o lasciati liberi. Come oggi, la polizia cercava di ricostruire i passaggi della moneta ma con risultati deludenti; la maggior parte di esse furono confiscate in Calabria. Come scrive giustamente Pietro, il re era a conoscenza delle contromarche, tant'è vero che ne dispose il loro sequestro rinviandole in zecca.2 punti
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Per festeggiare vorrei ripartire da questa mia monetina un po’ mal messa per il nuovo anno.. 1 Quattrino 1796 Granducato di Toscana2 punti
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Buon Anno a Tutti, integro il documento postato da @LOBU sulle monete suberate con altri 2 scritti. Il primo è un riassunto di uno studio del Bernareggi, riferito alla monetazione romana, ma estendibile anche alla falsificazione delle monete moderne. Il secondo è un capitolo tratto da U. MANNUCCI "La moneta e la falsa monetazione" Ed.Hoepli 1908 Saluti a Tutti, Beppe2 punti
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Un proiettile firmato Giulio Cesare trovato in campagna. Archeologi come detective verso l'”arma fumante”. Cosa racconta il piombo Un antico proiettile di piombo “firmato” Giulio Cesare e trovato recentemente in un campo agricolo spagnolo ha permesso di arricchire il complesso scacchiere delle alleanze municipali durante la guerra civile che portò al potere definitivamente il generale che aveva sottomesso la Gallia. Il proiettile ha la forma di una ghianda, con estremità appuntite, misura 4,5 centimetri di lunghezza , 2 di larghezza e 1,7 di altezza. Pesa 71,1 grammi. La scoperta e lo studio del proiettile sono stati presentati, nel corso di una conferenza stampa, nelle ore scorse dal Comune di Baena, in Andalusia. Perchè a Baena? Perchè sul proiettile, associato al nome di Giulio Cesare, c’è il nome di Ipsca, una città romana che sorgeva in quello che l’attuale territorio di Baena. La ghianda di piombo è stata trovata a 19 chilometri da Baena, nelle campagne di Montilla, un comune spagnolo di circa 23mila abitanti, collocato nella comunità autonoma dell’Andalusia. La cittadina è situata ad un’altezza media di 372 metri sul livello del mare e a 49 chilometri da Cordova. Nelle sue campagne probabilmente avvenne il terribile scontro finale della guerra civile – la battaglia di Munda – che portò qui Giulio Cesare contro i figli di Pompeo, nel 45 a.C. A questa battaglia immane parteciparono anche forze militari municipali, che si schierarono dall’una o dall’altra parte. Il proiettile ritrovato reca – associati – il nome di una città spagnola dell’epoca – Ipsca – e quello – abbreviato – di Giulio Cesare. Un proiettile che ha aperto le porte a nuove scoperte, alla conoscenza di nuove alleanze e che rafforza l’ipotesi relativa al luogo in cui avvenne lo scontro finale tra Cesare e i figli di Pompeo, in quella fatidica primavera del 45 a.C. Questa scoperta è stata possibile grazie allo studio approfondito del proiettile condotto da Javier Moralejo e Jesúss Robles dell’Università Autonoma di Madrid, insieme a Antonio Moreno del Museo Archeologico di Cabra e José Antonio Morena del Museo Histórico di Baena. Il loro lavoro è stato ora pubblicato sulla rivista scientifica Zephyrus dell’Università di Salamanca. Il proiettile, unico nella sua categoria, presenta un’iscrizione che menziona la città di Ipsca (IPSCA) e rappresenta il primo esempio di un reperto che associa direttamente il nome di Giulio Cesare con la sigla “CAES(AR)” con quello di una città alleata. Proiettili di piombo? Sì erano usati dai frombolieri, tiratori con fionde che arrivavano a lanci di grande precisione contro il nemico. Un manipolo di frombolieri consentiva il “mitragliamento” degli avversari. I frombolieri – che erano aggregati ai fanti – fungevano anche da tiratori scelti. I proiettili utilizzati dagli antichi romani hanno una forma biconica e sono simili ai piombi da fondo usati oggi nella pesca sportiva. La forma aerodinamica e il bilanciamento in aria consentivano al colpo di coprire, in forza, distanze ragguardevoli, di arrivare sul bersaglio molto spesso di punta e di penetrare nel corpo del nemico. Venivano prodotti colando piombo fuso entro forme di ceramica che portavano il nome della legione dalla quale sarebbero stati utilizzati. Nel caso del proiettile spagnolo appare invece il nome di una città spagnola, Ipsca, associato all’abbreviazione del nome di Cesare. Ciò significa che la municipalità di Ipsca aveva compiuto una precisa scelta di campo, schierandosi apertamente, durante la guerra civile, con il grande generale contro Pompeo Magno, Cneo e Sesto. Certamente Ipsca produsse munizioni per Cesare, suggellando sul piombo un’alleanza indissolubile. Si trattava di una vera e propria sponsorizzazione, cioè di una forte condivisione della causa. Ipsca sposò la causa di Cesare. Probabilmente il municipio mandò anche propri uomini a rafforzare l’esercito dei cesariani in vista dello scontro di Munda, presso l’attuale Montilla, territorio nel quale è stato trovato il proiettile. Ipsca sorgeva- come abbiamo detto – a una ventina di chilometri da Munda e dal luogo della battaglia. La guerra civile romana del 49-45 a.C., che vide il conflitto tra Cesare e Pompeo, fu caratterizzata da una serie di scontri sia politici che militari. Gaio Giulio Cesare e i suoi sostenitori si erano trovati di fronte alla fazione tradizionalista e conservatrice del Senato romano, nota come gli Ottimati. Quest’ultima era guidata da figure di spicco come Gneo Pompeo Magno, Marco Porcio Catone Uticense e Quinto Cecilio Metello Pio Scipione Nasica. Sul finire del 46 a.C. Cesare fu costretto a recarsi in Spagna, dove i pompeiani si erano ancora una volta riorganizzati sotto il comando dei superstiti della guerra d’Africa, i due figli di Pompeo, Gneo il Giovane e Sesto, e Tito Labieno. Si trattò della più difficile e sanguinosa di tutte le campagne della lunga guerra civile, dove l’abituale clemenza lasciò il passo a efferate crudeltà da ambo le parti. La guerra si concluse con la battaglia di Munda, nell’aprile del 45 a.C., dove Cesare affrontò finalmente i suoi avversari sul campo, e li sconfisse irreparabilmente. Si trattò, comunque, della più pericolosa delle battaglie combattute da Cesare, che arrivò persino a disperare della vittoria e a pensare di darsi la morte. Ipsca, situata sul Cerro de la Aldea vicino alla fattoria di Izcar, nei pressi di Baena, si trova a 9 km a sud in linea retta da Torreparedones. Le informazioni dettagliate sulle attività belliche si ricavano principalmente dal Bellum Hispaniense, il quale rivela che la campagna Cordobese è stata teatro di intense lotte, coinvolgendo città come Ategua, Ucubi, Ulia, Soricaria e molte altre. L’importanza di questa scoperta risiede nel fatto che fornisce dettagli aggiuntivi non presenti nelle fonti antiche, come il Bellum Hispaniense. Ipsca, precedentemente assente da questo libro di storia, emerge come una città che ha sostenuto attivamente Giulio Cesare durante la guerra, insieme ad altre città come Obulco (Porcuna) o Ulia (Montemayor), contribuendo non solo con munizioni ma forse anche con l’invio di contingenti militari. In questo modo, l’archeologia continua a fornire informazioni cruciali che arricchiscono la nostra comprensione del passato e della complessità delle antiche alleanze e conflitti. https://stilearte.it/un-proiettile-firmato-giulio-cesare-trovato-in-campagna-archeologi-come-detective-verso-larma-fumante/1 punto
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Salve e buon anno anche a te, e soprattutto complimenti perché direi proprio che ci hai preso! Ho trovato questa discussione a cui si fa riferimento a tre varianti, e sembra che la mia assomigli molto alla secondo nominata nella discussione, ma effettivamente sembra avere qualche differenza... Intanto grazie per averla identificata.1 punto
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Il bolognino è stata una tipologia di moneta diffusa nell'Italia centro settentrionale. C'è anche un bolognino emesso per Cremona, durante la signoria di Cabrino Fondulo, tra il 1406 ed il 1420. Monetazione autonoma significa che è stata emessa da una delle città italiane senza essere assoggettata ad un signore o un sovrano, infatti è anonima, cioè che riporta semplicemente i riferimenti della città. Allego le immagini di un bolognino grosso, di scarsa conservazione. Il peso è di 0,94 g e si tratta di un'emissione del Comune di Bologna. Si tratta di un emissione autonoma, cioè della città di Bologna in forma di repubblica, e anonima. Infatti su una delle due facce è riportato il nome dell'imperatore che aveva concesso il diritto di zecca "HENRICVS" e, in campo, entro cerchio rigato, le lettere I P R T in forma di croce. Sull'altra faccia è indicato il nome BONONI e, al centro, una grande A, circondata da quattro punti. Saluti Federico1 punto
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Buonasera e Buon Anno Nuovo. Chiedo cortesemente lumi Su questa moneta Diam max 20mm Mistura. Grazie a chi vorrà intervenire.1 punto
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Al dritto traiano ed al rovescio sembra Marte andante https://numismatics.org/ocre/results?q=portrait_facet%3A"Traiano" AND deity_facet%3A"Mars"&start=201 punto
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Una foto più ravvicinata e con una lucve che permetta la lettura della scritta sulla prora di nave al rovescio aiuterebbe. Utilizzando un'image enhancement in photoshop parrebbe di leggere MFABRI, pertanto: GENS FABRINIA, M. Fabrini, QUADRANTE, Emissione: 132 a.C., Zecca di Roma, Rif. bibl. Craw., 251/3 dovrebbe trattarsi di un quadrante (tre pallini)1 punto
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Grazie @Gordonacci, tutte le informazioni sono importanti per capire meglio la storia della medaglia. Grazie ancora.1 punto
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Esergo è un termine specialistico, proprio della numismatica, che ha poi esteso, in epoca recente, il suo significato anche nell’ambito dell’editoria. Dal punto di vista etimologico si tratta di un neologismo greco-latino, arrivato in italiano dal latino moderno exergum (con plurale exerga che ritroveremo) attraverso il francese esergue; all’origine c’è il sostantivo greco érgon ‘opera’ composto con il prefisso ex- ‘fuori’, quindi con il significato letterale di ‘fuori dell’opera’ a indicare lo spazio che sta fuori dal disegno della moneta. In effetti il significato primario di esergo è proprio quello di ‘spazio delle monete o delle medaglie in cui è incisa la data, il nome della zecca, il valore o un motto’. Una parola quindi molto antica (in francese è attestata fin dal Trecento), arrivata, o almeno attestata, in italiano da metà Settecento (1744 secondo il GRADIT) e, probabilmente per la sua tecnicità e quindi la diffusione molto limitata e certamente non letteraria, registrata dai dizionari storici solo nella seconda metà nell’Ottocento, nella quinta Crusca, nel Tommaseo e poi nel GDLI, sempre però soltanto con questa accezione. https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/lesergo-dalla-numismatica-alleditoria-significato-forme-e-usi/9221 punto
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No, se provi a fare una veloce ricerca vedrai che ne puoi trovare diversi (Ancona, Macerata, Roma, tanto per citarne alcuni)1 punto
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Difetto ? Difetto ? Difetto ? Mah... ...non credo proprio di averne... ...forse forse la modestia e l'umiltà, se vogliamo fare i pignoli... Bhè se conti questi due allora dovrei darti ragione....1 punto
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Mi permetto di postare anche il mio antoniniano di questa interessante imperatrice di cui si conosce pochissimo...........colgo l'occasione per augurare buon anno 2024 !!!1 punto
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grazie, davvero superba, poi queste monete sono fra le più belle in assoluto1 punto
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Sembra originale, ma veramente messa male. Anche la firma LAVY è deturpata e consumata Vale il peso in argento1 punto
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Buongiorno, pensavo ai rischi che hanno corso le persone che hanno conservato queste monete sottraendole al crogiuolo. Correndo questi rischi hanno fatto sì che giungesse qualche esemplare nelle nostre mani. Ho avuto la fortuna di tenere in mano l'esemplare di @Rocco68 oltre ad ammirare e toccare la sua immensa collezione. Allora pensai alla deturpazione della moneta, allo sfregio storico, ma oggi leggendo questo ultimo post (mi erano sfuggite le considerazioni di Pietro al quale va la mia ammirazione) ho avuto la possibilità di arricchire ancor di più il valore storico che attribuisco a queste monete. Saluti Alberto1 punto
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La tua moneta mi piace, soprattutto sul dritto dove si apprezza bene l'effigie di Augusto. Un Augusto qui più realistico rispetto alla ritrattistica tradizionale che lo voleva sempre giovane e bello. La legenda PROVIDENT credo alluda proprio alla Providentia. Questa era intesa con due significati: - come capacità di "pre-vedere", ovvero di anticipare il futuro, di guardare avanti con lungimiranza e quindi di tracciare positivamente il destino dell'impero. Questa era tipica degli dei, la PROVIDENTIA DEORVM - come capacità di "provvedere" alla sicurezza ed al benessere dell'impero. Questa era tipica dell'imperatore, LA PROVIDENTIA AVGVSTI Qui , in questa moneta di consacrazione, le due concezioni di Providentia si fondono nella figura divinizzata di Augusto. Ciao. Stilicho1 punto
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sesino di Milano emesso a nome di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano. Tipologia descritta nella seconda riga, contrassegnata con il n°3, del collegamento che segue: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-DMVSC/6 Mario1 punto
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Complimenti a tutti per gli orrori, e agli organizzatori di questa fantastica esposizione! Buon Anno nuovo a tutti!1 punto
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Ciao,non sono esperto di questa tipologia ma non mi sembra abbia nulla che mi faccia pensare ad un falso...1 punto
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Veramente molto bella .... per augurare un buon fine anno ed un felice e sereno anno nuovo a tutti🎆🎉🎊1 punto
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A Norimberga sono stati coniati da Lauer gettoni con lo stesso rovescio e immagini di vari sovrani al diritto. Qui puoi trovare le schede di gettoni di conto di altro tipo coniati a Norimberga sia da Lauer sia da altri incisori, come pure gettoni di conto coniati in città di altre nazioni. https://www.complianceturin.it/ftp/gettonineisecoli/14_CONTO.pdf apollonia1 punto
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ok, va bene tutto, ma ad un certo punto lascio a voi ligi alle regole assurde, attenervi alle nuove regole... sarebbe davvero da stupidi farsi tassare al 26% sull'intera somma, così come farsi registrare eventuali operazioni di vendita, di cui non si ha documento di acquisto. Ok rispettare la Legge, ma quando è palesemente sbagliata (la tassazione è sul guadagno non sul capitale da che mondo e mondo) e forse incostituzionale, occorre rispettare anche i propri diritti di cittadino. Alla faccia della sburocratizzazione, andiamo sempre più incontro a cavilli, modifiche ecc ... me lo sarei aspettato da un altro tipo di coalizione, ma questa proprio no. il commerciante che ha acquistato senza documentazione, è in grado benissimo di rivendere senza documentazione. bisogna vedere cosa faranno i commercianti d'ora in poi... acquisteranno ancora senza registrare?1 punto
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In effetti sono difficili da reperire, all'atto pratico più rari di quanto indichino i cataloghi, probabilmente per via delle tirature assai piccole rispetto alle coniazioni del "primo tipo", e questo vale per tutti gli argenti, sia scudi che mezzi che 30 e 20 baiocchi. In collezione ne ho solo uno di ciascuno, 50 baiocchi 1845-XV : e 30 baiocchi 1846-XVI : Ciao, RCAMIL.1 punto
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Ammazza che perizia😁 Certo che con le monete ci facevano di tutto,non solo pagare🤣 Avete ancora tempo fino le 22.00 di questa sera....dopo di che,premi alla mano, il "premiologo" (🤣) @nikita_ vi premierà appunto con le.sue grandi creazioni. Una è questa,stupenda...e me la tengo stretta😀1 punto
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Buon ultimo giorno dell’anno a tutti ! Visto che sono ancora in tempo per le candidature ecco la mia: A me pare proprio un triste sfregio! Da notare come la moneta pare avere ancora il lustro ed anche i rilievi sono ben conservati. Quel buco (cosa lo ha provocato non riesco a capirlo… potrebbe mai essere un colpo di arma da fuoco? La moneta l’ho trovata poco fa in un vecchio mobile di famiglia) sfregia una moneta che sarebbe stata carina a vedersi. 5 Franchi 1945, assente il segno di zecca quindi dovrebbe essere Zecca di Parigi, Governo provvisorio (1944-1947).1 punto
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quelle non mi servono: la risposta so di averla solo che non so dove sia! ======================== Mi sa che devo chiedere a mia suocera, forse queste tendine le ho viste da lei in cucina 😁 ======================== scherzi a parte, qua forse ci vorrebbe @Corbiniano! Njk1 punto
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In quanti pagavano le tasse fino ad ora? Penso che una sorta di tassazione già ci fosse.. secondo me a fine anno i soldi raccolti dallo stato non saranno tanti..1 punto
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Alessandro Giudici è il creatore di un piccolo cioccobiscotto a forma di tallero, il tallero di Maria Teresa, e ispirato alla scultura urbana della quale tanto si parla a Trieste. Dolce q.b. come il cioccolato e salato q.b. come il fior di sale di Pirano. Morbido q.b.come il gianduja e croccante q.b. come un biscottino: 23 grammi di puro piacere, così lo descrive il suo creatore da Campoformido nella sua Aula Lab delle Officine Meditandum.1 punto
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Ecco, direttamente dall'album "dei rottami" un 50 Centesimi 1863 M. Che partecipate a fare? Tanto vinco io...1 punto
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