Vai al contenuto

Classifica

  1. petronius arbiter

    petronius arbiter

    CDC


    • Punti

      15

    • Numero contenuti

      13858


  2. littleEvil

    littleEvil

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      1730


  3. PostOffice

    PostOffice

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      4313


  4. gennydbmoney

    gennydbmoney

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      12667


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/12/25 in Risposte

  1. Poco fa finalmente sono riuscito a parlarci. La persona che mi ha risposto, molto gentile e disponibile, oltre ad aver chiarito i miei dubbi sull'iscrizione del Circolo, mi ha dato alcune importanti notizie. Tutte le monete previste sono state prodotte e sono conservate all'interno del Vaticano: immagino intendesse quelle del 2024, ma forse anche qualcuna di quest'anno. A mia precisa domanda sui tempi di distribuzione, ha risposto che sperano di ultimare le procedure di registrazione entro Pasqua, e che, in ogni caso, le monete NON SARANNO MESSE IN VENDITA PRIMA DI GIUGNO!!! A questo punto non resta che armarci di pazienza, tanto, ha detto, possiamo stare tranquilli, nessuno resterà senza 😁 petronius
    3 punti
  2. Dopo le monete di Lanciano, i ducali e gli Augustali di Napoli io adesso voglio il tarì di Secondigliano... per dare spunto e sostegno all'impresa posto anche un utile sussidio bibliografico dove trovare tanti bei documenti inediti da forz... ehm, interpretare allo scopo di invent.. ehm, scoprire il favoloso tarì secondiglianense sempre sfuggito ai numismatici... (Cacchio, però devo ammettere che la fantanumismatica ha il suo fascino, ispira suggestioni del tipo: Indiana Jones e i ducati di Atlantide 🤓)
    3 punti
  3. di Marzio Zamattio L’eccezionale ritrovamento risalente a 3.000 anni fa. Il soprintendente Marzatico: «Non è mai stata trovata un testimonianza così importante per il periodo e la qualità degli oggetti» Servirà riscrivere la storia della città dopo la straordinaria scoperta, avvenuta nell’agosto 2023 e annunciata con orgoglio ieri, 11 febbraio, a 8 metri sotto il livello stradale, di una necropoli monumentale risalente a 3.000 anni fa, all’età del Ferro. Oltre 200 le tombe rinvenute (sinora), complete di corredi — tra cui una spada rotta, un insieme di anelli di un pettorale, punte di lancia, fibule in ambra e spilloni in pasta vitrea — che rappresentano solo una parte di quelle potenzialmente conservate nel sottosuolo ancora da indagare in via Santa Croce, in pieno centro storico, dove il Gruppo Dalle Nogare sta realizzando due plessi abitativi. «Si tratta di una scoperta incredibile, che ci mostra una nuova storia della città di Trento, non più solo come città romana», commenta la vicepresidente e assessora provinciale alla cultura, Francesca Gerosa. Sottolineando che si sta «lavorando intensamente per riportare alla luce un pezzo di storia finora sconosciuta», i cui lavori procedono a spron battuto dall’aprile del 2024, in una parte del sito, «anche se c’è ancora tutta un’intera area da monitorare per poi valutare quali azioni intraprendere», aggiunge Gerosa. A cominciare dalla fruizione da parte di tutti. La scoperta è avvenuta durante gli scavi di realizzazione di un garage (ora spostato) sotto il piazzale che confina con l’oratorio del Duomo, con l’indagine diretta dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia. Le stele funerarie di marmo trentino e veronese Immediata l’emozione quando si scende sotto il livello stradale tra via Santa Croce e via Madruzzo e ci si ritrova in un attimo nel passato. Suggestivo vedere il sito — nel quale sta lavorando l’equipe della Cora società archeologica — dove emergono le stele funerarie di marmo trentino e veronese, che raggiungevano l’altezza di 2 metri e mezzo, utilizzate come segnacolo e organizzate in file come le tombe negli attuali cimiteri. Quasi tutte in piedi, preservate da 4-5 alluvioni avvenute successivamente. Una sensazione di trovarsi in un luogo sacro che avvicina agli abitanti di quel periodo, nell’età del Ferro, tra il 900 al 600 a.C. «Era una società evidentemente insediata nella conca di Trento e che rappresentava il suo potere e prestigio attraverso la deposizione di oggetti emblematici del proprio status privilegiato», spiega il soprintendente per i beni culturali della Provincia, Franco Marzatico. Che definisce il ritrovamento «una scoperta straordinaria: non è mai stata trovata un testimonianza così importante sia dal punto di vista cronologico sia per la qualità degli oggetti». Le informazioni sulla società di quel periodo «Questa è una delle tombe certamente più significative di questa necropoli monumentale, si possono vedere i resti della cremazione e una serie di oggetti in bronzo, tra cui una paletta, degli spilloni e una punta di lancia che testimoniano il defunto — spiega Elisabetta Mottes dirigente dell’Ufficio beni archeologici della Provincia — finora non avevamo alcuna informazione sulla società di quel periodo, è la prima volta, ed è un ritrovamento importantissimo di questo periodo durante la fondazione di Roma». La scoperta della necropoli monumentale apre nuovi scenari e ipotesi interpretative per la ricerca archeologica. «Siamo nell’età del Ferro, un periodo di profonde trasformazioni dal punto di vista storico-culturale in tutto il Mediterraneo, nell’arco alpino e oltralpe— illustra Marzatico — fioriscono le grandi civiltà, gli Etruschi, i Fenici, i Greci e i Celti, e sono anche i tempi della fondazione di Roma nel 753 a.C.». In questa area della città, nei primi secoli del I millennio a.C., era presente l’ampio alveo del torrente Fersina con una rete di canali torrentizi che si intrecciavano tra loro. Le ossa poste in contenitori di ceramica Le alluvioni iniziati già nelle fasi di utilizzo della necropoli hanno invaso il luogo sacro conservandolo fino ai nostri giorni permettendo di documentare in dettaglio i piani d’uso della necropoli e di ricostruire le pratiche funerarie della comunità vissute in quel periodo, prima dei Reti. Serviranno altre analisi interdisciplinari e studi sui resti e sui reperti deposti come corredo e offerta: all’interno delle cassette litiche è presente la terra di rogo, una raccolta intenzionale di ossa calcinate poste entro contenitori in materiale deperibile, meno frequentemente in vasi ossuari. «Si pensa che i resti combusti spesso collocati sopra il corredo personale fossero avvolti in contenitori di tessuto, di cui in alcuni casi si sono conservate le fibre, chiuso con spilloni o fibule», evidenzia Michele Bassetti della Cora società archeologica che coordina sul campo le indagini insieme a Ester Zanichelli e alla loro equipe di ricerca. In alcune tombe la forma dell’accumulo suggerisce la presenza di cassette lignee quadrangolari. Le le ossa venivano poste in contenitori di ceramica. Tra i reperti recuperati. Ora lo studio scientifico del ricco archivio di dati fornito dall’eccezionale sito archeologico sarà effettuato da una equipe di ricerca interdisciplinare che prevede la partecipazione di enti e specialisti di varie istituzioni italiane e straniere. In attesa di poter visitare l’intera necropoli risorta a disposizione di tutti. Trento, scoperta una necropoli preromana con 200 tombe: «Si deve riscrivere la storia della città» | Corriere.it
    2 punti
  4. La prima Aquila... ...era un'aquila a metà Le prime monete d'oro a uscire dalla zecca di Philadelphia furono infatti quelle da 5 dollari, le half eagles. E ci vollero tre anni dal Mint Act perché questo avvenisse. Il motivo va ricercato nel fatto che prima di iniziare la produzione delle monete d'oro e d'argento, l'assayer (il responsabile del controllo della qualità delle monete) e il chief engraver (l'incisore capo) della zecca, dovevano corrispondere ciascuno una garanzia di 10.000 dollari, come stabilito dal Mint Act stesso. Una cifra folle per l'epoca. Fu soltanto nel marzo 1794 che queste cifre vennero ridotte a 1.000 dollari per l'assayer e 5.000 per il chief engraver (che non erano pochi, ma a quanto pare poteva permetterseli ), e si potè così iniziare la produzione delle monete d'argento, mentre per quelle d'oro si dovette attendere l'anno successivo, quando alcuni privati, il primo Moses Brown di Boston, fornirono alla zecca una quantità sufficiente di metallo. Brown depositò 128 once a metà febbraio 1795, altri depositanti si aggiunsero (furono poi loro, naturalmente, a ritirare le monete coniate, con un piccolo aggio per la produzione), e finalmente, il 31 luglio, 744 half eagles uscirono dalla zecca, seguite, l'11 agosto, da altre 520. In totale, nel 1795, ne furono coniate 8.707. Cinque dollari oggi sono spiccioli, ma a fine '700 una half eagle non era certo una moneta che la maggior parte della gente si portava dietro quando usciva a fare compere. Erano semplicemente troppi soldi perché una persona media li maneggiasse casualmente, la maggior parte delle half eagles avevano la funzione di bullions, oro da investimento, usato soprattutto nelle transazioni tra uomini d'affari, istituzioni pubbliche, e molte furono utilizzate negli scambi internazionali. A causa di questo, e di diversi altri fattori, molte di queste monete, nel tempo, finirono per essere rifuse Continua...
    2 punti
  5. io devo iniziare a mangiare più leggero 😁
    2 punti
  6. be.. se con i francobolli si ringiovanisce, io fra poco divento un poppante in fasce
    2 punti
  7. Ciao. Eccoli. Le descrizioni e le foto sono del venditore. Sono più che soddisfatto dell'acquisto. COLLEZIONE GIÀ APPARTENENTE AD UNA ILLUSTRE CASATA ROMANA. MONETE E MEDAGLIE PAPALI. Roma, P. & P. Santamaria Numismatici 1934. Legatura posteriore in mezza pelle con angoli, cm 25 x 18, pp (8) 111 (1)+ XXIII tavole in nero. Legato senza le brossure. Catalogo dell’incanto della collezione Lancellotti, del 17 dicembre 1934. MONETE PER COLLEZIONE. Roma, P. & P. Santamaria 1961. Brossura editoriale a stampa, cm 26.5 x 19.5, pp (50) + XLIII tavole in nero. Catalogo d’asta, con foglio delle valutazioni. Alcune tavole legate al contrario.
    2 punti
  8. Ottimo acquisto, con un buon catalogo ora studiali.
    2 punti
  9. Può essere che lo abbia fatto periziare chi lo ha comprato e poi ha capito che c' era qualcosa che non quadrava,e quindi per essere rimborsato si è fatto periziare il pezzo... Tra l'altro diverse case d'asta richiedono la perizia non di uno ma di due periti in caso di contenzioso tra le parti... Poi se è stato un privato che si è voluto togliere questo sfizio si, è un genio...
    2 punti
  10. Attenzione che alcune date di emissione sono cambiate. Per esempio il cielo adesso porta come data di emissione il 17 giugno. e sono cambiate anche Campari (11 aprile) e violenza sulle donne (6 marzo)
    2 punti
  11. La zecca di Napoli e quella di Palermo non erano le uniche che utilizzavano diversi punzoni per realizzare più caratteri... Era un modo come un' altro di ingegnarsi alla bisogna e per risparmiare... Il tuo grano, secondo me, è un BB+...
    2 punti
  12. Interessante la conferenza di ieri sera, Fabio ha fatto un'esposizione a 360° sulle zecche imperiali e provinciali romane e illustrando le varie riforme monetarie susseguitesi con i vari imperatori. Per concludere con i due casi delle zecche di Aquileia e Deultum, illustrando come nacquero le città e come riconoscere le monete di appartenza coniate dalle due zecche. Al termine della conferenza si è potuto vedere monete di queste due zecche e poi il consueto brindisi questa volta accompagnato da degli squisitissimi dolcetti in pasta di mandorle offerti da un Socio. Ringraziamo Fabio Songa per la conferenza e i partecipati in presenza e collegati da remoto.
    2 punti
  13. Per completezza di quel che hai detto,aggiungo screen dal sito di @andrea78ts "errori di coniazione" dove si elenca una lista dal piú raro a scendere 😃 Nel mio caso 1918 su 1895
    2 punti
  14. Cito dal sito dell'AdE: "Per quanto riguarda i criteri di determinazione della base imponibile l'art. 68, comma 6, del TUIR, prevede che le plusvalenze sono costituite dalla differenza tra il corrispettivo percepito (ovvero la somma o il valore normale dei beni rimborsati) ed il costo (ovvero il valore d'acquisto), aumentato di ogni onere inerente alla loro produzione, compresa l'imposta di successione e donazione, le spese notarili, le commissioni d'intermediazione, la tassa sui contratti di borsa, ecc., ad eccezione degli interessi passivi." Quindi, nel Tuo caso, il costo della sterlina sarà determinato dall'importo dell'aggiudicazione (300 euro) + le commissioni d'asta (60 euro) + le spese di spedizione se la sterlina è stata spedita e non ritirata a mano. Ergo, da 600 euro (corrispettivo percepito) sottrarrai il costo complessivo come sopra determinato e, sulla differenza (plusvalenza), calcolerai l'imposta (attualmente il 26%). M.
    2 punti
  15. Buongiorno, fantastica scoperta. Adesso devo tirare fuori tutte le mie monete interessate e vedere se rientrano nella fattispecie. 🤗 questo è quello che adoro di questo forum, suscitare la curiosità e poi diffondere conoscenza. però se non ho fatto caso prima a questi dettagli (oltre a perché non lo sapevo) e’ il fatto di non avere una lente di ingrandimento buona.
    2 punti
  16. La mia, anche se molto piú modesta 😆
    2 punti
  17. Buonasera a tutti (vista l'ora) sono un pò indeciso se si tratta di un follis di Giustino I°, del successore o di entrambi. pesa grammi 10,60
    1 punto
  18. Salve ragazzi oggi ho diviso tutta la serie dei Michetti cent.15 ardesia 1 serie 1906 Dent 12 mm 18,5 x 25 2 serie 1909 dent.13x13,5 18x23 3 serie 1911 dent 13½ x 14 4 serie sovrastampata cent 20. Ma quello che vi voglio dire e dove guardare per distinguere la 1/2/3 serie e vi invito a leggere e guardare questo link molto interessante poi vi assicuro che non avrete più problemi per distinguerli. https://www.lafilatelia.it/archive/giandri/giandri_0220_Michetti.html#:~:text=Per poter soddisfare questa tariffa,sopra la testa del Sovrano Per quanto riguarda queste buste già viste dal nostro @PostOffice vi invito ad andare su storia postale jagher post n 154e post 160 troverete la bella descrizione.
    1 punto
  19. Salve! Ieri, nel solito giro domenicale ad un mercatino della zona, mi sono imbattuto in questa medaglia e non ho esitato a portarla a casa con me. Era abbandonata in una teca con altre cianfrusaglie insudiciata. Ho provveduto a pulirla in modo molto delicato e ho provato a cercare qualche informazione in più. Come i più esperti sapranno parliamo di una medaglia assegnata ai Cavalieri dell'Ordine della Corona d'Italia, riconoscimento assegnato sia a militare che a civile istituto da Vittorio Emanuele II nel 1868 e assegnato successivamente anche da Umberto I e Vittorio Emanuele III. Spulciando nel web e soprattutto in questo forum, ho notato che esistono diverse "varianti" (se così si possono chiamare) che presentano dettagli differenti sia nella corona sia nell'aquila sabauda. Altra differenza è nella composizione della stessa: in alcuni casi si parla di oro, in altri di metallo dorato. Detto questo, chiedo ai conoscitori della materia di aiutarmi in qualche modo a classificare temporalmente la medaglia e, nel caso fosse possibile, le caratteristiche della stessa. P.s. Nel caso fosse un una sezione non corretta, prego gentilmente i mod di spostare. Grazie!
    1 punto
  20. Grazie a loro, sono stato autorizzato all’upload, così posso definitivamente defilarmi. Valga lo studio per le risposte a qualsiasi domanda. A prestissimo.
    1 punto
  21. Anche nel 1804 per coniare i 3 cavalli di Ferdinando IV furono sovrapposte due C capovolte per formare il 3 del valore... E nel 1805 troviamo due piccole O sovrapposte a formare l'8 della data nelle piastre... Ma si potrebbe andare avanti per un bel po' con esempi di monete in cui hanno "arrangiato" nel formare lettere e numeri,e a Napoli succedeva già nel periodo vicereale,prima non saprei perché è un periodo che non conosco...
    1 punto
  22. 🫡 @Stilicho @moro nicola ciao Nicola Prova così dal telefonino.
    1 punto
  23. Buongiorno a tutti. Ieri mattina al Mercato dei libri di piazza Diaz ho incrociato un libraio torinese con un catalogo dedicato alla Numismatica. Trovandolo rilevante e potenzialmente utile a molti di noi, ne pubblico la versione pdf. affinché gli interessati possano contattare il libraio stesso. Un saluto cordiale e buona lettura. Catalogo-22-Numismatica.pdf
    1 punto
  24. Col pensiero eccomi a te. Antonietta il 29 gennaio del 1902 scrive queste poche parole alla signorina Vera, presumibilmente ospite del collegio Orsoline di Pallanza. Mi interessava sapere notizie sul monogramma posto sopra la firma di Antonietta (autore del disegno?). Poi sulla stampa "Carte postale" c'è una macchia blu-verde, è voluta? Oppure si trova lì per un caso? Sui timbri di partenza si legge Casale Monferrato (Alessandria), mentre sul timbro di arrivo si capisce bene "Novara", scritto tra l'altro anche a penna tra parentesi. Di Pallanza non trovo riscontri. Che ne pensate? Grazie e buon pomeriggio a voi tutti.
    1 punto
  25. 1 punto
  26. Mi sa che oggi mi passa la fame! Appena usciti dalla busta arrivata oggi: Grazie a voi ho di nuovo allargato un po' i miei orizzonti, adesso me li guardo per benino, poi vi faccio sapere. njk
    1 punto
  27. Geniale chi ha pagato per farlo imbustare nonostante fosse falso 🤣
    1 punto
  28. 1 punto
  29. Buongiorno Condivido con voi il mio ZN per confronto Secondo voi arriva a BB O siamo su MB
    1 punto
  30. Mi raccomando aprite il link perché è molto bello e imparerete qualcosa di bello , certamente @fapetri2001 e @PostOffice ne sono già al corrente ,ma per chi vuole imparare qualcosa e ok.
    1 punto
  31. si anche perché le imitazioni dei follis del primo periodo sono poco studiate, benché a differenza di altri periodi per nulla scarse. Probabilmente erano in gran parte da area balcanica da quanto sembrerebbe
    1 punto
  32. Zecca di Palermo, grano del 1686 (Carlo II) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-C2T/2
    1 punto
  33. Mi sembra una moneta buona.
    1 punto
  34. Da Sebaste di Frigia, un accattivante esemplare in AE al nome di Caracalla, con al diritto busto dell' imperatore laureato e corazzato ed al rovescio raffigurazione della decapitazione di Medusa da parte di Perseo, assistito da Atena . Sarà il 3 Marzo in vendita Savoca Herakles 2 al n. 63 .
    1 punto
  35. Riprendendo una discussione aperta da poco in questa sezione: Lotto 60 del catalogo
    1 punto
  36. Una moneta d'imitazione coniata nello stesso periodo dell'originale. Che ha quindi un notevole interesse numismatico.
    1 punto
  37. Non sarei così estremo per la definizione di questo grado di rarità( R5).Non ci sono definizioni perentorie.Dopo aver fatto i miei complimenti a Daniele, per questo pezzo eccezionale,voglio dire la mia: credo che ci siano in giro più pezzi di quanto , abitualmente, si scriva. Non molti, ma più dei 5-6 di cui, aneddoticamente, si parla.Lo dicono le aste...ogni anno questa moneta è presente in una di esse, le migliori, naturalmente. A meno che le stesse non vengano rimesse in vendita dopo pochissimo tempo di collezione!Credo che il grande collezionista, che ambisce al possesso di questa celebrata moneta, la voglia tenere fino alla fine dei suoi giorni... A proposito delle due monete SV 1823 Roma, di cui ho parlato, la seconda sarà presente nell'asta Nomisma 73.E' in copertina .Vediamo come la descriveranno.Nomisma l'ha già trattata spesso.
    1 punto
  38. Buona sera , Credo che la foto faccia riferimento più a una medaglia che a una moneta. I caratteri incisi sembrano essere in stile Tensho Tai (篆書体), 篆書体 - Wikipedia un'antica scrittura sigillare usata storicamente nei sigilli ufficiali, nelle iscrizioni commemorative e in alcuni documenti formali. Questo stile, caratterizzato da tratti armoniosi e forme spesso stilizzate, rende l'identificazione piuttosto complessa. Appena possibile, cercherò di decifrare i caratteri, ma non sarà semplice, proprio a causa della natura pittorica di questo tipo di scrittura. Se hai qualche altro dettaglio sulla provenienza della medaglia o sul contesto in cui è stata trovata, potrebbe essere un ulteriore aiuto per risalire alla sua origine. Non posso confermare al 100% la provenienza fino a ulteriori identificazioni. Ti aggiorno appena riesco a identificare qualcosa con più certezza!
    1 punto
  39. Buongiorno. Al Mercato in Cordusio ne può comprare dieci tutte le domeniche, nelle conservazioni più varie; personalmente, non posso dunque considerare "rara" questa moneta. Inoltre, per essere molto chiari, non dimentichi che i compilatori dei Cataloghi sono anche commercianti. Vogliamo parlare di rarità? Parliamo della Rupia del 1921 o delle emissioni in oro del Governo Provvisorio dell'Emilia...
    1 punto
  40. Buongiorno, il discorso è molto ampio ma provo a riassumerlo. Innanzitutto, dobbiamo considerare che le monete del Regno veramente rare si contano sulle dita di una mano (escludiamo per un momento le serie per collezionisti): se Lei fa caso, ad esempio, in quasi tutte le aste compare un 5 lire del 1914 e un 5 lire del 1901. Possiamo considerarle rare? A mio parere, no. Possiamo considerarle costose? A mio parere, si. Queste considerazioni non inficiano ovviamente il fascino emanato da tutte le monete del Regno e il grande interesse che gli appassionati (sottoscritto compreso) nutrono verso di esse. Secondariamente, sono convinto del fatto che un discorso sulla rarità debba essere collegato alla conservazione di una moneta. Anche in questo caso, un esempio può essere utile: un 2 lire 1911 "Cinquantenario" in conservazione SPL o meno è comunissimo, mentre un vero FDC non lo si vede tutti i giorni. Come classifichiamo dunque la rarità di questa moneta? Ha senso affermare che è "rara" o "comune" senza alcuna distinzione in base alla conservazione? A mio parere, no. Nel caso del 5 lire del 1937 stiamo parlando di una moneta che si trova facilmente in tutte le conservazioni, dunque il giudizio sulla rarità dovrebbe più correttamente volgere sul "comune" o, se vogliamo essere generosi, sul "non comune" per la moneta FDC. Spero di essere stato chiaro e mi scuso se mi sono dilungato. Un saluto e grazie @fatantony Buongiorno, leggo ora il Suo intervento ma spero che quanto sopra indicato possa essere di aiuto. Un saluto.
    1 punto
  41. Qui le località in cui il gettone è pagabile fan parte della legenda del dritto invece di essere incise sul contorno come nei due gettoni precedenti. apollonia
    1 punto
  42. Buonasera, I 20 centesimi 1918 e 1919 detti esagono sono stati coniati su vecchie monetine da 20 cent. 1894 o 1895 di Umberto primo, per questo motivo, non é insolito vedere parti del vecchio conio. Alcune sono vere opere d'arte...
    1 punto
  43. Medaglia devozionale mariana, ottone/rame e smalto policromo (1940 -1960). Italia. D/ L'Immacolata con le braccia aperte rivolte verso il basso.- R/ Scritta: RICORDO con ramoscello floreale.- Ciao Borgho
    1 punto
  44. Terminato il racconto della circolazione interna dei Trade dollars, non dobbiamo però dimenticare che essi erano stati pensati per l'uso nei paesi dell'Estremo Oriente. Già nel 1873, primo anno di produzione, la maggior parte delle monete coniate venne esportata in Cina. Nell'ottobre di quell'anno l'imperatore Tonghzi fece fare un test di analisi sulle monete, a seguito del quale emise il seguente proclama: "Questa proclamazione, quindi, è per informazione di voi mercanti, commercianti, soldati e persone di ogni distretto. Dovete sapere che il "Dollaro commerciale dell'aquila" che è arrivato di recente a Hong Kong è stato saggiato congiuntamente da ufficiali appositamente nominati allo scopo, e può essere preso in pagamento di dazi, ed entrare in circolazione generale. Non dovete guardarlo con sospetto. Allo stesso tempo, i ladri, i truffatori e simili, sono qui severamente proibiti di fabbricare imitazioni spurie di questo nuovo Dollaro dell'aquila, con l'obiettivo del proprio profitto. E se osano sfidare questo divieto, e fabbricare moneta falsa, saranno, una volta scoperti, sicuramente arrestati e puniti. Che tutti obbediscano con tremore! Che non ci sia disobbedienza! " Ma nonostante le rassicurazioni, i cinesi non si fidavano troppo, ed erano soliti ricorrere alla pratica del chopping, ovvero marcavano le monete di cui avevano constatato di persona la bontà con dei segni detti Chopmarks I chopmarks sono caratteri in lingua cinese che venivano impressi sulle monete d'argento dai mercanti o dagli scambisti, a testimoniare che avevano superato positivamente l'esame di autenticità. Una garanzia personale che quella moneta era di buon argento! Questa pratica, serviva a facilitare l'accettazione delle monete per la circolazione, ed era al tempo stesso una forma gratuita di pubblicità per questo o quel commerciante. I chopmarks potevano essere così numerosi da rendere quasi irriconoscibile il disegno della moneta, per questo il decreto del 1887 ammetteva al cambio solamente Il fatto che i dollari contromarcati non fossero redimibili ha fatto sì che migliaia di essi siano arrivati fino ai giorni nostri (altrimenti sarebbero stati rifusi), e queste monete personalizzate sono ora affascinanti reliquie di un'epoca che fu petronius
    1 punto
  45. Sebbene ormai privo di valore legale e non più coniato dal 1878, il Trade dollar non voleva proprio saperne di andare in pensione, e continuò a essere scambiato in qualche modo ancora per un decennio. Dal 1883, le aziende rifiutavano di accettarlo in pagamento, o lo facevano solo con un forte sconto. Milioni di pezzi già coniati rimanevano in circolazione, poiché non c'era modo di convertirli in qualcos'altro, se non per il loro valore intrinseco. Costantemente in calo per tutti gli anni 1870/80. Chi possedeva i dollari, era riluttante ad accettare una perdita del genere, e il governo non era disposto a venir loro incontro riprendendoli indietro al facciale. Vennero presentate diverse proposte di legge per la redenzione dei Trade dollars, ma tutte furono vittime di interessi politici contrastanti. Mentre il dibattito infuriava al Congresso, gli speculatori incominciarono a comprare tutti i dollari che potevano al loro valore intrinseco. Così, quando infine fu approvata una legge per la loro redenzione, nel febbraio 1887, la maggior parte delle monete non era più in circolazione. E gli speculatori realizzarono un grande profitto quando il governo accettò di riprendere indietro, al pieno valore facciale, tutti i dollari che non fossero "deturpati, mutilati o contromarcati". Questa "amnistia" per i Trade dollars aveva una durata di soli sei mesi, durante i quali era possibile presentarli al cambio ricevendo monete frazionali in argento, o dollari di nuovo conio (i Morgan). Il metallo recuperato dalla fusione dei Trade fu poi usato per coniare altre monete in argento petronius
    1 punto
  46. Infatti, il declino del prezzo dell'argento, portò all'uso del Trade dollar per la circolazione interna. La Zecca accettava ancora una certa quantità di argento dai privati, quello necessario per coniare questi dollari. E i depositanti con essi venivano pagati. Ma i dollari dati in pagamento per l'argento, venivano calcolati non in base al loro valore nominale, ma al bullion value, cioè al valore intrinseco, che era più basso. Questo faceva sì che i depositanti ricavassero un immediato profitto dall'operazione spendendo le monete al facciale, e finché queste mantenevano il loro corso legale i commercianti, obbligati ad accettarle, non potevano far altro che continuare ad accumularle, poiché le banche non ne ammettevano il cambio in banconote per importi superiori ai 5 dollari. Inutile dire che, in un'epoca in cui il valore delle monete metalliche era dato da quello del metallo che contenevano, il dover accettare per 1 dollaro monete che, in argento, valevano meno, non li rendeva certo felici. Alla fine, il governo fu costretto ad adottare una soluzione mai utilizzata prima (e nemmeno dopo): togliere ai Trade Dollars il corso legale. Lo fece con una legge del 22 luglio 1876, che revocava il corso legale, limitando l'uso di queste monete solo al commercio estero. Ma questo non risolse affatto il problema... Il corso legale del Trade dollar verrà ripristinato nel 1965, a quel punto non solo la questione si era invertita (il valore intrinseco superava il nominale), ma essi avevano raggiunto sul mercato collezionistico un interesse e un valore tali che nessuno sarebbe stato così pazzo da spenderli al facciale petronius
    1 punto
  47. Un dollaro per l'Oriente Il Coinage Act del 1873 non aveva solo risvolti negativi come la demonetizzazione, di fatto, dell'argento, prevedeva diverse altre cose, la più interessante, per noi numismatici, l'emissione di una nuova moneta da un dollaro, che avrebbe dovuto facilitare i commerci con l'Estremo Oriente, competendo con le pezzature in argento di uguale modulo di altri paesi. Fu chiamata Trade Dollar. Nelle intenzioni dei legislatori tale dollaro avrebbe dovuto essere utilizzato solo sui mercati asiatici, ma le cose non andarono esattamente così. Di questo però diremo più avanti, ora, come promesso, parliamo della moneta Il Trade Dollar è stato coniato dal 1873 al 1885 nelle Zecche di Philadelphia, San Francisco e Carson City. Ha un diametro di 38,1 mm., come i dollari precedentemente emessi, ma un peso leggermente superiore, 27,22 gr. contro 26,73: questo per facilitarne l'accettazione sui mercati esteri. E' in argento .900. L'autore del disegno è l'allora incisore-capo della Zecca William Barber, padre del più famoso Charles cui si devono buona parte delle monete statunitensi degli ultimi decenni dell'Ottocento. La moneta presenta al dritto una Lady Liberty seduta, ispirata alle raffigurazioni di Roma e dell'Italia dei sesterzi imperiali, sorta di glorificazione di quel simbolismo neo-Romano (della Roma antica) presente su diverse monete americane dell'Ottocento. Interpretato però nei termini concreti del consumismo post-guerra civile. Così viene descritta in un articolo dell'American Journal of Numismatic pubblicato al suo apparire: "Una figura femminile seduta su balle di mercanzia, che tiene nella mano sinistra un cartiglio con la scritta LIBERTY. Alle sue spalle un covone di grano che esprime, con le balle di merce, il carattere commerciale della moneta. La sua mano destra, tesa in avanti, stringe un ramo d'ulivo." Pace e Commercio vengono spediti dagli Stati Uniti oltreoceano, per questo la figura poggia su un plinto erboso, con l'iscrizione IN GOD WE TRUST, posto accanto alle onde. L'aquila al rovescio è un felice compromesso tra la classica aquila araldica e l'uccello in natura. E anche la pletora di titoli, motti e statistiche non sembra fuori posto. Insomma, nel complesso, una bella moneta petronius
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.