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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/15/25 in Risposte

  1. Sicuramente voluto! Io ho una ventina se nn di più piastre del 56 e vi posso dire che c'è di tutto, ATR, FERDINANDAS, GRVTIV, aquile capovolte,13 torrette, torri del Portogallo capovolte, i pallini a riempire lo Stemma da assente a un numero di 7 e una disposizione da 2/2/2/1 fino a 7 tutte precisamente in fila, doppiopunto nelle legende, se tutte queste cose sono casuali c'è qualcosa che non va a mio semplice parere. Diciamo che le 56sono come le 34 non si fanno mancare nulla. Ultimamente ne ho trovato un altra con un bel punto proprio tra la R e proprio come una 34.
    4 punti
  2. Grazie. Nessun problema figurati.
    4 punti
  3. Vignetta ricorrente per collezionisti di monete, ma anche i collezionisti di banconote non sono immuni! Mai dimenticarsene...........
    3 punti
  4. Buongiorno a tutti, complimenti @Raff82una gran bella e rara Moneta. Mi fa piacere sia finita nella tua collezione. Saluti Alberto
    3 punti
  5. Buon pomeriggio (vista l'ora), gradirei saperne di più sul significato di quella lettera A dietro la nuca del sovrano. ringrazio in anticipo.
    2 punti
  6. Ho molti leoni 5 centesimi ma questo salta proprio all'occhio,come potete vedere ci sono molte tonalità di verde ma questo è più celeste che verde. Io non trovo indicazioni di questa variante.
    2 punti
  7. Io sì, ma io sono un signore. Io. L'anno scorso ho preso un Vasco per un collega, avrei potuto chiedergli tranquillamente 120/150€ e me li avrebbe dati. Gli ho chiesto 90 euro. Lavoro e i soldi per comprarmi quattro monete in croce non mi mancano. In Italia gli onesti passano per fessi. Siamo un paese di merda. Scusatemi ma leggere certe cose mi manda in bestia.
    2 punti
  8. Fontana Pacassi di Gorizia (in secondo piano la facciata della chiesa di Sant'Ignazio), emissione del 1977.
    2 punti
  9. Qui caro Jagher ci sono approfondimenti che possono durare anni, questo è materiale che ti fa fare la vera filatelia. Questa è una serie molto longeva, inizialmente furono stampati a Torino (OCV) Officina Carte Valori dal 1906 fino al 1923 circa, poi vennero stampati presso lo Stabilimento Arti Grafiche di E. Petiti a Roma fino al 1925, .. e infine presso lo Stabilimento Tipografico dello Stato sempre a Roma. Tutti questi passaggi hanno ovviamente creato delle differenze.. di colore e altro. Controlla il Sassone se riporta varianti di colore, io al momento non posso controllare.
    2 punti
  10. Grazie mille Genny, ma sono un semplice appassionato. Si, ti confermo almeno 2 esemplari,il primo è apparso su una vecchia asta Nomisma https://nomisma.bidinside.com/it/lot/540878/napoli-ferdinando-ii-1830-1859-piastra-/ Il secondo è stato postato da @iachille in questa discussione al post #20
    2 punti
  11. Conoscevo l'EULO cinese, ma non il FURO francese... grazie per la segnalazione!
    2 punti
  12. Magari un per favore e un grazie non guasterebbero, l'educazione questa sconosciuta...
    2 punti
  13. @mero mixtoque imperio Secondo il mio parere i Tarì federiciani non sono ascrivibili alla Zecca di Napoli(tenendo conto del privilegio che Tancredi concesse a Napoli) perchè: Sui Tarì vi è la legenda circolare esterna su cui vi è scritta "Siqilliyyah" ed in altre "medinat Siqilliyyah" e, il Prof.Franco D'Angelo attribuisce queste scritte alla Zecca di Palermo. Generalmente i Tarì aurei siciliani sono mancanti della legenda circolare esterna perchè "tosata",ma un'esempio di Tarì siciliano, sia pure attribuito dal compilatore della casa d'aste, all'emissione durante il regno siciliano di Ruggero II,(lascio agli studiosi del settore stabilirne l'autenticità o meno della moneta in asta, che a me serve solo per mostrare come i Tarì siciliani venivano emessi anche durante il Regno di Federico II) lo si può vedere al lotto n°1073 dell'asta n°310 della casa d'aste Gorny & Mosch Gli studiosi numismatici Bartolomeo Lagumina (Catalogo delle monete arabe esistenti nella Biblioteca Comunale di Palermo) ed il Principe di San Giorgio Don Domenico Spinelli (Monete cufiche battute da principi Longobardi, Normanni e Svevi nel Regno delle Due Sicilie), soprattutto questi due, ebbero modo di esaminare con molta attenzione le scritte arabe presenti anche sui Tarì siciliani constatando che,oltre all'anno di emissione, vi compariva anche la Zecca "Siqilliyyah". Questi due studiosi l'arabo lo comprendevano a detta anche di altri studiosi. A riprova che la Zecca di Napoli non emise Tarì federiciani ci viene incontro l'ARCHEOMETRIA e la fluorescenza a RAGGI X che permettono, senza un'esame distruttivo ed invasivo sulle monete, di venire a conoscere la composizione del metallo o dei vari metalli presenti nelle monete in percentuale. Quindi se precedentemente ai Tarì di Federico II furono emessi in Sicilia Tarì con la medesima composizione di metallo si può intuire che anche i Tarì ed i multipli di Federico II furono emessi dalla medesima Zecca siciliana. Non solo, si può stabilire anche da dove provenisse l'oro per coniare i Tarì federiciani(che non è nel settentrione italiano). A riprova che la Zecca di Napoli non emise Tarì federiciani vi è lo studio della grafia su monete come ad esempio Kharrube ed anche Tarì e loro multipli e le varie fasi di evoluzione , arabo, il pseudocufico, il cufico ed il nashki dalle prime emissioni alle ultime(non è questa la sede per poter parlare della successione ed evoluzione o involuzione di questa grafia) Napoli, nel Medioevo, ha battuto moneta prima del" privilegio" concesso da Tancredi e ,ritengo,che quest'ultimo concesse il privilegio di Zecca a Napoli solo per far comprendere che lui regnava anche su Napoli. A riprova che la Zecca di Napoli non emise Tarì federiciani vi è il fatto che non vi solo leggi che stabilissero e regolassero i pesi e le caratteristiche che avrebbero dovuto avere le monete battute a Napoli DURANTE IL REGNO DI FEDERICO II di SVEVIA I Tarì ed i loro multipli dovevano avere pasi e caratteristiche conformi per poter essere scambiate nei commerci con il monete arabe africane e con morabitini e fu la Sicilia ad emettere i Tarì svevi Se la Zecca di Napoli restò attiva durante il regno di Federico II non è detto che abbia emesso monete, ma potrebbe darsi che avesse funzione di creare sigilli, di sigillare sacchetti contenenti monete per gli scambi commerciali, di avere funzione di custodia. Per quanto concerne il tesoretto di aurei scoperto a Pisa sotto le logge dei Banchi ,presumibilmente occultato nel 1266, bisogna far riferimento a L.Lenzi "Il ripostiglio di monete auree scoperto sotto le logge dei Banchi" che ne fornisce un DETTAGLIATO ELENCO. Per quanto concerne i vari metalli utilizzati dagli Imperatori svevi per battere moneta: non possiamo parlare di un caso sporadico in quanto i Lombardi ,ma soprattutto i milanesi furono sempre in guerra con gli Imperatori svevi, ecco perchè parlo di Imperatori e non solo di Federico II di Svevia, quindi portavano le maestranze di Zecca al loro seguito ed,in alcuni casi ,come accadde durante l'assedio di Faenza del 1241 , sembra(vidi in un'asta una di queste monete o in uno scritto specifico, non ricordo)che .in mancanza di oro per battere Augustali ed effettuare pagamenti, Federico II abbia fatto emettere come "moneta di fiducia provvisoria" dei pezzi di cuoio indicanti il valore dell'Augustale, i quali ,terminata l'impasse, furono cambiati con "moneta suonante"(per questo episodio si raccomada la lettura di G.A.Zanetti "Nuova raccolta delle monete e zecche d'Italia e con questo rispondo anche all'altro tuo post sull'assedio di Faenza). Resta inteso che concordo , come del resto è acclarato da studi specifici ,che le zecche di Amalfi, Brindisi e Messina emisero Tarì aurei Logicamente questi sono miei pensieri a riguardo: tu resterai del tuo parere ed io del mio ma ci siamo confrontati civilmente ed educatamente e ciascuno di noi due soprattutto, ma forse anche altri che leggono questa discussione, d'accordo o meno , hanno preso atto di queste nostre ipotesi. odjob
    2 punti
  14. Se siete ancora vivi l'anno prossimo vi consiglio questo: https://landforce.it/it/giubbotti-antiproiettile/70-33111-bravo.html#/4-taglia-xl
    2 punti
  15. Da InAsta 43 questo gettone emesso dalla SAN (società anonima nazionale) COGNE, come si legge nella cartella romboidale al diritto, con il disegno in prospettiva di una galleria mineraria e la data (1938), seguita dall’anno fascista (XVI°). La scrittura del sedicesimo anno dell’era fascista non è corretta perché l’ordinale XVI non ha bisogno del circoletto a esponente, simbolo che si usa con i numeri arabi (16°). Ottone: 7,9 g, 30 mm Sul rovescio l’annullo del buono a h 12, il controvalore 1 a destra del foro tra due stelline a sei punte, la scritta DISTRIBUTORIO (termine non comune dal significato di spaccio di generi alimentari) in basso e la contromarca M in esergo. Esistono molte varianti ripetute a una o due lettere fino alla W, come pure altri gettoni di controvalore diverso che erano ad uso societario interno. La Cogne è stata un esempio tra i più significativi della siderurgia integrale nella storia industriale italiana, realizzando uno stabilimento siderurgico strategicamente vicino alle materie prime (la magnetite di Cogne) e utilizzando l’energia elettrica prodotta nelle centrali della zona. apollonia
    2 punti
  16. Buonasera a Tutti, ho trovato nel cassetto di casa delle vecchie fotografie/cartoline, questo ( premesso che non capisco niente di filatelia ) : 2 marche da bollo da 50 centesimi 1 foto-cartolina affrancata della XV Milano Sanremo corsa di ciclismo, presumo scattata ad Arenzano ( GE ) nel 1922. Vi chiedo per cortesia se hanno qualche valore storico oppure se è roba da buttare. Grazie.
    1 punto
  17. La pseudo godronatura dovrebbe essere un problema legato alla macchina tranciatrice dei tondelli dalla lastra. Quanto alla moneta, siamo sullo SPL. Dalle foto,purtroppo, non si percepisce il lustro, ci vorrebbero delle immagini migliori per aggiungere un ±¼ di punto. Per confronto, allego un esemplare in buona conservazione:
    1 punto
  18. È una moneta di Clodio Albino...scusa se te lo dico ma ne' tu ne' le aste a cui partecipi sembrano avere le idee chiare sulle monete all'incanto
    1 punto
  19. La marca da bollo da cent.50 è anche interessante e lo sarebbe stato molto di più con la sua busta se usato come francobollo , perché questa marca da bollo si poteva usare anche come francobollo ,e se fosse stata come storia postale avrebbe avuto anche un discreto valore (attorno ai 50 prezzo da prendere con le pinze) perché bisognerebbe vedere se i timbri sarebbero ben nitidi e leggibili ,così come sono 2/3 euro. Francobollo su cartolina Vittorio Emanuele III 1917 CENT 15 CHE RICHIAMA IL 5/10 CENT DEL 1906 TIPO LEONI VALORE FORSE QUALCHE EURO VISTO CHE C'È LA CARTOLINA CHE TR parentesi è anche molto bella . Ma per il documento postale aspetta @PostOfficeche è un vero esperto. Buona serata
    1 punto
  20. Buonasera Io l'alone verde lasciato dalla plastica l'ho rimosso semplicemente con del sapone liquido neutro sfregando leggermente coi polpastrelli .
    1 punto
  21. La variante piu' nota di queste emissioni sono gli ovali delle cifre che a volte non ci sono o sono incompleti.
    1 punto
  22. Non c'è di che @ggcasarini ! Grazie e Buona Domenica anche a Lei !
    1 punto
  23. Salve,dovrebbe essere questo paisa di Shorapur in India https://www.zeno.ru/showphoto.php?photo=259368
    1 punto
  24. @ART, se ti interessa ti mando l'indice del libro
    1 punto
  25. No, nessun catalogo al momento la riporta. Io la conoscevo ma ti posso confermare che non esce in asta italiana o estera praticamente dalla nomisma che ho inserito al post di sopra. Praticamente è introvabile. Figurati troppo poco. Per me è un piacere. Un saluto Raffaele.
    1 punto
  26. Complimenti @Raff82, ottimo acquisto...👍
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  27. Bella e con Dritto decentrato
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  28. La voglio postare qui la mia ennesima "rinuncia" . Una Piastra credo al momento sconosciuta. Ha una doppia Torretta in basso, invece di 12 sono 13 e la tredicesima è affiancata ad altra,mai vista fino ad oggi,infatti ha chiuso a 360 euro che per una piastra 1856 in qSPL sono tantissimi. Complimenti a chi l'ha presa. L'unico mio dubbio era o è il colore e un pò il conio, ho pensato ad un falso sono sincero. Ora ve la posto. Spero non dispiaccia a chi l'ha vinta.
    1 punto
  29. Buongiorno, nn ho I ponderali, secondo voi autentica? Grazie
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  30. Appena arriva ti informo
    1 punto
  31. Buongiorno, confermo che si tratta di in quattrino milanese, aggiungo i dati del catalogo: MILANO Carlo VI (1706-1740) Quattrino 1736 - MIR 407/3 - Rame (non si legge la data) Questi quattrini milnesi sono tutti quadrati, come già detto, penso anch'io che la tecnologia di produzione fosse proprio basata sul taglio a cesoia di una barra che quindi rendeva più facile la produzione (rispetto a selezionare ed utilizzare un tondello) e poteva ottimizzare gli sprechi di metallo. Sono mie supposizioni, non so se esistano documenti che spieghino con prove e certezza le motivazioni. Un saluto.
    1 punto
  32. Si comincia! 😁 Preso un catalogo del 2001 per pochi euro, che tanto a me le valutazioni non interessano. Parte dal 1850, vecchi stati tedeschi, colonie, RFT & RDT se mai a qualcuno interessasse, ce ne sono ancora in vendita https://www.ebay.it/itm/134946492858?_skw=michel+katalog&itmmeta=01JM4DYNVMRZ4G87MHDB06EYCE&hash=item1f6b7011ba:g:0HMAAOSwN1Nl1W93 Njk
    1 punto
  33. Ho usato vaselina e pulito con solo acqua calda, comunque anche su altre monete d’oro (tutte a contatto con quella plastica) c’erano aloni verdi ma non erano ben visibili per il giallo del metallo
    1 punto
  34. E' bellissimo; 450/750 euro per un antoniniano di quel periodo non sono un tantino troppi? Comprendo la peculiarità ma mi sembrano prezzi esagerati per nominali emessi complessivamente in quantità industriale. A parte la mancanza di segni in esergo non comprendo perché dovrebbe essere una prova di conio
    1 punto
  35. Mi pare che i quattrini fossero in puro rame, circolavano insieme ai 2 denari sabaudi che erano in rame e penso che venissero considerati dalla gente di pari valore.
    1 punto
  36. Buona sera. Se si tratta di alone verde lasciato dalla plastica sull'argento personalmente ho sperimentato il lavaggio con vaselina liquida, o gasolio, se l'alone è più persistente . Penso che qualsiasi olio minerale leggero si adatti allo scopo poiché si va a sciogliere solo i residui di plastica senza intaccare altro, eventuali patine comprese. Successivamente per togliere vaselina o gasolio nuovo lavaggio con sapone neutro e risciacquo con acqua calda ripetendo l'operazione per due o tre volte. Chiaramente se volesse sperimentare questo metodo lo faccia su monete di poco conto magari quelle conservate in vecchi album o bustine di plastica e che presentano questo problema. Cordialità Gabriella
    1 punto
  37. Certo che sembrano davvero piuttosto interessanti questi incontri del giovedì. Se non fossi molto ma molto timido mi piacerebbe collegarmi un giorno per incontrare voi e il vostro calibro 😏
    1 punto
  38. DE GREGE EPICURI Cilicia, terra di pirati: proprio questo fatto ha destato il mio interesse. Perchè proprio lì, e per tanti secoli? Dopo il repulisti di Pompeo (67 a.C.) la cosa si attenuò per qualche secolo, per poi ripresentarsi nel III-IV secolo. Si trattava di una terra estremamente povera (soprattutto il settore occidentale, la cosiddetta "Cilicia aspra" o "rocciosa"), con poche strade, quasi nessun porto, insomma poche risorse; si specializzarono quindi nell'arrembaggio ai navigli stranieri. Perciò, il 25.2 cominceremo con un po' di geografia, seguita da un po' di storia, per poi approdare alle monete.
    1 punto
  39. Nessuna scusa ,volevo solo capire ,anzi non sappiamo come ringraziarti per essere così gentile e disponibile ad insegnarci.🏅🏅🏅🏅
    1 punto
  40. CI HAI RAGGIONE, E' CONIATA PERFETTAMENTE.
    1 punto
  41. Mi accodo ai complimenti al Relatore: sono state quasi due ore (!!!) piacevolissime. Oltre alla precisione espositiva, Songa è anche riuscito a trasmettere tutta la sua passione per queste particolari emissioni. Grazie come sempre al CCNM per l'organizzazione!
    1 punto
  42. Cito dal sito dell'AdE: "Per quanto riguarda i criteri di determinazione della base imponibile l'art. 68, comma 6, del TUIR, prevede che le plusvalenze sono costituite dalla differenza tra il corrispettivo percepito (ovvero la somma o il valore normale dei beni rimborsati) ed il costo (ovvero il valore d'acquisto), aumentato di ogni onere inerente alla loro produzione, compresa l'imposta di successione e donazione, le spese notarili, le commissioni d'intermediazione, la tassa sui contratti di borsa, ecc., ad eccezione degli interessi passivi." Quindi, nel Tuo caso, il costo della sterlina sarà determinato dall'importo dell'aggiudicazione (300 euro) + le commissioni d'asta (60 euro) + le spese di spedizione se la sterlina è stata spedita e non ritirata a mano. Ergo, da 600 euro (corrispettivo percepito) sottrarrai il costo complessivo come sopra determinato e, sulla differenza (plusvalenza), calcolerai l'imposta (attualmente il 26%). M.
    1 punto
  43. Scelta personale, ma se li butti, daglii anche qualche bella martellata. Non si sa mai ritornino a illudere qualcuno
    1 punto
  44. molto bella complimenti!
    1 punto
  45. 1 punto
  46. DE GREGE EPICURI Sul tesoro di Limoges della "usine à gas" l'articolo da te citato un po' di cose le dice. Sono state studiate 6393 monete tutte in Ag (4 antoniniani, il resto denari), ma c'è la fondata ipotesi che in origine le monete fossero più numerose (da 7000 a 12.000). Alcuni pensano addirittura che, oltre alla giara che le conteneva, in origine ce ne fossero altre 2 o 3, ritrovate in periodi precedenti e non consegnate alle autorità; su questo però l'articolo non cita prove, nè indizi. I denari vanno dal 2° secolo fino a Postumo, con un forte addensamento nei 30 anni della dinastia severiana, e molti sono splendidi o fdc. Essi sono stati distribuiti fra molti musei e istituzioni pubbliche, non citate nell'articolo.
    1 punto
  47. E’ stato ed e’ un lavoro di gruppo questo, senza i più di 100 collaboratori non si sarebbe realizzato e senza la sapiente mano in redazione e nell’editing di Marco @El Chupacabra non avremmo avuto questi risultati, quindi i miei ringraziamenti sempre a chi ha operato per questo fine. Bello vedere il primo numero quasi un ciclostile in bianco e nero e poi confrontarlo con gli ultimi numeri, dei libri di fatto a colore con tante pagine in cartonato. E’ una storia romantica questa da raccontare e divulgare …e’ anche bello vedere la trasversalità della numismatica dove grandi esperti si cimentano insieme a giovani che vogliono iniziare un percorso creando un mix divulgativo a favore di tanti.
    1 punto
  48. Buon pomeriggio ho trovato questo Tallero 1780 conservato in una bustina di plastica con il logo CREDITANSTALT (istituto bancario chiuso nel 2002). Non so se è casuale o la banca forse ne faceva dono a qualche cliente. È pura curiosità. Grazie
    1 punto
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