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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/05/24 in Risposte
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Martedì 26 novembre dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Un particolare grosso coniato sotto il dogado di Antonio Venier" tenuta da Andrea Costantini. Andrea Costantini è appassionato e studioso della monetazione veneziana ed ha collaborato con la SNI. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati a metà del mese di novembre.5 punti
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Ma non è meglio questa? This exquisite 1 Oz Silver coin celebrates the elegance and allure of Brigitte Bardot, depicted in a style reminiscent of a painting with vivid brushstrokes that capture her iconic beauty and timeless charm. The coin features a unique and distinctive design, with rich coloration that enhances its artistic appeal. It comes in a themed case, along with a Certificate of Authenticity. Limited mintage of only 100 pieces worldwide. https://www.powercoin.it/en/europe/11260-brigitte-bardot-elegance-in-art-1-oz-silver-coin-1-usa-2024.html D'accordo, costa 10 euro in più di quella di Trump, ma secondo me vale la pena spenderli petronius3 punti
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Salve, segnalo : Le medaglie napoleoniche di Orazio Barsanti imprenditore lucchese a Parigi Franca Maria Vanni Nel volume sono descritte e commentate 195 medaglie di età napoleonica della collezione di Orazio Barsanti, il fondatore di una manifattura specializzata nella produzione di calchi di opere d’arte. Il Barsanti formò questa raccolta a Parigi per poter realizzare calchi di alta qualità prodotti da matrici ricavate direttamente dagli originali. La documentazione archivistica rintracciata dall’autrice a Parigi consente di poter datare le riconiazioni che costituiscono la maggioranza degli esemplari tra il 1842 ed il 1860 in base al simbolo presente su di essi. Numerosi ingrandimenti offrono la possibilità di apprezzare questi capolavori incisori fin nei minimi particolari. Il volume è corredato da un’ampia bibliografia e dagli indici delle legende del dritto e del rovescio per una più agevole consultazione. 254 pagine a colori, formato foglio A4 https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&opi=89978449&url=https://www.edizionidandrea.com/&ved=2ahUKEwjgqM3Q- sSJAxXnlP0HHfWGA0cQFnoECB0QAQ&usg=AOvVaw1rZx26Hvtxi2vmuYN3LTiz2 punti
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Ciao a tutti, visto che, contrariamente a quanto dichiarato qualche tempo fa, sono ancora impantanato nella meravigliosa palude della monetazione del periodo repubblicano, ho il piacere di condividere con voi un paio di regali anticipati che mi sono fatto come di consueto per compleanno + Natale. Si tratta di due denari che ho decido di inserire in un unico post visto i soggetti che rappresentano, li presenterò in ordine cronologico. Il primo è un denario della Gens Tituria raffigurante Tito Tazio, il re dei Sabini poi divenuto Re "dimenticato" di Roma visto che non viene mai considerato nella lista dei "7" (con lui 8 ) Re e convenzionalmente a quanto ho capito (anche se il calcio non è una mia passione…) l'ottavo Re di Roma è considerato Totti…🤨 Come molti personaggi di quel periodo è avvolto nella leggenda, sarebbe vissuto durante alcuni episodi molto famosi della storia della Fondazione di Roma, il ratto delle sabine e la vicenda della povera (o no?) Tarpeia e, a seguito delle stesse, avrebbe governato per 5 anni dal 750 al 745 a.C. insieme a Romolo. I due episodi di cui sopra sono raffigurati entrambi nei denari della Gens Tituria i cui membri si ritenevano discendenti dei Sabini (da qui anche il ritratto di Tito Tazio al dritto chiaramente), in questo post vedrete quello di Tarpeia perché non possiedo ancora quello del ratto delle Sabine (lo trovate ovunque in rete se siete curiosi). Come dicevo al rovescio è raffigurata Tarpeia nei momenti finali della sua vita mentre i soldati Sabini la seppelliscono con i loro scudi, del mito in questione vi sono almeno due interpretazioni. La prima è a favore della buona fede della fanciulla che tentò di ingannare i Sabini chiedendo loro, in cambio dell'apertura delle porte di Roma, "quello che avevano al braccio sinistro", così i soldati le avrebbero dato i loro scudi (che portavano appunto al braccio sinistro) e sarebbero stati indifesi di fronte ai romani. La seconda è a favore dell'avidità della fanciulla perché sembra che essa in realtà volesse i bracciali d'oro dei Sabini e non gli scudi. L'epilogo finale in ogni caso non è mai favorevole alla fanciulla (😞)perché in entrambe le versioni i soldati le danno comunque i loro scudi e lei finisce sepolta dagli stessi, considerando che la Gens Tituria la celebra in una moneta sarei più propenso a credere alla prima versione, nel forum comunque ci sono delle discussioni molto interessanti sulla questione se volete approfondire. Di seguito il denario in questione, inutile dire che lo adoro: L. Titurius Sabinus, Denario, Roma, 89 a.C., Crawford 344/2b 4.00g X 18mm, Argento D/ SABIN; testa di Tito Tazio; davanti, un ramo di palma. R/ L TITVRI; Tarpeia con due soldati; in alto, un crescente con una stella. Il secondo denario è della Gens Memmia, raffigura al dritto il Dio Quirino e al rovescio Cerere, il dritto della moneta è il motivo per cui ho deciso di mettere insieme i due personaggi in un unico post, la divinità in questione, nella leggenda della Fondazione di Roma sarà identificata con Romolo. Il Dio Quirino sembra fosse in origine una divinità Sabina infatti pare che lo stesso Tito Tazio avesse edificato un piccolo tempio in onore del Dio sul Campidoglio. Mi piaceva l'idea di mettere i primi due Re di Roma uno accanto all'altro, è anche il motivo per cui ho aggiunto insieme le due monete alla collezione 😊 Non scrivo altro visto che comunque sul forum ci sono discussioni più autorevoli delle mie su questi argomenti, vi presento quindi anche il secondo denario, adoro anche questo ovviamente, il ritratto in particolare mi fa veramente impazzire: C. Memmius C.f., Denario, Roma, 56 a.C., Crawford 427/2 4.00g X 20mm, Argento D/ QVIRINVS/C MEMMMI C F; testa di Quirino. R/ MEMMIVS AED CERIALIA PREIMUS FECIT; Cerere con torcia e spighe di grano; davanti, un serpente. Grazie a tutti per l'attenzione, Matteo2 punti
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Salve Provo a dare il mio contributo. Secondo me le lettere della legenda sono completamente scomparse perché la moneta è molto usurata dall'uso. La forma ovale indica semplicemente che nel foro passava una corda che col tempo ha deformato il buco per effetto dell' usura della corda sulla sommità del foro.2 punti
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Ciao, sembrerebbe un asse imperiale forse Marco Aurelio o Commodo , comunque di quel periodo. Il fatto che sia bucata è interessante, si tratta sicuramente di un riuso tardo come monile. Forse avvenuto nell' alto medioevo. Esempio ,Santa Mustiola , catacombe,corredo goto.2 punti
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Ecco questa finalmente la riconosco pure io😄buono da 2 o 1 franco 1924 Monaco https://en.numista.com/catalogue/pieces5578.html2 punti
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G.le Sara, capisco che sei alle primissime armi, ma in questo blog quando si chiedono pareri si ha la buona creanza di salutare all'inizio e ringraziare alla fine, sarebbe sempre gradito se non obbligatorio postare anche le foto delle monete di cui si chiede conto poiché potrebbero essere dati pareri erronei, magari qualcuno potrebbe accorgersi che la tua moneta potrebbe avere un particolare che agli altri sfugge, fermo restando che le monete di cui hai chiesto non hanno alcun valore, ma c'è sempre un ma...e proprio in questi giorni ne abbiamo avuto esempio, se la persona non avesse postato le foto non avrebbe mai saputo che aveva una moneta rara in mano e gli avrebbero risposto che era una moneta comune. Spero di essere stato di aiuto nel tuo approccio alla numismatica e al gruppo.2 punti
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Franza o Spagna... ... purché se magna O meglio, in questo caso... purché se conia E così, dopo essersi ispirata per il dollaro allo Spanish Milled dollar, il celeberrimo "pezzo da otto" dei pirati, la Zecca statunitense pensa che sia venuto il momento di prendere spunto dalle monete francesi. E' infatti un'esplicita richiesta del Direttore Edward Leech a Charles Barber quella di modellare la testa di Lady Liberty sulle nuove monete prendendo a modello la contemporanea testa di Cerere, opera di Eugène André Oudiné, che compariva sui franchi francesi. E Barber esegue. Questo è il mezzo dollaro, dimes e quarters sono uguali. La somiglianza è innegabile, anzi, la Lady di Barber, con quel cappello frigio, il copricapo-simbolo della Rivoluzione, sembra ancora più "francese" dell'originale E non sono certo io il primo ad accorgersene. Scriveva infatti l'American Journal of Numismatics poco dopo il rilascio delle prime monete: "E' più che altro una sensazione, difficile da definire, ma percettibile, che la testa rimandi a quelle classiche su alcune monete romane e, una sensazione ancora più forte, alla testa sui franchi francesi..." petronius2 punti
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Dicevo, ma non solo. Tripoli mi ricorda mio nonno durante la campagna d'Africa, di stanza in Tripolitania. Quella di seguito, è una e unica foto che lo ritrae su un autocarro della FIAT che aveva appena sostituito con una carretta trainata da cavalli. Mio nonno aveva il compito di raccogliere morti e feriti nel campo di battaglia. Da notare le gomme piene prive di camera d'aria e la capote che si abbassava in caso di pioggia. Scusatemi per il fuori topic.2 punti
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Uno dei miei primi "amori" sono le fibule ,in particolare le fibule a balestra o testa di cipolla tardoantiche. Ne è stata ritrovata una dorata ad Adrianopoli. https://stilearte.it/guarda-che-splendore-loggetto-romano-emerge-dagli-scavi-con-lobolo-di-caronte-cose-a-cosa-serviva-perche-quella-formarispondono-gli-archeologi/2 punti
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Buonasera a tutti Non condivido una monetina da parecchio tempo 😅 Questo giorgino si va ad aggiungere in collezione a fianco del 26 che già avevo....son monete di piccolo taglio in mistura e complicate da trovare con bei rilievi, figuriamoci con l'argentatura. Questa appena vista mi ha fulminato. Una freschezza così l'ho trovata poche volte. Sono molto soddisfatto. Cosa ne pensate? Un saluto a tutti.1 punto
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Spesso, nei cataloghi di vendita capita di trovare che i grandi bronzi di Postumo non emessi dalla zecca di Treviri (in passato identificata inizialmente con Colonia), siano ricondotti a un generico Atelier II. Si tratta di un centro di produzione che ha visto alternarsi numerosi incisori con risultati di varia natura: dalle emissioni di ottimo stile alle emissioni più rozze e dimensionalmente ridotte, utilizzando sia la coniazione che la fusione quali strumenti produttivi. L'Atelier II è stato individuato e ottimamente censito nel testo di riferimento per i bronzi di Postumo, l'opera di Bastien "Le monnayage de bronze de Postume" del 1967. Successivamente molti sono stati gli studi compiuti da altri autori che hanno completato e integrato la sua opera magistrale, focalizzandosi anche su questo misterioso Atelier II (Gricourt, Hollard, Pilon...). Adesso, piccola pausa... leggetevi questo fumetto! ...anche se in francese, la lettura risulta comunque comprensibile: due (soldati? controllori?) romani girovagando per un vicus - un villaggio rurale - si imbattono in un'officina clandestina dove dei falsari sono intenti a fare... il loro lavoro e la mia gioia - futura di un bel po' di secoli - di collezionista di imitativi! Il luogo non è un luogo a caso, siamo a Chateaubleau un piccolo villaggio rurale della Seine-en-Marne che gode di una discreta fortuna derivata dalla sua posizione lungo la via Agrippa che collega Boulogne-sur-Mer a Lione e Milano e alla presenza in loco di sorgenti ritenute miracolose. Ebbene sì, a Chateaubleau esistevano di sicuro due santuari di una certa importanza: uno dedicato proprio a queste acque miracolose (un cosiddetto sanctuaire de source) che dovevano guarire da sterilità e malattie degli occhi e un altro con una serie di celle multiple dedicate a diverse divinità tra le quali Mercurio, protettore di viaggiatori e commercianti, e la dea Epona, protettrice dei cavalli. A questi due santuari probabilmente se ne deve aggiungere un terzo stando ai più recenti sondaggi archeologici. La pianta del vicus è stata così ricostruita dagli archeologi e, come potete già notare dalla cartina, sono state evidenziate ben 3 strutture adibite alla produzione di moneta. Già, perché è proprio su questo aspetto che volevo incentrare questa discussione: la produzione di moneta locale. Il sito di Chateaubleau, studiato magistralmente da Pilon, è stato un importante centro produttivo di moneta imitativa del III secolo. I ritrovamenti chiave di materiale di scarto di fusione, di tondelli vergini, di tondelli scartati, di materiale metallico destinato alla fusione, di barre preparatrici di tondelli, di matrici di pietra per la produzione di tondelli per fusione e di una grande quantità di stampi in terracotta con calchi di denari, sesterzi e antoniniani ufficiali non lasciano dubbio alcuno circa la presenza di ben tre (o forse di una sola ma articolata in tre officine!) zecche locali attive molto probabilmente dal 260 al 280 d.C. Delle tre officine, due non potevano non "conoscersi" data la loro distanza di pochi metri e, in generale, essendo tutte e tre operanti nel medesimo periodo è alquanto probabile, se non certo, che ci fosse un certo scambio della manodopera impiegata. Una pianta più dettagliata della zona forse rende meglio l'idea: Interessante come in queste tre officine si sia prodotto di tutto: dai denari agli antoniniani passando per i sesterzi, sostanzialmente con questa distribuzione: Lo studio e l'analisi su questo sito, per quel che mi riguarda, è ancora in una fase embrionale, ma già da adesso volevo condividere con voi alcune mie piccole scoperte e qualche sintesi. Di grande interesse è il tempio a nord, il santuario di fonte, dove è stato trovato un vero e proprio ripostiglio di tondelli vergini da coniare scartati in quanto difettati. Il deposito citato è stato rinvenuto nella zona del "bassin nord" e si tratta di un possibile deposito votivo dove il valore in questo caso non era costituito da reali monete in quanto tondelli non coniati, ma da oggetti monetiformi il cui valore risiedeva nel loro peso complessivo. La datazione, resa possibile anche grazie alla presenza di un antoniniano imitativo di Tetrico I con l'hilaritas al rovescio è collocabile tra il 274 e il 280 d.C. Un simile deposito, proprio per la sua natura, può essere stato accantonato quasi sicuramente da un soggetto in stretto contatto con un atelier di produzione di moneta imitativa, quindi con buona dose di probabilità da un addetto alla preparazione dei tondelli o comunque da qualcuno facente parte della filiera produttiva e data la vicinanza di ben tre officine è altamente possibile che il dono sia composto proprio da "prodotti locali". - FINE PRIMA PARTE (...continua nei prossimi giorni) -1 punto
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Buongiorno, mi chiamo Simone e sono nuovo del forum. Ho ritrovato delle vecchie monete in una cantina che ho recentemente comprato, Vanno dai primi del secolo scorso fino all'arrivo dell'Euro. Per lo più sono monete del regno d'Italia e lire repubblicane, di tutto un po'. per un totale 5-6000 monete (a peso). Non ci capisco assolutamente niente ma leggendo i vari post due cose, le ho capite: che non vanno pulite e che non hanno alcun valore. Però, volendole conservare e magari catalogare, giusto per ricordo, come dovrei procedere? Per anno, per tipologia, per "bellezza" oppure come? Una lavatina con un po' di acqua, giusto per non sporcarsi... No? Grazie a tutti. Un saluto. Simone1 punto
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Buona sera, sono interessato al catalogo: Dr Busso Peus asta 437 del 24-25/4/2024 Ringrazio per l'iniziativa. Cordiali saluti. Giuseppe1 punto
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Salve,questa dovrebbe essere Alessio III con busto del Cristo Pantocratore in un verso e Alessio con San Costantino nell' altro. https://www.acsearch.info/search.html?id=51179681 punto
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Ci siamo quasi… qualche info finale per la location e l’indirizzo, Sala Duomo primo piano. Iniziamo alle 9 precise perché la carne al fuoco e’ veramente tanta, buona Milano Numismatica !1 punto
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Si, è da ciotola c'è l'ho da almeno trent'anni, qualcuno aveva ipotizzato che è stata usata come leva per aprire un barattolo di vernice bianca magari! con qualche goccia di acetone puro sarebbe andata via in breve tempo, non ha reagito di un millimetro a nessun tipo di pulizia non invasiva, significa che resterà così, il volto di Murat è comunque salvo.1 punto
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Grazie per la risposta! Nel suo piccolo davvero una bella monetina, anche se in scarsa conservazione. Veramente una bella risorsa questo forum, composto da persone gentili e preparate! Un caro saluto, Arnold!1 punto
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Questa sostanza biancastra mi ricorda un'altra mia moneta, in tutti questi anni non sono mai riuscito a toglierla, troppo tenace! chissà che materiale sarà1 punto
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Salve,questa secondo me è di Isacco II con la Vergine seduta sul trono e Isacco che indossa la lorica. https://www.acsearch.info/search.html?id=124880981 punto
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Dedotta dall' era fascista e dal mese. giorno 17 del IX (settembre) del XVII anno dell' era fascista .1 punto
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Salve,è un terzo di ducale di Ruggero II zecca di Palermo https://www.acsearch.info/search.html?id=1405597 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RIIRS6/21 punto
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Nel senso latino di "monstrum", immagino 😅. E sottoscrivo! Ciao. Stilicho1 punto
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Non credere a quanto potresti aver letto in giro, che le monete datate 1999 sono rare e di grande valore. TUTTI i paesi hanno iniziato a coniare gli euro nel 1999, alcuni, come l'Italia, hanno però deciso di datare tutte le monete 2002, l'anno di effettiva messa in circolazione, altri, come la Spagna, hanno scelto di indicare l'anno di produzione. Tutto qui. petronius1 punto
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Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy emette il 3 novembre 2024 un francobollo commemorativo di Alberto Manzi, nel centenario della nascita. Caratteristiche del francobollo La vignetta riproduce un ritratto di Alberto Manzi inserito tra un traliccio ricetrasmittente e un televisore in stile anni Sessanta rappresentativi dell’importante ruolo di insegnante ed educatore che Alberto Manzi svolse con la trasmissione Rai “Non è mai troppo tardi”: primo esempio di didattica a distanza per adulti che contribuì notevolmente all’alfabetizzazione della popolazione italiana. Completano il francobollo le legende “IL MAESTRO”, “ALBERTO MANZI” e le date “1924 - 1997”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Tiratura: duecentocinquantamila venti esemplari Bozzetto: a cura del Centro Alberto Manzi, Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna, ed ottimizzato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.. Indicazione tariffaria: B. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: tre; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 30 x 40 mm.; formato stampa: 26 x 36 mm.; formato tracciatura: 37 x 46 mm.; dentellatura: 11, effettuata con fustellatura. Caratteristiche del foglio: Quarantacinque esemplari. Sulla cimosa è riprodotto il logo MIMIT monocromatico. Nota: La fotografia che ritrae Alberto manzi è riprodotta per gentile concessione dell’autore Paolo Mazzoli. Consiglio la visione del filmato di cui allego il link, per comprendere appieno quanto il celebre maestro fosse molto di più di quello per cui è notoriamente conosciuto... https://www.raiplay.it/video/2024/10/Passato-e-Presente---Alberto-Manzi-il-Maestro-degli-Italiani---04112024-a5b45136-512d-4102-b97e-173b5755b18e.html1 punto
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Complimenti per i due bellissimi acquisti Rufilius. Affascinanti e pieni di storia.1 punto
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Salve,dovrebbe essere un denaro RX di Corrado I zecca di Brindisi https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CR1/31 punto
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Ullala', la busta e' bella incasinata. Affrancata in partenza come lettera chiusa e imbucata in cassetta postale con 750 lire castelli d' Italia rocca di Urbisaglia, annullato in partenza da Lido di Jesolo (VE) il 18.4.1992... ...arriva a Sava (TARANTO) il 21.5.1992 ( e' trascorso molto tempo dall' invio, gia' questo è segno di qualche disguido durante il viaggio)... ...a Sava viene addirittura APERTA ERRONEAMENTE (vedi scritto sul dietro della busta).. e richiusa con i tre belli e rari sigilli dell' AMMINISTRAZIONE DELLE POSTE ITALIANE. .. (questo significa che a Sava neanche loro erano sicuri di ciò che facevano).. ... viene poi tassata per 2.200 lire con segnatasse emissioni del 1991-92. Devo dire la verità stabilire esattamente cosa sia successo non è semplice, la busta era in partenza in corretta tariffa lettere per l' interno con 750 lire, sempreché il peso non superasse i 20g ,.. ..ora considerando che ad occhio sembrerebbe una busta grande, presuppongo che la busta superasse il primo porto di 20g, .. e che la tassazione fu applicata a coprire il costo dei porti mancanti. Purtroppo non mi tornano i conti per stabilire di quanti porti fu tassata. Se fosse stata tassata per dei porti mancanti l'ufficio postale avrebbe dovuto scrivere sulla busta il peso, ed invece abbiamo un timido 2.200 scritto in alto al centro. Ho l' impressione che all' ufficio postale di Sava abbiano tirato ad arrotondare la tassazione, che fu applicata sicuramente per il peso eccedente l' affrancatura apposta in partenza. In periodo repubblica non abbiamo piu' gli impiegati zelanti al centesimo come in periodo Regno, e questo si vede dai conti che non tornano, almeno a me. !!! Mi dispiace non so aggiungere altro con certezza. Le buste tassate sono sempre interessanti e ricercate.1 punto
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Falso nel senso che è una riproduzione e non certo un falso per frodare, difficile farla passare per buona una volta che l'immagine di Maria Teresa e tutto il resto è differente, ho anch'io una riproduzione (alias patacca) credo recente con il contorno rigato, in questo caso il busto della sovrana è grande come nell'originale.1 punto
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La tua dovrebbe essere simile a questa...la prossima volta cerca di fare foto più grandi e ben visibili ,con persone diametro. Così riusciamo meglio ad aiutarti.1 punto
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Ho aggiornato il post #1 con la vendita Baranowsky del 17/5/1932: https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k9813105c/f78.item.r="Monete di Venezia".zoom1 punto
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Ho provato a rifarla cercando di fotografarla più da vicino e schiarendola un po', ma non si capisce un granchè. L'ipotesi più probabile è che sia la versione con l'aquila o capricorno e aquila. Però è solo un'ipotesi. Grazie comunque.1 punto
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C'è poco da dire... Il tuo gusto si è affinato sempre più e su questa difficilissima zecca ti sta facendo prendere esemplari notevolissimi. Complimenti, bravissimo!1 punto
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Una monetina da ciotola date le condizioni non conteggiata, debbo lasciarla così sino alla fine del concorso o posso cominciare con il trattamento? presenta un'incrostazione bianca durissima1 punto
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Il 6 ottobre del 1786, dalla Regia Zecca delle monete, il maestro di zecca Cesare Coppola scrive a re Ferdinando informandolo della dipartita del mastro de’ conj Bernardo Perger, avvenuta il giorno precedente. Inoltre, rileva la necessità di nominare urgentemente un altro incisore “per l’incessante bisogno delle correnti monetazioni” proponendo il figlio maggiore del defunto, Domenico, per l’esperienza acquisita durante l’affiancamento al padre. Per inciso, da altri documenti risulta che Bernardo aveva due figli, Domenico e Giuseppe, entrambi lavoranti alla zecca e competenti nell’utilizzo e nella costruzione delle macchine. Le parole “hà bene spesso supplito le veci del di lui Padre, quando per la sua infermità è stato impedito, nel formare i Conj per le monetazioni” mi suggeriscono di ipotizzare che il conio della piastra del 1786 con sigla P. (Magliocca 244a) possa essere stato realizzato non da Bernardo Perger, bensì da Domenico, quando il padre era nell’impossibilità di lavorare per questioni di salute. Nominato Domenico Perger maestro dei coni, nel 1786 inizia a siglare le monete con D.P. (per distinguerle da quelle con la P.?) per poi passare alla sola P. Due stralci del documento conservato presso l'Archivio di Stato di Napoli, Ministero delle finanze, busta 2136.1 punto
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Dovrebbe essere un rebus mnemonico: Ascendente in Acquario Buona serata!1 punto
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Ciao, solo 10.000 ? ci sono altre proposte a 15.000 €. ma nel corso del tempo per la stessa moneta ne ho viste anche 180.000 euro Capirai che sono vendite di fantasia, il web ne è pieno, direi ammorbato! giustamente quelle cifre attirano molto i profani in materia, ma restiamo con i piedi per terra, il suo reale valore? 2 euro Questa è una vendita seria, ma è meglio dire semi-seria, giusto perchè la vendono a ben 0.99 centesimi di più di quanto vale! e vogliono pure 1,50 euro per la spedizione! che ingordi... Almeno quella da 15.000 euro la spedizione è gratuita! ps: la tua moneta è del 2001 e non del 2021 per come la descrivi nel titolo della discussione, ma nessun problema, vale ugualmente 2 euro e non meno1 punto
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Mancano le stelle per l'estrema usura da circolazione. Quando ne avrai una in queste condizioni senza stelle se ne può parlare.1 punto
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• PASSIENUS RUFUS (7 a.C. ?) identificazione incerta L PASS[ ]VS RVFVS IMP Console (4 a. C.), proconsole dell'Africa, ottenne il titolo di imperator e gli ornamenti trionfali (3 d. C.). • FABIO MASSIMO (10 - 9 a.C.) identificazione incerta ΦABIOΣ MAΞIMOΣ Proconsole in Asia. Imparentato con Augusto per matrimonio e autorizzato a battere monete con la propria testa sul dritto. • VOLUSIUS SATURNINO (60 a.C. - 20 d.C.) identificazione incerta PERM L VOLVSI PROCOS CERC L VOLVSIVS SATVR ACHVL L VOLVSIVS SATVRN L VOLVSIVS SATVR Volusius Saturninus fu console suffetto nel 12 a.C. Fu il primo membro della sua famiglia senatoria ad accumulare grandi ricchezze e il suo servizio a Roma diede loro grande prestigio. Sia suo figlio, chiamato anche L. Volusius Saturninus, sia il nipote, Quintus Volusius Saturninus, divennero consoli, rispettivamente nel 3 e nel 56 d.C. Sua nipote, Lollia Paulina, era la terza moglie dell'imperatore Gaio (Caligola). • VARUS Publio Quintilio Varo (47 o 46 a.C. - 9 d.C.) identificazione incerta P QVINCTILI VARI ACHVLLA P QVINTLI VARVS Publio Quintilio Varo è stato un politico e generale romano. Nato da una gens patrizia decaduta, riuscì a intraprendere la carriera politica grazie alla vicinanza dell'imperatore Augusto: questi gli permise di salire i gradini del cursus honorum e lo accolse nella sua famiglia dandogli in sposa la figlia di suo genero, Marco Vipsanio Agrippa. Esercitato il consolato nel 13 a.C., Varo ricoprì ruoli di notevole prestigio, quale quello di proconsole in Africa e, più tardi, quello di legatus Augusti pro praetore in Siria. Nel 7 d.C. fu inviato come governatore in Germania; qui, tuttavia, fu ingannato e attaccato dalle forze germaniche comandate dal principe dei Cherusci, Arminio. Questi, pur essendo a capo della cavalleria ausiliaria delle legioni, agendo da traditore dei Romani, inflisse a Varo, tra il 9 e l'11 settembre del 9 d.C., una durissima sconfitta nella foresta di Teutoburgo, dove furono completamente annientate tre legioni e numerose coorti ausiliarie dell'esercito romano. Lo stesso Varo, vistosi sconfitto, si tolse la vita. • LIBO (27 a.C. – 14 d.C.) CN STATI LIBO PRAEF Prefetto in Spagna al tempo di Augusto. • AFRICANO FABIO MASSIMO identificazione incerta AFR FA MAX COS PROCOS VII VIR EPVLO AFRIC FABIVS MAX COS PROCOS VII EPVL FABIO AFRIKANO Magistrato romano, fratello di Paolo Fabio Massimo, nato nel 45 a. C. Raggiunse il consolato nel 10 a. C. Amministrò l'Africa come proconsole nel 4 a. C. • ASINO GALLO ( 40 a.C. circa – 33 ) C ASINIVS C F GALLVS III VIR A A A FF ΑϹΙΝΙΟϹ ΓΑΛΛΟϹ ΑΓΝΟϹ Figlio di Asinio Pollione; console nell'8 a. C. Sposò Vipsania Agrippina, la prima moglie divorziata di Tiberio. Caduto in disgrazia di questo, dopo tre anni di carcere, si lasciò morir di fame (33 d. C.). Fu oratore; ci è rimasta notizia di un suo libro De comparatione patris et Ciceronis, in cui dava la palma oratoria al padre. La monetazione di Gallo come governatore della Siria è stata coniata nel 5 a.C., e non c'è dubbio che questo ritratto possa essere attribuito a lui. Sebbene non vi sia alcuna traccia del suo essere un monetiere, Gallo sembra anche abbia coniato monete come uno dei tre monetieri di Augusto che forse lo servirono nel 16 a.C. (la data di questo collegio monetale non è certamente nota). • LUCIO APRONIO identificazione incerta L APRONIVS HIPPONE LIBERA Senatore romano, console suffetto nell'8 d.C. e comandante militare attivo durante il regno di Tiberio come proconsole in Asia. • VIBIUS HABITUS (proconsole, 13 - 17 ) identificazione incerta P A VIBI HABITI PROCOS Console suffectus, dalle calende di luglio nell'8 d.C., successivamente proconsole in Africa, 16 - 17.1 punto
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Infatti.. vedendo i principali siti di compro oro vedo che acquistano metallo 24carati pagando 54 euro al grammo.1 punto
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Buongiorno, volevo sapere se qualcuno degli utenti ha mai avuto esperienza sulla spedizione di monete del 1700 dalla Svizzera in paesi Stranieri. Ci sono regole doganali particolari? Chiederò a uno spedizioniere i prossimi giorni, ma intanto ringrazio chi potrà aiutarmi con qualche informazione o esperienza personale. Saluti1 punto
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Prof. Saccocci sulla figura del Cigoi. da: https://www.academia.edu/1223028/Voce_Cigoi1 punto
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Riprendo la discussione come promesso. Ci eravamo lasciati con il rinvenimento del ripostiglio di probabile natura votiva di materiale di scarto di un atelier locale. Qualche dettaglio in più è doveroso. Il deposito comprendeva: un imitativa di Tetrico I, tipo Hilaritas Avg; 17 tondelli non coniati e scartati perché difettosi (es. A2-A4); 582 frammenti di tondelli da coniare (es. A14/A615), 2 boudins monetaires (piccole sezioni ritagliate dalla barra cilindrica che poi andavano martellate per formare il tondello vuoto). Ovviamente, nel sito in questione, non è stato trovato solamente questo materiale estremamente interessante! Accanto a varie monete che attestano la frequentazione del santuario fino al IV secolo (moneta di Graziano, zecca di Arles, RIC IX 15) sono stati rinvenuti altri sesterzi (anche precedenti al III secolo) e antoniniani. Un altro ritrovamento interessante è avvenuto all'interno del tempio: un probabile gruzzoletto disperso rispetto al sito di interramento originario nei dintorni delle due vasche del cortile centrale: si tratta di 27 doppi sesterzi di Postumo di cui più della metà riconducibili al cosiddetto Atelier II. Stabilire la composizione originaria del gruzzoletto, anche dal punto di vista numerico non è semplice e va tenuto conto anche di altri rinvenimenti sparsi nelle vicinanze dei sesterzi (monete di Tetrico e Claudio II, che però non possono essere considerate parte del ripostiglio iniziale in quanto le due tipologie, sesterzi e antoniniani, non venivano praticamente mai tesaurizzate assieme se non con qualche sporadica inclusione dell'uno o dell'altro tipo). Tra questi 27 esemplari figura anche un sesterzio classificato come: N. Catalogo Chateaubleau 7 Atelier II, incisore "G", Doppio Sesterzio [IMP C] M CASS LAT POSTVMVS P F AVG V[IR TVS AVG], Giove andante a sinistra con la testa girata, con in mano fulmine e aquila. 12,62 gr - 9h Bastien 180 (stessa coppia di conii dritto e rovescio degli esemplari 180a-b-c riportati da Bastien, stesso conio di dritto del tipo Bastien 178a-b con rovescio PMTRPIIIICOSIIIPP, stesso conio di rovescio del Bastien 205) Se state cercando lumi sul perché ho concentrato il mio interesse su questa singola moneta, presto detto: analizzando i bronzi di Postumo presenti nella mia collezione ho trovato questo esemplare: A sinistra trovate la moneta appartenente al ripostiglio trovato all'interno del tempio di Chateaubleau e a destra il mio esemplare. Se da foto si apprezza fino a un certo punto, vi posso assicurare che dal vivo, cambiando anche le condizioni di luce, è evidente l'identità di conio sia al dritto che al rovescio. Un interessante lavoro di Gricourt-Hollard "L'articulation des frappes de bronze et de billon dans la production de l'atelier II sous Postume" propone una datazione indiretta del pezzo (nel senso che questo studio non prende in esame il pezzo in questione ma il Bastien 178 che ne condivide il conio del dritto): e questa è l'immagine del pezzo catalogato da Bastien al 178a: Come potete vedere, al di là delle interessanti identità di conio, l'articolo a firma di Gricourt-Hollard tende a individuare delle corrispondenze stilistiche e tipologiche tra le emissioni di bronzo proprie dell'Atelier II e un gruppo di antoniniani imitativi legati tra loro da identità di conio... per dimostrare (e ci riescono in maniera evidente!) che l'Atelier II non ha prodotto solamente grandi bronzi ma anche antoniniani, produzione che poi è diventata esclusiva una volta abbandonata quella dei grandi bronzi... una sorta di riconversione dell'officina. Tassello molto importante questo nello studio del 1987 dell'Atelier II perchè diventerà negli anni a venire un punto chiave per sostenere la tesi attuale di Pilon: l'Atelier II va individuato nell'officina 1 di Chateaubleau. Per ora, il mio studio e la mia analisi si fermano qui... il libro di Pilon (questo: https://www.academia.edu/30806742/L_atelier_monétaire_de_Châteaubleau_Officines_et_monnayages_d_imitation_du_IIIe_siècle_dans_le_nord-ouest_de_l_Empire) mi è arrivato un paio di giorni fa e ho appena iniziato la lettura, per cui ancora non mi addentro sull'analisi degli indizi e dei fatti che portano a questa sensazionale conclusione... già così ritengo che ci sia abbastanza materiale interessante in questa discussione, materiale a cui va aggiunto anche questo pezzo discusso qualche giorno fa qui: Infine, se volete avere un'idea di come doveva presentarsi il santuario dei ritrovamenti citati in questa discussione, non dovete far altro che trovare le corrispondenze della pianta dello stesso con la seconda delle vignette riportate nella discussione di ieri Spero di non avervi annoiato troppo e soprattutto di essere riuscito a trasmettervi un po' del mio entusiasmo nel vedere che tutti i miei studi e le mie ricerche nel campo delle imitative stanno iniziando a trovare dei riscontri oggettivi sulle monete, tondelli consunti e bruttarelli che - un po' snobbati (per fortuna mia!) dal mercato numismatico - son finiti nella mia collezione. Ormai credo vi sia chiaro che tra i miei intenti c'è quello di fare opera di condivisione delle monete che raccolgo, credo che formare una sorta di banca dati di informazioni e notizie possa essere utile per tutti oltre che interessante. E' grazie ai confronti reciproci che si possono trovare elementi utili per la ricerca generale! Inoltre, il collezionismo inteso come geloso possesso del pezzo non mi appartiene... certo, la monete ce l'ho fisicamente io, ma idealmente la condivido con tutta la comunità numismatica affinché resti a disposizione per eventuali studi futuri anche da parte di altri utenti... se @gpittini sette anni fa non avesse postato quella foto di quel doppio sesterzio bruttarello e insignificante per molti... be', nessuno avrebbe saputo della sua identità di conio, della provenienza dei suoi "fratelli" ecc ecc, quindi: CONDIVISIONE SIA!1 punto
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