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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/27/24 in Risposte

  1. Buonasera a tutti, @fricogna, stavo leggendo il tuo quesito, partirei dalla premessa che tutti i tondelli delle pubbliche di Filippo IV sono ottenuti per fusione. Poi abbiamo pubbliche totalmente fuse e publiche battute al martello. Tu stesso sottolinei che per quelle in buona conservazione le differenze caratteristiche sono ben evidenti. Mentre hai difficoltà con quelle in conservazione inferiore. Direi che la visione di più esemplari porterebbe ad affinare la vista e ad individuare con buona probabilità se si tratta di una pubblica totalmente fusa o coniata. Riguardo al diametro, come direbbe un mio Amico, difficile trovare delle monete Vicereali di diametro uguale e con il taglio perfetto. L'osservazione del taglio sarebbe di aiuto per capire l'eventuale tipo di fusione. Nel frattempo che aspettiamo altri interventi. Ti consiglio di dare uno sguardo alle discussioni che sono qui in sezione, dove c'è una carrellata di Publiche per tutti i gusti. Saluti Alberto
    3 punti
  2. Buonasera, condivido una mia Piastra 1855 (27,52 g / 37 mm) con alcune curiosità: al R/ corona con cerchio completo in basso (Traina 249 / Luccioni 74); Due leoni sovrapposti (come 1856, Traina 280 / Luccioni 88); sul C/ manca il giglio (come 1856, Traina 281 / Luccioni 92). Nota: la corona di questo specifico conio, con sotto-corona chiuso o completo - forse a causa di un'illusione ottica - potrebbe apparire più piccola del normale, ma non lo è. A tal proposito, allego una GIF comparativa. Mi preme aggiungere anche due parole per i neofiti. Le Piastre che presentano queste curiosità, come ad esempio il leone ribattuto, potrebbero essere proposte su annunci di vendita - magari a cifre spropositate - con la dicitura: variante rara "leone a sette zampe". Queste semplici curiosità, non aumentano il valore economico delle Piastre.
    3 punti
  3. La discussione è stata ripulita sia dal linguaggio inappropriato che da espressioni poco carine che possono suscitare (e hanno suscitato) qualche risentimento. Dato che qui non siamo su Facebook dove tutto è permesso, siete cortesemente pregati di moderare i termini. Tenete presente che attraverso un testo scritto è più facile equivocare, per cui un minimo di empatia mentre si scrive un messaggio sarebbe cosa gradita, che andrebbe a tutto vantaggio del Forum. Grazie a tutti per la collaborazione
    2 punti
  4. @Moro85000 Ho visto che stai postando diverse monete romane imperiali da identificare. Si tratta di monete che, al di là del loro valore veniale, hanno un importante valore storico. Hai tra le mani pezzi che hanno viaggiato nello spazio e nel tempo, passando in chissà quante e quali mani, per arrivare poi a te. Affascinante, non trovi? Quello che posso consigliarti (da semplice appassionato quale sono io) e' di unire al collezionismo anche lo studio della monetazione romana imperiale, magari con qualche lettura (libri, riviste, forum....). Vedrai così che, pian piano, collezionare diventerà più appassionante ed anche più divertente. Ciao. Stilicho
    2 punti
  5. Il Gigante 2024, la classifica Comune fino allo SPL, e NC in FDC, come valore 30 euro in SPL, e 350 in FDC.
    2 punti
  6. Ciao @Sandokan il tiralacci è utilissimo per la pesca sportiva per serrare i nodi.
    2 punti
  7. Ciao, si tratta di un sesterzio dell'imperatore Massimino Trace con la Fides Militum ( segno di reciproco rispetto tra l'imperatore ed il suo esercito, molto importante in questa fase storica per le sorti degli imperatori) personificata sul rovescio. Posto foto di esemplare simile per corretta catalogazione. Sul suo valore economico non posso esserti di aiuto🙂 ANTONIO
    2 punti
  8. Ciao, bel sesterzio. Si tratta dell'imperatore Treboniano Gallo e sul rovescio vi è la personificazione della dea Virtus. Posto foto di esemplare simile per catalogazione 🙂 ANTONIO
    2 punti
  9. Anche in questo caso...nonostante le foto sfocate... e sempre che non mi sbagli, concordo con @gennydbmoney sul fatto che sia un Quadrante in bronzo. Come quello già postato in precedenza, anche questo è stato coniato a Roma nel 9 a.Csotto Augusto dai magistrati monetari Lamia, Silio e Annio. Dritto: LAMIA SILIVS ANNIVS attorno a un Simpulum (coppa sacrificale) e un Lituo (bastone pastorale), Rovescio: III VIR AAAFF attorno a SC Rif. RIC 421
    2 punti
  10. Ciao, bella la tua moneta, ho un rapporto particolare con i sesterzi di Filippo l'Arabo, caso vuole che ne abbia due proprio del tipo con la Felicitas, li metto qui per condivisione e per ulteriore riferimento se può servire, il primo è un RIC 149a, il secondo è un RIC 150a:
    2 punti
  11. Buonasera a tutt* Di recente acquisizione vi porto questo sesterzio di Filippo l'Arabo. Sebbene il rovescio non sia dei migliori e lasci intravedere un'Annona con cornucopia e spighe, il colore della patina mi ha convinto a prenderla! Cosa ne pensano i collezionisti di III secolo (e ovviamente tutta la community di Lamoneta😁) ? Grazie a tutti per eventuali feedback! FILIPPO I L'ARABO, 244-249 d.C., SESTERZIO D/ IMP M IVL PHILIPPVS AVG, busto laureato con corazza e paludamento a d. R/ ANNONA AVGG / S C, l'Annona stante a sinistra con un mazzo di spighe ed una cornucopia; ai suoi piedi un modius Rif. bibl. RIC 168a ; Cohen, 26
    1 punto
  12. Ti allego le pagine 599 e 613 del RIC VI: Un segno di valore che esiste a Antiochia sia all’esergo che nei campi Un po’ nascosto tra due Parcae su questo aureo: A Tessalonica e a Serdica lo troviamo nei campi. Si vede sull’ aureo di abdicazione di Serdica della vendita Trau, tra Quies e Providentia.
    1 punto
  13. E grazie a Dio, aggiungerei!
    1 punto
  14. Sono sempre io, ho qualche moneta da identificare e come da regolamento faccio post separati, altrimenti se mi autorizzate posso farne anche uno con tutte. Questo anche è un sesterzio 30 mm e 17,72g di peso, vorrei sapere di chi imperatore si tratta gentilmente. Scusatemi per il disturbo e grazie per l’attenzione
    1 punto
  15. Ciao Apollonia, raccolgo la sfida perché me ne venne regalato uno simile, anche se vedo proprio ora che Stefanoforum mi ha preceduto. Il mio contiene otto punte di cacciaviti che vanno infilate in quella che può sembrare una penna stilografica che le trattiene in quanto sono magnetizzate. Lo tengo in un cassetto della scrivania e sporadicamente mi capita di utilizzarlo. E' di acciaio cromato e zigrinato alle estremità, nel complesso un bell'aspetto.
    1 punto
  16. IL ritratto di S. Barbara e dello stesso stile della medaglia precedente, a mio parere è sempre lo stesso periodo , fine XVII inizio XVIII sec.- Ciao Borgho
    1 punto
  17. il foro alla base del cono è rotondo o sfaccettato? Se fosse esagonale come sembra potrebbe essere un porta inserti tipo cacciavite (o giravite non so come o chiami) tipo questi
    1 punto
  18. Il primo numero del codice è 3, ed indica allevamento in gabbia. Le uova da allevamento biologico hanno il codice che inizia per 0.
    1 punto
  19. Altra moneta da identificare, sesterzio 32 mm 23,60g, vorrei sapere di chi si tratta e se è in rame. Grazie mille a tutti
    1 punto
  20. per 10€ direi che è un acquisto molto ben fatto
    1 punto
  21. Infatti l'ho notato anch'io questa differenze di valutazioni di giudizio.Mi fai ricordare un tempo quando ero uno studente liceale andai in un negozio numismatico a Torino, e acquistati un 5 lire 1956 a 150 euro come BB pieno. Poi un giorno lo misi in vendita su eBay e non sapendo ancora bene i gradi di conservazione la Vendetti come BB+ ( come detto dal perito)e quando sentii l'acquirente molto arrabbiato con feedback altamente negativo ( che sembrava quasi denunciarmi) perché per lui non era affatto BB ma MB in quanto al dritto aveva un profondo graffio se non addirittura solco ma io allora ero ignorante nelle valutazioni altrimenti sarei tornato con la moneta dal perito per riavere i soldi. Guarda per 10 euro ioi aspettavo anche BB. Dal vivo è molto migliore che in foto e i segni che si vedono in foto sono con ingrandimento X5 e ad occhio nudo non si vedono.
    1 punto
  22. Buongiorno, si tratta di un comune sesterzio di Antonino Pio. I sesterzi erano monete in oricalco, una lega composta da rame e zinco, simile all'ottone.
    1 punto
  23. Azzeccagarbugli lo vai a dire a qualcun altro. Scrivo su questa sezione gratuitamente e per puro spirito di collaborazione, nella speranza di fare cosa gradita agli utenti del forum. Di solito mi pagano per scrivere. L’esibizione è qualcosa che si addice ai clown o ai teatranti e tu non sei nella posizione di “pizzicare” nessuno. Poi ti ricordo - e lo faccio anche ai curatori - che questa sezione si chiama questioni legali, ragion per cui si dovrebbe parlare solo di diritto, non di altro. Quindi sono i tuoi interventi ad essere fuori contesto. Qui le questioni si dovrebbero affrontare solo sul piano legale, non del “sentimento”. E parlare di diritto implica necessariamente citare norme e leggi. Quando si parla di monete intervengo in punta di piedi e sempre nel rispetto di chi per professione di quelle si occupa. Anche il paragone che fai, quindi, è fuori luogo. Chi ogni volta che scrive dà l’impressione di essere sull’ aventino sei tu e non te ne rendi neanche conto. Chissà perché buona parte delle discussioni in cui metti parola finiscono con inutili e sterili polemiche. Ti dovevo una risposta. Non sono sul forum per farmi offendere e non è la prima volta che tu lo fai, come in questo caso (nonostante io abbia mantenuto nei tuoi confronti un tono sempre garbato e rispettoso). Chissà se di persona sei solito interagire con gli altri con gli stessi toni che utilizzi sul forum. E con questo chiudo una volta per tutte. Questa sezione ha già il suo oracolo di Delfi. Saluti.
    1 punto
  24. Giustissimo, sicuramente riconducibile a Francesco I e quasi sicuramente medaglietta ricordo, anche se è un po' scarna in quel senso (in questi casi, normalmente, proprio perché "ricordo", le scritte sovrabbondano...). Comunque, giusto per conferma e riprova di quanto detto da @Andy66, allego una foto da me scattata alcuni anni fa durante la visita al castello di Chambord; un soffitto costellato di salamandre, alternate al monogramma "F" di Francesco I...
    1 punto
  25. Dovrebbe trattarsi di una medaglietta ricordo del castello di Chambord, costruito nel 1515 dal Re Francesco I di Francia oppure di uno degli altri innumerevoli siti storici francesi. Mi spiego meglio: Il sovrano francese Francesco I elesse, quale suo animale protettore, la salamandra. Francesco I l’aveva scelta come suo emblema in quanto le credenze popolari dicevano che l'animale avesse il potere di resistere alle fiamme. Il motto scelto dal sovrano fu : "Nutrisco et extinguo" (Mi nutro del fuoco buono e tengo lontano il fuoco cattivo). Nel castello ci sono scolpite centinaia di immagini dell'animale sormontato dalla corona di Francia... da quel momento diventò simbolo della regalità francese e riprodotta anche dai sovrani successivi ovunque. L'immagine si trova anche scolpita e dipinta in molte cattedrali francesi (sempre dal 1500 in poi) e castelli (fantastiche sono quelle del castello di Blois). Nel retro della medaglietta sembrano esserci due marchi ... ma la foto non permette di esserne sicuri. (riporto la foto con indicazione del punto). Però potrebbero essere solo riflessi o anche ammaccature... sarebbe meglio verificare (alcune di queste medagliette sono anche state fatte in metalli più o meno preziosi). In ogni caso un ottimo spunto per riscoprire un pochino di storia europea. 😉
    1 punto
  26. Ribattezziamo il thread Porno Banconote da tutto il mondo? :-)
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  27. Qui voglio andare contro corrente, i rilievi sono talmente belli e netti che se non fosse per quei segni, che bisognerebbe vedere cosa sono, le foto non sono il massimo, forse potrebbe avere ben più di SPL. Dalle foto che vedo io dico SPL+, ma forse potrebbe essere pure meglio.
    1 punto
  28. Scusa ma tu sei l'ennesimo utente in questi giorni che quando fa una richiesta di identificazione si dimentica 1- di allegare le foto di entrambe le facce 2- non mette peso e diametro Ma per curiosità lo leggete il regolamento ? O i consigli per aprire una richiesta di identificazione ? O al meno gli date un'occhiata alle altre domande che fanno gli altri prima di voi ? Tanto per sapere, perché sembra veramente che non ve ne freghi niente e vogliate tutti subito solo una risposta e basta. Per potervi aiutare in modo corretto servono quelle informazioni, ma se non le mettete come possiamo aiutarvi ? Non volevo accanirmi con te nello specifico, ci mancherebbe non ti conosco e non mi hai fatto niente di male personalmente, però davvero diventa ridicolo che ogni giorno si debbano ripetere le stesse cose. E poi è anche una questione di logica: per riconoscere una moneta devi per forza di cose guardare entrambi i lati e sapere i suoi soli 2 dati (peso e diametro) che non credo che necessitano di una conoscenza stratosferica (il righello in casa penso proprio che lo abbiamo tutti; mentre per la pesatura se non si ha un bilancino, si può sempre andare da un orefice e chiedergli la cortesia di pesare). Ripeto la mia non voleva essere una paternale nei tuoi confronti, ma è uno sfogo perché mi sembra che ci sia un problema: o noi che non comunichiamo bene su come si debba fare una richiesta (ipotesi remota dal momento che chi sbaglia è una minoranza); o voi che non leggete bene come funziona (ma non perché vogliamo fare i pignoli, in quanto quelle informazioni ci servono per aiutare voi).
    1 punto
  29. Il tiralacci da corsetto è un vecchio arnese da toilette che serviva alle signore per raggiungere punti della schiena inaccessibili alle sole mani, in modo da stringere i lacci del corsetto. L’arnese può servire anche a tirare i lacci delle scarpe che rimarranno saldi e stretti, garantendo un’allacciatura compatta. Il tiracci è anche utile per slacciare velocemente la scarpa. I tiralacci moderni (Lace puller in inglese) non terminano a forma di gancio ma ad angolo. apollonia
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  30. Vado al massimo! Vado a gonfie vele! 😁
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  31. Ciao Rocco, il "lavoretto" pare molto rozzo, penso che il deturpamento non è di certo coevo alla moneta, penso a dei vandali del nostro tempo... ma c'è da dire che non hanno infierito sulle scritte e sul profilo del Re, volevano renderlo portativo? Non so a che cosa poteva servire ridurre il diametro, solo per divertirsi su un vecchio tondello? Non vorrei che l'hanno fatto per farla entrare in un portachiavi che aveva un diametro inferiore!
    1 punto
  32. Tentatore! Ecco il mio "Campione" : era un OTTO TORNESI del 1816 , regnante Ferdinando IV . Foto del venditore, non so come hanno potuto ridurlo così....forse prima lo hanno martellato riducendolo di diametro e poi con colpi di lima ne hanno abbassato il bordo. @caravelle82 e tutti gli Amici del Museo....cosa ne pensate di questo Orrore. un caro saluto, Rocco.
    1 punto
  33. Il numero sul certificato è quello di ingresso. Da nessuna parte ho scritto che sul registro non vada segnato il numero di uscita. Entrambe le operazioni sono obbligatoriamente da registrare . Ciò non toglie che al cliente, più che un anonimo numero ( e solo uno) riferibile all’operazione, non si è tenuti a fornire. Le aste, neanche quello . E non ho bisogno di esibizioni di articolistica giudiziaria per affermare ciò La probatio diabolica non è richiesta neanche dall’articolo 64 se applicato come è scritto, viene( o meglio veniva) richiesto in base ad una mala applicazione dello stesso ma ripudiata ( quasi sempre) poi in sede di secondo e terzo grado , una stortura tipicamente italiana
    1 punto
  34. Inoltre, si evidenzia come il doppio punto sia ricorrente dopo le solite parole ( FERDINAN, HIE, SICILIAR, “D” o “G” del valore ). La qualcosa abbassa ulteriormente le possibilità di una casualità o di un errore. Almeno secondo il mio parere. Saluti.
    1 punto
  35. Salve. Oggi, osservando con maggiore attenzione la recente pubblicazione delle mie complessive 15 monete interessate da doppio punto in legenda ( post 94-95-97 e 106 ), mi sono accorto di un errore. Infatti, nel post numero 97, ho riportato, per la seconda volta, la foto della piastra 120 grana 1795 con doppio punto in verticale dopo "SICILIAR" invece di quella del tornese 1849 con doppio punto in orizzontale dopo "SIC", come previsto in elenco. Mi scuso. Rimedio pubblicandola ora. Dalla pubblicazione ravvicinata delle 15 monete, si evidenzia come la variante "doppio punto" sia particolarmente presente negli anni di fine 1700 e come, in più casi, essa risulti inedita.
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  36. Finalmente sono riuscito ad averla dopo anni e anni di ricerca e speranza nel poterla trovare 🙏🏻
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  37. Questi argentei di abdicazione di Serdica sono estremamente rari. Nell’opera di Georges Gautier « Le Monnayage en argent de la réforme de Dioclétien (294- 312 p. C.) », pubblicato lo scorso anno, se ne conoscono 6 esemplari in totale per i due «seniores augusti », coniati in tre officine (A, B, Δ). Il rovescio è simile ai folles di abdicazione, tranne che per la legenda abbreviata PROVID DEORVM QVIES AVGG. Questo argenteo è quindi il settimo, e non è proprio inedito. Ne troviamo un esemplare per la prima officina al n° 26 bis a del libro di Gautier (Vendita Tkalec, Londra, 21 gennaio 2018) (l’esemplare del Not in RIC per la seconda officina menzionato da @Stilicho è quello 28a ). La legenda al dritto per entrambi gli esemplari è D N MAXIAMIANO F S AVG (felicissimo seniori augusto) e non B S AVG (beatissimo seniori augusto) come descritto da Naumann. Probabilmente stessi conii.
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  38. Ciao, da quanto si può vedere dalle immagini che hai postato si tratta di un sesterzio della tipologia con la Felicitas sul rovescio ( sono ben visibili il caduceo e la cornucopia e la parte finale della legenda COS PP) e non dell'Annona come riportato nella descrizione. Posto foto di un sesterzio simile per corretta catalogazione 🙂 ANTONIO Condivido mio esemplare della tipologia con l'Annona personificata sul rovescio. ANTONIO
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  39. @VALTERI Ciao, qui puoi trovare bronzi con la famiglia di Asclepio al completo https://www.lamoneta.it/topic/205717-bronzi-provinciali-romani-e-mitologia-greca/page/20/#comment-2349865 Igea, divinità salutare ellenica e personificazione della sanità fisica e spirituale, elevata a divinità e ritenuta figlia o moglie di Asclepio, mi è particolarmente simpatica perché il suo attributo è il serpente e anche Olimpiade, la madre di Alessandro Magno aveva familiarità con i serpenti. Secondo numerose leggende, Olimpiade non avrebbe generato Alessandro dal re macedone Filippo II ma da Zeus in forma di serpente. Si diceva inoltre che fosse solita praticare riti orfici e dionisiaci tipici delle popolazioni degli Edoni e dei Traci e portare nelle processioni grandi serpenti addomesticati. Si diceva che Olimpiade fosse solita portarsi i serpenti anche a letto, cosa che avrebbe allontanato Filippo dalla camera nuziale. Ma non è tutto. Dalle fonti storiche sappiamo che Filippo venne ferito da una freccia all’occhio destro, durante l’assedio di Metone nel 355-354 a. C. Plinio ci racconta che la freccia penetrò nell’orbita destra, ma il pronto intervento di un chirurgo, Critobulo di Cos, salvò la vita al sovrano. Da allora Filippo verrà ritratto nelle monete mostrando il profilo sinistro e non più il destro, come era consuetudine. Un pettegolezzo vuole invece che Filippo perse l’occhio ad opera di Zeus per punirlo delle sue sbirciate nella camera di Olimpiade, per curiosare sui suoi rapporti con i serpenti nell’intimità. apollonia
    1 punto
  40. Argomento tenace che necessita (forse) di alcuni punti di riferimento, tra i quali - a mio sommesso avviso - : La punteggiatura «Mentre l'inventario dei grafemi e le regole della loro combinazione è stato abbastanza stabile nel corso dei secoli, lo stesso non si può assolutamente dire per la punteggiatura» (Maraschio 1995), ma, al di là dei cambiamenti storici, ora interessa segnalare alcuni tratti dell'uso e delle norme attuali, ricordando peraltro che la punteggiatura riguarda esclusivamente l'organizzazione sintattica del testo scritto. Il punto (anticamente punto fermo, maggiore, stabile, finale o periodo) si usa per indicare una pausa forte che segnali un cambio di argomento o l'aggiunta di informazioni di altro tipo sullo stesso argomento. Si mette in fine di frase o periodo e, se indica uno stacco netto con la frase successiva, dopo il punto si va a capo. Il punto è impiegato anche alla fine delle abbreviazioni (ing., dott.) ed eventualmente al centro di parole contratte (f.lli, gent.mo), ricordando che in una frase che si concluda con una parola abbreviata non si ripete il punto (presero carte, giornali, lettere ecc. Non presero i libri). «Non è raro, nello scrivere moderno, l'uso del punto fermo dove una volta si sarebbero messi i due punti o anche il punto e virgola. Su ciò non possono darsi regole fisse: il prudente arbitrio dello scrittore giudicherà in ogni caso quel che convenga meglio» (Malagoli 1905: 133). La virgola (detta nel passato anche piccola verga) indica una pausa breve ed è il segno più versatile, «può infatti agire all'interno della proposizione, ma può anche travalicarne i confini e diventare elemento di organizzazione del periodo nella sua funzione di cesura fra le diverse proposizioni» (Biffi 2002). -Si usa, o almeno si può usare, la virgola: negli elenchi di nomi o aggettivi, negli incisi (si può omettere, ma se si decide di usarla va sia prima sia dopo l'inciso); dopo un'apposizione o un vocativo e anche prima di quest'ultimo se non è in apertura di frase (Roma, la capitale d'Italia. Non correre, Marco, che cadi). Nel periodo si usa per segnalare frasi coordinate per asindeto (senza congiunzione, es: studiavo poco, non seguivo le lezioni, stavo sempre a spasso, insomma ero davvero svogliato), per separare dalla principale frasi coordinate introdotte da anzi, ma, però, tuttavia e diverse subordinate (relative esplicative, temporali, concessive, ipotetiche, non le completive e le interrogative indirette). Le frasi relative cambiano valore (e senso) a seconda che siano separate o meno con una virgola dalla reggente: gli uomini che credevano in lui lo seguirono cioè 'lo seguirono solo quelli che credevano in lui' è una relativa limitativa; gli uomini, che credevano in lui, lo seguirono, ovvero 'lo seguirono tutti gli uomini perché credevano in lui', è una relativa esplicativa. - La virgola non si mette: tra soggetto e verbo (se altre parole si frappongono tra questi due elementi occorre prestare più attenzione); tra verbo e complemento oggetto; tra il verbo essere e l'aggettivo o il nome che lo accompagni nel predicato nominale; tra un nome e il suo aggettivo. Il punto e virgola (punto acuto, punto coma) segnala una pausa intermedia tra il punto e la virgola e il suo uso spesso dipende da una scelta stilistica personale. Si adopera soprattutto fra proposizioni coordinate complesse e fra enumerazioni complesse e serve a indicare un'interruzione sul piano formale ma non sul piano dei contenuti («il capo gli si intorbidò di stanchezza, di sonno; e rimise la decisione all'indomani mattina», A. Fogazzaro, Piccolo mondo moderno). I due punti (punto addoppiato, doppio, piccolo) avvertono che ciò che segue chiarisce, dimostra o illustra quanto è stato detto prima. Serianni 1989: I 222 riconosce quattro funzioni dei due punti che sembra utile riprendere: sintattico-argomentativa (si introduce la conseguenza logica o l'effetto di un fatto già illustrato); sintattico-descrittiva (si esplicitano i rapporti di un insieme); appositiva (si presenta una frase con valore di apposizione rispetto alla precedente); segmentatrice (si introduce un discorso diretto in combinazione con virgolette e trattini). I due punti introducono anche un discorso diretto (prima di virgolette o lineetta) o un elenco. Il punto interrogativo (punto domandativo, «che con linea sopra capo... ma tortuosa, si segna», A.M. Salvini, Prose toscane, 1735), si usa alla fine delle interrogative dirette, segnala pausa lunga e l'andamento intonativo ascendente della frase. Il punto esclamativo (affettuoso, patetico, degli affetti, ammirativo) è impiegato dopo le interiezioni e alla fine di frasi che esprimono stupore, meraviglia o sorpresa; segnala una pausa lunga e l'andamento discendente della frase. -I punti esclamativo e interrogativo possono essere usati insieme, soprattutto in testi costruiti su un registro brillante, nei fumetti o nella pubblicità. I puntini di sospensione si usano sempre nel numero di tre, per indicare la sospensione del discorso, quindi una pausa più lunga del punto. In filologia, i puntini, posti fra parentesi quadre, servono a segnalare l'omissione di lettere, parole o frasi di un testo riportato (Malagoli 1912 scriveva: «se indicano un'omissione di lettere in una parola, sono tanti i puntini quante le lettere che mancano»). Il trattino può essere di due tipi: lungo si usa al posto delle virgolette dopo i due punti per introdurre un discorso diretto o, in alternativa a virgole e parentesi tonde, si può usare in un inciso; breve serve invece a segnalare un legame tra parole o parti di parole e compare infatti per segnalare che una parola si spezza per andare a capo, per una relazione tra due termini (il legame A-B), per unire una coppia di aggettivi (un trattato politico-commerciale), di sostantivi (la legge-truffa), di nomi propri (l'asse Roma-Berlino), con prefissi o prefissoidi, se sono composti occasionali (per cui il fronte anti-globalizzazione ma l'antifascismo) e infine in parole composte (moto-raduno, socio-linguistica) in cui tendono a prevalere, però, le grafie unite. La sbarretta serve a indicare l'alternativa tra due possibilità (scelga il mare e/o la montagna) e nelle date è usata al posto del trattino. L'asterisco si usa per un'omissione (nel numero di tre consecutivi: non voglio parlare di quel ***) o in linguistica per segnalare che la parola o la frase non è grammaticalmente corretta o è una forma ricostruita teoricamente ma non attestata. Le virgolette possono essere alte (" "), basse o sergenti (« »), semplici o apici (' '). Alte e basse si usano indifferentemente per circoscrivere un discorso diretto o per le citazioni. Possono anche essere usate per prendere le distanze dalle parole che si stanno usando (e nel parlato si dice infatti «tra virgolette»). Possono essere sostituite spesso con il corsivo, che si usa per parole straniere o dialettali usate in un testo italiano e in citazioni brevi. Le virgolette semplici si adoperano più raramente soprattutto per indicare il significato di una parola o di una frase. In generale, sulla stampa la scelta delle virgolette è fortemente determinata dalle singole regole editoriali. Le parentesi tonde si usano per gli incisi, in concorrenza con virgole e trattino lungo. Le parentesi quadre servono, ma assai raramente, per segnalare un inciso dentro un altro inciso composto con tonde (quindi al contrario di quanto avviene in matematica le parentesi quadre sono dentro le tonde) oppure racchiudono tre puntini di sospensione per segnalare, come già detto, un'omissione. Infine, una raccomandazione sull'incontro tra diversi segni di punteggiatura: eventuali punti esclamativi o interrogativi vanno posti prima del segno di chiusura di parentesi, virgolette o trattino lungo (Con te non parlerò mai più! - urlò fuggendo per le scale), gli altri segni vanno posti dopo la parentesi chiusa: non vi parlerò a vuoto (se avrete la grazia di ascoltarmi), ma vi porterò prove tangibili della mia innocenza. Per le virgolette e il trattino la posizione degli altri segni interpuntivi è meno rigida e può dipendere ancora una volta da singole scelte editoriali. Sul valore di una punteggiatura ben scelta si può concludere citando G. Leopardi, che scriveva nel 1820 a Pietro Giordani: "Io per me, sapendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mai lodata l'avarizia de' segni, e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa, dà luce a tutt'un periodo. Oltre che il tedio e la stanchezza del povero lettore che si sfiata a ogni pagina, quando anche non penasse a capire, nuoce ai più begli effetti di qualunque scrittura". https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/la-punteggiatura/143
    1 punto
  41. Andiamo in Nepal con un 5 paisa del 2022, non proprio di due anni fa! Il calendario lunare utilizzato in Nepal è basato sulla tradizione induista, bisogna aggiungere 56,7 anni al calendario gregoriano (solitamente si arrotonda a 57 anni). Nella tradizione si tramanda che questo calendario fu stabilito dal Re Vikramaditya dopo una vittoria militare sul popolo degli Sciti avvenuta nel 57/56 a.C. 2022 Vikram Samvat = 1965 Il valore nominale come noterete è il simbolo 5 Essendo la moneta del VS 2022 per la data sono bastati solo due caratteri. ps: tutte le monete postate sino ad ora sono di mia proprietà.
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  42. Un birr dell'Etiopia del 1892 La data del 1892 equivale al nostro 1900 in quanto in tale Paese si segue ancora oggi il calendario Giuliano che ha 7 anni e 8 mesi in meno del nostro calendario Gregoriano (per facilità di calcolo si arrotonda a 8 anni). Il calcolo della data etiope necessita di una formula: In questa specifica moneta sotto il busto di Menelik II° abbiamo in fila un 10 poi 8 un 100 seguito da 90 e 2 (i 5 numeri dentro i quadratini rossi della tabella) La formula: ( 10 + 8 ) x 100 + ( 90 + 2 ) = 1892
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  43. Buongiorno @Tinia Numismatica, temo di non capire. Chiedo venia e ti prego, te e qualunque altra persona, di seguirmi. Esemplifichiamo così: sono una casa d'aste, bandisco un'asta con tante monete, riesco a vendere a un offerente, preparo l'attestazione di provenienza (lasciamo da parte l'autenticità) e ci scrivo che quella moneta proviene dall'asta stessa appena bandita (vi prego, lasciatemi essere romanamente scurrile: grazie al c....! 😇). Quest'ultima specifica costituisce "provenienza"? Non deve la provenienza riferirsi al passaggio immediatamente precedente all'asta? Se per attestare la provenienza davvero bastasse affermare che questa moneta, messa in codesta asta, proviene... da codesta asta stessa, non siamo difronte a una enunciazione fallace, a una elusione? Non parlo in termini giuridici, non è nelle mie competenze, parlo in termini prettamente linguistici. Lasciamo perdere ora l'ultimo certificato/attestato che ho caricato, visto che si tratta "solo" di un marengo ottocentesco. Ipotizziamo. Se io ricevessi un attestato di autenticità e provenienza secondo cui il triente acquistato proviene niente popò di meno che... dall'asta da cui ho acquistato, io dovrei ritenermi soddisfatto? "Buongiorno, sono l'Autorità. Mi dice per favore da dove proviene la moneta che ha tra le mani?" "Certamente! Viene dal palmo stesso della mano." "Ah, bene! Grazie molte." Non è kafkiano, non è "supercazzolesco", non è tautologico? Grazie per le vostre preziose opinioni.
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  44. DE GREGE EPICURI Bella moneta, anche se dimostra i suoi anni!
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  45. Segnalo l'uscita del nuovo volume della collana "Materiali" n. 72 Giorgio Fusconi, La zecca di Piacenza. Da Francesco Farnese (1694-1727) a Ferdinando di Borbone (1765-1802).
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  46. Salve. Secondo me, nella moneta di Alberto è da individuarsi un doppio punto. Dobbiamo riuscire a convincerci che, quando abbiamo due punti, in verticale o in orizzontale, belli chiari ed evidenti, con molte probabilità abbiamo a che fare con un segno di riconoscimento dell’ incisore. Si tratta della firma dell’incisore o di chi per lui. Chiaramente, capiterà anche quel raro caso in cui possiamo trovarci di fronte ad una casualità, ma si tratterebbe dell’eccezione che conferma la regola. E la regola è, secondo me e secondo logica, che la punteggiatura sia stata usata abbondantemente per segnare “ volontariamente” le monete, sia quando i punti sono in più sia quando sono in meno. Noi riusciamo ad individuare solo quelle variazioni che si presentano evidenti, chiare, ordinate e precise, ma chissà in quante e quali modalità diverse la punteggiatura è stata usata dagli incisori! D’altra parte, quei “segni” dovevano essere riconosciuti da chi li aveva apposti e non da chi aveva la moneta in mano. Di conseguenza, nulla di strano che un punto sia più piccolo o più grande: la firma ogni ogni incisore la realizzava come gli pareva e piaceva! Magari egli puntava proprio a confondere le acque! Come si fa ad incolpare il solito conio ogni volta che incontriamo una variazioni nella punteggiatura? Diciamo, piuttosto, che non ci capiamo nulla! Tutto ciò, naturalmente, se si crede al fatto che le monete venissero “segnate”. In caso contrario…
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  47. Le monete d'argento sono state popolari in rituali magici dal Medioevo in poi in diverse e grandi culture tipo la Cina e l'Europa. In molte parti del mondo, per soddisfare questa credenza popolare diffusa, si coniano appositamente anche dei token in argento da tenere in tasca come portafortuna, negli Stati Uniti invece non hanno bisogno di realizzarli perchè hanno una moneta già esistente :) Il silver dimes "Mercury", ed in particolare quelli con una data di anno bisestile: 1916 - 1920 - 1924 -1928 - 1936 - 1940 - 1944 Questi pezzi sono considerati particolarmente fortunati ed i giocatori d'azzardo li portavano addosso come portafortuna, usanza che continua ancora tutt'oggi, se si hanno più esemplari si fanno tintinnare in tasca, pare che portino ancor più fortuna :D Certi siti che trattano amuleti vari vendono questi dime molto usurati anche a 8/10 dollari + spedizione, non importano le condizioni, basta che si intravede una qualsiasi data bisestile, in buona sostanza c'e' chi, digiuno in materia, e non conoscendo il mercato, le paga anche sino a 5 volte tanto il loro reale valore. I dime americani in argento coniati in precedenza (dal Draped bust al Barber), ed i successivi (Roosevelt), anche se di annate bisestili non godono di questa fama, deve essere necessariamente un Mercury. La cosa nasce dal fatto che Mercurio era un dio che, tra le altre cose, proteggeva anche i giocatori d'azzardo. In verità sulla moneta è raffigurata una Liberty, ma la sua straordinaria somiglianza con il messaggero degli dei la portarono ad essere popolarmente riconosciuta sin da subito come dimes Mercury. __________________________ Parto svantaggiato poichè faccio solo la tipologica, quindi ne ho solo una ed è del 1918 (non bisestile)
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