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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/24 in Risposte

  1. Lotto 117 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 5 Lire 1911 Cinquantenario Roma. Gig. 71, R AG gr. 24,99 Conservazione eccezionale Grading/Stato: FDC ECCEZ
    6 punti
  2. Quelle che per un motivo o per l'altro non furono mai emesse/usate. Un caso interessante sono i biglietti dell'Isola dei Pini, Nuova Caledonia. L'idea fu dell'ex-capitano della marina britannica Robert Towns, che dopo la carriera da marinaio si diede al commercio e nel 1843 fu inviato in Australia come agente del mercante londinese Robert Brooks. All'epoca la Nuova Caledonia non apparteneva ancora formalmente a nessuno ma Towns era convinto che prima o poi gli inglesi avrebbero preso possesso dell'arcipelago, quindi nel 1848 pensò che se avesse creato una valuta locale dell'Isola dei Pini, dove aveva un negozio per il commercio del legno di sandalo, questa sarebbe stata ufficialmente riconosciuta dal futuro governo britannico della Nuova Caledonia. Per realizzare il suo piano contattò Henry Cooper Jervis, un pittore e incisore australiano che aveva disegnato dei francobolli, e gli affidò il compito di produrre una lastra di rame ora conservata in una biblioteca di Sydney. Da quella furono stampati un prototipo e diverse prove su carta comune, alcune esistenti ancora oggi. Robert Towns (1794-1873)
    6 punti
  3. @Stilicho Forse ho scoperto l arcano, il peso non è in grammi ma in grani
    4 punti
  4. “ Domenico Trentacoste era nato a Palermo il 20 Settembre 1859 ed è morto il 18 Marzo 1933 a Firenze. Figlio di un fabbro, ma di famiglia baronale decaduta, studiò dapprima a Palermo, sotto la guida di Delisi e Costantino e, dopo un breve soggiorno a Napoli, si trasferì nel 1878 a Firenze per completare gli studi. Due anni dopo è nuovamente a Palermo per partecipare ai lavori di realizzazione di un arco di trionfo in occasione della visita del re Umberto I, per il quale realizzò una grande statua in gesso di Minerva seduta. Subito dopo si recò a Parigi dove strinse amicizia con lo scultore Lanzirotti e dove ebbe possibilità di esporre sue opere. Chiamato a Londra dal pittore Edwin Long, espose alla Academy con un vivo successo di pubblico l'opera Cecilia. Da questo momento, ormai famoso e consacrato scultore di forme leggiadre di tradizione classica ma, al tempo stesso, capaci di rivelare una non comune forza espressiva, le sue opere vennero accettate alla Prima Biennale di Venezia, all' Esposizione Internazionale di Firenze, all'Esposizione di Torino, alla III Esposizione Triennale di Brera, a Monza ed in altre mostre prestigicse fino agli ultimi anni prima della morte. Per lunghi anni fu insegnante all'Accademia di Belle Arti di Firenze e un anno prima della scomparsa fu nominato Accademico d'Italia. Nel giugno 1905 si riunì per la prima volta la Commissione permanente Tecnico Artistico Mo-netaria, istituita dal Ministero del Tesoro con il compito di vigilare sulla qualità della produzione nazionale di monete metalliche e banconote. Le scelte tipologiche monetali di quegli anni si muovevano ancora nell'ambito della tradizione iconografica tardo ottocentesca, con schemi compositivi che non lasciavano spazio alla libera creatività dell'artista. Vennero chiamati a collaborare con la Commissione artisti già famosi quali Leonardo Bistolfi, Davide Calandra, Pietro Canonica da Torino ed Egidio Boninsegna da Milano. Nel 1911 in occasione delle celebrazioni indette per festeggiare i primi 50 anni di proclamazione del Regno d'Italia, si decise di realizzare una speciale emissione commemorativa la cui progettazione fu affidata a Domenico Trentacoste e l'esecuzione dei coni all'incisore della Zecca, Luigi Giorgi. La composizione proposta ed accettata, che mostrava una Roma seduta con scettro e globo e una prosperosa Italia, risentiva fortemente del gusto liberty di quel momento e permise di inserire questa moneta del Cinquantenario tra le più belle tipologie monetarie di tutta la produzione del Regno d'Italia. Sullo sfondo è una nave (da guerra ornata di festoni e dallo scudo sabaudo nei tagli da 50 lire oro e 5 lire argento oppure una nave mercantile nei tagli da 2 lire argento e da 10 centesimi in rame) che avanza verso destra, probabile diretta allusione alle mire coloniali della giovane Nazione, mentre un aratro fiorito vuole richiamare la tradizione contadina ed agricola del Paese. Anche il modello della testa nuda del Re che caratterizza tutti i rovesci è opera del Trentacoste, incisa nei conii dallo stesso Giorgi.” https://medagliere-firenze.lamoneta.it/docs/DonoTrentacoste1933-2011.pdf
    4 punti
  5. Buonasera a tutti e buona Domenica, posto foto fatte da me del grano 1648, riporto i dati ponderali. Peso 8,66 grammi Diametro 28,5 mm da ore 9 a ore 3 27,5 mm da ore 6 a ore 12. Saluti Alberto
    3 punti
  6. 3 punti
  7. Un po’ di storia non fa mai male. ” Per commemorare il 50° anniversario della proclamazione del regno d'Italia, furono coniate, in forza del RD 830/1910, delle monete da 50 lire in oro, da 5 lire e 2 lire in argento e da 10 centesimi in bronzo; questa serie è oggi conosciuta con la denominazione di "Cinquantenario". La coniazione di queste monete fu decisa, su proposta del Presidente, durante la seduta della Commissione monetaria del 18 gennaio 1910, nel corso della quale fu scelto all'unanimità il Prof. Domenico Trentacoste quale modellista ed a cui, dopo avere scartato l'idea di raffigurare nella serie monetale in oggetto il monumento a Vittorio Emanuele II, fu lasciata carta bianca nella scelta dei modelli. Nella seduta del 7 maggio del 1910 il Trentacoste presentò alla Commissione un modello per il dritto e due per il rovescio delle monete. Dopo avere decretato un unanime plauso all'autore dei modelli, la Commissione decise di adottare, oltre a quello del dritto, entrambi i modelli del rovescio; uno da utilizzarsi, il più largo nelle linee e con carattere di maggiore ampiezza, per le monete più piccole (2 lire e 10 centesimi) e l'altro, più ricco di particolari e più minuto, per le monete più grandi (50 lire e 5 lire) [Lanfranco 1932b, p. 300]. Queste monete, riportano, nel rovescio, l'allegoria dell'Italia, generata da Roma, che, dopo cinquant'anni di regno sabaudo, da nazione prevalentemente agricola, rappresentata da un aratro infiorito (50 lire e 5 lire) o ornato di frutti e spighe (2 lire e 10 centesimi) è diventata potenza militare, rappresentata da una nave da guerra (50 lire e 5 lire), e commerciale, rappresentata da una nave mercantile (2 lire e 10 centesimi). Carboneri [1915b, p. 843, tab. A1], ripreso poi da altri autori, descrive, probabilmente condizionato dalla presenza della nave sullo sfondo, il tipo del rovescio di questa emissione come "Italia marinara"; tuttavia, la Relazione sui Servizi della Regia Zecca del MdT [1912, pp. 35, 37, 40] non riporta mai il termine "Italia marinara" per questo tipo di monete, ma lo associa, invece, alle monete da 2 centesimi e 1 centesimo (la cui serie comprende anche quelle da 10 centesimi e 5 centesimi) coniate a partire dal 1908 e conosciute come "Italia su prora" o "Donna su prora". Delle monete da 50 lire ne circolarono solo pochi esemplari, poiché ricercati per le raccolte numismatiche [Carboneri 1915b, p. 515]. Tutte le monete di questa serie presentano l'asse del rovescio allineato a quello del dritto, contrariamente a tutte le altre della monetazione che le comprende, che riportano, invece, l'asse del rovescio ruotato di 180° rispetto a quello del dritto. Le monete in argento da 5 lire e 2 lire di questo tipo, presentano l'effigie sovrana rivolta verso sinistra e non verso destra, come era sempre avvenuto e continuerà poi ad essere per le monete di questo materiale. Nonostante la Convenzione con la Lega monetaria latina, causa le mutate condizioni economiche, prevedesse che, a partire dal 1862, le monete in argento da 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi dovessero essere coniate con il titolo di 835 millesimi ed avere corso legale limitato, quelle da 5 lire continuarono ad essere coniate con il titolo di 900 millesimi e ad avere corso legale illimitato. In questo modo la coniazione delle monete da 5 lire in argento veniva riservata unicamente ai privati, proibendosi implicitamente allo Stato di proseguirne per proprio conto la fabbricazione. Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione delle monete da 5 lire; essi, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861, dovevano pagare, quale diritto di coniazione, 1,72222 lire per ogni chilogrammo d'argento fino lavorato; cosicché, l'argento fino monetato a pieno titolo (900 millesimi), dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 220,50 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d'argento a pieno titolo era di 222,22222 lire al chilogrammo. Tuttavia, a seguito di quanto stabilito dalla Convenzione addizionale della Lega monetaria latina del 31 gennaio 1874, si cercò di limitare la coniazione di queste monete e, causa la diminuzione del prezzo dell'argento, si procedette al ribasso dell'accetazione in zecca dell'argento, da 220,50 lire a 218,88 lire al chilogrammo, al fine di impedire che i privati richiedessero ingenti coniazioni con lo scopo di lucrare sulla differtenza di prezzo fra il metallo e la moneta [Carboneri 1915b, pp. 296, 299, 340-341, 482]. Successivamente, fu emanata la L 2651/1875, che autorizzava il governo a dare esecuzione alla citata Convenzione del 1874, e, nel 1877, a seguito uno scambio di note diplomatiche tra i Paesi della Lega, si decise, sempre a causa del continuo deprazzamento dell'argento, di sospendere definitivamente in tutti gli Stati la coniazione delle monete da 5 lire. Fu comunque concesso all'Italia di eseguire nel 1878 un'ulteriore coniazione, poi effettuata sia a nome di Vittorio Emanuele II sia a nome di Umberto I, nel frattempo asceso al trono d'Italia. Infine, a seguito della Convenzione della Lega monetaria latina del 5 novembre 1878, fu sancita la sospensione definitiva della coniazione delle monete da 5 lire, salvo poterla eventualmente riprendere tramite l'accordo unanime degli Stati contraenti. L'Italia, ottenne a stento la facoltà di coniare, utilizzando delle piastre borboniche giacenti presso il Tesoro, un ulteriore quantitativo di monete da 5 lire, rinunciando ad utilizzare le altre monete antiche di argento in ulteriori coniazioni del genere [Carboneri 1915b, pp. 300, 348, 477, tab.]. Tuttavia, in Italia, queste monete furono coniate anche nel, 1901, 1911 e 1914. Le monete da 5 lire in argento, del tipo "Italia e Roma genitrice", furono coniate nel 1911 in 60.000 pezzi, per un totale di 300.000 lire [MdT 1912, p. 35; Carboneri 1915b, pp. 886-887, tab. B1; span data-note-bib=303>MdF1940, p. 49, tab. A3]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/5-lire-1911-italia-e-roma-genitrice-37-mm-24.675-25.075-g-ag/tipologia?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-125-0-1523-2
    3 punti
  8. Lotto 131 Asta Sima 3 19.4.2024 Collezione @ilnumismatico REGNO D’ITALIA - Vittorio Emanuele III (1900-1943) - 1 lira 1902 Aquila Sabauda Roma. Gig. 128, AG gr 5,01 Conservazione ECCEZIONALE! Grading/Stato: FDC ECCEZ “ Il potere liberatorio delle monete da 2 lire, per i pagamenti tra privati, fu fissato a 50 lire [MdF 1940, p. 59, tab. II]. Le monete da 2 lire in argento, del tipo "Aquila spiegata", furono coniate dal 1901 al 1907, complessivamente, in 4.690.502 pezzi, per un totale di 9.381.004 lire [Carboneri 1915b, pp. 884-885, tab. B1; MdF 1940, p. 49, tab. A3]. Le monete da 2 lire e da 1 lira in argento, furono ritirate dalla circolazione dal dicembre 1917 al 30 aprile 1918, in forza del DL 1550/1917 [Lanfranco 1932b, p. 315], e sostituite da Buoni di cassa cartacei di pari valore nominale. Questa misura fu presa in via precauzionale in quanto, a causa del rincaro dell'argento e della svalutazione progressiva della Lira, il valore intrinseco del metallo veniva ad eguagliare prima ed a superare poi il valore nominale monetario. Il metallo ricavato dalle monete ritirate fu poi utilizzato, a partire dal 1926, per la coniazione delle monete da 10 lire del tipo "Italia su biga" e di quelle da 5 lire del tipo "Aquila romana", che, avendo le medesime caratteristiche e tolleranze di peso e di titolo, andavano a sostituire, quasi dieci anni dopo, come moneta metallica [Lanfranco 1933b, p. 139; id. 1933c, p. 269]. Tra le monete aventi la legenda del contorno composta dai tre motti fert, in incuso tra nodi e rosette, se ne possono trovare alcune in cui, seppur raramente, per la consunzione, deformazione o rottura, dovuta all'usura delle lettere f, e, r e t poste in incuso sulla ghiera, uno, due o tutti i tre motti si presentano alterati in fekt, fent, fept, feri, ffkt, ffrt, fih, fikt, fkrt, iiki o iirt. Più frequentemente, invece, può capitare che, per l'errata disposizione della ghiera, vi siano delle monete che presentano la legenda del contorno impressa al contrario, ossia quando i tre motti fert appaiono capovolti rispetto alla faccia del dritto.” https://catalogogigante.it/monete-italiane/regno-ditalia/vittorio-emanuele-iii-di-savoia-1900-1936-re/2-lire-aquila-spiegata-27-mm-9.452-10.050-g-ag/moneta?mpe=2&aal=2-9-42-0&tip=42-127-0-866-2&cnu=1394
    2 punti
  9. Indicava una soprattassa di 2/10 oltre il valore facciale, applicata in momenti di emergenza. Si poteva segnare anche con delle losanghe sovrastampate.
    2 punti
  10. Da Caulonia, un esemplare dei primi stateri incusi con tondello largo, con la consueta figura di Apollo e cervo ; la moneta, al rovescio, presenta una importante doppia battitura, che interessa sia la figura centrale che la cornice . Sarà il 14 Maggio in vendita Cambi&Crippa 927 al n. 42 .
    2 punti
  11. 1 gr (grano) equivale esattamente a 0,06479891 g (grammi) , praticamente 64,8 mg. Quindi 68 grani corrispondono a 4,41 grammi. A dimostrazione delle cantonate che si possono prendere se non si scrive il valore numerico di una misura con il simbolo dell’unità di misura corrispondente. apollonia
    2 punti
  12. Condivido volentieri questo ulteriore esemplare entrato in raccolta. Lotto 209 Asta Ranieri 16 09.04.2024 così descritto in Catalogo: VENEZIA Nicolò Tron Doge LXVIII, 1471-1474. Lira da 20 soldi di II tipo detta “Lira Tron” o “Trono”, con ramo d’edera. Aggr. 4,62 Dr. NICOLAVS - TRONVS DVX. Busto a s., con il corno dogale; sotto il busto, ramo d’edera con tre foglie.Rv. SANCTVS - MARCVS. Leone in soldo entro corona.CNI 28; Paolucci 2.Rara varietà. Grading/Stato: Tosata. BB
    2 punti
  13. Questa ricevuta del 1937 invece fa parte della mia raccolta a tema 'Banca d'Italia', preso questa mattina al mercatino dell'antiquariato.
    2 punti
  14. Personalmente per crearmi un gruzzolo di ricchezza ‘dormiente’ preferisco avere le monete perché mi piace possederle e guardarmele.. vuoi mettere avere un bel Marengo di un regnante italiano piuttosto che un lingotto in un blister? Se invece voglio fare una speculazione sull’andamento del metallo, impiegare temporaneamente liquidità, molto più redditizio ed efficiente farlo con ETC.
    2 punti
  15. Grazie! È esattamente ciò che stavo cercando. Passa un buon fine settimana e un buon primo maggio!
    2 punti
  16. Ancora di alta epoca, dopo la breve stagione degli incusi, un non comune esemplare di didrammo, con al diritto Falanto sul delfino ed al rovescio ippocampo . Sarà il 28 Maggio in vendita CNG 126 al n. 13 .
    2 punti
  17. Buona sera Kriper0204. A mio parere è stato un buon acquisto. Cordialità Gabriella
    1 punto
  18. Mi sembra anche questo denaro scodellato Enrico Dandolo
    1 punto
  19. Denaro scodellato Enrico Dandolo
    1 punto
  20. Grazie a tutti per l'aiuto.
    1 punto
  21. Marca da 80 cent. su 1 lira, colore bruno, era una marca a tassa fissa per la colonia Eritrea del 1923, soprastampate nel 1927 con il nuovo valore per colonie e possedimenti italiani, usate in Somalia. Non comune.
    1 punto
  22. Non ho mai visto un bottone militare francese di questa fattura, anzi non ne ho visti neanche di italiani, inoltre anche le fattezze non sono da bottone militare,il numero 4 impresso non vuol dire per forza che sia il numero del reggimento, inoltre anche proprio lo stile del 4 non è tipico dell' 800 ma sembra più moderno... Purtroppo si hanno poche notizie su questi oggetti e a volte non si riesce neanche a classificarli correttamente...
    1 punto
  23. Mi risulta difficile credere che ci sia gente così superficiale da prendere una moneta per un'altra ma effettivamente si tratta di 20 centesimi. Un errore così pacchiano ci fa capire in che modo gestiscono l'allestimento di queste collezioni.
    1 punto
  24. Grazie mille per le informazioni, vedrò se posso scorgere qualche altra lettera...
    1 punto
  25. Il giglio sormontato da corona veniva usato per vari enti e collegi, posto qualche esempio reperito in rete... Questo è un mio esemplare anonimo e senza neanche il nome del produttore ma sicuramente napoletano...
    1 punto
  26. Quasi fior di conio equivale a un spl? Da perizia è qFdC secondo voi? potrò mai venderla a 100/110 in queste condizioni? L’ho presa a 50 euro
    1 punto
  27. E in effetti il grammo si abbrevia in "g" nel SI... Con la conversione si ottiene un peso compatibile con un solido. Ottima osservazione! "grs" (grani) sarebbe quindi il plurale di "gr" (grano). Bisogna sempre leggere tutto bene e porre sempre grande attenzione alle "sigle" in senso lato. Il fatto e' che spesso, erroneamente, si trova ancora indicato il grammo con "gr" e ciò trae in inganno. Su questo @apollonia può aggiungere magari qualcosa.
    1 punto
  28. Forse negli annunci ?
    1 punto
  29. @StilichoQuesto è il pdf del libro 🙂 http://www.stanwardine.com/h_p_hall_coin_catalogues/coin_catalogue_part2/Part2_4th_Days_Sale.pdf
    1 punto
  30. https://veronafiere.vivaticket.com/VERONAFIL2024/Tickets/Index Prezzo ridotto 5 euri ma comunque commissioni di 0,40 per l'acquisto online...
    1 punto
  31. Ti confermo le mie impressioni sulla conservazione e sulla pulizia ricevuta. Il colore del metallo è tipico delle monete pulite
    1 punto
  32. Prima Guerra Mondiale 2 Corone Impero Austroungarico 1 marzo 1917 L'ultima entrata nella mia collezione non ha la sovrastampa DEUTSCHÖSTERREICH come dall'unica banconota simile che ho trovato su Numista. Do per scontato che se ci sono banconote con sovrastampa, dovevano ovviamente esserci prima delle banconote senza sovrastampa. Presumo possa essere solo una svista di Numista.
    1 punto
  33. Ciao. Per me no, anche se ha bei rilievi. Diciamo che siamo su un buon bb o bb/spl al massimo. Mi sembra pulita, se la devi prendere tieni conto di questo. Un saluto, Fabrizio
    1 punto
  34. Ho scritto 0 grammi perche la bilancia non si é mossa questo il retro grazie per l'interesse
    1 punto
  35. Buonasera a tutti, Condivido anche il mio esemplare di Otto Tornesi 1816 taglio con rigatura. Differenzia da quello di @Chuck per avere il rombo dopo FERDINANDUS Riferimento : Magliocca 435/a R5
    1 punto
  36. Niente di personale nei tuoi confronti, sicuramente sei in buona fede ed è sintomo di intelligenza la tua curiosità e di correttezza il rivolgerti agli esperti del Forum . La mia osservazione era in generale e non a te in particolare , comunque il fatto che tu sia legato affettivamente a tale oggetto non ne fa una moneta genuina . Patacca è e patacca resta. Se poi vorrai darci altri dati su cui "lavorare" te ne saremo grati ,però restiamo sull'oggettivo, senza condire il tutto con informazioni inutili e tendenziose .
    1 punto
  37. Il minatore! Minatore con il piccone in spalla, davanti agli edifici industriali di una miniera di carbone nel nord della Francia. Giovane contadina con il suo bambino in braccio; paesaggio che evoca l'agricoltura; la silhouette del borgo è ispirata al villaggio di Bazouges (Sarthe). Fin qui nulla di speciale. Vediamo allora di fare un discorso più interessante allacciandoci allo spunto di @ART di sopra: perchè mettere in filigrana la (presunta) effigie di Jeanne d'Arc? questa era un'eroina che ha liberato la Francia da degli invasori - al tempo inglesi - ed all'epoca? Ce ne erano di nuovi, questa volta tedeschi. Che hai funzionari del governo "d'occupazione" sia sfuggito un dettaglio simile? Imporobabile. Tenderei di più all'idea di una scelta autonoma della Banca di Francia. Per quanto riguarda le monete, qui troviamo un taglio netto, se ne è parlato brevemente in un'altra discussione: l'ente emittente non è la "République", che finì con l'invasione tedesca del 1940 ma la "Repubblica di Vichy", ufficialmente Stato Francese (État Français) - qui il mio franco Uhm... “Lavoro, Famiglia, Patria”? Era la “rivoluzione nazionale” e il suo nuovo ordine morale, con la francisque (un'ascia da combattimento a doppio taglio) Lavoro? Un pastore, un minatore.... Famiglia? Una giovane contadina con il suo bambino in braccio - vedi sopra Patria? Idem - vedi sopra ======= Per complicarci la vita, nel 1942 viene emesso un 5000 francs "Empire français" (che purtroppo non posseggo) che celebrava l'impero coloniale, in un momento in cui, paradossalmente, la stragrande maggioranza dei territori che componevano l'impero era fuori dal controllo diretto della Francia metropolitana. https://www.numizon.com/fr/billet/5000-francs-type-1942-empire-francais/fra-p103/ Salut, Njk ============= Per chi vuole approfondire, qui una fonte, da cui ho preso alcuni spunti per questa discussione: https://www.cairn.info/revue-hypotheses-2005-1-page-23.htm&wt.src=pdf
    1 punto
  38. Io al momento, dopo anni di eccessi peccaminosi saltando da una collezione all'altra e un lungo processo di pia trascendenza nummofila, sono arrivato a fare a meno dei piaceri del metallo 😇... ma non di quelli della carta... al metallo si può rinunciare, ma alla libridine proprio no 🤓
    1 punto
  39. 10.000 reis 1897 Sao Tomè e Principe
    1 punto
  40. Eccola finalmente arrivata! Devo dire che in mano mi piace molto, la moneta è vissuta come piace a me, ma i rilievi sono godibili e non eccessivamente usurati. Non me ne intendo di gradi di conservazione ma penso che un BB ci può stare. Per di più parlano le foto.
    1 punto
  41. Cari tutti, Come per gli scorsi anni, ho il piacere di condividervi l'ultima edizione del report curato da Deloitte sul mercato dell'arte e dei beni da collezione. All'interno del documento è presente anche un analisi del mercato della numismatica, realizzata dal sottoscritto, oltre ad un interessante intervista ad un collega nonché grande collezionista Sito web: Il mercato dell’arte e dei beni da collezione - Report 2024 | Deloitte Documento in pdf: report-art-finance-2024-deloitte.pdf Spero possiate trovare la lettura interessante, Matteo
    1 punto
  42. E' stimato " extremely rare " un esemplare di statere incuso da Poseidonia, con figura di Poseidone con clamide sulle spalle, in atto di scagliare il tridente : al diritto ed al rovescio, il dio regge con l' altra mano una corona di alloro . Sarà il 1 Giugno in vendita LeuNum. 15 al n. 10 .
    1 punto
  43. Oro, BTP, ETC... Ok, ma nulla batte l'investimento in... MIR 😁 (Sembra ironico ma non troppo se si pensa alle quotazioni pazzesche che alcuni volumi hanno raggiunto 😅)
    1 punto
  44. La patina che ricopre la moneta fa parte della sua storia, toglierla non la renderebbe né più bella né più di valore, che alla stato attuale e di pochi euro, sempre se qualcuno sia disposto a spenderli...
    1 punto
  45. Allego anche una foto dei due punti sul taglio del 1780
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  46. Dicevo che secondo me la produzione di cartamoneta cambogiana dall'indipendenza (Accordi di Ginevra, luglio 1954) non è particolarmente interessante. Tutt'altro discorso per quella vietnamita, che serba ancora qualche (quasi)segreto. Eccone uno. I primi dong del Vietnam del Sud: quando una tilde fa la differenza In seguito ai già citati accordi di Ginevra che chiudevano la vicenda della 1a guerra d'Indocina, la vecchia provincia dell'Annam si trovava divisa in due lungo il 17esimo parallelo: a nord la Repubblica del Vietnam sotto il controllo del Viet Minh e a sud lo Stato del Vietnam retto formalmente dall'ex-imperatore di Indocina Bao Dai. L'1 gennaio 1955 la Banca Nazionale del Vietnam aprì una sede a Saigon ed assunse le funzioni di banca centrale anche per la Repubblica del Sud. Tra le prime serie emesse dalla Banca Nazionale del Vietnam per la circolazione nella Repubblica del sud ce n'è una che presenta una particolare variante sconosciuta ai più: è la serie del 1955 da 5 e 10 dong, stampata da Thomas De La Rue & Company. Al fronte, in posizione centrale, la denominazione da 5 dong presenta una fenice in volo e quella da 10 dong una carpa koi (si riconosce dai barbigli ai lati della bocca, che la distinguono dal pesce rosso o carassio). Secondo la simbologia vietnamita, sono animali propizi. La bellezza della fenice la rende simbolo di virtù, grazia e nobiltà; inoltre, si crede che appaia solo in tempi di prosperità, quindi rappresenta anche la pace. La carpa koi, animale molto longevo, è emblema di lunga vita, ma anche di coraggio e perseveranza. Sulla destra, entrambe le banconote presentano l'immancabile dragone, l'animale più propizio di tutti e simbolo del Vietnam, di potere, nobiltà e immortalità. @littleEvil, questo è x te che ami le astruse vicende mitologiche: secondo la leggenda, all'origine dei tempi, Lạc Long Quân, figlio di un drago, si unì in matrimonio alla figlia di una fata, Âu Cơ, e la loro unione generò 100 figli (50 maschi e 50 femmine); il loro primogenito divenne il capostipite della prima dinastia di regnanti Việt: per questo motivo, il dragone rappresenta la regalità e i vietnamiti si considerano i "discendenti del drago e della fata". Al retro, sono rappresentate scene di vita: un contadino che ara un campo di riso con il bufalo d'acqua sulla banconota da 5 dong e le tradizionali imbarcazioni dau o dhow dei pescatori su quella da 10 dong. Parlavo di un (quasi)segreto: esiste una variante poco nota, un errore di scrittura del titolo Thủ-quỹ Trung-ương ("il Tesoriere Centrale") in cui Thủ-quỹ appare senza tilde sulla y: "Thủ-quy". La 10 dong si legge peggio però credo si veda che manca la tilde... L'errore appare su alcuni primi esemplari ed è stato corretto nel corso della produzione. La progressione del numero di serie di queste due emissioni segue la logica del tipo A1, B1, ... Z1, A2 ecc. Per quanto riguarda la denominazione da 5 dong, appare su alcune banconote comprese tra le serie A1 e S5 mentre per la denominazione da 10 dong l'errore si riscontra su alcune banconote delle serie da A1 a P4. Non tutte le banconote comprese tra questi intervalli presenta l'errore ma solo alcune, mentre altre hanno la titolatura corretta con tilde. Se vi capita, buttateci un occhio... 😉
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  47. Notgeld di Neu Ulm Un saluto a tutti!! Parto ringraziando @littleEvil!!!che mi ha fatto conoscere e incuriosire riguardo queste banconote di necessità molto particolari e cariche di storia che sinceramente non conoscevo…. Vi presento il mio Notgeld di Neu Ulm. Ho unito qualche articolo preso da internet che racconta un po’ la storia di questa città. Al confine tra la Baviera e il Baden-Württemberg si trovano le città gemelle di Ulm e Neu-Ulm, separate dal possente corso del Danubio. La città di Nuova Ulma ha un passato assai recente, poiché non esisteva prima del 1810, dato che faceva parte integrante del territorio di Ulma, città sulla sponda sinistra del Danubio, la quale occupava le due rive del fiume, ed era tutta sotto il controllo del Regno di Baviera dal 1802, dopo la perdita della sua indipendenza secolare quale "libera città imperiale", del cui status autonomo aveva goduto fin a quel momento. Al 1814 risale infatti la prima denominazione scritta di Nuova Ulma/Neu-Ulm. Breve cronistoria della città di Nuova ulma 1810: La frontiera tra il Regno di Baviera e il Regno di Württemberg è stabilita nel mezzo del Danubio. 1814: Prima traccia scritta dell'appellativo di «Neu-Ulm». 1844–1857: Costruzione della Bundesfestung ("Fortezza federale") di Ulma, di cui una parte si trova sul territorio di Nuova Ulma. 1853: Prima linea ferroviaria (verso Augusta). 1857: Creazione dello stemma (che non aveva ancora lo statuto ufficiale di città). 1865: Elevazione al rango di città da parte del re Luigi II di Baviera. A partire dal 1906: Le fortificazioni sono rase al suolo, la città si espande e le prime industrie vi s'installano. 1944/45: La città è fortemente danneggiata dalle incursioni aeree: l'80% degli immobili sono distrutti, così come tutti i ponti sul Danubio. 1951–1991: Neu-Ulm è una guarnigione dell'esercito americano (US Army) in Germania. anni 1970: La città s'ingrandisce incorporando nove villaggi dei dintorni. anni 1990: Il numero di abitanti supera la soglia dei 50.000 Storia nuova e recente: Ulm e Neu-Ulm tra guerra e pace Già nel 1900, l’obsoleta fortezza federale, che era percepita come un corsetto forzato, fu in gran parte sciolta e demolita, ma Ulm rimase un’importante località militare nella prima metà del XX secolo. Mentre fino a 20.000 soldati erano ancora di stanza nella zona durante la prima guerra mondiale, il trattato di pace di Versailles inizialmente limitò questo in modo massiccio. Anche due dei punti di riferimento di Neu-Ulm furono costruiti nel periodo tra le due guerre: l’ampliamento espressionista della chiesa cattolica del famoso architetto Dominikus Böhm e il monumento ai caduti sullo Schwal, completato nel 1932. Sotto il regime nazionalsocialista, la presenza militare nella città gemella fu nuovamente aumentata in modo massiccio. Quasi 3.000 persone morirono nei bombardamenti tra il 1940 e il 1945, mentre circa 3.500 soldati di Ulm e Neu-Ulm caddero nelle battaglie. Quando gli americani marciarono nella città il 24 aprile 1945, era distrutta all’80% – per esempio, c’era una chiara vista dalla stazione principale in periferia alla cattedrale nel centro della città. La ricostruzione progredì rapidamente e anche l’economia si riprese rapidamente. Curiosità La singolare fontana di bronzo che raffigura Albert Einstein con i capelli arruffati e la lingua fuori fu realizzata dallo scultore Jürgen Goertz per rendere onore al figlio più illustre di Ulm; Einstein infatti nacque qui, anche se lasciò la città ad appena un anno. Saluti
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  48. Salve. Abbiamo pesato una moneta e vogliamo mettere per iscritto il risultato. Come fare secondo le regole? Se vogliamo esprimere la misura in lettere, scriveremo per es. ‘La moneta pesa dieci grammi.’, quindi in lettere il numero e in lettere l’unità di misura. Se invece scriviamo il valore numerico della misura, questo dev’essere seguito dal simbolo dell’unità di misura stessa. In particolare ‘La moneta pesa 10 g.’, dove la g minuscola è il simbolo del grammo. Notare che il punto successivo è quello di chiusura della frase e non fa parte del simbolo che, non essendo un’abbreviazione, è rappresentato da una g nuda e cruda. Come dire che all’interno di una frase, il simbolo del grammo non sarà mai seguito dal punto (potrebbe esserlo invece da una virgola, un punto e virgola o due punti, come nella normale punteggiatura). Notazioni tipo 10 gr 10 g. g 10 gr 10 , come pure con un punto dopo la lettera, sono tutte errate trascrizioni della misura. Il fatto che in passato il simbolo del grammo fosse anche ‘gr’ (senza punto) non ne autorizza l’uso da parte di chi lo fa abitualmente per il semplice (e ovvio) motivo che gr è il simbolo di un’altra unità di misura di massa, il grano (dall’inglese grain), molto usata nei paesi anglosassoni in ambito agricolo, chimico, gioiellieristico e munizionistico. 1 gr equivale esattamente a 0,06479891 g, praticamente 64,8 mg. Se un commerciante indica in fattura il peso della merce in gr (o gr.) pensando di esprimerlo in grammi, incorre in pene pecuniarie amministrative come è successo a Vicenza http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/scrive-gr-invece-di-grammi-multato-1.352390 Pur non mettendo in dubbio la buona fede del commerciante nel caso specifico, bisogna anche mettersi dalla parte del consumatore, che in teoria potrebbe effettuare un pagamento per 10 gr d’oro (dieci grammi secondo lui) e vedersene poi recapitare ‘regolarmente’ 0,648 g.
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  49. mah, io sono in Cina da un po' di tempo e ne ho sentite di cose sulle antiche monete sagomate cinesi, spesso in contraddizione tra loro. Secondo quanto ho letto recentemente da riviste di arte e collezionismo cinese, le antiche monete sagomate (a vanga, coltello, ponte ecc..) avrebbero avuto quasi sempre una funzione religiosa o collegate col mondo religioso (taoista, shamanista, animista ecc). Ricordiamo che la religione ha avuto in antichita' un potere enorme in Asia, sia religioso che politico, culturale e economico. Come dicevo, molte di queste monete sagomate pare che svolgessero funzioni religiose: venivano emesse e pagate ad alti funzionari civili o dell'esercito, mandarini, monaci, principi ecc. per somme decisamente alte. In genere la popolazione "bassa" era esclusa da questa circolazione monetaria, almeno all'inizio. Essendo monete di gran valore, ed avendo la religione un'influenza molto grande sulla civilta' cinese dell'epoca, molte di queste monete venivano poi donate a templi o monaci per propiziarsi raccolti, come ex voto, o come testimonianze di fede. Dipende dal luogo in cui venivano emesse, ogni moneta rappresentava un po' l'usanza o l'economia locale, per cui avremo quelle a forma di pesce in zone costiere o ricche di fiumi per propiziarsi la pesca, quelle a forma di vanga nelle regioni agricole per propiziarsi il raccolto o per ringraziare per un raccolto abbondante, quelle a forma di coltello nelle zone a prevalenza nomade (non cinese o non completamente sinizzate) dove la caccia era l'attivita' principale o dove le guerre tra clan nomadi rivali necessitavano di armi d'offesa e difesa. Nutro dubbi che la forma del coltello sia identica a quelli usati per tagliare il bambu o il legname, dato che nelle regioni di provenienza (nord-nord est) il bambu' e il legname non sono comuni (e talora assenti del tutto) a causa del clima, e non molto utilizzati nella vita quotidiana, a differenza del sud dove era (ed e') abbondante, usatissimo e quasi fondamentale. Molto piu' probabile che questi coltelli erano simili a quelli per uccidere o scuoiare animali. Fatto sta che fino agli inizi del 20imo secolo, in regioni geograficamente lontane come la Mongolia (fino al 1922 ancora in uno stato semi medievale) i coltelli venivano ancora usati come valuta e mezzo di scambio per beni e merci dato che il nomade delle steppe ne ha assolutamente bisogno sia per cacciare che per difendersi o attaccare i nemici. Monete a forma di vanga o pesce rappresentavano bene cio' che la popolazione teneva in piu' alta considerazione per la loro vita quotidiana e la sopravvivenza. logico che quindi assumesero anche caratteri rituali e scaramantici. Quelle a forma di cicala, secondo alcuni, si riallacciano a un'antica tradizione cinese di allevare cicale (uso sopravvissuto fino a prima della Rivoluzione Culturale), sia per il loro bel canto che per le loro qualita' combattive. Molti ricchi o nobili spendevano cifre folli, o si rovinavano economicamente per ottenere e allevare i migliori esemplari di cicale. Esistono numerosi poemi, e tutta una letterartura specializzata sulle cicale. Puo' darsi quindi che le monete a forma di cicala siano state emesse da qualche ricco signore per far sfoggio della sua "potenza cicaleccia" o per rendere omaggio atali animali. Tra l'altro, nel libro di Tiziano Terzani "La porta proibita" c'e' proprio un capitolo dedicato a questo curioso hobby. Quelle a forma di ponte potrebbero allacciarsi al culto dei morti, e simboleggiare una specie di comunicazione tra questo e l'altro mondo, o permettere un passaggio semplice back & forth alle anime. Ancora oggi vengono stampate milioni di "banconote infernali" che vengono vendute dai templi (con lauti guadagni) e messe sulle tombe o bruciate per augurare ai morti una serena esistenza nell'aldila'. Come dicevo, i monaci o le persone religiose avevano un potere fortissimo, cosa che in alcune regioni come la Mongolia e' durata fino al 1922, e in Tibet fino a poco dopo. I nobili, guerrieri, ricchi, principi ecc donavano queste monete votive ricevute o in pagamento o come tributo ai vari monaci, santoni e templi. I religiosi a loro volta incameravano queste "offerte" (volontarie o forzate) sottoforma di monete sagomate/votive nei templi o centri religiosi principali, e le usavano per trattative commerciali di grossa importanza, come il comprare bestiame, tessuti, armi, cibo, o anche per costruire altri templi, scuole, ospedali, o per ingraziarsi altri signori locali, o altri religiosi. Insomma, in pratica i religiosi rimettevano in circolo queste monete votive, facendogli quindi assumere il valore di moneta vera e propria, anche se legata a transazioni grosse e non minute. Pare infatti che queste "monete sagomate" circolassero solo tra pochi eletti, le caste piu' alte e che detenevano il potere, mnentre gli strati piu' bassi erano ancora all'uso del baratto o di altri mezzi di valuta di scambio come pelli, arnesi, zucchero ecc.. Secondo altre teorie invece, queste "monete sagomate" venivano coniate soltanto come riserva di valore, un po' come i dollari americani o le sterline in tagli grandissimi che circolano solo tra banche per motivi contabili. Purtroppo i documenti sono scarsi, fatto sta che coinvolgevano somme piuttosto consistenti di pagamento o di contabilita'. Che abbiano avuto piu' funzione religiosa che contabile non e' chiaro, anche se da alcuni documenti e ritrovamenti pare che finissero quasi sempre tra le mani dei monaci ricollegandosi quindi alla prima ipotesi. Piccolo flash forward: Fino al 19imo secolo, in Mongolia, nelle zone di confine nel nord e nord est della Cina e in quelle immediatamente periferiche (come lo Shanxi), venivano emesse molte banconote in tagli grandissimi (mi pare fino a 10,000 cash). Sebbene c’erano altre banconote emesse da banche private cinesi o autorita’ centrali, molte di queste venivano spesso emesse, depositate o riscosse dai templi, in quanto erano le uniche strutture stabili (e murate) di quelle zone che fungevano anche come banche e centri economici. Tutta la vita sociale, politica, religiosa e economica dipendeva dai monaci, come in Mongolia fino al 1922 o in Tibet fino agli anni 50. Queste banconote venivano in genere usate per pagamenti di grandi mandrie di bestiame, grandi balle di pelli o te', insomma per cose grosse. Inoltre molti principi nomadi locali erano "obbligati" a offrire tributi ai vari templi, spesso indebitandosi irremediabilmente, sia spontaneamente (ma raramente) che forzatamente (molto piu' spesso), usando tali banconote. Queste grosse banconote fungevano anche come cambiali o mezzi coercitivi di pagamento di debito, con periodi di tempo piu' o meno limitati, entro il quale il tempio poteva ritirare e annullare tale banconota e esigere il pagamento "in natura", in genere in bestiame, onere che il principe locale non poteva pagare in quanto ormai ridotto sul lastrico a forza di pagare tributi ai monaci o imperatori. Tale onere quindi veniva imposto sulla popolazione locale a lui sottomessa, riducendola a sua volta sul lastrico ma rendendo il tempio sempre piu’ ricco. Non e’ escluso che anche le monete sagomate abbiano avuto simile funzione. Per un'interessante lettura sull'uso delle prime banconote cinesi fino al 19imo secolo, soprattutto col legame tra banconote e religione, leggete il libro di Martha Avery "The Tea Road". Ci sono alcuni capitoli dedicati alla monetazione cinese dell'antichita' e soprattutto sull'uso e emissione delle primissime banconote. OK, ritornando alle monete sagomate, col passare del tempo e grazie all'unificazione della Cina e un generale riappacificamento, comincia a sorgere e prendere potere la classe dei commercianti, che si inserisce tra quella dei religiosi e quella dei guerrieri e nobili. L’aumentato volume di scambi commerciali, richiede che un maggiore strato di popolazione abbia accesso alla monetazione. Il numero di scambi commerciali sempre piu’ alto e frequente richiede anche che le monete diventino uniformi in dimensioni e pesi, e piu’ piccole e piu’ maneggevoli da trasportare, ragione per cui diventano tonde e col foro centrale. Si passa quindi da un uso elitario e ristretto della moneta, ristretto sia come circolazione che come funzionalita’, ad un uso piu’ ampio e popolare e da qui in poi’ e’ storia moderna. Nelle varie regioni, l’abbandono delle monete sagomate in favore di quelle tonde avviene in tempi, modalita’ e velocita’ diverse a seconda del grado di sviluppo economico piu’ o meno elevato delle regioni stesse, per cui nelle zone costiere del sud, piu’ avvantaggiate e popolate gia’ da allora, compaiono prima che in quelle steppose e sottopopolate del nord. Tutto questo e’ quello che ho letto su alcune riviste o sentito da varie parti riguardo alle monete sagomate, spesso piu' oggetti "portafortuna" che vere e proprie monete anche se "tecnicamente" venivano spesso usate come tali. Ci sono alcune cose che magari sono in contraddizione con altre letture o con quello che si sapeva gia’; ma purtroppo lo studio dell’antichita’ cinese e’ spesso difficile anche in Cina stessa. L’invasione delle forze occidentali nel primo novecento, e soprattutto la Rivoluzione Culturale poi hanno fatto si che molti reperti e documenti siano scomparsi dalla Cina. La Rivoluzione Culturale soprattutto, ha cercato di distruggere tutta la cultura classica cinese, dando alle fiamme e distruggendo per sempre molti documenti antichi (spesso unici) compreso molte monete antiche, fuse per creare pentole, tegami, scodelle, munizioni, armi, attrezzi di lavoro. Molte altre cose furono rivendute da Europei prima e Guardie Rosse poi a collezionisti esteri, col risultato che adesso in Cina si e’ salvato pochissimo del patrimonio artistico e storico del passato. Inoltre, la Rivoluzione Culturale ha lasciato un vuoto culturale enorme, impedendo e eliminando lo studio della storia e documenti antichi per diverso tempo. Il risultato e’ che due generazioni sono cresciute senza sapere niente della storia, usi, documenti e tradizioni cinesi antiche e senza saper interpretare molti documenti antichi (moltissimi dei quali scomparsi) scritte in lingue o caratteri che piu’ nessuno sapeva decifrare. Dopo la Rivoluzione Culturale, dal 1976 in poi, i cinesi avevano capito che distruggere millenni di storia, arte, tradizioni, e religione per costruire una societa’ e una popolazione completamente nuova, e’ stato sbagliato. Si e’ cercato di salvare il poco rimasto, spesso in maniera confusa e senza criterio logico o filologico, causando ulteriori danni e errori. E’ successo lo stesso in Cambogia con Pol Pot e in Mongolia con le purghe sovietiche. Fatto sta che per un po’ c’e’ stato molto interesse per la “rinascita” culturale cinese, ma l’avvento di Deng Xiaoping e la sua apertura modernistica e capitalistica ha creato ulteriori danni culturali. Le generazioni che si sono susseguite, che non hanno imparato nulla dai genitori perche’ i genitori sono cresciuti in un ambito di totale ignoranza e mera propaganda, hanno perso l’interesse per tutto cio’ che e’ antico, dato che Deng Xiaoping gli prometteva il miraggio del nuovo, bello, scintillate, pulito e ricco facendo dimenticare le bruttezze e le tristezze del passato. Oggigiorno i cinesi (io sono insegnante all’universita’) sono una popolazione profondamente ignorante di tutto, ignorante soprattutto di fatti, cose, storia, arte, geografia cinesi. Alle nuove generazioni non interessa affatto cio’ che e’ vecchio perche’ per loro risulta brutto, triste (che ricorda i tempi difficli), tradizionale e autoritario. Al cinese di oggi interessa solo mangiare, bere, comprare il telefonino e la macchina e la casa nuova. Tutto il resto non interessa affatto. Le persone di buona cultura, e cultura e’ potere, sono pochissime, forse soltanto 1 su 50,000. Gli esperti di numismatica sono ancora meno, forse poche centinaia su una popolaziuone di un miliardo e mezzo. Le riviste specializzate sono soltanto un paio e scarsamente diffuse,. Di numismatici “veri” ce ne sono pochissimi, dato che la maggioranza sono piu’ interessati al valore economico della moneta come investimento che a quello storico/collezionistico. I pochi esperti rimasti si trovano nella difficolta’ di studiare il passato su documenti in gran parte illeggibili oggi, o sul poco che si e’ salvato dalle distruzioni degli anni 60 e 70. Le nuove generazioni non sono interessate a continuare quello che gli esperti fanno, dato che tutto cio’ che e’ antico, e’ noioso. Quindi, tutto quello che ho detto sopra e’ da prendersi con le molle, come quello che esperti cinesi e non dicono sulla storia delle prime monete cinesi, in quanto spesso non esiste nessuna prova concreta e le teorie possono essere molto diverse tra loro.
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