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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/02/25 in Risposte
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Martedì 11 marzo dalle ore 20:45 al CCNM (via Kramer, 32 Milano. Citofono SEIDIPIU'), conferenza su "Il ripostiglio di Volterra" tenuta dal Prof. Alessandro Cavagna. La conferenza che avrà inizio dalle ore 21:00 potrà anche essere seguita da remoto, i link da utilizzare per seguire la conferenza verranno comunicati nei primi giorni di marzo.2 punti
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Salute Il n°414 di Panorama Numismatico del marzo 2025 ha, nel suo interno, pubblicati i segg.articoli: Per le curiosità numismatiche: Giulio Cesare Croce (1550-1609), scrittore e cantastorie, diede voce scherzosa alle classi inferiori della società e alla difficile esistenza del popolo. Gianni Graziosi, attraverso le opere di Croce, fornisce cenni sull’attività della zecca bolognese e sulle monete di che circolavano al tempo, in Alcune note su opere di Croce e sulla monetazione bolognese del tempo. Per la monetazione antica: Soldato e ufficiale esperto, Vetranio servì sotto Costantino I e divenne magister militum sotto Costante I, come racconta Roberto Diegi, in Vetranio, un usurpatore che se la cavò molto bene, ovverosia come l’attaccamento alla vita può prevalere sull’amor proprio. Alberto Castellotti parla di Un sesterzio di Druso Maggiore che più bello non si può, un insolito esemplare appartenente al monetiere del Museo Archeologico di Firenze. Per la monetazione medievale e moderna: Jacopo Feola ha individuato un particolarissimo coronato con sigle sovrapposte, caso riscontrato per la prima volta su un esemplare del primo tipo, come illustra in Un inedito coronato napoletano dell’incoronazione di Ferdinando I d’Aragona. Maurice Cammarano racconta la storia di un raro 5 soldi francese del 1643 che lascia Parigi, va nell’Oriente Latino e viene contromarcato, garantendone la buona qualità dell’argento, ma ritornato in Francia viene bucato come una moneta falsa, in La triste fine di un raro 5 soldi francese del 1643. L’arte fiamminga del XVI secolo rappresentò spesso l’attaccamento al denaro e la condanna delle attività lucrose e capitalistiche, come racconta Paolo Cammisuli in Il denaro nell’arte pittorica fiamminga e olandese tra Rinascimento e Barocco. Benedetto Mura propone un Aggiornamento e nuove valutazioni sulle monete della Zecca di Sassari coniate dal Giudice Guglielmo I d’Arborea, a partire da una moneta inedita coniata a Sassari. Recensioni: Le molte facce di una moneta. Denaro e materialità nella Storia: saggi in onore di Lucia Travaini, a cura di Monica Baldassarri, Barrie Cook, Stefano Locatelli, Milano University Press 2025. Stefano Poddi, Operation Bernhard. The Counterfeits of block 19. History’s biggest counterfeiting swindle, Edizioni D’Andrea, Roseto degli Abruzzi 2025. Per le Notizie dal mondo numismatico: Donato al Museo della Banconota il progetto della prima “banconota” italiana, consegnato alla Banca d’Italia dall’Ing. Gerardo Vendemia. Accademia Numismatica Italiana: sotto il segno del Giano per unire passato e futuro: a Grottaferrata, in provincia di Roma, un gruppo di noti studiosi, cultori, collezionisti e professionisti ha fondato l’Accademia Numismatica Italiana, ANit. Il nuovo numero di «Panorama Numismatico» è disponibile al prezzo di 6,00 euro presso la Redazione o sullo shop online. Salutoni odjob2 punti
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Un tedesco per la Zecca L'idea di trovare un incisore europeo di valore (uno bravo ) per la Zecca di Philadelphia, nacque probabilmente in contemporanea con la zecca stessa. Coloro che si erano succeduti alla direzione nei primi anni di attività, erano consapevoli che gli incisori americani non potevano competere con gli europei, e le stesse maestranze addette alla produzione non avevano l'esperienza necessaria per produrre monete di qualità. Ci vollero però anni prima che il desiderio diventasse realtà, e la realtà aveva il nome di Johann Matthias Reich, un immigrato tedesco nato a Furth, in Baviera, nel 1768, e trasferitosi in America nel 1800. Reich, che al suo arrivo negli Stati Uniti aveva anglicizzato il suo nome in John, aveva appreso il mestiere dal padre, anch'egli incisore. Già nel 1801, appena un anno dopo essersi trasferito, alcuni suoi lavori erano stati notati da Thomas Jefferson, che lo aveva raccomandato per un impiego alla Zecca. Impiego che però non fu a tempo pieno, ma solo per piccoli lavori, tanto che pochi anni dopo, disilluso, stava pensando di tornarsene in Europa. Ma nel gennaio 1806 la Zecca vide la nomina del suo quarto Direttore, Robert Patterson, che intuì le sue qualità, e nel 1807 lo nominò Second Engraver (il primo era sempre Robert Scot, che mantenne la carica fino alla morte, nel 1823), col compito di ridisegnare la gran parte delle monete in circolazione. Al dritto di tutte queste monete, compare una properosa Lady Liberty nella quale qualche critico, probabilmente non senza ragione, credette di riconoscere l'amante dell'artista. Nelle half eagles, le prime monete d'oro coniate con questo disegno nel 1807, Lady Liberty, volta a sinistra, indossa un cappello frigio con l'iscrizione LIBERTY sulla fascia. Nel giro 13 stelle, 7 a sinistra e 6 a destra, in basso la data. (foto da Heritage Auctions) Ma, inaspettatamente, il berretto indossato da Lady Liberty, che nelle intenzioni di Reich voleva rappresentare un cappello frigio, simbolo di libertà (Liberty Cap), fu invece interpretato in un modo che scandalizzò molti. Si disse, anche qui non senza qualche ragione, che un cappello come quello lo si poteva vedere su alcuni fregi e bassorilievi funerari dell'antica Roma, tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero, ed era un oggetto donato ai liberti, gli schiavi liberati dal loro stesso padrone.... naturalmente, nessuno poteva concepire gli Stati Uniti come una nazione di schiavi a cui gli inglesi avevano graziosamente concesso l'indipendenza. Dovette intervenire il presidente Jefferson in persona, che nonostante le mille incombenze legate al suo ruolo, e i suoi ancor più numerosi interessi, trovava anche il tempo di occuparsi di tutte le questioni riguardanti la Zecca e le monete, per spiegare che quello non era affatto un berretto da schiavo, bensì un cappello alla moda. Più precisamente, un mob cap, un cappello tondo e morbido, solitamente di lino o di una sorta di garza, con dei volant decorativi intorno al bordo, spesso ornato di pizzo o nastro. Molte donne usavano portarlo, soprattutto in casa, per tenere raccolti i capelli. Tra esse, Jefferson citò Martha Washington, la prima First Lady d'America, della quale in effetti esiste più di un ritratto con indosso questo copricapo... e a quel punto, nessuno poté obiettare più nulla Continua...2 punti
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Questi però sono francobolli di fantasia, perchè la Buriazia usa quelli russi. Mi ricordano le emissioni illegali a sovrastampa delle repubbliche federate russe negli anni della scomposizione dell'URSS, che comunque non hanno mai avuto validità nè utilizzo postale, come questa:2 punti
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Ce l'ho insieme a questo 1853 acquistato come falso d'epoca in metallo bianco ma per me questo è differente non è dello stesso metallo il 1855 assomiglia più all'argento questo al nichel......... g.3,86 mm.21,1 taglio rigato come l'altro. L'altro in alto peso g.4,5 diametro mm.21,6 Le foto non rendono, mi spiace.2 punti
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Confesso! Il primo e l'ultimo sono la stessa moneta fotografata l'ultima e scannerizzata la prima. Dovrei averla ancora insieme ad altri falsi d'epoca che mi piacciono quasi quanto gli originali. Se non sbaglio acquistato fuori Italia e come vero ma dalla foto avevo capito che qualcosa non quadrava......... Il primo falso d'epoca fu un 5 Franchi 1850, francese, in metallo bianco lo stesso con cui dovrebbe essere fatto questo Tarì.2 punti
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@Alan Sinclair buona sera. Mi fa piacere che il mio lavoro le sia piaciuto. Questa lente è di buona qualità, ma 8X già servono per vedere i particolari e non l'insieme della moneta. Le lenti 10X, considerando che hanno una distanza di messa a fuoco di 2-2,5 cm, non possono avere diametro particolarmente grande, al massimo si arriva a 26 mm e già possono creare alcune distorsioni dell'immagine. L'unico modo di avere una visione globale della moneta, anche per monete di grande diametro, è adoperare lenti con un ingrandimento max di 4-5X. Di questo tipo di lenti se ne possono trovare numerosi modelli, anche con illuminatore incorporato, e sono abbastanza economiche. Esistono delle lenti combinate, con una lente 3X ed una 6X, che sovrapposte danno 9X, quindi utili per tutti i tipi di monete e di esame che si vuole eseguire. Le marche più qualificate sono Zeiss e Schneider, di elevata qualità ottica, ma con un costo che si aggira sui 150€.2 punti
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Go West! Il 1804 è un anno importante per la storia degli Stati Uniti, e non certo perchè in quell'anno cessarono le coniazioni dei dollari e delle Eagles, un fatto probabilmente passato quasi inosservato ai contemporanei e conosciuto oggi solo dai cultori di numismatica, ma per un altro fatto, quello sì, di straordinaria importanza per la storia futura dell'America. Che ha un necessario antefatto l'anno precedente, quando, il 30 aprile 1803, gli Stati Uniti e la Francia di Napoleone firmarono un trattato in base al quale gli americani acquistavano dai francesi, per la favolosa somma di 15 milioni di dollari, un territorio immenso, denominato Louisiana, che di fatto raddoppiava l'estensione del paese (in verde nella cartina). Tanto immenso quanto sconosciuto. Anche se era già stato percorso da isolati cacciatori e mercanti, non esisteva una cartografia, e le scarse informazioni che se ne avevano lasciavano ampio spazio a racconti favolosi di unicorni, giganteschi mammut, castori alti sette piedi (più di due metri ), indiani dagli occhi blu che parlavano il gallese. Thomas Jefferson, un altro Padre della Patria, e terzo presidente degli Stati Uniti, che più di ogni altro aveva voluto l'acquisto della Louisiana, e fin da prima che questo si concretizzasse aveva pensato a una spedizione transcontinentale, indusse il Congresso a stanziare fondi segreti per una spedizione che, comandata dal suo segretario Merriwether Lewis, e da un altro esperto uomo della frontiera, William Clark, partì da St. Louis nel maggio 1804. La spedizione di Lewis e Clark sfatò tutte le speculazioni su quei territori, compreso il mito e la speranza più diffusi: l’esistenza di un “passaggio a nordovest”. Tale passaggio, un fiume o una serie di fiumi connessi tra loro che attraversavano le montagne e raggiungevano l’Oceano Pacifico, avrebbe permesso di commerciare in modo più diretto con l’Oriente. Jefferson credeva che la scoperta di un passaggio a nordovest avrebbe riempito di ricchezze il Nordamerica. Dopo aver risalito il Missouri fino alle sorgenti la spedizione attraversò le Montagne Rocciose, per poi discendere il corso dei fiumi Snake e Columbia fino al Pacifico. Dopo un epico viaggio di quasi 7000 km. gli esploratori fecero ritorno a St. Louis verso la fine del 1806, con una grossa collezione di carte, schizzi, esemplari botanici e geologici, e una massa di dati sui costumi degli indiani. Ma, soprattutto, la loro impresa gettò le basi di quella che sarebbe diventata la colonizzazione del West, con tutto quello di buono e cattivo che essa ha rappresentato nella storia degli Stati Uniti. Non mi dilungo oltre, chi volesse approfondire l'avventura di Lewis e Clark ha a disposizione un'infinità di libri e di siti per farlo. Quello che invece ci interessa qui, è che questa avventura ha avuto anche dei risvolti numismatici, anche se... a lungo termine Ci sono voluti infatti due secoli perché, nel 2004, in occasione del bicentenario della partenza della spedizione, venisse emessa una serie di quattro monete da 5 centesimi, due nel 2004 e due nel 2005, per celebrare l'evento. La prima moneta, rilasciata nella primavera del 2004, è denominata "Louisiana Purchase/Peace Medal". Il disegno del rovescio mostra due mani intrecciate in segno di amicizia, una con un bracciale da uniforme militare, che simboleggia il governo americano, l'altra con una fascia d'argento ornata con perline e un'aquila americana stilizzata, che rappresenta la comunità dei nativi americani, ed è ispirato alle "Medaglie per la Pace" appositamente commissionate per la spedizione, per essere donate ai capi indiani. La seconda moneta, rilasciata in autunno e denominata "Keelboat" (imbarcazione a chiglia), raffigura la barca che trasportò i pionieri sui fiumi del Territorio della Lousiana, alla ricerca di un passaggio a nordovest verso l'Oceano Pacifico. Nel 2005, la terza moneta è ispirata al "Buffalo Nickel", e per questo denominata "American Bison", a ricordo dell'attraversamento delle Grandi Pianure. Mostra al rovescio un bisonte americano al pascolo in un campo. La quarta moneta, "Ocean in View", mostra le acque del Pacifico come potrebbero essere state viste per la prima volta dagli uomini della spedizione nel novembre 1805. E' completata dall'iscrizione "Ocean in view! O! The joy", ripresa dal diario di Clark del 7 novembre 1805. Al dritto di tutte le monete, il ritratto di Jefferson, ma diverso per i due anni. Nel 2004 è ancora quello classico, che campeggiava sui nichelini fin dal 1938, mentre nel 2005 viene modificato con uno molto più moderno e innovativo, ma che, chissà perché, verrà usato solo per quella emissione e sostituito l'anno seguente. E naturalmente non possiamo dimenticare il bellissimo dollaro di Sacagawea, la ragazza indiana divenuta leggenda che, per un tratto, fece da guida e interprete a Lewis e Clark. petronius2 punti
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DE GREGE EPICURI Oggi condivido questo interessante bronzo di Edessa in Mesopotamia; misura 31 mm e pesa 18,87 g. In quel periodo, la Mesopotamia godeva di una certa autonomia, in quanto regno vassallo di Roma, ma la subordinazione è evidente: Abgaro X è in piedi, mentre Gordiano è comodamente seduto, e ben più in alto! Al D il ritratto di Gordiano a destra; si legge: ..ΤΟΚ Κ ΜΑΝΤ ΓΟΡΔΙΑΝΟC... Al rovescio, la scritta è: ..ΟCΑΒΓΡΟC ΒΑCΙΛΕΥC. Gordiano è seduto verso destra; davanti a lui, Abgaro X è in piedi e reca una Nike nella destra. Classificabile come BMC 136, Lindgren 2588. Non ho sotto mano il RPC.1 punto
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Caro Matteo Credo puoi richiederlo direttamente al museo che organizzato l’esposizione: museo delle Culture villa Malpensata riva Antonio Caccia 5 6900 Lugano mail: [email protected] puoi richiederlo al Dr.Paolo Maiullari vice direttore del Musec, resp per l’organizzazione della mostra1 punto
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Giusto ieri ho acquistato da un venditore inglese un Alletto che si sta rivelando più interessante del previsto. Metto le mani avanti e chiedo venia per eventuali dati mancanti e pochezza di immagini degne di tale nome, ma al momento non ho altro per le mani al di là di quello che vado a presentarvi: D\IMP C ALLECTVS PF AVG, busto corazzato e radiato a destra; R\ VICTORIA AVG, S-A / ML, la Vittoria andante a destra con trofeo; Un'immagine "migliore" del rovescio: L'esemplare si presenta in condizioni mediocri ma è perfettamente identificabile. Erroneamente era stato catalogato dal venditore come "VICTORIA GERM" che è un raro tipo di Alletto che non si vede spesso in vendita. E sulla scorta di questa classificazione, un po' frettolosamente per non farmelo scappare - ammetto - l'ho preso. Tuttavia analizzando a bocce ferme la moneta ho visto che il pezzo non ha appunto nulla a che vedere con la "VICTORIA GERM" in quanto appunto trattasi di una apparentemente più comune titolatura terminante in AVG. ...e qui la sorpresa: con questa legenda, questi segni di zecca e questo tipo di Vittoria raffigurata è un "not in RIC" a differenza della VICTORIA GERM. Piacevole sorpresa! Approfondendo ho trovato citato solamente un altro esemplare che proviene dal Elveden Hoard 2005 ed è musealizzato al British Museum: ...di questa sì dispongo di foto migliori che permettono di apprezzare meglio il tipo! Sul dritto non mi pronuncio, ma mi sembra di individuare quanto meno per il rovescio un'identità di conio. I riferimenti con i dettagli li trovate qui: http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?assetId=560120001&objectId=3033776&partId=1 Qualche dato sul ripostiglio invece è presente qui: https://finds.org.uk/database/artefacts/record/id/111304 Mentre a questo link un piccolo report sintetico: http://grey-lit-suffolkarchaeology.s3.amazonaws.com/2006_032.pdf Il catalogo completo del ripostiglio mi è stato riferito essere presente in un libro che ahimè non possiedo: The Gloucester Hoard and other coin hoards (Coin Hoards from Roman Britain XIII; Moneta 113, Wetteren), pp. 174-185. Non ho trovato altre fonti né riferimenti o immagini per questa tipologia di moneta, per cui al momento mi è nota solamente in questi due esemplari. Nel saggio di Andrew Burnett The coinage of Allectus: chronology and interpretation (BNJ, 1984) manca come tipologia. Proverò a chiedere qualche informazione nel FAC per verificare se il tipo è noto in altri ritrovamenti e/o cataloghi. Come al solito, son sempre gradite le vostre osservazioni! Prometto foto migliori e dati sul peso e diametro quando arriverà la moneta.1 punto
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Ildiscorso è ben più complesso e poco chiaro visto che in realtà ci sono studi contraddittori. E la produzione delle monete era solo uno dei fattori inquinanti. Se n'era già parlato qui:1 punto
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@TitusC Per riassumere: Si tratta di una PECUNIA MAIORINA o Maiorina di Costanzo II del tipo FELIX TEMPORUM REPARATIO, IV secolo, post riforma del 348 d.C. Hai utilizzato una luce frontale per fotografare il che ha creato una luce che non fa risaltare i rilievi e non si legge l'esergo al rovesio che presenta l'indicazione di zecca ed officina. Potresti riscattarla che magari si riesce a risolvere, Ti linko questa due risorse in ordine di pubblicazione: 1) un contributo di @antvwaIa su un altro forum (2008) apparso poi su Monete Antiche, anno VIII, nr. 44, marzo/aprile 2009, pagg. 21-32: https://www.forumancientcoins.com/monetario-antiguo/FEL_TEMP_REPARATIO.pdf 2) la bella discussione monografica (2011) su questa moneta di @Illyricum65:1 punto
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Davvero singolare, rappresenta un F-35 e riporta una frase del primo essere umano che nel 1947 superò la barriera del suono con un aereo. Ci sarebbe stata anche una moneta commemorativa normale.1 punto
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Ho aggiunto altri due gettoni alla mia raccoltina, di cui uno con questo logo:1 punto
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Allego anche il programma culturale completo per l'edizione 2025. Il blocco di interventi legato alla numismatica inizierà alle ore 11:30 e terminerà alle 16:00. Tutta la parte culturale, così come quella commerciale, è ad ingresso gratuito.1 punto
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Veramente interessante...in particolare il riferimento alle monete che richiamano quelle focesi. Se non ricordo male gli esuli dalla focea, già abili navigatori e mercanti, dopo la battaglia di Alalia furono i fondatori di Elea-Velia...gli Etruschi erano loro avversari ma sicuramente contatti c'erano eccome soprattutto negli scambi commerciali...sono curioso di conoscere se e quali collegamenti potranno esserci e le conclusioni del prof. Cavagna! Grazie al CCNM per questa ennesima opportunità di approfondimento.1 punto
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#Alan Sinclair le lenti che ho postato hanno un diametro di 25 mm ma vendo una lunghezza focale che varia da 7cm (3X) adatta per monete di grande diametro e medaglei e 3,5-4 cm (6X) permetto la visione intera dell'oggetto.1 punto
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Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy emette il 24 febbraio 2025 un francobollo celebrativo della Battaglia di Pavia, nel V centenario. Caratteristiche del francobollo La vignetta riproduce un particolare di uno degli arazzi della Battaglia di Pavia, capolavori della produzione tessile fiamminga del Cinquecento, realizzati tra il 1528 e il 1531 a Bruxelles dagli arazzieri Willem e Jan Dermoyen su cartoni del pittore Bernard van Orley e conservati presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, su cui si staglia il logo del 500° anniversario della storica battaglia, evento di grande importanza per l’Europa del XVI secolo. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Tiratura: duecentomila quattro esemplari. Indicazione tariffaria: B. Bozzetto: cura di Univers Srls di Pavia e ottimizzato dal Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia; colori: quadricromia; carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft mono-siliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: 48 x 40 mm.; formato stampa: 44 x 36 mm.; formato tracciatura: 54 x 47 mm.; dentellatura: 9, effettuata con fustellatura; Caratteristiche del foglio: Il foglio contiene ventotto esemplari. Sulla cimosa è riprodotto il logo MIMIT monocromatico. Nota: L’Arazzo della Battaglia di Pavia è riprodotto per gentile concessione del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli.1 punto
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Interessante! Complimenti al direttivo del CCNM per mantenere costantemente attivo il mondo numismatico milanese.1 punto
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Difficilmente se ne vedono in questo stato conservativo. I miei complimenti, davvero!!! Per i segni del massaro trovi come punto di partenza il catalogo della comunità https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-RV, riferimenti bibliografici Papadopoli, il CNI vol. VII e direi il Keber1 punto
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tre schedine fan degenti TRESCHE DI NEFANDE GENTI Ciao. Stilicho1 punto
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A proposito del primo esemplare, la foto proviene dall'archivio fotografico del Forum, un post del 2005 di un utente @ospite che non riesco a linkare, mi permetto di riportare quanto scritto nel post che ritengo utile per la discussione. D\: Testa nuda barbuta a destra,attorno: FERDINANDUS II DEI GRATIA REX sotto la data. R\: Stemma coronato,attorno: REGNI VTR.SIC.ET IIIER. sotto "G. 20" Taglio: Rigato in incuso Zecca: Napoli ? La moneta dopo un secondo esame, più approfondito, risulta non essere in argento.I dubbi sono usciti dopo una email di risposta del dott.Traina Mario a proposito di questa moneta,ad un'email inviata a Cronaca Numismatica e che riporto per precisione dei fatti e delle date. Email di risposta: Sulle monete coniate durante il suo lungo Regno durato ben 29 anni Ferdinando II mostra innumerevoli volti, dalle caratteristiche somatiche diverse (capelli abbassati o rialzati sulla fronte, testa più grande o più piccola, volti segnati dall’età che avanza, dal volto giovanile a quello adulto o al volto decisamente più anziano degli ultimi anni, da quello imberbe a quello con una barba rada o più folta). Ricordo come D’Incerti riporti ben 200 varianti per le piastre e 4 tipi fondamentali diversi; successivi studi hanno fatto lievitare le varianti a ben 375 e portato i tipi a 6, di cui 5 proprio per l’immagine del Sovrano. Per i 20 grana Cagiati, D’Incerti, Pannuti-Riccio, Gigante riportano solo due tipi, volto imberbe e volto barbuto. Il suo esemplare, che appartiene al tipo con la barba rada e la testa più grande in effetti si distacca da tutti i tipi già noti, almeno per quanto sia a mia conoscenza, sia per le caratteristiche somatiche del volto che per i capelli e le lettere delle legende. Notevoli anche le differenze rispetto al tipo riportato da Gigante con la stessa data 1555 e indicato come unico; la testa nella moneta di Gigante appare più piccola e non taglia la legenda in basso come nel suo esemplare, l’espressione del volto è rivolto più verso l’alto ed è diversa. C’è chi, come Lei, ha pensato a prove o progetti non andati a buon fine; a mio parere questa ipotesi è plausibile ma con la differenza che mentre di norma le prove o i progetti non vengono messi in circolazione, nella Zecca di Napoli avveniva il contrario. A parte il fatto che non si usava contrassegnarle con qualche segno speciale per distinguerle. Ricordo come il Pagani-Prove riporti una prova in argento ed una in rame dei 60 grana di Francesco II del 1859 senza alcun segno particolare e altrettanto dicasi per la prova in rame delle 2 once d’oro per Palermo del 1814 di Ferdinando III. In conclusione il suo esemplare, fino a prova contrario, risulta inedito. Prova, progetto ? Può darsi, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi. Io non vorrei fare il guastafeste ma qualche dubbio sull’autenticità della moneta ce l’ho. Non mi convincono molti particolari del conio, da quelli del volto alle lettere della legenda e alla data che appare “piuttosto “pasticciata”. Lo stesso colore così scuro dell’esemplare, che dovrebbe essere in buon argento (833 millesimi) è sospetto. Mi auguro di sbagliare. Ringrazio pubblicamente il dott.Traina per la risposta data tramite Cronaca Numismatica e che presto vedremo anche sulla rivista C.N. nella sezione "Gli Esperti Rispondono". F.V. Fonte: Archivio fotografico Falsi Monete delle Due Sicilie Tarì da 20 Grana 1855 Prova o Falso d'epoca. Magari è tutto già superato? O c'è ancora da studiare?1 punto
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salve,bronzetto romano di costanzo 2 con felicitas temporum e cavaliere disarcionato.nino1 punto
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salve pxacaesar,non guardavo all,esergo,comunque per me quella pseudo frattura è una canaletta per la fusione.mia opinione.nino ps.il secondo è fides militum/fedeltà dell esercito con due insegne1 punto
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Bello e affascinante la sua storia. Utile anche, sebbene l'idea non portò ai risultati aspettati. Niente da mettere con le kakke (seppur in nobile metallo) che le nazioni fanno per incassare qualche $$$ @Carlo. Sono punzoni, e quello centrale ne dichiara il valore in Daler d'argento.1 punto
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Ciao, tra qualche mese uscirà la seconda edizione del Manuale delle monete di Napoli 1674-1860 di Pietro Magliocca che ti consiglio di acquistare. Per i periodi precedenti vi sono i seguenti testi: - P. Magliocca, La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503 - 1680 - Alberto D'Andrea, Christian Andreani, Le Monete Napoletane dai Bizantini a Carlo V - D'Andrea A., Andreani C., Perfetto S., Le monete napoletane da Filippo II a Carlo VI.1 punto
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01/03/2025 Buongiorno agli Esperti di Filatelia, ho trovato a casa queste due cartoline affrancate, identiche ma una a colori e l'altra in bianco e nero. Una è datata 22 XII 1935, ma il timbro delle poste riporta 22 XII 1937 ben due anni di differenza ? 🤔 L'altra è affrancata ma sembra mai spedita perché manca il timbro postale. Vi chiedo se i francobolli sono comuni o meritevoli di nota. Grazie. Per @ART quando leggerà, un piccolo quiz : tralasciando l'aspetto botanico, in cosa differisce al giorno d'oggi questo parco rispetto al passato ? ( Senza guardare in internet 😆 ).1 punto
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Ho letto l'articolo. Interessante. Qui non c'è nulla di numismatica. C'è solo un amministratore delegato che come obiettivo ha quello di vendere più oggettistica possibile. Chissà, magari lui realizzerà il mio sogno: monete di cioccolato valore nominale 25.12€ Ipzs-Lindt, emesse per Natale. Sono sicuro che ci arriveremo. È solo questione di tempo 😅1 punto
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Comunque fateci caso, ogni anno ci affanniamo e lottiamo per gli acquisti ma con il passare del tempo per la maggior parte delle monete dopo qualche anno le troviamo nei mercatini a costo quasi di emissione. Mi riferiva un venditore molto serio e quotato che la ragione è che perdono di interesse e mi ha confidato che prima la sua politica commerciale era di fare quanto più magazzino possibile, invece ora è di vendere quanto prima possibile e non pensarci più per non ritrovarsi con fondi di magazzino invenduti ed invendibili!1 punto
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Sinceramente premesso che chi colleziona dovrebbe comprare ciò che piace e basta senza fare calcoli probabilistici, vi invito a leggere attentamente la recente interista all'Avvocato Soro e sono fermamente convinto che più andremo avanti e peggio sarà perché verremo manipolati. Mi sento come un criceto sulla ruota 😂 https://www.cronacanumismatica.com/la-moneta-secondo-me-intervista-esclusiva-a-francesco-soro/1 punto
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Svezia 1660 - 8 daler in rame (Kg. 13,00) - cm. 595 x cm. 335 particolari:1 punto
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Buona sera. L'interpretazione delle monete più pesanti di Carlo d'Angiò come doppi e tripli denari può dirsi oggi sostanzialmente superata. I denari di Carlo erano coniati al marco, ossia da una libbra di argento di ricavavano un numero prefissato di monete. Essendo tuttavia anche a valore fiduciario, tali monete erano oggette a grosse variazioni di peso. Monete pesanti anche più di un grammo circolavano insieme a monete sottopeso, il valore medio, tuttavia era corretto. A queste monete si sommavano i piedfort, inviati ogni anno nelle principali città per preparare il personale alla nuova moneta. Com'è noto, infatti, ogni anno veniva emesso un nuovo denaro che metteva il vecchio fuori corso, almeno in teoria.1 punto
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Ringrazio @gpittini e @Parpajola per l'entusiasmo e per le belle parole riservate all'iniziativa: senz'altro è stata l'occasione per poter vedere direttamente diverse monete, tra cui alcune emissioni molto rare e interessanti che anche io maneggiavo per le prime volte. In sostanza abbiamo potuto le cosiddette emissioni "barbariche" della collezione Leuthold (1 vassoio) e buona parte delle monete ostrogote e longobarde studiate e pubblicate nell'ancora fondamentale volume di Arslan dedicato alle raccolte civiche milanesi (2 vassoi; delle emissioni longobarde solo della parte settentrionale del Regnum, tra cui appunto le monete di Desiderio per Castel Novate). Devo dire che eravamo tutti così presi dall'osservazione delle monete, che siamo arrivati ben oltre l'orario solito di fine lezione (e qualcuno senza pranzo!) senza neppure accorgersi. Ma la prossima settimana sentirò anche il feedback degli studenti, che non avevano mai avuto prima dimestichezza con le monete, a differenza dei collezionisti e altri appassionati che frequentano il corso. Per tutto questo va ringraziata soprattutto la dottoressa Giulia Valli, conservatore del "Gabinetto numismatico e Medagliere" dei Musei Civici di Castello Sforzesco (e alla sua collaboratrice del servizio civile), che ha accolto con grande entusiasmo e disponibilità la mia proposta di fare anche delle lezioni di taglio più "laboratoriale", facendo vedere agli studenti direttamente le monete tra quelle presenti nelle collezioni del Gabinetto numismatico. A lei e ai suoi predecessori, che hanno ordinato e conservato i materiali in modo davvero encomiabile, devono andare i ringraziamenti non soltanto miei e degli studenti del corso, ma anche di tutti i cittadini e degli studiosi che con le dovute garanzie e accortezze necessarie, come avvenuto in questo caso, possono avervi accesso. Buon fine settimana e alla prossima, MB1 punto
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In realtà i conii di rovescio sono 5. Sono illustrati in un articolo di PN di qualche anno fa. Dall’alto in basso: segno di zecca in esergo e punti circostanti (allineati con il testo, conii R1 e R2 [BAJ.B.50], o a mezza altezza, conii 3, 4, 5 [BAJ•B•50]); tronco con superficie più frastagliata in R1 che negli altri conii (simile a quella delle monete coniate nella zecca di Roma, forse proveniente da una delle coppie di conii originariamente trasmessi a Bologna); bastone di S. Romualdo, che appare liscio nei conii R2 e R3, con piccoli nodi in R1, con nodi lunghi in R4 e con nodi radi in R5. Le fratture di conio che partono da ore 2 e da ore 4 sono caratteristiche di R4, mentre R5 presenta una frattura che parte da ore 1. Panorama Numismatico n. 375, settembre 2021 | PANORAMA NUMISMATICO1 punto
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Hendrix, Deep Purple, Queen, Pink Floyd... me li sono gustati fino a ora. Che geni! Non potevo scrivere nulla di più banale, lo so. Mi piace ascoltare roba nuova (l'R&B rap ascoltato in questo Sanremo 2025 per esempio) o roba vecchia che non conosco bene (i madrigali perugini o i mitici Kino di Viktor Coj), ma il fatto è che con quelli nominati all'inizio mi sento a casa. Buonanotte gente.1 punto
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Grazie @numa numa, conosco la collezione Opitz, che almeno in parte mi risulta venduta tramite Stephen Album (ricordo in particolare una Yap Stone venduta nel 2022...). Bene che almeno per la parte africana si possa affiancare anche questo nuovo contributo. Attendo di conoscere le modalità di acquisto, non potendo essere presente alla mostra. Grazie!1 punto
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Ciao, nel solco di quanto già fatto con la discussione " LE MONETE ROMANE PIU' COMUNI DEL IV SECOLO " e come già preannunciato in quest'ultima, posto quest'oggi una discussione monografica e didattica sulle FEL TEMP REPARATIO. LA SERIE FEL TEMP REPARATIO Perchè proprio questa serie monetale, tra quelle già presentate nella discussione sulle monete del IV secolo? Perchè la serie FEL TEMP REPARATIO (acronimo FTR) è senza alcun dubbio della tipologia monetale più comune dell’epoca costantiniana. I rovesci, pur mantenendo la medesima legenda, presentano sei varianti iconografiche. PROLOGO Nel 348 Constantius II e Constans riformarono il sistema monetario romano introducendo due nuove monete in rame e lasciando invariate quelle in oro e argento. Venne quindi ritirata la moneta in circolazione (il piccolo follis di origine costantiniana) e furono coniati tre nominali diversi di rame: due “pecunia maiorina” e il “nummus centennionalis”. Le prime due si distinguevano per una lieve differenza di misura e forse, per un diverso contenuto di argento. La seconda delle due “maiorine”, inoltre, come tratto distintivo, al di là dell'iconografia al rovescio, presentava al dritto il ritratto rivolto a sinistra. Ciascuno dei due scelse delle iconografie diverse e personali, per quanto non esclusive: Constantius II: Pecunia maiorina in mistura (AE2): Legionario che trafigge un cavaliere Pecunia maiorina in rame (AE2): Imperatore con due prigionieri Nummus centennionalis (AE3): Fenice sul globo Constans Pecunia maiorina in mistura (AE2): Imperatore su galea condotta dalla Vittoria Pecunia maiorina in rame (AE2): Legionario che allontana un bambino dalla capanna Nummus centennionalis (AE3): Fenice sulla pira1 punto
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