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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/07/24 in Risposte

  1. Posizione dell'isola di Hokkaido nell'arcipelago giapponese Hokkaido è l’isola più settentrionale dell’arcipelago giapponese. Situata a nord dell’isola Honshu, l’Hokkaido è famosa per la sua natura e per gli inverni molto rigidi. L’economia dell’isola si basa essenzialmente sulla coltivazione di riso e sulla pesca, tanto che l’isola occupa la prima posizione nel settore primario del Sol Levante. Oltre alle bellezze naturali, Hokkaido è celebre anche per gli Ainu, un gruppo etnico nativo dell’isola dalle origini misteriose. Alcuni Ainu parlano ancora l’idioma tradizionale, una lingua che secondo molti studiosi è collegata con quelle paleosiberiane, oltre a praticare una religione di tipo animistico che vede in ogni oggetto, animale o fenomeno atmosferico la presenza di un dio. Particolarmente importante è l'adorazione dell'orso, considerato l’animale simbolo degli Ainu. In questo post scriverò due racconti curiosi con protagonista l’isola, uno più storico e l’altro numismatico. 🙂 Anziano capo villaggio Ainu con cucciolo d'orso sacrificale. Hokkaido, 1953 Storia dell’effimera Repubblica di Ezo Sigillo del presidente della Repubblica di Ezo Enomoto Takeiki Dal 1603 fino al 1868, il Giappone fu governato dallo shogunato Tokugawa. Questo lungo periodo viene comunemente chiamato Periodo Edo, vecchio nome della città di Tokyo in cui risiedevano gli shogun Tokugawa. Durante gli anni 50 dell’Ottocento, lo shogunato Tokugawa era aggravato da crescenti crisi economiche e politiche, che sfociarono con la fine dell’isolazionismo sakoku e del graduale aumento di potere della corte imperiale. Nella storiografia giapponese, il lasso di tempo che corrisponde agli ultimi anni dello shogunato viene denominato Bakumatsu, letteralmente fine del bakufu. Nel 1868 – 1869, il Giappone fu coinvolto nella cosiddetta guerra civile Boshin, letteralmente guerra dell’anno del drago. L’esito di questa guerra fu un tassello fondamentale della storia giapponese, che comportò la caduta dello shogunato e l’inizio del Periodo Meiji. Dopo il rovesciamento del bakufu, una parte della ex marina dello shogun guidata dall’ammiraglio Enomoto Takeiki si ritirò verso Edo. Nell’ottobre del 1868, la piccola flotta composta da 4 navi da guerra e da 4 navi da trasporto lasciò la baia di Tokyo, navigando verso nord in direzione di Sendai, città importante dell’Alleanza del Nord Ouetsu Reppan Domei, una coalizione di diversi domini ancora fedeli all’ex shogun. Insieme a Enomoto c’erano diversi ex ufficiali Tokugawa, tra cui il comandante dell’esercito dello shogunato Matsudaira Tairo, nonché alcuni consiglieri francesi ex membri del corpo di spedizione militare incaricato di addestrare le truppe dello shogunato. L'obiettivo di Enomoto era quello di raccogliere il sostegno militare dei domini dell’Alleanza del Nord, ma il piano fallì dopo che un importante clan della coalizione passò dalla parte imperiale. Dopo un mese a Sendai, la flotta salpò più a nord, arrivando a Hakodate, all’epoca città principale dell’isola di Hokkaido. Il corpo di 4000 soldati guidato da Enomoto conquistò l’insediamento 8 dicembre del 1868. Con il sostegno dei consiglieri francesi guidati da Jules Brunet, i ribelli ottennero il pieno controllo dell’isola verso la fine del 1868. Il 27 gennaio del 1869 fu proclamato lo stato separatista della Repubblica di Ezo. Il nome Ezo, letteralmente terra dei barbari, era l’antico nome con cui si indicava l’Hokkaido. L’isola infatti era abitata principalmente dagli Ainu. La struttura politica della Repubblica di Ezo si basava sul modello della Costituzione degli Stati Uniti d’America, con suffragio limitato alla sola classe dei samurai. I voti furono espressi a scrutinio palese e portarono all’elezione di Enomoto Takeiki come presidente e Matsudaira Tairo come vice – presidente. La Repubblica di Ezo cercò il riconoscimento internazionale inviando il magistrato di Hakodate, Nagai Naoyuki, presso le varie delegazioni straniere situate in città, ma solo la Francia e il Regno Unito riconobbero la neonata repubblica. Enomoto fece un ultimo sforzo per presentare una petizione alla Corte Imperiale per poter sviluppare l'Hokkaido e mantenere indisturbate le tradizioni dei samurai, ma la richiesta fu respinta. Il tesoro della Repubblica di Ezo comprendeva 180000 monete ryo d'oro che Enomoto recuperò dal castello di Osaka in seguito alla precipitosa partenza dell’ultimo shogun Tokugawa Yoshinobu dopo la battaglia di Toba Fushimi all'inizio del 1868. Temendo una risposta da parte delle truppe imperiali, nell’inverno del 1869 le difese attorno alla penisola meridionale di Hakodate, come l’imponente fortezza a forma di stella di Goryokaku, furono rafforzate. Le forze di terra della Repubblica furono invece riorganizzate sotto un comando congiunto franco – giapponese: come comandante fu selezionato Otori Keisuke, mentre come consigliere il francese Jules Brunet. Nel frattempo, le truppe imperiali consolidarono la loro presa sul Giappone continentale. Nell’aprile del 1869, l’esercito imperiale, forte di 7000 uomini, conquistò Hakodate, costringendo il governo della Repubblica di Ezo e le rimanenti truppe a rifugiarsi nella fortezza di Goryokaku. Nel maggio del 1869, la flotta di Ezo venne sbaragliata dalla neonata marina imperiale giapponese. Nell’estate del 1869, il presidente Enomoto si arrese, consegnando la fortezza Goryokaku all'ufficiale di stato maggiore di Satsuma, Kuroda Kiyotaka. Si dice che Kuroda sia rimasto profondamente colpito dalla dedizione di Enomoto nel combattimento, risparmiandogli così la vita. Il 20 settembre dello stesso anno, l’isola di Ezo venne rinominata Hokkaido, letteralmente regione del mare del nord. Enomoto fu condannato a una breve pena detentiva. Liberato nel 1872, accettò un posto come funzionario governativo nella nuova Agenzia fondiaria di Hokkaido. Successivamente divenne ambasciatore in Russia e ricoprì diversi incarichi ministeriali nel governo Meiji. Gli alleati francesi dei ribelli tornarono tutti in patria nel 1869, mentre alcuni ritornarono in Giappone nel 1871 come civili per insegnare nella scuola militare di Osaka. Nonostante la sua brevissima durata, la Repubblica di Ezo ha avuto un ruolo cruciale nella storia politica nipponica in quanto fu la prima entità “democratica” del Giappone. Foto che raffigura i leader della Repubblica di Ezo. L'uomo seduto a destra è Enomoto Takeiki La fortezza a forma di stella di Goryokaku La moneta Hakodate Tsuho Emblema del clan Matsumae Nel 1590, il secondo unificatore del Giappone, Toyotomi Hideyoshi, concesse la penisola di Oshima, la parte più meridionale dell’isola, al clan Matsumae come feudo di marca, con l’incarico di difenderla dagli Ainu del nord. Negli anni successivi, il clan iniziò una politica di espansione fino a ottenere l’intera Ezo sotto il loro dominio. Ironia della sorte, l’economia del Dominio di Matsumae si basava principalmente sul commercio con il popolo Ainu. Nel 1807, l’isola divenne temporaneamente un territorio tenryo per rafforzare le difese costiere, ovvero un’area sotto il controllo diretto dello shogunato Tokugawa. Durante questo periodo, le monete da 1 mon in ferro emesse dallo shogunato si diffusero rapidamente in tutta Ezo. A differenza dei Giapponesi, gli Ainu apprezzarono la moneta in ferro, tanto che il commercio nell’isola prosperò in modo esponenziale. Tuttavia, nel 1821 l’isola passò nuovamente al clan Matsumae, che ordinò il divieto di usare le monete in ferro. Il commercio si basò essenzialmente sul baratto, ma a causa delle crescenti frodi perpetrate dal clan Matsumae, gli Ainu richiesero nuovamente l'uso di monete in ferro. Nel 1854, il porto di Hakodate fu aperto al commercio estero secondo il Trattato di pace e amicizia Stati Uniti – Giappone. Nel 1855, l’isola divenne nuovamente territorio tenryo e fu istituito il magistrato di Hakodate. Per facilitare il commercio dell’isola, nel 1856 i magistrati di Hakodate Tadashi Hori Oribe e Takeuchi Shimonokami inviarono una richiesta al governo dello shogun per coniare monete. Nel maggio del 1857, lo shogunato concesse il permesso di coniare monete in ferro. Gli artigiani di zecca del Dominio di Morioka si recarono a Ezo e fondarono una zecca nel villaggio di Shirisawabe, nei pressi di Hakodate. Nacque così Hakodate Tsuho, la moneta provinciale di Ezo. La moneta è costituita interamente in ferro, il peso oscilla sui 3 g – 3,7 g e il diametro circa 22 mm. A differenza di tantissime monete del periodo Edo, le monete Hakodate Tsuho presentano un foro circolare anziché quadrato. Al dritto sono presenti i caratteri 箱寶通館, letteralmente valuta di Hakodate; al rovescio notiamo il carattere 安, letteralmente An, ovvero le iniziale dell’era Ansei. Infatti, la produzione avvenne durante l’era Ansei, precisamente nel 1857 - 1858. I caratteri furono scritti dall’incisore Ota Tamesaburo. Le monete venivano date nei cambiavalute di Hakodate, Fukuyama (ora Matsumae) ed Esashi. Il loro utilizzo era severamente vietato fuori dall’isola. Inizialmente Hakodate Tsuho divenne popolare e si diffuse rapidamente, ma in seguito, quando le ben più pregiate monete in rame come i 100 mon Tenpo Tsuho e i 4 mon Bunkyu Eiho iniziarono ad affluire nell’isola, le monete in ferro come Hakodate furono evitate e gradualmente cessarono di essere utilizzate. In totale ne furono coniate 100.650.000. 1 mon Hakodate Tsuho Al prossimo post! 😄 Xenon97 P.S. Il libro Hakodate Manners Book, che descrive lo stato di Hakodate intorno al 1854, contiene un documento molto curioso riguardo a diversi prezzi dell'epoca. Ecco la lista: Manodopera di un falegname in un giorno: 358 mon Manodopera di un falegname navale in un giorno: 458 mon Manodopera di un falegname navale in tre giorni: circa 1700 mon Una porzione di tofu: 24 mon Bagno alle terme per gli adulti: 7 mon Bagno alle terme per i bambini: 5 mon Parrucchiere: 32 mon
    4 punti
  2. Buongiorno a tutti e buona Domenica, ripropongo due miei 9 Cavalli di Filippo IV millesimo 1626. Vedo che ultimamente di questo nominale non se ne stanno condividendo, io li trovo piacevoli e interessanti da Collezionare e studiare. Uno dei due ha una schiacciatura sul viso di Filippo che lo fa sembrare con il naso all'insù. Ma il resto è apprezzabilissimo. Dettagli dell'armatura, leggenda... Saluti Alberto
    4 punti
  3. Ciao a tutti, un paio di giorni fa era il primo compleanno della mia iscrizione al forum, ho pensato quindi, visto che è passato un po' dall'ultima volta, di condividere con voi una delle mie ultime arrivate, ultima per arrivo ma con questa si torna agli inizi dell'Impero, si tratta infatti di un denario di Augusto con al rovescio Caio Cesare, mi ha colpito la particolarità del rovescio e quindi ho approfittato anche per il fatto che mi mancava un denario di Augusto da Imperatore e il suo ritratto è il migliore di tutti quelli che ho di lui al momento: AUGUSTO, DENARIO, Zecca di Lione, 8-7 a.C., RIC 199 D/ AVGVSTVS DIVI F; testa laureata. R/ C CAES AVGVS F; Caio Cesare a cavallo; sullo sfondo, un'aquila fra due stendardi. gr. 3,73 Diam. mm 18 ________________________ Caio Cesare - British Museum Alcuni cenni storici su Caio presi in prestito dalla rete: Caio nacque nel 20 a.C., Figlio di Giulia e Agrippa e nipote di Augusto, fu adottato da quest'ultimo nel 17 a.C. con il fratello Lucio nato proprio in quell'anno. Nel 5 a.C. il primogenito Caio ricevette la toga, "toga virilis", a soli quindici anni. Fu quindi ammesso al Senato e ricevette insieme al fratello il titolo di "Principes Iuventutis". Nel 1 a.C. sposò Livilla, figlia di Nerone Druso e Antonia. Prende il consolato nel 1 d.C. e viene inviato in Oriente per un giro di ispezione. Ferito gravemente durante l'assedio di Artagira (2 d.C.), morì nel 4 d.C. a Limira (Licia) a causa delle ferite riportate. ________________________ Spero davvero che il denario vi piaccia e grazie per l'attenzione, Matteo
    3 punti
  4. Ed ecco la mia piccola moneta da 1 mon Hakodate Tsuho. 🙂
    3 punti
  5. Nulla di che preoccuparsi, è la vecchiaia...... in via cautelativa, onde evitare forti emozioni, non dovresti nemmeno vedere quelle immagini un pò osè raffigurate sulle banconote. Ti consiglio quindi al massimo uomini in gonnella, la loro visione abbassa il livello di testosterone e la libido ai minimi termini.
    3 punti
  6. DE GREGE EPICURI A differenza da quelle francesi, le monete tedesche di necessità non sono in alluminio, ma in zinco, ferro o leghe di rame. Questa è della città di Dueren (Stadt Dueren), che è in Renania-Westfalia, e vale 25 pfennig. Diametro 25 mm. L'aspetto più interessante è il rovescio: un minatore in marcia verso destra, e la scritta: "Io estraggo carbone, e salvo la mia patria". La data in esergo: 1919. Esiste sicuramente un catalogo delle tedesche di necessità (come il Gadoury per le francesi), ma non lo conosco.
    2 punti
  7. Visione di insieme Non è una tipologia che mi fa impazzire devo ammettere, però nel tempo qualcosa mi è capitata
    2 punti
  8. Penso che ognuno sia libero di istituire un proprio sistema di valutazione delle monete, personalmente faccio affidamento al sistema classico di valutazione cioè MB, BB, Spl, ecc.ecc... Di conseguenza non ho la minima idea su che cosa possa corrispondere ad un 80% di Bolaffi.
    2 punti
  9. ... per uscirne subito dopo! 😁 Ultimamente - iniziando dalla banconota del mio post #66 - mi sto soffermando sui colori delle banconote, che spesso e volentieri non rispecchiano la realtà ma sono un adattazione alle tecniche di stampa (o almeno credo) vedi per es. l'originale del Tiziano qui sotto: Non so se un giorno arriveremo a banconote fotorealistiche ed ad essere sincero non so neanche se personalmente le gradirei; per es. le monete colorate, a parte qualche eccezione, non le apprezzo affatto, con i biglietti, nati come stampe, sarebbe tutta un altra questione, soprattutto per la scelta del motivo. __ Il dipinto: "Amor sacro e Amor profano" https://it.wikipedia.org/wiki/Amor_sacro_e_Amor_profano =================================== Adesso per tornare in tema, un'altra fonte: Dove un tempo, nella foresta primordiale, gli Schrate (animali fantastici, tipo fauno - ndr) trottavano e si abbeveravano alla fresca sorgente, la sacra sorgente di Golt Krodo sgorga ancora oggi, rendendo felici i cuori e luminosi gli occhi. Buona domenica, Njk
    2 punti
  10. Ce n'è anche una più antica. Non ricordo di quale papa. Non appena mi viene in mente lo scrivo. Scusate, ma la vecchiaia è incipiente... https://www.acsearch.info/search.html?id=9060801 Trovata!
    2 punti
  11. Ritornando al tema della discussione, l'arte ho notato che abbiamo snobbato il retro delle nostre 20.000 lire, non può di certo mancare.
    2 punti
  12. Questo è un 26 passato all'ultima GMA , di stile insolito,ex collezione DBG ... https://gma.bidinside.com/it/lot/5340/napoli-filippo-iv-1621-1665-9-cavalli-/
    2 punti
  13. Io ho visto questa medaglia a questo link: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D3120/1.
    2 punti
  14. Ecco una rassegna di audaci scollacciature che piaceranno senz'altro a @Guysimpsons
    2 punti
  15. Mi faccio perdonare con questa esotica fanciulla della Martinica Francese:
    2 punti
  16. Riferendomi alla situazione descritta in questo mio thread qui vorrei citare alcuni bei francobolli taiwanesi a tema. Nonostante la loro situazione particolare Kinmen e Matsu non hanno mai avuto emissioni separate o varianti dal resto di Taiwan, ma è interessante la serie dedicata a loro nel 1959, denominata non a caso "protezione di Kinmen e Matsu": nei due con le mappe sono evidenziate in alto le isole con le scritte in grande dei loro nomi, mentre su quelli esterni si vede la roccia scritta di Wú Wàng Zài Jǔ
    2 punti
  17. Probabilmente ho dimenticato di precisare che le mie osservazioni si applicano a monete coniate pre-1600 e proprio perche‘ ho rispetto della loro storia ‚vissuta‘ non le mettero‘ mai in slab e oblo‘ per le monete coniate successivamente - in particolare per chi raccoglie monete non circolate la tradizione e‘ meno rilevante e il discorso puo‘ essere rovesciato. Chi raccoglie l‘uncirculated e‘ ovvio e naturale che tenda a preservarlo come tale utilizzando ( anche a ragione oblo‘ e slab) ma e‘ un altro tipo di raccolta, di numismatica ..
    2 punti
  18. Ho provato a fare una comparazione un po rudimentale ( con i mezzi tecnici che ho a disposizione) con il mio esemplare. Peccato mi sarebbe piaciuto averlo.. Ma sono contento per chi lo ha messo in collezione Saluti Alberto
    2 punti
  19. E nel frattempo sull'ultimo numero di Archaeology.... pubblicazione dell'istituto americano DI ARCHEOLOGIA parlano di Alessandro magno (segue in basso per la suspance) e mostranoun bellissimo esemplare di tetradramma diciamo così.... imitativo
    2 punti
  20. Quindi ti interessa sapere un valore ipotetico di monete di cui non conosci la conservazione? Bah! In pratica senza la foto della moneta credo manchi tutto.. perché si può passare da 0 euro per monete in bassa conservazione a qualche centinaio di euro per una moneta in fdc assoluto
    2 punti
  21. Buongiorno, vi presento un particolare ulteriore della famosa , e citata pure dal Gigante come R, testa pelata. Qui siamo ad uno stadio antecedente che scherzosamente abbiamo ribattezzato con @andrea78ts "testa stempiata", non so quante ne esistano in questo stadio , ma sicuramente è interessante ed un bel colpo, soprattutto per averla trovata nel mucchio che mi sta permettendo di rivitalizzare un po' la sezione che sta languendo. Come noterete la moneta è ampiamente circolata, ma continua ad avere un buon lustro dal vivo. Un saluto a tutti.
    1 punto
  22. Fidia, a Roma la mostra monografica sul più grande scultore dell’Età Classica L’esposizione ai Musei Capitolini, Villa Caffarelli, è visitabile fino al 5 maggio Ai Musei Capitoli, presso la sezione di Villa Caffarelli, è stata aperta una mostra dedicata a un grande scultore del mondo classico: Fidia. Penserete “incredibile” e correrete con aspettative più elevate rispetto a ciò che l’esposizione può offrire. Partiamo da una considerazione: l’unica opera, certamente di sua mano, che si sia salvata allo scorrere del tempo coincide con le decorazioni sommitali del Partenone. Com’è noto, i marmi - le sculture dei timpani dei due prospetti e le metope dei fregi - sono conservati per un celebre furto storico (quello di Lord Elgin) al British Museum e sono oggi causa di numerose discussioni sulla giustizia o meno della restituzione alla legittima proprietaria - Atene. “Riunificazione” Si parla, in verità, di “riunificazione” poiché i marmi andrebbero a ricongiungersi, idealmente, con il tempio dell’Acropoli, ricucendo così il legame con il contesto di provenienza. Le altre opere commissionate a Fidia sono ricostruibili grazie alle numerose copie romane ispirate agli originali dello scultore greco. Se si viene accolti nel cortile di Villa Caffarelli dalla ricostruzione (inaugurata il 6 febbraio 2024) della statua colossale dell’Imperatore Costantino (IV secolo d.C.), uno dei più significativi esempi della scultura romana tardo-antica, non si può non confrontare con una delle 7 meraviglie del Mondo Antico: lo Zeus di Olimpia (430 a.C.), opera di Fidia. Entriamo così all’interno per scoprire com’è concepito il percorso.Si parte con una riflessione sulla fama ininterrotta dello scultore, testimoniata da un omaggio di Rodin alla Pallade Atena di Fidia. Un cimelio, la presunta firma incisa su una coppa da libagione che recita “Pheidiom eimi” Io appartengo a Fidia, suscita un brivido di commozione. Si parte poi con l’opera dello scultore: incontriamo, per primo, l’Apollo Parnopios, o meglio, le tre belle copie (nel “tipo Kassel”) della sua testa. Dall’Atena Promachos (”che combatte in prima fila”) - commissionata sfruttando la decima parte del bottino della Battaglia di Maratona (490 a.C.) -, che si ergeva dietro i Propilei e, con la sua mole, colpiva chi approdava nel porto del Pireo, si passa a “la più bella” tra le tre statue dedicate da Fidia alla dea: l’Atena Lemnia. Per giungere, invece, a conoscere il terzo esemplare dedicato da Fidia all’immagine mitica della dea - l’Atena Parthenos -, si deve prima affrontare la problematica vicenda dei marmi del Partenone. Il corpus di sculture e bassorilievi in marmo pentelico subirono gravi danni: prima a causa di un bombardamento sull’Acropoli operato dai veneziani nel Seicento; poi quando furono staccati a forza dall’architettura, per comando dell’ammiraglio Lord Elgin. I marmi sono, infatti, conservati al British Museum e non sono in mostra, a parte alcuni frammenti. Presso i Capitolini è esposto un dettaglio dal cerimoniale delle Panacee, rappresentato sui fregi dei lati lunghi (nord e sud) del colonnato esterno: è parte della teoria di cavalieri che ha ispirato artisti come Bertel Thorvaldsen e Dulio Cambellotti. Sono esposte, inoltre, alcune opere romane che riproducono lo splendido scudo di cui era armata la statua di Atena Parthenos, ospitata nella cella del tempio e completamente crisoelefantina, ossia d’oro e avorio. Concorso di Efeso Una parentesi è dedicata al Concorso di Efeso (440 a.C.) che vide competere i più grandi scultori del tempo nella realizzazione di una statua per il santuario extraurbano dedicato ad Artemide. Tra le varie proposte di Amazzone, vinse quella di Policleto, la cui identificazione tra le copie romane è ancora complessa. Sono tre le tipologie che sono state riconosciute dagli esperti, ricalcate sugli originali greci. Nella cosiddetta Amazzone Mattei si riconosce l’ispirazione al modello di Fidia, più ardito nelle sue soluzioni formali. Il percorso si concentra finalmente sullo Zeus di Olimpia. La scultura in oro e avorio era alta 12 metri e, nonostante il re dell’Olimpo fosse rappresentato assiso, la testa toccava quasi il soffitto del tempio. Lo scettro era coperto di gemme preziose e lo stesso trono era scolpito con raffigurazioni mitologiche, come il gruppo dei Niobidi uccisi da Apollo e Artemide. Le ultime sale sono dedicate al “mito dello scultore nel tempo”: dai due Dioscuri del Quirinale - marmi romani erroneamente attribuiti a Fidia e Prassitele - al recupero della sua figura da parte di Francesco Petrarca, per concludere l’esposizione con i massimi estimatori dei suoi marmi - gli scultori dell’Ottocento Neoclassico, Canova e Thorvaldsen. https://www.ilsole24ore.com/art/fidia-roma-mostra-monografica-piu-grande-scultore-dell-eta-classica-AF4UOe7C
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  23. Buon pomeriggio, vi presento questa curiosa moneta, 1 kopeck 1916, in ferro (diametro 21 mm). Fu emessa durante la prima guerra mondiale dall'esercito tedesco, per essere utilizzata in Estonia, Polonia e Russia nord-occidentale. Queste regioni erano, a quei tempi, occupate dalla Germania. Al dritto : 1 kopika al rovescio : Zona del Comando Supremo - Est
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  24. La mostra è molto bella, così come il catalogo curato da L’Erma di Bretschneider. Sempre in mostra è esposta una bella e particolarissima moneta, in prestito dal British Museum, che rappresenta al rovescio l’Acropoli di Atene. Purtroppo non sono riuscito a fare una buona foto, per cui posto direttamente la pagina de British. https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1922-0317-82
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  25. Antoniniano di Claudio II il Gotico.
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  26. Le conclusioni riportate mi lasciano molti dubbi. La moneta da lire 5 1914 è senz'altro una moneta rara, ma non di più. Non esiste vendita all'asta o collezione dispersa dove non sia presente, a volte anche più di una. E' vero che già nel 1918 veniva valutata 5/6 volte il suo valore, e nel 1933 un listino la valutava dai 45 alle 60 lire (normale o patinata), ma è altrettanto vero che il dott. Luppino nel corso delle sue indagini ne reperì anche dei rotoli conservati in cassetta di sicurezza da persone che le avevano a suo tempo tesaurizzate. Questo mi fa pensare che l'emissione iniziata poco prima della Grande Guerra, si risolse essenzialmente con la distribuzione alle Tesorerie di un primo contingente che venne distribuito ai pochi che ne facevano richiesta. Il grosso del quantitativo coniato non venne distribuito e sparì nel mistero. In questo periodo uscirono anche gli spezzati minori (Lire 2 e Lira) che ebbero limitata circolazione e vennero ben presto tesaurizzati, infatti si trovano pressocché quasi tutti in ottimo stato. Il fatto che poi alcuni esemplari risultino usurati, fa parte della natura umana; qualcuno può essere stato usato come portafortuna, altri possono essere stati oggetti di dono, o tenuti nel portafoglio per ostentazione. Mi è capitato di vedere anche un Lire 100 del 1940 con segni di montatura .....
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  27. La moneta è originale.
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  28. DE GREGE EPICURI A me sembrano un po' malridotte (tranne la seconda) ma non necessariamente fuse.
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  29. Passato alla ultima asta GMA questo carlino di Carlo V con realizzo di tutto rispetto, stesso esemplare riportato dal Magliocca sul suo lavoro sulle vicereali... https://gma.bidinside.com/it/lot/5328/napoli-carlo-v-dasburgo-1516-1556-/
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  30. Carissimo collega @Xenon97 i tuoi post sono sempre fonte di ispirazione , sai cogliere anche gli aspetti più nascosti e affascinanti di questa cultura . Tantissima stima
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  31. Come al solito dimostri di essere un nipponico d' adozione. Grazie delle chicche con questi fatti storico numismatici 🎌
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  32. Curiosità: a destra nella foto un brano della repubblica del 1648, cosiddetto conio rozzo, battuto su un 9 cavalli. Si notano le tracce della moneta sottostante?
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  33. Heritage World Coin Auctions > CSNS Signature Sale 3115 Auction date: 8 May 2024 Lot number: 31001 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction - Lot description: Ancients BRUTTIUM. Croton. Ca. 425-350 BC. AR stater (22mm, 7.93 gm, 8h). NGC Choice XF★ 4/5 - 5/5, Fine Style. Eagle standing right, head raised, with wings displayed / ϘPO, tripod lebes with three handles, legs terminating in lion's feet; vertical bay leaf to left, all in shallow incuse circle. Gulbenkian I 128 (same obverse die). HN Italy 2148. SNG ANS 345. Stunning and artistic piece with a prestigious collection history. This coin features lovely charcoal cabinet toning and subtle luster that shines from within. Ex Long Valley River Collection (Roma Numismatics, Auction XX, 29 October 2020), lot 34; Heritage Auctions, Auction 3071 (7 January 2019), lot 34002; Johns Hopkins University Collection (Bank Leu-Numismatic Fine Arts, 16-18 October 1984), lot 112; John Work Garrett (1872-1942) Collection, privately purchased from Spink in June 1926; Frank Sherman Benson (1854-1907) Collection (Sotheby's, 3 February 1909), lot 112; Sir Edward Herbert Bunbury (1811-1895) Collection (Sotheby's, 15 June 1896), lot 204. Croton, an ancient Greek city situated in the southern part of the Italian peninsula in the region of Bruttium (now Calabria), boasts a rich and storied past dating back to around the 8th century BCE. Founded by Achaean Greek settlers, the city emerged as part of the broader wave of Greek colonization across the Mediterranean. Its foundation is steeped in legend, but as with most myths and stories of ole, there are multiple versions or explanations that often contradict one another. While Croton has multiple founding stories, they converge around a single founder, Myscellus, and his influences from the god Apollo and/or the mythic hero, Heracles. This divine connection not only lent Croton a sacred status but also deeply influenced its cultural and religious identity. After its establishment at the bottom of Italy's boot, Croton quickly flourished due to its advantageous geographical position, nestled on the coast of the Ionian Sea. This prime location facilitated trade, fishing, and agriculture, contributing to the city's rapid economic growth and prosperity. Moreover, the city gained a reputation for its remarkable achievements in athletics, philosophy, and medicine. This reputation attracted famous figures such as athlete Milo of Croton and the philosopher Pythagoras, who founded his renowned school there. According to ancient lore, the founder, Myscellus, was directed by the god Apollo, known for his oracular powers, to find and establish Croton. In Strabo (Geography, VI, 2), it is said that Myscellus traveled to the Delphi to consult with the oracle at the same time as a man named Archais. The oracle relayed to the two men that Apollo could give them either wealth or health. While Achais chose wealth and went on to found the wealthy colony Syracuse. Myscellus chose health and would land and prosper in the fertile land of Croton, a center for famous athletes and medicinal doctors. Also, this close connection to Apollo explains the inclusion of his emblematic tripod to hold a prominent placement of their earliest coinage. In ancient times, tripods were used as altars to sacrifice to the gods (including Apollo), and it was also the highest prize given to the victor of athletic games.
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  34. A mio avviso è solo un modo per rendere più elitario l'acquisto presso di loro. Nella sostanza, è una sciocchezza. È un discorso che non serve approfondire, in quanto i prezzi applicati presso il loro negozio sono ampiamente fuori mercato
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  35. Si si! Tutto vero! Speriamo bene per i Leoni,per il bene dell' Italia. Qualcosa si sta muovendo Lamaro è anche nella top 15 del 6 nazioni😁 .....e di Pani la miglior meta! 😁
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  36. Salve, ero venuto a conoscenza di questa discussione proprio la scorsa settimana. Non posso che esprimere dolore e rammarico per quanto succede in Italia in merito alla numismatica e mi esimo da qualsiasi inutile polemica. Spesso mi preoccupo in merito a che fine possa fare la mia misera collezione, "dopo" di me... Di sicuro il povero Dott. Bovi, non avrebbe mai ceduto un così inestimabile tesoro, se solo avesse saputo che fine avrebbe fatto ( visto che l' esposizione nel museo era una clausola dell' atto di donazione). Solo tanta tristezza.
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  37. Trovato sul monte rifugio con ceramiche di 3mila anni. I micenei erano in fuga dai pirati etruschi, italici, siculi e sardi? Un misterioso, minuscolo edificio, risalente a circa 3000 anni fa è stato portato alla luce da una missione archeologica greco-svizzera sull’isola greca di Egina, sulla vetta del Monte Ellanio. La scoperta è stata annunciata in questi giorni dal Ministero della Cultura greco. In questo vano che misura 4,5 x 3 metri sono stati rinvenuti trenta vasi di ceramica micenea. Al culmine della montagna, accanto alle rovine del Tempio di Zeus Hellanios – IV secolo a. C -, sorge una piccola bizantina del XIII secolo. I ritrovamenti avvenuti in quest’area portano alla preistoria e, in particolar modo, a un periodo terribile per la civiltà micenea, aggredita dalle cosiddette Popolazioni del Mare, popolazioni marinare – probabilmente collegate anche alle coste e alle isole italiche – che posero sotto scacco gli antenati dei greci e persino gli Egizi. L’attacco sulle coste da parte di questi predoni, costrinse i micenei, che avevano sviluppato una società organizzata ed evoluta, a ritirarsi rapidamente verso i monti, mentre a valle gli incursori facevano bottino e bruciavano case e palazzi, dopo aver seminato morte. Fu probabilmente in questo periodo – come testimonierebbero le ceramiche trovate dagli archeologi greco-svizzeri – che gli abitanti di Egina raggiunsero i punti più impervi dell’isola, per porsi in salvo. Considerate le incursioni reiterate, questi luoghi furono probabilmente rifugi stabili e duraturi. La civiltà micenea, che qui venne posta sotto assedio, è una cultura di origine indoeuropea, fiorita nella Grecia continentale durante la tarda età del bronzo (1600-1100 a.C.), contraddistinta dalla lingua micenea, la più antica varietà di lingua greca attestata. L’espressione prende origine dalla città di Micene e fu coniata da Heinrich Schliemann. Diversamente dai Minoici, la cui società prosperava grazie al commercio, i Micenei si sviluppavano tramite la conquista, essendo un popolo guerriero. La civiltà micenea era dominata da un’aristocrazia guerriera. In seguito i Micenei estesero il loro controllo a Creta, il centro della civiltà minoica (la quale era stata indebolita dall’eruzione di Santorini), e adattarono la forma di scrittura minoica, chiamata Lineare A, finora non ancora decifrata, a una propria arcaica forma di greco, chiamata scrittura Lineare B, invece quasi del tutto decifrata Da Ventris e Chadwitck nel 1952. Non solo i Micenei sconfissero i Minoici, ma secondo successive leggende elleniche essi espugnarono Troia, presentata nell’epica come una città-stato rivale. Il declino della civiltà micenea, un tempo fiorente nell’antica Grecia, rappresenta uno dei misteri più affascinanti e dibattuti della storia antica. Si ritiene che questo declino abbia avuto luogo circa intorno al 1200 a.C., durante l’inizio del periodo noto come Medioevo Ellenico. Tuttavia, le cause esatte di questo declino rimangono ancora oggetto di dibattito tra gli storici e gli archeologi moderni. Una delle teorie più tradizionali attribuisce il declino della civiltà micenea all’invasione dei Dori, un popolo indoeuropeo presumibilmente originario del nord della penisola balcanica. Anche se alcuni sostengono che i Dori fossero già presenti nel Peloponneso in una posizione marginale, vi è una forte corrente di pensiero che li considera come i principali invasori responsabili del crollo della civiltà micenea. Tuttavia, recenti scoperte archeologiche, come le tavolette scoperte a Pilo e scritte in Lineare B, suggeriscono la possibilità di un’invasione marittima, evidenziando preparativi militari frenetici per fronteggiare una minaccia imminente. Uno degli elementi di maggior peso nella crisi di questa società ellenica fu causato dall’ascesa dei cosiddetti “Popoli del Mare”, potrebbe aver contribuito al collasso della civiltà micenea. Questi predoni del mare, probabilmente originari dell’Europa meridionale, soprattutto dell’Egeo, saccheggiarono e invasero varie regioni del Mediterraneo orientale, determinando il crollo di importanti potenze come l’Impero ittita e causando turbolenze in tutto il mondo antico. Ma tra questi predoni confederati – e tra i loro fiancheggiatori – ci sarebbero stati, con ruoli notevoli, anche popolazioni dell’area italica. Gli Shardana, o più correttamente Sherdana, (anche Sherden) erano una delle popolazioni, citate dalle fonti egizie del II millennio a.C. appartenenti alla coalizione dei popoli del Mare; la loro presumibile identificazione con gli antichi Sardi è al momento oggetto di dibattito archeologico. i Šekeleš, sempre indicati tra le Popolazioni dei mari, sono stati associati ai Siculi, popolazione di lingua indoeuropea che si stanziò nella tarda età del bronzo in Sicilia orientale. Tra queste turbolente gente di mare, anche i Tereš, conosciuti anche come Turša, forse Tirsenoi o “Tirreni”, il nome con cui gli autori greci si riferivano agli Etruschi. L’idea di una connessione tra i Tirreni e il mondo del Mar Egeo è emersa successivamente al ritrovamento della Stele di Lemno sull’isola di Lemno nel 1885. Questa stele presenta un’iscrizione in una lingua ritenuta correlata all’etrusco più arcaico, attestato nell’area dell’Etruria meridionale. Alcuni studiosi, come lo storico olandese Luuk de Ligt, ipotizzano che la presenza di una comunità che parlava una lingua simile all’etrusco sull’isola di Lemno nel VI secolo a.C. possa essere stata il risultato di movimenti di mercenari provenienti dalla penisola italica e arruolati dai Micenei. Similmente, l’archeologo austriaco Reinhard Jung suggerisce che i movimenti di guerrieri dall’Italia all’Egeo e al Vicino Oriente potrebbero essere stati associati ai Popoli del Mare. Altri studiosi, come Norbert Oettinger, Robert Drews, Michel Gras e Carlo De Simone, interpretano la presenza di insediamenti etruschi sull’isola di Lemno prima del 700 a.C. come indicativa di attività piratesca o commerciale degli Etruschi nella regione. https://stilearte.it/trovato-un-rifugio-con-ceramiche-di-3mila-anni-fa-sulla-vetta-del-monte-i-micenei-erano-in-fuga-dai-pirati-etruschi-italici-siculi-e-sardi/
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  38. Dal mio punto di vista è irrilevante. Non mi interessa la classe monetale ma la sua "estetica" ,materiale ,iconografia,stile, messaggi, propaganda.
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  39. ...lo sapevo che non dovevo unirmi a questa discussione....inizio a confondere le banconote già postate con quelle da postare e non capisco più nulla....mi distraggo facilmente uhm🤔😁
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  40. Per la classificazione e i riferimenti: https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G213/1 Per la spiegazione:
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  41. Non so perche ma io le monete medievali o più antiche non riesco proprio a vederle negli slab, e cmq le libero tutte. Discorso a parte, ma non le colleziono, per le monete moderne che nascono proof e che si rovinerebbero al solo sguardo.
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  42. Molto interessante la corona a 3 punte, mai avuta e vista a differenza della corona con crocette che ho avuto molti ma molti anni addietro.
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  43. DE GREGE EPICURI Non so nulla di questa medaglia. Quanto a Edoardo II Plantageneto, detto il Predecessore: regnò dal 1307 al 1327, ed ebbe rapporti burrascosi sia in Gran Bretagna (specie con la Scozia) che sul continente, dove era duca di Aquitania ed ebbe numerosi scontri con vari re di Francia. La ISABEL di cui parla la medaglia era sua moglie, Isabella di Francia, amante di Mortimer ed in pessimi rapporti col marito. Nel 1327 Edoardo fu sconfitto da un'alleanza capeggiata appunto dalla moglie, e successivamente deposto dal parlamento e rinchiuso nel castello di Berkley; fu eletto a succedergli il figlio minore (Edoardo III) sotto la tutela della madre...e di Mortimer. Riuscì a fuggire ma fu ripreso e morì nel marzo 1327, probabilmente ucciso per evitare altre fughe. Il figlio, successivamente,fece condannare a morte Mortimer. Vicende narrate dalla tragedia di Marlowe.
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  44. Complimenti! Gradevolissimo esemplare che dimostra come una moneta può essere attraente anche in media conservazione
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  45. Complimenti per la bella moneta, con una bella patina di antica raccolta😊.
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  46. Eh 30 anni fa... internet viaggiava a 56 k, niente telefonini. Berlusca scende in campo. Si stava meglio quando si stava peggio? Può essere. Ma qualcosa è cambiato. Io ho pensato fosse meglio aggiornarsi nel frattempo. Magari nel frattempo qualche moneta fdc è diventata qfdc o anche meno. Io ne sono certo siccome esistono monete proof recenti non più intonse. Ma nessuno mi obbliga a convincere gli altri. Le mie sono nelle capsule o nelle slab e CERTAMENTE mi sopravviveranno intonse. Ho troppo rispetto per loro. Poi ognuno fa come desidera. Non è necessario farlo sentire inadeguato o non degno della numismatica "di 30 anni fa" solo perché la si pensa diversamente. È sempre è solo il mio parere. Buon week end
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  47. per portare su questa storica discussione ne approfitto per presentarvi il mio ultimo acquisto. un bel 10 tornesi 1825 di Francesco I.
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  48. Proprio ora ho ricevuto una nuova comunicazione da Antonio Morello e ve ne faccio partecipi. "Il primo numero della rivista “Monete Antiche” sarà distribuito a partire dal prossimo 19 marzo. È stato stampato, come il precedente, in formato 21x28cm ma, ora su carta da 150g, cucito a filo e rilegato con copertina da 300g, plastificata, con alette. Contiene quattro pagine iniziali con numerazione ‘romana’ (I-IV) e 120 pagine che contengono i relativi articoli. Il prossimo ‘fascicolo’ continuerà la numerazione delle pagine, a partire da 121 a 240. Ogni fascicolo avrà cadenza quadrimestrale. Questo primo numero è stato pubblicato con qualche settimana di ritardo essendo la prima edizione di questo nuovo percorso; infatti, pur continuando la precedente analoga iniziativa, il cambio di editore ha comportato la necessità di adempiere alle norme che regolano l’editoria di settore. I contenuti, in qualche modo meglio curati rispetto alla precedente edizione, sono ora ‘slegati’ da alcuni limiti di spazio che creavano qualche problema di impaginazione; inoltre, la periodicità quadrimestrale ha permesso maggiore dedizione nel curare i contenuti. Allegato alla rivista sarà inviato il ‘Notiziario’ dell’Associazione Culturale Italia Numismatica, uno strumento col quale si intende informare i soci sull’attività del sodalizio; esso conterrà quelle rubriche che nella precedente edizione della rivista erano riportate nelle ultime pagine (recensioni libri, notizie varie ecc.); poi, alcune pagine del ‘Notiziario’ saranno dedicate ad articoli divulgativi ed eventuali inserti. Qui di seguito il sommario degli articoli contenuti nel primo fascicolo di “Monete Antiche” di quest’anno (2024, fasc. I): • Il linguaggio delle immagini. Efesto (Vulcano) – Cariti (Grazie) – Teti e le armi di Achille – Talo. (Giovanni Santelli e Alberto Campana), pp. 1-8. • Osservazioni sulle Metus da venti unità con al rovescio dei segni cruciformi. (Luciano Giannoni), pp. 9-14. • Riconiazioni di Taranto su “pegasi” corinzi: un nuovo esemplare dal mercato antiquario. (Vincenzo Marrazzo), pp. 15-22. • Il denario di C. Numitorius (RRC 246/1, 133 o 134 a.C.). (Alberto Campana), pp. 23-34. • Sulla serie RRC 475 di L. Planc. Praef Vrb, C. Caes. Dic. Ter. (Luis Amela Valverde), pp. 35-44. • Annotazioni sulle monete provinciali prodotte a nome di Valeria Messalina, moglie dell’imperatore Claudio. (Katia Pontone), pp. 45-76. • Le monete di Tiberius Claudius Marinus Pacatianus. (Antonio Morello), pp. 77-106. • Le monete dei Vandali: problemi di classificazione. (Alain Gennari), pp. 107-120. Per quanto riguarda il sito internet, chiediamo di pazientare ancora qualche settimana: lo spazio già è disponibile online e sarà presto occupato per essere poi frequentemente aggiornato"
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