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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/01/24 in Risposte
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Sì, la leggenda è nota a tutti. La realtà storica è un'altra cosa però. Consiglio un buon manuale di storia romana più che l'internet se volete approfondire, ma il concetto di base è che le nostre fonti sulla storia romana sono affidabili solo a partire dal IV-III secolo a.C. I re sono rappresentazioni simboliche della fase fondativa della città: Romolo è l'eroe eponimo, Numa Pompilio simboleggia l'introduzione delle prime leggi ("Nomoi" in greco) e riti sacri ("Pompé"), Tullo Ostilio e Anco Marzio rappresentano i primi contatti armati con le tribù vicine ("Hostes", mentre "Mars" rappresenta la guerra), i Tarquini la fase della dominazione etrusca (da Tarquinia), e via dicendo.4 punti
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Come detto anche da @PostOffice a sinistra francobollo della settimana filatelica del 1948 raffigurante una famosa stampa di Hishikawa Moronobu chiamato "Mika e Bijinzu" 見返り美人図 letteralmente "Bellezza che guarda dietro" esposta la museo di Tokyo, quello a sinistra è del 1949 e raffigura un importante quadro di Hiroshighe Utagawa chiamato "Konna yo ga mata mo arō ka tsuki ni kari" こむな夜が 又も有うか 月に雁 letteralmente " Oche Selvatiche che volano al chiaro di luna piena" . Furono volute dal ministro delle telecomunicazioni e dal ministero delle poste di Tokyo3 punti
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Certamente, ..il costo della spedizione ordinaria era gia' pagato con il costo di 10c della cartolina. I francobolli andavano aggiunti nel caso si fosse voluto inviare raccomandata o espresso, in questo caso si sarebbero dovuti aggiungere esattamente 25c in francobolli in quel periodo tariffario.2 punti
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A Città di Castello e Monte Ruperto i sindaci diventano anche baroni Per la durata del mandato il primo cittadino si fregia anche di un un titolo nobiliare simbolico C'è un Comune - Città di Castello, in Umbria - dove il sindaco vanta anche il titolo di barone a tempo determinato, quindi per la durata del mandato il primo cittadino si fregia anche di un un titolo nobiliare simbolico: questo originale connubio "istituzionale-nobiliare" nasce dal fatto che il Comune di Città di Castello - che ne dà notizia - è titolare di una piccola porzione di territorio, Monte Ruperto, che ricade nelle Marche, definita "exclave" (aree territoriali appartenenti a una regione che però si trovano all'interno di un'altra). La particolarità di questa vicenda si perde nella notte dei tempi, quando una sperduta baronia in un remoto luogo dell'Appennino - oggi disabitato - cedette il titolo nobiliare al gonfaloniere di Città di Castello, tramandato ai sindaci che oggi si susseguono. Si narra che una grande carestia dovuta ad incredibili nevicate colpì il Baronato di Monte Ruperto nel 13/o secolo e che nessuna delle vicine città inviò aiuti in soccorso della piccola comunità. Dalla relativamente lontana - per i mezzi e le strade dell'epoca - Città di Castello arrivò il cibo necessario a far sopravvivere la piccola comunità. Si dice che il barone, privo di eredi, cedette il piccolo territorio a Città di Castello come segno di gratitudine. La traccia del passaggio sotto il dominio tifernate è datata 25 giugno 1256. È storia documentata poi da un atto pubblico che nel 1274 gli abitanti di Monte Ruperto godessero di agevolazioni fiscali al punto da pagare solo "cinque soldi per focolare per casa da versare il 27 agosto di ogni anno". Ed oggi ricorrono i 750 anni da quell'evento. Altra verità storica è che in quegli anni vi era la rivalità, spesso sfociata in guerra, tra guelfi e ghibellini. Si racconta, e qui affrontiamo la seconda storia, che il baronato di Monte Ruperto, essendo in contrasto con le città limitrofe di Apecchio e Sant'Angelo in Vado, abbia chiesto e ottenuto protezione da Città di Castello. Entrambe le storie hanno fondamenti di verità che le rendono plausibili. È probabile che quando Monte Ruperto si unì alla città umbra non si trattasse dell'annessione di un'isola amministrativa, ma fosse in continuità fisica, politica e geografica con il territorio tifernate. Nel 1413 gli Ubaldini, signori delle zone limitrofe a Monte Ruperto, si sottomisero ai Montefeltro e di lì a poco tutti i loro territori passarono alle dipendenze di Urbino. Esattamente in quel momento la baronia divenne un'exclave di Città di Castello nel futuro Ducato di Montefeltro. I destini della piccola comunità seguirono quelli di Città di Castello con l'ingresso a cavallo tra 1860 e 1861 nel Regno d'Italia. La "baronia" ha un'estensione di meno di tre chilometri quadrati e nessun abitante. L'ultima famiglia lasciò Monte Ruperto fu agli inizi degli anni '70. Oggi a Città di Castello su iniziativa del Comune, si è celebrata una giornata di studi, "La Baronia di Monte Ruperto. Origini e vicende storiche dell'enclave Umbra nel territorio delle Marche", per riportare in auge quelle vicende storiche ricche di fascino e suggestione, nella sala consiliare alla presenza anche dell'attuale "sindaco-barone" di Città di Castello. https://www.ansa.it/umbria/notizie/2024/05/30/a-citta-di-castello-e-monte-ruperto-i-sindaci-diventano-anche-baroni_01652615-2c3c-4c42-b73a-93affc57690c.html2 punti
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Ciao, oggi condivido un asse molto comune dell'imperatore Nerone (54-68 d.C.) con la personificazione sul rovescio della dea Vittoria coniato a Roma. Fu l'ultimo esponente della dinastia Giulio-Claudia (14-68 d.C.) iniziata con l'imperatore Tiberio a cui seguirono nell'ordine Caligola, Claudio ed appunto Nerone. Tutti imperatori che continuarono l'opera di Augusto salito al potere dopo la sanguinosa guerra civile che segnò ufficialmente il passaggio dalla repubblica all'impero, contribuento al consolidamento definitivo di quest'ultimo e del principato. Nerone e' senza dubbio tra I più noti e controversi imperatori romani il cui operato sarà da me approfondito con tutta l'attenzione che merita. Gli storici dell'epoca ne riportano un ritratto tutt'altro che positivo,forse legato al suo essere spietato nei confronti di chi cercava di contrastarlo. Le fonti storiche dell'epoca, molto probabilmente, non erano del tutto neutrali e forse politicamente legate alla parte avversa percui il tutto va letto con il beneficio dell'inventario. Certamente non fu un santo facendo addirittura assassinare la madre Agrippina Minore nonché due mogli Ottavia e Poppea e fu anche il primo imperatore ad essere colpito ufficialmente dall'istituto della damnatio memoriae per delibera del Senato, la peggiore onta che un defunto augusto poteva ricevere. Da esame diretto l'asse risulta coniato, un po decentrato al dritto, con buon metallo (considerando che si tratta di rame e che ha 2000 anni) ed ha svolto egregiamente la sua funzione di moneta rimanendo pienamente leggibile e ( per me) piacevole . Buono anche il ritratto dell'augusto. Grazie ed alle prossime 🙂 ANTONIO 28 mm 9,72 g RIC 3122 punti
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Che dire? Se non GRAZIE! Vi aspettiamo numerosi 😁2 punti
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In particolare ho un dubbio su un timbro che ho trovato al retro di uno di quelli che ho comprato. Se non ho capito male, quei timbri venivano apposti al pagamento degli interessi annuali. Tra quelle che ho preso ne ho trovata una che ha un timbro strano, diverso dagli altri, con la data 1799: Sembra quasi stampato più che apposto. Ho fatto qualche foto dei dettagli per capire se l'inchiostro dei timbri fosse sopra o sotto il timbro del 1799, ve le mostro e mi dite la vostra:2 punti
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Ciao Amici condivido volentieri 🤣🤣🤣 la seconda aggiudicazione dell’asta SIMA di aprile scorso. Anche in questo caso si tratta di sostituzione di un esemplare di conservazione inferiore. Gli scudi di Carlo Felice in questi anni non richiamano molto interesse e le quotazioni, in qualsiasi stato di conservazione, languono o scendono, anche dei millesimi rari dei primi anni di coniazione. Probabilmente per questo motivo sono riuscito ad aggiudicarmela a un prezzo veramente da saldi estivi. La qualità e’ accettabile, difficilmente la sostituirò in futuro. Vi piace? Al di là dei rilievi mi ha attratto la patina uniforme su fondi lucentissimi. Qualche hairline qua e là non rovina più di tanto i fondi al D. Buona serata a tutti1 punto
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Ciao a tutti, Lo scorso maggio sono andato a Verona e tra le altre cose ho trovato questi biglietti, che ho visto spesso ma a cui non mi ero mai avvicinato. Ne ho presi alcuni, sono tutti uguali, cioè tutti da 10.000 reis e tutti con data manoscritta "oito" in basso a sinistra. Qualcuno ne sa qualcosa?1 punto
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in una recente pubblicazione ho notato questo ducato che mi ha fatto sorgere qualche domanda che volevo condividere: - l'iconografia del ducato ce lo mostra con la barba quindi certamente battuto dopo il 1527, anno in cui il Pontefice si fece crescere la barba successivamente al Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi dal quale fuggi fortunosamente e dopo aver pagato un riscatto di 400.000 ducati Osservando attentamente il ritratto del papa, con profilo rivolto a sinistra si nota un ritratto assai diverso da quelli che conosciamo sia per l'oro che per l'argento del pontefice e che induce a chiedersi il perché di un'iconografia cosi insolita nelle sue produzioni monetali come se fosse stata affidata ad un incisore minore il cui lavoro si riflette anche nell'epigrafia che mostra caratteri assai piatti, quasi banali se confrontati con le altre produzioni del pontefice. Il ritratto si discosta assai non solo da quelli, imberbi, dei ducati emessi a Modena e a Piacenza, ma anche da quelli, rarissimi emessi a Bologna e Roma, dopo il 1527 che ci restituiscono ritratti con barba con l'aria gravitas assunta dal pontefice dopo il Sacco e che non abbandono' piu' la sua figura dopo i fatti di Roma. - l'altra domanda che ci si pone è perché Clemente VII avrebbe dovuto emettere un tale nominale, di per sé rilevante, ad Ancona. Quale avrebbe potuto essere la ratio la motivazione per una tale emissione? Infine nulla si dice della provenienza del pezzo. Non viene menzionato nei testi antichi, cosa assai singolare perché la monetazione dei pontefici bene o male è stata sempre molto seguita dagli autori classici (Argelati, Zanetti, Scilla, Serafini etc.) ed un cenno all'emissione, anche se non pervenuta come esemplari, sarebbe stato plausibile. Un inedito completo, per un periodo ben conosciuto storicamente e numismaticamente e anche come collezioni antiche che ci sono direttamente pervenute o conosciute attraverso i repertori antichi redatti certamente è un elemento insolito. Per Modena ad esempio un inedito è stata l'apparizione relativamente recente del doppio ducato battuto in quel feudo da Massimiliano d'Austria, tuttavia il ducato, con i medesimi tipi era ben conosciuto e quindi l'inedito ha rappresentato il nominale ma non certamente il tipo. Mentre qui dovremmo supporre un'apparizione recente di un ducato, tipologicamente del tutto sconosciuto in precedenza. Qualcuno ha maggiori informazioni sulla provenienza o sulla sua storia ?1 punto
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Si, probabilmente un bronzo da Nicopoli sull’Istro, ma per Settimio Severo Dioniso con tirso e grappolo d’uva al rovescio AV KAI CEVHPOC NIKOΠOΛI ΠΡOC ICT https://fr.numista.com/catalogue/pieces200525.html1 punto
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Se preferisci visto che sono magnanimo ti concedo una pena alternativa: dovrai chiedere perdono a Dio Denaro in ginocchio sui ceci, poi dovrai scrivere 100 volte alla lavagna: "Non si rovinano le monete con sostanze malefiche".1 punto
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Facciamo un parallelismo con la storia della moneta in Cina. Fin dai tempi remoti della cultura di Yangshao (5000-3000 a.C.) in alcune zone della Cina nord-orientale si sviluppò un uso esteso delle conchiglie cauri, che s'indicavano con l'ideogramma 貝 (bei), uso che poi si allargò rapidamente a quasi tutto il resto della Cina. Va detto che non è ben chiaro da dove provenissero: secondo alcuni erano pescate nel Mar Cinese Meridionale, per altri venivano importate via terra dai paesi che si affacciavano sull'Oceano Indiano. Altra ipotesi è che arrivassero dal Mar Rosso attraverso rapporti commerciali tra i popoli mediorientali e quelli dell’Asia centrale, dov'è comprovato che fossero conosciute almeno dal 7000 a.C. Le cauri a loro modo erano "monete" molto pratiche: avevano un valore ben definito (ognuna era 1), erano leggere ed erano impossibili da falsificare. In occasione della loro scarsità se ne produssero copie in bronzo o in osso. Poi, fra il 1200 e l'800 a.C. comparvero le prime monete-vanga, tutte in bronzo, inizialmente poco più piccole della vanghe vere e senza iscrizioni. A partire dal 650 a.C. circa le dimensioni andarono calando e comparvero scritte, alcune identificate come i nomi delle città in cui venivano emesse e/o il valore nominale in "Jin". che corrispondeva a un peso di 14 grammi. Vanghe e cauri (queste ultime non smisero mai di circolare completamente) furono messe fuori legge da Qin Shi Huangdi, primo imperatore della Cina unificata (nel 221 a.C.), che le soppiantò intorno al 210 a.C. con le famose monete rotonde col buco quadrato, le Ban Liang (mezzo liang) in bronzo, che divennero la valuta unica cinese. Questo tipo di moneta fu coniato per la prima volta nel 378 a.C. nello stato preunitario di Qin, quello da cui l'imperator Qin Shi Huangdi partì alla conquista di tutti gli altri.1 punto
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Buonasera a tutti, penso anche io sia ribattuto su altro. La leggenda al diritto soprattutto nella parte finale mi lascia pensare, non tanto per la A capovolta che si ritrova spesso sia al dritto che al rovescio. Ma per la lettera che precede la V (A) sembra essere una U ma è chiaramente un effetto dovuto alla moneta ospitante. Saluti Alberto1 punto
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Così Martino "in nome di Dio visdominus" , in veste di testimone alla stesura di un testamento, definisce il testatore, Totone da Campione . Nato verso il 750 a Campione "nel territorio del Seprio" e vissutovi fin verso l'807, Totone è membro di una importante e ricca famiglia di Longobardi : l'8 Marzo 777, in Milano, rende nelle mani di Tommaso, arcivescovo di S. Ambrogio, il proprio testamento con il quale nomina erede del suo intero patrimonio e possedimenti, l'arcidiocesi di Milano . Degne di nota, la disposizione con la quale Totone vincola la propria residenza in Campione alla trasformazione in xenodochio (ospizio per poveri) ed il lascito con il quale, a tutti i suoi servi ed ancelle (schiavi) da emancipare come aldii (semi-liberi) , lega un solido pro-capite . L'effetto a lungo termine del testamento di Totone, sarà la trasformazione di Campione in feudo dell'arcidiocesi di Milano, poi riconosciuto nei secoli successivi come entità giurisdizionale autonoma anche dal Sacro Romano Impero . Con il testamento di Totone sono pervenuti anche un insieme di documenti del suo gruppo familiare che datano dal 721 al 877 : 22 carte, 14 relative ad azioni dei membri del clan familiare (721 - 799) ed 8 riferite alla gestione della chiesa di famiglia, di S. Zeno in Campione . L'esordio del testamento con "regnante il signore nostro Carlo vir excellentissimus re in Italia" , dice dell'importanza delle carte dei 'Totonidi' per meglio conoscere e ragionare sul particolare periodo altomedievale che vede la transizione dal regno dei Longobardi al regno di Carlo magno in Italia . I solidi in lascito da Totone ai servi emancipati, in monete correnti, potrebbero essere stati ancora in tremissi d'oro longobarde magari di Desiderio, o forse già nei nuovi denari d'argento di Carlo magno, essendo, verso l'800, monetati in Italia i soli solidi longobardi del lontano principato di Benevento e circolanti i soli solidi dell'ancor più lontana Costantinopoli .1 punto
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Buongiorno volevo chiedervi cosa ne pensate di questa moneta da 1 dollaro del 1923. A me lascia dei dubbi il colore del metallo e il bordo non mi sembra uniforme. Poichè è la prima moneta di questa tipologia non sono esperto. I dati ponderali sembrano tornare giusti e sono di 26,76 grammi per il peso e il diametro è di 38.1mm. Se fosse autentica in che conservazione si trova secondo voi?1 punto
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E infatti non mi tornavano peso e diametro... è l'8 denari... Lo trovi scorrendo la pagina allegata fino alle date 1772 e 1773... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GE31/40 Mario1 punto
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Dovrebbe essere questo fals mamelucco Al-Nasir Hasan https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=115423 ma l'errore in questo tipo di monetazione è sempre dietro l'angolo.1 punto
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A mio parere è autentica e vedo anche un bel lustro, come conservazione siamo sullo Spl. Bella moneta, complimenti.1 punto
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Buongiorno, vorrei sottoporre all'analisi questo antoniniano coniato presso la zecca di Milano durante il regno di Gallieno a nome dell'imperatrice Salonina. D/Busto diademato su crescente lunare. CORN. SALONINA PIA …. AVG. R/ L'imperatrice seduta a sinistra tiene nella mano destra un ramo di palma e nella sinistra uno scettro trasversale. AUGUSTA IN PACE in esergo M S Diametro: 2 cm Peso: 1,99 g. Non riesco ne a comprendere l'interezza della legenda ne comunque a trovarne riscontri. Ringrazio chi possa aiutarmi nello studio e classificazione di questo nominale.1 punto
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io provai con l'aceto bianco, monete tutte sbiancate, ma ben pulite....hahahahahahahah1 punto
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Belle e con stupende allegorie, le ho viste solo online anni fa girovagando nel noto sito: PORTUGAL - IMPERIAL TREASURY (banknote.ws) Quel timbro sembrerebbe stampato, l'inchiostro è uniforme e senza sbavature, ma non avendole mai ne possedute e ne viste di presenza la mia è solo una impressione a pelle. Complimenti per l'acquisizione1 punto
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io leggo un "19" riportato a mano, in altri timbri la cifra era già presente, in altri manca proprio / mai che il tuo timbro sia stato veramente prestampato e dopo sia stata fatta un aggiunta a mano?1 punto
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Ciao, è un 12 Soldi. Qui trovi la scheda https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FER/17 Non è una moneta rara, in questa conservazione vale poco più del peso1 punto
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Buongiorno. Tondello molto bello, peccato manchino i nomi degli sposi e il luogo del ricevimento....🤣 E' una battuta e come tale va letta (così nessuno si stizzisce) ma non ho resistito... Un saluto e a presto.1 punto
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Buon giorno Belketre. Non vorrei sbagliare ad interpretare il " non mi piace" di dux-sab che credo si riferisca all'originalità della moneta. Chiedo scusa di questa mia intromissione ed in particolar modo se ho male interpretato la parole di dux-sab. Non sono esperta di monetazione romana ( benché sia stata il mio primo amore) ma anche a me questa moneta non piace perché nutrirei dei dubbi sull'originalità. Cordiali saluti. Gabriella1 punto
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Ciao, hai perfettamente ragione 🙂. I dettagli sono quelli, solo il colore dal vivo è più scuro ed in mano fa tutta un'altra impressione. Io sono negato per le foto ma riuscire a rendere i bronzi in foto nel loro aspetto reale ti assicuro che non è facile. Ho da poco iniziato ad inserire in collezione questi nominali e dei 15 esemplari che mi sono arrivati nessuno nel colore si avvicinava a quello della foto postata dal venditore. Personalmente ci riesco molto meglio con l'argento. Come fotografo resterò perennemente works in progress. ANTONIO1 punto
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Un pò assomiglia al mio 😊, a Stian, levroide ( è un incrocio, un quasi levriero sardo pensiamo, preso dal canile). Metà settembre, 8 anni.....crescono in fretta, troppo.1 punto
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Voglio accennare anche a un'altra relazione poco battuta, quella cioè che riguarda gli scambi monetari tra mondo levantino, mondo russo antico e mondo scandinavo, dove praticamente Kiev faceva da cerniera tra l'argento arabo e la tradizione bizantina da una parte e la nascente monetazione vichinga dall'altra parte. Fu attorno all'anno 1000 che nacque poi la prima monetazione kievana. Le monete viaggiavano al seguito delle piste commerciali. E infatti gli stilemi delle leggende cufiche erano ben noti ai monetieri dei principati antico-russi.1 punto
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Queste marche per tassa lusso e scambi erano composte di due parti, una matrice e una figlia che andava messa sul documento che rimaneva all' amministrazione o ente. 1929, fondo a colori formato da TASSA DI BOLLO SCAMBI COMMERCIALI filigrana Corona dent. 14. Sono quotate allo stato di nuovo con entrambe le parti.1 punto
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La perizia vera e propria è generalmente un certificato che riporta la foto della moneta in esame con tutti i dati (del venditore, ponderali, ecc.). La presenza della foto della moneta rende inequivocabile il riferimento, mentre nella busta sigillata nulla vieta, come dicevo, di sostituire la moneta contenuta con un'altra simile o falsa non essendoci un'immagine che comprovi la relazione tra la valutazione e l'esemplare stesso. Qui sotto un esempio di di perizia:1 punto
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Ciao a tutti, secondo me si tratta di Castiglione delle Stiviere - Rodolfo Gonzaga. Ve ne sono di numerose varianti di legenda.1 punto
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Complimenti!! Antoniniano rarissimo, R/5 MEDIOLANVM 245/6, della VII emissione con segno di zecca MS, periodo 266-267 d.C. con al D/ la legenda: CORN SALONINA PIA FELICI AVG Al R/ AVG IN PACE Non può essere la variante con AVGVSTA IN PACE perchè in esergo dovrebbe avere la lettera P di officina prima. Ovviamente avendo lei in mano la monete può confermare la legenda del D/1 punto
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Strano, non mi pare ci siano particolari restrizioni per quella sezione. Comunque, quella giusta è Cartamoneta e Scripofilia, dove ci sono già altre discussioni sui buoni postali. Provvedo io a spostarla lì. Per il valore chiamo in causa @aka6969 petronius1 punto
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In rosso ovviamente la zona rovinata, in giallo sul R/ usura , in blu sul D/ forte usura1 punto
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Una zecca che conia per soli 6 anni e' in ogni caso una chicca da non perdere. E mi sono arrivate indiscrezioni che, sulla sede presunta della zecca, c' e' qualche novita' rispetto allo scorso ottobre...1 punto
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Piastra da 120 grana 1754 Ex Artemide Aste 65E lotto 883 ed ex Aureo y Calico Aste 252 e 1431 punto
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Io non sono in grado di dare un giudizio sulla moneta ma il documento è fantastico.1 punto
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Una relazione in cui si spiega fra l'altro che nel 1944 il governo sovietico aveva ordinato ai vari apparati addetti alla manipolazione delle masse un'azione di revisionismo storico: sminuire gli effetti dell'espansione ad est della moscovia nell'antichità, da cui l'assimilazione nell'impero russo delle popolazioni siberiane che nel documento vengono genericamente definite della Tartaria, come a volte si fa anche oggi. Sembra che non conoscano o facciano finta di non conoscere l'impero di Chinggis Khan, meglio conosciuto come Gengis Khan, e presentano la Tartaria come un mistero da risolvere. Sembra del tutto illogico ma bisogna contare che 'sta roba è pensata per chi ha la terza media a stento.1 punto
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Caschi male con me Arka 😆 scherzo ☺️ ho studiato bene cosa successe - monetariamente parlando - nelle regioni limitrofe e negli altri reami europei: i testoni da 9+ gr. furono in uso nel 1500 presso: piemonte Liguria Ferrara Firenze Mantova Papato testoni da 9 gr. ma solo dopo il primi quarto del ‘500) Area Germanica : dicken da 9+ gr. Francia - non solo il regno ma anche feudali come Nancy: 9.+ gr. inghilterra : Henry VII ed Henry VIII : testoon ( con peso - anche lega - pero’ leggermente inferiore 7 gr.) Navarra ( Jeanne d’Albret) # Eccetto Aragona e Castilla e Napoli e Sicilia ( con il carlino ancorato alla metrologia spagnola dove imperava il coronato e il croat catalano) e l’area austriaca legata al viertelguldiner da 7 gr. La maggior parte delle aree monetarie si rifacevano al testone da 9 gr.1 punto
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Salve. Ringrazio per aver apprezzato il mio mezzo ducato sopra pubblicato. Dovrebbe corrispondere al numero 4 di pag. 160 (R3) del Magliocca. Ora pubblico ancora un mezzo ducato, sempre con sigla IAF/G e sempre, naturalmente, di Filippo III. Purtroppo, la conservazione è inferiore rispetto al precedente, specialmente al dritto. Quantunque mi sia dato da fare, non sono riuscito ad individuare quale sia il suo marchio. IL suo peso è di gr. 14,79. La presenza, al retro, del mascherone "irritato" potrebbe anche portarmi a catalogarlo al numero 3 di pag. 160(R4) del Magliocca, ma non ne sono affatto certo. Ringrazio per eventuali chiarimenti. Un caro saluto.1 punto
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Salve. Condivido un mezzo ducato di Filippo III. Sigla IAF/G. Peso gr. 14,90. Simbolo: torre. Un caro saluto.1 punto
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Buonasera a tutti, questo post credo sarà abbastanza lungo, visto che non ho sonno e visto che stasera ho una certa voglia di scrivere. Si tratta di una riflessione personale che parla di me, della mia vita e del collezionismo... alternando una breve autobiografia ad alcune riflessioni sul calo del numero di collezionisti. Ringrazio quindi fin da ora chi avrà la pazienza di leggere fino in fondo e, ovviamente, chiunque vorrà dare il proprio contributo. :) PARTE 1 - LA TRADIZIONE DEL MARTEDI' La mia storia di collezionista inizia nei primi anni delle scuole elementari, quando con la mia famiglia, il martedì sera, andavamo nel paese vicino a trovare mia nonna. Mio padre era il responsabile di un ristorante piuttosto grande e aveva sempre molto da fare. Il martedì era il giorno di chiusura. La mattina andavo a scuola e quando rincasavo, sebbene fosse l'unico giorno che potevo trascorrere interamente con lui, l'unico giorno in cui la famiglia poteva riunirsi, ricordo che non ero particolarmente contento di quella trasferta che mi avrebbe tenuto per tutto il giorno lontano dai miei amichetti e dalle interminabili partite di pallone nel campo di fronte a casa mia. Mio zio, fratello di mio padre, abitava con mia nonna, e collezionava monete e francobolli come mio nonno, che non ho mai conosciuto, prima di lui. Credo sia stato quella la mia introduzione al mondo del collezionismo. In quel periodo che ora mi appare così distante, mio padre ha notato la curiosità con cui guardavo le monete e i francobolli di mio zio e, in breve tempo, mi sono ritrovato con una piccola collezione fatta di pezzi doppi comuni e valuta circolata rimasta nelle tasche di qualche amico che aveva fatto un viaggio all'estero. Il 13 dicembre a Verona si festeggia Santa Lucia, ed è tradizione svegliarsi la mattina per trovare i regali, un po' come accade in altre zone per Babbo Natale. Non provengo da una famiglia ricca, non dal punto di vista economico, e quindi non ho mai avuto monete di grande pregio o valore, ma ricordo ancora un anno in cui, tra i vari regali, c'era un'ampia ciotola di monete mondiali. Così come ricordo, qualche anno dopo, correva il 1990, quando il martedì mio zio mi accompagnava in edicola e tornavo a casa con il numero settimanale di "Monete del mondo". RIFLESSIONE 1 - NUMISMATICA E FANTASIA Ci sono moltissimi collezionisti di monete che portano avanti le proprie raccolte per amore della storia, beh, io a quei tempi lo facevo per spirito di avventura e amore per la geografia. All'epoca leggevo libri di avventura, fantasy e di fantascienza e un comunissimo tondello di Hong Kong, del Perù o della Nuova Zelanda, nella mia fantasia di bimbo, diventava un artefatto luccicante proveniente da un mondo esotico e lontano che, forse, non avrei mai potuto visitare davvero, ma che mi trasmetteva tutto il suo incanto attraverso l'immaginazione e una piccola moneta. Oggi sono un uomo adulto in procinto di sposarsi eppure un'eco di questo senso di meraviglia di fronte a una moneta proveniente da un paese lontano ancora mi pervade. Eppure sono convinto che molti ragazzini di 10 o 12 anni, oppressi da un mondo sempre più cinico, pragmatico e consumistico, abbiano meno propensione a viaggiare con la fantasia di quanta ne ho io che vado per i 37. In parte, credo, questo è un motivo di disaffezione per la numismatica che, a mio modo di vedere, non stimola più l'immaginazione come capitava un tempo e che, a prescindere da questo aspetto, non viene più percepita dalla società come qualcosa di pratico e utile, ma unicamente come un hobby addirittura dannoso che distrae dalle cose "davvero importanti". PARTE 2 - SI CRESCE, SI CAMBIA, SI SALUTANO PERSONE CARE Quando avevo 16 anni portavo un 45 di scarpe, giocavo a pallacanestro e tutti i pomeriggi mi trovavo con gli amici per parlare di fumetti, giochi di ruolo e ragazze. Ciascuna di queste tre passioni, che avevano velocemente soppiantato il collezionismo di monete, in un certo senso, l'aveva fatto perché mi permetteva di viaggiare con la fantasia in un modo tale per cui potevo anche relazionarmi con le persone della mia età. I fumetti ce li scambiavamo e si facevano infinite discussioni, citando i passi più coinvolgenti e discutendo di trame e personaggi. I giochi di ruolo sono giochi di società che ci permettevano di giocare attorno a un tavolo a essere gli eroi di un mondo di fantasia. Le ragazze... beh... mi chiedo quanti di voi a quell'età preferivano stare con le monete piuttosto che con le ragazze. :) Quando avevo 16 anni mio zio ci ha lasciati, travolto da un automobilista distratto mentre si recava in bici a casa di mia zia. E' stato un brutto colpo per tutti. Per mia nonna che l'aveva già visto quasi morire una volta, molti anni prima, e che viveva con lui. Per mio padre con cui era legatissimo. Per me, che perdevo un amico con cui avevo trascorso i martedì dei dieci anni precedenti. Ereditai le monete e i francobolli ma ormai il collezionismo non faceva più parte dei miei interessi, sebbene mio padre continuasse a portarmi tutte le monete estere che gli portavano i clienti più affezionati o le varie commemorative sammarinesi e vaticane che riusciva a raccogliere. Io le prendevo e le accumulavo in una scatola di scarpe, "le guarderò quando avrò un attimo", spesso senza neppure degnarle di un'occhiata. RIFLESSIONE 2 - NUMISMATICA E SOCIETA' C'è un buco, che è quello che ai miei tempi andava dai 14 a 25 anni, in cui un individuo costruisce la propria vita in società, imparando a stare con le persone e a relazionarsi con l'altro sesso. E' il periodo in cui la scuola inizia a farsi impegnativa, in cui l'amore inizia a farsi serio e in cui la società impone le prime sfide e scelte difficili. In questo periodo, diciamocelo chiaro, non c'è tempo per la numismatica o, se c'è, è molto ridotto. In questo periodo si è talmente pieni d'energia che l'idea di sedersi a spulciare monete sparisce o, quantomeno, diventa meno allettante rispetto ad altre possibili occupazioni. Un buco di mercato di circa 10 anni, ai miei tempi. Un buco di mercato che ai tempi di mio padre era forse più piccolo perché c'erano meno svaghi, divertimenti e distrazioni. E si diventava adulti prima. Un buco di mercato che oggi si sta invece, credo, allargando. PARTE 3 - GIOVANE ADULTO Raggiunta la maggiore età, e completati gli studi superiori, ho iniziato a costruire la mia strada da adulto. Ero un ragazzo con una mente brillante e un carattere vivace. Molto vivace. Troppo vivace. Non ero uno sbandato, un drogato, un delinquente o un tipo pericoloso. Ero a posto però ero decisamente eccentrico... dormivo quattro ore a notte perché uscivo tutte le sere, mi ossigenavo i capelli (quando non li coloravo di verde o blu) e mi vestivo in modo appariscente. Mi piaceva stare al centro dell'attenzione e ci sapevo fare con gli amici e con le ragazze. Ero stravagante ed eccessivo e spendevo un sacco di soldi per divertirmi, ma non durò a lungo. A 20 anni arrivò la chiamata di leva e quando tornai nel mio piccolo paese mi ero decisamente calmato. Mio padre nel frattempo, un paio d'anni prima, aveva rilevato il ristorante in cui lavorava ma non stava andando bene e presto fummo costretti a chiudere, rimanendo con un bel po' di debiti da pagare e un pesante mutuo mensile sulla casa. Era solo una casa a schiera, non certo una reggia, ma era il sogno che i miei genitori avevano coltivato per trent'anni, e ora rischiava di volatilizzarsi tra le loro mani. Fu un periodo davvero difficile dove mi resi conto che, al di là del mio egocentrismo, ero probabilmente più maturo della maggior parte dei miei coetanei. Trovai quasi subito un lavoro e contribuii concretamente ad aiutare la mia famiglia ad uscire da quello che sembrava un tunnel senza fine. Ci vollero 5 anni, ma alla fine tutto si sistemò, il mutuo fu estinto e tutto sembrò finalmente tornare alla normalità. In quel periodo di crisi non potevo permettermi spese inutili e ripresi in mano le collezioni, sistemando monete e francobolli, ma unicamente allo scopo di verificare se ci ci potesse essere qualche pezzo di valore (mai 'na gioia...), salvo poi mollare tutto di nuovo nel dimenticatoio quando una ragazza di nome Beatrice, mia futura sposa, nel 2003, mi costrinse a rivedere un po' le mie priorità e a tagliare qualche hobby. All'epoca le monete non erano neppure sul podio dei miei interessi principali quindi accantonarle fu immediato e automatico. Mio padre nel frattempo aveva trovato un lavoro come cuoco e faceva degli orari praticamente complementari ai miei. Ci vedevamo poco e avevamo poco da dirci, appartenendo a generazioni diverse e non avendo interessi. Il tempo passava, la relazione si consolidava, i tempi cambiavano e i miei ritmi diventavano sempre più tranquilli. Poi, circa 7 anni fa, mia nonna, l'unica tra i miei nonni che abbia conosciuto, si è spenta. Fu un altro colpo duro, visto che dopo la morte di mio zio era venuta a vivere con noi e, sull'onda dei ricordi ripresi in mano le monete, dapprima timidamente, poi con maggiore passione. Presi ad acquistare qualche lotto di monete mondiali circolate al kg e, poco alla volta, posi una base concreta su cui costruire la collezione che da piccolo avevo solo potuto sognare. Era diverso, però. La fantasia e l'immaginazione rappresentavano ancora una parte dell'amore per il collezionismo, ma ora anche una forma di ricordo e comunione con la mia famiglia facevano parte di questa collezione. E, come se non bastassero queste ragioni, un neonato amore per la storia che in precedenza non avevo mai avuto faceva da ulteriore spinta motrice a questa passione che tornava a farsi sempre più importante. RIFLESSIONE 3 - NUMISMATICA E SNOBISMO Il fatto che molti collezionisti di monete abbiano una predilezione per il Regno e una grande passione per la storia tende, già di per sé, forse, a farli apparire come "una manica fascistoni e nostalgici della monarchia". Non certo un'etichetta piacevole da portare, eppure mi è capitato di sentire definizioni simili in più circostanze. Così come, per non lasciare scontento nessuno, mi è capitato di sentire definizioni tipo "uno di quegli invasati che spende 3 euro per avere una moneta da 2 euro". Al di là del fatto che per il profano avulso alla numismatica queste definizioni, pur offensive, potrebbero effettivamente avere un senso, già il fatto che io parli di "profani" fa capire come ci sia un distacco netto tra chi colleziona monete e chi non lo fa. Rendiamocene conto, quando va bene appariamo almeno come strani. Quando facciamo notare alla persona digiuna di numismatica che una determinata moneta non è cinese ma giapponese, rischiamo quantomeno di apparire spocchiosi. E quando parliamo di monete catechizzando come Gesù tra la folla, anche i meno esperti tra noi, appaiono snob. Ma dopotutto questo è un problema che si ha anche se si parla con cognizione di causa e linguaggio appropriato di storia, geografia, scienze, medicina o politica. La media è rappresentata dall'ignoranza, non dalla cultura. E la cultura è snob. Tuttavia, se uniamo tutto ciò alle riflessioni precedenti è facile capire, secondo il mio modestissimo parere, il motivo per cui ci sia una contrazione nel numero di collezionisti e una diffusa volontà a mantenersi a distanza da "quella gente strana". PARTE 4 - CONCLUSIONE DEL VIAGGIO Tredici mesi fa, dopo un anno di sofferenza, anche mio padre se n'è andato. E' dannatamente difficile vedere spegnersi tra le tue braccia qualcuno che ti ha preso tra le sue quando sei nato. Che ti ha tenuto quella stessa mano e ti ha sorretto finché non sei stato in grado di camminare con le tue gambe. Che ha sacrificato davvero tanto ed è stato per tutta la vita il tuo eroe. Che ti ha insegnato l'importanza dei valori tradizionali e della famiglia. Che magari aveva potuto frequentare solo la scuola media e non ti aveva potuto insegnare la storia o la matematica, ma che ti aveva insegnato ad essere curioso perché tu imparassi da solo e cercassi da te le risposte. "Cresciamo i nostri figli in modo che possano fare a meno di noi" ha detto qualcuno. La numismatica, da un anno a questa parte, per me è anche questo. E' il ricordo di mio padre, di quei martedì da bambino che mi parevano così poco importanti, di quelle commemorative sammarinesi che ha continuato a tenermi da parte per anni, di quel periodo in cui non avevamo più nulla di cui parlare. “Se queste ombre vi hanno offeso, pensate, E cada ogni malinteso, Di aver soltanto sonnecchiato Mentre queste visioni vi hanno allietato. E questo tema ozioso e futile Non più di un sogno vi sarà utile. Gentili amici, non rimproverate; Miglioreremo se perdonate.”1 punto
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