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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/24/24 in Risposte

  1. Vi ricordate la crisi delle materie prime durante e dopo la Prima Guerra Mondiale, quando il valore del metallo prezioso di una moneta superava il suo valore nominale? Io no, non ero ancora nato. 😁 Quando, durante e soprattutto dopo la Grande Guerra, le materie prime scarseggiarono e i prezzi dei metalli preziosi aumentarono, causando una carenza di spiccioli, i francobolli furono occasionalmente utilizzati come sostituti. Per garantire che il francobollo di circa 20 x 25 mm - che doveva essere nuovo, intonso - non potesse essere scambiato per un francobollo usato dopo due passaggi di mano, venivano talvolta confezionati in contenitori metallici - spesso di alluminio - o plastici e sigillati con una pellicola (tipo le foto nei medaglioni). Qui i miei che ho avuto l'occasione di prendere ad una mini-fiera, entrambi per 30 Euroni Pur non essendoci una data, i francobolli utilizzati da 5 e 10 Pfenning sono stati emessi solo nel 1921. Su quello che possiamo chiamare "retro", la pubblicità di una ditta di liquori della Bassa Sassonia, la Tebbenhoff, qui sotto in una foto dell'epoca. https://stadtstiftung-fuerstenau.de/ortsteil-settrup/ Alla prossima, Njk =================== Chi fosse interessato ad una bella carrellata di altri esemplari con delle interessanti descrizioni può fare un salto su questo sito: http://www.eryx.it/dentelli/encased.htm
    3 punti
  2. pensavo di avere fatto foto accettabili, ma la luce non aiuta... mix grani 1648, qualche conio rozzo, qualche falso d'epoca... e quello centrale senza sigle mix pubbliche coppia di tornesi e i due san Gennaro GAC/M e GAC/S
    3 punti
  3. Le banconote francesi di un secolo fa sono molto raffinate, scene complesse e tetta.gli accurati.
    3 punti
  4. Buonasera a tutti!! Provo a dire la mia... 😁 Nel 1720 esistevano almeno 3 tipi di Ducato nella Repubblica di Venezia, Corrente, Effettivo e Da Banco. Il primo era una moneta di conto, utilizzata nella contabilità ed il suo valore era di 6 Lire e 4 Soldi, 6,2 Lire in notazione decimale. Il secondo era una moneta effettiva, d'argento, del valore di 8 Lire Venete. Il terzo era una moneta di conto, utilizzata dal Banco Giro per la redazione della contabilità ed il suo valore era, credo, di 9 Lire e 6 Soldi. Trattandosi di un contratto di lavoro dovrebbe trattarsi di Ducati Correnti, ma se anche fossero effettivi pasta sostituire 6,2 con 8 nei calcoli. 25 Ducati Correnti fanno 155 Lire Venete, o 3100 Soldi. In rete ho recuperato una pubblicazione di Andrea Zannini intitolata " L'economia Veneta nel Seicento ", li leggo che tra il 1710 ed 1714 lo stipendio di un manovale era di 44 Soldi al giorno. Utilizzando questo importo ricavo che lo stipendio mensile dell'ingegnere corrispondeva allo stipendio di 70 giornate lavorative di un manovale, un pò più del doppio.
    3 punti
  5. Buongiorno e buona domenica a tutti, correvano gli anni 1647-1648, più precisamente dal 22 ottobre 1647 al 5 aprile 1648, 6 mesi circa di lotte sanguicide per sottrarsi al dominio Spagnolo, al controllo dei vicere'. 376 anni dopo (aprile 2024) mi ritrovo in mano (in verità ancora in viaggio) quella che rappresenta la ri-affermazione del potere Iberico nel nostro meridione. Un grano di Filippo IV post Repubblica, una delle tante con data 1648 che sugellano questo passaggio, un chiaro messaggio rivolto al popolo. Ci sarebbe ancora molto da dire ma magari continuate voi con le vostre monete... Riporto Classicazione di Pietro Magliocca " La moneta Napoletana Dei Re Di Spagna nel periodo 1503 - 1680" N°164 Pag.265 Grano 48/48 Sigle GA/C Contrassegno non visibile R2 D/ PHILIPP °IIII °D°G°REX R/ SICILIAE°ET°HIERVSALEM° Saluti Alberto
    2 punti
  6. Cari amici buonasera a tutti. Condivido volentieri 🤣 un pezzo entrato in collezione da qualche mese. Si tratta di un 20 lire Littore anno V non proprio da mercatino domenicale ovvero una Prova senza ritocco - Ghiera liscia Luppino PP137 AG (g 14,99) R4 Qualche hairline ma per il resto e’ abbastanza a posto. Grazie della Vostra attenzione e buon ponte del 25 aprile ovunque Voi siate o sarete!
    2 punti
  7. Cari collezionisti, Ecco un 2 lire 1911 che presi qualche anno fa. A mio parere bello ma non eccezionale, lo affiancai più tardi da un altro che ritengo abbia più carattere di questo in quanto patinato. Moneta impossibile o quasi da fotografare e difficilissima da giudicare dati i rilievi comunque bassi. A parte il lavaggio subito, lo stato del metallo non mi sembra male...voi che ne pensate?
    2 punti
  8. Chiappe maschili sono fuori tema! così va meglio i portoghesi si che ci sanno fare veramente!
    2 punti
  9. Rimaniamo in Portogallo che si è dimostrato ricco di notevoli allegorie, guardate per esempio quei due bei.... leoni!
    2 punti
  10. anche io ho in collezione un grano del 1648.
    2 punti
  11. A suo tempo l'ho inserita nel museo degli orrori, deve essere li da qualche parte... o nei sotterranei Un angelo 🧚‍♀️ venuto dalle isole Azzorre (possedimento del Portogallo) Senza alcun dubbio è una banconota meravigliosa. E un angelo dal Portogallo
    2 punti
  12. Heritage World Coin Auctions > Showcase Auction 61375 Auction date: 20 May 2024 Lot number: 25005 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: Ancients CALABRIA. Tarentum. Ca. 340-334 BC. AR stater or didrachm (21mm, 7.70 gm, 4h). NGC Choice AU 4/5 - 4/5, Fine Style. D-, A-, S-, Ͱ-, magistrates. Warrior wearing lorica, chlamys, and crested helmet on horseback charging right, shield across back, two spears in right hand; Δ and A below / TAPAΣ, Taras astride dolphin left, head facing, chlamys over left arm and flying behind, trident in right hand over shoulder; Nike above flying right crowning him (to left), Σ and Ͱ above waves left below. HN Italy 891. This stunning stater is boldly struck, showcasing magnificent Fine Style details that highlight its exceptional craftsmanship.
    2 punti
  13. Archeologia a colpo d’occhio. Trovato ora nel forte romano di Vindolanda. Cos’era? Perché quei fiori? Rispondono gli archeologi Un fiore all’occhiello di queste ore di scavi, nel forte romano di Vindolanda, è stata la scoperta di questa bella fibbia in lega di rame, un design di tipo celtico con tracce di smalto persistenti. Le decorazioni della fibbia – in smalto cloisonné, cioè originariamente conchiuso all’interno di comparti disegnati che venivano saturati di colore – rinviano all’area stilisticamente gallo-francese. La matrice celtica è evidente. La fibbia somiglia a quelle che sarebbero stati realizzate agli inizi del XIX secolo, periodo nel quale, grazie all’Art Nouveau o Liberty si assiste a una rivalutazione dell’antico stile celtico. Naturalmente è solo una consonanza – pur stretta – di tipo stilistico. La fibbia che vediamo è stata trovata nella profondità di uno strato di circa 1800 anni fa. Era una fibbia per uomo o donna? Gli elementi floreali, che dovevano essere originariamente molto colorati, lascerebbero pensare a un complemento d’abito molto femminile. Forse utilizzato per cingere una tunica. Le donne non mancavano, a Vindolanda e nel sobborgo lì vicino. Gli ufficiali di grado maggiore si spostavano con le famiglie. E altre donne erano impiegate nel forte. E’ poi evidente il fatto che esistessero forme particolari di “assistenza” praticate forse nei locali del piccolo borgo che sorgeva all’esterno del forte stesso. Il ritrovamento della fibbia di gusto celtico ci fa ricordare che il forte di Vindolanda fu luogo di soggiorno operativo soprattutto di truppe di matrice celtica. Prima del 90 d.c., qui giunsero i soldati della cohors I Tungrorum. Il Civitas Tungrorum era un grande distretto amministrativo romano che domina quello che oggi è il Belgio orientale e il sud dei Paesi Bassi. Nei primi tempi dell’Impero Romano si trovava nella provincia della Gallia Belgica, ma in seguito si unì ai vicini distretti di confine del Reno inferiore, nella provincia di Germania Inferiore. La sua capitale era Atuatuca Tungrorum, che è moderna Tongeren. In seguito al forte arrivarono i soldati romani della cohors VIII Batavorum I Batavi erano una tribù che viveva negli attuali Paesi Bassi, nell’area del delta del Reno. Dal III secolo in poi fu la base della cohors IV Gallorum equitata (“4a coorte dei Galli a cavallo”) era una coorte ausiliaria romana contenente contingenti sia di fanteria che di cavalleria, composti da 480 fanti e 120 cavalieri. Originariamente esse fu fondata con uomini della Gallia lionese e fu spesso collegata alla Gallia Cisalpina. Uno dei suoi comandanti (praefecti, proprio a Vindolanda, attorno al 200 d.C. fu Quintus Petronius Urbicus, bresciano e pertanto originario di quella che era stata la Gallia Cisalpina. L’insediamento militare di Vindolanda, che comprendeva aree residenziali per i soldati e per il personale di servizio – la cittadina era, per tanti aspetti, autonoma, e offriva ai militari anche templi e terme – fu costruito dai Romani in Britannia per ordine di Gneo Giulio Agricola nel 79 dopo la conquista della Britannia del nord. La struttura si trova a un paio di chilometri dalla parte meglio conservata del Vallo di Adriano, in Northumbria. Il terreno torboso – che protegge gli elementi organici dalla decomposizione – ha permesso di trovare, al di là dei resti di importanti strutture portate alla luce nei decenni, numerosissimi oggetti della vita quotidiana di circa 2000 anni orsono, tra i quali scarpe, praticamente intatte. Da questo forte provengono anche tavolette scritte in antico corsivo romano da cui emergono molti interessanti dettagli sulla vita quotidiana delle guarnigioni delle zone di frontiera. Su queste tavolette brevi messaggi, come la richiesta di indumenti nuovi a casa o l’invito tra amiche – nel forte soggiornavano anche le mogli dei comandanti – per un compleanno. Dal 1969 al 2019, circa 9700 posti di volontariato sono stati occupati negli scavi e durante quel periodo due generazioni di archeologi e specialisti romani hanno appreso e affinato la loro professione nel sito. https://stilearte.it/archeologia-a-colpo-docchio-trovato-ora-nel-forte-romano-di-vindolanda-cosera-perche-quei-fiori-rispondono-gli-archeologi/
    2 punti
  14. io a tempo perso scrivo libri...grazie a Dio non vivo di vendite...vorrei scrivere un libro sulle peripezie di questi due centesimi. Titolo provvisorio: "Storia segreta di due centesimi del 1862". Con foto sul frontespizio del tondello di @Sabrina142 sempre che lei mi autorizzi....
    2 punti
  15. lascia perderla ,moneta falsa come la scatola. allego alcuni esempi acchiappa polli : aliexpess,wish,alibaba,excc.. ha l'imbarazzo della scelta.............
    2 punti
  16. Buona serata Non è mai troppo tardi ..... questa discussione, vecchia di oltre dieci anni, non l'avevo mai letta prima giacché non ancora iscritto al forum; per caso l'ho aperta oggi Non importa, rimedio ora e do qualche informazione; inoltre provvedo a spostare la discussione nella sezione della Serenissima. Il simbolo rappresenta il "Ducato" come correttamente scritto da @okt, proprio il tipo postato da @fra crasellame che viene normalmente denominato "Ducatello" giacchè più piccolo dei precedenti Ducati da 160 e 124 Soldi chiamati anche Giustina (maggiore e minore). Nella lettera non viene specificato (io almeno non ho trovato uno specifico richiamo) se questi 25 Ducati devono ritenersi effettivi e quindi in monete sonanti, oppure devono intendersi Ducati di banco; io penso che fossero contanti, diversamente (se non ricordo male) avrebbero dovuto specificare l'aggio applicato ed anche il sopraggio. Non ricordo cosa si poteva acquistare con questi 25 Ducati, ma potrò ritornare in argomento successivamente; oppure qualche "venetico" ci illuminerà in proposito. Allego una tavola riguardante i simboli monetari usati; dall'alto in basso si possono vedere quelli relativi alla Lira, al Soldo, al Denaro, al Grosso ai Piccoli ed infine ai Ducati; l'ultimo di questi è quello in parola. Purtroppo l'immagine di questo lato non è a fuoco, ma non volevo pregiudicare la rilegatura del libro per fare la scansione. Tali simboli sono tratti dal libro di Franco Rossi "Melior ut est florenus" Ed. Viella 2012. saluti luciano
    2 punti
  17. NAPOLI Repubblica napoletana (1648) Da 15 Grana 1648 var. sigla X AG (g 4,31) questo esemplare -a mio giudizio- si caratterizza per la lettura completa dell’anno 1648. Avrei però un quesito da sottoporre con riferimento al lavoro di Pietro Magliocca, La moneta napoletana dei re di Spagna nel periodo 1503 - 1680 (Nomisma, 1a Edizione 2020), pagg. 254-255. Vengono catalogati al riguardo due tipi: a) tipo GAC/S b) tipo GAC/M Ricordo che al D/ viene rappresentato il busto di San Gennaro mitrato, con la mano destra benedicente e con quella sinistra che tiene un pastorale ed un libro sul quale sono poggiate due ampolle; a destra, le sigle mentre a sinistra è presente il contrassegno. Mentre al R/ abbiamo lo stemma coronato con all’interno la scritta SPQN (Senatus PopulusQue Neapolitanus). Il tipo GAC/S (Magliocca 1 pag. 254) non riporta tra le varietà il contrassegno della “X”, presente invece tra le varietà di cui al tipo GAC/M (Magliocca 2 pag. 255). Le iscrizioni circolari sia per il D/ sia per il R/ sono uguali per entrambi i tipi. D/: ^S^I^REGE^ET^PROTE^NOS (data) R/: ^HENR^DE^LOREN^DVX^REI^NEAP Il dubbio nasce sull’esatta interpretazione/lettura della sigla sull’esemplare postato. In sintesi, secondo voi, si tratta di GAC/S ovvero di GAC/M ? Grazie per qualsiasi contributo. Domenico
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  18. Penso che qui tutti sappiano perchè le monete sono zigrinate, ad ogni modo segnalo questo interessante articoletto de Il Post: https://www.ilpost.it/2024/04/23/monete-zigrinate-oro/?utm_medium=social&utm_source=facebook&utm_campaign=lancio
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  19. In Ungheria nel 1919 era prevista l'emissione di questa banconota da 1000 korona ...chissà perché il progetto non ha avuto esito positivo spero non sia per qualche figura troppo allegorica🤔
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  21. Forse una foto migliore del rovescio... Ciao @caravelle82, quanto tempo! 😀 Grazie del parere. La moneta è chiusa da una perizia del 2005. Alla fine se interessa svelerò da chi e come
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  22. Ciao @CORNELIUS MAXIMUMil motivo percui presumo non ti sono arrivate risposte è perché questa tipologia di denario di Cesare, pur non essendo raro, viene molto falsificata. Per questo motivo non è facile esprimere un parere da foto in tal senso. Sono monete anche impegnative dal punto di vista economico percui è consigliabile acquistarle da case d'asta e rivenditori professionali esperti che proprio per questo garantiscono l'autenticità della stessa. Detto ciò esprimo il mio parere che da quanto comunicano visivamente le foto qualche dubbio sulla sua autenticità lo lasciano. Una moneta da visionare attentamente dal vivo. Restiamo in attesa di ulteriori interventi 🙂 ANTONIO
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  23. Bravissimo! Patina tipica della moneta che non ha circolato. Moneta molto molto bella. Per confronto allego un esemplare in bb
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  24. Perfetto, grazie mille
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  25. Cercherò di fare foto migliori stasera. La presenza di bava di conio, che si vede specie al rovescio, non è tanto compatibile con una stima di conservazione BB, ma mi potrei sbagliare su questo.
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  27. il riflesso sul GAC/M lo fa rendere proprio male
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  28. Ciao Autentico Grano comune per Ferdinando IV di Borbone, Regno di Napoli. Saluti
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  29. Salve a tutti. Riapro un altro post con nuove foto di questa 100 lire 1958. Spero che le foto siano belle. Vorrei sapere, cortesemente e praticamente, cosa ne pensate di codesta moneta (stato di conservazione) . Grazie a tutti quelli che interverranno.
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  30. Sarà già un problema trovare qualcuno interessato visto lo stato di conservazione pessimo delle banconote. Comunque i biglietti da 500 e da 1000 sono quelli messi meno peggio ma siamo sempre nell'ambito del Mb visti anche i buchi che si vedono in alto a sx, e quindi qualche decina di euro potrebbero valere.....non molte decine di euro.
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  31. Un'altra banconota dei possedimenti francesi d'oltremare non ancora presente nella discussione, colori accesissimi, molto bella. Quella che posseggo purtroppo è impresentabile:
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  32. Cartolina affrancata con 10 pfenning castano dell' emissione ordinaria del 1932 effige del maresciallo Paul Von Hindenburg con bordo di foglio + 5 pfenning verde chiaro di posta aerea aquila in volo emissione del 1934. Annullo di partenza a ponte meccanico con svolazzo di Aussy del 28 o 29 XII 38. Bella.
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  33. Gibuti, 5 franchi 1991 Gibuti, 1 franco 1999
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  34. Nuovo link: ______________________________________________________________________________________________________________________ Ecco una poco nota quanto interessante testimonianza della guerra fredda : i biglietti "nucleari" di Japtan Island. E' una delle isole dell'atollo di Eniwetok, nelle Mashall, area utilizzata per test atomici dal 1947 al 1962 (*). L'isola di Japtan serviva come luogo di "riposo e recupero" con un bar vicino a una spiaggia. Furono stampati a bordo della AGC-12 USS Estes (una nave-posto di comando per operazioni anfibie) nel 1952 e usati per il commercio coi nativi, che li accettavano in cambio di prodotti disponibili in loco. Erano emessi (se così possiamo dire) dal presidente del "consiglio di ricreazione". Il retro riproduceva un innesco di bomba atomica con due particelle che si scontrano all'interno del detonatore. (*) Fra l'altro il 1º novembre 1952 qui venne provata Ivy Mike, la prima bomba all'idrorgeno. L'esplosione sviluppò un rendimento di 10,4 megaton e fu abbastanza potente da polverizzare l'isola di Elugelab, su cui la bomba era piazzata. USS Estes
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  35. Ti capisco perfettamente Skubi. Anch'io ormai non ho quasi tempo per nulla di ció che mi piace. Avevo nostalgia di quelle "vecchie" discussioni su di una moneta, sui confronti fra le varie emissioni che sfociavano poi sul tipo monetale, sulle storie dei piú esperti con quella moneta o di quella collezione che fece storia, etc. In poche parole di Numismatica. Domani posto i rovesci e cerco la pubblicazione suggerita dall'enciclopedico Numa
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  36. «Il mal tempo si avvicinava, dovevo raggiungere i miei amici prima che il vento diventasse troppo forte. Le nostre ricerche in mare erano durate mesi… ora quell’antico vaso andava portato in salvo. Sembrava impossibile, ma ce l’avevamo fatta…»
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  37. Salve,bronzo provinciale di Elagabalo zecca di Cesarea https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/6686
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  38. In vita mia ho avuto a che fare con molti criminali (come legale) ma tu @Vel Saties li batti tutti.... È per gente come te che fa dire alle persone che la pena dell'ergastolo non basta.... Ma vieni in Ungheria a fare queste cose e poi vedrai il trattamento.... PS: specifico, per quei pochi che non possedessero una vena spiritosa, che sto scherzando !!!
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  39. Falso, con ogni probabilità, degli anni '70, come tutti. Non credo esistano falsi coevi, è una moneta non emessa, che non ha mai circolato, a che pro falsificarla all'epoca? Non certo per i collezionisti, non c'era ancora un mercato diffuso che ne giustificasse la produzione, e se avessero voluto ingannare i pochi interessati l'avrebbero fatta meglio petronius
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  40. L'oro a differenza degli altri metalli, ha un pregio e quindi un costo già alto in partenza, per via del valore intrinseco; pertanto anche monete molto comuni, o in basse conservazioni, richiedono un sacrificio economico pesante per la gran parte delle persone. Con le stesse valutazioni economiche si potrebbe acquistare più monete in argento o in rame di buona qualità, o anche monete rare, ragion per cui chi non gode di grosse disponibilità, ed intende mettere insieme una raccolta che abbia un significato, tende a rinunciare alla raccolta delle monete auree.
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  41. Quello sul rovescio non è proprio in una bella posizione! apollonia
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  42. Visto il valore dell'oro attuale penso se ne vedranno ancora meno purtroppo. Io per esempio non ho ancora un marengo nella mia collezione e mi piacerebbe prenderne un esemplare per la fine dell'anno. A questo punto tuttavia preferisco andare su un'annata particolare o su un fdc, ovvero averne uno solo ma ben fatto davvero. Vedremo come andrà il mercato... Per V.E. III l'unica moneta d'oro che vorrei è quella del cinquantenario che assieme al cinque lire completerebbe il set. Non è una spesa per adesso, almeno per le mie tasche! Eppoi ho puntato uno scudone piuttosto raro e in buona conservazione...
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  43. https://www.erroridiconiazione.com/t-1-errori-nella-lega-metallica/. Ho trovato questa fonte appunto che parla delle monete definite tigrate. Può considerarsi una variante? A livello collezionistico può avere particolare interesse?
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  44. taglio: 5 cent paese: Vaticano anno: 2012 tiratura: 6.000 condizioni: bb- città: Napoli
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  45. Finalmente sono riuscito a ritagliarmi un po'di tempo e fare un riepilogo visivo (purtroppo a causa del numero di monete ho dovuto alleggerire l'immagine, un po' a discapito della sua qualità)
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  46. Ciao, Prevedere quello che sarà è impossibile visto che ci sono tantissime variabili in gioco, tra cui tasso di umidità dell’aria e materiale con cui è a contatto, senza contare lo stato del metallo che varia da moneta a moneta (molto dipende anche dalla storia pregressa della moneta, come eventuali manipolazioni e luoghi di conservazione). Ciò premesso mi sembra che il risultato sia decisamente gradevole; patina omogenea con piacevole iridescenza bluette. Come dice Antonio dovrebbe (condizionale obbligatorio) continuare a progredire in questo modo ma il blu potrebbe continuare a scurirsi sempre di più man mano che avanza. Puoi rallentare il processo tramite le bustine di acetato inserendoci la moneta e piegandola, per poi chiuderla in una di quelle bustine doppie che si usano per le perizie (io uso così e nel risvolto libero inserisco il mio cartellino). L’argomento patina è tanto affascinante quanto aleatorio relativamente alla sua formazione. Ti mostro a titolo di esempio una patina che è “cresciuta” con me nel monetiere Zecchi, e che da circa un anno ho inserito in bustina di acetato proprio per rallentarne la formazione. La moneta non è mai stata lavata, viene già da una vecchia collezione di famiglia ed è stata conservata in un monetiere di solo legno. La patina quando la presi aveva delle bellissime tonalità fumè, ma nel monetiere sopra citato è decisamente esplosa in tutta la sua bellezza. Si caratterizza per avere diversi “strati” che conferiscono una fantasmagoria di iridescenze. La foto mostra in parte questa caratteristica con i colori rossicci e blu “accesi”. È questo un esempio tipico di quanto una bella (e soprattutto, sana) patina possa impreziosire (e al contempo anche rivalutare) una moneta Una patina “troppo pesante” è chiaramente soggetta al parere del singolo collezionista; quello che io potrei giudicare eccessivo, per un altro potrebbe essere gradevolissimo, e viceversa. Un aspetto che io uso per valutare l’entità della patina è quanto questa valorizzi la moneta nel suo complesso (nei rilievi, o nella scena del rovescio). Se la patina ha un tono scuro, ed è coprente fino al punto di “oscurare” la scena dei rilievi, allora, a mio parere, è “troppo pesante”
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