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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/13/25 in Risposte

  1. Per gli amanti delle monete primitive africane una delle esposizioni piu’ rappresentative per tipologia e ricchezza di esemplari. In mostra a Lugano fino a settembre. Correda l’esposizione un catalogo scientifico molto ben redatto e illustrato ottima referenza per un settore ove vi sono pochissime pubblicazioni disponibili e per lo piu’ commerciali. L’originalita’ delle forme e la pregiata fattura dei fabbri africani rendono questi oggetti prodotti e utilizzati come monete di scambio particolarmente attraenti e affascinanti. Un settore numismatico per molti versi ancora poco conosciuto piu’ apprezzato dagli amanti dell’arte e del design che dai numismatici veri e propri.
    5 punti
  2. Le prime half eagles sono composte per il 91,67% di oro e per l'8,33% di argento e rame. Hanno un diametro approssimativo di 25 mm. e un peso di 8,75 grammi. Il contorno è rigato. A disegnarle e inciderle Robert Scot, primo Chief Engraver della Zecca, dal novembre 1793. Una carica, quella di incisore-capo, nella quale si sono succeduti nel tempo veri e propri artisti, autori di monete tra le più belle e apprezzate, come i due Barber, padre e figlio, James Longacre, George Morgan. Scot, purtroppo, non era alla loro altezza. Durante la guerra d'indipendenza aveva inciso alcune lastre per la cartamoneta rivoluzionaria, ma la sua esperienza con le monete era piuttosto limitata. Peraltro, non c'era molto da scegliere, tanto che ben presto si cominciò a pensare di far arrivare un incisore bravo dall'Europa: cosa che avvenne qualche anno più tardi, e di cui parleremo più avanti. Queste prime half eagles mostrano al dritto il ritratto di Lady Liberty volto a destra, con in testa un berretto simile a un turbante, su lunghi capelli ondulati. Questo disegno è conosciuto anche come Turban Head, "un tumultuoso, morbido copricapo", scrive Christian Vermeule in Numismatic Art in America "che sembra torreggiare in mezzo a un grande ciuffo arricciato e a lunghe trecce". In alto LIBERTY, in basso la data, ai lati stelle, in numero variabile. Erano 15 inizialmente, a simboleggiare gli stati facenti parte dell'Unione, se ne aggiunse una sedicesima dopo il 1° giugo 1796, con l'entrata del Tennessee. Al rovescio, un'aquila ad ali aperte, che poggia su un ramo di palma e tiene una corona d'ulivo nel becco. Nel giro UNITED STATES OF AMERICA. (foto da Heritage Auctions) In queste monete, così come in tutte le prime d'oro, non compare da nessuna parte l'indicazione del valore, ma gli uomini d'affari e i banchieri, che ne erano i principali utilizzatori, erano molto più preoccupati del peso del prezioso metallo che non di un valore nominale dichiarato. E anche se non c'era alcuna denominazione, chiunque le maneggiava era ben consapevole del loro valore in dollari Le monete con questo disegno furono coniate per tre anni, fino al 1797, nel 1798 ne furono prodotte solamente sette, probabilmente esemplari di prova, quello stesso anno venne cambiato il disegno del rovescio. petronius
    4 punti
  3. Medaglia allo stile del Padovanino, fusione postuma . Valore qualche euro come souvenir .
    3 punti
  4. Dimenticavo l'ultimo pezzo mancante, Francobollo emesso per Franchigia Militare , Emblema della R.S.I. stampato in fotolitografia e perforato a zig-zag serviva per la spedizione in franchigia di pacchi ai militari di truppa
    3 punti
  5. Buonasera a tutti, ho un 9 Cavalli 1792 che sembra avere 1 al posto di I. Saluti Alberto
    2 punti
  6. L'ho pensato anch'io, magari si rifarà con un bel Browning M2 calibro 50 o con una bella e storica Gatling a 10 canne
    2 punti
  7. Beh, questa volta c'è stata anche una chicca in più per i presenti, oltre alle monete portate da Fabio delle zecche oggetto della conferenza per poter serre gite e toccate, Giancarllo ha, con la generosità che lo contraddistingue, lasciato dei bronzetti romani come dono ai partecipanti. Grazie @giancarlone!!!!!
    2 punti
  8. Premesso che sono ormai alcuni anni che il Gigante per alcune monete ,scrive un grado di rarità diverso in base allo stato di conservazione della moneta, rimane il fatto che se io ho una moneta già rara di base ma in alta conservazione, non sono facilmente disposto a venderla, perchè per ritrovarla in quella tale conservazione dovrei apettare molti anni. Quindi ,pochi esemplari "realmente coniati" + poche monete in alta conservazione + quelle poche che ci sono nessune le vende = moneta effettivamente rara. La effettiva rarità è una ricerca personale, e come sempre i cataloghi ci forniscono solo una semplice indicazione generale di massima.
    2 punti
  9. Il francobollo da 10 centesimi di Leopoldo II è molto bello ed interessante per la centratura e nitidezza dell'annullo. Inoltre l'aspetto curioso di questa serie belga del 1893 e di molti altri dell'epoca che riportavano in basso la cosiddetta "etichetta domenicale". La dicitura riportata su tale targhetta in francese e fiammingo era la seguente: "NE PAS LIVRER LE DIMANCHE" e "NIET BESTELLEN OP ZONDAG", cioè "NON CONSEGNARE LA DOMENICA" In Belgio nel 1893 non esistevano né riposi settimanali né festività retribuite per cui quando fu istituito l'ufficio postale belga i postini dovevano consegnare le lettere sette giorni su sette. Tuttavia, nel 1884 fu eletto il Partito cattolico belga ed il nuovo direttore delle poste cattolico decise che le persone avrebbero dovuto essere autorizzate a scegliere se ricevere la posta la domenica. Quindi i francobolli vennero stampati con tali etichette, che potevano essere strappate. Se la posta non era urgente si poteva semplicemente attaccare l'intero francobollo in caso contrario la striscia veniva rimossa. Anche i valori postali prestampati sulle cartoline avevano una "striscia" di questo tipo. Ovviamente non era possibile strapparlo e, se si voleva che venisse consegnata la cartolina la domenica, il testo doveva essere barrato con una penna. Le ultime etichette domenicali furono emesse nel 1913. Durante la prima guerra mondiale, il Belgio era sotto il controllo tedesco, quindi l'ufficio postale cessò praticamente di funzionare. Dopo la guerra, in gran parte a causa del crescente potere dei sindacati belgi, le consegne la domenica furono abolite e così anche le piccole etichette domenicali.
    2 punti
  10. Io non parlerei di errore di conio, non stiamo parlando di una emissione UFFICIALE della zecca
    2 punti
  11. Alle medesime considerazioni circa le rarita' espresse dai cataloghi risposi così nel 2016 in altra discussione: "In tutta sincerità lo stesso concetto di rarità, dato che lo si deve rapportare al mercato, lascia ormai il tempo che trova. La facilità nel reperire le cifre di aggiudicazione, ma anche delle vendite passate, sul web credo sia ormai il faro verso cui orientarsi. Ho trovato interessante altrimenti il tentativo di alcuni manuali tipo il Cappellari, "La monetazione dei Savoia per la Sardegna" di assegnare le rarità relativamente allo stato di conservazione e basato sull'effettiva presenza sul mercato. Questo approccio ho constatato però che non ha preso piede. Io utilizzo anche cataloghi stranieri ed in particolare lo Spink. Il pubblico straniero non sente l'esigenza di vedere assegnato un grado di rarità alle proprie monete. Il listino e soprattutto il variare delle cifre a seconda del grading rendono chiaramente l'idea della difficoltà nel raggiungere una determinata moneta sul mercato. Le mode influiscono enormemente il mercato; ho visto monete, con tiratura di circa 5000 pz e quotate in FDC dallo Spink del '15 1200 pounds, passare in asta nel 2016 una decina di volte e realizzare fra i 2400 ed i 5500 pounds esclusi diritti. Lo Spink dovrà solo aggiornare il prezzo. Di contro il nostro catalogo online, purtroppo non più aggiornato dal 2012, assegna alla moneta RRR. Quante R andrebbero aggiunte in questo caso? La moneta ha come minimo triplicato il proprio valore. Non è di difficile reperibilità ma la platea che se ne interessa è aumentata esponenzialmente. Personalmente le R sui cataloghi non le guardo più e neanche le scrivo sul cartellino che accompagna le mie monete: giudizio personale sul grading e cifra spesa con fra parentesi l'anno di ingresso in raccolta. Sono riuscito a liberarmi del feticcio di queste R, a mio modesto avviso insignificanti, buone ormai solo per discutere fra tifosi delle proprie raccolte alla stregua, e con lo stesso costrutto, di un qualsiasi rigore, dato o non dato, la domenica di campionato. Questa mia resta, come sempre, un parere puramente personale e pertanto opinabile. Buona giornata." Vedo che dopo 9 anni la situazione non è cambiata. Scusate l'autocitazione. Buona giornata.
    2 punti
  12. 😳😳😳😳😳 Noooooooo 😵‍💫😵‍💫😵‍💫😵‍💫😵‍💫😵‍💫
    2 punti
  13. La prima Aquila... ...era un'aquila a metà Le prime monete d'oro a uscire dalla zecca di Philadelphia furono infatti quelle da 5 dollari, le half eagles. E ci vollero tre anni dal Mint Act perché questo avvenisse. Il motivo va ricercato nel fatto che prima di iniziare la produzione delle monete d'oro e d'argento, l'assayer (il responsabile del controllo della qualità delle monete) e il chief engraver (l'incisore capo) della zecca, dovevano corrispondere ciascuno una garanzia di 10.000 dollari, come stabilito dal Mint Act stesso. Una cifra folle per l'epoca. Fu soltanto nel marzo 1794 che queste cifre vennero ridotte a 1.000 dollari per l'assayer e 5.000 per il chief engraver (che non erano pochi, ma a quanto pare poteva permetterseli ), e si potè così iniziare la produzione delle monete d'argento, mentre per quelle d'oro si dovette attendere l'anno successivo, quando alcuni privati, il primo Moses Brown di Boston, fornirono alla zecca una quantità sufficiente di metallo. Brown depositò 128 once a metà febbraio 1795, altri depositanti si aggiunsero (furono poi loro, naturalmente, a ritirare le monete coniate, con un piccolo aggio per la produzione), e finalmente, il 31 luglio, 744 half eagles uscirono dalla zecca, seguite, l'11 agosto, da altre 520. In totale, nel 1795, ne furono coniate 8.707. Cinque dollari oggi sono spiccioli, ma a fine '700 una half eagle non era certo una moneta che la maggior parte della gente si portava dietro quando usciva a fare compere. Erano semplicemente troppi soldi perché una persona media li maneggiasse casualmente, la maggior parte delle half eagles avevano la funzione di bullions, oro da investimento, usato soprattutto nelle transazioni tra uomini d'affari, istituzioni pubbliche, e molte furono utilizzate negli scambi internazionali. A causa di questo, e di diversi altri fattori, molte di queste monete, nel tempo, finirono per essere rifuse Continua...
    2 punti
  14. Parto da una provocazione (che non sia origine di scontro). Ma nelle zecche di Napoli e Sicilia (anche molto prima di Ferdinando IV) a quanto sembra avevano il vizietto di "arrangiare" punzoni ad arte creativa. La I usata al posto dello 1. La si vede spesso. Due C accavallati per indicare una S. Semplici curiosità ma SEMPRE in queste zecche il vizietto era comune. Mi piacerebbe sentire varie vostre opinioni, senza lo scontro. Il tema del post è un'altro. In esame un Grano di Carlo II per la sicilia 1699. Io sarei più per un BB+ ma....considerando le caratteristiche di questa monetazione del 700 siciliana avanzerei a definirla SPL...abbastanza raro trovare questi grani in SPL. CHE NE PENSATE DI DARE UN SPL A QUESTO PEZZO ?!?
    1 punto
  15. SONO RIKKOOOOOOOOO
    1 punto
  16. Il Ciad si sta perdendo un po' nelle fesserie.
    1 punto
  17. Buonasera. Non è per nulla perfetta. Si vedono molte pieghe. Diciamo pure che vale 2 Dollari e basta
    1 punto
  18. Buon 9 maggio... anche se un po' in ritardo. Più mi interesso all'euro e approfondisco l'Europa in genere più mi rendo conto di quanto sia importante questo giorno.
    1 punto
  19. Per me è un BB+
    1 punto
  20. Ci sarebbe il titolo da correggere, prima che qualche lettore crede che sia un rarissimo errore di conio
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  21. Mi accodo ai complimenti al Relatore: sono state quasi due ore (!!!) piacevolissime. Oltre alla precisione espositiva, Songa è anche riuscito a trasmettere tutta la sua passione per queste particolari emissioni. Grazie come sempre al CCNM per l'organizzazione!
    1 punto
  22. Dopo un'attenta analisi dei caratteri incisi, ho identificato la loro origine cinese, riconducibile allo stile Tensho Tai (in cinese 篆书 zhuànshū). La corretta direzione di lettura è stata determinata attraverso un'accurata valutazione dei tratti e della loro disposizione, risultando essere la seguente: Tuttavia, trattandosi di una lingua che non approfondisco regolarmente, la decifrazione completa risulterebbe complessa e richiederebbe uno studio più approfondito o il supporto di un esperto specializzato in questo specifico sistema di scrittura.
    1 punto
  23. È una pratica che adottano in molti.. io le tengo tutte
    1 punto
  24. TOP 😂 grazie mille per la pronta risposta!
    1 punto
  25. Centenario 1863-1963 PIETRO MASCAGNI (Livorno 1863-Roma 1945) Autore di musica operistica, scrisse La Cavalleria rusticana, l'Amico Fritz e altre opere.
    1 punto
  26. In effetti a vederla bene sembra più una L capovolta che una T...la zona non aiuta tanto poca pressione...ecco nuove foto
    1 punto
  27. Ultimo capitolo , Recapito Autorizzato , sono tre tipi: 1 - soprastampa tipo K con fascetto e scritta Repubblica Sociale Italiana (sassone 3A) 2 - soprastampa tipo I fascio grande (sassone 3B) 3 - soprastampa tipo k fascetto piccolo (sassone 4) i primi due tipi sono i non emessi , quindi allo stato di usato non dovrebbero esserci aggiungo anche un soprastampato del Sassone 4 " Lire 1 Servizio Ausilario"
    1 punto
  28. 1 punto
  29. Non vorrei dire una cavolata ma se la T di FELICITAS fosse in realtà una L capovolta?... Proviamo a capovolgere l'immagine... Anche nel periodo vicereale abbiamo degli esempi di scambio di lettere L e T...
    1 punto
  30. Tanto per non perdere il vizio..
    1 punto
  31. di Marzio Zamattio L’eccezionale ritrovamento risalente a 3.000 anni fa. Il soprintendente Marzatico: «Non è mai stata trovata un testimonianza così importante per il periodo e la qualità degli oggetti» Servirà riscrivere la storia della città dopo la straordinaria scoperta, avvenuta nell’agosto 2023 e annunciata con orgoglio ieri, 11 febbraio, a 8 metri sotto il livello stradale, di una necropoli monumentale risalente a 3.000 anni fa, all’età del Ferro. Oltre 200 le tombe rinvenute (sinora), complete di corredi — tra cui una spada rotta, un insieme di anelli di un pettorale, punte di lancia, fibule in ambra e spilloni in pasta vitrea — che rappresentano solo una parte di quelle potenzialmente conservate nel sottosuolo ancora da indagare in via Santa Croce, in pieno centro storico, dove il Gruppo Dalle Nogare sta realizzando due plessi abitativi. «Si tratta di una scoperta incredibile, che ci mostra una nuova storia della città di Trento, non più solo come città romana», commenta la vicepresidente e assessora provinciale alla cultura, Francesca Gerosa. Sottolineando che si sta «lavorando intensamente per riportare alla luce un pezzo di storia finora sconosciuta», i cui lavori procedono a spron battuto dall’aprile del 2024, in una parte del sito, «anche se c’è ancora tutta un’intera area da monitorare per poi valutare quali azioni intraprendere», aggiunge Gerosa. A cominciare dalla fruizione da parte di tutti. La scoperta è avvenuta durante gli scavi di realizzazione di un garage (ora spostato) sotto il piazzale che confina con l’oratorio del Duomo, con l’indagine diretta dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia. Le stele funerarie di marmo trentino e veronese Immediata l’emozione quando si scende sotto il livello stradale tra via Santa Croce e via Madruzzo e ci si ritrova in un attimo nel passato. Suggestivo vedere il sito — nel quale sta lavorando l’equipe della Cora società archeologica — dove emergono le stele funerarie di marmo trentino e veronese, che raggiungevano l’altezza di 2 metri e mezzo, utilizzate come segnacolo e organizzate in file come le tombe negli attuali cimiteri. Quasi tutte in piedi, preservate da 4-5 alluvioni avvenute successivamente. Una sensazione di trovarsi in un luogo sacro che avvicina agli abitanti di quel periodo, nell’età del Ferro, tra il 900 al 600 a.C. «Era una società evidentemente insediata nella conca di Trento e che rappresentava il suo potere e prestigio attraverso la deposizione di oggetti emblematici del proprio status privilegiato», spiega il soprintendente per i beni culturali della Provincia, Franco Marzatico. Che definisce il ritrovamento «una scoperta straordinaria: non è mai stata trovata un testimonianza così importante sia dal punto di vista cronologico sia per la qualità degli oggetti». Le informazioni sulla società di quel periodo «Questa è una delle tombe certamente più significative di questa necropoli monumentale, si possono vedere i resti della cremazione e una serie di oggetti in bronzo, tra cui una paletta, degli spilloni e una punta di lancia che testimoniano il defunto — spiega Elisabetta Mottes dirigente dell’Ufficio beni archeologici della Provincia — finora non avevamo alcuna informazione sulla società di quel periodo, è la prima volta, ed è un ritrovamento importantissimo di questo periodo durante la fondazione di Roma». La scoperta della necropoli monumentale apre nuovi scenari e ipotesi interpretative per la ricerca archeologica. «Siamo nell’età del Ferro, un periodo di profonde trasformazioni dal punto di vista storico-culturale in tutto il Mediterraneo, nell’arco alpino e oltralpe— illustra Marzatico — fioriscono le grandi civiltà, gli Etruschi, i Fenici, i Greci e i Celti, e sono anche i tempi della fondazione di Roma nel 753 a.C.». In questa area della città, nei primi secoli del I millennio a.C., era presente l’ampio alveo del torrente Fersina con una rete di canali torrentizi che si intrecciavano tra loro. Le ossa poste in contenitori di ceramica Le alluvioni iniziati già nelle fasi di utilizzo della necropoli hanno invaso il luogo sacro conservandolo fino ai nostri giorni permettendo di documentare in dettaglio i piani d’uso della necropoli e di ricostruire le pratiche funerarie della comunità vissute in quel periodo, prima dei Reti. Serviranno altre analisi interdisciplinari e studi sui resti e sui reperti deposti come corredo e offerta: all’interno delle cassette litiche è presente la terra di rogo, una raccolta intenzionale di ossa calcinate poste entro contenitori in materiale deperibile, meno frequentemente in vasi ossuari. «Si pensa che i resti combusti spesso collocati sopra il corredo personale fossero avvolti in contenitori di tessuto, di cui in alcuni casi si sono conservate le fibre, chiuso con spilloni o fibule», evidenzia Michele Bassetti della Cora società archeologica che coordina sul campo le indagini insieme a Ester Zanichelli e alla loro equipe di ricerca. In alcune tombe la forma dell’accumulo suggerisce la presenza di cassette lignee quadrangolari. Le le ossa venivano poste in contenitori di ceramica. Tra i reperti recuperati. Ora lo studio scientifico del ricco archivio di dati fornito dall’eccezionale sito archeologico sarà effettuato da una equipe di ricerca interdisciplinare che prevede la partecipazione di enti e specialisti di varie istituzioni italiane e straniere. In attesa di poter visitare l’intera necropoli risorta a disposizione di tutti. Trento, scoperta una necropoli preromana con 200 tombe: «Si deve riscrivere la storia della città» | Corriere.it
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  32. @didrachm...per me è un qBB , mancano del tutto i rilievi soprattutto nell'Aquila. ...questi per intenderci.
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  33. https://www.moneteromane.info/corrisp/c867/c867.html Zecca itinerante, denario, Venere ed Enea con Anchise e Palladio
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  34. Già, forse ha dimenticato ad aggiungere la specifica
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  35. Moneta rara ma per me è un MB o poco più ma con qualche difetto penalizzante a ore 6 e a ore 12
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  36. COOPERATIVA MINATORI SAN GIOVANNI VALDARNO – 5 LIRE Rame: 7,8 g, diametro 30 mm, spessore 1,30 mm. Il valore da 1 Lira è stato postato da piergi in https://www.lamoneta.it/topic/161354-gettone-cooperativa-minatori-san-giovanni-valdarno/ apollonia
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  37. Interessante la conferenza di ieri sera, Fabio ha fatto un'esposizione a 360° sulle zecche imperiali e provinciali romane e illustrando le varie riforme monetarie susseguitesi con i vari imperatori. Per concludere con i due casi delle zecche di Aquileia e Deultum, illustrando come nacquero le città e come riconoscere le monete di appartenza coniate dalle due zecche. Al termine della conferenza si è potuto vedere monete di queste due zecche e poi il consueto brindisi questa volta accompagnato da degli squisitissimi dolcetti in pasta di mandorle offerti da un Socio. Ringraziamo Fabio Songa per la conferenza e i partecipati in presenza e collegati da remoto.
    1 punto
  38. Riprendendo una discussione aperta da poco in questa sezione: Lotto 60 del catalogo
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  39. Per il tema in questione Pautasso rimane il top, alcune sue opere si possono trovare nei link che allego di sotto: https://www.ebay.it/itm/146381475263?_skw=pautasso&itmmeta=01JKV83Q6W1FTGT2MRRSWPTG0T&hash=item2215040dbf:g:hioAAOSwx8Nnqmac&itmprp=enc%3AAQAJAAAA0HoV3kP08IDx%2BKZ9MfhVJKnbF7dZY9MtZRpCNhNySks8aZk%2B7K3ziTSTM8GFGei5nzjbW02V2oly0ISxhg5hYJCDLFUNXUJToYTLn8bAwJGVPoZive%2FAbxTOgYSUbHNDGZnyxiV1yTF07Q9pIMLXQrSC6XUPW5QKX39X3a842RkE7ebBPOkyD0ATYaZVmAg%2FDT3hlyhW4Z4uXVIIjCnAapTWy83JgDvUKbl2bbrEmm56vvW0%2FlWN0DVyOO3pWLRdKtMsRdCtqz164TgUWq3%2Ff2E%3D|tkp%3ABk9SR8rzjuieZQ https://www.ebay.it/itm/185488124670?_skw=pautasso&itmmeta=01JKV82TFWA4H1TWTQ6EXAW86A&hash=item2b2ff42afe:g:kE8AAOSwYQFiwx0E&itmprp=enc%3AAQAKAAAA4FkggFvd1GGDu0w3yXCmi1cnvgIx2Q1o8HHkavAfnbr4t%2B5Zqc6VKiADiHpfUMrB3IiEgo%2FSTjUOJR5jnzwkLYluqXlQ91b5dAi5TlDYaV4etukfrWwRq2dGO0KNlxeR0lVM1dgbVCHfPxl5%2ByRwTT2N7Ybr2GZVBJL8Lmjo52SOjpUSZLBPzJlzyG0dzN2ETuwXulkturflNAtEfcqbBNUrVmfV16Uv2hK%2FfOg9eb%2FogjjmK3nVTF%2BK0uDZREiGoXsYf8fZnYhmgvwjCv4zDHi%2F0V7lBfAlgPxnZqMuj9en|tkp%3ABFBM4KiL6J5l https://www.ebay.it/itm/135514155166?_skw=pautasso&itmmeta=01JKV83Q6WDFZXHCZSCBTH597A&hash=item1f8d45e89e:g:988AAOSwbvpnkqLQ&itmprp=enc%3AAQAJAAAA4HoV3kP08IDx%2BKZ9MfhVJKkk%2F%2BsfqpIyBXI8pkI%2BUxXxVkQr%2BA24F16DKsUZVgPp5sgGp8PElzsfXqoDYjxGgOBLOa9w3w924z%2BBabqekCUg%2BLE5UY76K4AQVsBC1dgy7CN89Ld5ZJpKS%2BD2xv4UBtXghvXSJgS5OObfNUr6TZsb6HebUBSgiHU%2BftK8%2FUgucQPqEdabssDsjBcPIyc2m7ofUo%2B%2B1RliIkrOyX2TajBfSdIBtHWLYv3HL9frl%2Fr2rddLsrUcdsUeMRyT8efW%2FbHAhxp80ABRm2NlBqcd8aoX|tkp%3ABk9SR8zzjuieZQ
    1 punto
  40. Ciao a tutti, aggiungo un cavallo da decifrare con vari strati, abbiamo un cavallo di Sulmona e un cavallo di Ferdinando con la T di Tramontano (non ho il peso).
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  41. Non era un 27 di gennaio, ma nel Giorno della Memoria e da romano penso sia d’uopo ricordare (e contribuire al ricordo) il rastrellamento degli Ebrei romani. Era il 16 ottobre, un sabato ed era l’alba (5:30) quando le truppe tedesche – 365 SS – in collaborazione con la polizia italiana ebbero a rastrellare la zona conosciuta con il ferale nome di “ghetto” (dal veneziano “gheto”) - e in altre zone della città, in particolare Monteverde, Testaccio e Trastevere - prendendo dalle loro case uomini, donne e bambini che, catturati, vennero poi messi in fila negli autobus. Vennero così arrestati 1259 ebrei, 689 donne, 363 uomini e 207 bambini, portandoli dapprima al Collegio militare della Lungara, rimanendovi fino alla mattina del 18 ottobre (lunedì). 237 di essi, considerati “stranieri”, ovvero unioni fra cristiani ed ebrei vennero rilasciati (Mischlinge). 1023 persone vennero direttamente deportati al campo di Auschwitz dopo quattro giorni di viaggio. Di questi, ebbero a sopravvivere solo 16 persone (15 uomini e una donna: Settimia Spizzichino). A queste cifre vanno aggiunte quelle persone che, inferme, fragili o malate psicologicamente, per non essere catturati ebbero a togliersi la vita. Ricordiamo però come grazie alla solidarietà di molti cittadini di Roma , come anche di molti religiosi e conventi, il numero degli Ebrei catturati non ebbe ulteriormente a salire, giacché gli stessi trovarono protezione presso persone pie che avevano a cuore la vita umana. Nel Giorno della Memoria bisogna rammentare –e non solo in questo giorno – quello che accadde in nome di una presunta “razza” superiore; in nome di un cieco e inutile odio e di una orrida ignoranza che, purtroppo, sembra ancora trovare albergo in molte persone. La storia degli Ebrei romani è intessuta nel contesto urbico, storico e sociale di questa città, ancor prima dell’avvento del Cristianesimo. Ogni romano che si rispetti, ogni cristiano ed ogni essere umano - per quello che l’essere romani ha rappresentato nel corso della storia che diede lustro a questa città; per quello che rappresenta l’essere cristiani e per quel che va a significare l’Essere umani - dovrebbe conoscere la storia di questo popolo ed il contributo storico e culturale che hanno dato nel corso della storia umana e a Roma e al Mondo. Ricordiamo che oggi si celebra la Giornata della Memoria , che vale a ricordo di tutti coloro che ebbero a soffrire durante le persecuzioni e del nazismo e del fascismo: Ebrei, Rom, oppositori politici, Testimoni di Geova, persone che i nazisti definivano "asociali" o "criminali" , persone di un diverso colore della pelle, gente con disabilità e fisica e mentale ed omosessuali o accusati di essere tali. Studiamo affinché mai più debba ripetersi ciò che accadde
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  42. Era ora che qualcuno pensasse a commemorare in moneta circolante un evento fondamentale come questo, che si sarebbe meritato tutto un'emissione comune. L'attuazione della Dichiarazione Schuman ha cambiato il corso della storia europea dandoci un più rapido e profondo ritorno alla prosperità e la stabilità dopo le orribili devastazioni della seconda guerra mondiale, ma anche e non secondariamente la speranza in un futuro migliore, nell'opportunità di prendere in mano il nostro destino invece di lasciarlo alle grandi potenze. La speranza di acquisire sul serio quella sovranità oggi così decantata da molti nella sua forma apparente, questa specie di amministrazione autonoma di diversi stati sotto protettorato altrui che viene tacitamente accettata dal dopoguerra come dato di fatto ormai immutabile. Troppo spesso, anche nei documenti ufficiali, la Dichiarazione viene descritta come un generico appello alla collaborazione e alla pace quando il suo aspetto più rivoluzionario sta proprio nello specificare apertamente, senza paura di urtare anacronistiche sensibilità, quella che dopo la grande lezione della guerra era considerata l'unica vera soluzione al problema: avviare il processo d'integrazione europea con lo scopo finale dell'unione federale. A mio avviso una pensata ancora attualissima. Testo originale della dichiarazione scritto da Jean Monnet e i suoi collaboratori (è riportato nel primo post):
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  43. Il 2 commemorativo emesso in Francia nel 2015 non rappresenta direttamente simboli europei ma ci ha strettamente a che fare: con le sigle di tutti gli stati dell'UE che sovrastano una colomba col ramoscello festeggia i 70 anni di pace in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Troppo spesso si dimentica che a questo risultato, molto rilevante per un continenete come quello europeo che da secoli non conoseva periodi di pace così lunghi, ha dato un contributo rilevante il processo d'integrazione europea. Troppo spesso si critica l'istituzione Unione Europea dimenticando che essa è un frutto incompleto e imperfetto quanto vogliamo di qualcosa di molto più profondo ed importante: la volontà di cambiare musica rispetto al passato e di creare un ambiente stabile dove vivere, invece di uno martoriato da tensioni e guerre interne continue, dove gli europei finiscono per diventare periodicamente gli "zimbelli del mondo" e pagarlo caro con morte e distruzione. La retorica eurofoba/nazionalista, nella sua foga di combattere le aspirazioni più o meno sentite all'unità seria e [quindi] alla stabilità e prosperità europea, si scaglia contro questo ragionamento dicendo che se c'è stata fin'ora pace in Europa è merito della NATO. Sarà bene far presente qualche particolare poco noto. La NATO è qualcosa di molto diverso dall'UE: un'alleanza militare e solo quello. Non genera coordinamento all'infuori del campo della difesa, non genera legami economici o politici se si eccettua il famoso articolo 5 che obbliga tutti ad intervenire in difesa di uno o più membri attaccati da terzi. E' importante per la sicurezza collettiva ma non è per forza garanzia di pace fra i suoi membri, come dimostra ad esempio il "caso Grecia - Turchia". E' noto che la Turchia, membro della NATO dal 1952, non è mai stata in buoni rapporti con la Grecia, altro membro dal 1952, situazione che fino agli anni '90 sfociava spesso in tensioni non indifferenti (con mobilitazione di navi da guerra o combattimenti "virtuali" fra caccia delle due forze aeree), per una questione di contese territoriali che erano il sintomo di una più generale diffidenza quando non ostilità di lunga data. Tanto che durante l'invasione turca di Cipro del 1974 i frequenti "scontri freddi" fra caccia greci e turchi, che ancora oggi ogni tanto si sfidano in duelli dove alla fine non partono missili o cannonate, diventarono "caldi" con casi di scontri reali a fuoco, il tutto tenuto il più segreto possibile da entrambe le parti in quanto membri dell'alleanza. Si è riusciti in qualche modo non farli andare oltre, ma non esiste nessuna garanzia che questo sistema regga davanti ad ogni problema nè che gli USA siano decisi a tenerlo in piedi per sempre. Altra osservazione: si sa che volenti o nolenti a dominare la NATO è un paese solo, gli USA: una delle conseguenze della non abbastanza approfondita unità europea è che quella NATO tanto sbandierata da certi come fonte unica della sicurezza europea anche all'interno non è una partnership fra USA e UE, con aggiunta di qualcun altro, ma una leadership USA sull'UE e gli altri, con buona pace di chi decanta la "sovranità". Con questo assetto di sovranità europea se ne vede ben poca. E' vero che i trattati europei attuali prevedono l'obbligo di intervenire "con ogni mezzo" se uno o più stati vengono attaccati, ma almeno per ora il centro del sistema rimane l'Alleanza atlantica. E' anche vero che negli anni '50 ci furono un tentativo vano di formare un esercito europeo, la nota CED (Comunità Europea di Difesa), e un tentativo meno noto di formare una forza nucleare franco-tedesco-italiana... ma questa è un'altra storia.
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