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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/08/24 in Risposte
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Guardandolo con una lente d'ingrandimento non è un capolavoro in miniatura..?! Sono piccoli viaggi.. o se vogliamo monumenti cartacei. Sono tante cose. Anche quelli che non valgono niente a volte divertono anche di più.4 punti
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Ciao, oggi condivido un denario dell'augusta Giulia Mamea, madre dell'imperatore Alessandro Severo, con la personificazione sul rovescio della dea Venere Vittoriosa coniato a Roma ( spero ai tempi di Mamea 🙂). Un'augusta che ha lasciato il segno nella vita politica dell'Impero così come la sorella Giulia Domna moglie dell'imperatore Settimio Severo e madre di Geta e Caracalla. Entrambe erano figlie dell'augusta Giulia Maesa, donna volitiva, autorevole e capace tanto da essere il vero dominus delle sorti dell'impero per circa vent'anni, che molto del suo carattere aveva trasmesso loro. Alcune brevi note, in particolare sulla Venere di questa moneta rappresentata stante, con lungo scettro ( o lancia capovolta) a sinistra, con elmo retto con la mano destra ed uno scudo appoggiato ai suoi piedi. Venere ( Venus ) era per I romani la dea dell'amore, della bellezza, della sessualità e della fecondità, equivalente ad Afrodite greca e Turan etrusca. La Venere Vittoriosa ( Venus Victrix) era invocata e ringraziata soprattutto in campo militare per i risultati positivi che si ottenevano grazie alla sua intercessione. Già ai tempi di Cesare veniva riportata sulle monete e successivamente anche su quelle di altri imperatori ed auguste. La data del suo festeggiamento era il 12 agosto che ricordava il giorno dell'inaugurazione del Tempio a lei dedicato da Pompeo, valoroso e scaltro militare che contese il trono di Roma a Cesare, dopo una sua campagna militare andata a buon fine. Da esame diretto il denario risulta coniato, abbastanza centrato ed ha circolato. Grazie ed alle prossime ANTONIO 18,50 mm 2,73 g RIC 3583 punti
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Buonasera, sto seguendo da alcune settimane un piccolo programma di acquisto di antoniniani emessi nei decenni celebri tra Alessandro Severo e Aureliano. La scelta delle monete da collezionare, oltre che dal fascino dei vari personaggi e del periodo, è ovviamente guidata anche da un determinato limite di spesa, il che mi costringe a rinunciare ad alcune figure. Comunque sia, condivido oggi un ulteriore piccolo passo con l’acquisto di un antoniano di Treboniano Gallo: D IMP C C VIB TREB GALLVS AVG Corona radiata, drappeggiato e corazzato v. dx. R PAX – AETERNA. Pax drappeggiata, in piedi di fronte, sguardo a sx, tiene sollevato un ramo di olivo nella mano dx e uno scettro trasversale nella sinistra. Antoniniano; AG Mistura (35% ); emissione 252; zecca di Roma, officina 6°; gr. 3,33; mm 2; asse conio 6; SPL; tipo RIC IV 71; provenienza Coll. Aymé Cornu. (...in verità è difficile conciliare la Pax Aeterna dichiarata sul rovescio con la vita di Treboniano, di cui allego alcuni ritratti). Buona serata, Lucius LX2 punti
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Piastra 1736 G H o Piastra 1747 NEA? esemplari di piastre del 1736 G H ne conosco 5, Di cui 2 in mio possesso la piastra del 1747 con NEA invece di NEAP è l’unica conosciuta, tra l’altro in ottima conservazione. Che ne pensate? Buona serata2 punti
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Quel che si può definife uno "stamp on stamp", ovvero un francobollo che rappresenta un francobollo, oggetto di apposita tematica 😀2 punti
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Confermo il tuo metodo aggiungendo la differenza notevole dell'1 della data oltre che dell'1 del valore.10 lira biga.pdf2 punti
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Ok. Ti dirò, anni fa un banco metalli serio rifiutò di comprarmi un marengo perché in pessime condizioni. Comportamento onesto, niente da dire. Mi sono rivolto ad un piccolo compro oro gestito da Cinesi. Mi hanno dato di più di quanto mi avrebbe dato il banco metalli (e il prezzo del banco metalli era giusto) e mi hanno anche registrato come prevede la legge. Ci sono compro oro seri e non, e banchi metallo seri e non seri (tra cui la sezione metalli di una nota casa d'aste torinese, lasciamo stare, esperienza imbarazzante). L'importante è essere informati. Questo è quello che conta2 punti
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Si, davvero bello. Sotto un 2ptas dei miei, che mi piace molto sia per soggetto che per grafica.2 punti
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Pubblico la locandina del prossimo Convegno di Riccione del 19-20 aprile 20241 punto
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Saluti a tutti gli amici del Forum, fino a poco tempo fa la figura, ma soprattutto la monetazione di Francesco I° era considerata secondaria rispetto a quella del padre Ferdinando IV° e quella del figlio Ferdinando II°. Sicuramente sono importanti le motivazioni storiche, tra le quali i pochi anni di Regno ed il giudizio sulla sua figura inadeguata, incapace di cogliere il fatto che la società stava cambiando verso prospettive più liberali e democratiche. Dal punto di vista strettamente “numismatico” questo Regnante va rivalutato, in quanto fautore di una profonda revisione e ammodernamento della Zecca ( v. Decreti n.100 del 31 Marzo 1825 e quello n. 2329 del 17 Marzo 1829 ). Raffaele Maio @Raff82 e Giuseppe Ballauri @giuseppe ballauri hanno cercato di studiare un notevole numero di Piastre del suddetto Regnante, cercando di fare ordine, catalogare le monete secondo validi criteri e avanzando delle ipotesi sulla successione temporale dei “conii madre”. Con la speranza che questo studio sia utile ai collezionisti, è doveroso precisare che non è un documento accademico, ma solo il lavoro di due persone appassionate che si aspettano non tanto la vostra benevolenza, bensì critiche, correzioni ed integrazioni. Chiunque voglia accedere al documento può cliccare su questo link: https://drive.google.com/file/d/1Pg9Hk8pBLl_Abu6gNntmhMphNW4FAnMW/view?usp=sharing1 punto
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Buonasera, spinto dalla curiosità... Ho fatto un piccolo raffronto tra il "testa grande e testa piccola " così giusto per tenerli insieme a colpo d'occhio. Saluti Alberto Ps. Il testa piccola è, passato in asta Nomisma del 20181 punto
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A titolo di passatempo ho riletto tutta la discussione e rivisto le banconote finlandesi degli anni '20 a suo tempo postate (sotto un particolare). Dopo di che mi sono soffermato sul post di cui sopra dove ne condivido pienamente l'interpretazione allegorica: fertilità, forza e naturalità, le prima due perfettamente correlate ad una specifica parte del corpo. Aggiungerei anche 'fortuna', universalmente riconosciuta e comunemente definita come colpo di cu. e di certo in quelle banconote cu. non ne mancano...... sempre allegoricamente parlando!1 punto
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Buonasera @Oppiano, nessuna stella, è un escrescenza di metallo appena visibile.....non avrebbe avuto nessun significato la stella in quel punto!1 punto
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Complimenti, gran bella piastra e grande rarità. Un saluto Raffaele.1 punto
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qualsiasi forma di oro o metallo prezioso è bene accetta, ma da quello che ho capito l'oro di borsa delle monete tende a mantenere nel tempo il suo valore, nei posti giusti, l'oro diverso ha la sua giusta quotazione, anche presso i compro oro, solo se in 999,99 di purezza, al netto delle loro commissioni. Se hai un amico orafo che ti fa il piacere di pagartelo bene dallo a lui.....hahahahahahahahahaha!!!!!!!! Un caro saluto1 punto
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Ciao, no non è mio . Per ora sono interessato alle monete imperiali. Certo che un denario di Cesare per chi colleziona monete romane è comunque un'icona. Forse in futuro chissà. In bocca al lupo per la tua ricerca 🙂 ANTONIO1 punto
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Portogallo, 1900, 100 o 50 Réis https://en.numista.com/catalogue/pieces5794.html ci giravo veramente intorno!1 punto
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Il Ministero emette l’8 marzo 2024 un francobollo ordinario, appartenente alla serie tematica “Lo Sport dedicato alla Federazione Italiana Rugby, con indicazione tariffaria B. Nella vignetta, su un fondino azzurro, entro un ovale bianco, è riprodotto il logo della Federazione Italiana Rugby, affiancato dal caratteristico pallone della Nazionale italiana rugby su cui si stagliano il logo e i colori della bandiera italiana. Completano il francobollo la legenda “FEDERAZIONE ITALIANA RUGBY”, la scritta “ITALIA” e l'indicazione tariffaria “B”. Bozzettista: Fabio Abbati Tiratura: trecentomilaventi esemplari Foglio: ventotto esemplari Caratteristiche del francobollo: Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: il francobollo ha un formato ovale inserito all’interno di un riquadro 48 x 40 mm.; formato tracciatura: 54 x 47 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura.1 punto
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Ho chiamato direttamente il circolo di Bologna, mi hanno confermato il servizio dal venerdi, inizio servizio dalle 8,301 punto
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sembrerebbe che bisogna stare attenti ai lingotti, non ricordo dove, ma ho visto da qualche parte , forse qui nel blog, che uno si è preso la briga di analizzare con uno spettroscopio un lingotto e con sua enorme sorpresa ha trovato che il valore di fino 999 si assottigliava fino a 962 andando verso l'interno, che dire?1 punto
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Essendo entrato in possesso di svariate serie dell'ultimo quindicennio del periodo franchista, posso affermare che ve ne sono parecchi di quella fattura, seppur ovviamente di tematiche diverse. Una cosa che ho potuto notare ( per quel che può valere la mia esperienza ) è che la Spagna ha una buona cultura filatelica, ben radicata e volta alla valorizzazione del suo patrimonio culturale, che come sappiamo ha una storia ove vi è parecchia "ciccia", a partire dalla dominazione araba ( quella antica non me la sono dimenticata, eh 😀 ) in avanti, con la sua forte religiosità ed uno spirito di "propaganda alla filatelia" di cui ne sono rimasto soddisfatto.1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti @Pxacaesarci delizi con le tue monete, bel Denario, adoro le Auguste. Auguri postumi anche a loro per la festa della Donna. Saluti Alberto1 punto
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Buonasera a tutti, grazie. Sono d'accordo, devi assolutamente aggiungerne una, ma mi raccomando stai attento, come detto anche in altre occasioni danno dipendenza. Sono piacevoli da collezionare, con una grande varietà di conio. Saluti Alberto1 punto
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Nell'ordine denario di Giulio Cesare e tre miei esemplari di Gordiano lll, di Plautilla e di Caracalla con Venus Victrix.1 punto
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Allego una moneta nabatea che riveste notevole importanza storico numismatica. E’ una moneta di bronzo del re Areta IV dove al dritto compaiono i consueti busti affiancati del re e della regina Shuqaylat e al rovescio le consuete cornucopie incrociate con i nomi da destra a sinistra del re e della regina su tre righe HRTT / SQY / LT (Haritat Shuqaylat) Tale coniazione rappresenterebbe la testimonianza della riforma monetaria effettuata da Areta, sul dritto sulle teste dei sovrani appare infatti la dicitura da destra a sinistra in nabateo (SH)LM che può essere scritta sia per esteso che in monogramma (nell’esempio è in monogramma). Tale parola SHALOM = INTERO significherebbe infatti che era una unità (gr. 4,19) e non una frazione. Unità che sarà poi ridotta a 2,77 gr sotto il regno di Malichus e 2,84 sotto Rabbel (Meshorer 1975, Schmitt Korte 1990 e 1994). A conferma il termine è sopravvissuto ancor oggi nell’uso semantico di dialetti yemeniti (si pensa che i nabatei siano di origine yemenita) proprio in riferimento a una moneta “completa” senza frazioni. Altro elemento importante è la X che compare nel rovescio sopra le cornucopie incrociate sotto la prima parte della legenda del nome della regina (SQY). La X rappresenta il numero 4 in nabateo. Sono state trovate altre varianti di queste monete di bronzo che mostrano lo stesso segno X dell'emissione d'argento dell'anno di regno 29 di Areta. Si suppone pertanto che questo segno evidenzi l'anno 4 della regina Shuqaylat e che questo, come evidenziato, sia stato l'anno della riforma monetaria quando è stato introdotto il nuovo tipo di bronzo. Peraltro, forse al fine di evidenziare i cambiamenti, diverse caratteristiche delle nuove monete sono state modificate. Areta porta i baffi, Shuqaylat ha un orecchino diverso, ecc.ecc. e il numero 4 è stato aggiunto sia sulle monete d'argento che su quelle di bronzo nel primo anno delle nuove emissioni. Se il 29 è il quarto anno di Shuqaylat, allora il matrimonio tra Areta e la regina cadrebbe nel suo 25° anno, che corrisponde indicativamente al 16 d.C.1 punto
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Sono chiaramente errati i riferimenti alla provenienza, capita spesso … il catalogo è quello, non te le avrei postate altrimenti.1 punto
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Probabilmente non sono la persona più adatta per rispondere, in quanto ho studiato e fotografato queste monete nel lontano 2018. Sicuramente, tutto dipende dal tipo di richiesta, sempre molto circoscritte, e dal tipo di impegni che ha il MANN. Oggi sono diversi da allora. Mi spiace per le pubblicazioni intervenute nell'ultimo quinquennio, rimaste ancorate al terminus del 1370. Ecco la quarta completa.1 punto
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Buongiorno, ho letto con piacere le varie opinioni su questo 40 lire di Napoleone, personalmenrte considerare quewsta moneta un BB+ o q.SPL mi sembre molto esagerato, faccio solo una parte di elenco dei difetti ben visibili lato Imperatore: Mancanza di metallo sotto la 1^ O di Napoleone e sotto la E e O della scritta Bordo sotto la data colpo con mancanza di materiale a dx altezza RE (Imperatore) mentre nel lato stemma diversi colpi al bordo e molti graffi nell'aquila, personalmente la moneta se chiusa da un perito - perito, non arriva a BB la mancanza di materia in una moneta è un fattore molto importante saluti F.P.1 punto
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Piccola scatola di legno russa con miniatura in lacca di forma quadrata. Dimensioni 5 x 5 x 2,5 cm; peso 47,1 g. apollonia1 punto
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Prezzo dell'oro al grammo | Grafico storico di oggi | StoneX Bullion Vado contro corrente anche perché è la monetazione che preferisco. La moneta non è nella media è minimo un BB+ (per me stretto) se non un qSPL(per me giusto) capigliatura quasi completa e un retro ancora quasi tutto intatto. Capisco che le Napoleonidi non sono molto apprezzate per la maggiorar parte dei collezionisti ma nelle ultime aste fanno quelle cifre le 40 lire in condizioni dal BB in giù calcolando che poi oggi l'oro è a 63 al grammo ..............il bordo con la scritta è molto ben conservato difficile trovarne cosi tanto che a prima vista ho dubitato sulla sua autenticità ma non è cosi.🙏🏼1 punto
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Salve. Se non sbaglio i bronzi di Metaponto conosciuti con cavalletta e spiga sono di tre tipi, con al dritto testa di ninfa, testa barbata (Zeus ?) e testa di Sileno. Per quanto riguarda invece il bronzo del link aggiunto, diametro e peso corrispondono, la testa di Hermes con petaso pure nonchè il chicco d'orzo... potrebbe starci... peccato sia messo male come il mio...sentiamo pareri, grazie del contributo gr 1,47 mm.11 gr. 1,52 mm.11,51 punto
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Tu hai chiesto un parere, qualcuno ti ha risposto educatamente. Se non ti piace la risposta, per educazione, dovresti tenerti per te questo parere. Anche perché qui non paghi nulla. Prova ad andare da un perito (comunque dovrai pagare) e digli che la sua risposta non ti piace.... Un appunto per la prossima volta: le foto dei bordi fatte non sono un granché, e mancano peso e diametro che servono. Ed inoltre i segni, graffi e quant'altro sulla superficie della moneta influiscono moltissimo sul valore e sulla collezionabilità (se uno deve spendere molto allora vuole un prodotto il più possibile integro, e questo vale per tutto).1 punto
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Stasera vi ho pensato. Funzionano eccome. Ne ho messe due nella tracolla, così da averle sempre a disposizione. Due pezzi abbastanza "scarrafoni" ma.che faranno il loro lavoro (gli straordinari, visto che non dovevano più circolare). Adesso circoleranno nei carrelli, sempre in ambito economia/spesa siamo😅.1 punto
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Io ormai ho un metodo matematico (😅) infallibile per stabilire il bordo del 1926 La prova del 9. NOVE STRETTO - BORDO LARGO (foto 1) NOVE LARGO - BORDO STRETTO (foto 2) 😉1 punto
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Salve. Condivido il mio mezzo carlino testa grande di Carlo V. Il Magliocca lo riporta al num.69/1 di pag. 70 del suo volume: " La moneta napoletana dei re di Spagna nel periodo 1503/1680 ". Grado di rarità: R4. Ringrazio per l'attenzione. Saluti.1 punto
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è un effetto ottico derivante dalla prospettiva della foto. Ricordati che quando fotografi una moneta questa deve essere poggiata su un piano e perpendicolare alla focale di scatto. In questo modo vengono rappresentati correttamente tutti i dettagli. Ti confermo che a me la tua moneta sembra un bordo largo1 punto
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Medaglie devozionali in alluminio, della prima metà del XX sec. ( primo quarto ?) di produzione italo/francese,. D/ Gesù che mostra il petto per mostrare il suo Sacro Cuore. - R/ Due raffigurazioni differenti della Madonna del Carmelo o del Carmine. - Ciao Borgho1 punto
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Io leggo nella seconda riga SCHL ... e nella terza WENNER . Il riferimento dovrebbe quindi a Schlapfer e Wenner, due svizzeri che nel Salernitano avevano fondato una industria tessile. Probabilmente è un sigillo plumbeo usato su balle di cotone .1 punto
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Ho vari testi sulla monetazione salernitana, ma le immagini che hai postato non mi aiutano a cercare. Se riesci a fare delle foto a fuoco sarebbe molto meglio. Comunque dalla tua descrizione, mi farebbe pensare a un follaro di Guglielmo II (1166-1189), classificato dal Bellizia al numero 244.1 punto
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Allora ti sei convinto, al post 4 sostenevi fossero 2 cloni , bhe, mi fa piacere che la discussione sia servita .1 punto
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1. Statere in oro di Carataco, unico esemplare conosciuto, coniato nel 40-41 d.C. circa a Calleva (Silchester, Hants). Trovato vicino a Newbury, Berks., il 10 novembre 2019. In vendita il 15 novembre 2020, stima £ 30.000. Da quando è stata annunciata la scoperta dell’unico statere d’oro conosciuto di Carataco («Coin News», giugno-luglio 2020) sono state sollevate molte discussioni in ambito accademico. Che questa moneta susciti così tanto interesse non sorprende. Carataco è sempre stato un personaggio noto. In vita era celebre come combattente per la libertà. Per otto anni resistette all’invasione romana della Gran Bretagna a partire dal 43 d.C. Per otto anni fu l’uomo più ricercato dell’Impero romano, braccato senza sosta, di combattimento in combattimento, di fortezza in fortezza, sulle montagne del Galles, finché non fu tradito e consegnato ai Romani nel 51 d.C. da Cartimandua, regina dei Briganti dello Yorkshire, a cui era ricorso per chiedere aiuto. Quando fu portato a Roma in ceppi per essere esibito e ucciso, la sua fama era già notevole: si era diffusa in tutta la Gallia ed era arrivata a Roma ancor prima di lui. L’imperatore Claudio volse questa situazione a proprio vantaggio. Fece esporre in pubblico Carataco ammanettato insieme alla sua famiglia ma invece di giustiziarlo, come di norma, lo perdonò e liberò, il che rese Claudio ancora più celebre. Carataco rimase a Roma, in tranquillo ritiro e, per quanto sappiamo, morì alcuni anni dopo a Roma. Ma la sua fama gli sopravvisse e, all’inizio del II secolo d.C., accrebbe ulteriormente grazie allo storico romano Tacito che diede un resoconto emozionante del discorso di Carataco mentre si trovava in catene davanti a Claudio e ai cittadini di Roma. Anche se Tacito lo riportò molti anni dopo, forse tutto o solo in parte, questo discorso ha risuonato nel corso dei secoli e fece di Carataco un personaggio leggendario fino ad oggi. Ricordato nella tradizione gallese medievale e nelle leggende gallesi, a Carataco venne attribuita l’introduzione del cristianesimo in Gran Bretagna e venne persino indicato come padre di papa Lino. È apparso nella commedia di John Fletcher Bonduca (1613), nell’opera Carattaco di J.C. Bach (1767), nella cantata Caractacus di Elgar (1898) e, più recentemente, in vari romanzi e nel dramma televisivo Claudius the God. 2. Per otto anni Carataco fu l’uomo più ricercato nell’Impero romano, alla guida delle tribù gallesi in una guerriglia contro le forze di Claudio. Dati i suoi due millenni di fama internazionale – come primo noto combattente per la libertà della Gran Bretagna e membro più conosciuto della più antica famosa famiglia reale britannica (suo padre era Cunobelino di Colchester, “Old King Cole”, immortalato come Cymbeline da Shakespeare) – non sorprende che la prima moneta d’oro di Carataco portata alla luce abbia colpito i numismatici. David R. Sear, autore di Roman Coins and their Values (Spink 2000-2014) e tra le autorità più note nel mondo sulla numismatica antica, afferma: «Questo deve sicuramente essere classificato tra le scoperte numismatiche più emozionanti del XXI secolo, se non di tutti i tempi». Dopo quarant’anni di ricerca, perché è stata trovata una sola moneta d’oro di Carataco? Il dottor Philip de Jersey, autore di Celtic Coinage in Britain (Shire 1996) e Coin Hoards in Iron Age Britain (Spink 2014), afferma: «Il semplice fatto che sia unica, dopo tutti quegli anni di ricerche e migliaia di reperti ritrovati, deve indicare che si trattava di una moneta rara e insolita fin dal momento in cui è stata coniata». 3. Carataco potrebbe essere discendente di Cassivellauno, comandante della coalizione britannica contro Cesare nel 54 a.C., rappresentato qui con l’elmo alato (ABC 2472). Il dottor John Sills, autore di Divided Kingdoms: the Iron Age gold coinage of Southern England (Chris Rudd 2017), è d’accordo. Dice: «L’unicità dello statere di Carataco deve significare che pochissimi esemplari furono coniati all’origine». Egli suggerisce che sia stata «battuta all’inizio del suo regno per cementare la sua autorità come nuovo sovrano di una dinastia straniera». Gli stateri di Carataco potrebbero essere stati donati all’aristocrazia locale perché servissero a identificare e consolidare lo status del nuovo sovrano ma sembra che non siano entrati in circolazione. Due grandi tesoretti, ritrovati a Bentworth e Chawton («Coin News», dicembre 2013 e aprile 2016), arrivano fino alle coniazioni in oro di Epaticco e potrebbero essere collegati all’invasione Claudiana; se stateri di Carataco fossero entrati in circolazione dovrebbero essere presenti in questi repertori, ma non lo sono». Ci può essere un’altra ragione per la grande rarità degli stateri d’oro di Carataco: dei pochi che furono coniati, la maggior parte furono probabilmente riconvertiti in lingotti subito dopo l’invasione di Claudio. Perché? Perché chi si fosse trovato in possesso di una di quelle monete sarebbe stato subito identificato come anti-romano e, peggio ancora, come simpatizzante dei ribelli. John Sills dice: «Probabilmente non era saggio per nessuno possedere una moneta d’oro del leader della resistenza dopo l’invasione romana. Sarebbe stato pericoloso essere scoperti dai romani con una coniazione di Carataco». Non è ironico che una moneta d’oro celtica che nessuno voleva possedere duemila anni fa sia ora la moneta d’oro che i collezionisti celtici più desiderano nella loro collezione? 4. Il fratello di Carataco, Togodumno, morì combattendo contro i Romani nel 43 d.C. Quarto di statere in oro (ABC 3008), trovato a Bourne End, Beds., nel 2013. Venduto da Chris Rudd nel 2014 per £ 10.200 (ingrandimenti). 5. Carataco e Claudio potrebbero essersi incontrati a Roma molto prima che Claudio invadesse la Gran Bretagna nel 43 d.C. Moneta d’argento (ABC 1376) e tetradramma d’argento (BMC 228). 6. Claudio ha trascorso solo 16 giorni in Gran Bretagna. Ma era così orgoglioso della “sua” conquista che ribattezzò suo figlio Britannico, rappresentato qui con Marte. Sesterzio, 51 d.C. circa, BMC 226. Aggiudicato da Numismatica Ars Classica NAC AG, asta 59 del 6 ottobre 2011, lotto 658, per CHF 125.000 (£ 104.000). Le notizie e le ipotesi attuali su Carataco, molte innescate dalla scoperta, lo scorso novembre, dell’unico statere battuto a suo nome, sono sorprendenti. Ad esempio, l’archeologo professor Michael Fulford ha recentemente scoperto un enorme fossato, lungo 1,5 miglia e profondo fino a 4,8 metri, che Carataco potrebbe aver scavato intorno alla sua capitale a Calleva (l’attuale Silchester, Hampshire) per difenderla dagli invasori romani («Current Archaeology» 356, novembre 2019). «Il ritrovamento di uno statere d’oro di Carataco è estremamente importante», afferma il professor Fulford, «in quanto aggiunge non solo un nuovo esemplare alla serie delle sue coniazioni, che altrimenti erano solo in argento, ma fornisce anche informazioni sulle risorse di colui che comandava all’epoca l’invasione romana della Gran Bretagna». 7. Quando Claudio invase la Gran Bretagna, Carataco scavò o ri-scavò un fossato difensivo intorno alla sua capitale, Calleva, che misurava 1,5 miglia di lunghezza e fino a 4,8 metri di profondità. Sala regale a Calleva, 10-45 d.C. Altre due affermazioni arrivano dalla Dottoressa Daphne Nash Briggs, esperta numismatica e autrice di Coinage in the Celtic World (Seaby 1987), e dall’archeologo Reverendo Professor Martin Henig, autore di The Heirs of King Verica: Culture & Politics in Roman Britain (Amberley 2002). Nel loro articolo di prossima pubblicazione, Caratacus, suggeriscono che il combattente britannico per la libertà potesse essere cresciuto a Roma, dove incontrò Claudio. Dicono: «Non è affatto inverosimile immaginare che Carataco abbia effettivamente parlato con Claudio, sia nel latino che aveva imparato un tempo a Roma, sia nella lingua celtica che Claudio aveva assorbito da bambino a Lione. Forse Claudio lo aveva conosciuto personalmente proprio come aveva conosciuto i figli di altri capi, tra cui Prasutago, che divenne sovrano delle tribù confederate degli Iceni e degli Atrebati, il gallo-britannico Cogidubno, e manteneva ancora un sentimento amichevole nei suoi confronti». La seconda ipotesi riguarda l’amica del poeta Marziale, Claudia Rufina, detta “testa rossa” (Epigrammi XI, 53), descritta dal poeta come «caeruleis… Britannis edita», ossia “nata dai britannici blu” e che era, come scrive Anthony Birley, «senza dubbio la figlia o la nipote di un beneficiario dello Stato romano nel periodo immediatamente successivo alla conquista» (The People of Roman Britain, Batsford 1970, pp. 15-16). Secondo gli autori, Rufina «avrebbe potuto essere la figlia di Carataco» (D. Nash Briggs e M. Henig, Caratacus, in «Association for Roman Archaeology News», autunno 2020). Quando ho detto al professor Henig che è stato trovato uno statere d’oro di Carataco, ha esclamato: «Sono elettrizzato. Questa è una delle monete celtiche più importanti trovate in questo secolo». 8. Cranio di un uomo di 25-35 anni rinvenuto nel fossato intorno a Calleva. È morto difendendo Calleva con Carataco quando le forze di Claudio attaccarono nel 43-44 d.C.? 9. Carataco raffigurato come barbaro seminudo. In realtà egli era probabilmente ricco, ben vestito, ben istruito (a Roma?), scriveva in latino, aveva schiavi, beveva del buon vino italiano in un calice d’argento e indossava le più moderne armature romane. Allo stesso modo commenti entusiastici sono stati fatti da altri studiosi solitamente riservati. Il professor Chris Gosden dell’Istituto di Archeologia di Oxford, sede del Celtic Coin Index, descrive lo statere di Carataco come «una moneta straordinaria». Il dottor Philip de Jersey, ex amministratore del Celtic Coin Index, dice: «Che moneta straordinaria! A differenza del primo statere d’oro di Volisios dei Catuvellauni, della cui esistenza era certo Derek Allen già nel 1944, non credo che nessuno di noi abbia mai pensato che potesse essere ritrovato questo statere di Carataco. Sembra piuttosto straordinaria, dopo così tanti decenni di rilevamento di reperti antichi in metallo – di quella che dopo tutto è una risorsa in diminuzione – l’apparizione di qualcosa di così inaspettato e, inoltre, appartenente a un sovrano che ha avuto un ruolo così importante nella storia britannica». Rainer Kretz, un esperto di monete dinastiche del Tamigi settentrionale e la prima persona a rendersi conto che l’abbreviazione Dubn (ABC 3008) può riferirsi al fratello di Carataco, Togodumno, afferma: «Essendo stato battuta da un sovrano che fino ad ora era conosciuto solo da tre monete in argento e tre minimi, questo rappresenta una scoperta davvero sensazionale. Chi, sinceramente, avrebbe mai puntato sul ritrovamento di uno statere di Carataco eppure, contro tutte le probabilità, eccolo!» E il dottor John Sills, un coautore di Ancient British Coins (Chris Rudd 2010), sostiene che è «la più importante moneta dell’età del ferro mai trovata in questo paese» («Coin News», luglio 2020, p.39). Dato il grande interesse che ha suscitato la scoperta dell’unico statere d’oro di Carataco e la notevole fama del principe che lo ha coniato, ci si attende che questa moneta possa raggiungere un prezzo record quando sarà battuta in asta il 15 novembre prossimo. Il professor Colin Haselgrove, che ha recentemente pubblicato un rapporto sugli scavi a Stanwick, nello Yorkshire, ex capitale della regina Cartimandua, che consegnò Carataco ai romani nel 51 d.C., afferma: «Questa potrebbe diventare la moneta più preziosa dell’età del ferro trovata fino ad oggi. A tutti piace un eroe britannico». Lo statere d’oro di Carataco, unico esemplare conosciuto, sarà venduto in asta a Norwich il 15 novembre 2020. Crediti fotografici: 1, 3a, 4, 5a © Chris Rudd. 2 Caractacus by William Blake © The British Museum, 3b Jane Bottomley © Chris Rudd. 5b, 6 © Numismatica Ars Classica NAC AG. 7 Reconstruction by Margaret Matthews, in Late Iron Age Calleva, Britannia Monograph Series No.32, Soc. PRS, 2018. 8 Photo Diana Pearl McNutt © University of Reading. 9 Caractacus marble statue, John Henry Foley, 1859, © City of London, Guildhall Art Gallery. https://www.panorama-numismatico.com/lo-statere-di-carataco/1 punto
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