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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/25/24 in Risposte
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Passa un giorno, passa l’altro Mai non torna il prode Anselmo, Perché egli era molto scaltro Andò in guerra e mise l’elmo... La Ballata del Prode Anselmo (Giovanni Visconti Venosta) Contrariamente al nostro Crociato, il Gazzettino #11 sta preparandosi per tornare: è infatti, giunto oltre le novanta pagine. Invito perciò, tutti coloro che si stessero apprestando a completare un articolo, di inviarci con "tranquilla sollecitudine" il proprio lavoro. Vista la presenza già di 10 articoli e 7 Briciole (ed al ritmo con cui giungono) è probabile che il limite di fine giugno per inserire ulteriori elaborati possa essere anticipato. Forza ordunque, fateVi sotto!4 punti
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Buonasera a tutti, partecipo a questa interessante discussione di @Raff82 postando una delle mie 34enni... Sono molto fiero e orgoglioso di questo esemplare. Questo Natale io e @gennydbmoney ci siamo scambiati dei Doni Natalizi e con grande sorpresa ho ricevuto questa moneta della quale avevamo discusso e che sapeva mi piacesse. Lo ringrazio pubblicamente. La 11 torrette mi mancava avendo già la 13, il problema è trovare la 10 torrette adesso. Saluti Alberto4 punti
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Buongiorno, In questi giorni mi sono dedicato alla ricerca di altre 48 con doppio punto dopo HIER, ne ho trovato altre due e tutte e due hanno il diritto 8 su 7. https://nomisma.bidinside.com/it/lot/563941/napoli-ferdinando-ii-1830-1859-piastra-/ Lotto 95- Nomisma asta 6 E-Live. https://scaligera.bidinside.com/it/lot/2830/napoli-i-ferdinando-ii-1830-1859-120-/ Lotto 457- asta Scaligera E-live 4 ex collezione Mirabella. Un saluto a tutti. Raffaele.4 punti
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Uno pianifica per mesi con accuratezza i prossimi acquisti librari e poi una sera ti arriva a bruciapelo un messaggio nella chat de Lamoneta con la segnalazione di una di quelle offerte che proprio non si possono rifiutare, due tomi in bella legatura e ottima conservazione con alcune opere numismatiche e di storia monetaria di Gianrinaldo Carli, volumi che cercavo da anni e a prezzo da saldo... Non potevo ovviamente resistere e così ho mandato a puttane tutti i progetti pregressi (mai invio meretricico fu più gioioso) e ho arraffato immantinente i suddetti tomi che mi sono arrivati nel pomeriggio di oggi, acquisizione per cui il mio cuore biblionummofilo sentitamente reitera il ringraziamento a @Ricky973 punti
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A mio avviso ciò che fa' il valore di una moneta è la storia che si porta dietro,si i grossi moduli in argento e oro sono belli, imponenti,ma la storia è un'altra cosa indipendentemente dal peso e dal metallo di cui sono fatte...3 punti
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Molto bella, non colleziono tessere ma mi hanno sempre incuriosito. Il monogramma è proprio quello a cui mi riferivo; non essendo un esperto però, non saprei aggiungere altro.2 punti
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Concordo, senza l'ispezione fisica dell'oggetto non tornano facili certe disamine, specialmente con le limitazioni risultanti dalla risoluzione fotografica (sommata tra l'altro all'usura dell'oggetto). Comunque grazie mille ad entrambi! Mi avete rassicurato2 punti
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In blu,con le freccie, per me sono graffi sulla plastica, ma le zone in rosso a mio avviso sono sulla moneta. Questo volevo dire sopra.2 punti
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Come normalmente amo fare quando le descrizioni ufficiali di alcune monete non sono esaustive , oppure non mi soddisfano completamente nella loro didascalia , allora scatta in me un impulso irrefrenabile nel cercare informazioni storiche e numismatiche , provando a sviluppare ipotesi che possano aiutare ad identificare queste monete . Dopo altri casi simili da me gia’ trattati , provo ora a ipotizzare su alcune sigle che compaiono in alcune monete repubblicane . La serie delle monete repubblicane romane con il simbolo della spiga di grano viene normalmente assegnata a produzione siciliana e considerando che in epoca repubblicana il grano a Roma arrivava principalmente dalla Sicilia e dalla Sardegna , questa relazione Spiga-Sicilia , unitamente allo stile delle emissioni monetarie siciliane , non consente di avere dubbi sul luogo di produzione di queste monete . Di conseguenza non esisterebbe nessun dubbio nell’ attribuire alla Sicilia queste monete repubblicane emesse nei vari moduli , ma sussiste un problema identificativo nei rovesci di alcune monete dove compare il simbolo in alto della spiga : alcune di queste monete presentano innanzi alla prua di nave delle lettere doppie e singole , KA , IA , IC , C , facenti parte della serie Crawford 69/1-2-3-4-6 , datate tra il 211 – 208 a. C. In questa serie di monete in alcune la prua di nave con l’ acrostolio e' coniata solo nel contorno o perimetro , anziche’ in tutta la figura della prua di nave . Cosa indicavano queste lettere ? Sigle di Zecche ? Nomi di Magistrati ? Nomi di Citta’ ? Per quanto riguarda le prime lettere KA , tutto lascerebbe supporre che probabilmente queste lettere potrebbero intendere la zecca di Catania come origine di produzione di queste monete , infatti secondo lo storico greco Plutarco il nome Catania deriva dal termine siculo katane , per l' associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge , oppure potrebbe derivare dal latino catinum a causa della conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città o come riferimento al bacino della Piana di Catania . L' esatta etimologia resta comunque oscura , secondo altre interpretazioni il nome deriverebbe dall' apposizione del prefisso greco "katà" al nome del vulcano Etna . Di questa serie di lettere doppie o singole , grazie anche a personali ricerche specifiche , prendo solo in esame la sigla IC , in quanto , forse , penso di averla decifrata nel monogramma del gentilizio di Marco Iccio , Pretore in Sicilia nel 44 a.C. Certamente questa mia ipotesi di attribuire la sigla IC al Pretore Iccio tale e’ e tale rimane non essendoci prove certe , ma cio’ non toglie la possibilita’ di ipotizzare sul loro significato . Una prova a sfavore di questa mia ipotesi e’ la datazione di queste monete con IC che dai dati ufficiali dovrebbe essere compresa tra il 211-208 a.C. , mentre Marco Iccio fu Pretore in Sicilia nel 44 a. C. ; ma come noto le datazioni delle monete repubblicane , quelle senza evidenze certe , sono piuttosto standardizzate , anno piu' , anno meno . Lettere IC sembrerebbero quindi indicare il nome del Pretore Marco Iccio , ci sarebbe infatti gia’ un precedente di un Pretore in Sardegna che appose il proprio cognome su monete marcate MA a nome di Aulo Cornelio Mammula , ProPretore in Sardegna nel 216 a.C. , ed anche monete con la lettera C che indicherebbe la zecca di Cagliari . Ma chi era questo Marco Iccio che avrebbe apposto il proprio gentilizio sulle monete nel corso della sua pretura in Sicilia ? Nonostante il suo fosse un gentilizio alquanto oscuro alla storia , ebbe pero’ costui , nella sua epoca di vita , una rinomanza tra i contemporanei in quanto fu ben conosciuto da Cicerone e da Orazio che lo citarono in alcune loro opere . Questa una brevissima biografia del personaggio , la sola che ho rintracciato : Marco Iccio venne nominato Pretore della Sicilia da Marco Antonio nel novembre del 44 a.C. , poco prima della partenza di Antonio per la Gallia Cisalpina . Marco Iccio fu anche amico di Quinto Orazio Flacco che cercò di dissuaderlo dal cercare avventure politiche e la ricchezza materiale . Nel 25 a.C. Orazio indirizzò un' Ode a Iccio, che si stava preparando ad accompagnare Gaio Elio Gallo nella sua spedizione in Arabia Felix . Circa dieci anni dopo , Orazio compose anche un' epistola a Iccio , che era allora legato di Marco Vipsanio Agrippa in Sicilia . La Gens Iccia era una famiglia plebea di Roma . È noto principalmente da un piccolo numero di individui vissuti durante il I secolo a.C. , così come da un certo numero di iscrizioni provenienti dalla Gallia Narbonense . Questo Marco Iccio e’ anche nominato da uno sconcertato Cicerone nella terza Filippica a proposito dell’ assegnazione delle Province , questo il passo in cui lo nomina : “3.10.26 . Perché dovrei parlare di Lucius Cinna ? la cui straordinaria integrità , provata in molte circostanze difficili , rende meno notevole la gloria della sua attuale ammirevole condotta ; ha del tutto trascurato la provincia che gli è stata assegnata ; e così ha fatto Caio Cestio, uomo di mente grande e ferma . Chi è rimasto dunque a rallegrarsi di questa assegnazione mandata dal cielo ? Lucio Antonio e Marco Antonio ! O coppia felice ! perché non c'è nulla che desiderassero di più . Antonio ha la Macedonia . Felice anche lui ! Perché parlava continuamente di questa provincia . Caio Calvisio ha l'Africa . Niente di più fortunato , perché era appena partito dall' Africa e , come se avesse indovinato che sarebbe tornato , lasciò due luogotenenti a Utica . Poi Marco Iccio ha la Sicilia e Quinto Cassio la Spagna . Non so cosa sospettare . Immagino che le sorti che assegnavano queste due province non fossero così attentamente curate dagli dèi” Anche Orazio nomina nelle Odi (I-29) questo Marco Iccio non favorevolmente a causa della sua instabilita’ di carattere . Questo e' quanto ho troato su Marco Iccio , spero in seguito di cercare informazioni al fine di provare a decifrare le altre lettere , IA e C che compaiono nelle altre monete con il simbolo della Spiga . In foto un esemplare di Sestante , Cr.69/6b , con il simbolo della Spiga piuttosto usurata o stilizzata . Esemplare alquanto decentrato specialmente al rovescio dove ROMA e’ quasi fuori conio appena leggibile solo nella parte alta , ma sono ben leggibili nel rovescio , innanzi alla prua di nave , le lettere IC (Iccius ?)1 punto
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Buonasera, scusandomi in anticipo, poichè sono consapevole che non è una moneta bensì un sigillo, vorrei un aiuto per riuscire a ricostruirlo. Grazie in anticipo per il tempo che vorrete dedicarmi.1 punto
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Devo dire che l’Introitus della messa da Requiem di Mozart mi fa commuovere ogni volta che lo ascolto, non solo per il suo significato profondo (al di là dell’aspetto strettamente religioso), ma anche e soprattutto per la potenza della musica e la solennità del coro. E poi mi suscita tante riflessioni, non solo sulla morte (come sarebbe naturale per un Requiem), ma anche e soprattutto sulla vita. E’ una musica che palpita di vita… https://www.youtube.com/watch?v=4Rc25CkOxEk Qualche mese fa ho acquistato questa moneta: Era in vendita come sesterzio di Faustina II, Diana Lucifera. Certamente non una grande conservazione (me ne sono subito reso conto), ma a me piacciono le monete un po’ “vissute”. E poi… Faustina II…..quel rovescio…..Insomma, la moneta mi ha chiamato. Voi sapete bene cosa succede quando una moneta chiama, vero? E infine: si può dire di no ad una signora? Giammai! E quindi ho risposto alla chiamata e la moneta e’ arrivata a casa Stilicho, con somma “gioia” di una altra signora….mia moglie (“Ancora con queste monete!”) e con somma indifferenza di una altra ancora, una delle mie figlie (“Sembra un gettone dell’autoscontro”). Sic transit gloria mundi! Si tratta di un sesterzio di consacrazione di Faustina II con Diana Lucifera, ma con una legenda di rovescio davvero particolare. Ne parleremo. Anche perché le monete antiche ci parlano di loro, degli antichi appunto. Ricordo un libro di Luciano Canfora uscito qualche anni fa per i tipi de “Il Mulino” dal titolo “Gli antichi ci riguardano”. Eccome se ci riguardano. E le monete ci parlano di ciò che furono stati, di ciò che sono stati, di ciò che sono diventati….gli antichi. Ma le monete parlano anche di noi : “De nobis fabula narratur”. Anche di Faustina II ci parlano…e tanto. Molte sono, infatti, le sue monete che ci raccontano davvero nei dettagli ciò che fu stata e che e’ stata, come ragazza, come donna, come imperatrice, come madre (molto prolifica). Ma io voglio soffermarmi su ciò che e’ diventata. Ovvero una stella del firmamento, una “DIVA”. Che strano questo gioco di parole….anche oggi una “star”, una “stella” di Hollywood e’ una “diva”. Dicevamo di Diana Lucifera. Diana e’ qui “portatrice di luce”, uno dei suoi epiteti; forse il più strano. O per lo meno quello meno noto. Su questa moneta e’ rappresentata nell’atto di portare una torcia accesa, quindi la luce. Secondo la mitologia Diana aiutò sua madre Latona a partorire il fratello gemello Apollo. Da qui il ruolo di Diana quale divinità del parto, che assiste le partorienti (ruolo che si divide con Giunone, chiamata, guarda un po', “Lucina”): le aiuta a “portare alla luce” i piccoli. Inoltre, in qualità di custode della fauna e della flora, e’ anche custode della fecondità della terra, della sua fertilità. Ecco un nuovo legame con la maternità. Infine, Diana Lucifera (che ha ai lati del collo un doppio crescente lunare) era così chiamata in quanto collegata alla luce della Luna (termine che probabilmente ha la stessa radice della parola “luce”), il cui ciclo sappiamo essere legato al ciclo fertile della donna. Faustina II ebbe molti figli (forse 14 con 12 parti) e quindi sicuramente “devota” (passatemi il termine) a Diana Lucifera. Ma qui, su questa moneta, il significato e’ un altro e può essere compreso solo abbinando l’effigie di Diana Lucifera alla legenda del giro: SIDERIBVS RECEPTA. Potremmo tradurre SIDERIBVS RECEPTA come “accolta tra le stelle”, anche se il termine “receptus” dice qualcosa di più in quanto significa anche “rifugio”, “asilo”, a sottolineare anche il senso di protezione. SIDERIBVS RECEPTA e’ una espressione davvero dolce, quasi commovente. Solo il latino, con la sua efficacia e la sua essenzialità poteva tradurre in due parole un concetto così profondo e romantico. E solo una moneta poteva veicolare un messaggio così forte ed incisivo, nel suo connubio tra immagini e legende (ah…potenza della moneta!). La stella, dunque….. La sera dell’assassinio di Cesare alle Idi di Marzo nel cielo di Roma comparve una cometa. E tutti dissero che era Cesare che era divenuto una stella. Faustina II e’ morta, ma non vaga nel buio delle tenebre. E’ accolta da Diana Lucifera che con la sua torcia le illumina la strada che la condurrà in cielo dove verrà accolta, stella tra le stelle. Il cerchio e’ chiuso. Nascita, vita, morte. La luce ha vinto il buio, la luce ha vinto la morte. Et lux perpetua luceat eis. Buona domenica. Stilicho Fonti: - (80) La monetazione imperiale di Faustina II - Storia, caratteristiche, tematiche, cronologia | Alessio Busseni - Academia.edu del nostro @Ross14, davvero un riferimento per la monetazione di Faustina II - Il forum (vera miniera) - Le letture (mai abbastanza) - La rete (cum grano salis) - I ricordi scolastici (un po' di "latinorum")1 punto
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Da Antiochia sull' Oronte, nella Siria, un esemplare, stimato RR, di tetradrammo con al diritto testa di Nerone ed al rovescio busto di Agrippina . Sarà il 12 Aprile in vendita KMK 121 al n. 366 .1 punto
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Buonasera @Federr, sinceramente non ho capito la domanda..."Cosa mi sapete dire" presuppone che si voglia sapere tutto su questa moneta. Moneta coniata, in oltre 10 milioni di esemplari, a Roma nell'anno XVII dell'era fascista (1939). Il fatto che sia magnetica indica che è in acmonital (acciaio monetario italiano) e non in acciaio al nichelio-cromo (quelle amagnetiche... ovvero non calamitabili). Le prime coniazioni furono fatte utilizzando tondelli in acciaio al nichelio-cromo, poi sostituiti gradualmente con tondelli in cui il nichelio andò sempre più a scomparire, fino ad arrivare ai tondelli in acmonital (una lega di ferro-cromo). Queste monete, dato il materiale con un'alta durezza, si sono conservate molto bene rispetto alle altre monete dell'epoca, e si trovano spessissimo in stato di conservazione altissimo. La cosa che potrebbe essere interessante, ma non si capisce bene, è il fatto che, se fosse autentica (cosa su cui io non mi posso esprimere), il bordo sembrerebbe liscio. Le foto postate non permettono una valutazione della moneta ... per cui la invito a seguire queste indicazioni: - fare le foto perpendicolarmente rispetto all'oggetto - cercare di evitare riflessi - fare le foto del dritto, del rovescio e anche del taglio - fare dei bei "primi piani" ... possibilmente a fuoco Poi, per postarle, riporto i preziosissimi consigli di @caravelle82 -1 punto
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Apparso in Asta SAVOCA Blue 201 16/03/2024 aggiudicato a 800 euro + diritti 944 euro1 punto
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chiedo se qualche utente del forum ha già visto questa tessera ? pesa gr.3,11 grazie per le eventuali risposte1 punto
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Torna alla mente quella 5 lire del mercatino di Arezzo... Quel segno sotto l'occhio avrebbe magari fatto piacere al capo indiano però mi pare un filo troppo vistoso, assieme ad altre cose notate da @caravelle82, per definirla FDC.1 punto
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Buongiorno a tutti, ci vorrebbe un mecenate facoltoso, che potesse intervenire con le proprie risorse a contribuire all'apertura di nuovi padiglioni del Museo, che si facesse carico delle spese del personale dedicato, ma mi rendo conto che è Utopia. Sinceramente non sarei nemmeno tanto sicuro che le istituzioni lo permetterebbero. Spero di non avere sbagliato congiuntivo e condizionale. Saluti Alberto1 punto
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Mi unisco alla discussione sugli slab non tanto per la moneta in questione , ma per farvi sapere che in un gruppo numismatico di FB un tale ha comprato una moneta americana in slab del 1928 della zecca di Filadelfia(P o nessun marchio di zecca) da una casa d'aste e si è ritrovato dentro la stessa moneta , ma del 1923, che poteva essere un 8 coniato male, ma non era, e della zecca di San Srancisco(S) . Da alcuni commenti letti sembra che non sia il primo caso trovato in Italia e al netto della poca attenzione del compratore, che ha dichiarato la sua colpa per troppa fiducia nella casa d'aste, quindi ora sapete che con gli slab succede anche questo, alla faccia dei 3 graders che vedono le monete e la casa d'aste che dovrebbe controllare. un saluto1 punto
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@gennydbmoney grazie, ma il fatto è che forse la moneta è stata resa molto nitida dal flash e osservandola nella sua fisicità non è proprio possibile vederne la data1 punto
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Che bel pezzo @El Chupacabra ! Circa il falso, è un tipo diverso rispetto a quello sull'Attardi. La cosa che lo dà via immediatamente è quel marchio di zecca turbomaldestro.1 punto
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con la R retrograda non ne ricordo... anche la scritta al dritto è strana potrebbe essere una imitativa, ma nella serie ostrogota non è così abituale1 punto
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Di questa moneta i falsi sono, generalmente, in bassa conservazione al contrario di quello che accade per altre tipologie. La moneta qui presentata appare logora e malridotta, ma non sembra avere le caratteristiche di un falso. Azzardo sia un esemplare autentico, ma come detto, del valore minimo in quanto sotto l'MB per i colpi deturpanti al bordo. Per confronto, posto due esemplari: uno falso ed un altro autentico.1 punto
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DE GREGE EPICURI Moneta francese di necessità del 1917, direi in ferro. Coniata nella città di Tarbes, Alti Pirenei, cioè nel Dipartimento in cui si trova anche Lourdes. Valeva 10 centes. , diametro 26 mm. Trovo che il ritratto ha un radevole stile campagnolo!1 punto
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DE GREGE EPICURI Ho notizie da un amico francese, che possiede sia il Mitchiner (The World of Islam) che il Balog (The coinage of the Ayyubids). Questo classifica la moneta al N. 337, p. 440, tav. 16; il Mitchiner al n. 865, p. 158. Moneta coniata a Mayafariqin, nell'emirato ayubbide di Diyarbakir. Il regno è quello di al-Awhad Ayyub, figlio di Al-Adil Abu Bakr, anni 1200-1210 (Egira: 596-607). La moneta riporta i dati del regnante al diritto, mentre al rovescio lo definisce protettore dei credenti e cita la shahaddà.1 punto
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Mi collego a quanto scritto èprecedentemente: basta fare una veloce ricerca su internet per trovare numerosi siti di aziende e professionistri molto seri. Tra noi c'è @Tinia Numismatica che si occupa di antiche, per esempio. Sicuramente anche altri che non cito perché non li conosco, ma gli altri lamonetiani potrenno fornirti nomi1 punto
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@Rufilius In effetti, girare tra le mani questa moneta e' una emozione che ho voluto condividere con voi. Mi fa piacere che tu lo abbia apprezzato. @fofo Per rimanere in tema, lo studio delle monete (per quanto da semplice appassionato) e' la passione che mi tiene vivo. Grazie per il pensiero di apprezzamento che hai espresso. @lucius LX Sono contento che questa discussione ti sia servita da stimolo per ulteriori approfondimenti, anche su tematiche molto complesse che trascendono la numismatica, ma che con essa sono strettamente legate (come abbiamo visto). Ti ringrazio anche per il suggerimento di lettura. Parafrasando Rispoli: Le monete sono le monete, ma un buon libro e' sempre un buon libro.1 punto
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La tua moneta mi piace molto . Centrata, tutta leggibile, effigi perfette. Circa il rovescio, ti allego questa pagina tratta da What I Like About Ancient Coins (forumancientcoins.com). Descrive molto bene, secondo me, la figura del Sole (e la sua evoluzione) sulle monete di Aureliano. Ciao. Stilicho P.S. Devi correggere il lapsus calami nella indicazione del volume del RIC : e' V e non VI1 punto
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Che io sappia, questo tipo di studio trasversale non esiste per l’insieme delle zecche, anche perché ci vorrebbe un consenso che finora non esiste. Sono ancora troppo mutevoli le ipotesi di apertura/chiusura temporanea, di trasferimenti di personale, di officine o di intere zecche a seconda delle nuove necessità o delle sconfitte militari, durante questo III secolo travagliato. Un esempio del valzer delle zecche per il corto periodo 268/269 della fine del regno di Postumo con la proposta cronologica già citata di Gricourt et Hollard: Altri esempi con il rompicapo delle zecche orientali (Problema che inizia da Settimo Severo con la zecca itinerante d’Oriente che si sarebbe stabilita prima a Alessandria, poi a Laodicea o - meno probabilmente- a Emesa): Sylviane ESTIOT dimostrò l'esistenza di una « quarta zecca orientale » non identificata sotto Probo, creata quando la zecca di Antiochia cadde nelle mani dell’usurpatore Saturnino. La « zecca SPQR » aperta da Gallieno è stata inizialmente identificata con Antiochia o Cizico, o con una zecca secondaria efemera in Oriente. Oggi, dopo i lavori di Mairat, l’esergo SPQR segna la zecca di Smirna poi trasferita a Cizico da Claudio II… Per il periodo Claudio II a Floriano, è talvolta sulla base del solo criterio stilistico che gli antoniniani vengono classificati, ed è sempre utile riferirsi al database del RIC-mom di Sylviane Estiot, perché tiene conto degli ultimi lavori in merito: https://ric.mom.fr/en/home La firma della zecca appare molto sporadicamente sotto Gallieno e si diffonde sotto Diocleziano con il moltiplicarsi delle zecche. Le cose diventano più semplici. In linea di principio.1 punto
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È vero che certe strisciate mi sembrano della plastica.....ma è pur vero che ci sono aaaaaltre cose anche sulla moneta. Che dire. Stanno tanti pro slab....1 punto
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Ciao, e grazie @Stilicho per queste precisazioni. Infatti, la zecca di Lione è stata chiusa dopo la sconfitta di Clodio Albino e non riapre prima del regno di Aureliano (274) L’ipotesi sostenuta da Webb (RIC Va) e Laffranchi di una monetazione di Lione durante il regno congiunto di Valeriano/Gallieno è stata respinta da Alföldi, Elmer, seguiti da Bastien e Göbl. Questa monetazione «lugdunese » viene oggi riassegnata a Colonia Agrippinensis. La zecca venne probabilmente trasferita a Treveri nel 259, per finire sotto controllo di Postumo. Nel dicembre 268, una delle due officine di Treveri è trasferita a sua volta a Colonia, che cade sotto il controllo di Leliano nel 269. L’antoniniano di @lucius LX è il MIR 868h, prima emissione di Colonia, fine 257/258 d.C1 punto
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E' una bella moneta. Dalle due A (sul dritto e sul rovescio) deduco trattarsi di una emissione di Vetranio (o Vetranione) per Costanzo II. Buona notte. Stilicho1 punto
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Sono lieto di trovare in te delle certezze che io (e coloro che mi hanno scritto ed ho riportato nei commenti - e trattasi di esperti internazionali di grande esperienza) non ho. Ma sarà un problema mio, quello di avere dei dubbi, socratescamente. Se avrai avuto modo di agire sul link di quell'asta avrai sicuramente rilevato che ce ne sono moltissime (correttamente indicato tra l'altro) e se quindi hai letto i commenti riportati avrai compreso che ne stanno producendo a migliaia e quindi che tra poco cominceranno a girare senza l'indicazione; quelle autentiche verranno "sporcate" dalla presenza di queste, risultando indistinguibili come di fatto sembrano essere. Considera poi che il dealer internazionale cercherà di mettere in asta quelle migliori come aspetto visivo e che colpiscono l'acquirente ignaro mentre non è escluso che quelle meno perfette prendano altri canali. Meno perfette e che ora non hai modo di vedere ovvero di distinguere come artificiali. Quindi anche lo scartare quelle più belle all'occhio non è un termine discrezionale valido. L'unico potrebbe essere quello di privilegiare zecche orientali (Antiochia, Cizicus,etc...) ma ciò può indicare orientativamente sulla provenienza dell'esemplare, non sulla genuinità del residuo terroso. E la tenorite superficiale può essere altrettanto artificiale. Io ne ho alcune da una ventina d'anni (quando all'epoca ne trovavi solo da dealer che ne acquistavano da provenienza medioorientale) e ti assicuro che non riscontro grosse differenza visive con queste. Ecco, in realtà non le ho mai osservate al microscopio binoculare ma potrebbe essere un'idea per osservare se qualche particolare può indicare una c.d. patina desertica autentica o meno. Forse un giorno lo faccio. Buona giornata Illyricum1 punto
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tutte le puntate finali delle stagioni di Lost avevano meno cliffhanger... quindi ricapitolando se ho bene inteso: 1) acquistata per 250€ come dubbia 2) data per falsa qui da molti 3) periziata da Felsinea come autentica 4) giudicata come falsa da qualche altro esperto dal vivo 5) mandata a Ngc che la giudica buona avendola in mano 6) dopo una telefonata la NGC la giudica falsa senza averla in mano 7) dopo la grezza del cambio di giudizio senza averla in mano dopo una semplice telefonata, NGC cambia ancora il giudizio e la segnala ufficialmente come NO DECISION 8 ) viene data a un mercante usa che la fa slabbare da PCGS come buona 9) viene inserita in asta Heritage come buona chiusa pcgs 10) viene ritirata dall'asta su richiesta del proprietario dopo alcuni importanti insegnamenti di vita scritti su un post di un gruppo di Facebook 11) viene rimandata da Heritage a Pcgs che la apre, la analizza, la rivaluta e la richiude come Extra Fine 40 autentica... Ragazzo, tu puoi dare materiale a Christie, ma non l'asta omonima , ma la scrittrice di thriller Agatha!!! Che storia fantastica...1 punto
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Taglio: 1 euro Nazione: Vaticano anno: 2008 Tiratura: 6.400 Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!1 punto
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Ciao @PaoloDoni23 Purtroppo si tratta probabilmente una produzione di Caprara, noto falsario di monete greche attivo a Smirne e Syros all’inizio del XIX sec. Le combinazioni dritto/rovescio di Caprara sono numerose, i riferimenti sono quelli del libro di Philip Kinns, « The Caprara forgeries », 1984. stesso dritto: stesso rovescio (Kinns 31): https://www.forumancientcoins.com/fakes/displayimage.php?pid=209131 punto
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60-61 d.C. - La rivolta britannica e la riconquista romana Attorno al 60-61 d.C. le popolazioni locali si ribellarono al giogo romano sotto la guida di Boudicca, la Regina degli Iceni, figura quasi mitica. Questa regina era la moglie del re Prasutago, già alleato dei Romani ai tempi dell’invasione di Aulo Plauzio che al fine della sua successione aveva ingenuamente nominato coeredi alla guida del regno le figlie e l’Imperatore romano. Ciò fornì ai romani un pretesto per occupare militarmente le terre degli Iceni vessando la popolazione locale. La stessa regina fu flagellata e le figlie violentate, provocando l’insurrezione degli Iceni a cui si unì la tribù dei Trinovanti ed altre. La colonia romana di Camulodunum fu assediata e distrutta quindi analoga sorte toccò a Londinium (Londra), sviluppatasi come emporio commerciale sul fiume Thamesis (Tamigi) e abbandonata dalle truppe romane, ritiratesi quando si resero conto di esser insufficienti numericamente per provvedere ad una efficace difesa cittadina; analoga sorte toccò a Verulamium (St.Albans). Nel 61 d.C. le truppe romane riorganizzatesi sotto la guida di Gaio Svetonio Paolino, sebbene nettamente inferiori per numero ma meglio organizzate tatticamente, sconfissero i ribelli nella battaglia di Waitling Street. La stessa Boudicca per evitare di cadere in mano nemica si avvelenò: il sogno britannico dell’insurrezione era crollato. Il ricordo della regina rimase comunque vivo nelle popolazioni tanto da esser ripreso sia nelle tradizioni popolari britanniche sia nell’iconografia moderna come simbolo di fiera indipendenza e di ribellione verso il nemico oppressore. Da questo momento la parte centro-meridionale dell’isola entrò saldamente sotto il controllo romano e crebbero città che promulgarono i valori propri della romanitas; ben presto l’aristocrazia locale accettò l’assimilazione culturale e fece propri gli usi e costumi romani. Nel campo religioso si assistette al sincretismo tra divinità di origine locale e quella romana. I valori della romanitas non furono accettati da tutte le popolazioni locali: vari gruppi tribali britannici rimasero spiccatamente ostili ai Romani e tra questi si mise in luce quello dei Brigantes, una bellicosa tribù che occupava un’ampia area territoriale corrispondente all’Inghilterra settentrionale. Guidata al momento dell’invasione dalla Regina Cartimandua ebbe inizialmente rapporti di alleanza con i Romani tanto che nel 51 d.C. questa consegnò Caratacus (fuggito all’offensiva romana contro i ribelli del Galles Nord-Orientale e rifugiatosi presso i Briganti) al governatore romano Ostio Scapula. Ben presto però la fazione anti-romana presente nella stessa tribù crebbe per importanza e con a capo l’ex marito Venuzio tentò il rovesciamento della regina, sventato grazie all’intervento militare di soldati ausiliari romani. In un secondo momento collocabile nel periodo successivo alla morte di Nerone (69 d.C.) Venuzio ritentò con successo di prendere il potere ottenendo la destituzione di Cartimandua. 79-84 d.C. - Britannia perdomita et olim missa A partire da questo momento i Briganti si distinsero per azioni di rivolta antiromana, spesso non documentate chiaramente dagli storici latini. In questa ottica sorse in epoca neroniana o flavia Eburacum (York), sviluppatasi progressivamente attorno al forte legionario della IX Legio Hispanica (71 d.C., dapprima attestata presso Lindum, attuale Lincoln) che costituiva una base strategicamente importante sia per azioni militari contro le popolazioni del Nord che di controllo e di intervento in caso di moti rivoltosi da parte dei Briganti stessi. La politica espansionista dei Flavi raggiunse il suo acme con Tito che incaricò Gneo Giulio Agricola della conquista della totalità dell’isola britannica; il governatore durante sette anni di azioni militari conquistò gran parte della Caledonia (attuale Scozia) scontrandosi con le popolazioni alloctone guidate da Calgacus e sconfitte nella battaglia del Mons Graupius. A questo capo caledone Tacito attribuisce un famoso discorso tenuto prima dello scontro militare e che ben esprime ciò che provavano le popolazioni locali nei confronti dei Romani: “… voi tutti qui accorsi in massa, che non sapete cosa significhi servitù, non c'è altra terra oltre questa e neanche il mare è sicuro, da quando su di noi incombe la flotta romana. Perciò combattere con le armi in pugno, scelta gloriosa dei forti, è sicura difesa anche per i meno coraggiosi… Noi, al limite estremo del mondo e della libertà, siamo stati fino a oggi protetti dall'isolamento e dall'oscurità del nome... [I Romani] Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla loro sete di totale devastazione, vanno a frugare anche il mare: avidi se il nemico è ricco, arroganti se povero, gente che né l'oriente né l'occidente possono saziare; loro soli bramano possedere con pari smania ricchezze e miseria. Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto, dicono che è la pace” (Tacito, Agricola, 29-32). Quando la vittoria sembrava essere ormai prossima, la conquista della Caledonia non si completò: nell’84 d.C. Agricola rientrò a Roma per richiedere a Domiziano un ulteriore contingente militare utile a concludere la campagna. L’imperatore, probabilmente infastidito dalla gloria militare che stava procurandosi il generale, non solo lo negò ma anzi ordinò l’abbandonò dei territori conquistati nella Caledonia settentrionale e l’attestamento sulle posizioni da cui era partita l’offensiva. Famosa in merito fu la frase Britannia perdomita et olim missa (la Britannia conquistata fu subito persa) con cui Tacito commentò la vicenda sul suo “Agricola”.1 punto
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E questo invece e' il ferlino della farina da mezza quartarola, 1570 (che mi manca!), tornando in tema pane1 punto
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