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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/13/24 in Risposte
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Salve, allego foto del mio cavallo di Federico III con legenda errata FEDRICUS7 punti
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Dopo l'evento dello scorso anno, ancora una volta il Cordusio riesce a superarsi, organizzando un'altra giornata evento che segnerà la numismatica. Tantissimi gli eventi in un unica giornata, partecipazioni di peso con i rappresentati della NIP e da non dimenticare assolutamente il momento per i giovani con il dono della moneta, quest'anno ampliato con il premio NIP, poi l'ormai colonna portante di tutti gli eventi, la distribuzione del Gazzettino, che ormai è un vero volume numismatico a tutti gli effetti. Complimenti Mario, ed anche a Marco per il suo lavoro con il Gazzettino, anche questa giornata sarà sicuramente un successome come quella passata, e questo sopratutto grazie a voi. 👍👍👏👏4 punti
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Lungi dall'essere eliminati dalla circolazione interna, la perdita del corso legale dei dollari ebbe come unica conseguenza che le banche non li cambiavano più, per nessun importo. Ma, come prevedibile, continuarono a richiederli gli speculatori, disposti a ritirarli dai commercianti frustrati con un piccolo sconto Ci fu una nuova svolta. Queste monete, venivano vendute dagli speculatori agli imprenditori, che le passavano a ignari dipendenti ogni giorno di paga. Una pratica particolarmente diffusa nelle città industriali del Nordest, dove un gran numero di poveri immigrati era impiegato nelle miniere e nelle industrie. Venivano pagati in Trade dollars al facciale (ma il padrone li aveva avuti a meno, e a meno ancora gli speculatori li avevano ritirati dai commercianti ), ma quando andavano a spenderli, si rendevano conto che molti negozianti li accettavano solo per il loro valore intrinseco, inferiore a 1 dollaro. Il rifiuto di accettare i Trade nella busta paga poteva portare al licenziamento, e così tanta povera gente fu ripetutamente vittima di questo ingiusto scambio Allo stesso tempo, anche i commercianti avevano uno svantaggio, poiché il rifiuto di accettare queste monete al facciale scoraggiava il commercio. La differenza tra il valore nominale e quello dell'argento divenne così ampia nel 1876, che presto fu evidente anche per il governo e gli amministratori della Zecca che i Trade di nuova emissione venivano richiesti soprattutto per l'uso interno (sempre distribuiti a peso dalla Zecca a chi portava il suo argento da fondere). Così, nonostante qualche modesto progresso ottenuto da queste monete sui mercati asiatici, il 22 febbraio 1878 il Segretario al Tesoro John Sherman ordinò di cessare la produzione, che continuò fino al 1883 solo per poche migliaia di monete proof da vendere ai collezionisti. Poi, nel 1908, uscirono fuori non si sa come pochissime monete proof datate 1884 (10) e 1885 (5): il che fa sorgere non pochi dubbi sull'anno della loro effettiva coniazione Ad ogni modo, come già per altre coniazioni simili (basti pensare ai dollari 1804), i collezionisti dimostrarono di apprezzarle, facendo raggiungere loro quotazioni da capogiro: attualmente, alcune sono state vendute per cifre a 6 zeri. Quello in foto è uno dei soli 5 esemplari datati 1885, stimato da PCGS in conservazione PR63+Cameo... non ci sono parole petronius4 punti
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Salve. Ho letto tra le curiosità su una rivista che i Romani avevano un lessico molto puntuale per indicare i colori, che ripartivano sulla base di precisi criteri. Il nero, per esempio, era detto “nigrum” se lucente e “ater” se opaco. Uguale discrimine valeva per il bianco, distinto in “albus” e “candidus” a seconda della minore oppure della maggiore luminosità. Sul sito https://www.romanoimpero.com/2018/11/i-colori-dei-romani.html il rapporto tra i Romani e il colore è stato approfondito e ampiamente trattato, rilevando che Roma era un tripudio di colori, spesso così accesi che a volte ci farebbero arricciare il naso. Il colore era alla base di tutto, per colorare le colonne dei templi, le statue, gli affreschi che adornavano le pareti e pure i soffitti, ma pure i mobili della casa, che spesso erano dipinti. Naturalmente erano colorate anche le coperte, i tappeti, i cuscini, le stoffe delle tende e delle vesti, le borse, i ventagli e pure gli ombrellini. Un ulteriore colore riguardava il trucco delle donne e la tintura dei loro capelli. I colori sono fonte ed espressione di emozione e i Romani, come pure i Greci, gli Egizi e gli Etruschi, amavano colorare il loro mondo perchè erano molto più emotivi di noi. Ecc. ecc. Un articolo veramente interessante. apollonia3 punti
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Quello di @azaad è un ottimo consiglio, qui ci sono sicuramente molti esperti ma niente può sostituire la visione diretta della moneta. Ad ogni modo, forse qualcuno vorrà intervenire anche qui, ci vuole pazienza, è inutile continuare a sollecitare risposte, si rischia anzi di ottenere l'effetto contrario.3 punti
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Buongiorno, premetto che non ne capisco niente di cartoline, mi sono ritrovata questa cartolina che sembra sia stata spedita dalla figlia alla mamma Principessa di Aragona di Palermo nel 1919. Secondo voi si potrebbe risalire a chi fossero i personaggi ? Grazie2 punti
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Da Metaponto, un esemplare di didrammo con al diritto testa velata di Demetra ed al rovescio spiga con tripode . Sarà a breve, il 26 Settembre in vendita NumisCorner 3 al n. 134 . Di simile tipologia, unisco, dalla rete, un esemplare Johnston 3 A7.6, passato a suo tempo in CNG Triton VIII al n. 33 .2 punti
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Si sono proprio i Villafiorita d'Aragona di Palermo.. infatti il palazzo tutt'oggi è in via Garibaldi 44. Tutti questi Garibaldi.. sicuramente coincidenze.2 punti
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Credo che il Diritto sia stesso conio della mia. Non siete d'accordo? Saluti Alberto2 punti
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Buona giornata a tutti. È molto probabile, direi quasi certa, l'affermazione che tu fai riguardo il follaro con la testa di leone "copiata" dalle immagini delle monete di Reggio. Di esempi ce ne sono tanti nel periodo medievale, quello più famoso secondo me è l'augustale del grande Federico II di Svevia che copia gli avrei romani di Augusto. Comunque il follaro con la testa di leone coniato a Messina non è stato il primo coniato dai Normanni. Già Ruggero II lo aveva fatto coniare qualche anno prima nella zecca di Salerno.2 punti
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Come essere umano aimé posso essere fallibile e a volte piu' o meno concentrato sull'oggetto.. .. sono interessato alla filatelia di tutto il mondo..e questo è sicuramente il motivo per cui mia moglie mi dice che a volte rispondo in lingue strane. 😳 Cerco di essere nei miei post piu' divulgativo possibile in modo da creare ragionamento intelligente e passione per questo hobby, che non e' meno interessante quando costa un euro, anzi lo e' di piu'. 🧐2 punti
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Ciao @gbacca, c'è un po' di confusione in tutti questi ragionamenti. La parola "corona" che puoi leggere nell'immagine non si riferisce alla corona introdotta nel 1892. "Corona" è stata la denominazione di due diverse monete. Quella introdotta nel 1892, banalmente parlando, era una moneta in argento, quella riportata nell'immagine era una moneta d'oro coniata tra gli anni '50 e gli anni '60 del XIX secolo. In più è sbagliato scrivere 1 Corona = 13 fiorini = 75 soldi. L'equivalenza corretta è 1 corona (moneta d'oro coniata tra gli anni '50 e gli anni '60 del XIX secolo) = 13.75 fiorini, cioè 13 fiorini + 75 soldi (centesimi). Altra correzione: il cambio tra Fiorino (vecchia monetazione austriaca) e Corona (nuova monetazione austriaca in argento) era il seguente: 1 fiorino = 2 corone.2 punti
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Ciao particolarità della prima è che porta l'iscrizione al retro ΔΙΔΡΑΧΜΟΝ del valore "ΔΙΔΡΑΧΜΟΝ" io mi accontento della mia. Silvio2 punti
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Senz'altro ci sono cose superiori che ci travolgono. Non posso dire che la numismatica sia sempre un balsamo per me e per il mio stress. Senz'altro il collezionismo in genere ha a che fare con la costruzione di sé. Il collezionismo è quasi un romanzo di formazione. Posso dire di sentirmi appagato quando pratico il collezionismo perché in quei momenti sto pensando a me, tuttavia il collezionismo, come ogni processo creativo, vuol dire per me dedizione, concentrazione, lavoro, ripensamenti... cioè stress, ma stress buono. C'è lo stress cattivo e lo stress buono (come il colesterolo). Le mie pratiche collezionistiche sono fonte di stress buono. Invece, ahimè, quando sono sopraffatto dalle preoccupazioni, alle mie collezioni non ci penso proprio.2 punti
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Buona base se consideriamo che non sembrerebbe affatto insubre come da descrizione. Questa moneta è in asta ora con un prezzo di partenza di 2000 €. Per ora l'ho solo esaminata a vista e la do come riproduzione moderna al 100%, appena avrò tempo controllerò meglio, bollettino falsi ed altro1 punto
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Apro una discussione a parte per questo taglio poiché si tratta di una rarità e merita un post tutto suo. Qui di seguito riporto fedelmente la descrizione su questo falso che ho già postato sui miei canali social. ⬇️ Il 100 mila lire Manzoni venne emesso per la prima volta nel 1967, fino a quel momento il valore più alto in circolazione era quello da 10 mila. L’introduzione dei 50 mila Leonardo e 100 mila Manzoni rappresentarono un passo importante, favorito dalla forte inflazione che li aveva resi ormai necessari. Nonostante tutto però, rappresentavano un valore molto importante, sopratutto il taglio da 100. Anche in questo caso i falsari ben presto si misero all’opera realizzando un gran numero di falsi. Questi avvenimenti furono testimoniati già nel 1982 da Gemino Mutti nel suo “Il falso nella cartamoneta italiana”. Ad oggi i falsi da 100 mila Manzoni sono veramente molto difficili da reperire, il Mutti asseriva che all’epoca della loro circolazione ne furono realizzate parecchie copie. Curiosamente invece affermava che i falsi dei 50 mila Leonardo erano meno comuni in circolazione, oggi invece scrutando il mercato paradossalmente sono più comuni da trovare i falsi del Leonardo rispetto al Manzoni, seppur stiamo parlando pur sempre di rarità. Tornando al nostro Manzoni contraffatto, in generale fu realizzato in modo approssimativo, ad un occhio attento già il busto del Manzoni evidenzia differenze stilistiche rispetto al raffinatissimo originale. La filigrana in questo falso è poco visibile e fu realizzata sostanzialmente disegnandola nel retro del biglietto, con una particolare tecnica che veniva già usata ampiamente dai falsari sopratutto nei biglietti degli anni Trenta e Quaranta. In generale, così come asseriva il Mutti, siamo difronte a falsificazioni che potevano con un po’ di attenzione essere riconosciute facilmente dalla popolazione o dagli addetti ai lavori, sicuramente esse, rappresentando un taglio dall’enorme valore, i falsari potevano certamente impegnarsi di più. Ultimo elemento da non sottovalutare, di solito i falsi che si trovano oggi sono timbrati o forati dagli istituti che li riconoscevano falsi, in questo caso no. Ciò vuol dire che il biglietto in questione, nonostante tutto, non venne mai riconosciuto e poté circolare fino alla fine.1 punto
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La cubana è un 10 centavos del 1915. Una monetina in buon argento, non male per un mercatino. https://en.numista.com/catalogue/pieces3014.html Da quel che ho visto in questo stato di conservazione dovrebbe valere sui 3/4€ https://www.ngccoin.com/price-guide/world/cuba-10-centavos-km-a12-1915-1949-cuid-1038129-duid-12781901 punto
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Scusami Rocco, non avevo visto che la tua valutazione era di 80 euro. ma a quanto pare siamo abbastanza in linea con il prezzo da me stimato (90,00). saluti Michele.1 punto
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Buonasera, moneta pulita e con patinatura artificiale. interno corona rigato . cons. MB . valore 90 euro. saluti Michele1 punto
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Ciao, in attesa di pareri di qualche esperto del periodo ti chiederei di postare anche una foto del dritto per facilitare l'identificazione 😃1 punto
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Forse sono i Villafiorita d'Aragona, esiste anche un palazzo storico a Palermo il palazzo Burgio di Villafiorita d'Aragona appunto.. credo che la Principessa in indirizzo appartenga a questa casata.1 punto
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Io in genere acquisto le monete in base al mio gradimento, non alle quotazioni che raggiungono o penso che possano raggiungere sul mercato. Albachiara l'ho presa per un mio collega fan di Vasco (e gliela ho fatta pagare il prezzo di emissione) che dubito mai la venderà, a meno che non raggiunga quotazioni veramente stratosferiche.1 punto
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Aggiungerei anche l'asta NAC 50 del 15 novembre 2008, per la sezione veneziana (importante serie di ducati, provenienti certo da un'unica collezione: a proposito, qualcuno sa di chi era?)1 punto
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Con tutto il rispetto, mi sembra un po’ un discorso alla “armiamoci e partite”…1 punto
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Sei l’unico con cui mi confronto e da cui apprendo nozioni e ragionamenti, tutto quello che mi dici lo elaboro. Posto il materiale dal quale penso possa nascere qualche spunto nuovo. Questo documento l’ho trovato su una bancarella, scremato da un mucchio, e acquistato per un’euro.. sai quanto studio che ne faccio scaturire1 punto
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Io vado avanti intanto con l'acquisto dei volumi "Archivio economico dell'unificazione italiana".1 punto
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Concordo con chi dice che è falsa - la legenda ha incongruenze nella forma di alcuni caratteri, la firma dell'incisore è ben diversa dall'originale (guarda la A e la N soprattutto). Direi che è stata presa a calci con della carta vetrata, forse allo scopo di confondere le acque come detto da altri. Passala vicino ad un magnete, il nichelio è ferrogmatico - controlla che reagisca giusto a titolo di curiosità.1 punto
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Infatti, il declino del prezzo dell'argento, portò all'uso del Trade dollar per la circolazione interna. La Zecca accettava ancora una certa quantità di argento dai privati, quello necessario per coniare questi dollari. E i depositanti con essi venivano pagati. Ma i dollari dati in pagamento per l'argento, venivano calcolati non in base al loro valore nominale, ma al bullion value, cioè al valore intrinseco, che era più basso. Questo faceva sì che i depositanti ricavassero un immediato profitto dall'operazione spendendo le monete al facciale, e finché queste mantenevano il loro corso legale i commercianti, obbligati ad accettarle, non potevano far altro che continuare ad accumularle, poiché le banche non ne ammettevano il cambio in banconote per importi superiori ai 5 dollari. Inutile dire che, in un'epoca in cui il valore delle monete metalliche era dato da quello del metallo che contenevano, il dover accettare per 1 dollaro monete che, in argento, valevano meno, non li rendeva certo felici. Alla fine, il governo fu costretto ad adottare una soluzione mai utilizzata prima (e nemmeno dopo): togliere ai Trade Dollars il corso legale. Lo fece con una legge del 22 luglio 1876, che revocava il corso legale, limitando l'uso di queste monete solo al commercio estero. Ma questo non risolse affatto il problema... Il corso legale del Trade dollar verrà ripristinato nel 1965, a quel punto non solo la questione si era invertita (il valore intrinseco superava il nominale), ma essi avevano raggiunto sul mercato collezionistico un interesse e un valore tali che nessuno sarebbe stato così pazzo da spenderli al facciale petronius1 punto
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Potresti prendere in considerazione anche questi Trade dollar Patterns Nel mentre stavano lavorando alla preparazione dei Trade dollars , William Barber e i suoi colleghi alla Zecca coniarono una serie di patterns (campioni), in argento, rame e alluminio, che furono venduti a chi ne faceva richiesta in sets di sei (6 disegni diversi) al prezzo di 30 dollari a set... mi sa che oggi con quei soldi non ci prendi neanche una sola moneta In questi campioni, ancor più che nel disegno definitivo della moneta, è evidente l'ispirazione al classicismo Romano. La Lady Liberty di questo esemplare, ha più di un debito con i sesterzi di Antonino Pio che raffigurano Roma seduta. La differenza più evidente tra le due sta nel copricapo, nel dollaro l'elmo romano è stato sostituito da un "elmo" indiano di piume. Per quanto riguarda invece il rovescio di questi patterns, il più inusuale mostra un'aquila con la testa abbassata in posa di combattimento, le ali semiaperte e gli artigli saldamente piantati su un ramo d'ulivo, frecce, e scudo, con quest'ultimo che funge da piedistallo per l'intero insieme. Un disegno davvero interessante, che non avrebbe sfigurato come definitivo per la moneta, ma forse troppo... moderno Continua...1 punto
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Ne attesto la lecita provenienza, perché attesto che ho in mano i dati relativi alla provenienza pregressa ( ovvero chi me le ha vendute) e, ove possibile, anche qualcosa di precedente , senza per questo arrivare alle origini dell’universo , e che non so noi andato nottetempo a trafugarle o farne ricetto , che è come e più di quanto richiesto dalle norme che regolano le transazioni delle monete antiche. Quel lecita che qualcuno dice che sia di troppo, credo invece che sia fondamentale e corretto È lecita perché attesta che ho seguito le prescrizioni di legge, quindi non vedo cosa ci sia da censurare …. Ne abbiamo già discusso in abbondanza in passato Mi pare che non sia proprio la “mera” provenienza, ma quanto prescritto dalle leggivigenti….1 punto
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Vero. Ecco l'immagine dal bollettino falsi moneta n. 5243 Questa moneta è stata condannata dall'IBSCC Photo/ con il permesso dell'International Bureau for the Suppression of Counterfeit Coins. Fare riferimento al Bulletin on Counterfeits di cui sopra. Lega d'argento scadente. Da una serie di tipi simili.1 punto
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Grazie The Crime of 1873 Fin dal 1792 con l'istituzione della prima Zecca Federale gli Stati Uniti avevano adottato un sistema monetario formalmente basato sul bimetallismo oro/argento, ma nel quale, di fatto, era l'oro a farla da padrone. Il Congresso aveva fissato il rapporto legale tra i due metalli in 16 a 1, in sostanza, a livello monetario, occorrevano 16 grani d'argento per pareggiare il valore di un grano d'oro. Dal momento che con quel rapporto l'argento era sottovalutato (cosa che sarà ancor più evidente dopo che la scoperta dell'oro in California nel 1848 ridusse il prezzo di mercato dello stesso), e poiché rendeva di più venderlo sul mercato libero piuttosto che consegnarlo alla Zecca per ricavarne monete, la conseguenza fu che all'inizio dell'Ottocento e per quasi 40 anni, venne a cessare la produzione dei dollari d'argento. Che riprese, lentamente, solo nel 1840, ma era comunque difficile trovarne in circolazione, poiché ormai erano stati sostituiti nell'uso quotidiano dalla cartamoneta. Stante questa situazione, il "crimine del '73" non faceva che prendere atto della realtà, tanto che inizialmente la legge non suscitò alcuna protesta. Essa, in pratica, poneva fine al diritto dei proprietari d'argento di portare i loro lingotti alla Zecca per vederli trasformati in moneta, diritto che permaneva invece per i lingotti d'oro, creando così un gold standard di fatto, e demonetizzando contemporaneamente l'argento. Nell'immediato, come detto, quasi nessuno ci fece caso, ma la scoperta, l'anno seguente, di importanti giacimenti d'argento in Nevada e la contemporanea adozione ufficiale del gold standard da parte di alcuni paesi europei (la Germania su tutti, che immise sul mercato internazionale un'enorme quantità di argento), portò a un crollo del prezzo. A quel punto, se non ci fosse stato il Coinage Act, sarebbe stato conveniente tornare a vendere l'argento alla Zecca in base al vecchio rapporto, ma la Zecca l'argento non lo comprava più. Così, chi aveva interessi nelle miniere del West, denunciò l'Atto come un crimine, una cospirazione dei banchieri per stabilire la base aurea. Trovando una facile sponda non solo, come ovvio, tra i lavoratori delle miniere, ma anche nelle associazioni degli agricoltori (ancora la forza trainante dell'economia del paese), ansiose di alzare la circolazione pro-capite del denaro e, di conseguenza, i prezzi dei loro prodotti. Così, nel 1877, ignorando l'ammonimento del presidente Hayes che un ritorno al bimetallismo sulla base del vecchio rapporto sarebbe equivalso a una svalutazione, il Congresso approvò un progetto presentato dal deputato Richard P. Bland del Missouri (nella foto), che consentiva il conio illimitato di argento sulla base del rapporto con l'oro di 16 a 1. Dopodiché, Bland fu soprannominato Silver Dick... lasciò a voi ogni considerazione sui possibili altri significati di questo nomignolo petronius1 punto
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Non lasciamo perdere la forma neanche per idea. Un libro e’ un oggetto sacro. La forma va curata come e anche piu’ della sostanza. Il libro, composto nella forma attuale con Gutemberg nasce perfetto. Chi ha avuto la fortuna di poter sfogliare un incunabolo puo’ comprendere la bellezza perfetta di quelle prime produzioni. fino all’avvento della stampa digitale fare un libro era un processo molto serio e professionale. L’avvento del digitale ha permesso di velocizzare, saltandole, molte fasi della preparazione e della redazione , comprimendo i costi e dando la possibilità a molti di pubblicare, il contraltare e’ pero’ una perdita di qualità in molti (certamente non in tutti) casi. concordo con chi mi ha preceduto che forma e contenuto in un libro debbono essere inscindibili e soprattutto armonici non solo per gli studi sociologici ma per il rispetto della cultura e dell’oggetto ( il libro) che la diffonde1 punto
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grazie @elledi, infatti il valore del contenuto (che sto leggendo con piacere) non è in discussione, ma non è vero che contenuto e forma viaggino su canali distinti, come è stato detto in altri commenti, e quindi si possa prescindere dalla seconda perché il primo basta a se stesso. Non lo dico io ma decenni di studi di sociologia della comunicazione. Il contenuto lo mette l'autore, la forma finale gliela dà l'editore che qui, mi spiace, ma non è stato all'altezza. Comunque complimenti a lei per l'indagine.1 punto
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Carissimo. Hai pienamente ragione. Errori ce ne sono molti e io stesso ti posso assicurare che apro di malavoglia questo libro perchè..era la mia prima opera, nato sotto una cattiva stella (volevo addirittura sequestrarlo) perchè metteva in luce certi "giochini" poco leciti che si ponevano in essere in certi ambienti... Credo però che i contenuti meritano rispetto. Nessuna colpa dell'editore. Solamente MIA e me ne assumo tutta la responsabilità. Oltre a quelli da te menzionati ci sono altri errori...solo in una cosa posso dirti che non ci sono errori: nei CONTENUTI..tutto vero e purtroppo esatto in ogni dettaglio. Il volume è stato pubblicato in fretta e furia perchè si cercava di "insabbiare" tutto quanto e io questo non lo volevo assolutamente perchè i cittadini ed i contribuenti hanno il diritto sacrosanto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici... Detto questo, puoi star sicuro che nessun lavoro è esente da errori, nessun autore escluso. E talvolta sono errori anche piuttosto significativi. Ma so cosa c'è dietro ogni lavoro...fatica, studio e tanto altro...Quindi...concedetemi e concedete a chi scrive un po' di indulgenza...e grazie degli errori che segnalate..servono per migliorarci e a me per fare sempre meglio1 punto
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@Anxur @fagiolino @demonetis Giusto sfogliando al volo le prime dieci pagine, le cose macroscopiche: - un po' ovunque non sono stati eliminati i doppi spazi - ovunque invece di esserci la E maiuscola accentata (È) è scritta con l'apostrofo (E') - frontespizio: prefazione a cura del "Dott.Eupremio Montenegro." [punto finale inguardabile e manca spazio) Nella pagina successiva perde addirittura una t e diventa "Dot. Eupremio Montenegro" - Premessa firmata "L'Autore." [col punto finale] - nelle pagine bianche rimane il numero di pagina (es p.2) - Pagina iniziale della Parte seconda posizionata sulla pagina sinistra (304) invece che sulla destra (305) - immagini sgranate. A parte fotografie di monete che va bene, può capitare di non averne in qualità da stampa, ma che senso ha pubblicare foto già in partenza di bassa qualità, in scala 1.5:1, quindi mezza volta più grande del normale e farle venire ovviamente sgranate? Per non parlare a p.1 lo stemma della Guardia di Finanza completamente sgranato. - sequenze di pagine costruite come "muro di parole", che non vanno mai a capo (stancando la lettura) - note che ricopiano esattamente le stesse parole riportate nel testo (es. nota 4 a p. 5 che ricopia le righe 30-31) - virgolette aperte che invece sono girate dall'altro verso (es. p. III) -indicazioni di quantità incomprensibili del tipo: "nr.5.210" (invece di "n. 5.210") - .... quattro puntini di sospensione invece di ... tre (p. III) - concordanze sbagliate: "prove e progetti monetari realizzate" (p. VII) Questi sono proprio errori. Poi ci sono scelte discutibili, ma qui dipende dai gusti (diciamo così), come la scelta del formato per le citazioni bibliografiche, soluzioni tipografiche come le "pergamene" e le ombreggiature nei titoli che... nemmeno negli anni Novanta con Word . Come nella foto che allego ("pergamena", NOTA DELL'AUTORE. (ombra e punto), immaginetta sgranata; lettera capitale iniziale che invece di coprire 2/3 righe ne copre solo una lasciando l'antiestetico spazio tra prima e seconda riga). Mi fermo qui. La "colpa" è tutta dell'editore, non dell'autore, il cui testo va comunque sottoposto a editing redazionale e impaginato con un minimo di grazia.1 punto
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Ho iniziato a collezionare da bambino nel millenio scorso. Nei decenni ho continuato ad accumulare ogni tipo di moneta che attirava la mia attenzione. Seriamente ho cominciato con la Repubblica Italiana (circolate, commemorative, banconote, ecc.), poi sono passato al Regno d'Italia. Mentre il tempo scorreva avanti, io procedevo in senso contrario: da Vittorio Emanuele III ad Umberto I e poi a Vittorio Emanuele II. La sabbia della clessidra continuava cadere e la collezione correva inarrestabile, ad un certo punto oltre che in senso verticale ha iniziato ad espandersi orizzontalmente: allora sono venute le Colonie, le Piastre, man mano che venivano sostituite da esemplari migliori, le monete più malconce andavano a formare una seconda collezione di V.E.III, e poi e poi... Ma intanto i viaggi all'estero, piccole collezioni di amici e parenti desiderosi di disfarsene, aste, negozi e mercatini: tutto veniva preso e classificato. Nel 1987 sentii la necessità di riunire in un solo tomo, corredato con informazioni di storia e di numismatica tutta la collezione dell'epoca in mio possesso. Ora, riguardando il catalogo d'allora, sorrido pensando alla piccola cosa che era in confronto al "mostro" che è divenuta. Come ho già detto altrove, l'album "dei rottami" consiste in qualche decina di raccoglitori separati dal nucleo principale che resta il Regno ora esteso anche al Regno di Sardegna con qualche digressione ai Savoia ante 1720 (la Repubblica è ormai completa nella sua prima serie ed è affiancata da altre tre serie minori di monete raccolte al tempo della loro immissione in circolazione e giace come ibernata altrove). Così anche la collezione principale è ora affidata a stanze secretate e buie dove di tanto in tanto discendo per corroboranti immersioni nella storia e per trarre qualche esemplare da fotografare: non so se farò in tempo a compiere l'estremo catalogo (ormai tutto in digitale) corredato da foto. Il lago protegge la raccolta mondiale e mi consente di pescarvi qualche curiosità da postare sul forum e mi dà la preziosa occasione di confrontarmi con dei veri esperti. Il mio negoziante di fiducia mi scruta silente ogni volta che mi reco da lui e sogna di fare del tutto una bella asta alla mia dipartita. Ma io resisto ancor... La copertina del primo serio tentativo di catalogazione della collezione eseguita col "mitico" Macintosh della Apple.1 punto
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questa è la tipologia più comune dei Roba'i. Ci terrei ad averne uno ma ogni volta mi superano all'ultimo momento. Ma non demordo, ci riuscirò. al-Mustansir billah. AH 427-487 / AD 1036-1094. (16mm, 1.05 g). Siqillîyah (Palermo) . Album 722.1 punto
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