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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/12/25 in Risposte

  1. Poco fa finalmente sono riuscito a parlarci. La persona che mi ha risposto, molto gentile e disponibile, oltre ad aver chiarito i miei dubbi sull'iscrizione del Circolo, mi ha dato alcune importanti notizie. Tutte le monete previste sono state prodotte e sono conservate all'interno del Vaticano: immagino intendesse quelle del 2024, ma forse anche qualcuna di quest'anno. A mia precisa domanda sui tempi di distribuzione, ha risposto che sperano di ultimare le procedure di registrazione entro Pasqua, e che, in ogni caso, le monete NON SARANNO MESSE IN VENDITA PRIMA DI GIUGNO!!! A questo punto non resta che armarci di pazienza, tanto, ha detto, possiamo stare tranquilli, nessuno resterà senza 😁 petronius
    3 punti
  2. Dopo le monete di Lanciano, i ducali e gli Augustali di Napoli io adesso voglio il tarì di Secondigliano... per dare spunto e sostegno all'impresa posto anche un utile sussidio bibliografico dove trovare tanti bei documenti inediti da forz... ehm, interpretare allo scopo di invent.. ehm, scoprire il favoloso tarì secondiglianense sempre sfuggito ai numismatici... (Cacchio, però devo ammettere che la fantanumismatica ha il suo fascino, ispira suggestioni del tipo: Indiana Jones e i ducati di Atlantide 🤓)
    3 punti
  3. di Marzio Zamattio L’eccezionale ritrovamento risalente a 3.000 anni fa. Il soprintendente Marzatico: «Non è mai stata trovata un testimonianza così importante per il periodo e la qualità degli oggetti» Servirà riscrivere la storia della città dopo la straordinaria scoperta, avvenuta nell’agosto 2023 e annunciata con orgoglio ieri, 11 febbraio, a 8 metri sotto il livello stradale, di una necropoli monumentale risalente a 3.000 anni fa, all’età del Ferro. Oltre 200 le tombe rinvenute (sinora), complete di corredi — tra cui una spada rotta, un insieme di anelli di un pettorale, punte di lancia, fibule in ambra e spilloni in pasta vitrea — che rappresentano solo una parte di quelle potenzialmente conservate nel sottosuolo ancora da indagare in via Santa Croce, in pieno centro storico, dove il Gruppo Dalle Nogare sta realizzando due plessi abitativi. «Si tratta di una scoperta incredibile, che ci mostra una nuova storia della città di Trento, non più solo come città romana», commenta la vicepresidente e assessora provinciale alla cultura, Francesca Gerosa. Sottolineando che si sta «lavorando intensamente per riportare alla luce un pezzo di storia finora sconosciuta», i cui lavori procedono a spron battuto dall’aprile del 2024, in una parte del sito, «anche se c’è ancora tutta un’intera area da monitorare per poi valutare quali azioni intraprendere», aggiunge Gerosa. A cominciare dalla fruizione da parte di tutti. La scoperta è avvenuta durante gli scavi di realizzazione di un garage (ora spostato) sotto il piazzale che confina con l’oratorio del Duomo, con l’indagine diretta dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia. Le stele funerarie di marmo trentino e veronese Immediata l’emozione quando si scende sotto il livello stradale tra via Santa Croce e via Madruzzo e ci si ritrova in un attimo nel passato. Suggestivo vedere il sito — nel quale sta lavorando l’equipe della Cora società archeologica — dove emergono le stele funerarie di marmo trentino e veronese, che raggiungevano l’altezza di 2 metri e mezzo, utilizzate come segnacolo e organizzate in file come le tombe negli attuali cimiteri. Quasi tutte in piedi, preservate da 4-5 alluvioni avvenute successivamente. Una sensazione di trovarsi in un luogo sacro che avvicina agli abitanti di quel periodo, nell’età del Ferro, tra il 900 al 600 a.C. «Era una società evidentemente insediata nella conca di Trento e che rappresentava il suo potere e prestigio attraverso la deposizione di oggetti emblematici del proprio status privilegiato», spiega il soprintendente per i beni culturali della Provincia, Franco Marzatico. Che definisce il ritrovamento «una scoperta straordinaria: non è mai stata trovata un testimonianza così importante sia dal punto di vista cronologico sia per la qualità degli oggetti». Le informazioni sulla società di quel periodo «Questa è una delle tombe certamente più significative di questa necropoli monumentale, si possono vedere i resti della cremazione e una serie di oggetti in bronzo, tra cui una paletta, degli spilloni e una punta di lancia che testimoniano il defunto — spiega Elisabetta Mottes dirigente dell’Ufficio beni archeologici della Provincia — finora non avevamo alcuna informazione sulla società di quel periodo, è la prima volta, ed è un ritrovamento importantissimo di questo periodo durante la fondazione di Roma». La scoperta della necropoli monumentale apre nuovi scenari e ipotesi interpretative per la ricerca archeologica. «Siamo nell’età del Ferro, un periodo di profonde trasformazioni dal punto di vista storico-culturale in tutto il Mediterraneo, nell’arco alpino e oltralpe— illustra Marzatico — fioriscono le grandi civiltà, gli Etruschi, i Fenici, i Greci e i Celti, e sono anche i tempi della fondazione di Roma nel 753 a.C.». In questa area della città, nei primi secoli del I millennio a.C., era presente l’ampio alveo del torrente Fersina con una rete di canali torrentizi che si intrecciavano tra loro. Le ossa poste in contenitori di ceramica Le alluvioni iniziati già nelle fasi di utilizzo della necropoli hanno invaso il luogo sacro conservandolo fino ai nostri giorni permettendo di documentare in dettaglio i piani d’uso della necropoli e di ricostruire le pratiche funerarie della comunità vissute in quel periodo, prima dei Reti. Serviranno altre analisi interdisciplinari e studi sui resti e sui reperti deposti come corredo e offerta: all’interno delle cassette litiche è presente la terra di rogo, una raccolta intenzionale di ossa calcinate poste entro contenitori in materiale deperibile, meno frequentemente in vasi ossuari. «Si pensa che i resti combusti spesso collocati sopra il corredo personale fossero avvolti in contenitori di tessuto, di cui in alcuni casi si sono conservate le fibre, chiuso con spilloni o fibule», evidenzia Michele Bassetti della Cora società archeologica che coordina sul campo le indagini insieme a Ester Zanichelli e alla loro equipe di ricerca. In alcune tombe la forma dell’accumulo suggerisce la presenza di cassette lignee quadrangolari. Le le ossa venivano poste in contenitori di ceramica. Tra i reperti recuperati. Ora lo studio scientifico del ricco archivio di dati fornito dall’eccezionale sito archeologico sarà effettuato da una equipe di ricerca interdisciplinare che prevede la partecipazione di enti e specialisti di varie istituzioni italiane e straniere. In attesa di poter visitare l’intera necropoli risorta a disposizione di tutti. Trento, scoperta una necropoli preromana con 200 tombe: «Si deve riscrivere la storia della città» | Corriere.it
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  4. La prima Aquila... ...era un'aquila a metà Le prime monete d'oro a uscire dalla zecca di Philadelphia furono infatti quelle da 5 dollari, le half eagles. E ci vollero tre anni dal Mint Act perché questo avvenisse. Il motivo va ricercato nel fatto che prima di iniziare la produzione delle monete d'oro e d'argento, l'assayer (il responsabile del controllo della qualità delle monete) e il chief engraver (l'incisore capo) della zecca, dovevano corrispondere ciascuno una garanzia di 10.000 dollari, come stabilito dal Mint Act stesso. Una cifra folle per l'epoca. Fu soltanto nel marzo 1794 che queste cifre vennero ridotte a 1.000 dollari per l'assayer e 5.000 per il chief engraver (che non erano pochi, ma a quanto pare poteva permetterseli ), e si potè così iniziare la produzione delle monete d'argento, mentre per quelle d'oro si dovette attendere l'anno successivo, quando alcuni privati, il primo Moses Brown di Boston, fornirono alla zecca una quantità sufficiente di metallo. Brown depositò 128 once a metà febbraio 1795, altri depositanti si aggiunsero (furono poi loro, naturalmente, a ritirare le monete coniate, con un piccolo aggio per la produzione), e finalmente, il 31 luglio, 744 half eagles uscirono dalla zecca, seguite, l'11 agosto, da altre 520. In totale, nel 1795, ne furono coniate 8.707. Cinque dollari oggi sono spiccioli, ma a fine '700 una half eagle non era certo una moneta che la maggior parte della gente si portava dietro quando usciva a fare compere. Erano semplicemente troppi soldi perché una persona media li maneggiasse casualmente, la maggior parte delle half eagles avevano la funzione di bullions, oro da investimento, usato soprattutto nelle transazioni tra uomini d'affari, istituzioni pubbliche, e molte furono utilizzate negli scambi internazionali. A causa di questo, e di diversi altri fattori, molte di queste monete, nel tempo, finirono per essere rifuse Continua...
    2 punti
  5. io devo iniziare a mangiare più leggero 😁
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  6. be.. se con i francobolli si ringiovanisce, io fra poco divento un poppante in fasce
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  7. Ciao. Eccoli. Le descrizioni e le foto sono del venditore. Sono più che soddisfatto dell'acquisto. COLLEZIONE GIÀ APPARTENENTE AD UNA ILLUSTRE CASATA ROMANA. MONETE E MEDAGLIE PAPALI. Roma, P. & P. Santamaria Numismatici 1934. Legatura posteriore in mezza pelle con angoli, cm 25 x 18, pp (8) 111 (1)+ XXIII tavole in nero. Legato senza le brossure. Catalogo dell’incanto della collezione Lancellotti, del 17 dicembre 1934. MONETE PER COLLEZIONE. Roma, P. & P. Santamaria 1961. Brossura editoriale a stampa, cm 26.5 x 19.5, pp (50) + XLIII tavole in nero. Catalogo d’asta, con foglio delle valutazioni. Alcune tavole legate al contrario.
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  8. Ottimo acquisto, con un buon catalogo ora studiali.
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  9. Può essere che lo abbia fatto periziare chi lo ha comprato e poi ha capito che c' era qualcosa che non quadrava,e quindi per essere rimborsato si è fatto periziare il pezzo... Tra l'altro diverse case d'asta richiedono la perizia non di uno ma di due periti in caso di contenzioso tra le parti... Poi se è stato un privato che si è voluto togliere questo sfizio si, è un genio...
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  10. Attenzione che alcune date di emissione sono cambiate. Per esempio il cielo adesso porta come data di emissione il 17 giugno. e sono cambiate anche Campari (11 aprile) e violenza sulle donne (6 marzo)
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  11. La zecca di Napoli e quella di Palermo non erano le uniche che utilizzavano diversi punzoni per realizzare più caratteri... Era un modo come un' altro di ingegnarsi alla bisogna e per risparmiare... Il tuo grano, secondo me, è un BB+...
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  12. Interessante la conferenza di ieri sera, Fabio ha fatto un'esposizione a 360° sulle zecche imperiali e provinciali romane e illustrando le varie riforme monetarie susseguitesi con i vari imperatori. Per concludere con i due casi delle zecche di Aquileia e Deultum, illustrando come nacquero le città e come riconoscere le monete di appartenza coniate dalle due zecche. Al termine della conferenza si è potuto vedere monete di queste due zecche e poi il consueto brindisi questa volta accompagnato da degli squisitissimi dolcetti in pasta di mandorle offerti da un Socio. Ringraziamo Fabio Songa per la conferenza e i partecipati in presenza e collegati da remoto.
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  13. Per completezza di quel che hai detto,aggiungo screen dal sito di @andrea78ts "errori di coniazione" dove si elenca una lista dal piú raro a scendere 😃 Nel mio caso 1918 su 1895
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  14. Cito dal sito dell'AdE: "Per quanto riguarda i criteri di determinazione della base imponibile l'art. 68, comma 6, del TUIR, prevede che le plusvalenze sono costituite dalla differenza tra il corrispettivo percepito (ovvero la somma o il valore normale dei beni rimborsati) ed il costo (ovvero il valore d'acquisto), aumentato di ogni onere inerente alla loro produzione, compresa l'imposta di successione e donazione, le spese notarili, le commissioni d'intermediazione, la tassa sui contratti di borsa, ecc., ad eccezione degli interessi passivi." Quindi, nel Tuo caso, il costo della sterlina sarà determinato dall'importo dell'aggiudicazione (300 euro) + le commissioni d'asta (60 euro) + le spese di spedizione se la sterlina è stata spedita e non ritirata a mano. Ergo, da 600 euro (corrispettivo percepito) sottrarrai il costo complessivo come sopra determinato e, sulla differenza (plusvalenza), calcolerai l'imposta (attualmente il 26%). M.
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  15. Buongiorno, fantastica scoperta. Adesso devo tirare fuori tutte le mie monete interessate e vedere se rientrano nella fattispecie. 🤗 questo è quello che adoro di questo forum, suscitare la curiosità e poi diffondere conoscenza. però se non ho fatto caso prima a questi dettagli (oltre a perché non lo sapevo) e’ il fatto di non avere una lente di ingrandimento buona.
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  16. La mia, anche se molto piú modesta 😆
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  17. Ciao a tutti Scusatemi tanto.. ma sono alle prime armi con le monete romane.. ne ho comprato in lotto ma il venditore non mi dà piú alcuna informazione in merito e nella fattura pervenutami sta scritto solo genericamente lotto di monete romane.. potete aiutarmi a capire di che imperatori si tratta e che tipo di monete sono ( sono tutti dei follis?) Grazie ancora e scusatemi
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  18. Però ci si dimentica che la speculazione non è provocata da chi di compra le monete, ma nella moneta che stata coniata con un errore grossolano a monte; perché se non vuoi la speculazione, la ritiri e la rifai come da specifiche esistenti, invece così è molto comodo. La vendita fu’ sospesa quasi subito, e quindi pochi pezzi erano in circolazione e quelli giustamente avrebbero avuto il loro valore, ma questa sarebbe stata fortuna, non speculazione, quest’ultima a mio parere è stata fatta proprio dagli emittenti non rispettando le specifiche e quindi le regole
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  19. Esistono dei modi per eliminare la patina, ma è meglio lasciarle come sono quelle monete, anche perché per restaurare bisogna affidare ad un esperto e secondo me non vale la pena
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  20. Mi dispiace molto per la tua indisposizione, il mese prossimo ci sarà un'altra occasione e sicuramente parteciperai anche tu. Tanti cari saluti da Max
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  21. Buongiorno, pubblico questa cartolina "La Fede" con timbri R.POSTE . Volevo avere un vostro parere in merito . Grazie.
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  22. Già, forse ha dimenticato ad aggiungere la specifica
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  23. Allora è un Certificato di non autenticità.
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  24. il monogramma è la filigrana presente nella carta della cartolina, il bollo di arrivo è T.R. Pallanza (Novara) e la macchia celeste è solamente una comune macchia avvenuta nel tempo
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  25. La cartolina è una Mastroianni, molto conosciuto, il bollo R.Poste Bari Ferrovia non è comune
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  26. In questo articolo puoi trovare una spiegazione alle S usate al posto del 5 (tra l'altro non solo nelle zecche che hai citato), ma che si applica a molte altre https://www.academia.edu/51594701/Approfondimenti_storico_numismatici_riguardanti_le_monete_dellincoronazione_di_Carlo_di_Borbone Il 5 ad S poi si riscontra anche fuori dalle monete e dalla Sicilia (foto dalla discussione di lamoneta https://www.lamoneta.it/topic/75579-dacci-oggi-il-nostro-pane-quotidiano/page/6/) Ti faccio notare anche per esempio la forma del 2 in alcune monete siciliane (foto presa dalla pagina Numismatica Sicula su facebook - https://www.facebook.com/photo/?fbid=372175494505973&set=a.116547796735412) Nella seconda data (1572) c'è un 2 "uncinato" come quello presente nella targa marmorea di una chiesa di Milazzo (vedi ultima foto nella sequenza). Stessa cosa anche il 2 a Z che si ritrova nelle monete di Carlo V, si può riscontrare anche in alcuni monumenti. Insomma, spezzo una lancia sui caratteri "inusuali" o "riciclati"... poi ovvio, ci stanno anche le diverse situazioni "arrangiate" però non lo sono tutte, mettiamola così
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  27. Francobolli inflazione Germania. Sarebbe un bellissimo tema questo ci ho pensato molte volte se farlo ,ma troppa carne al fuoco non va bene ma l'occhio mi cade sempre quando vedo monete o banconote o francobolli con prezzi di immissione vertiginosi ,penso sempre che andavano a fare la spesa con le cariole piene di banconote per comperarsi un po' di pane. Potrà mai ricapitare? Forse no perché oggi te li fregano con un clic prima di darteli. Buon divertimento.
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  28. Questi sono lavori di un grande filatelista con il nick di Giandris al secolo Andrea Bizio Gradenigo scomparso nel 2022. Questo è quanto scriveva su un suo blog: La filatelia è divertimento, studio, curiosità, approfondimento e cultura; non è un libretto di banca o un titolo azionario. Colleziona solo per il piacere che ti dà il collezionare. Beh si, queste sono le persone che hanno insegnato "la filatelia" con generosità e altruismo, ... a gratis come si suol dire, cosa rara in un mondo di banchieri e piccoli bancari.
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  30. Per me q.spl. Se non fosse per il conio stanco, sarebbe stata più di spl. Opinione personale.
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  31. Grazie mille ci provo
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  32. PostOffice, grazie a Lei e sua vasta conoscenza materia filatelica, son certo successo e contributi di questa iniziativa. saluti ggc
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  33. Ringrazio anche io Fabio per l'interessantissima esposizione ed il CCNM per l'organizzazione di queste splendide serate. Ringrazio anche il generoso Giancarlo, dal quale attendo le foto della serata. 😄
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  34. Non sono commenti strafottenti ai vari temi affrontati ma , semplicemente, commenti alle libere interpretazioni che lo studioso pone ai vari argomenti spacciandole per certezze assolute. Quando il discorso arriva a " prima di me non si capiva niente " il discorso diventa divertente ma non serio . Nel caso
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  35. Concordo. Ricordo che anni fa, parlando con un venditore professionale di questo argomento (rarità del Regno) mi confessò candidamente, che non esistono monete rare, basta avere la possibilità di spesa adeguata e si trova tutto, ma proprio tutto il Regno, mi disse.
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  36. Su eBay ho trovato questi due venduti... https://www.ebay.it/itm/286171895787?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=JNkdGXtjSAC&sssrc=4429486&ssuid=5PeKF94oQg6&var=&widget_ver=artemis&media=COPY https://www.ebay.it/itm/203494665583?mkcid=16&mkevt=1&mkrid=711-127632-2357-0&ssspo=gNuGVH8YRK2&sssrc=4429486&ssuid=5PeKF94oQg6&var=&widget_ver=artemis&media=COPY
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  37. Petronius, grazie, una grande discussione, o meglio un monologo che costituisce un dialogo per gli anni a venire con tutti quelli che come me se lo legge ogni tanto, poco a poco, poi torna a rivedere cose e sempre ne scopre. Io ogni volta devo tornare a vedere cos'è un "plinto" su google... 😅 E' un intero mondo quello che ci hai raccontato. Giù il cappello! Questa discussione secondo me meriterebbe di essere messa in evidenza in cima alla sezione.
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  38. E perche’ no e’ divertente vedere dove si puo’ arrivare
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  39. Grazie, condivido con te l'importanza della testimonianza storica nonché l'affetto personale nei confronti di mio nonno che l'ha messa da parte per me. Farò la stessa cosa con i miei figli Grazie
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  40. Ciao tu pensi che stia scherzando, ma ti sbagli, dovresti leggere cosa dice lo Gnecchi in riferimento alle monete di restituzione prima di scrivere. Con Tito inizia il periodo delle restituzioni emissioni con la legenda REST o RESTITUIT portata avanti da Domiziano, e conclusasi per quanto riguarda il bronzo con lui, Traiano ha continuato a coniare monete riferite a regnanti o Gens ma su metallo nobile, A. Pio conia un denario con il tempio dedicato ad Augusto con la legenda REST, M. Aurelio e L. Vero, hanno emesso un denario ricalcando quelli emessi da M. Antonio delle Legioni, poi ci si sposta a T, Decio con la sua emissione della serie DIVI., e ne ho dimenticate. Queste emissioni ai nostri giorni si chiamano COMMEMORATIVE, riassumendo lo Gnecchi definisce queste coniazioni si per ricordare eventi e personaggi importanti del passato se non come "MODA" Silvio
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  41. eccomi, ve lo posto volentieri
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  42. Accidenti arka mai avuto una risposta così completa.. ti ringrazio tantissimo. Ciao e buon pomeriggio a te
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  43. E' bastato molto meno, bravo @nikita_ Il 1804 è una data fondamentale per la storia numismatica degli Stati Uniti, non tanto per le monete che furono coniate in quell'anno, quanto per quelle che non lo furono: un dollaro d'argento e un 10 dollari d'oro, un'aquila... Eagle Coniate una trentina d'anni più tardi, ma sulle quali, per motivi a oggi ancora misteriosi, venne impressa la data 1804. Del dollaro ci siamo già ampiamente occupati in un'altra discussione, Il Re ed Io questa deriva da quella, anche nel titolo: nel gergo delle serie televisive la si potrebbe definire uno spin off perché il protagonista assoluto tra le due monete è sicuramente il dollaro, tanto importante e famoso da aver meritato l'appellativo di King of American coins. E l'aquila? Lo spieghiamo attraverso il video del post di apertura, tratto dal film del 1956 The King and I, la cui storia, come sanno tutti quelli che hanno letto la discussione sul dollaro, ha una stretta correlazione con esso, anche se nel film non se ne parla mai. I due protagonisti del video cantano una canzone, We kiss in a shadow, ci baciamo nell'ombra: sono due amanti clandestini, lei una concubina del re, lui un semplice servo, se il loro amore venisse scoperto sarebbero sicuramente puniti. Cosa c'entra la loro storia con la moneta da 10 dollari del 1804? Abbastanza Come i due sfortunati amanti, questa straordinaria moneta è stata infatti ingiustamente confinata nell'ombra, oscurata dal ben più famoso dollaro. E allora, facciamo luce su di essa, o almeno proviamoci E non solo su di essa, la discussione sarà l'occasione per analizzare tutte le monete d'oro emesse dalle zecche statunitensi, dalle prime di fine Settecento alle soglie della Guerra Civile. E poiché sarà basata soprattutto sull'oro, racconteremo la storia di due zecche che nella loro breve esistenza hanno coniato esclusivamente monete di questo metallo: Charlotte e Dahlonega. Racconteremo inoltre il viaggio, vera e propria avventura, di Edmund Roberts, il plenipotenziario americano incaricato di allacciare rapporti commerciali con i paesi asiatici, e di portare in dono ai loro sovrani i cofanetti contenenti le monete, nati da una sua idea. Non mancando, naturalmente, di inquadrare il tutto in un'adeguata cornice storica, economica, politica, di costume. Insomma, tanta carne al fuoco, sperando che non bruci... e non vi annoi troppo petronius
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  44. Articolo: https://www.academia.edu/127433732/MINTED_BY_ROMANS_HOARDED_BY_NON_ROMANS_THE_ARCALIA_HOARD Academia.edu mi avvisa che il prof, Asolati ha appena caricato questo contributo recentissimo (2025) su un tesoretto rinvenuto in Romania. Si tratta di un tesoretto composto da 110 monete d'argento del peso di 268,32 gr. Lo spettro numismatico indica: 97 denari imperiali, 2 silique, 10 copie fuse di denari imperiali, 1 imitazione barbara di un denaro. Accanto alle monete è stata rinvenuta una fibbia di scarpa unna in argento. Il peso totale del tesoro è di 287,76 gr. La distribuzione delle monete in base agli emittenti è la seguente: • denari imperiali: Tito, Tito (Domiziano Cesare); Nerva: Traiano 7; Adriano 8; Antonino Pio 20, Antonino Pio (Faustina I Diva) 7, Antonino Pio (Marco Aurelio Cesare), Antonino Pio (Faustina II Augusta); Marco Aurelio 18, Lucio Vero 4, Marco Aurelio (Faustina II Augusta) 2, Marco Aurelio (Faustina II Diva) 2, Marco Aurelio (Lucilla Augusta) 3, Marco Aurelio (Commodo Augusto), Marco Aurelio (Antonino Pio il Divino) 3; Commodo 9, Commodo (Crispina Augusta) 3, Commodo (Marco Aurelio il Divino); Didio Giuliano, Didio Giuliano (Manlia Scantilla Augusta); Settimio Severo 2; • silique: Costanzo II 2; • copie fuse: Antonino Pio 2, Antonino Pio (Faustina I Diva); Commodo 5, Commodo (Marco Aurelio divinizzato); • imitazioni barbare: Antonino Pio Oltre a discutere del rinvenimento la pubblicazione è una riflessione sul ruolo dei metal detectoristi amatoriali e l'alleanza tra appassionati dello strumento ed archeologi nell'ambito della conoscenza del patrimonio culturale nazionale. Si legge nell'abstract: "L'approccio di convergenza tra la legislazione sullo statuto dell'utilizzo del metal detector in Romania e l'aumento della comprensione del significato della protezione del patrimonio culturale da parte dei metal detectorists ha portato nell'ultimo decennio all'aumento dei tesori segnalati scoperti tramite metal detector. Il tesoro oggetto del presente lavoro è probabilmente uno dei casi migliori in cui il codice di buone pratiche può gettare una nuova luce sull'interpretazione - e sulla sua metodologia - di una scoperta antica. Il tesoro è stato scoperto parzialmente dal metal detector, che nel momento in cui si è reso conto di aver trovato parte di un tesoro, si è fermato immediatamente e ha seguito la procedura legale. Quindi, l'archeologo ha intrapreso con urgenza uno scavo di salvataggio nel luogo del ritrovamento e ha registrato correttamente i nuovi ritrovamenti, ha recuperato completamente il tesoro e ha inserito l'area nel Registro nazionale dei siti archeologici, proteggendo così ufficialmente l'area da future attività di rilevamento dei metalli".
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  45. Il Congresso poteva, e fece. Con Atto del 12 luglio 1870 autorizzò una nuova tipologia di banconote. Che, viste oggi (sempre che si riesca a vederle, data la loro estrema rarità ), sembrano davvero appropriate per la Gilded Age. Poiché niente poteva essere più adatto, a un'epoca d'oro solo in apparenza, che un Oro di carta Le chiamarono National Gold Bank Notes. Da non confondere con i Gold Certificates, presenti già dal 1865, e dei quali parleremo... un'altra volta Nove banche in California, e una decima a Boston, furono autorizzate a emettere una tipologia speciale di banconote, redimibili SOLO in oro, e SOLO presso la banca che le aveva emesse. Vennero autorizzate sulla base del National Banking Act, e per questo avevano al fronte gli stessi disegni delle normali National Bank Notes. Ma la loro carta aveva una tinta gialla (a simboleggiare l'oro, naturalmente), e il retro mostrava un unico disegno, dove erano raffigurate tutte le tipologie di monete d'oro allora in circolazione. I tagli autorizzati furono da 5, 10, 20, 50 (nella foto), 100 e 500 dollari, ma nessuna banca emise tutte le possibili denominazioni. Le National Gold Bank Notes, erano da intendersi come un aiuto per i banchieri, essendo ovviamente più facili da maneggiare che non le monete d'oro, e i banchieri le trovarono utili, così come chiunque altro nel West. Vennero emesse soltanto negli anni 1870, e sono oggi da considerare di grande rarità, soprattutto nelle alte conservazioni, sconosciute al mercato per molte emissioni. petronius
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  46. Lungi dall'essere eliminati dalla circolazione interna, la perdita del corso legale dei dollari ebbe come unica conseguenza che le banche non li cambiavano più, per nessun importo. Ma, come prevedibile, continuarono a richiederli gli speculatori, disposti a ritirarli dai commercianti frustrati con un piccolo sconto Ci fu una nuova svolta. Queste monete, venivano vendute dagli speculatori agli imprenditori, che le passavano a ignari dipendenti ogni giorno di paga. Una pratica particolarmente diffusa nelle città industriali del Nordest, dove un gran numero di poveri immigrati era impiegato nelle miniere e nelle industrie. Venivano pagati in Trade dollars al facciale (ma il padrone li aveva avuti a meno, e a meno ancora gli speculatori li avevano ritirati dai commercianti ), ma quando andavano a spenderli, si rendevano conto che molti negozianti li accettavano solo per il loro valore intrinseco, inferiore a 1 dollaro. Il rifiuto di accettare i Trade nella busta paga poteva portare al licenziamento, e così tanta povera gente fu ripetutamente vittima di questo ingiusto scambio Allo stesso tempo, anche i commercianti avevano uno svantaggio, poiché il rifiuto di accettare queste monete al facciale scoraggiava il commercio. La differenza tra il valore nominale e quello dell'argento divenne così ampia nel 1876, che presto fu evidente anche per il governo e gli amministratori della Zecca che i Trade di nuova emissione venivano richiesti soprattutto per l'uso interno (sempre distribuiti a peso dalla Zecca a chi portava il suo argento da fondere). Così, nonostante qualche modesto progresso ottenuto da queste monete sui mercati asiatici, il 22 febbraio 1878 il Segretario al Tesoro John Sherman ordinò di cessare la produzione, che continuò fino al 1883 solo per poche migliaia di monete proof da vendere ai collezionisti. Poi, nel 1908, uscirono fuori non si sa come pochissime monete proof datate 1884 (10) e 1885 (5): il che fa sorgere non pochi dubbi sull'anno della loro effettiva coniazione Ad ogni modo, come già per altre coniazioni simili (basti pensare ai dollari 1804), i collezionisti dimostrarono di apprezzarle, facendo raggiungere loro quotazioni da capogiro: attualmente, alcune sono state vendute per cifre a 6 zeri. Quello in foto è uno dei soli 5 esemplari datati 1885, stimato da PCGS in conservazione PR63+Cameo... non ci sono parole petronius
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  47. E concludiamo questa carrellata con una moneta campione che non faceva parte del set di sei venduto a 30 dollari, ma che merita, io credo, di essere vista Conosciuta anche come Seashore, raffigura Lady Liberty seduta sulla riva del mare, con un battello a vapore a ruota in lontananza. Il rovescio riporta le iscrizioni di rito (da notare il Commercial Dollar), impreziosite da una corona d'alloro e una cornucopia. L'esemplare in foto, stimato da NGC in conservazione PR65, ha realizzato nell'asta da cui proviene l'immagine, 36.000 dollari. Ma era il 2017, forse oggi neanche quelli bastano più petronius
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