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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/24 in Risposte

  1. Come promesso, eccoci qui. Premetto che lo scopo di questa discussione è esporvi alcune mie osservazioni in merito alla medaglia in questione. Non è mia intenzione dimostrare alcunché né tantomeno imporre il mio pensiero come verità assoluta. Mi piacerebbe, invece, che si aprisse un interessante confronto di idee e opinioni tra gli appassionati ed esperti di medaglistica murattiana. Veniamo ora a noi: tra i numerosi pezzi proposti nella prossima prestigiosa asta NAC Milano (5-6 giugno 2024) spicca una medaglia di Murat di assoluta rarità. Trattasi del premio alle alunne dell’Istituto Salesiano in oro. A primo impatto sono rimasto letteralmente sbalordito difronte a cotanta bellezza ma, stranamente, più osservavo certi particolari e più crescevano i miei sospetti sul fatto che potesse trattarsi di un riconio postumo. Ciò mi ha spinto a confrontare i dettagli di questo esemplare in oro con quelli di esemplari certamente provenienti dal conio originale e facilmente riconoscibili per le numerose problematiche che li affliggono (fratture ed esuberi di metallo in primis). Per mia fortuna, possiedo un esemplare in argento di questa tanto magnifica quanto sfortunata medaglia che mi ha consentito di svolgere un dettagliato lavoro di confronto. Prima di cominciare è bene ricordare che di questa medaglia si ritiene sia stata realizzata una sola coppia di conii che, purtroppo, è andata progressivamente deteriorandosi finché non risultò del tutto inutilizzabile. Visto che l’esemplare di nostro interesse (in oro) è scevro dai classici difetti di conio tipici di questa tipologia, assumiamo che sia stato uno dei primissimi ad essere coniato. Ipotizziamo, pertanto, che il conio fosse ancora perfettamente integro. A questo punto, cominciamo analizzando il dritto. Uno degli elementi caratteristici di questa medaglia è il fatto di essere l’unica, tra le numerose medaglie del Gioacchino, ad essere firmata dall’incisore Filippo Rega. Notate come la coda della -a di Rega compia una specie di virgola che forma una sorta di ovale che va a racchiudere la firma. Nell’esemplare in oro, invece, tale ovale è stranamente incompleto (si interrompe bruscamente a livello della -R di Rega). Un’altra differenza la riscontriamo nella base del busto di Murat. Nell’esemplare in oro, a sinistra sotto i capelli, è presente una specie di mancanza di metallo, particolare che invece non si riscontra negli esemplari in argento e bronzo e, dunque, teoricamente coniati successivamente. Per quanto riguarda il dritto, inoltre, se osservate attentamente, noterete che numerosi ciuffi della chioma e particolari della basetta non combaciano in diversi punti. Passiamo ora al rovescio. Qui una delle differenze più eclatanti è l’usignolo e la mano su cui questi si poggia. La conformazione della testa, del collo e la posizione della coda dell’uccellino non corrispondono nei due esemplari. Altro elemento che vorrei sottoporvi è il volto della fanciulla. Perché nella medaglia in oro naso e bocca sono a malapena accennati mentre negli esemplari in bronzo e argento sono ben definiti? Alla luce di tutte queste differenze, ritengo improbabile che questo esemplare in oro provenga dalla medesima coppia di conii usata per realizzare il mio esemplare in argento e gli altri esemplari presenti sul nostro catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52E/8 Prima di concludere, vi invito ora a confrontare l’esemplare in oro dell’asta NAC con questo in metallo dorato e con quest’altro in bronzo dichiarato come "conio Parigi 1840/1850". In particolare, provate ad osservare i vari elementi che ho cercato di porre alla vostra attenzione. https://scaligera.bidinside.com/it/lot/4508/napoli-murat-1808-1815-medaglia-1812-/
    7 punti
  2. Allora signori io sulla mia pagina social, dopo mesi di esperimenti, ho iniziato a pubblicare i primi risultati. Pian piano vi pubblico direttamente qui quello che pubblico li. Inizio con la 2 mila Galileo “azzurrina”. In foto un 2 mila lire “Galileo” prima e dopo il trattamento con un solvente. In alto si presenta “naturale” prima del trattamento, in basso invece dopo il trattamento ha perso il colore giallino che la contraddistingueva in precedenza, lasciando in vista solo l’azzurro sottostante. Per tanti anni si è spacciata la variante “azzurrina” come errore di stampa naturale, in realtà è frutto di alterazione postuma. Per la verità, già a metà anni ‘90, uno studio condotto dal Crapanzano rivelò l’alterazione postuma di molti di questi biglietti. (Articolo uscito nel settembre del 1994 su cronaca numismatica, dal titolo “Svelato il mistero dei numeri verdi”). Ad oggi però mancava la prova pratica, ovvero la foto di un biglietto prima e dopo il trattamento. L’alterazione cromatica può avvenire in decine di modi diversi, posto a scopo illustrativo la foto di uno dei biglietti maggiormente conosciuti, ma esistono decine di varianti che abbiamo testato in prima persona. Possiamo dunque archiviare definitivamente questa triste pratica e bollarla ufficialmente come “alterazione voluta e postuma” ad opera di privati.
    5 punti
  3. Finalmente si tratta questo tema. Il problema non è negare che esistano errori di stampa genuini, sicuramente ce ne sono ma sono giustamente rari. Il problema sorge invece quando sul mercato arrivano decine e decine di presunti errori dalle caratteristiche più inverosimili, tutti venduti dalla stessa manciata di venditori e tutti periziati da un unico perito. Se poi questi venditori hanno anche l’atteggiamento da bullo di periferia quando si prova a far loro notare che qualcosa non torna allora c’è evidentemente un problema. Speriamo di riuscire a chiarire definitivamente la questione.
    3 punti
  4. Rimane solo da chiedersi dove finiranno posizionati ALL'INFERNO i soggetti che periziano gli aberranti artefatti con cui ingannare i meno esperti. Io li porterei senza dubbio all'VIII cerchio - 10a bolgia.
    3 punti
  5. Il titolo richiama volutamente quello del bellissimo libro di Cipolla, "La saga dell'argento spagnuolo". Certamente i contenuti saranno di tenore diverso, ma l'argomento dovrebbe essere comunque di interesse. E' fatto ben noto che le prime monete emesse in Asia Minore, e più nello specifico in Lidia, nel VII secolo a.C. fossero in elettro. L'elettro è una lega naturale di oro argento, in percentuale variabile. E' altresì ben noto che le prime monete lidie non fossero coniate utilizzando una lega naturale, bensì una lega di oro e argento creata artificialmente, con proporzioni tra i due metalli ben definite. In particolare la lega artificiale presenta una maggior quantità d'argento rispetto a quella naturale. Ciò ha portato a pensare che la creazione di "tondelli" marchiati, di peso e lega definita (in altri termini, la creazione della "moneta"), rispondesse all'esigenza di dare stabilità al valore dell'elettro in circolazione, definendo il rapporto tra oro e argento presente nella lega (Wallace 1987 e 2001; Le Rider 2001; Konuk 2005; Kroll 2001 e 2008). Secondo tale ricostruzione, i lidi avrebbero sottoposto l'elettro naturale a un processo di "raffinazione", in modo tale da separare i due metalli preziosi per poi ricombinarli secondo una diversa e ben definita proporzione. Peraltro è fondamentale tenere a mente che tale processo di separazione dei metalli, contrariamente a quanto ritenuto in passato (Ramage e Craddock 2000), fosse noto ben prima del VII secolo a.C. e, probabilmente, almeno sin dalla prima metà del secondo millenio a.C. (Kleber 2020). In particolare è comunemente diffusa la convinzione che la fonte dell'elettro lidio fosse il fiume Pattolo e i suoi affluenti. Tuttavia recenti analisi su campioni di metallo prelevati nei pressi di Sardi ha dimostrato che le pepite lidie non presentano significative quantità d'argento, trattandosi, in sostanza, di oro puro (Cahill 2020). Se sono riuscito a riassumere efficacemente lo stato dell'arte, dovremmo poterci porre alcune domande: se i lidi disponevano di oro puro, allora la nascita della moneta non può essere ricondotta a problemi nella variabilità delle percentuali di oro e argento nell'elettro prelevato in natura: perché, dunque, nacque la moneta? e perché questo oggetto tanto semplice e tanto apprezzato venne introdotto soltanto nel VII secolo a.C.? se i lidi disponevano di oro puro, perché crearono una lega artificiale aggiungendo una maggior quantità d'argento? Indico alcuni link interessanti: https://www.sardisexpedition.org/en/essays/latw-greenewalt-gold-silver-refining#note_6 https://www.sardisexpedition.org/en/essays/latw-kroll-coins-of-sardis Molte delle fonti citate sono contenute nel volume "White Gold, Studies in Early Electrum Coinage" del 2020. Alcuni dei principali articoli contenuti in esso dovrebbero anche essere disponibili su Academia.edu.
    2 punti
  6. Buonasera a tutti. Oggi sono contento d'avere potuto acquistatare questo mezzo viennese di Carlo II. Avevo gia 4 o 5 ma tutti da Torino o con sigle illeggibile.
    2 punti
  7. Questa invece è una vera varietà (non variante), ma è un qualcosa di veramente piccolo tanto da non suscitare interesse, forse certi "collezionisti" di banconote vogliono errori/difetti molto più vistosi... e magari realizzati a mano! Una leggerissima sbavatura di verde sul viso dell'artista: Non ha nulla di spettacolare, eppure, tra una moltitudine di artefatti, essendo genuina è sicuramente la più interessante.
    2 punti
  8. Ciao, no, come ti ha detto giustamente @jena quello che hai citato è il progetto del 100 Lire Leoni. @Andrea imperatore si riferiva sempre alla stessa tipologia del 20 Lire Ape, ma in oro. E' catalogato dal Montenegro in tre varianti: 1) in oro 2) in oro fondi a specchio 3) in oro con contorno rigato. Ti allego le foto dei primi due, che vengono rispettivamente dalla 1) Nomisma 49 lotto 2485 2) MDC 9 lotto 1092 PS. Se qualcuno avesse la foto dell'asta della variante con contorno rigato la potrebbe postare? Mi manca... (la foto! )
    2 punti
  9. Stanno arrivando prove schiaccianti che alcune tra le più diffuse varianti/varietà sono dei meri artefatti. Ne posto qua una appena uscita su Facebook, poi lascio la parola a chi ne sa di più.
    2 punti
  10. Buongiorno a tutti, Ciao @lorluke la Medaglia proposta dalla NAC, proviene dalla vendita all'asta Varesi UTRIUSQUE SICILIAE (parte seconda, le medaglie) del 18 Aprile 2007 Pagina 61, lotto 150 AU -mm27,2 - gr. 17,2 descritta come UNICA Conservazione FDC base d'asta 12.500 € Al lotto 151 un esemplare in bronzo in conservazione SPL del tutto simile come conii d/r al tuo esemplare in argento.
    2 punti
  11. Istituto femminile De Pino - L'Istituto fu fondato come Conservatorio Salesiano intorno al 1730 col patrimonio lasciato a tale scopo, molti anni prima, dal benemerito cittadino Giovanni Antonio De Pino, da cui prese il nome, e fu affidato alle Suore Visitandine di S. Francesco di Sales. Nel 1810, in conseguenza del riordino dell'istruzione femminile voluto dai francesi dopo la conquista del regno di Napoli, il Conservatorio ebbe in donazione da Gioacchino Murat (Decreto del 16 luglio 1810) quale nuova sede l'attuale edificio, ossia il Convento del Rosario, nel quale, in realtà, le Suore salesiane si trasferirono probabilmente nel 1819. Murat concesse l'edificio di S. Marcellino alle Salesiane Signore della Visitazione che ne fecero un convitto per l'educazione delle fanciulle. Nel regolamento dell'Istituto veniva specificato che le alunne meritevoli avrebbero ricevuto premi. https://www.numisbids.com/n.php?lot=836&p=lot&sid=4024
    2 punti
  12. Ciao, la Storia ( in particolare quella dell'ultimo secolo) è fatta dagli avvenimenti che si sono succeduti, incontrovertibili ed acclarati, fortunatamente riportati nella quasi totalità dei libri, saggi, testimonianze, redatti da Storici con la S maiuscola ed al di sopra delle parti. Ed aggiungo fortunatamente. Poi ci saranno i mistificatori, i revisionisti, i nostalgici di questo o quel colore che lasciano il tempo che trovano. Da questi bisognerebbe stare alla larga. Liberi di esprimere e scrivere le loro opinioni, sia ben chiaro, ma la Storia e' Storia e non potrà mai essere modificata . Percui grazie ai libri. Altrimenti non vedo come avremmo potuto conoscere le nefandezze ed i disastri causati dal fascismo ( che voglio ricordare fece da riferimento al nazismo tedesco) ed dal nazismo visto che non eravamo presenti. 🙂 ANTONIO
    2 punti
  13. E altro “segno” e’ la mezza libra. Simbolo: Nessuno si cimenta?
    2 punti
  14. Non sono d'accordo sul fatto che la storia si impara dai libri. Dipende da chi li ha scritti. Comunque ormai siamo proprio off topic... si dice così?
    2 punti
  15. Il tema è complesso. Preciso la mia visione (che non pretendo sia giusta) con un esempio (lontano, così non urto nessuna sensibilità). Tutti abbiamo in mente le immagini dell'abbattimento delle statue di Saddam Hussein. Erano cosa giusta? Secondo me sì (o comunque comprensibile), perché non erano storiche, e, dopo la caduta del regime, l'abbattimento stesso era un fatto storico. Lì si stava facendo la storia. Però, oggigiorno, o soprattutto nei prossimi decenni, è giusto abbattere le (credo) poche statue o simboli rimasti di Saddam? Secondo me no. Perché sono diventati elementi storici, che testimoniano una fase della vita del Paese. Vanno tutelati (tanto più se artisticamente gradevoli o di qualità) proprio per ricordare ed insegnare ai posteri cosa significó, nel bene o nel male, quel dato periodo storico. E per poter permettere di ricordare e di studiare la figura di Saddam, non necessariamente in quanto persona da ammirare, ma in quanto persona importante che ha fatto la storia del suo paese. E che quindi è bene conoscere. Ed ecco perché, io, sono contrario ad abbattere o vandalizzare le statue storiche, soprattutto quando si applicano idee contemporanee al passato, senza contestualizzarle al periodo storico
    2 punti
  16. Mezza Piastra 1842 ex Collezione Strada, da : Asta 6 Nomisma Aste Verona.
    2 punti
  17. Buonasera a tutti. Belle e rare... semplicemente Mezze Piastre!
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  18. Moneta che dalla foto sembra avere i rilievi alti, cosa non sempre facile da trovare...
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  19. DE GREGE EPICURI Stavolta ho preso una monetina dall'aspetto poco eclatante, ma non molto comune. E' un bronzetto ispanico, della COLONIA PATRICIA, per Augusto; pesa 3,13 g e misura 14-15 mm. Al D testa di Augusto a sinistra; la scritta, non del tutto leggibile, è: PER CAE AUG. Al rovescio, quattro strumenti sacrificali: patera, aspergillum, urna (piccola brocca) e lituus. Dovrebbe esserci la scritta COLO PATR ma mi pare di non leggere nulla.
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  20. Condivido volentieri questo esemplare: Vittorio Emanuele III (1900-1946) 20 Lire 1906 Progetto Johnson - Luppino PPSJ35; Pagani PP 178 MD (g 3,57) RRR “diligente lavora in pace” (in latino “sedula in pace laborat”).
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  21. Buongiorno a tutti, chiedo la vostra preziosa consulenza non su una moneta ma relativamente ad un manoscritto del 1848. Siamo a Bagolino (oggi provincia di Brescia) situato nel Lombardo-Veneto e prossimo al confine con l'Austria nel contesto della Prima Guerra d'Indipendenza. Viene redatta una lista di risarcimento danni (arrecati dalla presenza dei Corpi Volontari Lombardi) con ciascuna voce corredata dal valore corrispondente. Di che valuta si tratta? Lire austriache? Da notare il timbro e la firma per accettazione della richiesta da parte del celebre generale Giacomo Durando, fratello dell'altrettanto noto Giovanni. Grazie mille Alessio
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  22. Entusiasmo, inesperienza, voglia di non perdere l’occasione. Pessima combinazione.
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  23. No, ascolta quella "scimmmia". Ascolta il richiamo che Dio Denaro onnipotente ti rivolge attraverso quei vecchi spiccioli.
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  24. C'è poco da chiarire definitivamente a parte i calci nei c******i che personalmente dispenserei senza risparmio e patema a chi fa cose simili. E l'atteggiamento da bullo di periferia (che copre l'imbarazzo e/o la paura) non gli servirebbe a niente. VENGHINO SIORESSIÒRI, SI PERIZIA LA MARMAGLIA PURE I TAPPI DI BOTTIGLIA
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  25. 1 punto
  26. ...credo la data..?! E' un annullo che da convenzione UPU doveva essere comprensibile anche in occidente, quindi le date in cinese ed inglese e trasversalmente la città.
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  27. 3.800 piú i diritti. Mi auguro, per il compratore, di aver avuto torto, ma quella base del cimiero con doppia linea é un unicum
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  28. Non sono per niente d'accordo: dopo quelle rare (1903,1901,1902 e 1904) è quella più difficile da trovare in FDC (se parliamo di vero FDC: senza schiacciature, segni nei campi, bordo orlato dai FERT, etc. etc.) a mio giudizio la moneta qui pubblicata ha subìto un bagno nel liquido per l'argento e i leggeri hairlines saranno dovuti allo strofinìo con panno di microfibra per rimuovere qualche piccolissimo alone. Resta comunque una bellissima moneta in altissima conservazione, e bisogna considera che un FDC assoluto viaggia sui 1.000€ (spesso tali esemplari vengono annoverati come "eccezionale" o "stato Zecca")
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  29. Recuperati 50 reperti antichi nel tratto di mare davanti a Grado Il tesoro archeologico intercettato dai Carabinieri risale al V e VI secolo dopo Cristo. Al Museo di Aquileia restituite 62 monete. Altre 25 alla Soprintendenza di Trieste Alcune delle monete recuperate dai Carabinieri GRADO Le acque antistanti l’isola di Grado hanno restituito oltre 50 reperti archeologici di varia natura, risalenti tra il V e il VI secolo d.C. Il prezioso tesoro antico è stato infatti recuperato dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine, nell’ambito dell’attività di prevenzione e di contrasto alle aggressioni criminali al patrimonio culturale eseguita nel 2023. Una vasta e articolata attività che ha interessato l’intera regione, avvalendosi di numerosi reparti dell’Arma, compreso l’ausilio dell’elicottero appartenente al Corpo militare per i sorvoli dall’alto, a scandagliare i siti maggiormente sensibili alle possibili azioni illecite di scavo, che costituiscono un obiettivo per la salvaguardia del patrimonio archeologico nelle zone interessate, tra cui Aquileia, ma anche Cervignano e Torviscosa. L’azione repressiva ha portato complessivamente al deferimento di 59 persone, a seguito di attività di indagine coordinate principalmente dalle Procure di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone. Sono state eseguite 15 perquisizioni, a fronte del sequestro di 6.406 reperti, di cui 3.318 beni antiquariali, archivistici e librari, 1.809 paeolontologici e 1.279 archeologici. Sempre in termini complessivi, sono stati sequestrati 19 falsi, quasi tutti afferenti all’arte pittorica contemporanea. Un fenomeno illecito piuttosto diffuso, a discapito di ignari acquirenti ai quali le opere vengono spacciate come autentiche. I furti in questo settore in regione ammontano otto. Il valore totale dei beni sequestrati ammonta a 43.950 euro. Tornando alla scoperta nelle acque antistanti l’Isola, il recupero dei 50 reperti è avvenuto in sinergia e in collaborazione dei reparti dell’Arma che hanno coadiuvato il Nucleo Cc Tpc, come la Motovedetta di stanza a Grado e dei sommozzatori del Nucleo carabinieri di Genova. Le operazioni sono state precedute da una fase di studio e monitoraggio delle zone già conosciute e che fanno parte degli obiettivi di salvaguardia portati avanti dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Fvg. Costituiscono materiale di studio del Dipartimento Studi Umanistici dell’Università di Udine. In tal senso, il recupero dei reperti è stato eseguito con la presenza di docenti di archeologia marina e dei funzionari della Sabap. Da rilevare, inoltre, la restituzione al Museo archeologico nazionale di Aquileia di 62 monete antiche risalenti ai primi secoli dell’età imperiale romana, illecitamente in possesso di un residente dell’Isontino. Ciò all’esito positivo del relativo procedimento penale. Significativa poi la consegna alla Soprintendenza alle Belle Arti di Trieste di 25 monete e di 2 gemme antiche, rispettivamente rinvenute e sequestrate nelle abitazioni di due donne, l’una residente a Pordenone, l’altra nell’Udinese. Entrambe sono risultate in buona fede, venute in possesso dei beni attraverso le rispettive famiglie di origine. https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2024/05/03/news/monete_reperti_antichi_ritrovati_mare_grado-14274267/
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  30. 1 punto
  31. Mamma e figlia d’epoca romana sepolte insieme, abbracciate, sdraiate sul fianco di un cavallo. Svelati i segreti della tomba anomala Ricostruzione della sepoltura combinata uomo-animale, che illustra come i corpi potrebbero essere stati originariamente adagiati sulla carcassa prima che la fossa funeraria fosse riempita. @ Jona Schlegel, 2024 Una doppia sepoltura umana combinata con una sepoltura di cavallo, scoperta nel cimitero orientale della città romana di Ovilava (oggi Wels/Austria), è stata oggetto di un ampio studio interdisciplinare, i cui esiti sono stati resi noti in questi giorni. Questa sepoltura è notevole per due ragioni: in primo luogo, la disposizione dei due individui, con l’individuo 1 che aveva un braccio attorno all’individuo 2, e in secondo luogo, la presenza di resti scheletrici di un cavallo nella stessa fossa sepolcrale direttamente sotto i resti umani. Nel corso della sepoltura i due corpi umani erano stati cioè adagiati sul fianco di un cavallo e uno dei due teneva protettivamente – come dicevamo – un braccio sulla spalla dell’altro. Nel corso delle scavo furono trovati due pendenti d’oro, che costituivano il corredo funerario. Cavallo più preziosi pendenti costituiscono indicatore sociale dell’appartenenza dei due individui a una classe elevata. Una nuova indagine completa, in cui sono stati utilizzati i più recenti metodi bioarcheologici e archeogenetici, ha rivelato risultati sorprendenti: la tomba è 500 anni più vecchia di quanto si pensasse in precedenza. Risale al II-III secolo d.C. e può quindi essere assegnata all’antichità romana in Austria, dicono l’antropologa Sylvia Kirchengast e l’archeologo Dominik Hagmann. Ma non solo. Sulla base del ritrovamento di questa tomba – avvenuto nel 2004, durante gli scavi per un parcheggio interrato, presso la stazione – una prima valutazione suggeriva una coppia mista – uomo donna, forse marito e moglie – sepolta insieme ad un cavallo. La posizione dei due scheletri umani suggeriva che un individuo maschio e una femmina fossero stati sepolti insieme. Un esame approfondito ha smentito queste interpretazioni iniziali. L’analisi del DNA antico (aDNA) dei resti umani ha corretto l’ipotesi della sepoltura bisoma di un uomo e di una donna, rivelando che gli individui erano due femmine biologiche, parenti di primo grado. La differenza di età tra le due, tra i 15 ed i 25 anni, fa pensare a una madre – di un’età compresa tra i 40 e i 60 anni – con la giovane figlia. Entrambe erano alte poco meno di un metro e 60. E’ la donna giovane che fu sepolta protettivamente con il braccio sulla spalla della madre. Foto documentaria dei due scheletri al momento del ritrovamento. @ Museo civico di Wels I geni delle due donne non apparterrebbero a popolazioni del nord o centro Europa ma indicano popolazioni di origine più meridionale, come parte degli individui visigoti spagnoli e alcuni romani imperiali e tardoantichi o con affinità più elevate alle popolazioni neolitiche europee. Perchè la sepoltura con il cavallo? La zona ha origini celtiche e la sepoltura con animali è legata a quel mondo culturale. Gli Illiri e i Celti sono i primi popoli documentabili in questa zona. Dal 15 a.C. seguono cinque secoli di dominio romano. Ovilava, fondata sotto l’imperatore Adriano, aveva un’estensione di 90 ettari, le mura della città erano lunghe 4 km, con una popolazione di 18 000 abitanti ed un grande territorio confinante. All’inizio del V sec. avvenne la cristianizzazione della popolazione e nel 600 d.C. vi immigrarono i Bavaresi. Ciò significa che la “germanizzazione” della zona fu più tarda e che potremmo immaginare la popolazione a cui appartenevano le due donne simile a quella dell’Italia gallo-cisalpina, in cui – come hanno dimostrato anche i recenti scavi avvenuti a Verona – avvenivano, in diversi casi, sepolture con animali domestici. Visualizzazione dei reperti – a: doppia sepoltura; b e 😄 ubicazione all’interno del sepolcreto; d: 2 pendenti in oro, rinvenuti come corredo funerario; e: Foto documentaria dei due individui; f: Foto documentativa del cavallo (dati: Città di Wels, basemap.at, OpenStreetMap, Natural Earth). 😄 Dominik Hagmann, 2024 “Con cautela, si potrebbe tracciare qui un’associazione con le usanze persistenti della tarda età del ferro (tarda La-Tène D). – affermano gli autori dello studio – Il paese di Ovilava era situato in un’area anticamente “celtica” e occorre chiarire come fosse composta la popolazione: si trattava di una “popolazione romana” originaria dell’attuale Italia, di una “popolazione autoctona della tarda età del Ferro”, oppure di persone emigrò internamente da altre parti dell’Impero, vivendo uno “stile di vita romano”, ma adottando anche pratiche “celtiche”? L’analisi dell’aDNA degli individui della tomba 12 non fornisce una risposta chiara, poiché esistono somiglianze genetiche con campioni romani e tardoantichi e con i successivi visigoti. L’idea di adottare potenziali pratiche “tradizionali celtiche” di seppellire individui con cavalli nei cimiteri di una città romana durante il periodo imperiale romano fornisce un’interpretazione plausibile per la motivazione intrinseca dietro la sepoltura della Tomba 12”. Lo studio, condotto da D. Hagmann, B. Ankerl, N. Kirchengast, O. Cheronet,M. Greisinger,R. Miglbauer ,S. Kirchengast, è ora pubblicato dal “Journal of Archaeological Science: Reports”. Perché madre e figlia morirono insieme? Non sono state rilevate, a livello osseo, lesioni che possano indurre a pensare a un’aggressione armata. Malattia epidemica? Più diffuse – statisticamente – sono le morti per avvelenamento, incendi, esalazioni – biossido di carbonio. https://stilearte.it/mamma-e-figlia-depoca-romana-sepolte-insieme-abbracciate-sdraiate-sul-fianco-di-un-cavallo-svelati-da-archeologi-e-antropologi-i-segreti-della-tomba-anomala/
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  32. a me interesserebbe anche il parere di , visto che han giocato con li suo regalo!😁 ================== Scherzi a parte: ma tra l' ed oggi sono passati 30 anni - cos'è successo nel frattempo? Già in altri casi ci sono state delle apparizioni poco chiare a distanza di mezzo secolo una dall'altra (ed in mezzo nulla). njk
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  33. Non penso che le differenze evidenziate siano determinate dal metallo perché abbiamo visto che l'esemplare in oro, quello in metallo dorato e quello in bronzo (quest'ultimo dichiaratamente postumo) sono praticamente sovrapponibili. L'esemplare in argento in mio possesso presenta, invece, numerose analogie con l'esemplare in bronzo di Di Rauso presente sul nostro catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52E/8 Questo, ad esempio, è un esemplare passato da CNG del 1° conio e, pur essendo in bronzo, è molto più simile al mio in argento che non al riconio parigino in bronzo: Purtroppo non è così semplice. Credo che l'esemplare in oro proposto da NAC sia l'unico attualmente noto sul mercato.
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  34. Caro @Releo ed un saluto agli amici del Forum, facciamo un pò di ordine. E' palese che non si tratti ( considero le ultime monete di Ferdinando IV°-I° postate ), di una “A” capovolta, per i motivi succitati ( gambetta larga che non corrisponde ). E' d'altronde innegabile sia una “V con stanghetta”. Non prenderei in considerazione motivi tecnici, ad esempio “conio occluso” “punzone malformato”, etc. Pertanto escludendo fattori accidentali, l'anomalia deve essere considerata volontaria. Per quale motivo? Io avanzo due ipotesi: 1- una sorta di firma dell'incisore che, in caso di problemi, avrebbe potuto attestare la bontà del proprio lavoro ( esistono documenti in proposito ). 2- evidenziare la provenienza e segnare uno “stock” di monete ( da reimprimere ) o un quantitativo d'argento per coniare Piastre che probabilmente non era stato saggiato per mancanza di tempo o altri motivi. Questo è un mio parere personale e ben vengano altri pareri e/o ipotesi. Un'ultima precisazione: Infatti, per me è una variante, non può essere altrimenti, ma i pareri saranno discordi... Buon Sabato a Tutti Beppe
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  35. ok poi lo smonto lo peso e faccio foto Grazie per adesso
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  36. Riflessione: i Salesiani di don Bosco furono fondati nel 1859. Don Bosco nel 1812 non era ancora nemmeno nato. Quindi o è postuma, o istituto salesiano si riferisce a qualcos'altro che proprio mi sfugge
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  37. Riprendo questa discussione per non aprirne una nuova sulle " rai" dell'isola di Yap, integrandola con un articolo e foto della BBC trovato in rete. 𝗟❜𝗜𝗦𝗢𝗟𝗔 𝗗𝗢𝗩𝗘 𝗘𝗡𝗢𝗥𝗠𝗜 𝗥𝗢𝗖𝗖𝗘 𝗙𝗢𝗥𝗔𝗧𝗘 𝗩𝗘𝗡𝗚𝗢𝗡𝗢 𝗨𝗦𝗔𝗧𝗘 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗠𝗢𝗡𝗘𝗧𝗔 In Micronesia si trova un'isola piccola nella quale il denaro inteso come ''moneta'' di scambio è qualcosa di assai diverso da qualunque moneta a noi nota Qui per moltissimi anni ( ancora oggi in parte) sono stati utilizzati i ''Rai'', vale a dire pietre giganti forate per gli scambi commerciali. Hanno ereditato questo nome dalla somiglianza nella forma dei primissimi pezzi ... alle balene. Queste rocce hanno un grande valore : vennero importante da Palau nel XIX secolo, con molte difficoltà sopportate dai marinai che li consegnarono ai capi dei diversi villaggi di Yan, i quali decisero di dar loro un valore di 50 yar, un sistema monetario più vecchio basato sui gusci di conchiglia. Le rai hanno dei nomi, di solito del primo possessore. Il loro valore dipende dalle dimensioni ma, soprattutto, dalla loro storia. I cambi di proprietà avvengono di rado, e di solito in occasioni come acquisto di terre o matrimoni. Quando una rai cambiava possessore, no sempre viene spostata: la transazione avveniva tramite accordi orali : a nessuno sarebbe venuto in mente di rubare in quanto tutti sapevano a chi apparteneva ''quel rai'' e gli scambi erano riportati su un registro aggiornato dopo ogni transazione Ad oggi, nella quotidianità gli abitanti di Yan usano il dollaro americano come moneta. Le rai rimangono un elemento culturale distintivo, ma anche una gran risorsa economica per chi le possiede . 𝗧𝗛𝗘 𝗜𝗦𝗟𝗔𝗡𝗗 𝗪𝗛𝗘𝗥𝗘 𝗛𝗨𝗚𝗘 𝗗𝗥𝗜𝗟𝗟𝗘𝗗 𝗥𝗢𝗖𝗞𝗦 𝗔𝗥𝗘 𝗨𝗦𝗘𝗗 𝗔𝗦 𝗖𝗨𝗥𝗥𝗘𝗡𝗖𝗬 In Micronesia there is a small island in which money understood as '' currency '' of exchange is something very different from any coin known to us. Here for many years (still today in part) the '' Rai '', that is to say giant pierced stones for commercial exchanges were used. They inherited this name from the similarity in the form of the very first pieces ... to whales. These rocks have a great value: they came from Palau in the nineteenth century, with many difficulties endured by the sailors who gave them to the chiefs of the various villages of Yan, who decided to give them a value of 50 yar, an older monetary system based on shells. The rai have names, usually of the first owner. Their value depends on their size but, above all, on their history. Changes of ownership occur infrequently, and usually on occasions such as land purchases or weddings. When a rai changed owner, it is not always moved: the transaction took place through oral agreements: no one would have thought of stealing as everyone opened to whom '' that rai '' belonged and the exchanges were reported on an updated register after each transaction Today, Yan residents use the US dollar as their currency on a daily basis. The rai remain a distinctive cultural element, but also a great economic resource for those who own them.
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  38. @dareios itè successo qualche problema tecnico: c'è stata la moltiplicazione del tuo intervento. Invece andando nel merito del tuo intervento è più che sostenibile: quanti hanno letto delle avventure di Nino Bixio e del suo cavallo nelle chiese ? È un luogo comune ma è purtroppo vero: la storia la scrivono i vincitori.
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  39. Sono d'accordo al 100 per 100 su gli ultimi 100 anni di storia del nostro paese, però permettetemi di dire che non sempre è stato così. Un esempio è stato l'unificazione dell'Italia, che lungi da me condannare perché mi sento italiano del nord come del sud, ma non possiamo dimenticare ciò che è accaduto nelle regioni del sud da parte delle truppe piemontesi. Ricordo che sul libro di storia che avevo a scuola, c'era scritto tutto il male possibile sui Borbone e nessuno scritto per esempio sulle stragi perpretate a danno delle popolazioni civili di interi paesi. Ripeto che non sono un nostalgico dei Borbone, la storia è andata così e va accettata nel bene e nel male. Mi fa paura più il futuro della nostra nazione per i tanti che vorrebbero dividerla. E con questo non ci saranno altri interventi da parte mia su questa discussione. A me non piace parlare di politica, ci ho lavorato molti anni, e non mi è piaciuto. Sono d'accordo al 100 per 100 su gli ultimi 100 anni di storia del nostro paese, però permettetemi di dire che non sempre è stato così. Un esempio è stato l'unificazione dell'Italia, che lungi da me condannare perché mi sento italiano del nord come del sud, ma non possiamo dimenticare ciò che è accaduto nelle regioni del sud da parte delle truppe piemontesi. Ricordo che sul libro di storia che avevo a scuola, c'era scritto tutto il male possibile sui Borbone e nessuno scritto per esempio sulle stragi perpretate a danno delle popolazioni civili di interi paesi. Ripeto che non sono un nostalgico dei Borbone, la storia è andata così e va accettata nel bene e nel male. Mi fa più paura il futuro della nostra nazione per i tanti che vorrebbero dividerla. E con questo non ci saranno altri interventi da parte mia su questa discussione. A me non piace parlare di politica, ci ho lavorato molti anni, e non mi è piaciuto.
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  40. Figurati,ma ti pare e che sono ancora in malattia e sto imparando a individuarle e a usare vari database. E un piacere
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  41. In parte: ci sono fior di testi che affermano che le pratiche più cruenti furono importate dall'URSS (vedi ad esempio i lager che sarebbero delle copie più sofisticate dei gulag). Questa precisazione non è volta ad inficiare o negare il tuo discorso, ma anzi a dimostrare che i libri e soprattutto leggerli, servono sempre.
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  42. Si, la conoscenza rende liberi, mentre l'ignoranza ci fa schiavi degli errori del passato. Non vorrei ampliare ulteriormente la discussione, già di per sé molto delicata, ma vorrei sottolineare che molti giovani che oggi sono molto attivi sul campo delle contestazioni non sanno quasi nulla (dati alla mano) su ciò per cui manifestano e neppure della storia e dei comportamenti passati dei loro beniamini.... Ottima idea: Nerone, Domiziano, Commodo, Giuliano Il l'apostata...
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  43. Elagabalo, zecca di Apamea: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/5698
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  44. Questa la data si capisce appena, ma è quella!!
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  45. Salve,secondo me é un bronzo di Alessandro Severo per la Colonia Bostra in Siria Severus Alexander. AE20 of Bostra, Arabia. IMP CAES M AVR SEV ALEXANDER AVG, laureate head right / COLONIA BOSTRA, turreted head of Tyche left, cornucopiae behind. BMC Arabia, 22; SNG ANS 1218-1221; SNG Cop 144.
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  46. Taglio: 2 euro cc Nazione: Francia anno: 2023 Tiratura: 15.000.000 Condizioni: SPL+ Città: Parigi Note: NEWS!!
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  47. A mio parere migliore di BB, allo SPL non ci arriva ma la moneta è gradevole e senza colpi deturpanti .In fondo poi la cosa più importante è che tu che l' hai in mano sia rimasto soddisfatto del tuo acquisto e da parte mia non posso che farti i complimenti per la nuova entrata in collezione. Saluti Andrea.
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