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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/16/25 in Risposte
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Se proprio vogliamo farci male, facciamolo con stile. Del doppio ducato di Pio II si è detto in una recente discussione. Poi i 4 ducati di Paolo II e il 10 zecchini di Sisto IV sono monete incredibili. A me piacciono molto le barche, perlomeno queste ... Pio II, doppio ducato - R5 - Museo di Berlino, Musei Vaticani Paolo II, 4 ducati - R5 - Coll. Reale e Musei Vaticani Sisto IV,10 fiorini - Unico? - Musei Vaticani. Sotto una foto di diritto molto più esplicativa.4 punti
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Salve. Pubblico un 12 tarì 1798 con 8 ribattuto su 7. Ferdinando III di Borbone, Regno di Sicilia. Saluti3 punti
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Due grandi rarità esitate alla NAC 81, Testoni di Fano e Macerata di Gregorio XIV....3 punti
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@lucius LX si tratta di un interessante antoniniano di Salonina, zecca di Siscia, non comune di suo e con un errore di legenda che lo rende ancor più interessante. Il Goebl lo cataloga al n. 1492/r e ne computa 3 esemplari. La "X" nel campo a sinistra in basso altro non è che una *, segno di officina/zecca che Goebl inserisce nella 8 emissione per questa zecca a nome di Salonina augusta contraddistinta dai tipi: PMTRPXVICOSVII FORTVNA RED ORIENS AVG PROVI AVG VICTORIA AVG IVNONI REGINA (il tuo) PVDICITIA AVG Tutti caratterizzati dal segno * nel campo o a sinistra o a destra oppure all'esergo. Nel Goebl non si parla di errori di legenda per questa tipologia e non ho memoria nemmeno di altri testi specifici in cui questo esemplare viene citato con questo errore in legenda (ciò ovviamente non significa che sia un unicum, ma ne accresce la rarità). Giusto per scrupolo ho controllato nel Normanby e nel Cunetio hoard che hanno un consistente numero di esemplari di Salonina da Siscia per verificare se c'erano esemplari analoghi, ma non ho trovato riscontri. Direi quindi che si tratta del tipo MIR 1492/r con errore in legenda.3 punti
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buongiorno a tutti, desidero segnalare l'evento descritto nella locandina seguente presso il Circolo culturale di filatelia numismatica e militaria di Salò (BS).3 punti
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A proposito di grandi rarità, mi piace inserire questa, lasciando anche la descrizione, sicuramente esaustiva, del catalogo Nac 147. Con un pizzico di narcisismo, posso "rivendicare", in un ormai lontano passato, di averla avuta in collezione. In realtà, come tutte le monete che sono state mie, posso dire di averla ancora nella mia collezione... virtuale!2 punti
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Il testone piacentino di Clemente VII è presente anche nella collezione della Biblioteca Civica di Piacenza, allego immagine dal catalogo compilato da Augusto Balsamo e pubblicato nel 1928. A memoria non ricordo passaggi in vendita pubblica.2 punti
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Eh...me li ricordo bene! Rientrano sicuramente tra le monete di grande rarità, anche se non raggiungono il podio della estrema rarità, nel senso che seppur con escursione temporale notevole, tuttavia altri esemplari sono apparsi in asta. Rimanendo sullo stesso modulo a me così caro, quello del testone (ed analoghi), ritengo che le due monete che propongo rientrino invece di diritto nell'Olimpo della rarità. - Quarto di Ducato di Clemente VII per Piacenza. Qualcuno di voi lo ha mai visto?? A me non risulta MAI apparso in vendita pubblica. -Testone di Gregorio XIII 1572 per Ancona. Riportato come "Unico" dal MIR. Di questa eccezionale moneta, che sicuramente @miroita conosce bene, sono riuscito a ritrovare la storia. Compare per la prima volta in asta alla Santamaria del 1942 (collezione Gili) e riportato come "Inedito". Come allegato nella nota del listino, mancava sia nel Serafini sia nel CNI. È nemmeno dopo la vendita, il Re, che sicuramente provò ad aggiudicarsela, riuscì a metterla in collezione, tanto che ancora adesso manca nella collezione reale! Direi che ci possiamo consolare!! Dopo questo unico passaggio, anche questa moneta non si è mai più vista.2 punti
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Risultato finale, per essere una moneta compromessa alla grande direi che il lavoro fatto è degno di nota, in questa foto ultimo ripasso in vaselina e messa in taschina2 punti
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Buongiorno,dovrebbe essere questa https://www.acsearch.info/search.html?id=7237463 https://numismatics.org/ocre/id/ric.7.alex.282 punti
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Buonasera a tutti i regnanti, in un lotto di monete della Repubblica ho trovato questa in rame rosso che era conciata malissimo, ma aveva tutto sommato dei bei rilievi pur se con un dritto inutile...e che ho pensato? Mi sono detto che la moneta non valeva nulla e forse un esperimento di quelli ad alta pericolosità e per divertimento si poteva provare. La foto che posto è fatta dopo trattamento per diversi giorni in ammollo con vaselina e lavaggio con sapone neutro senza risultati, le seconde dopo il trattamento "energizzante" e ripasso in sapone neutro, quindi acetone per concludere e risciacquo con asciugatura a panno e a caldo con trattamento spatinante a mano tramite gomma bianca. Metterò in ultimo altre due foto dopo ulteriore ammollo in vaselina per vedere l'evoluzione, considerate che da quello che vedete ora la moneta è già molto migliorata....oh, intendiamoci, non sto dicendo che ho una moneta nuova e bella, ma che a volte si possono rndere pure piacevoli alla vista dei mostri, il rame ha un bellissimo colore e a me piaceva pulirla per godermela anche così, d'altra parte non ho pretese numismatiche...hahahahahahah! un saluto.1 punto
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Buonasera, questa sera posto queste tre marche per profumi, spero come sempre possano gradivi e attendo un aiuto probabilmente da PostOffice, per la loro decifrazione, saluti1 punto
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Pulizia invasiva con un pò di sgorgante per tubature, successivamente la usi per i gratta e vinci Si, la ramificazione è già presente, sarà un processo lentissimo ma inesorabile.1 punto
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Oltre che autentico, è anche un bel pezzo, a mio parere ci sta anche un qSpl.1 punto
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Beh allora altro che polletti....quella è la navicella di Goldrake in volo mentre si prepara allo sganciamento per attaccare le forze di nemiche di Vega:1 punto
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Buonasera a tutti In un lotticino della Repubblica si sono presentati dei pezzi Schifidus Horripilaris. Però mi interessano. Perché? Non saprei, ma sospetto che vi sia del cancro dell' alluminio. Siccome ne ho viste veramente poche sull' alluminio, a differenza del bronzo o rame ecc, vorrei chiedere a @nikita_ (ad esempio) se la sensazione é giusta o meno. Posto horror foto. 5 lire delfino (2 foto) + 1 lira cornucopia (3 foto). Sembra" filamentoso " come dovrebbe esser il cancro dell' alluminio. O almeno sembrerebbe. Aggiungo la terza monetina, ovvero una 10 lire spiga, stesso discorso. Chissà se i crateri sono dovuti pure a quello. Sul dritto h 9 e 10 si notano quelle striature sempre...1 punto
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Buonasera Ricordando la discussione sulla tassa applicata sulla bottiglia dei super alcolici, ho fotografato un souvenir dalla Romania di un bel pó di anni fa, che sicuramente non toccherò ( non l' ho fatto fin ora, figuriamoci domani). Prendendo le bacchette dalla credenza per gustare a pranzo il mio poké, ho appunto intravisto questa bottiglietta da 100 ml di palanca che prendemmo da una visita guidata nelle zone della Transilvania in una distilleria. L' ho subito presa per fotografarla. La posto. Saluti a tutti 😃 La trovo molto bella, anche i colori. Tranne per sto caspita di qcode alla fine, che io odio nei francobolli moderni ed altro.1 punto
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Una bellissima sceatta Primary Sceatta Series BI type 27b, casualmente finita in mio possesso 🙂1 punto
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Ma é molto gradevole comunque 😃 Proprio per questo lo collocherei in una via di mezzo come indicato 😉1 punto
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bello.. presenta ancora dei bei fondi lucenti.. penso che in passato abbia avuto un lavaggio.. cmq sia è molto bella.. un po di usura sui punti alti dei rilievi c'è.. direi che un qspl o bb/spl ci può stare a mio avviso.. cmq è autentica1 punto
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Buongiorno. Mi auguro proprio che ce ne siano poche in giro. È falsa1 punto
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Ma magari, purtroppo non ne avrò il tempo. Per dare un po' di contesto. ho una casa piena di oggetti di ogni tipo che devo pian piano smaltire (migliaia di libri, per dirne una). Qualcosa ho regalato (i francobolli, perchè ho scoperto che un amico ne era appassionato), le monete sono ancora qui, ma non è che siano mai state una collezione curata, solo metallo accumulato, per così dire. Se posso monetizzare tanto di guadagnato, ma il processo di smaltimento è la priorità, ed è un compito titanico - queste monete hanno catturato la mia attenzione e sembrava non richiedessero molto tempo per essere gestite. Oh, aggiungo solo che, nel caso non fosse chiaro, che non ho acquistato le patacche o che, sono qualcosa che sicuramente hanno regalato a mio padre bambino tantissimi anni fa, o qualcosa di simile - in buonafede.1 punto
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Salve, Chiedo cortesemente informazioni riguardanti questa medaglia commemorativa di Carlo Goldoni del 1893. La medaglia ha un diametro di 55 mm. e pesa 85 grammi. Metallo: Argento. Viene recensita sul catalogo de lamoneta.it con un esemplare in Bronzo dello stesso diametro, ma di materiale diverso. Poi, girovagando nella rete, sono riuscito a rintracciare un esemplare con le stesse caratteristiche del mio, stesso diametro, in argento, nel Catalogo Generale dei Beni Culturali al seguente link: https://catalogo.cultura.gov.it/detail/ArchaeologicalProperty/1200567520 Non avendo altre informazioni su di essa, in particolar modo: recensioni, rarità, passaggi in asta ed altre particolarità, chiedo agli utenti del forum un aiuto. Vi ringrazio anticipatamente..1 punto
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Rispondo per non lasciare nulla in sospeso, sperando di chiudere qui questa interminabile discussione. Gli scarti di stamperia di queste emissioni sono conosciuti da sempre, ma rimangono una curiosità filatelica, nulla di piu', ... in quanto questi "SCARTI" non essendo francobolli finiti non sono considerati alla stregua dei normali francobolli e pertanto non sono listati con un valore di catalogo. Ora, ... penso che l' interesse per te piu' che storico sia economico e pertanto mi permetto di suggerirti di non disturbare un esperto come il Sig. Moscadelli che tu chiami franco (con la f minuscola) come se fosse tuo fratello minore, per il valore di un caffè e di un cornetto e di imparare dalla cortesia degli altri come si dovrebbe stare al mondo.1 punto
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Per la stessa ragione per cui ci sono monete medioevali con lettere retrograde (specialmente le S), ossia errori commessi da incisori analfabeti? In collezione ho vari esempi di questo tipo di errori, posto due esempi per dare un’idea: Grosso di Volterra con NIA invece di NRA Grosso tornese con PEX invece di REX Forse anche queste due monete circolavano solo ad Acqui?1 punto
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Bravo Giovanni l'ho avuto tra le mani - è da svenire. Non solo per il modulo eccezionale ma per la finezza d'incisione e il senso artistico delle composizioni al diritto e al rovescio che lascia senza fiato...1 punto
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1. Navigazione, 1920, £1,00. 2. Immagine di Deodoro da Fonseca, 1916, 0,40p 3. Duca di Caxias, 1954, 0,30p. 4. Serie politici, immagine di Castello Branco, 1967, 0,30p.1 punto
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@Ale75 buongiorno Grazie mille! Sei veramente ferrato, ci ho speso molto tempo ieri, poi ho abbandonato, in favore di altre.1 punto
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1. Idem n.3 della striscia n. 1 peccato e' difettoso. 2.3.4. idem n. 2 e 3 della striscia n. 2.1 punto
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Non ho trovato neppure io questa indicazione. Poco importa. Le lettere sono IPR e sopra vi è un segno di abbreviazione, ben conosciuto nell'epigrafia medievale. Comunemente lo chiamiamo, per la sua forma, come omega (qui abbiamo un doppio omega), ma effettivamente è il segno grafico indicante l'abbreviazione con mancanza interna di lettere di una parola. Se (per assurdo) le lettere IPP avessero indicato IMPERATOR PATER PATRIAE come suggerisci, non ci sarebbe stato quel segno di abbreviazione ma dei punti o niente.1 punto
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Non è una grande idea allacciarsi ad una vecchia discussione ed inoltre mancano la foto del rovescio e le misure. Comunque dovrebbe trattarsi di un sesterzio di Tito da imperatore.1 punto
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Buona sera @wishi. Ho visto che sei un nuov* utente. Di regola avresti dovuto prima presentarti nella apposita sezione. Comunque, e' sempre bene non attaccarsi a vecchie discussioni (questa ha ben 12 anni) a meno che non si voglia dare una rinfrescata all'argomento apportando qualche novità. Inoltre, non e' ben chiaro cosa tu voglia sapere a proposito della moneta che hai postato (della quale io vedo solo due foto del dritto). Ti inviterei, pertanto, ad aprire una discussione apposita nella sezione "identificazioni", allegando foto il più possibile dettagliate del dritto e del rovescio, indicando i dati di peso e diametro e formulando un quesito chiaro per consentire a chi vorrà e potrà di aiutarti al meglio. Comunque, non preoccuparti. All'inizio e' normale sbagliarsi. Bisogna capire un pò i meccanismi del forum. Un saluto. Stilicho1 punto
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Notevole anche il passaggio secondo cui togliere la gambetta della R riduce il peso della moneta…1 punto
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Gentili Amici, da tempo attenzionavo sulla piattaforma CGB un antoniniano/aureliano di Tacito particolarmente a me gradito e che avrei voluto inserire in collezione. La CGB, nella descrizione della moneta, evidenziava la rarità enfatizzando il pezzo in quanto UNICO per la particolarità della legenda sul dritto nella quale mancava la "C" nella descrizione del nome dell'imperatore : IMP C M L TACITVS AVG invece di IMP C M CL TACITVS AVG Con un pizzico di rammarico, oggi sono stato costretto a constatare che la moneta è stata venduta e, come spesso accade per i miei fisiologici temporeggiamenti negli acquisti, ho dovuto incassare il colpo per il mancato acquisto che mi stavo accingendo a fare. Per la verità da ricerche in rete da me in precedenza fatte sembra che effettivamente la moneta sia unica in quanto non ho riscontrato altri antoniniani/aureliani di Tacito con la legenda senza la "C" nel nome dell'imperatore. Volevo avere, in ogni caso, delusione a parte, da Voi esperti (e non) la conferma che il pezzo sia effettivamente da classificare come UNICO così come sottolineato dalla casa d'aste in parola. Ve ne sarei grato qualora vi pronunciaste in merito. Intanto posto la foto della moneta che avevo provveduto ad archiviare. Ringrazio anticipatamente chi vorrà intervenire nella discussione che spero di aver inserito nella rubrica esatta. Mario1 punto
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Ciao, vista l'esistenza di cloni non autentici dello stesso sesterzio anche io credo sia meglio guardare altrove. Grazie per aver postato la moneta che ci ha permesso di sviluppare questa tranquilla e sempre didattica ( per tutti 🙂) discussione. ANTONIO1 punto
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Un altra carrellata di Marche da Bollo Francia , chi sa notizie ne metta, grazie,1 punto
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Mario, grazie per la risposta. Tuttavia, ribadisco, la CGB lo classifica come RIC 94 var, invece è semplicemente un RIC 94 con errore dell'incisore (se clicchi sul link pubblicato da @grigioviolalo vedi). La differenza a livello di classificazione c'è. Come se non bastasse, riporto quanto detto dalla stessa CGB: "Semble complètement inédit et non répertorié avec cette variante de légende de droit." E io, invece, mi permetto di dissentire per i rilievi già espressi. Non è un inedito e non merita, dunque, l'attribuzione di una variante alla classificazione già presente, peraltro, nel "vecchio" RIC al numero 94. Se non mi sono spiegato, felice di ritornarci sopra. Buona notte.1 punto
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Oggi è la volta di due marche dedicate al Sommergibile BARBARIGO rispettivamente da 5 e 15 lire, questa la sua storia: Il regio sommergibile Barbarigo (2°), classe “Marcello”, dislocava 1060/1313 tonnellate (emersione/immersione). Fu impostato il 6 febbraio 1937 nei Cantieri “C.R.D.A.” di Monfalcone e varato il 12 giugno 1938. Fu consegnato ed entrò in servizio nella Regia Marina il 19 settembre dello stesso anno con la sigla BO. Inizialmente, destinato al 2° Gruppo Sommergibili con base a Napoli, svolse attività addestrativa fino allo scoppio delle ostilità. Tra giugno e la fine di luglio 1940 svolse, senza risultati, due missioni nel Mediterraneo, quando se ne decise l’invio in Atlantico. Il 14 agosto passò, in immersione lo Stretto di Gibilterra. L’attraversamento venne effettuato con notevole difficoltà a causa delle forti correnti sottomarine che caratterizzano quel tratto di mare. Raggiunto l’Atlantico iniziò immediatamente la sua attività bellica attaccando, nella zona di Madera, alcuni mercantili nemici. Diresse quindi per il porto francese di Bordeaux, sede della base italiana di Betasom. La sua attività bellica in Atlantico riportò notevoli risultati con l’affondamento di ben sette mercantili per 33.827 tsl., il danneggiamento di altri tre piroscafi per circa altre 14.000 tsl. e di un cacciatorpediniere nemico di 1500 tonnellate. Tuttavia la notorietà del “Barbarigo” è legata al nome del Comandante Enzo Grossi (1), che ne assunse il comando nell’agosto 1941, e alla controversa vicenda del presunto affondamento di due corazzate statunitensi, evento creato e malamente gestito dalla propaganda di regime. Infatti, nel maggio e nell’ottobre 1942, il “Barbarigo” attaccò di notte rispettivamente al largo di Capo San Rocco in Brasile e nelle acque di Freetown, l’incrociatore americano “Milwaukee” scortato da un cacciatorpediniere e la corvetta britannica “Petunia”. Gli attacchi, benché condotti con audacia e decisione, non furono coronati da successo ma furono sfruttati dai comandi supremi italiani, bisognosi di dare notizie di grandi vittorie. Nel dopoguerra, il comandante Grossi divenne la “vittima sacrificale” di questa incresciosa e dolorosa vicenda e venne privato delle decorazioni ricevute e della promozione al grado superiore. Nella primavera del 1943 il “Barbarigo” venne trasformato in unità da trasporto ed il 16 giugno, al comando del T.V. Umberto De Julio, partì da Bordeaux per Singapore con un carico di materiali strategici. Dopo la partenza, non diede più sue notizie. Si ritiene che sia affondato tra il 16 ed in 24 giugno in un punto sconosciuto dell’Atlantico per cause ignote, ma verosimilmente per attacco aereo. Nell’affondamento scomparve l’intero equipaggio, composto da 59 uomini tra ufficiali, sottufficiali e marinai. Nella foto, il battello è stato ripreso nel giorno del varo. Il suo motto fu: “Par animo gloria” (Pari all’animo la gloria). ONORE AI CADUTI1 punto
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Reggio antica, era chiamata dai greci “Reghion”, nome che scrivevano in greco calcidese “Recion”. La fondazione di Reggio, come città stato e colonia magno greca, è antichissima e risale ad oltre 2700 anni fa. Il culto dell’acqua era molto diffuso. L’acqua è un elemento essenziale per l’uomo e la sua sopravvivenza, e Reggio ne era ricca e lo è tutt’oggi. Tanto è vero che in passato vi erano anche numerosi edifici termali, dove gli antichi romani si facevano i bagni. Su Reggio insistono anche numerosi corsi d’acqua, ormai incanalati o coperti. Il fiume principale, chiamato Calopinace, che ora scorre a sud della stazione centrale, scorreva in passato nei pressi della villa comunale, all’altezza dell’odierna via Lemos. E fu deviato per consentire la costruzione di un forte, il Castelnuovo, nel cinquecento. A testimonianza per gli antichi reggini della loro devozione ed importanza delle divinità fluviali, fu coniata la prima moneta. In essa è presente un animale ibrido, cioè con il corpo e le corna di toro ed il viso di un uomo barbuto. La prima moneta di Reggio, che passo ora a descrivervi, verosimilmente fu coniata alla fine del VI secolo avanti Cristo, e si trova oggi custodita in un ricco museo francese a Parigi. In essa è infatti raffigurato questo toro con viso umano, che è una divinità fluviale, (probabilmente riconducibile al corso d'acqua reggino del Calopinace, chiamato anche in passato Taurocinio), è in argento, pesa 5,69 grammi, è una “dracma”. Da un lato è in rilievo, dall’altro è incusa, cioè incavata nel metallo. Si vede bene in essa questo toro con viso umano, detto “Acheloo” inginocchiato. Sotto il toro vi è la scritta “Recinon” retrograda. Tale tipo di iconografia era molto in voga alla fine del VI secolo ed in seguito. E fa riferimento ad Eracle, il cui nome deriva dal greco (gloria di era) e poi divenne Ercole per i romani. E’ ovviamente un eroe leggendario, un eroe della mitologia greca. Assieme alla raffigurazione presente nella moneta di Reggio antica, vi sono molte altre raffigurazioni dello stesso personaggio mitico, in vasi greci dipinti, in altre monete o in altari per uso domestico, che noi chiamiamo “arule”. Vi mostro, in una foto che ho scattato al museo di Reggio uno di questi altarini in argilla, che proviene da Locri e la cui immagine di Acheloo è tra le migliori sovrapponibili, come feci notare in un altro mio studio, risalente a molti anni fa. Coincidono anche le costole. Sopra il toro inginocchiato della moneta di Reggio si trova una faretra, che nella iconografia intera della scena è appesa ad un albero assieme all’arco ed a un nodoso randello, tipico della figura di Eracle. L’intera scena, con Eracle che combatte il toro inginocchiato e la faretra appesa all’albero, è visibile chiaramente in un vaso greco che appartiene allo stesso periodo in cui venne coniata la prima moneta di Reggio, che vi mostro qui in foto, il vaso a vernice nera è datato 510 a.C. quindi coevo alla dracma incusa, e si trova ora conservato in un museo a Monaco di Baviera. Di tale dracma ne é noto un secondo esemplare, apparso in un catalogo di una vendita Vecchi, avvenuta a Londra il 5 marzo 1997, precisamente un frammento, con la variante dell’etnico sotto la linea di esergo in RECION retrogrado, anziché Recinon. Ho trovato proprio qui su La moneta, una discussione che associa, erroneamente, la dracma incusa reggina ad un Hektè in elettro di Focea con la cicala di IV secolo a.C. che ovviamente non ha niente a che vedere nè cronologicamente nè iconograficamente con la dracma reggina, che raffigura Acheloo con faretra ed è di fine VI sec. a.C. C’è chi vi vede sopra il toro delle locuste, delle cicale o delle larve di cicala, opinioni che io deontologicamente rispetto da studioso, ma al tempo stesso sono assolutamente prive di ogni validità scientifica dimostrata, ed iconograficamente le reputo fantasiose, poiché non riesco a trovare nessun reperto archeologico che raffiguri uno di questi animali sopra il toro inginocchiato, cioè sopra Acheloo. Quindi non posso attribuire un criterio scientifico di validità a tali opinioni. Che sono, come tante, interpretazioni personali di fatti non certi o indubitabilmente dimostrabili, a cui l’archeologia e la numismatica deve sottostare. Ci sono curiose interpretazioni, poiché nessuna raffigurazione su monete, vasi, oggetti fittili o altro mostra Acheloo ed Eracle con una cicala sul dorso del toro, nessuna, almeno a me pare sino a provare il contrario. Ho letto quando venne pubblicato un contributo di una vecchia mostra detta "D.R.A.C.M.A." sui quaderni ticinesi, che cerca di provare che l’arco e la faretra siano una pupa di cicala, ma a corredo di quel saggio , non trovo riscontri iconografici tra Acheloo e le cicale ed Eracle. E quando si volesse provare che Rhegion emise quella dracma per finanziare una guerra contro Locri, guerra che poi effettivamente perse, non reggerebbe l’esempio in quanto una pupa di cicala sarebbe segno di sconfitta e non di vittoria. Ed a quella interpretazione se ne aggiungono altre, che ripeto ho evitato di citare tutte nei limiti del mio post. Molte e altrettanto secondo me fantasiose, che vogliono spesso le monete di Reggio coniate per finanziare guerre, come se non ci fossero altri motivi per coniare monete, in una città ricca di importanti traffici, quale Rhegion di VI sec. a.C. era. E questo è un motivo in più per conoscerne la sua incredibile ed interessante storia trimillenaria. Sicuramente la dracma incusa con toro androprosopo inginocchiato a sinistra e faretra ed arco sopra la schiena del toro, suscita interesse, iconograficamente parlando, e lo ha suscitato anche in passato tanto che venne riprodotta, quindi falsa, ed acquistata dal vecchio museo civico di Reggio ed esposta in una delle sue vetrine nel 1895, del peso pensate un po’ di gr 10. Se esaminate un vecchio libro di numismatica reggina, che si chiama "Rhegium Chalcidense" di Pietro Larizza la troverete descritta dall'autore nel suo libro del 1905. Il numismatico reggino la illustra al n. 1 delle sue tavole fotografiche. La stessa moneta però scompare, quando al vecchio museo civico di Reggio si accorgono che era un falso, ed infatti nell'edizione successiva dedicata alle monete bruzie del Larizza sparisce tra le foto illustrate nelle tavole. Io ebbi modo di consultare tutta la documentazione presente nei vecchi inventari ora custoditi all'Archivio del museo archeologico nazionale. Poi ci fu tutta una storia su quelle terribili monete e tetradrammi di Reggio " i famosi mostri di Rhegion". Ha scritto Salinas: “Decreto di Ministro non farà diventare numismatico chi non lo sia. Ricordo la serie di argento delle monete di Reggio esposte nel Museo di quella città (era il vecchio museo civico di Reggio poi confluito nel Museo archeologico n.d.r.),: una serie di mostri incredibili, che non avevano la menomissima affinità con monete antiche. Eppure quei mostri erano stati catalogati per cura del Governo e di ognuno ne era stato notato il luogo preciso del rinvenimento ed il peso. Ed eran pesi di 30 o 40 grammi che non rispondevano ad alcun sistema metrologico dell’antichità. (A. Salinas, La numismatica e le collezioni pubbliche italiane Roma 1913). Essendo questa discussione aperta di dimensioni limitate vi ho risparmiato tutte le divagazioni con termini e parole in greco, e di vari miti, che non avrebbero comunque aggiunto criteri scientifici a quanto vi ho detto. Chi volesse approfondire può leggersi gli importanti studi sulle arule greche della prof.ssa Barra Bagnasco, oltre ovviamente alla sterminata letteratura scientifica ed iconografica esistente attorno al tema di Eracle ed Acheloo. la moneta dell’antica Reggio si trova qui: https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb41833948t Il vaso con Acheloo lo trovate qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Herakles_bull_Staatliche_Antikensammlungen_1583.jpg lo studio di Barra Bagnasco qui: http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/ARCHEOLOGIA%20DELLE%20ACQUE/bagnasco.pdf e l’arula (altarino) di Locri in argilla che raffigura Eracle che combatte Acheloo con la faretra a sinistra della scena, che vi ho messo nella foto, la trovate al bellissimo Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria esposta e che vi consiglio di visitare. Ogni commento o osservazione su quanto avete letto, perché questo sito è frequentato oltre che da molti appassionati anche da competenti e validi studiosi di archeologia e numismatica, è gradito1 punto
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Segnalo quest opera, pubblicata qualche anno fa dagli amici Molinari e Sisci1 punto
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