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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/15/24 in Risposte

  1. Carissimi amici ed appassionati della medaglistica napoleonica, quest'oggi ho il piacere di presentarvi l'ultimissima arrivata in collezione. Si tratta della medaglia in argento per il Te Deum, voluto e commissionato da Napoleone il 28 dicembre 1805 nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna. Si tratta di un gesto di pace tra Francia ed Austria, all'indomani delle cessate ostilità tra le due potenze. La medaglia ha avuto diversi passaggi d'asta negli ultimi anni, il più importante dei quali da Roma Numismatics nel marzo 2022, in una delle più significative aste di medaglie napoleoniche avvenute di recente. Lascio a voi giudicare la bellezza di questo esemplare, caratterizzato da una mirabile rappresentazione della cattedrale fin nei più minimi particolari (opera di Andrieu). Strepitoso, a livello di conservazione, anche il dritto, realizzato da Droz.
    4 punti
  2. Detto in altre ma più chiare parole, su Internet girano un sacco di cazzate totali sul presunto gran valore di monete comunissime, e chi le mette in giro sapendo la loro falsità brucerà all'inferno. Questa storia ha proprio rotto i testicoli: bisognerebbe passare all'offensiva defacciando i siti che diffondono siffatte idiozie.
    4 punti
  3. GIAN80, la catalogazione ti è stata riportata da Genny. Si tratta, in effetti, di una moneta alquanto rara, passata in asta rarissime volte ed anche a prezzi sostenuti. Allego la mia ( dritto, rovescio e taglio ). Saluti.
    3 punti
  4. Come Mario e Marco sanno bene, ho già inviato un mio contributo per il Gazzettino 12. È un articolo che, in realtà, avevo iniziato diversi mesi fa ma poi, purtroppo, è rimasto in sospeso, un po' per cause di forza maggiore ed un po' per mancanza di idee su come proseguire. Mi sarebbe piaciuto riuscire a portarlo a termine per il Gazzettino 11 ma non mi è stato possibile. Ad ogni modo, l'importante è che sia venuto fuori un buon lavoro. Ovviamente, chi mi conosce avrà già intuito che l'articolo ruoterà intorno a Napoleone. In particolar modo, posso dirvi che si focalizzerà sulla zecca di Milano. Non voglio, però, aggiungere altro per non rovinarvi la sorpresa
    3 punti
  5. moltissime sono Onorio 1357 che si presta perchè sempre decentrata e a destra legge VS PF AVG
    3 punti
  6. Ribadisco quanto detto da @dabbene: inviate articoli all'indirizzo indicato, ma non siate timidi, se avete anche solo un appunto di poche righe riguardo una moneta particolare trasformatelo in una "briciola" corredata da una o più immagini in alta risoluzione. Up
    3 punti
  7. Buonasera, affascinato dalla corte dei Severi, condivido un denario di Giulia Domna appena arrivato. Diritto: IVLIA - AVGVSTA. Busto drappeggiato di Giulia Domna verso dx. Rovescio: CERERI - FRVGIF. Cerere seduta verso sx, due spighe nella mano dx; nella sx una lunga torcia accesa verticale. Roma; 200 (venditore); 196-211 (Ocre); gr 3,15, diam. 18,5 mm; asse conio 7h; tipo RIC IV Septimius Severus 546. Giulia Domna mostra varianti ritrattistiche comprese tra gli estremi di un delicato profilo giovanile e uno maturo, talora inasprito. Nelle monete come nella scultura, si incontrano due tipi di acconciatura (L. Buccino, nota 1). Nel ritratto tipo Gabi (datato proprio in base ai confronti monetali al 193-210 d.C. ca., quindi relativo a una Giulia da poco più che ventenne fino ai quarant’anni circa) si presenta come un’ampia calotta che gira ai due lati del volto in onde orizzontali e parallele mentre sul retro si raccoglie in una amplissima e piatta crocchia a larghe fasce che occupa completamente tutto il retro della testa. Nel tipo Leptis (ca. 204- 217, quindi superati i trent’anni fino ai quasi cinquanta) due trecce incorniciano il volto a partire dalle tempie uscendo da sotto l’ampia parrucca, mentre lo chignon ovale, composto da trecce ad andamento concentrico, tende a ridursi alla zona della nuca. Se leggo bene, i due tipi verrebbero dunque a sovrapporsi durante gli anni tra il 204 e il 210, ovvero quando Giulia ha tra i trentaquattro e i quarant’anni circa (facendo fede una data di nascita fissata intorno al 170). Le trecce e le ciocche che fuoriescono all’altezza degli zigomi appartengono alla capigliatura naturale. Alcuni ritratti in marmo mostrano una realizzazione a parte della parrucca, talora in marmo colorato. Il ritrovamento di una bambola in avorio con la tipica acconciatura testimonia la fortuna e la diffusione della moda, che fu severamente, ma a quanto pare inutilmente, messa all’indice dall’autorevole autore cristiano Tertulliano (L’eleganza delle donne VII, 1-2). Cerere, al rovescio, è una delle sei divinità che appaiono nella monetazione di Giulia Domna, con Cibele, Diana, Giunone, Venere e Vesta (F. Gnecchi, nota 2). L’avvicinamento dell’Augusta a Cerere, quindi garante di un impero fecondo e produttivo, è di antica data. Sono infatti numerosi i ritratti di Livia come Cerere, con spighe nella mano o con diadema di spighe. Nella monetazione (a un mio sguardo superficiale e inesperto) vedo Cerere ricorrere nelle emissioni delle due Faustine. Con Giulia Domna in particolare la divinità può aggettivarsi, come nel caso di questa moneta, quale “frugifera”, fruttifera (che porta (fero) frutti (frux, frugis)). La dinastia severiana, cui Giulia Domna dà (letteralmente e politicamente) vita, non è solo un affascinante tempo di mezzo tra l’età antonina e l’anarchia militare o, più estesamente, tra alto e basso impero. E’ anche un quarantennio modellato da una potente e originale idea di governo e di società (nota 3). Per quanto effimere e contingenti, le conquiste militari di Settimio Severo portano a un’estensione dell’impero né prima né dopo raggiunta, mentre L’Africa di Settimio Severo e la Siria delle quattro Giulie fanno di Roma la capitale di una nuova idea di governo imperiale. Una vivacità culturale di primo livello agisce in campo filosofico (Diogene Laerzio, Apollonio di Tiana…), medico (Galeno), storiografico (Cassio Dione, Erodiano…), giurisprudenziale (Papiniano, Ulpiano…). Profonde trasformazioni religiose derivano dal trionfo dei culti orientali (gli dèi di Palmira, di Heliopolis-Baalbek, di Afrodisia, e Cibele, Mitra, Iside, Serapide…) che alimentano un crescente sincretismo religioso. Il cittadino romano cambia volto (letteralmente e metaforicamente) in virtù della rivoluzione (culturale, sociale, politica, giuridica, fiscale…) operata dalla Constitutio Antoniniana. Si modifica il sistema monetario, tra l’altro con l’introduzione dell’antoniano. Un’attiva politica urbanistica e edilizia conta tra l’altro, nella sola Roma, la Domus Severiana e il Septizodium, l’Arco del trionfo partico di Settimio Severo, la Forma Urbis, l’Heliogabalum, le Thermae Antoninianae (o di Caracalla); cui si può aggiungere, sul territorio, la novità politico-militare dei Castra Albana. Tra tanti elementi nuovi e originali spicca anche il protagonismo femminile nel governo dello Stato, ad iniziare da Giulia Domna. Figlia del sommo sacerdote di Emesa, moglie dell’imperatore Settimo Severo, madre dell’imperatore Caracalla e sorella di Giulia Mesa, quest’ultima madre di due madri di imperatori (Giulia Soemia con Elagabalo, Giulia Mamaea con Severo Alessandro). Potentissima Augusta, influente consigliera del marito Settimio Severo (in concorrenza letteralmente mortale con il prefetto Plauziano), Giulia Domna è Mater Castrorum come già Faustina Minore, ma solo lei è anche Mater Senatus et Patriae e Mater Populi Romani, in una sorta di “maternità istituzionale” (nota 4). Donna di potere ma anche di cultura: il sofista Filostrato cita un circolo (κύκλος) guidato da una “Giulia Domna filosofa” (ἡ φιλόσοφος). L’Augusta terrà tra le braccia un figlio assassinato (Geta), vivendo poi una seconda stagione di potere imperiale accanto all’altro figlio, il fratricida Caracalla. Infine, dopo l’eliminazione di quest’ultimo, si suiciderà forse su ordine di Macrino (a sentire Erodiano) o piuttosto lasciandosi morire d’inedia e di malattia in Antiochia (narra Dione Cassio), dopo essersi prima ferita per la disperazione e aver poi cullato un’ultima, inutile speranza di ritrovare un ruolo all’altezza della sua dignità. Un saluto e a presto, Lvcivs LX (nota 1): Seguo Laura Buccino, Morbidi capelli e acconciature sempre diverse. Linee evolutive delle pettinature femminili nei ritratti scultorei dal secondo triumvirato all’età costantiniana, in Ritratti. Le tante facce del potere, catalogo della mostra (Roma, 10 marzo - 25 settembre 2011), Roma 2011, pp. 377-378. (nota 2): Francesco Gnecchi, I tipi monetali di Roma imperiale, ed. Hoepli (ristampa), 1978, (nota 3): Vedi ad esempio Alessandro Galimberti, L’età dei Severi, ed. Carocci, Roma 2023, pp. 9-23. (nota 4): Traggo il termine da un articolo di Annabella de Robertis, Giulia Domna: tra storia e romanzo, 2014.
    2 punti
  8. Buongiorno a tutti, questa è la mia prima discussione su questa chat. Alcuni giorni fa stavo riesaminando la mia collezione e ho notato sulla piastra da 120 grana Regno di NAPOLI di Carlo di Borbone sul diritto della legenda la scritta VTR anziché UTR. Non essendo riuscito a reperire info sui Cataloghi in mio possesso. Volevo chiedere se tale "variante" fosse presente sul Catalogo Nomisma redatto da Pietro Magliocca o altri cataloghi. Ringrazio in anticipo a chi saprà aiutarmi, buona giornata.
    2 punti
  9. Ringrazio Poemenius per la precisazione. Di quanto dice avevo già fatto cenno nel post di apertura: Buona serata. Stilicho
    2 punti
  10. Aggiungo l'immagine del catalogo dell'asta Roma Numismatics, dove viene esaltata in particolare la patina:
    2 punti
  11. Possiamo dire che le crocette hanno un fascino particolare; piccole, a volte in bassa conservazione ma attirano sempre!! E comunque @Poemenius per questo periodo è un mostro!! Ovviamente nel senso migliore che ci sia!! 🤣
    2 punti
  12. Questi sono i due tipi che posseggo e che condividono lo stesso rovescio ps: aggiungo un'altra moneta tunisina da 1 dinar, avevo dimenticato ad inserire quest'altro tipo presente nella mia raccolta.
    2 punti
  13. Moneta di Jean le Bon, ghigliottinata da un sanculotto che odiava i buoni...( un commerciante francioso me la descrisse così, pagai 3 euro) Gros à la couronne. 3e émission. A/ + IOHANNES – DEI: GRA:, deux annelets en ponctuation. Croix latine fleurdelisée et recroisetée, coupant la légende en bas, légende extérieure. R/ °FRANCO RV: REX° en deux lignes sous une couronne ; bordure de douze lis. Billon. 3,26 g. 28,5 mm. 2 h.
    2 punti
  14. Grazie Antonio!Devo ringraziare il CCNM per avermi dato questa opportunità. Mi affaccio umilmente all'argomento. Sebbene esistano per la zecca di Venezia una serie di documenti preziosi raccolti nel Capitolar dalle Broche, mancano precisi riferimenti a questa emissione e ci si muove nel campo delle ipotesi e sul filo di indizi. La bellezza della ricerca è proprio questo. Questa emissione merita altresi' una presentazione perché ci permette di approfondire un periodo molto movimentato per la zecca di Venezia influenzato dalla presenza in città di scultori ed incisori di primissimo livello.
    2 punti
  15. Buonasera! Pubblico un nuovo arrivo con relativi dettagli per il lavoro di @gigetto13 FIDES, IF, peso 3.98 gr., diametro 24.5 mm. Moneta leggera, da' l'impressione che sia stata battuta su un tondello piuttosto sottile. Le scritte infatti sono ammaccate ma non usurate e il genio alato e' in perfetto rilievo, cosi' come il centro del R/ e parti del D/. Ovunque, la S utilizzata e' piu' piccola rispetto agli altri caratteri. Presumo che l'omega sia stata schiacciata dalla stessa ammaccatura visibile sulla O, la R e (meno) sulla V di VENETORU. La doppia SS di "PRESSIDIO" e' evidente. Si puo' notare tuttavia un ampio spazio di ammaccatura tra la P e la E. Potrebbe essere sufficiente per ospitare sia una R che una A, risultando in un'atipica legenda con PRAESSIDIO (una sorta di ibrido tra PRESSIDIO e PRAESIDIO)? Oppure sarebbe piu' appropriato pensare ad una spaziatura in eccesso, dovuta alle ben note estreme condizioni in cui questi pezzi venivano coniati? Grazie e buona serata. Marco
    2 punti
  16. Condivido immagini bella cartolina viaggiata per commenti Ringrazio in anticipo
    2 punti
  17. Nonostante la sconfitta, il partito Populista era tutt'altro che morto. Anzi, alcune loro istanze, in particolare quelle sul sistema monetario, trovarono un'insperata sponda in alcuni importanti esponenti del partito Democratico del presidente Cleveland. Per il quale, bisogna dire, la questione monetaria non era preminente, ritenendo egli soprattutto fondamentale quella dei dazi doganali, come del resto era stato per il suo antagonista, il repubblicano Harrison. Ma fu costretto ad occuparsene quando, nel giugno 1893, tre mesi appena dopo il suo insediamento (allora i Presidenti si insediavano alla Casa Bianca a inizio marzo dell'anno successivo alle elezioni, che si tenevano sempre in novembre), scoppiò la più grave crisi economia e finanziaria che gli Stati Uniti avessero conosciuto fino a quel momento, passata alla storia come "il Panico del '93". Può sembrare una frase fatta, ed è una scusante spesso usata da troppi governanti ma in questo caso non avrebbe sbagliato chi avesse addossato almeno in parte la responsabilità della crisi a... quelli che c'erano prima Un "prima" di appena tre anni, il 1890, quando il Congresso aveva approvato lo Sherman Silver Purchase Act, che in ossequio ancora una volta ai produttori di argento, impegnava il Tesoro ad acquistarne ogni mese una quantità molto superiore a quella del Bland-Allison Act del 1878: ben 4,5 milioni di once. E per pagare questa enorme massa di metallo, lo stesso Atto disponeva l'emissione di una nuova tipologia di banconote, le Treasury Notes, convertibili in monete, e per questo conosciute anche come Coin Notes. La legge non specificava espressamente che fossero redimibili in argento o oro: si diceva solo che erano emesse per pagare l’argento acquistato dal Tesoro e che erano pagabili “in coin”. Con questa legge, e la collaborazione dei funzionari del Tesoro, i produttori di argento erano in pratica autorizzati a vendere a un prezzo ufficiale artificiosamente gonfiato, e ad essere pagati in Coin Notes, che venivano poi immediatamente cambiate in monete d’oro, consentendo così un facile ed elevato profitto. Nella foto, la più rara e famosa delle Treasury Notes, il biglietto da 1000 dollari conosciuto come Grand Watermelon, il Grande Cocomero Cleveland, convinto, come la maggior parte dei sostenitori della moneta metallica, che la causa principale della depressione fosse proprio lo Sherman Act, che a suo giudizio aveva minato la fiducia del grande capitale permettendo a chiunque detenesse le citate coin notes di trasformarle in oro sonante, prosciugando così le riserve auree del Tesoro, ne chiese l'abolizione. Riuscendo ad ottenerla nell'ottobre del 1893, ma solo con l'appoggio dei repubblicani, e facendo ricorso in modo spregiudicato al clientelismo per far approvare le sue direttive ai democratici recalcitranti. La grande maggioranza dei democratici del Sud e del West, tuttavia, votò contro di lui. Tra questi, un giovane deputato del Nebraska, William Jennings Bryan, il cui duro attacco al sistema monetario con base aurea segnò l'emergere di un personaggio destinato a giocare un ruolo fondamentale nel partito Democratico per i successivi vent'anni. E, anche, nel romanzo di Frank Baum dal quale ha preso avvio questa discussione petronius
    2 punti
  18. Llorant Esteve ( 1684 ) Casalicio de San Vicente Ferrer Valencia - Puente del Real Da sempre la filatelia si è prodigata nel supportare attività che contribuiscano a rendere "un mondo migliore" e nel prestare aiuto in situazioni di criticità come i conflitti bellici o le calamità naturali. Ciò avviene con le emissioni cosiddette di "beneficenza", mediante sopratassa debitamente espressa sulla carta valore o devolvendone l'intero importo del valore nominale. Si citano per l'occasione l'emissione a supporto dei giovani "Pro Juventute" della Svizzera, emessi a partire dal 1912, i "Pro Orfani della Grande Guerra", emessi dalla Francia nel periodo 1916/1919, sino ad arrivare alla più recente emissione australiana "Disaster Relief", per la raccolta di fondi per le calamità naturali o quella italiana per i Profughi dell'Ucraina e del Giubileo della Perdonanza Celestiniana. Il 25 Centesimi spagnolo qui postato, fa parte di una serie di 11 valori emessa dal 1963 al 1985 ( quello postato è del 1971 ) volta a finanziare il piano di ricostruzione della città di Valencia e delle zone limitrofe, colpite da un evento alluvionale analogo a quello accaduto il mese scorso, per cui esprimo la mia vicinanza e cordoglio per le persone colpite, tra il 13 e 16 Ottobre del 1957 nella stessa area.
    2 punti
  19. Allora... bella spilla, compatibile con le mie. - le saldature non mi sembrano recenti, sono le classiche artigianali - la moneta è danneggiata, sì, ma solo il giusto (cioè non è completamente rovinata) - dalle foto mi sembra originale Valore? Più dell'argento di sicuro, c'è un mercato per queste cose - ma anni luce in meno dal prezzo di una moneta senza montatura Domani cerco di recuperare più informazioni Njk
    1 punto
  20. Gentilissimi amici del Forum, nonostante sia da un pò che non posto qualche bella monetina sabauda (ma ahimè ognuno deve fare i conti anche con le proprie finanze), oggi vorrei mostrarvi questo bel denaro viennese battuto a nome di Amedeo VI dalla zecca di Pont d'Ain (presenta infatti due crocette verticali alla fine della legenda del dritto). Vorrei conoscere il vostro preziosissimo parere su questa moneta. Ringrazio tutti coloro che interverranno. Buona serata! Auriate
    1 punto
  21. Grazie mille Mario, troppo buono! Per me è un onore ed un piacere essere tra le firme del prossimo Gazzettino
    1 punto
  22. E sí,dovrebbe essere un crocione zecca Austriaca, Vienna. Il diametro ci sta, il peso pure,perchè tenendo conto dell' usura e dell' aggiunta della montatura e spilla..
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  23. Che dire? @lorluke, complimenti. Uno spettacolo per gli occhi🤩. Mi sembra che le prime due foto siano leggermente sfocate, ma ciò nulla toglie alla bellezza di questo esemplare. Davvero stupefacente la rappresentazione della cattedrale, ma l'effigie di Napoleone! Che potenza espressiva! Capolavoro. Un caro saluto. Stilicho
    1 punto
  24. 2023 Mixed by Erry - Wikipedia
    1 punto
  25. Alla faccia... Molto bella e di pregio anche questa
    1 punto
  26. Si tratta di una piccola medaglia realizzata in Francia per celebrare il matrimonio tra Napoleone e Maria Luigia d'Austria nel 1810. La tua medaglia dovrebbe pesare poco meno di 3 grammi ed avere un diametro sui 15 mm. Come valore siamo sui 150-200 euro circa. Riporto di seguito un passaggio d'asta abbastanza recente: https://www.numisbids.com/n.php?lot=656&p=lot&sid=5254 Venendo alla questione della data in numeri romani o arabi, la risposta è semplice. Per il 2° matrimonio di Napoleone (dopo quello con Joséphine de Beauharnais) vennero realizzate tantissime medaglie in oro, argento e bronzo di diverso diametro e peso. Quelle di modulo più ampio presentano la data in numeri romani, mentre quelle più piccole (come la tua) in numeri arabi. Ovviamente, le più ricercate dai collezionisti sono quelle di modulo ampio e, possibilmente, in oro. Se vuoi approfondire le numerose tipologie esistenti, ti consiglio di dare un'occhiata al catalogo dell'asta NAC-Varesi del 2019: https://www.numisbids.com/n.php?p=sale&sid=3172&cid=95891&pg=5&so=1&search=
    1 punto
  27. Se chiede il mio parere una moneta non è mai da buttare. È pur sempre un oggetto storico. Se le interessa sapere il valore in questa conservazione è priva di valore. Non per questo però secondo me è da buttare...ha un valore storico.
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  28. Grazie mille ,Dabbene evento molto interessante. Farò il possibile per esserci.
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  29. Numismatica Ars Classica > Auction 149 Auction date: 2 December 2024 Lot number: 25 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction Lot description: The Seleucid kings. Antiocus I Soter, 281 – 261 Tetradrachm, Sardes circa 281-268, AR 26 mm, 13.21 g. Diademed, horned head of Seleucus I r. Rev. BAΣΙΛΕΩΣ – ANTIOXOΥ Horned horse head r. In r. field, two monograms. WSM 1359 (these dies). SC 322. Of the highest rarity, the second known and the only one in private hands. A portrait of excellent style struck in high relief. Surface somewhat porous and areas of corrosion, otherwise good very fine Seleucus I Nicator, the founder of the Seleucid dynasty and architect of an empire spanning from Asia Minor in the west to the borders of India in the east was struck down by the assassin's blade in 281 BC, leaving his son Antiochus I Soter to succeed him. Although Antiochus I had ruled alongside his father since 294 BC and was well known in the Upper Satrapies, he was more of an unknown quantity in the west. Thus, upon news of Seleucus' death, the cities of Syria Seleucis took the opportunity to rise up in revolt while Ptolemy II Philadelphus lay claim to parts of southern Asia Minor. Antiochus I seems to have quickly put out the fires in Syria and asserted his royal legitimacy in western Asia Minor, but he soon faced the new and major menace posed by the Galatians. These fearsome Celtic warriors had burst into Macedonia around 280 BC and after a failed attempt to sack Delphi in 278 crossed the Hellespont to serve as mercenaries for Nicomedes I of Bithynia. Once they had served their purpose in Nicomedes' army, in 277 BC they took to roaming western Asia Minor and extorting protection money from the cities-something that was very detrimental to the Seleucid royal economy. After years of Galatian terror and the inability of the king to contain it, Antiochus I defeated the Celtic marauders using war elephants in a celebrated battle that may have taken place around 269/8 BC. In gratitude, the cities subsequently hailed Antiochus I as Soter ("Savior"). At the same time that western Anatolia was being ravaged by the Galatians, Ptolemy II made a second attempt to seize Seleucid possessions. By the time the First Syrian War (274-271 BC) was over, Ptolemy II had taken parts of Caria, Cilicia, and Pamphylia from Antiochus I, but the bulk of the Seleucid kingdom remained intact under his authority. This began to change in 263 BC, as Eumenes I, a Pergamene dynast whose father had previously been loyal to Seleucus I sought independence and successfully detached much of northwestern Asia Minor. Antiochus I did not live long enough to try and reclaim it. He died in 261 BC at the age of 64. Estimate: 2500 CHF
    1 punto
  30. A mio parere bisogna inquadrare i dati proposti nel loro contesto: che una casa costasse come una ventina di coltelli non é un dato significativo di per se: può assumere un diverso valore a seconda che il coltello fosse un oggetto speciale, per macellai magari, oppure un coltello comune da tavola... e se si considera che la casa poteva essere la capannaccia di un contadino oppure una casa in mattoni e tegole. Bisogna anche ragionare sui diversi parametri di valore in un'epoca preindustriale: mentre la casa si costruisce in una settimana, unendo le forze della famiglia, e con le tavole tagliate nel bosco vicino, il coltello va fuso, servono forni, un artigiano capace di fondere il ferro e qualcuno in grado di procurarlo, servono gli attrezzi per affilarlo... Oggi un chiodo vale circa la millesima parte di un maiale, mille anni fa sappiamo che un chiodo valeva molto di più e un maiale molto meno. In assenza di un parametro stabile (e la moneta non lo é) rimane poco sensato fare un confronto. Siamo abituati a valutare la svalutazione della moneta, ma bisogna considerare anche la svalutazione/rivalutazione di tutte le altre merci. Cipolla ha chiarito più volte che stabilire un tasso di inflazione storico, per periodi così remoti e relativamente poco documentati é un'operazione scientificamente impossibile, proprio per il numero di variabili in gioco (molte delle quali peraltro ignote). Sarebbe molto più interessante, a mio parere, l'esercizio proposto da @dabbene, cioè quello di indicare cosa si poteva acquistare in denari pisani in un dato momento storico, e magari, come siggerriva @adolfos, confrontare questi dati con i prezzi in denari di altri luoghi della Penisola per i quali conosciamo il cambio monetario con le altre città. Magdi
    1 punto
  31. All'inizio per me era una sorta di finestra, il ramo mi ha facilitato il riconoscimento, avendone avuti tre tipi da postare nella discussione 'La mia Africa' le avevo osservate bene per cogliere qualche differenza Una volta avevo pensato di creare una discussione nel settore delle monete estere sui 'trattori nelle monete' ce ne sono veramente tanti
    1 punto
  32. E per forza...Luca : Napoleone = passione numismatica : Gazzettino Facile equazione
    1 punto
  33. Buongiorno Caravelle 82 , questa è la risposta della cartolina 30+30 cent. filigrano C83, saluti
    1 punto
  34. Buongiorno,si la tua moneta è catalogata al numero 266,pagina 198 del Nomisma,con rarità R3... È possibile sapere che decorazione riporta il taglio?...
    1 punto
  35. Le medaglie dei viaggi pontefici iniziano ben prima di Giovanni Paolo II che ha invero avuto una produzione medaglistica ingente ma non sempre di buon livello. nell’800 e prima meta’ Novecento i viaggi erano naturalmente assai limitati e piu’ a corto raggio ( Gaeta, Napoli, …) ma gia’ con Giovanni XXIII e soprattutto con Paolo Vi che viaggio’ moltissimo si assiste ad una intensa attività estera e ad una conseguente produzione di medaglie alcune delle quali di grandi incisori e di eccellente livello. una raccolta specializzata sui viaggi dei vari pontefici potrebbe essere molto interessante
    1 punto
  36. https://www.ebay.it/itm/256716192386?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=JTl8MZRuS4q&sssrc=4429486&ssuid=5PeKF94oQg6&var=&widget_ver=artemis&media=COPY
    1 punto
  37. Vale ben 2 Euro nonostante la scarsa conservazione. Ogni pretesa del web che la indichi come preziosa è destituita d'ogni fondamento.
    1 punto
  38. Dici la verità Gianfranco e bisogna anche essere prudenti nel definire in ambito medioevale un ritratto come fisiognomico delle sembianze dell'uomo di governo. Vi sono elementi che lo fanno ritenere e li vedremo assieme. Tieni anche conto che nonostante il divieto anche successivamente alla coniazione della lira Tron vi sono esempi evidenti, sia nell'oro che nell'argento, che l'incisore abbia rappresentato, sebbene in maniera miniaturistica, le sembianze del doge.
    1 punto
  39. Ciao, moneta piacevole e molto rara. Dovrebbe trattarsi del Munt 293, MIR 2855/21: D/ stemma a targa in cornice R/ ghirlanda antioraria di fiordalisi
    1 punto
  40. Le lire di San Marino (non argento) si trovano normalmente in ciotola a 50 centesimi / 1 euro l'una e tranne alcune date particolari (per es. 2000-2001), non suscitano grande interesse collezionistico. Comunque, puoi postare nella sezione dedicata, le monete di cui vuoi sapere di più.
    1 punto
  41. Qui trovi alcuni successi della musica italiana degli anni ‘70 https://www.lamoneta.it/topic/226515-serie-b-della-carta-formati-alternativi/#comment-2506495 apollonia
    1 punto
  42. DE GREGE EPICURI Antonio Venier, nato nel 1330, fu doge dal 1382 al 1400. Se il grosso che ci sarà illustrato ha davvero degli aspetti fisiognomici, avrà sicuramente destato sospetti...la Repubblica temeva fortemente che un doge potesse trasformarsi in regnante a vita, in tiranno, magari con pretese dinastiche. E del resto anche l'esperienza di Tron (la sua lira è del 1472) ebbe breve vita e non fu ripetuta. Ma aspettiamo la conferenza!
    1 punto
  43. diciamo che è una imitativa, che al 90% essendo imitativa di Arcadio etc è orientale, anche per la fattura, e SOPRATTUTTO non è che tutte le monete imitative sono vandale.... e quelle di Ilderico... non sono imitative...sono a nome di Ilderico peraltro nemmeno questa probabilmente è vandala.... per questo dobbiamo ringraziare il Wroth .... che dava ai vandali tutto quello che non sapeva a chi dare .... però sono passati 110 anni... andiamo avanti soprattutto se pensiamo che nel 1913 una italiana, la Cesano, scriveva del lavoro del Wroth: “Come si può apporre ai Vandali questo gruppo di pezzi tanto numerosi su tutta la penisola italica? Sinora mancano dunque prove e ragioni che confermino la attribuzione del De Salis e del Warwich Wroth, laddove abbondano le une e le altre per considerare primieramente quegli esemplari quali vere e proprie contraffazioni sorte sul suolo italiano nell’età preostrogotica”.
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  44. Gli anni in cui furono emesse le monete d'argento di Barber, dal 1892 al 1916 (1915 per il mezzo dollaro), si possono considerare un periodo molto stabile per la monetazione, in termini di numero di pezzi coniati e della loro circolazione senza alcuna restrizione. Infatti, a parte le solite polemiche sui dollari d'argento (allora come oggi la maggior parte degli americani preferiva il biglietto di pari valore), non ci furono problemi di sorta con le monete, e tutti poterono godere di una disponibilità adeguata e affidabile. Tradotta in una produzione di oltre 500 milioni di dimes, 264 milioni di quarters, e quasi 136 milioni di half dollars. Va da sé che la gran parte di questa enorme massa monetaria debba considerarsi ancora oggi comune dal punto di vista del collezionismo, specie se circolata. Non mancano tuttavia le rarità, come i quarti di dollaro 1901S, o i mezzi dollari del 1904, sempre coniati a San Francisco. Ma è con un'altra moneta che la zecca della California raggiunge la vetta: l'unica, tra quelle disegnate da Barber, che possa rivaleggiare con il V-nickel del 1913. 1894S Dime Non si può dire che il 1894 sia stato un anno di grande produzione per il dime, appena 1.330.000 a Philadelphia e soli 720.000 a New Orleans. Nessuno a San Francisco. O almeno, queste erano le disposizioni del Dipartimento del Tesoro. Eppure, nella zecca californiana furono coniate 24 monete, presumibilmente nel mese di giugno. Perchè? Ah, saperlo Una prima spiegazione apparve già nel 1895, in un articolo del San Francisco Bulletin. L'articolo citava un rapporto di un dipendente della Zecca, nel quale si sosteneva che un numero molto piccolo di dimes era stato coniato per pareggiare un disavanzo nei libri contabili. La teoria fu portata all'attenzione dei numismatici nel 1928 all'interno di un articolo di Farran Zerbe apparso su The Numismatist. Se fosse vero, si tratterebbe di una situazione unica, in quanto non è mai successo nulla di simile in nessuna delle altre filiali della Zecca. Resterebbero però due cose da spiegare: perché, a fronte di uno sbilanciamento dichiarato di 40 centesimi, siano stati coniati 24 dimes, ovvero 2 dollari e 40, e perché questi dimes sono stati coniati in una finitura definita da sempre prooflike, se non addirittura proof. Insomma, si sarebbe prestata la massima cura possibile per produrre una manciata di monetine che dovevano servire solo a coprire un modestissimo sbilanciamento. Un'altra teoria, forse più vicina al vero tira in ballo John Daggett, l'allora Sovrintendente della Zecca di San Francisco. Daggett avrebbe fatto coniare i 24 dimes su esplicita richiesta di alcuni suoi amici, probabilmente banchieri, e ne avrebbe distribuiti tre ciascuno a sette di loro, tenendo per se gli altri tre. Questa teoria non tiene però conto del fatto che sicuramente due dei 24 esemplari sono stati inviati alla Assay Commission, che li ha rifusi per effettuare i suoi test. I conti non tornano, ma di più sulla loro origine non si sa, l'unico altro dato certo è che dei 24 esemplari di 1894S dime, solo 9 sono quelli oggi conosciuti (si discute sulla possibile esistenza di un decimo). Di questi, due portano i segni di una lunga circolazione, gli altri sette, al contrario, sono in altissima conservazione, certificati tra Proof-60 e Proof-66. Quest'ultimo è l'esemplare in foto, valore stimato circa 2 milioni di dollari petronius
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  45. Spiace anche a me leggere simili commenti non tanto per la valutazione del volume, che resta soggettiva, quanto per determinate affermazioni che esulano dalla correttezza metodologica che sarebbe opportuno adottare in questi casi. Si possono condividere o meno le affermazioni di un autore e l'impostazione scelta per il relativo volume ma bisognerebbe anche calare l'opera nel contesto di riferimento, ossia gli anni Ottanta, e riflettere sul fatto che quell' "elenco del telefono" (espressione da cui mi dissocio) forse non aveva pretese di dignità accademica ma voleva offrire un contributo alla conoscenza di una monetazione ampia e complessa (quale il bronzo della Sicilia) fino ad allora limitata a studi certamente non esaustivi. E bisognerebbe anzi esprimere profonda riconoscenza verso questo studioso, persona estremamente umana e cordiale, che pur non essendo "numismatico di mestiere" ha nondimeno fornito un significativo apporto, attraverso studi settoriali, a molteplici ambiti della scienza numismatica. E più che un punto di arrivo essi vanno considerati una base di partenza, certamente datata ma non meno importante e soprattutto imprescindibile per futuri sviluppi e approfondimenti della ricerca.
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  46. 1989 - Ci apprestavamo ad entrare in una nuova epoca... gli anni '90. Ci saranno nuove vicissitudini, soddisfazioni, delusioni e tantissimo di veramente nuovo, ma non saranno irripetibili come gli anni '70 e '80. Alla fine del 1989 dove lavoravo avevano comprato alla SIP 3 telefonini Ericsson per soli 10.500.000 lire, con un canone annuo di 770.000 lire cadauno (solo per possederli anche senza telefonare), conversazione a 1.650 lire al minuto, montavano una maxi batteria da 6 ore in stand by e 50 minuti in uso, qualcosa solo per pochi... sarà l'inizio della fine Una canzone azzeccata proprio del 1989.
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  47. A mio parere non ci dobbiamo dimenticare che il denaro lucchese , seguito anche dall'imitazione pisana dello stesso , è l'artefice della più importante svalutazione monetaria del Medioevo in centro Italia . Nella documentazione scritta di un rogito del 1200 giunto sino a noi , si riscontra che al cambio servivano sei denari lucchesi per un denaro pavese . Quindi le cifre indicate da dabbene si ridimensionano alquanto , almeno in altre zone italiane .
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