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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/07/24 in Risposte

  1. Buonasera Forumisti la serie dei mezzi scudi di Vittorio Amedeo III è una serie lunga vent’anni e secondo il mio modesto parere, decisamente affascinante. Mentre il massimale maggiore è veramente difficile da reperire, soprattutto in elevata qualità (e’ di fatto un monotipo, si conosce infatti solo la data 1773, anche se viene citato da alcuni autori anche il millesimo 1776, ma mai apparso e probabilmente inesistente), il mezzo scudo è molto più facile da trovarsi, in particolare per le annate più comuni. Lo scudo invece è rarissimo (R3), molto probabilmente perché l’elevato valore nominale dell’epoca ne fece un esperimento non riuscito se destinato alla circolazione. Dei mezzi scudi posseggo cinque millesimi in collezione ed è molto interessante notare come l’iconografia in vent’anni non sia mai cambiata ed è molto connotata nel periodo storico in cui ha circolato, evocando immagini decisamente settecentesche, sia nel profilo del regnante (capigliatura e abbigliamento) al diritto che nello stemma sabaudo al rovescio. Come per tutti i Savoia antichi reperire la massima conservazione di questa monetazione e’ estremamente difficile. Da tempo in collezione, presento stasera a Voi un esemplare del primissimo anno di coniazione, il 1773, in elevata qualità (periziata FDC) e con attraente patina riposata da monetiere. Personalmente non ho mai visto esemplari superiori a questo, tanto è vero che la giudico R3 e non R2 come tutti i cataloghi proprio per la conservazione. Grazie dell’attenzione e un affettuoso saluto a tutti
    6 punti
  2. Il tesoro di Erpelle viene esposto per la prima volta al Museo Winckelmann: più di 1700 monete d’argento del Trecento scoperte nel 1921 in alcuni vasi di terracotta nel Carso triestino. La mostra che si inaugura giovedì 9 maggio 2024, alle ore 17, al Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann”, con ingresso da via della Cattedrale 15 a Trieste, espone un prezioso ritrovamento emerso di recente da una cassaforte del museo: si tratta del tesoro che, nascosto agli inizi del XV secolo, venne scoperto nel 1921 a Hrpelje/Erpelle (oggi in Slovenia a 4 chilometri dal confine italiano). Composto da più di cinquemila monete d’argento e una dozzina d’oro fu casualmente ritrovato da Giovanni Kolaric, impiegato ferroviere presso la stazione di Erpelle, nell’estate del 1921 in una dolina, forse all’ingresso di una grotta, conservato in alcuni vasi di terracotta. Dalla Cronaca del museo del 15 ottobre 1921 apprendiamo che lo scopritore lo portò al Museo d’Antichità per venderlo. Venne consegnato al direttore Piero Sticotti che subito ne avvisò l’Ufficio delle Belle Arti e coinvolse il Museo di Aquileia. Allo scopritore e al Consorzio agrario di Erpelle (proprietario del terreno) venne riconosciuto il premio in denaro spettante in base alla legge italiana, entrata in vigore nel nostro territorio solo da pochi mesi. Dimenticato un’altra volta qualche anno più tardi, senza essere stato pubblicato o studiato in modo approfondito, questo tesoretto si credeva perso per sempre. Inaspettato è ora tornato nuovamente alla luce. Pare che il tesoro fosse stato all’epoca suddiviso in tre parti. Ora a Trieste è di fatto presente un terzo del totale, cioè 1773 monete d’argento in buone condizioni di conservazione. Lo studioso Giulio Carraro, dell’Università di Trieste, ha potuto analizzarlo e le sue ricerche sono state recentemente pubblicate nel volume “Dobrila Tat. Il tesoro di Erpelle 1921”, per i tipi di EUT. La curiosità suscitata dalla presentazione del volume e la richiesta di poter vedere il tesoro hanno portato alla mostra che ora si inaugura al Museo Winckelmann e che resterà aperta fino al 29 settembre 2024, con orario 10-17, da martedì a domenica, con ingresso libero da piazza della Cattedrale 1. Composto originariamente da oltre cinquemila monete d’oro e argento, il tesoro di Erpelle rappresenta uno dei principali esempi di tesaurizzazione, per quanto si è potuto ricostruire, legata all’opera dei banditi medievali. L’eterogeneità delle valute rappresentate regala uno spaccato della vitalità economica e monetaria nell’Europa centrale e orientale del XIV secolo, offrendo un prezioso supporto allo studio delle relazioni mercantili e degli scambi commerciali attraverso l’area alpina e quella balcanica lungo le rotte che portavano ai porti dell’Adriatico settentrionale, dai quali i prodotti venivano poi venduti in tutta Europa. Non deve stupire che un tesoro di monete d’argento come questo venisse sepolto in luogo nascosto: la popolazione dell’Europa tardo medievale (tra XII e XV secolo) era spinta all’occultamento di tesori dalle precarie circostanze sociali, politiche ed economiche. Nelle aree periferiche e di frontiera, la crescente povertà, esasperata dall’aumento della pressione fiscale da parte delle autorità, aveva visto dilagare il contrabbando. Al folklore dell’area di Erpelle è legato il personaggio del ladro Dobrila, o Dobrilla: un contrabbandiere il cui lato moralmente discutibile viene considerato espressione dell’umana “arte di arrangiarsi” che derubava le ricche carovane dirette nell’entroterra dai porti di Trieste e dell’Istria, in particolare quelle cariche di sale, l’oro bianco del Medioevo. Dobrilla viene tradizionalmente legato al tesoro scoperto a Erpelle nel 1921 ed è lecito ritenere che le leggende abbiano probabilmente un fondo di verità. Oltre la metà delle monete superstiti è prodotta dalla zecca di Venezia, potenza marinara in fortissima espansione nell’Adriatico. Non mancano tuttavia dei lotti consistenti di monete del Patriarcato di Aquileia e del Regno d’Ungheria, protagonisti anch’essi del panorama politico ed economico dell’Europa medievale. Altri attori sullo scacchiere commerciale, rappresentati all’interno del tesoro, sono i Carraresi di Padova e i mercanti bavaresi. Un’ultima curiosità è legata a un interessante lotto di monete contraffatte, contenute nel tesoro di Erpelle, che ha rappresentato l’occasione per approfondire anche l’attività dei falsari medievali: puniti con pene severissime, essi rischiavano la vita per produrre denaro falso, evidentemente spinti da motivazioni che giustificavano i rischi legati alla loro attività. Un tesoro ritrovato. Banditi e carovane sul Carso nel medioevo 10 maggio -29 settembre 2024 Museo d’Antichità “J.J. Winckelmann” Piazza della Cattedrale 1, Trieste Da martedì a domenica, dalle 10 alle 17 Ingresso libero [email protected] www.museoantichitawinckelmann.it
    3 punti
  3. Dopo la lira 1863 di qualche giorno fa, continuo con le storie evolutive di patine Stessa moneta del primo post dopo 4 anni di monetiere. Saluti!
    3 punti
  4. Buona Giornata. Questo è un mio resoconto circa la moneta da 15 grana battute durante la Repubblica Napoletana del 1648, "Note sul 15 grana della Reale Repubblica Napoletana con la sigla GAC/S" publicato sul numero 6 del 2023 di Panorama Numismatico. Per chi vuole buona lettura. 13-20 Cutolo 15 grana Repubblica napoletana-1.pdf
    3 punti
  5. Buona giornata e buona lettura Domenica 5 maggio 2024 sono stato al Museo Archeologico di Calatia ( https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-di-calatia&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECD4QAQ&usg=AOvVaw2CjlGl-txYlLky7MKTzpJ4 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=http://museoarcheologicocalatia.beniculturali.it/%3Flang%3Dit&ved=2ahUKEwiYmKWD_PmFAxWd_rsIHQPlDsoQFnoECCoQAQ&usg=AOvVaw0P5GP9PCuYA76do1Ru1s7_ ) che ha sede nel Casino di Starza Penta, un palazzo del XVI secolo di Maddaloni (CE), che fu una delle residenze principali dei Carafa della Stadera. Le prime notizie sul Palazzo risalgono al 1552, citato come ‘Starza della masseria delle Torri’ nell’atto di donazione che Diomede II fa alla moglie Roberta di Stigliano. Nel 1610 è tra i beni di Diomede IV e in seguito all’ascesa al potere del settimo Duca Marzio III (1660-1703), la masseria subisce un radicale intervento di restauro e viene trasformata in Casino da Caccia e villa d’ozio, con annessa una produttiva che contava su una tenuta di 70 moggi. Durante il regno di Carlo III di Borbone l’edificio ebbe il periodo di maggiore lustro, in quanto il sovrano vi si recava spesso per battute di caccia, ma dal 1759 cominciò un suo lento declino. Passato agli inizi dell’800 ai Carafa del ramo dei Colubrano, fu requisito nel 1850 per alloggiare un contingente di soldati del 13° “Cacciatori Svizzero”. Restituito ai Carafa nel 1855, nell’anno successivo fu acquistato dal notaio Raffaele Palladino. L’assetto attuale rispecchia quello del restauro voluto da Marzio III, solo parzialmente modificato dai successivi interventi tesi a trasformare la struttura da Casino da Caccia a fabbricato urbano alla metà del 1800. Nel 1939 fu espropriato e assegnato prima al Demanio Militare e poi dal 1993 a quello Storico Artistico e attualmentevi è ospitato il Museo in cui ho ammirato un piccolo tesoretto di monete. Trattasi di 362 monete d'argento, tra denari e vittoriati, rinvenuti nel 1913 dove sorgeva Calatia, antica città edificata lungo Via Appia nel territorio dell'odierno comune di Maddaloni (CE), https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://it.wikipedia.org/wiki/Calatia&ved=2ahUKEwiKsL_X6vmFAxU38bsIHRMxCLQQFnoECBYQAQ&usg=AOvVaw1h5RCeF1iPQpfpfbzDMBzs Le monete sono esposte nella seconda sala del piano terra. Particolare che per mostrare il retro di alcune monete, le stesse sono state affiancate da immagini dell'altro verso diu quello esposto. Altre monete monete, ad essere precisi 9, tra cui una a metà, sicuramente spezzata a metà per diiderne il valore, sono esposte in una vetrina nell'anticamera del cortile. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://cc-opencampania.inera.it/it/poi/Museo-Archeologico-Calatia/%3FshowAll%3Dtrue%26id%3D88b46bea-0ad1-11eb-b06c-4615ba5ced95&ved=2ahUKEwje_L2C5_mFAxUOhv0HHQy3DHMQFnoECCIQAQ&usg=AOvVaw0fe-ZKXwEsFU1H035HwJVS
    3 punti
  6. Ciao! Premessa doverosa: non è il mio ambito. Ho delle curiosità e quindi apro questa discussione per capirne di più. La prima domanda è: come avveniva lo scambio tra regioni / stati con valute diverse? Mi riferisco in particolare al medioevo ma anche a tempi più recenti (pre-unità d'Italia). Ci sono momenti storici in cui solo in Italia si contano decine di valute diverse. Ho letto che esistevano dei cambi valute già a partire dall'anno 1000 se non sbaglio, ma mi chiedo se ci fossero altri modi. L'altra curiosità è: in quanto a valute, ogni stato faceva "come gli pare" o c'erano delle regole? So che ci sono state delle riforme monetarie non so i dettagli (riforma carolingia, ad es., o con Napoleone, o l'unione monetaria latina). Mi rimetto alla vostra saggezza sperando che qualcuno abbia la pazienza di raccontare qualcosa o anche solo di segnalarmi testi e risorse.
    2 punti
  7. Buonasera agli amici del forum. Sto cercando di migliorare la mia collezione aggiungendo qualche pezzo raro. L'ultimo arrivato è questa lira aquila sabauda del 1905, periziata qBB. Cosa ne pensate? Le foto le ho fatte di sera, spero vadano bene. Grazie a tutti
    2 punti
  8. C'è poco da aggiungere a quanto avete già detto voi. Esistono gli artefatti e, purtroppo, sembra stiano invadendo il mercato. Dire ai partecipanti alla discussione di starne alla larga è superfluo ma il ripeterlo forse potrebbe giovare a qualcuno non altrettanto scafato. Al tempo stesso però, non mi sento di scartare a priori quanto affermato a suo tempo da @R-R ben conoscendo la sua vasta cultura numismatica. Se afferma di aver avuto per le mani molti biglietti con varianti di colore, a suo dire autentici, merita fiducia. Quella fiducia che non meritano invece coloro che, anche in buona fede, tentano di vendere questi biglietti. Nell'impossibilità, o almeno nell'enorme difficoltà (cito sempre R-R) di distinguere i biglietti autentici dagli artefatti, un venditore onesto dovrebbe, semplicemente, astenersi. petronius
    2 punti
  9. Buongiorno, aggiungo per confronto un altro esemplare che presenta die-link con quello di apertura: https://scancients.com/product/caracalla-ar-denarius-fides-standing/ Saluti Illyricum
    2 punti
  10. Io penso che chi ha commissionato la coniazione di queste tessere dell’olio da una o da mezza libbra abbia voluto illustrare questa unità di misura sulla tessera con un’immagine schematica/icona dello strumento di misura da cui l’unità prende il nome, la bilancia (libra) a due piatti come era d’uso allora. Il simbolo riflette la simmetria della bilancia in equilibrio, ma non sappiamo se esso fosse già esistente, magari nelle bilance da farmacia, oppure se fosse stato proposto dal committente o ideato dall’incisore del conio della tessera, ai quali si dovrebbe possibilmente risalire. apollonia
    2 punti
  11. Ciao, si tratta di una riproduzione gadget non autentica data in regalo con una nota ( negli anni 80) marca di crema spalmabile. ANTONIO
    2 punti
  12. 2 punti
  13. Ad occhio e ad istinto mi sembra autentico, ma anche se non lo fosse non e' un falso moderno. Di questo materiale i "falsi d'epoca" sono ricercati e quotati, vengono usati dai collezionisti e studiosi per potere avere dei paragoni. Gli inchiostri e i materiali dell' epoca erano soggetti a molti fattori di deterioramento, la luce del sole diretta, l' umidità ecc.. ., il francobollo e' stato sicuramente lavato in maniera non appropriata, o per staccarlo dalla busta o frammento (cosa che non si dovrebbe fare MAI), o per togliere magari dello sporco, cosa comunque non fatta di recente. Potrebbe essere un' emissione del 18.2.1858 rosa chiaro della II tavola, dico potrebbe..??! Mancano purtroppo alcuni riferimenti o meglio non sono visibili data l' usura e l' errata conservazione. Considerando che sono stati emessi nel 1858 e sono tra i primi francobolli del Regno di Napoli tutto può essere, se e' stato pagato poco hai fatto piu' che bene a prenderlo anche se e' un falso, avrei fatto lo stesso. Purtroppo in questa conservazione diventa una terza se non una quarta scelta, la freschezza in questo materiale conta molto. Consiglio.. prova a fare foto in controluce o con una piccola illuminazione sul dietro per verificare se si nota la filigrana o parte di essa. E' possibile anche che non sia presente ma aiuterebbe. Oppure foto fronte/retro su sfondo nero. Non togliere la linguella, lascialo così com' e'. Se cortesemente riesci a postare foto della eventuale filigrana ci fa piacere controllarle. Ciao
    2 punti
  14. Buona Giornata, … È diverso tempo che non scrivo più post in tale Forum, ma Domenica 01/07/2018, visitando il Museo storico – archeologico di Nola, mi è balenata l’idea di fare un post in cui ognuno di Noi che visita o che ha visitato un museo in cui vi sono sezioni dedicate alle monete lo posta, affinchè durante le nostre passeggiate se siamo nelle vicinanze possiamo visitarlo. Il Museo storico – archeologico di Nola, ubicato all'interno dell'ex complesso conventuale medioevale delle Canonichesse Lateranensi, è a dir poco di grande interesse per le sezioni dedicate al Villaggio Preistorico di Nola, all'età ellenistico-romana e a quella tardo-medioevale, nonché per la sezione dedicata alla "riggiola" napoletana. Non manca una vetrina dedicata alle monete di Neapolisis (ed eccoci alla nostra Passione), caratterizzate al dritto dalla testa (di Atena o di una ninfa) e al retro dal toro androcefalo, donate dal dott. Luigi Vecchione. Interessante anche i calchi mostranti gli incroci di conio. Peccato per le immagini che, essendo scattate con un cellulare, non sono molto nitide. Cosa da non sottovalutare, date le cose esposte, tra cui il Cippo abellano, e la metodologia di esposizione, ricostruzione anche di una capanna preistorica in grandezza naturale e arredamento della stessa come doveva essere, è il fatto dell’ingresso gratuito sempre che di questi tempi è sempre più raro. Per approfondire il discorso sul Museo.pdf
    1 punto
  15. Ciao, Non sono un tipo lamentoso e quindi segnalo questa cosa solamente per essere utile al Forum, non ho problemi di stalker. Ultimamente (ho ripreso a postare da poco) a ogni mio post compare la notifica di un cuore di tale somebody e se ci clicco sopra non mi fa vedere niente. A me non disturba ma mi sembrava corretto comunicarlo. Buona giornata
    1 punto
  16. Complimenti, bellissima moneta con ottima patina (soprattuto al rovescio secondo me) !!!
    1 punto
  17. Voi che disgraziatamente non avete ancora visitato questi luoghi spettacolari dovete sapere che in realtà questo francobollo emesso oggi non commemora la vera e propria "caduta del muro" fra le città di Gorizia e Nova Gorica, e di riflesso fra Italia e Slovenia, ma celebra il particolare evento dell'apertura del "muro" - in realtà una cancellata alta - solo nel tratto corrispondente alla piazza nel 2004, anno dell'ingresso della Slovenia in UE . Questo creò una situazione unica al mondo in cui fino al 2007, ovvero all'ingresso della Slovenia nel sistema europeo di libera circolazione, quel solo tratto di confine era fisicamente aperto, sorvegliato solo sporadicamente, e aveva delle regole particolari per la circolazione pedonale. Solo nel 2007 il muro cadde nel senso anche geopolitico del termine. E' un'emissione imperdibile e per me, studioso e ammiratore (dovrei dire "amante", ma non sopporto il romanticismo) di Gorizia-Nova Gorica e tutto ciò che storicamente, politicamente, economicamente e socialmente ci gira attorno. Anche se non abito lì ho visto nascere e cambiare la piazza su cui sorgono il mosaico e la piastra, che è diventata da tempo un sentito simbolo di unione fra le due città nonchè luogo turistico molto frequentato. L'atmosfera unica che si respira in quel punto e i tanti aneddoti nati negli anni ne fanno un luogo veramente unico, all'interno di un contesto cittadino a sua volta unico. E non è finita, perchè per l'occasione della Capitale europea della cultura la piazza sta cambiando ancora, stavolta con tutto il circondario. Webcam: https://euro-go.eu/it/transalpinatrgevrope/webcam-live-europasquare/
    1 punto
  18. Me lo sono chiesto anche io, ma la risposta secondo me non è così ovvia. Ho monete che hanno passato gli ultimi 4 anni accanto a questa ma che invece non sono cambiate di una virgola. Ad esempio, ho un 2 lire 1869 dello Stato Pontificio che è rimasto perfettamente identico negli ultimi anni da quando è in mio possesso. E infatti, siccome monete che hanno lega e processo produttivo simili, (ho notato) patinano poi in modo grosso modo simile, se cerchi velocemente su internet è molto più facile trovare le monete da 1 e 2 lire dello stato pontificio tra il 1866 e il 1870 totalmente senza patina piuttosto che con patina.. non penso che ci sia una congiura collettiva per spatinare sistematicamente quella tipologia e quei millesimi
    1 punto
  19. carina😀, sta assumendo una patina omogenea su tutto il tondello.. se si fosse formata a chiazze sarebbe stata meno attraente.. noto che è venuto fuori anche il bersaglio.. le nuove foto del dritto sono molto belle... sono andato a rivedere il giudizio che avevo dato.. forse il dritto qualcosa in più di spl/fdc ci starebbe.. il rovescio invece è un po strano.. nel senso... i rilievi sembrano essere ottimi ma il campo lo trovo un po spento e con qualche segnetto qua e la molto probabile
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  20. Questo biglietto da un dollaro del 1867 invece è di mia proprietà, purtroppo i tettagli non sono più ben visibili.
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  21. Il Ministero emette il 7 maggio 2024 un francobollo ordinario, appartenente alla serie tematica il Senso civico, dedicato alla convivenza tra i popoli: la caduta del muro di Gorizia, nel ventesimo anniversario. La vignetta riproduce il mosaico pavimentale circolare sorto nel 2004 su Piazza della Transalpina in seguito alla rimozione del “muro” di Gorizia, che indicava dal 1947 il confine tra l'Italia e la Jugoslavia. In alto, rispettivamente a sinistra e a destra, sono riprodotte le bandiere di Italia e Slovenia. Completano il francobollo le legende “20° ANNIVERSARIO” e “20 OBLETNICA”, la scritta “ITALIA” e l'indicazione tariffaria “B ZONA 1 50 g”. Bozzettista: Fabio Abbati Tiratura: duecentocinquantamila venti esemplari Foglio: quarantacinque esemplari. Sulla cimosa, la riproduzione monocromatica del logo MIMIT Indicazione tariffaria: B zona 1, 50 g. Caratteristiche del francobollo: Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: cinque; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: 40 x 30 mm.; formato tracciatura: 46 x 37 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura. Nota: la fotografia è riprodotta per gentile concessione di GECT GO/EZTS GO/EGTC GO.
    1 punto
  22. Buongiorno. Mi associo al consiglio di acquistare per prima cosa il catalogo Gigante. Così ci si inizia a fare anche un'idea dei prezzi (completare in alta conservazione tutti e tre i sovrani è un qualcosa di leggermente costoso...). Secondo consiglio: abbandonare qualsiasi idea di "completare in fretta". La fretta porterebbe solo a fare enormi pasticci
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  23. Davo per assodato che avessi almeno il catalogo gigante! Se non lo hai ti consiglio di acquistarlo perchè li troverai quello che cerchi e anche qualche nozione basilare.
    1 punto
  24. Infatti da quando esiste il denaro come merce di scambio, oltre all'avidità umana, pur di avere qualcosa che altri non hanno anche solo un pezzo d'unghia di chissà quale essere umano, alcuni sono pronti a fare carte false.🤣
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  25. Classical Numismatic Group > Electronic Auction 562 Auction date: 15 May 2024 Lot number: 134 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: PHRYGIA, Kibyra. Circa 166-84 BC. AR Drachm (16mm, 2.76 g, 12h). Helmeted head of male right / Warrior, holding couched spear, on horse galloping right; monogram to upper left, anchor below. HGC 7, 706; BMC 6. Faintly toned, underlying luster, hairline flan crack, weakly struck on obverse. EF. Estimate: 200 USD
    1 punto
  26. No no 😅. Magari in qualche occasione potrei anche essere stato io, ma di sicuro non ero sempre io. Il punto è che evidentemente se qualcuno ti mette il mi piace, te non vedi il nome della persona, ma un generico Somebody (cioè "qualcuno", non esiste nessun utente che si chiama così). Poi perché accade ciò non lo so
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  27. Ciao, Per prima cosa ti consiglierei di imparare bene a “leggere” il metallo, così da riconoscere monete in fdc. Sembra una banalità, ma se impari questo, senza affidarti ai pareri scritti sul cartellino salverai tanti soldi ed eventuali delusioni. Poi segui il mercato; monitora le aste e creati un tuo database personale ordinato con varie foto di tutti gli esemplari che ti piacciono. Segnati ovviamente i realizzi, sempre in maniera estremamente ordinata. In questo modo imparerai più o meno l’andamento dei costi, e a fare un certo occhio alle conservazioni anche da una foto (ma vedere tante monete in mano rimane l’allenamento migliore per capire lo stato di conservazione) Per il resto noi siam qui. Per qualsiasi cosa puoi chiedere informazioni, o contattami in privato tramite la messaggistica del Forum se hai bisogno di informazioni più particolari. Fabrizio
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  28. Nel testo di Giovannina Majer, Le tessere veneziane dell'olio, RIN XXXIV (1921), l'unico accenno è questo: ''un segno convenzionale rappresentante forse l'antica misura''. Dal 1587 il segno viene sostituito dalle lettere L e M. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  29. Mi permetto di aggiungere: le foto dovrebbero essere messe nel senso giusto, senza far venire il torcicollo alle persone...
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  30. Nell'articolo si afferma che si vede in modo evidente una parte di corazza romana coi suoi pterigi ... Io ci vedo un agnello andante a sinistra e retrospicente, con un vello rapprtesentato da cordonature verticali.
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  31. Povera Samantha... il ricordo del suo compleanno del 1981 è scomparso. Solo se masochisti, come supplemento alle frustate della dark lady. Il problema in questo caso è la malafede. Non penso proprio che un perito onesto certificherebbe roba simile.
    1 punto
  32. Da: LE OSELLE NELLA STORIA DI VENEZIA di Luigi Sabetta, in Numismatica, 1953-54, Anni XIX-XX Rivista bimestrale di Numismatica - Medaglistica - Glittica - Sfragistica “Nelle oselle dei sei Dogi che si susseguono fino al 1763 non abbiamo … più allusioni ad avvenimenti politici o militari, ma solo illustrazioni di opere pubbliche ed artistiche o di particolari feste e cerimonie tipicamente veneziane. Sono così ricordati i lavori per regolare il corso del fiume Adige, l'aumento della flotta ed ampliamento del porto, la costruzione del nuovo Bucintoro, negli anni IV, V e VI di Alvise Mocenigo III; il trasferimento dalla Francia a Venezia dei resti mortali del santificato Doge Pietro Orseolo nel secondo anno di Carlo Ruzzini; l'invio della Rosa d'Oro da parte del Papa Clemente XIII (il veneziano Carlo Rezzonico), il completamento della Torre dell'Orologio (8) negli anni VIII e IX di Francesco Loredan; la restaurazione delle antiche carte geografiche dei primi navigatori veneti con cui venne adornata la sala dello Scudo di Palazzo Ducale nell'unico anno del dogado di Marco Foscarini. Predomina però in tutte queste oselle un ritorno ai vecchi simboli tradizionali, come in quelle di Alvise Pisani e dei primi anni di Pietro Grimani, o a soggetti nuovi di ispirazione religiosa, come nelle ultime di Pietro Grimani (quelle degli anni VIII, IX e X alludono alla controversia con la Santa Sede e con l'Austria per la giurisdizione religiosa del Patriarcato di Aquileja) e nelle prime di Francesco Loredan, che ci presentano eleganti figurazioni e volute del più puro stile baroccco.”
    1 punto
  33. Di questa moneta avevamo già parlato in questa discussione: Buona notte. Stilicho
    1 punto
  34. Domani sera al Centro Culturale saranno esposte anche MEDAGLIE e libri su MARIA TERESA
    1 punto
  35. 1 punto
  36. Luoghi internazionali del collezionismo filatelico.. Oggetti filatelici...
    1 punto
  37. Salve a tutti, ho appena ricevuto la moneta, e vorrei mostrarla qui prima di inserirla nel topic apposito. Nonostante le pessime foto, a voi pare sia stata pulita in maniera troppo approfondita? Rispetto alle atre che ho si nota purtroppo la mancanza di patina, ma non so dire se la pulitura sia cosa recente o meno. E la parte liscia sul bordo potrebbe indicare una vecchia saldatura ? grazie
    1 punto
  38. Pubblico anche qui il post che pubblicai 2 giorni fa sulla mia pagina facebook, questo post li ha avuto un discreto successo essendo stato visto fino ad oggi da quasi 11 mila utenti. ⬇️⬇️⬇️ Una delle “varianti/varietà” più diffuse, sopratutto negli ultimi anni, è quella che riguarda il biglietto da mille lire Verdi 2ºtipo con contrassegno scolorito. Realizzare comodamente a casa questo effetto non è complicato, però è un processo che può richiedere fino a 12 ore. In questo caso il biglietto va trattato in modo particolare, innanzitutto bisogna intervenire solo sulla parte del biglietto che si intende scolorire. Nel caso del biglietto in foto abbiamo voluto scolorire il contrassegno e la scritta sulla filigrana che era casualmente presente sulla banconota usata per l’esperimento. Prima si applica solo sui punti interessati un riducente (un normale sbiancante per vestiti va più che bene), in seguito si applica un ossidante (per esempio acqua ossigenata) e il gioco è fatto. La banconota si presenta anche in questo caso naturale, poiché i prodotti hanno fatto il loro dovere solo nei punti interessati. Le varianti di colore sul contrassegno possono essere di varie tonalità, tutto dipende dal tempo di esposizione del riducente. Questa tecnica è ottima non solo per scolorire parti di biglietti (il colore rosso va via che è una meraviglia) ma anche per cancellare eventuali scritte di penna postume. Prima e dopo il trattamento Durante il trattamento con il riducente
    1 punto
  39. Quindi mi ha confermato che la parte cinese è quasi sicura sia Nankino in caratteri cinesi
    1 punto
  40. il mio contatto cinese non riesce ad identificare la data..
    1 punto
  41. Concordo... se aggiungiamo che probabilmente non ha viaggiato, per lo meno come oggetto a se stante .. ho chiesto il significato di quanto scritto sopra Nankino
    1 punto
  42. Nessuna offesa, ho chiesto apposta. L’importante per me e’ che sia originale e non abbia segni evidenti di appiccicagnoli. Avendola presa a distanza non pensavo risultasse pulita,ma spero possa scurirsi col tempo. Metto una foto con altri due scudi più in patina.
    1 punto
  43. La filiera produttiva di una moneta è laboriosa ed articolata, e non c'è un momento o una causa precisa per questo particolare difetto. Come ti è stato giustamente spiegato, il processo produttivo del tondello era già impreciso, seppur migliorato molto durante l'ultimo trentennio, in particolare dagli anni '70 del secolo precedente. Tuttavia la coniazione veniva effettuata ancora da macchine non particolarmente precise, e questo influiva sia sul tondello, sia sullo stato e sull'efficienza dei conii (questo della serie dell'aquila sabauda non era particolarmente problematico come, ad esempio, quello della serie cinquantenario), e quindi sulla qualità finale della moneta (ad esempio questa tipologia soffre di debolezze, tanto per fare un esempio. Vedi foto del 2 lire allegata, dove c'è una debolezza di conio che affligge la parte bassa sinistra dell'aquila, nella zona tra la zampa e la coda). Riguardo alla tua moneta, ad esempio, sempre in relazione ai problemi di tondello, si può osservare come il ciglio del bordo presenti simili difetti in altri punti, seppur davvero minimi (te li evidenzio nella foto). Essendo questi parte dei difetti congeniti, non influiscono sulla conservazione ma solo sul valore economico finale. Da qui risulta chiaro come l'assegnazione "dell'eccezionale" implichi l'assenza assoluta di questi difetti (un'eccezione, appunto, alla norma), e che il solo parametro della conservazione sia assolutamente insufficiente per meritare questo aggettivo.
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  44. Questa emissione col nicchio (conchiglia) è stupenda!!!
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  45. Alcune foto assieme ad alcuni mezzi denari IANVA
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