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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/20/24 in Risposte
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Buona serata a tutti Volevo annunciare anche sul Forum il prossimo evento Collezionistico( prevalentemente Numismatico ) A FIRENZE . DOMENICA 7 APRILE ci sarà il primo "mercatino del collezionismo" a FIRENZE . INGRESSO LIBERO DALLE 9:30 ALLE 18:30 PRESSO IL PARTERRE ( PIAZZA DELLA LIBERTA') in Via del ponte rosso 2 a FIRENZE . PER INFO potete scrivere qua sotto o contattarci direttamente . ANCORA DISPONIBILI POSTI PER ESPOSITORI ( TOT 15/20 POSTI TOTALI) con possibilità in futuro di usare gli spazi esterni . Nelle prossime settimane pubblicheremo anche la lista degli espositori . Una breve descrizione dell'evento e info generali : l'evento non è un convegno numismatico ma un mercatino , seppur ci siano molti aspetti che possano ricordare un consegno . l'obbiettivo è quello di creare un ambiente stimolante per il commercio e lo scambio di oggetti da collezione ( anche se principalmente improntato sulla numismatica ) . Per quanto semplificate le due planimetrie 3d sono pressoché identiche rispetto agli ambienti reali , la porta centrale sarà chiusa e tutti gli espositori avranno le spalle coperte . Come intuibile dal nome è previsto un evento per ogni stagione . L'ingresso è libero e il costo per gli espositori sarà di 20 euro totali per 2 tavoli 80x80 cm . Ci sono a disposizione 2 bagni e il bar al piano di sopra . Sotto la struttura è presente un ampissimo parcheggio a pagamento che vi può permettere di trasportare il materiale in discreta sicurezza essendoci solo 50 m scoperti per arrivare alla sala . Anche per una bevuta in compagnia o due scambi siete tutti i BENVENUTI . Leonardo Lavagnini4 punti
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Carissimi, ho notato una certa confusione da parte di qualcuno nel ricostruire e comprendere la vicenda delle monete della Nota 56 e ne approfitterei per chiarire alcuni passaggi, fornendo, grazie all'aiuto dell'Utente Viganò, silenzioso ma preziosissimo compagno di viaggio, oltre che instancabile e convinto sostenitore che i “muri di gomma” non esistono (ma finora la Sua teoria si è rivelata fallace...😁.), il Decreto ministeriale del 1992, che allego alla presente: 1. Come noterete leggendolo, questo decreto del Ministero del Tesoro istituiva nel 1992 una Commissione interministeriale allo scopo di catalogare e stabilire il valore delle monete della Nota 56 nonché formulare una “'ipotesi di alienazione o immissione graduale nel mercato” (sic!) assegnando al Museo della Zecca solo quelle monete del compendio aventi particolare valore storico e/o numismatico. Da qui la preoccupazione, certamente tutta collezionistica e mercantile, che l'immissione sul mercato (normativamente consentita ed auspicata dallo Stato) in grande quantità di queste rare o rarissime monete di V.E. III, potesse determinare la discesa verticale dei prezzi degli esemplari in mano ai collezionisti e ai commercianti. Ma accanto a questa considerazione, che poteva anche lasciare il tempo che trovava a chi non era interessato al valore venale dei suddetti esemplari, si aggiungeva l'interesse e la curiosità degli studiosi per alcuni pezzi citati dalla Nota 56 quali, su tutti, i pezzi di prova del 100 Lire 1940 XVIII E.F. in proof, lavorazione della quale il Gen. Luppino, che per motivi professionali aveva frequentato la Zecca all'epoca delle indagini della G.d.F. ma anche a seguito dei suoi studi ulteriori, non aveva mai trovato evidenze che la confermassero. Con questo spero di aver innanzitutto chiarito i motivi che spingevano (e, in teoria, dovrebbero ancora spingere....) alcuni numismatici ad approfondire il tema della Nota 56; 2. Passando al lavoro della Banca d'Italia intitolato “Beni svelati” esso è certamente pregevole, ma lascia del tutto a bocca asciutta coloro che si erano interessati, se vogliamo anche molto attivamente, alle vicende della Nota 56. In primo luogo perchè il lavoro della B.I. non fa proprio alcun riferimento alle monete della Nota 56. Inoltre, se si va a leggere la prima parte dello studio della B.I. e si cerca di coordinarla con il contenuto del D.M. del Tesoro del 1992, non si può non provare un senso di disorientamento. Cercherò di spiegarmi meglio. Se leggete la parte introduttiva dei “Beni svelati”, noterete che i preziosi di cui lo studio si occupa vennero “traslati” dai caveaux della Tesoreria dello Stato (siti in Roma nella Via XX Settembre) ai caveaux della Banca d'Italia (siti in Roma nella Via dei Mille) solo nel 1999. Ciò significa che in occasione dell'emanazione del Decreto ministeriale del 1992 (vedi allegato), che istituiva la Commissione per la catalogazione delle monete riportate nella Nota 56, tali monete - contenute nei famosi 11 barili - si trovavano ancora in Via XX Settembre. Nel 1999 avrebbero dovuto essere trasferite insieme a tutto il resto del materiale prezioso in Via dei Mille (B.I.) ma, considerato che la Commissione istituita nel 1992 terminò i suoi lavori nel 2009 (questo ce lo dice la Nota 56), si può forse pensare - e questa è una domanda - che nel 1999 gli 11 barili della Nota 56 non vennero trasferiti anch'essi, unitamente a tutti gli altri beni preziosi, alla B.I. ma rimasero in Via XX Settembre a disposizione della Commissione istituita con il D.M. del 1992 che non aveva ancora terminato i suoi lavori? Ciò potrebbe spiegare perchè tra in “Beni svelati” non compaiano le monete della Nota 56. D'altro canto, però, e questo è il motivo del “disorientamento” di cui dicevo prima, è abbastanza singolare che fra le due Commissioni (quella interministeriale istituita dal Ministero del Tesoro nel 1992 e quella sempre interministeriale + B.I. istituita dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nel 2018) non ci sia stato alcun coordinamento, sebbene nella parte introduttiva del lavoro “Beni svelati” si dia atto di pregressi “Gruppi di lavoro” che operarono alla ricognizione dei materiali nel 2005/2006 e persino (a pag. 26 del testo dei "Beni svelati") si faccia riferimento ad una Commissione istituita già nel 1978. Quindi l'excursus storico che possiamo leggere nello studio della B.I., fra l'altro molto accurato e circostanziato, non si limita a trattare le vicende dei materiali a partire dal 1999 (anno in cui i beni pervennero all B.I.) ma risale a ben prima. Ciononostante, non si fa alcuna menzione del D.M. del 1992, dell'istituzione della relativa Commissione, dell'esito che ebbero i lavori della stessa e della collocazione delle monete che a questo punto, se tanto mi da tanto, non sono confluite in B.I. ma dovrebbero essere rimaste in Via XX Settembre. Un'altra, per me sorprendente notizia, che si apprende leggendo lo studio della B.I., riguarda il numero delle interrogazioni parlamentari presentate alle quali è stata (a quanto pare) sempre fornita risposta, in merito alla situazione e consistenza di beni preziosi già appartenenti a Mussolini ed a Casa Savoia, custoditi prima dal Ministero del Tesoro e poi, dal 1999 in avanti, dalla B.I. Probabilmente alla “nostra” interrogazione, che come è noto non è stata minimamente presa in considerazione anche dopo essere stata riproposta dal parlamentare firmatario con ulteriore sollecito, sono forse mancate nel suo contesto le parole “Mussolini”, Casa Savoia” o “Fascismo” per riscuotere quell'appeal che evidentemente non è stato (volutamente?) colto da chi sarebbe istituzionalmente chiamato, se non per trasparenza almeno per educazione, a rispondere ad un parlamentare della Repubblica che deposita un atto formale quale è l'interrogazione a risposta scritta. In realtà, la risposta che la “nostra” interrogazione parlamentare sulla Nota 56 sollecitava non era poi così diversa dalle risposte che sono state fornite dai ministeri competenti alle simili interrogazioni sui beni preziosi appartenuti ai personaggi sopra citati e custoditi prima dal Ministero del Tesoro e poi dalla B.I. Ma tant'è. A questo punto della storia, per me la vera domanda da porsi dovrebbe però essere diventata questa: che fine hanno fatto le monete della Nota 56?😁 Saluti. M. DMT 25.05.1992.pdf4 punti
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Buonasera a tutti, condivido una mia Piastra 1834 - Variante al R/ aquile capovolte - R2 (Nomisma 931 - Gigante 58g) Contorno al D/ (37,5 mm / 27,30 g).3 punti
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La prima volta che mi mostrarono questa moneta la mia risposta fu: "deve esserci un errore, il rovescio è di un'altra moneta, credo di Aureliano". E invece ero io quello che sbagliava. Grande fu la mia sorpresa quando poco dopo mi fu mostrato un video che mostrava chiaramente che dritto e rovescio erano le due facce della stessa moneta. Dritto: IMP(erator) CONSTANTINVS P(ius) F(elix) AVG(gustus). Busto laureato, drappeggiato e corazzato a destra di Costantino I. Rovescio: ORIE-(N)-S AVGG (Augustorum). Sol avanza a sinistra e calpesta un prigioniero con berretto frigio seduto ai suoi piedi, solleva la mano destra, regge un globo nella mano sinistra, la clamide cade dalla spalla sinistra. Lettera R a sinistra del campo e lettera F a destra. Esergo: R*P (Romae * Prima = Prima ufficina della zecca di Roma). 2,76 gr; 21 mm Inedita in tutte le operare consultate.2 punti
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Napoli Ferdinando IV (1759-1816) primo periodo (1759-1799) Piastra del 1791 D/Busti accollati dei regnanti R/Sole, Terra e Zodiaco2 punti
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Ciao, è un mezzo carlino coniato a Napoli durante il regno di Filippo III di Spagna,1598-1621... Dovrebbe collocarsi nelle produzioni del I° periodo,1599-1609.. Con dietro la testa la sigla GF del mastro di zecca Giovanni Antonio Fasulo che ricoprì la carica dal 1594 al 6 settembre 1611,e sotto al busto la sigla GI del mastro di prova Gaspare Giuno che ricoprì la carica dal 1591 al 6 giugno 1609... Il tuo mezzo carlino è catalogato Raro al numero 36,pagina 175 del: "LA MONETA NAPOLETANA DEI RE DI SPAGNA NEL PERIODO 1503-1680"... di Pietro Magliocca... La tua moneta è assolutamente originale...2 punti
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Eccomi di nuovo con qualche dettaglio. Innanzitutto la coroncina di fianco al volto di Carlo III, segno distintivo di questo set proprio perché il 2023 è l'anno dell'incoronazione. Il ritratto è di Martin Jennings, come si nota dalla firma piccola sotto al collo MJ. Il rovescio mostra, sulla parte sinistra, un pattern formato da tre C, simile al pattern delle monete di Carlo II (1660 - 1685). Il pattern delle monete di Carlo II d'altronde si rifà a quello che è il suo monogramma.2 punti
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Il contenuto della nota 56 poteva essere noto solo ai componenti della Commissione (interpellati con zero risposte) o a funzionari dell'IPZS...(interpellati, zero risposte)..Banca d'Italia...non ne sapeva assolutamente nulla..2 punti
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le citazioni esistono e per un tipo diverso da quello di Antiochia citato...2 punti
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Una delle prime che trovai da bambino e che fece partire la mia collezione, sempre un piacere ritrovarla Taglio: 2 euro Paese: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 899.800 Condizioni: BB Città: Bibione (VE)2 punti
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Se andate a leggere il libro Dei due autori potrete notare che la nota 56 è del tutto avulsa dal pezzo che va dalle pagine 150 e seguenti...quanto scritto nella nota 56 non appare nel volume pregevole dei due funzionari..e dunque..da dove sono stati estrapolati quei numeri?? In quanto ad essere presi/ossessionati dalla questione...lascio agli studiosi ogni autonoma valutazione...se volete vi scannerizzo le pagine 150 e seguenti...ma non troverete quei numeri...inventati? estrapolati da qualche altro scritto? chissà..l'ossessione continua😂 Fatti..non parole...e direi..carta NON canta😂2 punti
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Con largo anticipo segnalo anche quest' anno l'iniziativa del Ns. circolo giunta alla 47 ma edizione: Siamo a 5 Km. da Forte dei Marmi, 20 minuti dalle cave di marmo di Carrara e mezz'ora dalle 5 terre....ideale per programmare un bel fine settimana di vacanza ! Vi aspettiamo Daniele1 punto
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Patina bellissima, la moneta è mineralizzata, verde smeraldo. 18.2g e 29 mm1 punto
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Quella che sembra ruggine non sono altro che le zone dove è saltata la patina ed è venuto fuori il metallo originale, purtroppo non ci sono soluzioni a riguardo...1 punto
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E spessore (mm) Se ti stai appassionando,un bilancino dai cinesi, due cifre dopo la virgola,per intenderci,lo trovi a 8€. Serve sempre.1 punto
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Grazie, la uso per paragone. Sembra buona. Sotto un bello strato di verde, ma credo sia ok.1 punto
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Ciao, si, esattamente. Ricordati sempre che per le monete coniate a martello, come queste, il peso è un dato imprescindibile da sapere. Come già ti ha detto il buon genny, se hai intenzione di collezionare le monete di Napoli è tassativo avere un buon catalogo di riferimento, così da avere una base nozionistica che ti aiuti. Quello che ti ha suggerito va benissimo ma copre fino al 1680. In alternativa puoi prendere il MIR Napoli (monete italiane regionali, edito da Varesi) che copre tutta la produzione monetaria della zecca partenopea. C’è anche il corpus nummorum italicorum, scaricabile gratuitamente dal portale numismatico dello stato (volumi 19 e 20) https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/iuno-moneta/biblioteca/corpus nessun problema figurati Fabrizio1 punto
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La prima è un asse di Tito da Cesare sotto Vespasiano, con al retro la vittoria su prua di nave (VICTORIA NAVALIS). Difficile dire quale emissione. Servirebbe il rovescio anche della seconda, che mi sembrerebbe raffigurare Agrippa, braccio destro di Augusto.1 punto
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Piastra 1831 (37 mm / 27,59 g) Contorno al D/ - Provenienza: da Coll. privata / ex Artemide Aste1 punto
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Ciao, su questa tua affermazione penso siamo tutti d'accordo. I falsi ci sono e sono purtroppo tantissimi a partire da monete di poche decine di euro di valore economico fino a quelle rare. Queste discussioni sono molto importanti ( soprattutto per noi neofiti) perché didattiche. L'importante,secondo me, è che si svolgano in modo tranquillo e nel massimo rispetto di chi interviene al fine di far capire le cose. Ricordiamoci sempre che si tratta di pareri espressi su foto, con tutti i limiti del caso, percui e facile sbagliare. Compito degli esperti è quello di correggere e ,ripeto, far capire le cose 🙂 ANTONIO P.S. Piccolo OT, ho postato un mio denario di Traiano nella sezione falsi sul quale sarebbe da me gradito un parere da quanti ne hanno voglia e tempo. Grazie1 punto
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salve, effettivamente il dragone sotto questa forma è rappresentato solo sui 20 della provincia di Chekiang mentre l'altro lato appartiene a quella di Szechuan, da quel po che conosco non saprei in che maniera associare le due zecche posso solo dire che quella di Chekiang fu aperta come una piccola zecca nel 1897 e poi modernizzata l'anno successivo e nuovamente chiusa nel 1899. venne poi riaperta nel 1903 fino al 1905 e fusa con quella di Fukien dove venne emesso un pezzo da 20 ma pure se magari per errore o per altro motivo avessero coniato il dritto di Chechiang (dragone) con il rovescio di Fukien non avremmo avuto la moneta rappresentata anche se somiglierebbero molto ma il segno di zecca è chiaramente diverso. credo proprio che sia una moneta falsa anche esaminando bene i contesti. prima foto Fukien seconda foto Chekiang terza foto Szechuan.1 punto
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No, si tratta esattamente di quello che la legge richiede e concede di fare. E adempie a tutti gli obblighi di legge. Andare oltre non avrebbe senso giuridico e non sarebbe neanche legale se non in pochissimi casi di pregressa provenienza pubblica. Si richiede un passo per volta nel procedimento inverso, per tutela degli attori1 punto
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Ciao, moneta autentica con delicata patina. Mi sembra tutto a posto, è un piacevole esemplare per la tipologia. Se la devi acquistare è importante sapere il peso, per scongiurare eventuale tosatura. ps. Sposto la discussione nella sezione dedicata alle monete napoletane1 punto
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Si ,anche i depositi del museo archeologico di Napoli non sono musealizzati a essendo proprietà dello Stato non credo che qualcuno possa , ufficialmente,anche solo pensare di commercializzare tali oggetti. Anche perché sta' tonnellata e rotti di oro montato avrà ormai assunto dignità di insieme numismatico con valenza storica..1 punto
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Non so se il paragone calza ma potremmo dire lo stesso del tesoro di Como,1000 monete più o meno rare non hanno scalfito minimamente le quotazioni delle varie tipologie in questione giacche' tali monete non approderanno mai al mercato antiquario essendo esse musealizzate.1 punto
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ok quindi parliamo di un aspetto che però è psicologico, non numismatico .... sapere che questa cosa esiste, anche se non è in vendita e non lo sarà mai, cambia il mio approccio alla cosa stessa.... non lo capisco...non mi sembra perfettamente logico... ma la cosa c'è è ne prendo atto. grazie comunque per la risposta e scusate "l'intormissione"1 punto
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Non sono ancora in grado di dare giudizi autorevoli sulle monete che lascio quindi agli esperti del forum, magari imparo qualche cosa anche io, come contributo, sperando possa essere utile, metto come paragone quella in mio possesso che sono certo essere autentica perché acquistata da un negozio di fiducia: Asse, coniato da Caligola, 37-41 d.C., Roma, RIC 58, 10.53g x 27mm Al D/ M AGRIPPA L - F COS III; testa coronata di rostri. Al R/ S - C; Nettuno con delfino e tridente.1 punto
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@Atexano E' sempre bene non attaccarsi a vecchie discussioni (questa e' di sei anni fa) in quanto dopo così tanto tempo si e' ormai perso il filo conduttore. A meno che non si voglia dare loro una rinfrescata apportando qualche novità significativa ad esse attinente. Ho visto che hai già aperto una discussione sulla tua moneta in area "identificazioni". Se lo ritieni opportuno, potresti magari citare questa discussione nella tua. Capisco la tua fretta di avere una risposta, ma devi considerare che la maggior parte delle persone che scrivono qui sul forum lo fanno nel poco tempo libero (sempre più poco, in verità) che hanno a disposizione. Ciao. Stilicho1 punto
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per non essere fraintesi cerco di fare chiarezza sul mio discorso. La Lipa (che in sloveno significa tiglio) fu un progetto di una moneta slovena avviato nel 1989 da un certo Oblak-Hamurabi durante i primi giorni della disgregazione della Jugoslavia. Nel 1991 la Slovenia decise di non adottare questa moneta ma il Tolar, che tradotto significa Tallero. Il Tolar entrerà in circolazione nel 1992 come tutte le monetazioni dei paesi uscenti dalla Jugoslavia. (infatti anche Croazia e Bosnia hanno fatto alla stessa maniera creando prima un sistema monetario non ufficiale) La Lipa non è mai stata adottata quindi non ha carattere ufficiale come non lo hanno nemmeno le banconote di cui sono protagoniste nella discussione. l'idea di queste monete nasce innanzitutto per uno scopo ben preciso che è quello di dare alla Slovenia un inizio di percorso verso la ufficializzazione di una moneta sovrana. (esistono anche produzioni in argento e oro).1 punto
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Rocco, ti ringrazio per l’apprezzamento nei riguardi della mia moneta. Insieme a te, ringrazio anche Domenico. La considero una moneta importante e particolare, degna della massima attenzione, con un rovescio ben definito e date chiaramente leggibili sia al dritto che al rovescio. Caratteristiche non certo comuni per questa tipologia.tipologia. Saluti.1 punto
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Il bello del Convegno di Pistoia, fin dalla prima edizione a cui avevo partecipato, e’ questo sapiente mix di unire l’ambito commerciale con quello culturale di presentazioni libri o relazioni creando maggiori interessi e opportunità di partecipazione all’evento.1 punto
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Mi sembra di averlo già scritto in altro post. La “nota 56” è presente nel lavoro a firma Silvana Balbi de Caro, COLLEZIONE REALE E IL SUO COMPLETAMENTO NEL 1983, in Bollettino di Numismatica n. 1/2012 “La collezione di Vittorio Emanuele III e gli studi di storia monetaria.” https://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/apriArticolo.html?idArticolo=43&from=C Si legge: … Nell’aprile del ’45 anche l’oro della zecca venne trasferito da Fortezza a Roma dalle forze alleate assieme alle restanti partite di lingotti, verghe e monete della Banca d’Italia: si trattava di 13 barili per un peso dichiarato dalla zecca, e mai verificato dalla Banca, di kg 1677,000000[56]. … [56] CARDARELLI - MARTANO 2000, p. 150 e ss. Dopo il passaggio della zecca italiana dal Ministero del Tesoro all'Istituto Poligrafico dello Stato (L.154/1970), dalla Tesoreria Centrale furono acquisiti alcuni barili ed alcune bisacce contenenti monete d'oro, preziosi e medaglie, già depositati in cauta custodia presso la Zecca. Nel 1992, con decreto del Ministro del Tesoro del 25 maggio, ad un'apposita Commissione di esperti, appartenenti alle Amministrazioni del Tesoro, dei Beni Culturali e dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, venne assegnato il compito di procedere alla ricognizione, catalogazione e valutazione delle monete e dei valori esistenti presso la Tesoreria Centrale dello Stato o presso la Zecca. I lavori di verifica sono terminati nel 2009. Oltre a una grandissima quantità di monete in oro di circolazione, specialmente sterline, marchi, franchi e dollari, il fondo esaminato dalla Commissione interministeriale ha rivelato l'esistenza, per la parte italiana (oltre 10 mila pezzi), di un significativo numero di monete per collezionisti, emesse dallo Stato ed evidentemente rimaste invendute. Tra le monete in oro emesse a nome di Vittorio Emanuele III sono da segnalare le 100 lire del tipo Aquila sabauda del 1903 (alcune decine di esemplari) e del 1905 (pochissimi esemplari); quelle del 1923 con il tipo del fascio littorio, emesse per il primo anniversario della marcia su Roma (oltre 5 mila pezzi); quelle del 1925 emesse per celebrare i primi 25 anni di regno di Vittorio Emanuele III con il tipo Vetta d'Italia (parecchie centinaia di esemplari); alcune prove in oro delle 100 lire del 1931 del tipo Italia su prora modellate dal Romagnoli (anni '31/IX, *31/ X e 32/X); le 100 lire del 1936 con il littore di primo tipo e del 1940 con il littore di secondo tipo (alcuni esemplari, tra cui alcuni pezzi di prova del 1940/XVIII proof). Consistente anche il lotto dei pezzi da L. 50 del 1936 anno XIV della serie dell'Impero (tra cui alcune prove) e la serie completa del Boninsegna del 1912 con il tipo dell'Aratrice (nel complesso parecchie centinaia di pezzi), oltre ad un consistente numero di esemplari diversi tra loro per taglio, anno di emissione e metallo. All’epoca (2010) gli autori del libro citato di cui apre la Nota 56 erano: Sergio Cardarelli (Orte, 1953) è funzionario dell'Ufficio Ricerche Storiche della Banca d'Italia e responsabile dell'Archivio storico. Ha pubblicato alcuni studi di storia economica e bancaria. Renata Martano (Napoli, 1959) è archivista presso l'Ufficio Ricerche Storiche della Banca d'Italia, Settore Archivio storico.1 punto
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1913 CARLO ROMUSSI (MILANO 1847 - MILANO 1913) Avvocato, giornalista e politico Italiano, studioso della storia milanese. Scrisse in due volumi: Milano ne' suoi monumenti, 1875; Il libro delle società operaie, 1880; I grandi italiani. Carlo Cattaneo, 1884; Il Duomo di Milano, 1902; Storia d'Italia narrata al popolo, 1910; Manualetto del cittadino italiano,1910; Milano che sfugge, 1913; LE CINQUE GIORNATE DI MILANO nelle poesie, nelle caricature, nelle medaglie del tempo, 1894. Anche Numismatico che ha collezionato Monete e medaglie di Milano. Bronzo argentato, mm.70 - Autore Ernesto Bazzaro, stab. GIOVANOLA1 punto
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Parliamo degli oggetti postati. Non si tratta di monete ma di amuleti. La scritta al dritto recita "Zhengde Tongbao" (正德通寶) ovvero "Zhengde - Una moneta contante"... ma non è una vera moneta. Per spiegarmi meglio riprendo una vecchia discussione di qualche tempo fa. L' imperatore Zhengde ( 正德 26/10/1491 – 20/04/1521), apparteneva alla dinastia Ming, di cui fu l'undicesimo regnante (dal 1505 al 1521). Il suo vero nome era Zhu Houzhao, ma quando salì al trono (a soli 14 anni) prese il nome " Zhengde ", che significa "giusta virtù". Era il figlio maggiore dell'imperatore Hongzhi e il suo regno fu caratterizzato dal nepotismo e dai suoi comportamenti così infantili da sembrare un folle. Dopo essersi ubriacato (come era solito fare) cadde da una barca e, a causa delle conseguenze di questa caduta, si ammalò e mori a soli 29 anni. Sotto il suo regno non furono coniate monete in contanti in lega di rame, tuttavia esiste un numero molto elevato di amuleti Zhengde Tongbao (正德通寶) , la produzione di questi amuleti (in ottone) simili a monete iniziò dal tardo periodo della dinastia Ming ma vengono prodotti ancora oggi (poi parliamo dei tuoi). Da notare che le monete cinesi non avevano alcuna figura sul retro, e solo dopo il 1657 le monete riportano un dritto cinese di quattro caratteri e un rovescio manciuriano di due caratteri. Tirando le somme: Nei tuoi amuleti, la parte frontale raffigura una moneta cinese (mai coniata) con la scritta Zhengde Tongbao (正德通寶) circondata dalle figure di un Long (Drago leggendario) e una Fenghuang (uccello femmina leggendario della mitologia cinese... una sorta di fenice). Questi, nel loro insieme, simboleggiano il matrimonio e l'unione tra una parte maschile (L'Imperatore, Drago) e una parte femminile (L'Imperatrice, Fenghuang). Questi amuleti venivano regalati per occasioni speciali (matrimoni, nascite ecc,) come portafortuna. Sulla loro autenticità... non posso pronunciarmi.1 punto
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taglio: 2 euro cc paese: germania F anno: 2023 B tiratura: 4.800.000 condizioni: spl città: trieste note: NEWS!!! taglio: 2 euro cc paese: lettonia anno: 2021 tiratura: 412.000 condizioni: bb+ città: trieste note: NEWS!!!1 punto
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saluti a tutti, da organizzatore del Convegno di Salerno, mi permetto di dare qualche specifica ulteriore. 1) L'area militare dove sorge la stazione marittima di Salerno, e' interdetta al passaggio veicoli se non autorizzati ( autorizzazione all'ingresso carico /scarico e costo della sosta per espositori fuori regione SONO A TOTALE CARICO della organizzazione) 2) l'area e' presidiata da sbarra di ingresso con guardiola tra due edifici , uno della GDF e l'altro della Capitaneria di Porto che ha autorita' sulla zona portuale. 3) 35 le telecamere tra esterno ed interno che supervisionano la zona della esposizione. 4) 7 elementi della security incluso guardianìa notturna armata e in borghese hanno sorvegliato tavoli, ingressi e esposizione (ANCHE questi a totale carico della organizzazione) 5) la zona di Carico e Scarico pertanto era protetta da telecamere e personale queste cose ovviamente hanno un costo, un costo che spesso gli organizzatori NON vogliono pagare per intascare cifre che dovrebbero invece essere destinate alla esposizione. Le scelte di altre organizzazioni di non inserire elementi di sicurezza, di non stipulare un contratto con una societa' di sorveglianza diurna o notturna, di utilizzare location economiche o fuori mano o disagevoli, sono figlie della avidita' organizzativa. Da imprenditore credo illuminato, ho scelto di fare piazza pulita di questi errori e di investire nella qualita'; il tempo mi ha dato ragione. Il meteo quest'anno non ci ha consentito di fare aperitivo sul mare, ma la esposizione ha premiato economicamente tutti gli espositori e garantito ai collezionisti di aggiungere un pezzo o piu' alle loro collezioni. La presenza di produttori che hanno esposto, come la Leuchtturm, direttamente dalla germania, la presenza di 5 case d'asta, e di quella di espositori da ogni regione ncluso le isole di Sardegna e Sicilia, ci hanno gratificato pur essendo solo la seconda puntata della kermesse. Questo vuol dire che non basta avere un pedigree di decenni per fare una fiera di grande qualità. L'appunto sulle luci lo ricevo e lo prendo a spunto per migliorare ulteriormente il servizio di illuminazione che era gia' stato implementato e arricchito dalla prima edizione dello scorso anno, ma migliorare si puo' e SI DEVE. Ultima nota a margine: mi occupero' anche della organizzazione del primo convegno di Giulianova, per creare lo stesso standard qualitativo per una nuova esposizione nel centro italia. Mancano a mio parere le basi strutturali e la voglia di INVESTIRE economicamente (anche magari andando in perdita per qualche anno) per CREARE e MANTENERE un successo espositivo; ma ci proviamo almeno per Salerno e spero Giulianova. Un saluto a tutti Pierpaolo Irpino.1 punto
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Premetto che condivido in toto quanto scritto da @Tinia Numismatica. Purtroppo, a mio parere, questo non è un attestato di provenienza. Ció che il venditore si è limitato ad attestare è l’autenticità della moneta. E certamente non basta richiamare l’art. 64 per fare assumere a questo documento la valenza di attestato di provenienza. La cosa peggiore è che il venditore non si è neanche sforzato di scrivere “attesto ai sensi dell’art. 64 CdB la lecita provenienza della moneta”, come pure molti fanno (secondo me sbagliando) ma almeno sarebbe stato qualcosa…1 punto
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Vale milioni!!! Avevate mai visto prima un 100 LIRI?? Un unicum! 🤣🤣🤣1 punto
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Buonasera a tutti, per far compagnia alle piastre di @El Chupacabra, posto una delle mie Napoletane. Piastra 120 grana Ferdinando II millesimo 1834, Taglio inciso al rovescio, scusate per le foto, oggi la luce è pessima. ? Riporto una triste notizia di quell'anno. Voi volete provare ad aggiungere qualcosa, magari come si comportò Ferdinando II ?. VESUVIO Eruzione effusiva ed esplosiva Data : 23 agosto 1834 - 10 settembre 1834 Comuni della Provincia di Napoli interessati dall'evento : Lava tra Boscoreale ed Ottaviano. Distrutto il borgo di Caposecchi e di S. Giovanni (800 persone senzatetto). Saluti Alberto1 punto
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Buonasera a tutti, oggi festeggio 4 anni di Forum, e voglio farlo con il mio primo 9 cavalli di Ferdinando IV entrato in Collezione Litra68. Millesimo 1790 Torre Lati Curvi Riporto una breve nota presa dal Web. Era un abilissimo spadaccino, ottimo cavaliere e tiratore infallibile e grandissimo cacciatore e pescatore non di meno. Infatti, per la maggior parte del suo tempo si divideva tra le sue riserve di caccia e le rive del lago Fusaro. Saluti Alberto1 punto
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Ciao a Tutti, Condivido la mia Piastra 1844, scusandomi per la scarsa qualità delle foto ( scansionata qualche anno fa ). Noto 5 pallini nello stemma del Portogallo. Ciao Beppe1 punto
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Buongiorno a tutti, a me come millesimo manca ancora, al tuo esemplare manca il punto dopo HIER Riporto una nota trovata sul web. Alla fine Cito l'autore. Un grande freddo spopolò le strade di Napoli al crepuscolo serale il venerdì 12 dicembre 1844. Borea impetuoso e mulinante negli incroci; a sollevare nembi di polvere verso i piani alti dei palazzi; a sfuriarsi rompendo invetriate, menando giù dai parapetti delle altane vasi di pianticelle. Il vento come invisibile invasato spalancava e sbatteva portoni, urlava sotto i cornicioni e come anima furiosa incalzava da dietro i passanti. Il mare del Chiatamone tempestoso con livide onde a frangersi contro i neri scogli di Castel dell’Ovo. Quel giorno fu il genetliaco di re Ferdinando II e peccato che il vento aveva spento luminarie e lanternini accesi dalla fedelissima Napoli nella solenne festività di Corte. Il giornale ufficiale nel dare il giorno dopo la relazione delle feste in occasione del 34° natalizio dell'Augusto Padrone, aveva scritto che il tempo era stato abbastanza giulivo. Invece avrebbe dovuto chiamare fazioso il vento nell’essersi divertito a spegnere la spontanea illuminazione. 14 marzo 2008 Giuseppe Costantino Budetta Saluti Alberto1 punto
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