Vai al contenuto

Classifica

  1. Pxacaesar

    Pxacaesar

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      3571


  2. Litra68

    Litra68

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      4131


  3. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      24096


  4. Releo

    Releo

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      1539


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/14/24 in Risposte

  1. Salve. Condivido una piastra 120 grana del 1840. Dovrebbe trattarsi della variante " effige diversa ", catalogata dal Magliocca al numero 547 di pagina 344 (R3). Il Magliocca riporta:" ...è un tipo dissimile da quelle successive; Ferdinando II ha il collo inciso come i 30 Ducati catalogati al numero 482 e numero 484; forma del collo che ritroveremo anche nel 10 tornesi del 1839 catalogati al numero 674 e del 1840 al numero 675". Mi dispiace per le foto che presentano delle pecche, causa bustina della perizia. Un caro saluto.
    5 punti
  2. PRIMO CAPITOLO: L'ascesa al Trono e la c.d. Epoca giolittiana; (post #10) SECONDO CAPITOLO: La Prima guerra mondiale; (post #84) TERZO CAPITOLO: Dalla fine della Prima guerra mondiale all'avvento del Fascismo; (post #151) QUARTO CAPITOLO: L’avvento del Fascismo e la c.d. Marcia su Roma (1922). (post#223) *** *** *** QUINTO CAPITOLO: La crisi del 1924 Buonasera a tutti. Ripartiamo dopo un lasso di tempo fin troppo lungo con la nostra discussione. Nel post # 223 avevamo affrontato le cause della Marcia su Roma e le conseguenze immediate di quest’ultima. Possiamo riannodare il filo del discorso affermando che la politica governativa per tutto il 1923 fu rivolta a dare credibilità e stabilità alle istituzioni. Tra altre cose, venne approvata dal Parlamento e promulgata la Legge elettorale poi conosciuta come “Legge Acerbo”. Obiettivo primario della norma era quello di correggere le storture del sistema proporzionale, applicato nel 1919, che avevano reso impossibile la costituzione di alcuna solida maggioranza con le conseguenze già accennate nei precedenti interventi. La lista governativa - composta dal Partito Fascista e dai suoi alleati - ebbe nelle successive elezioni dell'aprile 1924 il 60% dei voti. Fino quasi alla metà del 1924, dunque, neppure il critico più malevolo avrebbe potuto affermare che il Re aveva preso una decisione avventata o dannosa nell’ottobre del 1922. Prova ne sia che non vi è traccia nelle pubblicazioni di maggior prestigio del periodo di alcuna censura all’operato di Vittorio Emanuele III. Nel giugno 1924 avvenne l’omicidio del Deputato socialista Giacomo Matteotti, i cui moventi sono state oggetto di numerose indagini storiche alle quali si rimanda. I partiti di opposizione chiesero le dimissioni di Mussolini, affermando con forza una responsabilità di uomini legati al Partito Fascista, il quale – si badi bene – in quel momento non era maggioranza alla Camera, avendo 227 Deputati iscritti su un totale di 535. Purtroppo, l’opposizione non diede battaglia nelle aule parlamentari (come auspicato anche da un “esperto” di manovre parlamentari come Giolitti e dal leader socialista Turati) ma presero la decisione sciagurata di disertare la Camera e dare vita alla c.d. “scissione aventiniana”. In parole povere, liberali, popolari e socialisti rinunciarono a far cadere il Governo Mussolini attraverso il voto di sfiducia parlamentare e, non brillando per coraggio, si limitarono alla sterile protesta aventiniana e all’invocazione dell’intervento Sovrano. Come avrebbe potuto il Re sostituirsi alla Magistratura nell’attribuire a taluno un delitto? Come avrebbe potuto il Re sostituirsi al Parlamento liquidando un Governo che era stato legittimamente insediato con il voto del Parlamento stesso, dopo le elezioni dell’aprile 1924? Curioso notare che le correnti che in altri tempi avevano accusato Umberto I di esercitare un'azione diretta sugli organi dello Stato, ora chiedevano a Vittorio Emanuele III un gesto di forza contro i poteri costituiti. Ecco che l’insipienza e la viltà di molti hanno finito per pesare sulle spalle del Sovrano, anche in questo caso accusato di ogni malefatta benché, come abbiamo visto, poco o nulla Egli poté fare. Nel prossimo intervento tratteremo del consolidamento del Regime. Un saluto cordiale e a presto.
    5 punti
  3. Salve a tutti condivido oggi il mio regalo di Natale 2023 (auto regalo ovviamente 🙄), un mezzo scudo di grande rarità che cercavo, invano, da molto tempo, in qualsiasi qualità da BB in su. Questo esemplare, offerto nel listino Numismatica Alex n. 39, e successivamente da me trattato privatamente, con una soddisfacente trattativa finale anche se serrata, è corredato da un cartellino di Franco Grigoli che la classifica qSPL/SPL. Probabilmente la valutazione è lievemente generosa, secondo me volendo essere prudenti forse è più correttamente un BB+/qSPL per quanto riguarda i rilievi, in particolare i capelli. Tuttavia il pezzo presenta una bella patina di gradevole e omogenea colorazione riposata di antica raccolta e non ha colpi o graffi e qui francamente puntare al qFDC o al FDC è un’impresa abbastanza ardua, diciamo quasi impossibile pur avendone le possibilità. Si posiziona con molta dignità in collezione accanto al 1814, che invece è FDC pieno, ma questo millesimo è tutta un’altra storia. Il rapporto di reperibilità tra i due millesimi è almeno di 1 a 30 se non più alto. Il buco nel raccoglitore di Vittorio Emanuele I, l’ultimo rimasto, stava veramente facendo le ragnatele😉, di conseguenza non potevo proprio lasciarmela sfuggire, mancando in numerose collezioni specializzate, anche avanzate. A detta del proprietario e’ rimasta nella stessa collezione, ora dispersa causa eredità, per oltre cinquant’anni. La patina sembra avvalorare questa affermazione. Grazie e buona settimana a tutti
    4 punti
  4. Reggio antica, era chiamata dai greci “Reghion”, nome che scrivevano in greco calcidese “Recion”. La fondazione di Reggio, come città stato e colonia magno greca, è antichissima e risale ad oltre 2700 anni fa. Il culto dell’acqua era molto diffuso. L’acqua è un elemento essenziale per l’uomo e la sua sopravvivenza, e Reggio ne era ricca e lo è tutt’oggi. Tanto è vero che in passato vi erano anche numerosi edifici termali, dove gli antichi romani si facevano i bagni. Su Reggio insistono anche numerosi corsi d’acqua, ormai incanalati o coperti. Il fiume principale, chiamato Calopinace, che ora scorre a sud della stazione centrale, scorreva in passato nei pressi della villa comunale, all’altezza dell’odierna via Lemos. E fu deviato per consentire la costruzione di un forte, il Castelnuovo, nel cinquecento. A testimonianza per gli antichi reggini della loro devozione ed importanza delle divinità fluviali, fu coniata la prima moneta. In essa è presente un animale ibrido, cioè con il corpo e le corna di toro ed il viso di un uomo barbuto. La prima moneta di Reggio, che passo ora a descrivervi, verosimilmente fu coniata alla fine del VI secolo avanti Cristo, e si trova oggi custodita in un ricco museo francese a Parigi. In essa è infatti raffigurato questo toro con viso umano, che è una divinità fluviale, (probabilmente riconducibile al corso d'acqua reggino del Calopinace, chiamato anche in passato Taurocinio), è in argento, pesa 5,69 grammi, è una “dracma”. Da un lato è in rilievo, dall’altro è incusa, cioè incavata nel metallo. Si vede bene in essa questo toro con viso umano, detto “Acheloo” inginocchiato. Sotto il toro vi è la scritta “Recinon” retrograda. Tale tipo di iconografia era molto in voga alla fine del VI secolo ed in seguito. E fa riferimento ad Eracle, il cui nome deriva dal greco (gloria di era) e poi divenne Ercole per i romani. E’ ovviamente un eroe leggendario, un eroe della mitologia greca. Assieme alla raffigurazione presente nella moneta di Reggio antica, vi sono molte altre raffigurazioni dello stesso personaggio mitico, in vasi greci dipinti, in altre monete o in altari per uso domestico, che noi chiamiamo “arule”. Vi mostro, in una foto che ho scattato al museo di Reggio uno di questi altarini in argilla, che proviene da Locri e la cui immagine di Acheloo è tra le migliori sovrapponibili, come feci notare in un altro mio studio, risalente a molti anni fa. Coincidono anche le costole. Sopra il toro inginocchiato della moneta di Reggio si trova una faretra, che nella iconografia intera della scena è appesa ad un albero assieme all’arco ed a un nodoso randello, tipico della figura di Eracle. L’intera scena, con Eracle che combatte il toro inginocchiato e la faretra appesa all’albero, è visibile chiaramente in un vaso greco che appartiene allo stesso periodo in cui venne coniata la prima moneta di Reggio, che vi mostro qui in foto, il vaso a vernice nera è datato 510 a.C. quindi coevo alla dracma incusa, e si trova ora conservato in un museo a Monaco di Baviera. Di tale dracma ne é noto un secondo esemplare, apparso in un catalogo di una vendita Vecchi, avvenuta a Londra il 5 marzo 1997, precisamente un frammento, con la variante dell’etnico sotto la linea di esergo in RECION retrogrado, anziché Recinon. Ho trovato proprio qui su La moneta, una discussione che associa, erroneamente, la dracma incusa reggina ad un Hektè in elettro di Focea con la cicala di IV secolo a.C. che ovviamente non ha niente a che vedere nè cronologicamente nè iconograficamente con la dracma reggina, che raffigura Acheloo con faretra ed è di fine VI sec. a.C. C’è chi vi vede sopra il toro delle locuste, delle cicale o delle larve di cicala, opinioni che io deontologicamente rispetto da studioso, ma al tempo stesso sono assolutamente prive di ogni validità scientifica dimostrata, ed iconograficamente le reputo fantasiose, poiché non riesco a trovare nessun reperto archeologico che raffiguri uno di questi animali sopra il toro inginocchiato, cioè sopra Acheloo. Quindi non posso attribuire un criterio scientifico di validità a tali opinioni. Che sono, come tante, interpretazioni personali di fatti non certi o indubitabilmente dimostrabili, a cui l’archeologia e la numismatica deve sottostare. Ci sono curiose interpretazioni, poiché nessuna raffigurazione su monete, vasi, oggetti fittili o altro mostra Acheloo ed Eracle con una cicala sul dorso del toro, nessuna, almeno a me pare sino a provare il contrario. Ho letto quando venne pubblicato un contributo di una vecchia mostra detta "D.R.A.C.M.A." sui quaderni ticinesi, che cerca di provare che l’arco e la faretra siano una pupa di cicala, ma a corredo di quel saggio , non trovo riscontri iconografici tra Acheloo e le cicale ed Eracle. E quando si volesse provare che Rhegion emise quella dracma per finanziare una guerra contro Locri, guerra che poi effettivamente perse, non reggerebbe l’esempio in quanto una pupa di cicala sarebbe segno di sconfitta e non di vittoria. Ed a quella interpretazione se ne aggiungono altre, che ripeto ho evitato di citare tutte nei limiti del mio post. Molte e altrettanto secondo me fantasiose, che vogliono spesso le monete di Reggio coniate per finanziare guerre, come se non ci fossero altri motivi per coniare monete, in una città ricca di importanti traffici, quale Rhegion di VI sec. a.C. era. E questo è un motivo in più per conoscerne la sua incredibile ed interessante storia trimillenaria. Sicuramente la dracma incusa con toro androprosopo inginocchiato a sinistra e faretra ed arco sopra la schiena del toro, suscita interesse, iconograficamente parlando, e lo ha suscitato anche in passato tanto che venne riprodotta, quindi falsa, ed acquistata dal vecchio museo civico di Reggio ed esposta in una delle sue vetrine nel 1895, del peso pensate un po’ di gr 10. Se esaminate un vecchio libro di numismatica reggina, che si chiama "Rhegium Chalcidense" di Pietro Larizza la troverete descritta dall'autore nel suo libro del 1905. Il numismatico reggino la illustra al n. 1 delle sue tavole fotografiche. La stessa moneta però scompare, quando al vecchio museo civico di Reggio si accorgono che era un falso, ed infatti nell'edizione successiva dedicata alle monete bruzie del Larizza sparisce tra le foto illustrate nelle tavole. Io ebbi modo di consultare tutta la documentazione presente nei vecchi inventari ora custoditi all'Archivio del museo archeologico nazionale. Poi ci fu tutta una storia su quelle terribili monete e tetradrammi di Reggio " i famosi mostri di Rhegion". Ha scritto Salinas: “Decreto di Ministro non farà diventare numismatico chi non lo sia. Ricordo la serie di argento delle monete di Reggio esposte nel Museo di quella città (era il vecchio museo civico di Reggio poi confluito nel Museo archeologico n.d.r.),: una serie di mostri incredibili, che non avevano la menomissima affinità con monete antiche. Eppure quei mostri erano stati catalogati per cura del Governo e di ognuno ne era stato notato il luogo preciso del rinvenimento ed il peso. Ed eran pesi di 30 o 40 grammi che non rispondevano ad alcun sistema metrologico dell’antichità. (A. Salinas, La numismatica e le collezioni pubbliche italiane Roma 1913). Essendo questa discussione aperta di dimensioni limitate vi ho risparmiato tutte le divagazioni con termini e parole in greco, e di vari miti, che non avrebbero comunque aggiunto criteri scientifici a quanto vi ho detto. Chi volesse approfondire può leggersi gli importanti studi sulle arule greche della prof.ssa Barra Bagnasco, oltre ovviamente alla sterminata letteratura scientifica ed iconografica esistente attorno al tema di Eracle ed Acheloo. la moneta dell’antica Reggio si trova qui: https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb41833948t Il vaso con Acheloo lo trovate qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Herakles_bull_Staatliche_Antikensammlungen_1583.jpg lo studio di Barra Bagnasco qui: http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/ARCHEOLOGIA%20DELLE%20ACQUE/bagnasco.pdf e l’arula (altarino) di Locri in argilla che raffigura Eracle che combatte Acheloo con la faretra a sinistra della scena, che vi ho messo nella foto, la trovate al bellissimo Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria esposta e che vi consiglio di visitare. Ogni commento o osservazione su quanto avete letto, perché questo sito è frequentato oltre che da molti appassionati anche da competenti e validi studiosi di archeologia e numismatica, è gradito
    4 punti
  5. Buonasera a tutti, stasera propongo un Denario di Sabina. Un po' di note, Fonte Wikipedia Vibia Sabina (86 circa – 136-137) fu Augusta dell'Impero romano, moglie dell'imperatore Adriano. Fu la figlia di Salonina Matidia, nipote dell'imperatore Traiano,e di Lucio Vibio Sabino,un senatore di rango consolare.Sposò nel 100 circa Adriano, su richiesta dell'imperatrice Plotina, in vista di una possibile successione di Adriano a Traiano anche la madre di Sabina gradiva lo sposo, e gli permise di sposare la figlia. Nel 117, anno della successione del marito, ottenne il rango di Augusta. Si sposò quando doveva avere 14 anni, mentre Adriano dieci di più.Il matrimonio durò quasi quarant'anni. Era presente al fianco di Adriano quando questi visitò Atene nel 112 e quando divenne imperatore alla morte di Traiano (117-118), in Oriente. Seguì il marito nel viaggio del 121-122 in Germania superiore (Mogontiacum) e poi in Britannia, dove Adriano ordinò la costruzione del vallo omonimo. La troviamo ancora al fianco del marito durante un nuovo viaggio in Oriente, quando ne viene celebrata la presenza a Palmira attorno all'anno 129-130. Adriano concesse alla consorte titoli e onori. Le fece innalzare statue celebrative in tutti i luoghi dell'Impero che insieme visitarono.Famosa la visita ai Colossi di Memnone, in Egitto, nel novembre del 130. In quell'occasione la poetessa di corte Giulia Balbilla compose quattro epigrammi, che furono incisi sulla famosa "statua parlante" di Memnone. Il matrimonio non diede figli. Adriano si legò anche al giovane Antinoo,alla cui figura dedicò statue, templi e perfino una città in Egitto, dove il suo amato era morto affogato nel Nilo. Secondo la Vita Hadriani, all'interno dell'Historia Augusta, Adriano nel 122 destituì il prefetto del pretorio, Septicio Claro, il segretario personale dell'imperatore, lo storico Svetonio, e molti altri per aver trattato con troppa familiarità l'imperatrice.E avrebbe voluto allontanare la stessa Sabina - continua l'Historia Augusta - se non fosse stato trattenuto dal timore dello scandalo. Forse esisteva una tresca tra Septicio Claro e l'imperatrice. Sabina morì nel 136 o nel 137, prima di suo marito, per cause ignote.Alcune voci suggerirono che Adriano l'avesse avvelenata. Numerose sono le statue erette per celebrare Sabina, raffigurata con i capelli raccolti a treccia, rialzata in fronte con un nodo centrale o con una semplice pettinatura divisa in fronte e il tipico copricapo lunato; l'Augusta nelle monete coniate in suo onore viene associata all'effigie delle dee Concordia, Giunone Regina, Pudicizia o è raffigurata nell'apoteosi finale sull'aquila, perché, dopo morta, Sabina venne divinizzata. La villa nota come Villa Adriana a Tivoli era di sua proprietà, e l'imperatore Adriano vi trascorreva le estati, desideroso di stare lontano da Roma. Al suo interno si possono trovare i resti delle copie di ciò che di più bello l'imperatore aveva visto in Oriente, come le Cariatidi, il Canopo di Alessandria d'Egitto, l'Eretteo, l'Amazzone Efesina, mosaici famosissimi (come quello di Sosos di Pergamo). Classificazione della casa d'Aste. Sabina (Augusta, 128-136/7). AR Denarius (17,4mm, 3g). Rome, c. AD 128-136/7. Diademed, draped bust of Sabina right, seen from front, hair waved, rising into crest on top above diadem, knotted in queue, falling down back of neck. R/ Venus standing facing, head right, lifting dress in right hand, apple in left. RIC II 396. RIC II.3 2576. Saluti Alberto
    3 punti
  6. Io sono stato presente un paio d'ore venerdì pomeriggio e tutta la mattinata di sabato. Meno affluenza di venerdì ovviamente perché lavorativo mentre sabato verso le 11 si è avuto il picco, a mio avviso, di visitatori. Per me è stato un convegno piacevole per i vari amici rivisti, le chiacchiere ed anche un paio di acquisti per la mia collezione. Credo che da anni ci sia una costante riduzione del numero di commercianti di spicco e di monete interessanti sui banchi...come diceva anche un altro utente, rispetto anche solo a 5 anni fa ci sono parecchie defezioni importanti per motivi che abbiamo già elencato in altre discussioni e che non riprendo. Detto questo mi sono convinto a dover ricalibrare le mie aspettative sui convegni del futuro, perché questo settore è profondamente mutato in tutto ed è inutile aspettarsi un ritorno al passato. Quindi la priorità per me non saranno più le monete ma la convivialità, il ritrovare amici e veder le rispettive monete, confrontarsi e mangiare insieme a pranzo. Marco
    3 punti
  7. Ciao @Atexanosiccome mi sembra di aver capito che è un denario che hai acquistato da poco e che puoi restituire ti posto foto di un falso che ho trovato nel mio archivio ( sono appena tornato a casa) identico alla tua moneta. Stessi conii, stato di conservazione ed identico tondello. Sembrano esserci pochi dubbi. La tua moneta è una riproduzione ottenuta per fusione. ANTONIO
    3 punti
  8. E' vero, c'è tanta ignoranza, anch'io ho visto acquistare 500 lire caravelle strausate nei mercatini a 20/25 euro da qualche settantenne nostalgico: "quando ero bambino le ho usate!", e magari nella bancarella a qualche metro di distanza le vendevano a 5 euro Comunque gli è andata bene ed ha speso solo 50 euro per portare a casa il ricordino del 10 lire. Meno male che non ha voluto investire in questa! Nell'era di internet se sei capace di fare 2 clic di mouse per comprare online un 10 lire a 50 euro, vuol dire che si è capaci di farne 4 di clic ed effettuare una ricerca sullo stesso sito, e trovi questa inserzione di seguito, che con 4 euro e mezzo spedizione compresa te ne porti a casa 7 di 10 lire, che a volerla dire tutta sono pure tanti! te ne dovrebbero dare un chilo con quella cifra! Molti valutano le loro monete vedendo inserzioni online al prezzo più alto ed assurdo perchè è più eccitante: "il mio 100 lire usato del 1978 vale 1.500 euro! e c'è chi la vende anche a 12.000 euro!" Ma non riescono a vedere la stessa che viene proposta in vendita a un euro e mezzo? semplicemente questa vendita al ribasso la snobbano perchè non ha nulla di **magico** rispetto le assurde, e comunque, anche un euro e mezzo sono pur sempre troppi! In buona sostanza è verissimo che c'è tanta ignoranza, ma ci sono così tanti danarosi e senza cervello? nessuno comprerà quel 20 lire a 100.000 euro o tutte quelle citate nel link del primo post.
    2 punti
  9. Egregi, questo è un raro, forse unico caso di "Conservazione schrödingeriana". Secondo la teoria, la moneta è in uno stato di sovrapposizione: sia rovinata che intonsa, finché non si apre l'astuccio e si osserva la stessa. L'unica cosa che manca è il legame stretto con l'oggetto, in quanto la teoria di Schrödinger si applica fino ad oggi solo al mondo quantistico, non a quello macroscopico. Eventualmente si potrebbe spedire l'armadio sigillato, completo con il raccoglitore a Vienna al "The Erwin Schrödinger International Institute for Mathematics and Physics (ESI)" - https://www.esi.ac.at/ - forse loro possono dare una risposta più concreta. Servus, Njk
    2 punti
  10. In realta', "piccioni" fa poi rima con "e tanti bacioni". Riscatto sul finale, dai😁 Buona notte. Stilicho
    2 punti
  11. Di questi periodi, specie in campagna, è facile sentir frinire le cicale. Questi affascinanti insetti sono stati da sempre oggetto di attenzione da parte dell’uomo. Le troviamo infatti citate in favole, proverbi, canzoni ma anche raffigurate sulle monete antiche! (vedi in fondo all’articolo). A chi vuole conoscere più specificatamente le caratteristiche di questo misterioso insetto, consiglio la lettura dell’ articolo: (da www.greenme.it/animali/cicala-specie-caratteristiche/) La cicala fa parte della famiglia delle Cicadidae. Si tratta di un insetto in grado di produrre suoni musicali, e costituito da due paia di ali membranose, occhi composti prominenti e tre occhi semplici detti ocelli. Le cicale hanno una dimensione variabile, da media a grande, e compresa tra 2 e 5 cm (da 0,8 a 2 pollici). Scopriamo tutto su questi insetti simbolo dell’estate. Le cicale: cosa sono? Le cicale sono membri della famiglia Cicadoidea e si distinguono fisicamente per i loro corpi robusti, teste larghe, ali con membrana chiara e grandi occhi composti. Esistono nel mondo più di 3.000 specie di cicale, che rientrano all’incirca in due categorie: cicale annuali, che vengono avvistate ogni anno, cicale periodiche che trascorrono la maggior parte della loro vita sottoterra ed emergono solo una volta ogni decennio o due. Le cicale sono famose per la loro propensione a scomparire del tutto per molti anni, solo per riapparire in massa, a intervalli regolari. Nonostante il loro nome, le cicale annuali generalmente vivono da due a cinque anni, anche se alcune specie possono vivere più a lungo e i cicli di vita della covata si sovrappongono, il che significa che ogni estate emergono alcune cicale. Anche le cicale periodiche si presentano la maggior parte degli anni in diverse regioni geografiche, poiché sono divise in 15 cicli di covata, ciascuno della durata di 13 o 17 anni. Lo straordinario stile di vita delle cicale è stato fonte di fascino sin dai tempi antichi. Diverse culture consideravano questi insetti come potenti simboli di rinascita, proprio per il loro insolito ciclo di vita. Nella cultura cinese, le cicale erano anche considerate creature di alto rango che i sovrani dovevano cercare di emulare nella loro purezza, e i motivi delle cicale furono persino incorporati negli armadi della corte imperiale nel VII secolo. I maschi producono rumori forti facendo vibrare le membrane (timbali), vicino alla base dell’addome. La maggior parte delle cicale nordamericane produce tic, ronzii o lamenti ritmici, sebbene in alcune specie la “canzone” risulti essere abbastanza musicale. Le cicale femmine di solito depongono le uova in tessuti vegetali legnosi che cadono dalla pianta quando le uova si schiudono. Le cicale appena nate, dette ninfe, si insinuano nel terreno dove succhiano i succhi dalle radici delle piante perenni; queste, di solito, subiscono cinque mute necessarie per raggiungere la maturità. Sebbene non siano normalmente considerate un parassita, le femmine, se numerose, possono danneggiare gli alberi durante la deposizione delle uova. Un po’ di storia sulla cicala Le cicale sono state utilizzate nelle medicine popolari, come simboli religiosi e monetari, e come importante fonte di cibo. La loro canzone una volta era considerata un simbolo per prevedere i cambiamenti del tempo. In Cina, i maschi cicala venivano ingabbiati per il loro canto. Inoltre, la cicala appare nella mitologia, nella letteratura e nella musica di molte culture, inclusa quella degli indiani d’America. Specie e origine Vi sono più di 3000 specie di cicale; due particolari specie pelose della famiglia Tettigaretidae che si trovano solo nell’Australia sudorientale, compresa la Tasmania. Oltre alla cicala del giorno della canicola (Tibicen e altri) che compare ogni anno in piena estate, ci sono anche cicale periodiche. Tra le più affascinanti e conosciute ci sono la cicala di 17 anni (spesso erroneamente chiamata locusta di 17 anni) e la cicala di 13 anni (Magicicada). Queste si trovano in gran numero in covate cronologicamente e geograficamente isolate. Le diverse specie sono facilmente riconoscibili dalle differenze nei canti, nel comportamento e nella morfologia. I maschi di ogni specie hanno tre risposte sonore distinte: canto congregazionale: regolato dalle fluttuazioni meteorologiche quotidiane e dai canti prodotti da altri maschi; canzone di corteggiamento: che viene eseguita prima dell’accoppiamento; grido di disturbo: che viene prodotto in caso di pericolo, quando ad esempio sono catturate, trattenute o disturbate in volo. Ciclo vitale della cicala Il ciclo di vita della cicala ha tre fasi: uova, ninfe e adulti. Le cicale femmine possono deporre fino a 400 uova divise in dozzine di siti. Dopo 6-10 settimane, le giovani ninfe si schiudono dalle loro uova e scavano nel terreno per succhiare i liquidi delle radici delle piante. Trascorrono il loro intero periodo di sviluppo in queste tane sotterranee, prima di mutare i loro gusci, ed emergere per poi accoppiarsi e deporre le uova. Il processo di sviluppo varia in lunghezza, ma le covate periodiche emergono in sincronia a seconda dell’anno e della temperatura del suolo. Inoltre, le cicale aspettano le giuste condizioni climatiche per la riproduzione, ossia quando le temperature raggiungono i 18 ° C. Il ciclo di riproduzione così cadenzato è probabilmente legato all’evitare l’attacco di predatori. Le cicale periodiche non creano piaghe distruttive, al contrario delle locuste, non mangiano la vegetazione ma bevono la linfa dalle radici, dai ramoscelli e dai rami degli alberi. Vocalizzazioni Le cicale sono note per i loro ronzii e ticchettii, che possono essere amplificati da una moltitudine di insetti in un unico ronzio. I maschi emettono il loro canto, grazie alle membrane vibranti poste sull’addome. I suoni variano ampiamente e alcune specie sono più musicali di altre; sebbene i rumori delle cicale possano sembrare simili agli umani, gli insetti usano diversi richiami per esprimere allarme o attirare i compagni. Imparare dalle cicale Gli scienziati hanno studiato le cicale per risolvere problematiche dell’uomo. Questo perché le ali delle cicale in tarda età sono ricoperte da una meraviglia dell’ingegneria naturale: minuscoli nanopilastri uniformi che respingono l’acqua, uccidono i batteri e si autopuliscono. Le ali che uccidono i germi sono fonte di ispirazione per chimici e ingegneri che vogliono sfruttare proprio questa proprietà. Alcuni ricercatori hanno come obiettivo quello di progettare lo stesso meccanismo delle cicale sui pannelli solari. Altri studiosi dell’ University college di Dublino sono rimasti affascinati dalle superfici antibatteriche essenziali per lo sviluppo della scienza biomedica. Per anni, gli ingegneri si sono concentrati solo sulle dimensioni dei modelli alari. Di recente, però, sono state pubblicate ricerche che attestano come i composti chimici specifici secreti dalle cicale siano essenziali per costruire e mantenere questi ingegnosi nanopilastri. Il lavoro mostra che per coloro che cercano di progettare una tecnologia con caratteristiche antibatteriche, ispirate alle cicale, non è sufficiente imitare l’aspetto di questi animali occorre andare oltre, e lavorare con i biologi in modo da imparare effettivamente come si comportano questi misteriosi insetti. ----------------------------------------- Di monete raffiguranti le cicale a me sono venute in mente queste due… ma se qualcuno ne conoscesse altre, è invitato ad integrare! Dracma incusa di Rhegion (510-500 a.C) raffigurante un toro androprosopo con cicala sopra Hektè di Focea (IV sec. a.C) con cicala al dritto
    1 punto
  12. Salve condivido foto di una cartolina della quale mi ha in particolare colpito affrancatura che non avevo mai visto e chiedo ai più esperti maggiori informazioni. Ringrazio in anticipo
    1 punto
  13. Che dire. Complimenti vivissimi per l'importante aggiunta alla tua splendida collezione. Ottimo acquisto.
    1 punto
  14. Che dire.... Questo non è un buco chiuso, è inserire in collezione un pezzo importante!
    1 punto
  15. Buonasera, conservazione migliore della media, tondello affascinante per il diametro ampio. Se vogliamo dare una sigla direi BB, considerando che il FDC per queste non esiste. Considerando i grani del 47/47 devo dire che questa tipologia di ritratto è più difficile da vedere, solitamente per le 47/47 sono ritratti brutti quasi stilizzati. Complimenti per la moneta
    1 punto
  16. Buonasera DiviAugusti Aggiungo ulteriori informazioni prendendo semplicemente i dati dal citato M.I.R. 1728 (non è monetazione che conosco) : peso = 0,63 - 0,90 gr diametro = 14 -16 mm rarità = RRRR Buona serata
    1 punto
  17. Tetradramma di Messana (425-421 a.C) AR, 16,77 gr
    1 punto
  18. Salve, credo si riferisca alla mia discussione: Ovviamente le due monete sono state associate non per datazione, ma per la presenza della cicala su entrambe. A questo punto non so se quella di Rhegion sia effettivamente una cicala, ma a proposito di quella discussione, devo integrarla con due monete estrapolate da un'altra sua interessante discussione https://www.lamoneta.it/topic/28493-animali-nelle-monete-greche/ uno statere di Abdera e una tetradracma dell'altra città dello stretto, Messana.
    1 punto
  19. Incuriosito da questa moneta, sono andato un po' a leggere. Molto interessante il rovescio VENERI GENITRICI. Sarà proprio Adriano, infatti, a rispolverare (dal tempo di Augusto) il culto di Venere non solo sulle monete, ma anche con la creazione del del tempio di Venere e Roma nel Foro Romano: La legenda VENERI GENITRICI non si trova solo su monete di Sabina, ma anche su alcune (poche) monete dello stesso Adriano. Solo che mentre con Sabina l'iconografia e' quella rappresentata sulla moneta della discussione , in Adriano Venus Genetrix compare con vittoriola, lancia e scudo come in questo aureo... o in questo medaglione: Non e' strano. Sono le due anime di Venere: una tipicamente latina (a simboleggiare la fortuna e la vittoria), l'altra tipicamente greca (a simboleggiare l'amore, la bellezza, la sessualità). La prima quindi la troveremo su Adriano, la seconda su Sabina, anche se la legenda non cambia: Venere e' sempre la "generatrice", la "genitrice" ovvero l'origine della civiltà romana. Genetrix ha infatti la matrice di generor (generare), di genus (razza), di genius (nume tutelare della famiglia-anche se non solo). Non credo quindi che abbia a che fare come augurio a Sabina di generare eredi (cosa che non fece) anche perchè al momento della coniazione di questa moneta doveva essere già (per il periodo) piuttosto "anziana". Poi sappiamo anche quale fosse l'orientamento sessuale di Adriano. Tornando alla moneta di Sabina (che mi pare indossi quel particolare diadema chiamato stephane), trovo molto affascinante quel gesto vezzoso di Venere di sistemarsi la veste. Una bella iconografia di rovescio. Ciao. Stilicho
    1 punto
  20. Ciao, nel suo aspetto generale la moneta anche per me non dovrebbe essere autentica. Il bordo che hai postato in alcuni punti presenta un metallo troppo vivo, quasi tagliente, incompatibile con lo stato della moneta che presenta segni di consunzione come da circolazione ( vedi capelli de Giulia Domna). Ovviamente se il calco usato per il falso è stato preso su una moneta circolata il risultato è proprio quello che si vede. Per me è stata prodotta per fusione e non per coniazione. Cerca di trovare lungo il bordo tracce di sbavature, abrasione o limature di metallo 🙂 ANTONIO
    1 punto
  21. Secondo la tradizione storica, la famiglia di Giulio Cesare sosteneva di discendere da Enea, il leggendario eroe troiano. Questa connessione con le origini mitiche conferiva prestigio e legittimità alla dinastia di Cesare.
    1 punto
  22. Queste le immagini contenute nel decreto delle tre monete Ducati...
    1 punto
  23. 1 punto
  24. Provo a prenderla . Speriamo non superi i 34.........altrimenti lascio. 👌🏼
    1 punto
  25. Io non l’ho trovato così deludente invece. Ma certamente tutto è soggettivo. E poi per me personalmente è stato un successo per tre ragioni, strettamente in quest’ordine: 1. Ho conosciuto @Giov60 che di persona mi è piaciuto addirittura di più di quanto avevo avuto occasione di constatare qui sul Forum; 2. Ho incontrato molti amici collezionisti e commercianti con piacevolissime e sempre costruttive chiacchierate; 3. Ho portato a casa una moneta straordinaria che cercavo, in FDC MS64, da almeno dieci anni. Non regalata certo, ma completa la serie degli scudi di Vittorio Emanuele I (primo tipo) ora tutta tra qFDC e FDC. Mi ricorderò di Modena 2024 con estremo piacere. 😃
    1 punto
  26. Nei primissimi anni di ebay i prezzi erano "quasi" normali, anche i privati più spinti ed avventurosi si adeguavano. Ricordo che aveva già assorbito ibazar con tutti i suoi utenti (ero iscritto sin dal 1999). Successivamente il passaggio lira/euro qualcuno ancora sbagliava a inserire i prezzi e mettevano tipo 5.000 euro per delle monete comuni, ma chiaramente la richiesta era di 5.000 lire (l'ho potuto appurare con qualche domanda al venditore). La cresta era eventualmente sulla spesa postale, e certuni non facevano addirittura la spedizione unica, tre monete prese tre spedizioni caricate sul costo, aberrante direte... ma non è nulla rispetto a quello che si vede ora! un vero schifo! Naturalmente c'era qualche assurdità anche a suo tempo oltre quella menzionata sopra, tipo una 20 lire della Repubblica usata che non valeva nulla proposta a dieci mila lire + spedizione per esempio e varie patacche proposte in vendita come autentiche. Quantomeno nei vari commenti nella community di ebay la consideravamo un'assurdità, aspettano il pollo? e pensavamo a degli sprovveduti o a ragazzini che si divertivano a smanettare sul pc, non si poteva di certo immaginare che si sarebbe arrivati a questo punto di non ritorno Sappiamo bene che per questa sopra Il pollo che abbocca non ci sarà mai, va bene che si può essere sprovveduti, ma non c@gli/altri Sono quindi solo frutto della possibilità della messa in vendita gratuita oppure (Osservato da 292 utenti) per fare aumentare le visualizzazioni grazie all'estrema stranezza dell'inserzione? sta di fatto che hanno sporcato le vendite online sino all'inverosimile.
    1 punto
  27. Resoconto oltremodo interessante - grazie! - che permette di approfondire una zecca importante quale Rhegion ma tenuta sempre un po’ in ombra rispetto alle importante zecche siciliane che - parlando dell’area magno-greca e sicula - rubano la scena. esiste una foto dell’esemplare con Acheloo della vendita Vecchi del 1997?
    1 punto
  28. Si può essere,il presunto cuneo potrebbe essere parte della base della P di PHILIPP... quello che sembra 9 per me è parte del collo,anche qui effetto causato dalla ribattitura, credo che difficilmente si possa stabilire con certezza il simbolo del coniatore a causa proprio della ribattitura...
    1 punto
  29. Per caso l'album delle monete della Repubblica italiana di masterphil prevede i fogli con le caselle con su la raffigurazione delle lire? L'FDC è nell'immagine dell'apposito foglio! Diversamente hai un poltergeist numismatico dentro l'armadio
    1 punto
  30. Salve,ecco la scheda https://en.numista.com/catalogue/exonumia160697.html
    1 punto
  31. I gatti di Schroedinger ormai si possono realizzare anche su scala macro. Secondo me la tua moneta ha qualcosa a che fare con i laboratori dell'ETH a Zurigo: https://www.science.org/doi/10.1126/science.adf7553
    1 punto
  32. 1 punto
  33. Credo che questo video abbia diritto ad un post in questa sezione: La descrizione è nei sottotiloli, il riassunto è "Artista della Jacuzia suona musica tradizionale"
    1 punto
  34. Ciao, bel denario della "triste" Augusta Sabina. Condivido il mio della stessa tipologia. Alle prossime ANTONIO
    1 punto
  35. Buonasera, ci avevo pensato ma poi ho pensato a un possibile effetto della ribattitura.. Saluti Alberto
    1 punto
  36. Buonasera, conoscendoti svarierai in lungo e in largo, tra Italiane, regno, estere, nipponiche, di tutto... Saluti Alberto
    1 punto
  37. Veramente bello, considerata la tipologia. Fabio
    1 punto
  38. confronta tu stesso Chiederò agli esperti su questo argomento. E scriverò la loro risposta.
    1 punto
  39. Ottimo! Falsa pista, lettere greche, probabilmente ΘEO(C?) Credo di aver identificato la strana contramarca: Howgego 705, ST legate assieme e M per Stobensum Municipium (Stobi , Macedonia) È una contromarca utilizzata in almeno due città di Macedonia, Tessalonica e Amphipolis (RPC I, 1554 e 1626) La più somigliante è il RPC 1554 di Tessalonica, ma anche se c’è il ritratto del divo Giulio (ΘΕΟΣ), la legenda del rovescio non corrisponde, e la contromarca è al dritto: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/1554 Mi chiedo se non sarebbe il bronzo RPC I, 5421. Tutto concorda, legenda ΘΕOC, modulo, peso, e s’indovinano le lettere ΘΕ della legenda ϹΕΒΑϹΤΟΥ / ΘΕ nel campo sinistro. La zecca è incerta: « The attribution to Thessalonica was based on the general similarity with 1554-5, but has been rejected by I. Touratsoglou, Die Münzstätte von Thessaloniki in der römischen Kaiserzeit, p. 43, n. 69; the style is different, as is the die axis. (…) It is not clear if ΘΕ refers to Θεός (if so, why omit the last two letters?), or is part of another word such as an ethnic (hence the original attribution to Thessalonica. » https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/1/5421 La contromarca dovrebbe permettere se non sbaglio, di identificare con certezza la zecca di Tessalonica per questo RPC I, 5421. Ma lo stile del ritratto è diverso (difficile di riconoscere il profilo di Cesare!) e richiede una conferma di questa ipotesi. Puoi darmi l’asse della tua moneta per favore?
    1 punto
  40. Sconvolgente. Il radar-laser rivela 6mila piattaforme di città del 500 d. C. ancora nascoste sotto le foreste. Cosa sono La strumentazione tecnologica dissolve la presenza di alberi e coglie le strutture di una città scomparsa nella foresta. Il centro urbano, com’è ben visibile dall’immagine, si sviluppava su un altopiano Sono visibili resti di edifici, molti dei quali si affacciavano su una strada che da un lato porta all’esterno del nucleo urbano, verso il basso, e dall’altro verso una sorta di acropoli dominata da un edificio – probabilmente un tempio – collocato in una posizione sopraelevata rispetto all’abitato. Alla nostra destra vediamo strutture più ampie delle semplici abitazioni e correlate, come fossero padiglioni di un centro di potere @ Foto di Antoine Dorison and Stéphen Rostain Una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista Science ha annunciato la scoperta di un denso sistema di centri urbani preispanici nella Valle dell’Upano, nell’Amazzonia ecuadoriana. Gli autori dello studio, utilizzando la tecnologia Light Detection and Ranging (LiDAR), hanno identificato un paesaggio costituito da monumentali piattaforme, piazze e un complesso sistema stradale che si estende per decine di chilometri. Il Lidar è una tecnica di rilevamento remoto che utilizza la luce laser pulsata per misurare le distanze dalla Terra. La differenza nei tempi di ritorno del laser e la misurazione delle lunghezze d’onda consentono di compilare una mappa digitale tridimensionale del paesaggio, eliminando eventuali ostacoli che potrebbero nascondere caratteristiche archeologiche. Il LIDAR, acronimo di Light Detection and Ranging (o Laser Imaging Detection and Ranging), rappresenta uno strumento avanzato di telerilevamento con diverse applicazioni in settori come la geologia, la sismologia, l’archeologia, il telerilevamento e la fisica dell’atmosfera. Questa tecnologia sfrutta l’emissione di impulsi laser per determinare la distanza di un oggetto o di una superficie, ma può anche essere impiegata per misurare la concentrazione di specie chimiche nell’atmosfera e nelle distese d’acqua. Il principio di funzionamento del Lidar è simile a quello del radar, che utilizza onde radio al posto della luce. La distanza dell’oggetto viene determinata misurando il tempo trascorso tra l’emissione dell’impulso laser e la ricezione del segnale retrodiffuso. Un componente chiave di un sistema Lidar è il laser, un fascio coerente di luce a una precisa lunghezza d’onda, inviato verso l’oggetto o l’area da analizzare. La principale distinzione tra Lidar e radar risiede nelle lunghezze d’onda utilizzate. Il Lidar impiega lunghezze d’onda ultraviolette, nel visibile o nel vicino infrarosso. Questo consente al Lidar di localizzare e ottenere immagini e informazioni dettagliate su oggetti molto piccoli, delle dimensioni dell’ordine della lunghezza d’onda utilizzata. Di conseguenza, il Lidar risulta particolarmente sensibile agli aerosol e al particolato in sospensione nelle nuvole, rendendolo un elemento chiave in applicazioni meteorologiche e di fisica dell’atmosfera. Grazie alla sua capacità di fornire dati ad alta risoluzione e di penetrare attraverso ostacoli visivi, il Lidar è diventato uno strumento essenziale in molteplici campi scientifici e applicazioni pratiche, consentendo una comprensione dettagliata e accurata di superfici terrestri, atmosfera e altro ancora. Secondo gli studiosi, questi centri urbani messi in luce dal Lidar risalgono a un periodo compreso tra il 500 a.C. e il 600 d.C., sovvertendo completamente le precedenti narrazioni sulle culture amazzoniche. Il Prof. Stephen Rostain del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica in Francia ha dichiarato a BBC: “Questo è più antico di qualsiasi altro sito che conosciamo in Amazzonia. Abbiamo una visione eurocentrica della civiltà, ma questo dimostra che dobbiamo cambiare la nostra idea su cosa sia cultura e civiltà.” L’antichità delle strutture che risalirebbero – più o meno, sotto il profilo cronologico, alla caduta dell’Impero romano e allo sviluppo del nostro Medioevo- dimostrerebbero la grandiosità di civiltà antichissime, già a quelli che si ritengono gli esordi e ai presupposti degli stessi. Il Lidar ha rivelato oltre 6.000 piattaforme rettangolari, interpretate principalmente come basi di antiche abitazioni, all’interno di cinque grandi agglomerati e dieci insediamenti più piccoli. Questi sono circondati da campi agricoli e terrazze collinari, testimonianza dell’organizzazione avanzata di queste comunità preispaniche. Il sistema stradale interconnesso che collega gli insediamenti suggerisce la loro coesistenza simultanea, sfidando le ipotesi precedenti sulle capacità delle antiche società amazzoniche. Queste città antiche precedono addirittura altre società amazzoniche sofisticate, inclusa la recente scoperta dell’antico sistema urbano di Llanos de Mojos in Bolivia. Sebbene la popolazione esatta degli insediamenti nella Valle dell’Upano sia ancora sconosciuta, gli autori dello studio sottolineano l’ampia densità degli insediamenti. Le modifiche paesaggistiche su vasta scala osservate nell’Upano sono paragonabili alle estese alterazioni riscontrate nelle “città giardino” della civiltà Maya classica. Questa scoperta non solo ridefinisce la nostra comprensione del passato amazzonico ma sollecita anche una rivalutazione delle idee preconcette sullo sviluppo delle civiltà su scala globale. Gli esperti si interrogano ora sulla complessità di queste antiche società e sulle possibili influenze che potrebbero aver avuto su altre culture dell’epoca. Un nuovo capitolo si apre nell’esplorazione del passato nascosto della giungla amazzonica, portando alla luce una civiltà antica e avanzata finora sconosciuta. https://stilearte.it/sconvolgente-il-radar-laser-rivela-6mila-piattaforme-di-citta-del-500-d-c-ancora-nascoste-sotto-lintrico-delle-foreste-cosa-cambiera/
    1 punto
  41. Nella Gazzetta Ufficiale di oggi ci sono altre monete.
    1 punto
  42. Ciao, ad integrazione di quanto già detto su questa tipologia di monete celebrative di Marco Aurelio ( ma anche del co-imperatore Lucio Vero) con la Vittoria raffigurata sul rovescio vi sono anche quelle della vittoria sui Parti (campagne partiche dal 161-166 d.C.) condotte e portate a buon fine da Lucio Vero prima della sua morte. Posto foto di un mio denario di Marco Aurelio ( coniato prima delle monete della discussione)🙂. ANTONIO 18,50 mm 3,11 g RIC 163
    1 punto
  43. confermo. si tratta di un ottimo testo di carattere divulgativo, basato molto sulla tipologia (e spiegazione) dei rovesci dei denari repubblicani con un ricco corpus fotografico. un lavoro datato, ma ancora valido.
    1 punto
  44. Buonasera a Tutti. In realtà, a mio avviso, i Marenghi hanno circolato (ed anche parecchio) sin quando il valore dell'intrinseco è stato lontano dal valore nominale. Mi spiego meglio, nessuno si sarebbe mai sognato di tesaurizzare una moneta da 20 lire (di nominale) quando il valore del fino contenuto in essa sarebbe stato, all'epoca, di 5,6 o 10 lire... Ovvio che essendo comunque di pezzatura elevata (per l'epoca) circolassero meno dei centesimini... Quindi sin verso la seconda metà del 1800 queste monete sono state normalmente utilizzate per le transazioni economiche. Ne è un'assoluta dimostrazione la difficoltà (ed il costo da sostenere...) per trovarle in alta conservazione tra il 1801 ed il 1870 circa. Il discorso è andato progressivamente a modificarsi indicativamente sulla fine del Regno di Vittorio Emanuele II e consolidandosi con Umberto I dove il valore del fino contenuto era ormai prossimo al valore del nominale ed allora le monete hanno iniziato ad essere pesantemente tesaurizzate. Effettivamente per quasi tutte le date di Umberto I è abbastanza semplice trovare Marenghi in alta conservazione seppur il loro valore, per alcune, è comunque elevato ma dettato da vari fattori tra cui le tirature non elevate. Con Vittorio Emanuele III il discorso è diametralmente cambiato ed i Marenghi emessi (in pochissimi esemplari ed in alcuni caso realizzando emissioni per i soli numismatici) sono stati venduti a prezzi superiori al nominale e non hanno mai realmente circolato. Buona serata a tutti, Massimo.
    1 punto
  45. Assolutamente sì. Ti consiglio anche il libro di Anna Serena Fava, sempre sui simboli delle monete repubblicane.
    1 punto
  46. Salve. La moneta oltre ad usura naturale sembra aver subito in passato una brusca pulizia. E comunque 50 Euro per una moneta che molto ricercata dai collezionisti male non è.
    1 punto
  47. Condivido il pensiero di @Scudo1901, intanto complimenti per la moneta, anch'io ragiono con il suo metro e dopo l'aere iniziale, pian pianino sto cercando di migliorare le conservazioni. Ovviamente stando coi piedi per terra, miglioro senza dover chiedere un mutuo in banca, altrimenti non è più passione.
    1 punto
  48. Ciao,come è già stato detto da chi mi ha preceduto è un 3 cavalli coniato a Napoli durante il regno di Filippo IV di Spagna (1621-1665)... Possiamo restringere il campo in base alla sigla S posta dietro la testa del Re che risponde a Lorenzo Salomone,mastro di zecca dal 16 novembre 1630 al 24 novembre 1634... Restringendo ulteriormente il cerchio posso dire che questa tipologia di 3 cavalli con testa del Re a sinistra e sigla S dietro è stata coniata nel biennio 1631-1632... Di seguito un'esemplare della stessa tipologia per un confronto...
    1 punto
  49. Avevo capito che l’editore sarebbe stato diverso, non più l’editrice classica Diana ma l’associazione culturale numismatica italiana, della quale non trovo i contatti.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.