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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/06/24 in Risposte
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per portare su questa storica discussione ne approfitto per presentarvi il mio ultimo acquisto. un bel 10 tornesi 1825 di Francesco I.7 punti
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Buonasera a tutti, passato ieri in Asta Gma un interessantissimo Cavallo Aragonese di Federico. Diverso da un mio esemplare per il rovescio. Ha fatto un realizzo di tutto rispetto. Complimenti a chi se l' è portato a casa. Saluti Alberto4 punti
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Buonasera a tutti. Come detto in altro post, prendendo spunto da utenti del forum, voglio condividere alcuni esemplari della mia collezione, chiedendo nel contempo, i vostri graditi pareri. Il peso di questo 5 lire "cinquantenario" è di 25,00 grammi e il diametro di 2,3 cm. L'ho preso ad un'asta che lo indicava quale conservazione BB+. Attualmente è la star della mia collezione. Grazie a tutti coloro che interverranno.3 punti
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Ho provato a fare una comparazione un po rudimentale ( con i mezzi tecnici che ho a disposizione) con il mio esemplare. Peccato mi sarebbe piaciuto averlo.. Ma sono contento per chi lo ha messo in collezione Saluti Alberto3 punti
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Un consiglio, non credo che chi ha aperto questa discussione avesse in mente un "contest" con i format proposti dagli altri periti/operatori. Credo che la discussione dovrebbe svilupparsi sul merito del metodo condiviso da @Anxur. Da quello che vedo mi sembra ben fatta e dire questo non significa che automaticamente tutte le altre sono fatte male. La perizia presenta: Identificazione generale Esame visivo Documentazione e provenienza Autorevolezza dell'esaminatore Certificazione Ci sono elementi non presenti nel format e sinceramente non ho le competenze necessarie per etichettarle come "mancanze", le elenco solo come spunto per un ulteriore ed eventuale approfondimento. Analisi chimica Comparazione con altre monete autentiche Credo che condividere un metodo sia sempre un gesto apprezzabile e per questo la ringrazio.3 punti
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Nella didattica, prima fra tutte quella delle lingue, da lungo tempo è stata riconosciuta l’efficacia del metodo induttivo contestuale, in cui, in luogo di una anticipazione dei contenuti teorici, per differire a un secondo momento la componente pratica di consolidamento, si predilige anticipare i nuovi fenomeni nella esperienza diretta. Ho aperto questa discussione portando degli esempi di perizie, quale prodotto di una scheda che mi proponevo di divulgare, e mi riservavo eventuali approfondimenti dove opportuni. Alcuni toni, però, mi avevano disincentivato, e solo dopo espressa richiesta ho deciso di aggiungere delle righe sul senso della discussione. Mi aspettavo appunti legati a un’applicazione del sistema, senza adattamenti, a tutta la monetazione a martello, dal VI secolo a.C. alla metà del Settecento (a titolo di esempio, i filippi milanesi di Maria Teresa arrivano al 1749), giudicando senza differenze di sorta (per esempio) un didrammo magnogreco di Metaponto, un solido romano di Antiochia per Costanzo II o un follaro normanno di Salerno per Ruggero II. L’obiettivo è proprio di ricavare un prospetto quanto più possibile oggettivo della qualità produttiva della moneta: alcune monetazioni risulteranno realizzate con grande attenzione, altre in modo trascurato, e questo stesso dato non è privo di valore, perché indicativo dell’attenzione che lo stato ha riservato in quel momento e in quel preciso luogo alla produzione di valuta, non senza ricadute di propaganda politica. La struttura del metodo di indagine è spiegata al messaggio 10 e documentata al 54: qui vorrei chiarire in sintesi “a cosa dovrebbe servire” un format che indicizza il processo di produzione della moneta, dal tondello, ai coni, alla coniazione. - L’esame di un singolo esemplare, per esempio nella compilazione di un’expertise, offre una classificazione completa, non del solo stato di conservazione: due monete identiche, coniate dagli stessi coni possono differire per ampiezza del tondello, freschezza dei coni, qualità di battitura, e tutti gli altri indici che ho registrato. Il pregio dei due esemplari, quindi, pure in una parità di conservazione potrà differire in modo sostanziale. - L’applicazione sistematica di una scheda del genere, all’interno di un database, consente facilmente di comparare l’esemplare con le evidenze di tutti gli items censiti, comprendendo davvero se ci si trova davanti a un esemplare “eccellente” o “eccezionale”, come i cataloghi di vendita registrano con una certa ricorrenza. In un’epoca dove si sta affermando il grading americano, che presume di restituire tutto con un numero, l’interrogazione del database dovrebbe riferirci immediatamente quanti esemplari, con medesima conservazione o poco inferiore, presentano di contro un tondello più ampio, meglio coniato e da coni più freschi. - In uno scenario non commerciale, invece, i dati rilevati su un campione di valore statistico consentono di approfondire in senso diacronico e sincronico le dinamiche della produzione di valuta (esempio: troviamo indizi fondati di una correlazione tra urgenza di contanti per spese dello stato e qualità di produzione? Incremento dei volumi corrisponde necessariamente a produzione più frettolosa?), le strategie di zecca (esempi: perché per alcune serie abbiamo monete su tondelli stretti e irregolari e monete larghe e tonde? Maestranze di diversa origine? Fabbricazione dei tondelli in luoghi diversi? Invece i coni con quale ricorrenza venivano sostituiti?) e le politiche monetarie (esempio: perché in alcuni periodi troviamo estrema cura dalla preparazione dei tondelli fino alla coniazione e in altri totale trascuratezza?), che possono differire nei tre metalli: oro, lega di argento e lega di rame. Il campo di indagine può estendersi o restringersi secondo le esigenze, per studiare le scelte di singole autorità emittenti nel corso degli anni o per una comparazione del prodotto di zecche tra loro contemporanee del mondo antico (esempi: due zecche magnogreche, zecca di Roma imperiale e zecche provinciali), del medioevo (esempio: zecche di due città vicine), dell’età moderna (esempio: zecche di due città sotto la medesima autorità). Possiamo comprendere come cambia la qualità del prodotto moneta di una specifica zecca nell’arco di un secolo, a fronte della successione di diverse autorità, o come muta nel corso degli anni di un preciso regno per riverbero delle scelte di un determinato sovrano. In conclusione, si aprono innumerevoli spunti di ricerca. L’integrazione di un indice nella scheda relativo alla composizione della lega, esaminabile per spettrofotometria XRF, aggiungerebbe un ulteriore rilevante ragguaglio, ma necessita di investimenti per l’acquisto della strumentazione.3 punti
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Recentemente mi sono imbattuto in una moneta proveniente da un tesoretto di cui non conoscevo l'esistenza. Si tratta del Tesoro di I'aat, piccolo villaggio (o più probabilmente località, dato che non sono riuscito a localizzarla sul maps) non lontano da Aleppo, in Siria. Il ripostiglio è stato messo in vendita in un'asta del noto negozio francese CGB nel 2005 e poi successivamente disperso, per la quota dei lotti invenduti, negli anni successivi nelle varie sessioni delle aste settimanali della loro boutique. Sulle circostanze della scoperta non si sa molto, i dati riportati nello studio del tesoro a opera di Jerome Mairat sono alquanto scarni: l'insieme proviene da una collezione di numismatico francese che ha acquistato questo gruppo di monete dirattemente in Siria qualche anno prima dello scoppio del primo conflitto mondiale per poi portarle con se in Europa. Negli appunti che accompagnavano queste monete vi era l'indicazione della provenienza e una nota che faceva riferimento alla scoperta da parte di alcuni agricoltori. Non è dato di sapere se le monete erano all'interno di qualche recipiente o sacco. Si tratta di 95 antoniniani di cui sicuramente 91 appartengono a un ritrovamento omogeneo, mentre altri 4 (per stato di usura e datazione) molto probabilmente sono stati inseriti nel lotto ma non ne facevano originariamente parte. I 91 antoninaini sono tutti a nome di Valeriano e Gallieno (con 10 esemplari battuti a nome del figlio Salonino) e appartengono tutti alle due zecche orientali di Antiochia e del secondo Atelier (Samostata?). In particolare le emissioni in questione sono così distribuite: La particolarità della composizione e la sua marcata omogenità pongono alcuni interrogativi a cui purtoppo non è possibile dare risposta: si tratta di un ritrovamento completo? si tratta di una parte accuraratamente selezionata di un ritrovamento più importante? Gli aspetti più salienti di questo ripostiglio sono che tutte le monete dell'Atelier secondario (Samostata) appartengono alle due prime emissioni, mentre le monete della zecca di Antiochia appartengono esclusivamente alla quinta emissione. La presenza di monete a nome di Salonino per entrambe le zecche permettono di fissare un termine post quem per la chiusura del ripostiglio alla primavera del 258 periodo in cui cessò la produzione di monete a nome di Valeriano II a seguito della sua morte. Questa data certa, assieme allo stato di conservazione mediamente elevato dell'insieme (che esclude quindi una lunga circolazione dei pezzi), fa datare la chiusura del ripostiglio (ammesso che esso sia completo o che rispecchi in omogeneità e composizione un insieme più grande) nel corso del 258. L'importanza di questo piccolo ripostiglio sta nell'aver permesso - grazie allo studio comparato delle varie monete presenti - di spostare dalla terza alla seconda emissione dell'Atelier secondario (Samostata) le monete di Salonino senza marche al rovescio il che implica di datare la fine della seconda emissione nel 258 e l'inizio della terza più tardi rispetto quanto si credeva in precedenza. Inoltre la netta prevalenza di monete del secondo atelier orientale (87%) e il luogo di ritrovamento in territorio siriano, fanno dubitare dell'attribuzione di questo atelier alla città di Samostata. Mairat sostiene che il secondo Atelier orientale aveva il compito di emettere sostanzialmente denaro destinato all'esercito e di conseguenza, molto probabilmente, non è da individuare in una grande città quanto piuttosto in un accampamento militare e di considerarlo con buona probabilità come un impianto produttivo itinerante. Per chi volesse approfondire qui c'è il link al catalogo delle monete e allo studio che lo accomapagna a firma di Jerome Mairat: https://flips.cgb.fr/ct02/files/assets/basic-html/page-1.html Mentre questa è la moneta che è entrata nella mia collezione: Antoniniano; 21 mm - 3,5 gr; Zecca: Atelier Orientale II 2a emissione: 256-258 D\ IMP C P LIC GALLIENVS P F AVG R\ PIETAS AVGG Provenienza: Tresor de I'aat, n. 69 Classificazione: RIC 447; Cunetio Hoard n. 849; Tresor d'Eauze1603 (19 ex.); Göbl1684 m (39 ex.)2 punti
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Così é presentato un vistoso esemplare di tremisse, stimato RRRR, attribuito a monetazione longobarda anonima forse in Lucca, con al diritto monogramma ed al rovescio croce . Sarà il 4 Maggio in vendita Artemide LXI al n. 890 .2 punti
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Alberto, osservando meglio il tuo cavallo direi che in esergo non ha la sigla ma solo una stellina al centro, ne era passato uno simile in un listino della numismatica Picena, riportato sul volume di Jordi Vall-llosera n. 348 R4 complimenti !!!2 punti
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Se può interessare allego uno studio sulle corone : 27-28 Santone Corone aragonesi (1).pdf2 punti
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Molto bello anche il tuo Alberto, soprattutto per la bellissima patina verde che sfoggia. Anche la conservazione... stiamo li.2 punti
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Buonasera a tutti, complimenti Fricogna, veramente un bel esemplare. Magliocca 473a simbolo fiore a 5 petali. Saluti Alberto2 punti
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Sono stato venerdì mattina,era molto affollato ho conosciuto nuovi amici e preso alcune monete. In conclusione un bel convegno. p.s. (sono andato in treno così non ho avuto problemi di parcheggio.)2 punti
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Grazie @Reficul, aggiungo che qualche spunto di riflessione potrebbe derivare dalla lettura scheda NU che fu elaborata da Ministero BBCC nel 2004. Si tratta ovviamente di una scheda per la classificazione delle monete che solo parzialmente entra in gioco, considerata l'ampiezza (talora eccessiva in verità) delle voci prese in esame. Ma a prescindere da ciò trovo che il lavoro di @Anxur sia impostato correttamente e, soprattutto, basato a monte su uno studio approfondito di tutti gli elementi che compongono il documento monetale.2 punti
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Probabilmente sì. Non l'ho mai toccata in quanto dal vivo è molto meno evidente e poi, non vorrei rovinare il trittico che, in alta conservazione, si presenta molto uniforme:2 punti
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Salve. Ringrazio Raffaele per avere portato sul forum l'argomento riguardante le ribattiture sulle piastre 1842. Gliene avevo parlato in privato qualche settimana fa, ma, di mia iniziativa , non mi sarei mai esposto a parlarne in questa sede. Non sapevo che un esperto come Santone si fosse interessato alla questione. Mi fa piacere, perché pensavo di essere ancora preda delle solite allucinazioni numismatiche. Seguo queste particolari aquilette da molto tempo ed ho sempre nutrito dei dubbi (come, mi sembra, accada anche per Santone), sulle origini e sul ruolo da attribuire alle ribattiture di cui sono portatrici. Sono ribattiture dovute a scivolamento o malfunzionamento del conio? A casualità o ad errore? Mi pare alquanto difficile! E se fossimo, invece, di fronte ad una nuova variante? Esse coinvolgono solo le aquilette e, secondo me, non sono utilizzate per una correzione delle aquilette sottostanti, già disposte a regola e in modo conforme rispetto a quanto avviene in tutte le infinite altre piastre 120 grana di Ferdinando II, senza, quindi, alcun bisogno, di una rivisitazione. Sono nitide e definite e si trovano solo in rarissimi esemplari del 1842 o del 1844. Si ripete un po' quanto avviene nelle piastre 1834 aquile capovolte, con aquile sì capovolte, ma ribattute "sempre" su altre in posizione del tutto normale. Nel nostro caso, invece, abbiamo aquile normali ribattute su altre normali. Che sia tutto "voluto" in ambedue le circostanze? Che si miri a "segnare" le monete e che sia sbagliato e riduttivo parlare di una semplice ribattitura? Posto 3 mie monete, due del 1842 ( la prima delle due é quella passata di recente all' asta 66 di Artemide ), la terza é del 1844. Non sono riuscito a trovarne altre. Ringrazio Santone e Raffaele. Saluti.2 punti
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Sarà la primavera,non so,ma stamattina quando sono arrivato al palasavena sembrava di essere allo stadio,c'era una calca che non ricordo di aver mai visto per i convegni bolognesi, è stata la prima volta che ho dovuto parcheggiare ben lontano dai parcheggi perché erano strapieni,anche all'interno era gremito di gente... È stato un bel convegno in compagnia di amici ,e non sono mancati alcuni acquisti inaspettati ...2 punti
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come si dice? "Il paradiso lo preferisco per il clima, l'inferno per la compagnia" ============== Allora... qui mi sa che solo per questo biglietto bisognerebbe fare un thread apposta, cercherò di essere sintetico. Per intanto il "biglietto" è più un "fazzoletto" in quanto fatto prima di seta e poi di lino, un lato è decisamente biblico / polemico A) Lamento biblico: - Geremia 2,16 Anche gli abitanti di Memphis e di Tachpanhes ti schiacceranno il cranio. - Giobbe 11 Dio mi consegnaagli ingiusti e mi getta nelle mani dei malvagi. B) Proposta di pace - Wilson 1918 - Abacuc 3,10 I monti ti vedono e tremano; la pioggia scrosciante si riversa; il diluvio primordiale ruggisce e tende le mani. - Abacuc 3,16 Quando l'ho sentito, ho tremato in tutto il corpo; ho sentito il rumore e ho gridato. La putrefazione affligge le mie membra / e i miei passi vacillano. Ma attendo in pace il giorno dei patimenti che sta per colpire il popolo. C) Tu o borsa ti amiamo più dei versi [*azzo! ndr] L'altro lato non è da meno: 1) Una volta avevo una bella patria! Che parlerebbe ancora della Germania con orgoglio. Il dolore vuole spezzarmi il cuore. Appoggio la mia testa grigia contro un muro spoglio, afferro la mano di mio figlio. Una volta avevamo una bella patria! 2) Sforziamoci, sforziamoci sempre, più forti e più puri. Ogni minuto che viviamo, qualcuno cade fuori. Ogni minuto che non usiamo diventa un'accusa. Pensiamo con gratitudine a chi ci protegge come portabandiera. 3) un dollaro 4,20 (nel) 1914 - 4650 M(archi) 1922 / il dollaro sale! 4) un uovo 5Pfennig 1914 - 30 Marchi 1922 / L'uovo sale anche! ================== Giusto ieri sera si parlava del fatto che i nostri miniassegni, rispetto ai notgeld, sono proprio una noia e questo è proprio un bell'esempio, grazie a @nikita_ per avercelo presentato! Io stavo osservando già questi "fazzoletti" di Bielefeld ma adesso credo di dover riconvergere le mie forze (monetali) verso altri obiettivi 😁 Per oggi è tutto, Njk2 punti
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Buongiorno a tutti, inserisco nella discussione dell'Amico @Raff82la mia 38 rigata con rovescio senza punteggiatura , acquisto fresco fresco dal convegno di Bologna... Scusate per le immagini,le ho fatte al volo fuori dal convegno... Dimenticavo,nella partizioni del Portogallo 7 quadratini disposti dall'alto verso in basso 2/2/2/1...2 punti
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No, non stai sbagliando. Qui sul forum è in corso una crociata contro gli slab, ma il tuo intervento chiarisce limpidamente quali siano i benefici per i neofiti. Ti consiglio però, nel corso del tempo, di affinare le tue capacità di riconoscere autonomamente il livello di conservazione di ciò che acquisti. Una volta che avrai formato l' "occhio" sarai indipendente anche dagli enti. Potrai in questo modo valutare gli acquisti autonomamente qualora tu abbia la possibilità di valutare dal vivo le monete. Non lasciare che il servizio di grading, che ti è tanto utile ora, rallenti il tuo studio e la tua crescita numismatica. Vedrai che alla fine potrai liberare le monete che non vuoi rivendere dalle scatolette senza patemi. Buona giornata2 punti
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Si le monete sono nate libere. firmato fronte nazionale per la liberazione delle monete☺️2 punti
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Ringraziando @santone condivido questo interessante articolo sulle piastre del 1842. Un saluto a tutti. Raffaele.1 punto
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ti posto per esempio uno attualmente in asta. 0,53 mi sembra però molto sottopeso.1 punto
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In tariffa per l'interno per cinque parole di convenevoli con 10c Leoni soprastampato "Venezia Giulia" del 1918. Annullo di partenza del 20.12.1918 della posta militare n.45 + timbro in blu del Comando Regg. Cavalleggeri Vicenza 24, .. credo ..?!. (Purtroppo per l' annullo di posta militare 45 ho i libri in altra abitazione non posso dire nulla). Allora, dobbiamo dire che la cartolina benché abbia annulli militari, non gode di nessuna franchigia o agevolazione, suppongo che il mittente fosse un militare che abbia spedito attraverso i canali della caserma dove era dislocato, ed ecco il motivo dei timbri militari e del lineare "Verificato per Censura", infatti il primo controllo di censura veniva applicato dai Comandi di truppa che applicavano il timbro del Comando e il verificato per censura. Benché la guerra fosse terminata l' 11 novembre 1918 nelle caserme si continuerà ad avere un controllo di censura sulla corrispondenza ancora per qualche tempo. Diciamo inoltre che le regole sulla censura su questa cartolina non furono applicate alla lettera, infatti era vietato inviare cartoline illustrate con paesaggi o panorami di città. Sempre materiale interessante. NON COMUNE.1 punto
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Faustina I ha una treccia raccolta sul vertice del capo e la stragrande maggioranza delle sue monete sono postume (di consacrazione). Faustina II ha sempre lo chignon sulla nuca. Ciao. Stilicho1 punto
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Ciao, tutto può essere però l'aspetto della patina sembra quella da conservazione in un monetiere, probabilmente proviene da una vecchia collezione. Bel denario 🙂 ANTONIO1 punto
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C'è l'ho pure io questa 200 lire sfusa, è comune nonostante la sua tiratura. E' una cosa normale per gli spiccioli del Vaticano anche se originariamente destinati solo nelle divisionali. Per il valore credo che avrai già visto in giro, tralasciando naturalmente le inserzioni esagerate su per giù siamo qui:1 punto
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Ciao, si tratta di un denario celebrativo che come hai detto è da ricondurre ad una sua vittoria. Riportando sulla legenda del dritto il V consolato la sua data di coniazione si può restringere tra il 103 ( data in cui fu nominato console par la quinta volta) ed il 111 ( data di conferimento del suo VI consolato). Traiano fu un imperatore perennemente impegnato in campagne militari. In Dacia ( 101/106), in Arabia dal 106) e contro i Parti (111/117) 🙂 ANTONIO1 punto
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Anche quello dell’esemplare Coin no. 6 di RPC I, 2221 Province Asia City Cistophoric mint Region Uncertain Reign Claudius Obverse inscription TI CLAVD CAES·AVG Obverse design bare head of Claudius, left Reverse inscription ROM ET AVG, COM ASI (in field) Reverse design temple with two columns enclosing figure of Augustus crowned by female figure holding cornucopia apollonia1 punto
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Può essere omessa…. La perizia si occupa solo dell’aspetto tecnico della moneta e non della sua liceità o meno.1 punto
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@Arcimago come ti dicevo alcuni periti sono più di manica larga ed altri sono più pignoli, io preferisco i pignoli, francamente dare per assente una cosa che si vede, pur dovendo fare giochi di luce come anche nel mio caso, non mi sembra un buon servizio né al cliente né alla numismatica, questo è il mio pensiero che naturalmente non conta nulla, ma ti posso assicurare che esemplari in cui non c'è la gambetta della R esistono pertanto direi senza timore di sbagliare che quelle andrebbero periziate come la mia ovvero "gambetta estremamente evanescente". Dalla foto che hai postato non si riesce a vedere la gambetta che dici esserci pertanto mi fido. Un caro saluto.1 punto
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Buongiorno, la lecita provenienza deve garantirla chi vende la moneta, non chi la esamina per un'expertise. La registrazione di precedenti vendite documentabili è certo un’ottima argomentazione contro chi ne avanzasse la provenienza da scavi illeciti, ma nessun professionista che non sia anche venditore può e dovrebbe sostenere che la moneta che sta certificando sia di provenienza lecita: chi gli dice che, pur venduta in asta 100 anni fa, non sia stata rubata e acquisita dal proprietario attuale comprandola da un ricettatore? L’unica certificazione della lecita provenienza è la documentazione di acquisto.1 punto
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Grazie per questa spiegazione così esaustiva. Trovo decisamente completo e versatile questo format valutativo specialmente per la sua indicizzazione per processo produttivo, vero punto forte secondo me, in quanto rende più chiare eventuali peculiarità tecniche che conferiscono a un determinato esemplare un carattere di eccezionalità. Questa caratteristica inoltre, rende meno soggettiva la valutazione del grading, permettendo al collezionista di avere una comprensione più chiara dei motivi che hanno portato ad assegnare una determinata valutazione. In pratica, una perizia “che spiega” la valutazione assegnata! Ottimo, complimenti sinceri veramente!1 punto
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Periziare no ti costerebbe più la perizia,che il valore della moneta anche FDC,gigante 2024 FDC € 25.1 punto
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DE GREGE EPICURI Sul frontone del tempio distilo c'è la scritta ROMETAUG (Romae et Augusto), che è quella presente anche sugli assi ed i sesterzi dell'" altare di Lugdunum" coniati da Augusto e da Tiberio. Scusate se la moneta è malconcia!1 punto
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Il Dottor Rinaldi, autorevole studioso oltre che perito numismatico, ha illustrato su questo forum con solidità scientifica alcuni aspetti fondamentali attinenti all'impostazione metodologica del suo lavoro. Dovremmo pertanto essere grati a chi condivide con tale accuratezza questo tipo di informazioni in quanto costituiscono gli imprescindibili presupposti per ulteriori sviluppi del settore.1 punto
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Facciamo un piccolo giochino...Pensate a una classica battaglia in stile giapponese tra due feudi nemici, come quelle che si vedono in alcuni film e serie TV. L'avete pensata? Beh...Scommetto che buona parte di voi ha sognato una battaglia con gli eserciti costituiti principalmente dai famosissimi guerrieri samurai, ma la realtà storica era ben diversa. Pertanto, in questa discussione analizzeremo un'ossatura "sconosciuta" degli eserciti giapponesi feudali: i fanti ashigaru. L'origine degli ashigaru Gli ashigaru, letteralmente "piedi leggeri", furono fanti impiegati nei conflitti del Giappone feudale dalla casta dei samurai. Qual è l'origine di questi fanti? Per rispondere a questa domanda bisogna dare uno sguardo alle origini dei samurai...Inizialmente i samurai servirono principalmente come arcieri a cavallo, tanto che i primi racconti non menzionano nemmeno le spade ed elogiano l'abilità con l'arco. La fanteria appiedata era costituita principalmente da agricoltori arruolati, non addestrati ed equipaggiati con i loro strumenti agricoli convertiti ad armi. Considerati dei non soldati, gli agricoltori arruolati non erano pagati e guadagnavano di razzie e bottini. Fu così che nacquero i primi nuclei di ashigaru. I contadini si resero presto conto che combattere le guerre poteva renderli più ricchi, e molti rinunciarono all'agricoltura per diventare fanti negli eserciti dei vari feudi. I primi racconti descrivono gli ashigaru come elementi pericolosi, mercenari, inaffidabili, ribelli e con un alto tasso di diserzione. È per questo motivo che gli ashigaru sono quasi sconosciuti, proprio perché gli scrittori giapponesi erano più interessati a scrivere storie sui samurai che ai mercenari contadini. Il culmine dello scempio fu il saccheggio e la distruzione di Miyako (l'odierna Kyoto) durante la guerra Ōnin (1467 - 1477). Nel periodo Sengoku (1467 - 1603) il modo di combattere cambiò dai numerosi duelli singoli al confronto tra formazioni disposte in ranghi. Pertanto, gli ashigaru diventarono la spina dorsale di molti eserciti feudali, trasformandosi a fanti semi - professionali ed equipaggiati. L'equipaggiamento degli ashigaru Come specificato precedentemente i primi ashigaru non avevano nessuna armatura e utilizzavano i vari strumenti agricoli come armi. Con l'inasprirsi delle guerre e il cambio del modo di combattere, i vari capi feudali iniziarono a equipaggiarli con armi migliori e armature economiche. Spesso erano armati con una lancia (yari) o un arco (yumi), ma molti portavano anche una spada (uchigatana) come arma da combattimento ravvicinato. Essenzialmente era una spada economica "usa e getta"; e la famosissima katana è un'evoluzione proprio di questa spada. Nel XVI secolo gli ashigaru furono equipaggiati anche con i tanegashima-teppō, un archibugio derivato da quelli portoghesi. Approfondiremo l'utilizzo delle armi da fuoco nella parte successiva. Per quanto riguarda l'armatura poteva consistere in un cappello conico (kasa), pettorali (dō), delle maniche rinforzate (kote), gambali (suneate) e cosciali (haidate). Il cappello conico poteva essere sostituito anche da un classico elmo giapponese (kabuto) o un cappuccio (tatami zukin). Nel periodo Sengoku la richiesta di armamenti aumentò a causa dei sempre più crescenti eserciti di ashigaru, aumentando così la produzione di elmi e armature semplici come la tatami. Inoltre, gli ashigaru, così come i samurai, portavano lungo la schiena un'asta con in cima uno stendardo chiamata sashimono, con lo scopo di facilitare l'identificazione durante la battaglia. Immagine da sinistra verso destra: cappello conico "kasa"; disegno recente di un gruppo di ashigaru; armatura di tipo "tatami" L'arrivo delle armi da fuoco I giapponesi utilizzavano armi da fuoco già da oltre due secoli, ma si trattava di rudimentali schioppi e cannoni derivati da modelli cinesi arcaici e superati. Come si arrivò a produrre un archibugio simile a quello portoghese? Devo dire che la storia è alquanto...bizzarra. Nel 1543 una nave cinese diretta verso l'isola di Okinawa con a bordo degli avventurieri e mercanti portoghesi fu costretta a ormeggiare nell'isola di Tanegashima a causa di una tempesta. La nave venne sequestrata e il signore dell'isola, Tanegashima Tokitaka, entrò in possesso di due archibugi. Capite le potenzialità di queste armi, Tokitaka affidò i due archibugi al suo armaiolo di fiducia, ma questo non riuscì a riprodurre il complesso scodellino dell'archibugio. Il problema si risolverà l'anno successivo, quando i portoghesi tornarono a Tanegashima portando un loro armaiolo che venne messo a servizio del daimyo dell'isola. Negli anni successivi la famiglia Tanegashima passò l'idea al potente clan Shimazu, ma in breve tempo anche altri clan si appropriarono dell'invenzione. La diffusione fu rapida e in soli 10 anni furono prodotti circa 300000 tanegashima-teppō. I samurai non disdegnarono l’uso degli archibugi, ma non si adattavano nel loro stile di combattimento. Per risolvere questo inconveniente i daimyō iniziarono a dotare i propri ashigaru con le nuove armi, anche perché richiedevano scarso addestramento per essere impiegati rispetto agli archi che servivano tanti anni di pratica. Il vantaggio degli archibugi fu decisivo durante la fine del periodo Sengoku. Un esempio è la battaglia di Nagashino (1575) dove i fucilieri ashigaru, appartenenti alla coalizione tra clan Oda e Tokugawa, vennero posizionati strategicamente da Oda Nobunaga e falciarono la temuta cavalleria del clan Takeda con colpi incessanti. Dopo la battaglia, il ruolo degli ashigaru negli eserciti venne riconosciuto e divennero un elemento essenziale pari ai samurai. I fucilieri ashigaru verranno utilizzati anche nelle invasioni della Corea nel 1592 e nel 1597, con un rapporto tra fucili e archi di 2:1 alla prima invasione e uno di 4:1 durante la seconda. Immagine da sinistra verso destra: stampa del periodo Edo con fucilieri ashigaru; stampa del periodo Edo che raffigura degli ashigaru indossare i "mino" sotto la pioggia. La fine degli ashigaru Con l'inizio dello shogunato Tokugawa (1603 -1868) l'arruolamento degli ashigaru iniziò subito a cadere in disuso. Sempre durante gli inizi del periodo Edo gli ashigaru rimanenti, oramai diventati professionisti, vennero considerati parte della classe samurai, nettamente più importante e prestigiosa, in alcuni feudi, mentre in altri rimasero tali. Così finì l'utilizzo dei "piedi leggeri", che da contadini mal equipaggiati e rozzi si trasformarono nel corso del tempo in fanti ben riforniti e disciplinati. Riprendo una bella frase finale su un sito storico straniero che rispecchia un po' tutta questa discussione: quando diciamo la parola samurai, non ci rendiamo conto che stiamo anche dicendo ashigaru. Spero che la discussione sia stata di vostro gradimento! Per qualsiasi dubbio o informazione scrivete pure! Alla prossima Xenon97 Gruppo di rievocatori vestito da ashigaru marciano in parata come parte della rievocazione della Battaglia di Sekigahara.1 punto
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per me imita le ostrogote, quindi potrebbe anche essere di area franco-merovingia cercando con calma si può forse restringere il campo la considerazione di @Adelchi66 è tutt'alto che da escludere1 punto
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Dall' epoca di Timoleone in Siracusa, un piacevole esemplare di emidracma ( forse 2 litre ? ) nella tipologia con al diritto testa femminile gianiforne con delfini ed etnico ed al rovescio cavallo al galoppo . Sarà il 14 Maggio in vendita Harlan J. Berk 227 al n. 267 .1 punto
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Ciao @gpittini Se la legenda è ΤΕΡΜΗϹϹΕΩΝ ΑΥΤΟΝΟΜΩΝ Θ, RPC 63643 Mi sembra che sia invece la legenda corta ΤΕΡΜΗϹϹΕΩΝ, RPC 63633 , la moneta proposta da @apollonia https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/type/63633 La monetazione di Termessos maggiore (ΤΩΝ ΜΕΙΖΟΝΩΝ: « la più grande ») è molto particolare perché non esiste nessuna moneta con ritratto imperiale. Credo che in tutto questa monetazione civica databile dalla fine del II sec. al III sec. d. C., esista un’unica tipologia raffigurante al rovescio l’imperatore (ma quale? forse Settimio Severo) che incorona un trofeo. Il Lanz 144, non so a cosa si riferisce. Il conte Anton Von Prokesch-Osten, diplomata, esploratore, uomo politico, numismatico, fù l’amico del duca di Reischtadt (« Napoleone II ») e del solforoso conte Arthur de Gobineau, ambasciatore e scrittore francese che teorizzò sulla disuguaglianza delle razze. Von Prokesch ha lasciato la sua importante collezione numismatica al museo di Berlino e ha publicato alcuni libri di numismatica, tra cui il catalogo delle monete greche inedite della sua collezione « Inedita meiner Sammlung autonomer altgriechischer Münzen », Vienne, 1854.1 punto
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Ho scoperto da pochi mesi questo Forum e ritengo estremamente gratificante scambiare delle opinioni, acquisire conoscenze da chi ne sa più di me, condividere la storia e le immagini di monete che altrimenti sarebbero niente di più che dei pezzi di metallo giacenti in album o nei monetieri. Sono un collezionista appassionato, ma purtroppo vivo in una realtà di provincia che ti porta ad essere "una persona un pò strana", che invece di andare alla "Sagra della Gnocca" ( esiste veramente, organizzata a pochi Km da dove vivo, incentrata sulle ricette a base di gnocchi e coniugata al femminile per attirare le persone ? ) passa il tempo libero tra libri e vecchie monete. Le occasioni di confronto "locali" sono veramente poche ed allora frequento assiduamente le discussioni di "Lamoneta". Cerco anche di dare un modesto contributo, ma non ho mai pensato di imporre il mio punto di vista e posso dire di aver imparato di più in questi pochi mesi che nei precedenti anni. Perchè nel Forum esistono dei veri "Maestri": persone, non solo dotate di grande competenza, ma soprattutto di correttezza ed umiltà che ti sanno trasmettere la loro passione, che non si "accendono come un cerino" ma, con buona educazione, ti fanno capire che puoi avere sbagliato una valutazione o che non sono d'accordo con il tuo giudizio. Non posso far nomi, ma li ringrazio veramente. Secondo me, è questo l'insegnamento da seguire, nella vita, come nella nostra bellissima passione. Scusate " l'off topic" ...1 punto
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Che meraviglia le valutazioni. Chi mi dice che 300 euro sono troppe e chi che sono troppo poche.1 punto
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