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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/24 in Risposte
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Quelle che per un motivo o per l'altro non furono mai emesse/usate. Un caso interessante sono i biglietti dell'Isola dei Pini, Nuova Caledonia. L'idea fu dell'ex-capitano della marina britannica Robert Towns, che dopo la carriera da marinaio si diede al commercio e nel 1843 fu inviato in Australia come agente del mercante londinese Robert Brooks. All'epoca la Nuova Caledonia non apparteneva ancora formalmente a nessuno ma Towns era convinto che prima o poi gli inglesi avrebbero preso possesso dell'arcipelago, quindi nel 1848 pensò che se avesse creato una valuta locale dell'Isola dei Pini, dove aveva un negozio per il commercio del legno di sandalo, questa sarebbe stata ufficialmente riconosciuta dal futuro governo britannico della Nuova Caledonia. Per realizzare il suo piano contattò Henry Cooper Jervis, un pittore e incisore australiano che aveva disegnato dei francobolli, e gli affidò il compito di produrre una lastra di rame ora conservata in una biblioteca di Sydney. Da quella furono stampati un prototipo e diverse prove su carta comune, alcune esistenti ancora oggi. Robert Towns (1794-1873)6 punti
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Lotto 117 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 5 Lire 1911 Cinquantenario Roma. Gig. 71, R AG gr. 24,99 Conservazione eccezionale Grading/Stato: FDC ECCEZ6 punti
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@Stilicho Forse ho scoperto l arcano, il peso non è in grammi ma in grani4 punti
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“ Domenico Trentacoste era nato a Palermo il 20 Settembre 1859 ed è morto il 18 Marzo 1933 a Firenze. Figlio di un fabbro, ma di famiglia baronale decaduta, studiò dapprima a Palermo, sotto la guida di Delisi e Costantino e, dopo un breve soggiorno a Napoli, si trasferì nel 1878 a Firenze per completare gli studi. Due anni dopo è nuovamente a Palermo per partecipare ai lavori di realizzazione di un arco di trionfo in occasione della visita del re Umberto I, per il quale realizzò una grande statua in gesso di Minerva seduta. Subito dopo si recò a Parigi dove strinse amicizia con lo scultore Lanzirotti e dove ebbe possibilità di esporre sue opere. Chiamato a Londra dal pittore Edwin Long, espose alla Academy con un vivo successo di pubblico l'opera Cecilia. Da questo momento, ormai famoso e consacrato scultore di forme leggiadre di tradizione classica ma, al tempo stesso, capaci di rivelare una non comune forza espressiva, le sue opere vennero accettate alla Prima Biennale di Venezia, all' Esposizione Internazionale di Firenze, all'Esposizione di Torino, alla III Esposizione Triennale di Brera, a Monza ed in altre mostre prestigicse fino agli ultimi anni prima della morte. Per lunghi anni fu insegnante all'Accademia di Belle Arti di Firenze e un anno prima della scomparsa fu nominato Accademico d'Italia. Nel giugno 1905 si riunì per la prima volta la Commissione permanente Tecnico Artistico Mo-netaria, istituita dal Ministero del Tesoro con il compito di vigilare sulla qualità della produzione nazionale di monete metalliche e banconote. Le scelte tipologiche monetali di quegli anni si muovevano ancora nell'ambito della tradizione iconografica tardo ottocentesca, con schemi compositivi che non lasciavano spazio alla libera creatività dell'artista. Vennero chiamati a collaborare con la Commissione artisti già famosi quali Leonardo Bistolfi, Davide Calandra, Pietro Canonica da Torino ed Egidio Boninsegna da Milano. Nel 1911 in occasione delle celebrazioni indette per festeggiare i primi 50 anni di proclamazione del Regno d'Italia, si decise di realizzare una speciale emissione commemorativa la cui progettazione fu affidata a Domenico Trentacoste e l'esecuzione dei coni all'incisore della Zecca, Luigi Giorgi. La composizione proposta ed accettata, che mostrava una Roma seduta con scettro e globo e una prosperosa Italia, risentiva fortemente del gusto liberty di quel momento e permise di inserire questa moneta del Cinquantenario tra le più belle tipologie monetarie di tutta la produzione del Regno d'Italia. Sullo sfondo è una nave (da guerra ornata di festoni e dallo scudo sabaudo nei tagli da 50 lire oro e 5 lire argento oppure una nave mercantile nei tagli da 2 lire argento e da 10 centesimi in rame) che avanza verso destra, probabile diretta allusione alle mire coloniali della giovane Nazione, mentre un aratro fiorito vuole richiamare la tradizione contadina ed agricola del Paese. Anche il modello della testa nuda del Re che caratterizza tutti i rovesci è opera del Trentacoste, incisa nei conii dallo stesso Giorgi.” https://medagliere-firenze.lamoneta.it/docs/DonoTrentacoste1933-2011.pdf4 punti
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Buonasera a tutti e buona Domenica, posto foto fatte da me del grano 1648, riporto i dati ponderali. Peso 8,66 grammi Diametro 28,5 mm da ore 9 a ore 3 27,5 mm da ore 6 a ore 12. Saluti Alberto3 punti
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Un po’ di storia non fa mai male. ” Per commemorare il 50° anniversario della proclamazione del regno d'Italia, furono coniate, in forza del RD 830/1910, delle monete da 50 lire in oro, da 5 lire e 2 lire in argento e da 10 centesimi in bronzo; questa serie è oggi conosciuta con la denominazione di "Cinquantenario". La coniazione di queste monete fu decisa, su proposta del Presidente, durante la seduta della Commissione monetaria del 18 gennaio 1910, nel corso della quale fu scelto all'unanimità il Prof. Domenico Trentacoste quale modellista ed a cui, dopo avere scartato l'idea di raffigurare nella serie monetale in oggetto il monumento a Vittorio Emanuele II, fu lasciata carta bianca nella scelta dei modelli. Nella seduta del 7 maggio del 1910 il Trentacoste presentò alla Commissione un modello per il dritto e due per il rovescio delle monete. Dopo avere decretato un unanime plauso all'autore dei modelli, la Commissione decise di adottare, oltre a quello del dritto, entrambi i modelli del rovescio; uno da utilizzarsi, il più largo nelle linee e con carattere di maggiore ampiezza, per le monete più piccole (2 lire e 10 centesimi) e l'altro, più ricco di particolari e più minuto, per le monete più grandi (50 lire e 5 lire) [Lanfranco 1932b, p. 300]. Queste monete, riportano, nel rovescio, l'allegoria dell'Italia, generata da Roma, che, dopo cinquant'anni di regno sabaudo, da nazione prevalentemente agricola, rappresentata da un aratro infiorito (50 lire e 5 lire) o ornato di frutti e spighe (2 lire e 10 centesimi) è diventata potenza militare, rappresentata da una nave da guerra (50 lire e 5 lire), e commerciale, rappresentata da una nave mercantile (2 lire e 10 centesimi). Carboneri [1915b, p. 843, tab. A1], ripreso poi da altri autori, descrive, probabilmente condizionato dalla presenza della nave sullo sfondo, il tipo del rovescio di questa emissione come "Italia marinara"; tuttavia, la Relazione sui Servizi della Regia Zecca del MdT [1912, pp. 35, 37, 40] non riporta mai il termine "Italia marinara" per questo tipo di monete, ma lo associa, invece, alle monete da 2 centesimi e 1 centesimo (la cui serie comprende anche quelle da 10 centesimi e 5 centesimi) coniate a partire dal 1908 e conosciute come "Italia su prora" o "Donna su prora". Delle monete da 50 lire ne circolarono solo pochi esemplari, poiché ricercati per le raccolte numismatiche [Carboneri 1915b, p. 515]. Tutte le monete di questa serie presentano l'asse del rovescio allineato a quello del dritto, contrariamente a tutte le altre della monetazione che le comprende, che riportano, invece, l'asse del rovescio ruotato di 180° rispetto a quello del dritto. Le monete in argento da 5 lire e 2 lire di questo tipo, presentano l'effigie sovrana rivolta verso sinistra e non verso destra, come era sempre avvenuto e continuerà poi ad essere per le monete di questo materiale. Nonostante la Convenzione con la Lega monetaria latina, causa le mutate condizioni economiche, prevedesse che, a partire dal 1862, le monete in argento da 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi dovessero essere coniate con il titolo di 835 millesimi ed avere corso legale limitato, quelle da 5 lire continuarono ad essere coniate con il titolo di 900 millesimi e ad avere corso legale illimitato. In questo modo la coniazione delle monete da 5 lire in argento veniva riservata unicamente ai privati, proibendosi implicitamente allo Stato di proseguirne per proprio conto la fabbricazione. Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione delle monete da 5 lire; essi, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861, dovevano pagare, quale diritto di coniazione, 1,72222 lire per ogni chilogrammo d'argento fino lavorato; cosicché, l'argento fino monetato a pieno titolo (900 millesimi), dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 220,50 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d'argento a pieno titolo era di 222,22222 lire al chilogrammo. Tuttavia, a seguito di quanto stabilito dalla Convenzione addizionale della Lega monetaria latina del 31 gennaio 1874, si cercò di limitare la coniazione di queste monete e, causa la diminuzione del prezzo dell'argento, si procedette al ribasso dell'accetazione in zecca dell'argento, da 220,50 lire a 218,88 lire al chilogrammo, al fine di impedire che i privati richiedessero ingenti coniazioni con lo scopo di lucrare sulla differtenza di prezzo fra il metallo e la moneta [Carboneri 1915b, pp. 296, 299, 340-341, 482]. Successivamente, fu emanata la L 2651/1875, che autorizzava il governo a dare esecuzione alla citata Convenzione del 1874, e, nel 1877, a seguito uno scambio di note diplomatiche tra i Paesi della Lega, si decise, sempre a causa del continuo deprazzamento dell'argento, di sospendere definitivamente in tutti gli Stati la coniazione delle monete da 5 lire. Fu comunque concesso all'Italia di eseguire nel 1878 un'ulteriore coniazione, poi effettuata sia a nome di Vittorio Emanuele II sia a nome di Umberto I, nel frattempo asceso al trono d'Italia. Infine, a seguito della Convenzione della Lega monetaria latina del 5 novembre 1878, fu sancita la sospensione definitiva della coniazione delle monete da 5 lire, salvo poterla eventualmente riprendere tramite l'accordo unanime degli Stati contraenti. L'Italia, ottenne a stento la facoltà di coniare, utilizzando delle piastre borboniche giacenti presso il Tesoro, un ulteriore quantitativo di monete da 5 lire, rinunciando ad utilizzare le altre monete antiche di argento in ulteriori coniazioni del genere [Carboneri 1915b, pp. 300, 348, 477, tab.]. Tuttavia, in Italia, queste monete furono coniate anche nel, 1901, 1911 e 1914. Le monete da 5 lire in argento, del tipo "Italia e Roma genitrice", furono coniate nel 1911 in 60.000 pezzi, per un totale di 300.000 lire [MdT 1912, p. 35; Carboneri 1915b, pp. 886-887, tab. B1; span data-note-bib=303>MdF1940, p. 49, tab. A3]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/5-lire-1911-italia-e-roma-genitrice-37-mm-24.675-25.075-g-ag/tipologia?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-125-0-1523-23 punti
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Lotto 131 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 1 lira 1902 Aquila Sabauda Roma. Gig. 128, AG gr 5,01 Conservazione ECCEZIONALE! Grading/Stato: FDC ECCEZ “ Il potere liberatorio delle monete da 2 lire, per i pagamenti tra privati, fu fissato a 50 lire [MdF 1940, p. 59, tab. II]. Le monete da 2 lire in argento, del tipo "Aquila spiegata", furono coniate dal 1901 al 1907, complessivamente, in 4.690.502 pezzi, per un totale di 9.381.004 lire [Carboneri 1915b, pp. 884-885, tab. B1; MdF 1940, p. 49, tab. A3]. Le monete da 2 lire e da 1 lira in argento, furono ritirate dalla circolazione dal dicembre 1917 al 30 aprile 1918, in forza del DL 1550/1917 [Lanfranco 1932b, p. 315], e sostituite da Buoni di cassa cartacei di pari valore nominale. Questa misura fu presa in via precauzionale in quanto, a causa del rincaro dell'argento e della svalutazione progressiva della Lira, il valore intrinseco del metallo veniva ad eguagliare prima ed a superare poi il valore nominale monetario. Il metallo ricavato dalle monete ritirate fu poi utilizzato, a partire dal 1926, per la coniazione delle monete da 10 lire del tipo "Italia su biga" e di quelle da 5 lire del tipo "Aquila romana", che, avendo le medesime caratteristiche e tolleranze di peso e di titolo, andavano a sostituire, quasi dieci anni dopo, come moneta metallica [Lanfranco 1933b, p. 139; id. 1933c, p. 269]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/2-lire-aquila-spiegata-27-mm-9.452-10.050-g-ag/moneta?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-127-0-866-2&cnu=13942 punti
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Indicava una soprattassa di 2/10 oltre il valore facciale, applicata in momenti di emergenza. Si poteva segnare anche con delle losanghe sovrastampate.2 punti
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Da Caulonia, un esemplare dei primi stateri incusi con tondello largo, con la consueta figura di Apollo e cervo ; la moneta, al rovescio, presenta una importante doppia battitura, che interessa sia la figura centrale che la cornice . Sarà il 14 Maggio in vendita Cambi&Crippa 927 al n. 42 .2 punti
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1 gr (grano) equivale esattamente a 0,06479891 g (grammi) , praticamente 64,8 mg. Quindi 68 grani corrispondono a 4,41 grammi. A dimostrazione delle cantonate che si possono prendere se non si scrive il valore numerico di una misura con il simbolo dell’unità di misura corrispondente. apollonia2 punti
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Condivido volentieri questo ulteriore esemplare entrato in raccolta. Lotto 209 Asta Ranieri 16 09.04.2024 così descritto in Catalogo: VENEZIA Nicolò Tron Doge LXVIII, 1471-1474. Lira da 20 soldi di II tipo detta “Lira Tron” o “Trono”, con ramo d’edera. Aggr. 4,62 Dr. NICOLAVS - TRONVS DVX. Busto a s., con il corno dogale; sotto il busto, ramo d’edera con tre foglie.Rv. SANCTVS - MARCVS. Leone in soldo entro corona.CNI 28; Paolucci 2.Rara varietà. Grading/Stato: Tosata. BB2 punti
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Questa ricevuta del 1937 invece fa parte della mia raccolta a tema 'Banca d'Italia', preso questa mattina al mercatino dell'antiquariato.2 punti
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Personalmente per crearmi un gruzzolo di ricchezza ‘dormiente’ preferisco avere le monete perché mi piace possederle e guardarmele.. vuoi mettere avere un bel Marengo di un regnante italiano piuttosto che un lingotto in un blister? Se invece voglio fare una speculazione sull’andamento del metallo, impiegare temporaneamente liquidità, molto più redditizio ed efficiente farlo con ETC.2 punti
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Grazie! È esattamente ciò che stavo cercando. Passa un buon fine settimana e un buon primo maggio!2 punti
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Ancora di alta epoca, dopo la breve stagione degli incusi, un non comune esemplare di didrammo, con al diritto Falanto sul delfino ed al rovescio ippocampo . Sarà il 28 Maggio in vendita CNG 126 al n. 13 .2 punti
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Buona sera Kriper0204. A mio parere è stato un buon acquisto. Cordialità Gabriella1 punto
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La Marca da bollo con soprastampato "Cinema" e' una marca a tassa fissa del 1905 filigrana Corona soprastampata nel 1914 per marche e biglietti per il cinema. Le soprastampe nelle marche da bollo sono sempre INTERESSANTI. L' altra marca da 25 cent. oltre 2/10 e' una marca a tassa fissa emissione 1905-11 filigrana Corona dent 14. ( Non so dire cosa voglia dire oltre 2/10) ..se c'è qualcuno che lo sa lo spieghi per favore. Belle entrambe.1 punto
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Sono riuscito a capire chi è il produttore:De Gregorio,Montecalvario, Napoli... Allego un immagine per fare meglio comprendere ciò che leggo,lungo il giro lineare c'è il nome del luogo dove si trovava il bottonificio in questione: Montecalvario che è un quartiere di Napoli... https://it.m.wikipedia.org/wiki/Montecalvario Subito sopra l'attacco c'è il nome del produttore:De Gregorio... Subito sotto l'attacco il nome della città dove veniva prodotto il bottone: Napoli...1 punto
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💠 E' l'ora del titts-quiz 💠 A quale banconota appartiene? Quiz facilitato poichè si tratta di un biglietto 'SPECIMEN' E' dalla frutta che si potrebbe capire a quale nazione può appartenere, faccio riferimento alla frutta trasportata non alle pere!1 punto
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È un bellissimo documento di storia postale e pur non essendo in ottime condizioni, a mio parere, hai fatto anche un buon affare. Per quanto riguarda questo tipo di modulistica utilizzata è cambiata nel tempo ed infatti tali bollettini di spedizione dei pacchi postali all'inizio del servizio (1881-1888) furono previsti senza valore. Sul primo modulo, il Mod.258, per segnalare il pagamento totale della spedizione che doveva essere effettuato in contanti, si scriveva la cifra riscossa e si applicava un bollo ovale "R.P.PAGATO". Il secondo modulo emesso, il Mod. 251 (per l'interno) e Mod.402B (per l'estero), era a quattro sezioni e con il testo del formulario molto più complesso. Nel primo periodo l'applicazione dell'affrancatura era effettuata con segnatasse ed in seguito con speciali francobolli per pacchi e a volte anche con francobolli normali (tutti debitamente annullati con bollo a data) . Successivamente i bollettini Mod. 251 e Mod. 402B muniti di stemma Savoia diventarono di valore cioè dei veri interi postali perchè riportavano prestampata l'impronta dei francobolli per pacchi con il valore di affrancatura, riproducente l'effigie del Re. I tagli di valore degli pseudofrancobolli impressi erano diversi e diverso il colore dei bollettini, realizzati in una serie corrispondente ai valori delle tariffe necessarie per le spedizioni sia per l'interno che per l' estero, diventando così dei veri interi postali. La tariffa stampata sul bollettino, in caso di necessità, per destinazione o per servizi accessori, poteva essere integrata con gli specifici francobolli per pacchi menzionati sopra, oppure con normali francobolli. Dal 1 Luglio 1914 per un maggior controllo delle affrancature si "inventarono" i francobolli per pacchi a due sezioni (era riportato il valore su entrambe le sezioni) da applicarsi a cavallo delle due parti dei nuovi bollettini pacchi, modificati appositamente per il nuovo sistema. Le due sezioni del bollettino erano separate poi con le forbici e il francobollo era diviso in due, una parte del francobollo rimaneva sulla parte del modulo da spedire ancora separatamente dal pacco e l'altra parte consegnata come ricevuta al mittente; questi francobolli a due sezioni rimasero in uso per oltre quarant'anni, fino al 1957, quando il sistema fu di nuovo modificato.1 punto
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Quasi fior di conio equivale a un spl? Da perizia è qFdC secondo voi? potrò mai venderla a 100/110 in queste condizioni? L’ho presa a 50 euro1 punto
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@StilichoQuesto è il pdf del libro 🙂 http://www.stanwardine.com/h_p_hall_coin_catalogues/coin_catalogue_part2/Part2_4th_Days_Sale.pdf1 punto
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@fullons Credo che tu volessi sapere cosa ne pensasse il forum in merito alla moneta in questione e credo perciò, pertanto, che tu abbia già avuto delle risposte. A costo di essere pedante e forse noioso (se così fosse, me ne scuso) ribadisco come sia sempre importante porre quesiti chiari (valore, identificazione, falsità o meno..) unendo foto il più possibile a fuoco (mi rendo conto personalmente di come fotografare le monete sia difficile, ma ci si può provare) e i dati di peso e diametro. Credo che sia una questione di metodo, oltre che di attenzione verso chi proverà a cimentarsi nella risposta. Quanto all'imperatore, direi che il nome corretto (e con cui e' conosciuto) sia Otone e non Ottone. Ho guardato anche su alcuni testi in italiano, tra cui il Campana-Santelli (L'imperatore Otone, storia e monete) in cui si parla sempre di Otone non di Ottone. Non ho trovato traduzioni in cui il nome e compaia con due "t". Absit iniuria verbis, naturalmente. Ciao. Stilicho1 punto
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Facciamo tris con il pescatore: (quello che voi postate nel "museo degli orrori", io lo metto in collezione ) - ritratto del pêcheur con una corda tesa in mano e due pesci ai lati, sullo sfondo il porto di Concarneau in Bretagna. https://www.numizon.com/fr/billet/20-francs-type-1942-pecheur/fra-p100/ https://maps.app.goo.gl/EstyL2RcsxjHXktr7 - una donna bretone ed i figli in costume tradizionale. La madre tiene in braccio la figlia più piccola, la figlia maggiore ed un cesto di verdure locali. A destra, il Calvario di Penmarch con la chiesa sullo sfondo. http://www.infobretagne.com/penmarch.htm di nuovo Travail - Famille - Patrie, ma qui si aggiunge la "religion": il monumento è stato decisamente modificato per il biglietto: è solo una licenza artistica o c'è dell'altro sotto? Ultimo dettaglio prima di chiudere, le monete "État Français" hanno subito smesso di coniarle dopo la liberazione, i biglietti li hanno stampati fino agli anni '50. Sembra che sia stata fatta una bella differenza tra l'operato della "Banque de France" e quello del governo collaborazionista di Pétain. Au revoir, Njk1 punto
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R a' pimento: e' statico = rapimento estatico Buona domenica1 punto
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Un bel notgeld yugoslavo, prodotto un anno dopo la fine prima guerra mondiale, bisognava sollevare il morale...1 punto
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Niente di personale nei tuoi confronti, sicuramente sei in buona fede ed è sintomo di intelligenza la tua curiosità e di correttezza il rivolgerti agli esperti del Forum . La mia osservazione era in generale e non a te in particolare , comunque il fatto che tu sia legato affettivamente a tale oggetto non ne fa una moneta genuina . Patacca è e patacca resta. Se poi vorrai darci altri dati su cui "lavorare" te ne saremo grati ,però restiamo sull'oggettivo, senza condire il tutto con informazioni inutili e tendenziose .1 punto
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Indipendentemente dal tipo di lavaggio io consiglio vivamente di asciugare la moneta con carta assorbente tamponando e poi passare con il phon con aria tiepida/calda.. Non credo proprio che lasciare la moneta bagnata sia una buona idea,poi è ovvio che ognuno fa come meglio crede...1 punto
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Un frammento che ho conservato da una vita, non li colleziono, a suo tempo l'avevo messo semplicemente da parte perchè mi aveva incuriosito quella soprastampa 'CINEMA' .1 punto
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Cari tutti, Come per gli scorsi anni, ho il piacere di condividervi l'ultima edizione del report curato da Deloitte sul mercato dell'arte e dei beni da collezione. All'interno del documento è presente anche un analisi del mercato della numismatica, realizzata dal sottoscritto, oltre ad un interessante intervista ad un collega nonché grande collezionista Sito web: Il mercato dell’arte e dei beni da collezione - Report 2024 | Deloitte Documento in pdf: report-art-finance-2024-deloitte.pdf Spero possiate trovare la lettura interessante, Matteo1 punto
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Mi pare importante, condividere con tutti voi, il recentissimo parere legale dell'Ufficio legislativo del Ministero della Cultura. (Vedere allegato). Appare dirimente, in sintesi, la frase finale del parere che sembra regalare un pò di tranquillità!!!! PARERE LEGALE UFFICIO LEGISLATIVO.pdf1 punto
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Ulteriore esemplare di recente acquisizione. Lotto 263 Asta Ranieri 17 24.04.2024 così descritto in Catalogo: VENEZIA Nicolò Tron Doge LXVIII, 1471-1474. Lira da 20 soldi di II tipo detta “Lira Tron” o “Trono”, con ramo d’edera. Ag gr. 6,11 Dr. (Foglia d'edera)▾NICOLAVS - (ramo con foglie d'edera) - ▾TRONVS▾DVX. Busto con corno ducale a s. Rv.◂SANCTVS▾ - ▾MARCVS◂. Leone in soldo entro corona. CNI 28; Paolucci 2. Rara varietà. Grading/Stato: Bel BB Note Provenienza: Ex Astarte S. A. Asta XIII del 13 settembre 2003, lotto 1308. Opera dell’orafo e incisore Antonello di Pietro , detto Antonello della Moneta che creò la prima lira italiana, su iniziativa del 68esimo Doge di Venezia Niccolò Tron. Un doge che rimase in carica due soli anni, dal 1471 al 1473 ma che ha lasciato il segno. D’argento, del diametro di 28 millimetri ed equivalente a 240 denari veneziani, fu una grande innovazione verso un percorso di adeguamento dei sistemi monetari in un’Italia divisa in tanti Stati e domini, ciascuno con una propria moneta corrente. Dapprima fu utilizzata solo come pura unità di conto in preventivi e bilanci ma presto il Consiglio dei Dieci decise di farla diventare una moneta a tutti gli effetti con corso legale. Successivamente ebbe una larga diffusione diventando di fatto una sorta di anticipazione dell’euro, circolando anche negli scali commerciali fino in oriente.1 punto
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si, per fortuna c'è ancora della stampa che non si occupa di gossip o altre frivolezze...1 punto
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Non vedo il nesso tra la dac7 e una potenziale riduzione di collezionisti.. io che colleziono compro, che ebay comunichi una transazione sul venditore a me che colleziono non tocca minimamente.. semmai dovrebbe essere il venditore che si deve preoccupare di essere in regola1 punto
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Grazie mille delle info! Sara’ fatto, io studio, apprezzo e poi semmai continuo ad accumulare.. sennò cosa stiamo a fare al mondo?1 punto
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Girovangando nel web sono incappato in un video molto utile e fatto molto bene. Purtroppo è in inglese ma parlato molto chiaro e , con l'aiuto delle immagini si può capire pressochè tutto. Spiega in maniera molto chiara i vari gradi di conservazione di una banconota e su quali valutazioni è opportuno fare. Buona visione! Guido LINK1 punto
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Salve condivido foto di una cartolina viaggiata di una collezione “Roma” e chiedo maggiori informazioni ai più esperti. Ringrazio in anticipo1 punto
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Dicevo che secondo me la produzione di cartamoneta cambogiana dall'indipendenza (Accordi di Ginevra, luglio 1954) non è particolarmente interessante. Tutt'altro discorso per quella vietnamita, che serba ancora qualche (quasi)segreto. Eccone uno. I primi dong del Vietnam del Sud: quando una tilde fa la differenza In seguito ai già citati accordi di Ginevra che chiudevano la vicenda della 1a guerra d'Indocina, la vecchia provincia dell'Annam si trovava divisa in due lungo il 17esimo parallelo: a nord la Repubblica del Vietnam sotto il controllo del Viet Minh e a sud lo Stato del Vietnam retto formalmente dall'ex-imperatore di Indocina Bao Dai. L'1 gennaio 1955 la Banca Nazionale del Vietnam aprì una sede a Saigon ed assunse le funzioni di banca centrale anche per la Repubblica del Sud. Tra le prime serie emesse dalla Banca Nazionale del Vietnam per la circolazione nella Repubblica del sud ce n'è una che presenta una particolare variante sconosciuta ai più: è la serie del 1955 da 5 e 10 dong, stampata da Thomas De La Rue & Company. Al fronte, in posizione centrale, la denominazione da 5 dong presenta una fenice in volo e quella da 10 dong una carpa koi (si riconosce dai barbigli ai lati della bocca, che la distinguono dal pesce rosso o carassio). Secondo la simbologia vietnamita, sono animali propizi. La bellezza della fenice la rende simbolo di virtù, grazia e nobiltà; inoltre, si crede che appaia solo in tempi di prosperità, quindi rappresenta anche la pace. La carpa koi, animale molto longevo, è emblema di lunga vita, ma anche di coraggio e perseveranza. Sulla destra, entrambe le banconote presentano l'immancabile dragone, l'animale più propizio di tutti e simbolo del Vietnam, di potere, nobiltà e immortalità. @littleEvil, questo è x te che ami le astruse vicende mitologiche: secondo la leggenda, all'origine dei tempi, Lạc Long Quân, figlio di un drago, si unì in matrimonio alla figlia di una fata, Âu Cơ, e la loro unione generò 100 figli (50 maschi e 50 femmine); il loro primogenito divenne il capostipite della prima dinastia di regnanti Việt: per questo motivo, il dragone rappresenta la regalità e i vietnamiti si considerano i "discendenti del drago e della fata". Al retro, sono rappresentate scene di vita: un contadino che ara un campo di riso con il bufalo d'acqua sulla banconota da 5 dong e le tradizionali imbarcazioni dau o dhow dei pescatori su quella da 10 dong. Parlavo di un (quasi)segreto: esiste una variante poco nota, un errore di scrittura del titolo Thủ-quỹ Trung-ương ("il Tesoriere Centrale") in cui Thủ-quỹ appare senza tilde sulla y: "Thủ-quy". La 10 dong si legge peggio però credo si veda che manca la tilde... L'errore appare su alcuni primi esemplari ed è stato corretto nel corso della produzione. La progressione del numero di serie di queste due emissioni segue la logica del tipo A1, B1, ... Z1, A2 ecc. Per quanto riguarda la denominazione da 5 dong, appare su alcune banconote comprese tra le serie A1 e S5 mentre per la denominazione da 10 dong l'errore si riscontra su alcune banconote delle serie da A1 a P4. Non tutte le banconote comprese tra questi intervalli presenta l'errore ma solo alcune, mentre altre hanno la titolatura corretta con tilde. Se vi capita, buttateci un occhio... 😉1 punto
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